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venerdì 2 maggio 2014

La Storia Di Ray Lewis e L'Omicidio (NFL)

Ray Lewis nasce in Florida, a Bartow nel 1975.
185 cm per 110 kg di peso.
Ray gioca a football fin da bambino alternandolo al wrestling, facendo intendere fin da subito di essere un guerriero.
Frequenta l'università di Miami dove diventa All American e nel 1996 viene scelto dai Baltimore Ravens, di cui vestirà la maglia per tutta la carriera.
Atleta devastante, dotato di agilità e rapidità non comuni per un uomo della sua stazza, competitore nato, cattivo dentro e fuori dal campo.
Una capacità straordinaria di leggere gli schemi offensivi avversari, di essere sempre nella posizione corretta di campo per piazzare un sack o un tackle decisivo o addirittura per intercettare il pallone lanciato dal quarterback avversario.
L'anno successivo, il 1997, vede già Lewis affermarsi come uno dei top linebacker della Lega: 184 tackles gli permettono di guadagnare la prima di una lunga serie di convocazioni al Pro Bowl.
Gli anni successivi sono una escalation fatta di grandi numeri.
Grazie a lui la difesa dei Ravens diventa tra le più forti di tutti gli anni 90 e 2000 e probabilmente tra le più arcigne di tutti i tempi.
E' il 2000 l'anno della consacrazione totale.
I Ravens vincono il Superbowl e Lewis si porta a casa titolo di MVP della finale (prima volta per un difensore) e titolo di miglior difensore della NFL.
Si ripeterà nel 2003 rimanendo sempre su altissimi livelli fino ai giorni nostri.
Ovviamente negli ultimi anni la sua fisicità è un poco calata ma non esiste attacco nella NFL che non tema i blitz di Lewis e la sua innata capacità di leggere le situazioni offensive.


L'OMICIDIO
A Baltimora è considerato una specie di monumento cittadino.
Re assoluto di una città che per anni si è identificata in lui.
Città difficile Baltimora, tra le più pericolose degli States, con un tasso di criminalità e di omicidi elevatissimo.
Amato dai compagni per la devozione e l'impegno, odiato e temuto dagli avversari per la sua fisicità, la lingua tagliente e per i suoi atteggiamenti dentro e fuori dal campo.
Una personalità forte la sua, a volte fin troppo, che non gli ha risparmiato guai e problemi nel corso della sua carriera.
Purtroppo come in tante storie della NFL c'è anche un lato oscuro nella vita di Ray Lewis, una vita non sempre lineare.
Nel football americano è molto sottile la linea che separa il bene dal male e molto spesso i giocatori si trovano in situazioni che poco hanno a che vedere con lo sport.
Il 31 gennaio 2000 durante i festeggiamenti per la vittoria del Superbowl, Ray e alcuni amici sono stati coinvolti in una mega rissa in cui Jacinth Baker e Richard Lollar sono stati accoltellati a morte.
Tre amici di Lewis sono stati accusati dell'omicidio, ma la posizione dello stesso Lewis non è mai stata chiarita.
I pantaloni macchiati di sangue di Ray non furono mai trovati e lui fu accusato di essersene liberato per sviare le indagini.
I suoi avvocati riuscirono a evitare che Lewis venisse incriminato per l'omicidio in cambio della testimonianza contro i suoi amici.
Fu accusato di ostruzione alla giustizia e falsa testimonianza.
Gli avvocati poi dimostrarono che si trattò di legittima difesa e Ray venne condannato a 12 mesi con la condizionale e multato di 250.000 dollari dalla NFL.
Fu una macchia nella carriera e nella vita di Lewis, che da allora cercò di ritornare sui binari giusti.
Il 29 aprile 2004 risarcì la figlia di uno dei due assassinati e dichiarò di volersi per sempre lasciare alle spalle questa brutta vicenda.


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