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martedì 2 settembre 2014

La Storia Degli Hooligans Inglesi (Anni 70, 80 e 90)

Tra la fine degli anni 60 e l’inizio dei 70 che nascerà ufficialmente il fenomeno degli Hooligans.
Cosa vuol dire questo termine? C’è chi la fa risalire a Patrick Hooligan, un irlandese che viveva a Londra, particolarmente dedito all’alcol e alle risse. Altri la collegano a Hooley’s gang, una banda di criminali del quartiere londinese di Islington. Secondo altri deriva dalla parola Houlihan, nome di una famiglia dalla pessima reputazione. Questi tifosi vengono etichettati dalla stampa in modo dispregiativo quali: animals, thugs, bad loser brawlers e disgraceful.
A partire dal campionato 67/68 si comincia a vedere negli stadi britannici una nuova tipologia di tifoso: capelli rasati, sciarpe con i colori della propria squadra, giubbotto imbottito e ai piedi anfibi con punta in metallo. E’ proprio quest’ultima caratteristica che da origine al nome del nuovo gruppo giovanile: vengono soprannominati i boot boys (boot, stivale) e il loro credo è la violenza.
Nasce cosi il movimento skinhead, che partendo dagli stadi inglesi si allargherà a macchia d’olio in tutti gli stadi d’Europa. La firm diviene portavoce di un malessere sociale, contestazione contro un sistema che lascia vivere le famiglie operaie in case popolari in mezzo a topi e scarafaggi, e che lascia morire gli operai sui luoghi del lavoro.
Questi ragazzi spesso fanno parte di gang di strada dei vari sobborghi cittadini, odiano visceralmente i mods colpevoli secondo loro di sminuire la figura rude e maschilista della classe operaia.
E’ in questo momento storico che nascono i primi nomi per le gang da stadio.
Per la verità già negli anni 20 i tifosi erano ben poco disciplinati però è indubbio che il movimento vero e proprio nasce nei 60, come vedremo sotto. Al giorno d'oggi tutte le firm sono state limitate (e ridotte come numero) e i capi storici arrestati quindi negli stadi inglesi il clima è ormai tranquillo, idem in trasferta dove non ci sono più intenti bellici nè voglia di scontrarsi con i locali (anche perchè nell'Inghilterra di oggi, chi sbaglia...paga e lo stadio non lo vede più a vita).
Qui trovate: Hooligans Contro Ultras: Morti Negli Stadi
Invece l'intento di questo articolo è quello di parlare degli anni 60, 70, 80 e in parte 90.
Iniziamo con le firms.


FIRMS
Sono nomi che incutono volutamente timore: Bushwackers, Zulu, Headhunters, Red Army, Gooners, etc Nello stesso periodo anche le ends prendono per la prima volta un nome: nascono la Kop di Liverpool, il North Bank di Londra sponda Arsenal, lo Shed sponda Chelsea, la Stretford End di Manchester, etc Conseguenza di ciò sono le battaglie che nascono fra gruppi di tifoserie avversarie, che hanno l’unico e solo obiettivo di prendere letteralmente la end ( take an end ) mettendo in fuga il gruppo nemico. Blood, sweat and beer ( anima, sudore e birra ), è questo lo slogan ossessivo degli hooligans che passano il loro tempo tra scontri allo stadio, bevute colossali di birra nei pub e raid violenti ai danni di negozi di proprietà di pakistani in nome del maschilismo estremo e della xenofobia.
Il dato sconcertante è la facilità con cui queste bande di skinhead generano scontri all’interno e all’esterno dello stadio, generando il panico tra il pubblico pacifico.
Motivo di tale facilità è la completa impreparazione delle forze dell’ordine alla nuova ondata di violenza. Moltissime sono le partite interrotte per le invasioni di campo, facilitate dalla totale assenza di barriere a bordo campo. In funzione di ciò uno dei primi provvedimenti adottati dalle autorità sono le recinsioni poste nelle ends nel tentativo di arginare il fenomeno delle invasione di campo.
Nascono le rivalità fra gruppi, specie nei derby londinesi fra West Ham, Milwall, Tottenham, Arsenal e Chelsea. E si creano i cosiddetti gemellaggi, gruppi che aiutano altri gruppi nel tentativo di contenerne e superare un altro, spesso per vendicare sconfitte subite negli scontri precedenti.
La televisione, che trasmette dal 1970, tramite la trasmissione Match Of The Day, diverse partite della First division e di FA Cup, rende il fenomeno più visibile all’intera nazione, che alla vista di invasioni di campo, scontri ed interruzioni di match, chiede a gran voce misure drastiche ed efficaci ad arginare la violenza. Negli stadi si cominciano a vedere imponenti schieramenti di polizia, spesso a cavallo e nel 1977 verranno introdotte per la prima volta negli stadi le telecamere a circuito chiuso, cosa che divenne poi obbligatoria nei successivi anni ottanta sotto il governo di Margaret Thatcher.
Gli organi di stampa, soprattutto i tabloids, amplificano il triste fenomeno e a questi ragazzi violenti non par vero di leggere le loro gesta sui giornali, trovando una cassa di risonanza enorme.
Vengono addirittura stilate classifiche sui gruppi hooligan più temuti e la Red Army del Manchester United viene identificata come tra le più temibili.
Insieme ovviamente alle firm del Millwall, West Ham, Birmingham, Chelsea, Leeds, Tottenham, Liverpool, Portsmouth, Arsenal.
E di tifoserie minori come Middlesbrough (da tutti etichettato come un "postaccio" negli anni 70) e Stoke (tristemente famosi gli attacchi della tifoseria locale nei pressi del cimitero della città).
Alcune tifoserie, in particolare quelle del Chelsea, del Leeds e del West Ham, allacceranno rapporti con il Fronte Nazionale di estrema destra, che individuava nelle ends un possibile reclutamento politico e un attivo braccio armato. Spesso la politica inglese addosserà la colpa della violenza negli stadi all’estrema destra, continuando a sottovalutare il fenomeno di ribellione e caos generato dalle firms britanniche. Lo stesso Fronte nazionale non metterà mai radici profonde nelle ends, anche perché le stesse firms rifiutavano il sistema gerarchico esistente in politica. Il gruppo era gruppo e agiva in massa, senza un ordine né un vero e proprio capo ed erano gli stessi hooligans a rifiutare imposizioni dall’esterno.


BUSHWACKERS( MILLWALL)
Quando si parla del Millwall non si può fare a meno di citare i Bushwackers, il cui nome deriva da un raggruppamento militare che tendeva agguati durante la guerra civile americana.
Questo gruppo negli anni più caldi del movimento hooligans compiva razzie in tutto il Regno Unito.
Il Millwall ha sede in una delle zone più periferiche, più povere e delinquenti di Londra, il borough di South Bermondsey. Uno degli storici capi della firm del Millwall, Ginger Bob, afferma che "quando uno straniero mette piede nel distretto di Bermondsey non sa mai chi può incontrare e spesso finisce male perché può essere scambiato per un fan di un’altra squadra".
Oltre a Ginger Bob, altri capi storici della firm furono Harry The Dog e Mad Pat.
E’ quasi normale che i ragazzi di questa zona crescano in una certa maniera, poiché la povertà è una delle cause principali alla base del fenomeno hooligans e di conseguenza molti giovani si rifugiano nel calcio usandolo come valvola di sfogo. Gli stessi hooligans del Millwall si considerano pazzi e psicopatici che non temono nulla. Sebbene la prima firm legata al Millwall sia stata la F-Troop, i Bushwackers sono stati tra i più attivi gruppi degli anni 80, oggetto persino di un documentario della BBC nel 1976 per via della pessima fama che si erano già creati.
Il loro intento era creare scompigli e scontri agli incontri di calcio della loro squadra e in più occasioni vennero accusati di aver generato alcuni fra i peggiori atti di violenza del calcio inglese.
Il coro che caratterizzava questo firm era l’intimidatorio "No One Likes Us, No One Likes Us, We Don’t Care! We Are Millwall, Super Millwall, We Are Millwall From The Den!" (non piacciamo a nessuno e non ci interessa, siamo il super Millwall dal The Den).
Qualsiasi tifoseria sentisse questo slogan, doveva essere pronta al peggio e prepararsi ad affrontare uno dei gruppi più pericolosi e violenti che il fenomeno hooligans avesse mai conosciuto.
Gli stessi Bushwackers crearono il Millwall Brick, un’arma improvvisata formata da un semplice giornale, la cui carta veniva arrotolata e pressata in modo da creare una vera arma avente la stessa forza di un bastone o un tubo.
Il tutto nacque dall’impossibilità di portare armi all’interno dello stadio, e il giornale venne scelto come strumento ideale in grado di non generare sospetti. I primi disordini risalgono addirittura al 1906 in un match ad Upton Park contro il West Ham.
Il Den negli anni 20 e 50 venne chiuso diverse volte per disordini, nel 1950 venne attaccato anche l'arbitro. Durante Brentford v Millwall nel 1965, dal settore ospite dei Lions venne lanciata una bomba a mano scarica sul terreno di gioco. Il Sun commentò "Soccer Marches To War".
Forse il fenomeno Hooligans nasce ufficialmente proprio grazie a questa tifoseria e ad un'invasione di campo nel 1966 contro il QPR (il Millwall perdeva 6-1 e i supporter Lions invasero il terreno di gioco sperando che la partita venisse interrotta). L'anno successivo, il Plymouth interruppe una serie di 59 risultati utili consecutivi in casa del Millwall e scoppiarono disordini dopo la partita. Qualche volta però i supporters del Millwall trovarono anche dure resistenze: ad esempio negli anni ’70 durante una trasferta a Goodison Park di Liverpool, molti hooligans furono malmenati da quelli dell’Everton: 15 membri dei Lions vennero accoltellati e uno di loro fu persino gettato giù dalle gradinate.
L’apice della violenza degli hooligans del Millwall avvenne nel 1985 quando, durante un match di FA Cup contro il Luton Town a Kenilworth Road, vi furono incidenti così gravi che sconvolsero il mondo del calcio. 700 seggiolini vennero staccati e lanciati in campo, un poliziotto fu rianimato nel cerchio di centrocampo e molti scontri avvennero all’interno del campo di gioco.
In seguito gli hooligans, dopo essersi sfogati dentro l’impianto, presero d’assalto la città. Ci furono 31 arresti. Testimoni dissero di aver sentito un sostenitore del Millwall dire le seguenti parole: "Abbiamo perso, spacchiamo tutto ciò che ci capita a tiro".
La firm è tuttora esistente, sebbene non abbia più le stesse dimensioni numeriche degli anni ’80.
La causa è da ricercarsi in parte nell’iniziativa di tesseramento dei tifosi da parte dell’ex presidente del Millwall Theo Paphitis, in seguito agli incidenti avvenuti fuori al New Den Stadium la sera della semifinale playoff persa contro il Birmingham City.
Nonostante questi provvedimenti restrittivi, i Bushwackers continuano ad essere temuti e rispettati in ogni angolo del Regno Unito, generando rispetto ogni qualvolta li si senta nominare.
Per approfondire sugli Hooligans del Millwall: La Storia Del Millwall e Dei Bushwackers (Hooligans)


INTERCITY FIRM (WEST HAM)
Questo gruppo di hooligans nacque agli inizi degli anni ’70 e resto attivò fino ai tardi anni ’80, con qualche sporadica apparizione nel nuovo millennio (sul suolo italico, celebri furono gli scontri in piazza Olivella a Palermo in occasione di un match di Coppa UEFA tra i rosanero e gli Hammers, con l’esposizione di alcune pezze ICF nel settore ospiti del Barbera. Ci furono 5 palermitani feriti, 6 del West Ham colpiti pure dalle forze dell'ordine e 6 poliziotti. 21 furono gli inglesi arrestati per rissa aggravata, violenza, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale).
L’InterCity Firm si rese protagonista di battaglie con altri gruppi hooligans e divenne celebre per la particolare tenacia con cui prendeva parte agli scontri.
La gang prende il nome dai mezzi di trasporto utilizzati dai suoi componenti per assistere alle trasferte, i treni InterCity appunto, preferiti ai convogli speciali riservati ai tifosi: l’utilizzo di questi mezzi rendeva più facile eludere il controllo della polizia.
Quando le forze dell’ordine si accorsero del trucco (un’altra firm, la 6:57 Crew del Portsmouth, utilizzava i treni regionali delle sei del mattino per mischiarsi con i pendolari) l’ICF ed altre bande iniziarono a muoversi con furgoncini. L’’InterCity Firm adottò il cosiddetto stile casual, ossia l’abbandono di ogni capo di abbigliamento che facesse riferimento alla propria squadra per potersi muovere con maggiore libertà durante le trasferte. La firm fu inoltre una delle prime a dare una certa organizzazione al movimento hooligans e uno dei suoi leader Cass Pennant fu il primissimo hooligan arrestato per reati da stadio. Negli scontri che vedevano la ICF vincitrice sugli avversari, i suoi componenti lasciavano sul luogo della rissa alcuni biglietti con la dicitura Congratulations, You Have Just Met The ICF (“Congratulazioni, hai appena incontrato l’ICF”).
Nel corso degli anni l’ICF ha spesso attuato il cosiddetto taking an end, ovvero la conquista della curva avversaria. Numerose stand sono cadute in mano agli hooligans del West Ham, dallo Shed del Chelsea all’Holt Stand dell’Aston Villa, eccezion fatta per la Kop di Liverpool, una delle pochissime curve capaci di resistere all’assalto di Pennant & C. Oltre a Pennant, un altro hooligans noto è Carlton Leach.
L’ICF si è resa inoltre protagonista di alcuni tra gli scontri peggiori durante l’epoca dell’hooliganismo inglese. Già nel 1975 in una sfida contro il Manchester Utd ci furono gravissimi episodi di violenza sugli spalti e in campo con tanto di invasione e di sospensione della partita per 20 minuti.
Negli anni ’80 i suoi membri devastarono intere cittadine di provincia (bruciarono persino una barca, usando le fiamme per cucinare hamburger rubati da un market) e si divertirono in un lancio reciproco di mattoni con i tifosi del Sunderland nel corso di un match lontano da Upton Park.
Uno dei più famosi episodi legati all’ICF avvenne nel 1985, durante una trasferta europea in battello. Su quell’imbarcazione erano presenti anche membri della Red Army, anch’essi impegnati a seguire la propria squadra in un match di Coppa.
Non appena i due gruppi si riconobbero, diedero vita a violentissimi incidenti all’interno del mezzo, caratterizzata dal lancio di stoviglie, l’uso di idranti e tanta, ma proprio tanta violenza.
Il timoniere ormeggiò nel porto più vicino, permettendo alla polizia di arrestare numerosi hooligans e ai soccorsi di prestare le prime cure alle decine di feriti presenti, dei quali alcuni in condizioni molto gravi.


HEADHUNTERS (CHELSEA)
Headhunters, ovvero i temutissimi cacciatori di teste.
Negli anni più caldi di tale movimento questa firm era una delle più violente e non perdeva nessuna occasione per scontrarsi. Aggressivi e molto agguerriti, gli Headhunters sono notoriamente un gruppo di estrema destra che negli anni più caldi, quelli del decennio ’80 e’90, aveva uno stretto rapporto con membri del National Front (il movimento inglese fascista), con il Combat 18 (gruppo neonazista nato contro le immigrazioni nel Regno Unito), l'English Party e con gruppi para militari nord irlandesi.
Alcuni membri sono stati trovati anche con materiale del Ku Klux Klan.
Numerose sono stati gli scontri con i tifosi dell’Everton ma gli Headhunters facevano razzie un po’ ovunque in Inghilterra.
Adesso la situazione è leggermente cambiata: in seguito alle regole adottate dal governo contro il movimento hooligans, gli Headhunters non compiono più le scelleratezze di prima e il numero dei membri si è considerevolmente ridotto.
Nonostante ciò, alcuni scontri continuano ad esserci e questa firm non è del tutta morta, come dimostra la rissa avvenuta ad Amsterdam prima della finale di Europa League con i tifosi del Benfica.
Gli Headhunters hanno anche amicizie e gemellaggi: per quanto riguarda il Regno Unito c’è uno stretto rapporto con i Rangers e con i nordirlandesi del Linfield, con i quali il Chelsea forma il trio chiamato Blues Brothers perché tutte e tre le squadre hanno idee politiche simili e sono accomunate dal medesimo colore sociale. Un elemento che caratterizzava gli Headhunters è il famoso ghigno Chelsea, una pratica che consisteva nell’inserire una carta di credito nella bocca del rivale per provocargli un’incisione leggera da orecchio a orecchio passando sotto il mento, che dava al povero malcapitato una sorta di ghigno orribile. Sono innumerevoli gli scontri di questa tifoseria nel Regno Unito e in Europa, nel 1965 si ricorda in Coppa delle Fiere gli incidenti avvenuti nella partita di Stamford Bridge contro la Roma (tant'è è vero che al ritorno al Flaminio, i tifosi della Roma gettarono pomodori in campo nei confronti dei giocatori inglesi, lo stesso fecero i tifosi del Chelsea verso i giocatori della Roma. Il Chelsea protestò per l'accoglienza ricevuta e la Roma fu punita dalla FIFA).

Giacomo Losi: (riguardo la Coppa delle Fiere 1965/66): "A Stamford Bridge i tifosi ci minacciarono. Giocammo con la paura e ne prendemmo 4. Ci urlavano mafiosi. Allora andare in Inghilterra non era facile con tutto il pubblico addosso. Oggi è molto più semplice perchè il tifo è corretto e non ti insultano. Non è aggressivo e violento come era prima"

Tra i membri più noti si ricorda Jason Marriner, pluricondannato per disordini e violenze.
Kevin Whitton, un altro membro di alto profilo, è stato condannato all'ergastolo l'8 novembre 1985 per aggressione violenta dopo essere stato riconosciuto colpevole di un attacco in un pub a King's Road. Dopo che il Chelsea perse la partita, Whitton ed altri teppisti hanno fatto irruzione nel pub, cantando "Guerra! Guerra! Guerra!". Il proprietario del pub, l'allora 29enne Neil Hansen (cittadino americano), a seguito degli scontri rimase steso sul pavimento, vicino alla morte. La condanna di Whitton è stata ridotta a tre anni in appello il 19 maggio 1986. Il tifoso responsabile dell'aggressione, Terence Matthews (all'epoca 25 anni), è stato arrestato poco dopo la condanna di Whitton e rinviato in custodia cautelare in attesa del processo. È stato riconosciuto colpevole di aver preso parte alle violenze il 13 ottobre 1986 e condannato a 4 anni di carcere. Matthews è tornato all'attenzione del pubblico nel giugno 2002 quando lui e suo figlio William di 21 anni sono stati condannati a 2 anni di carcere per aver aggredito due agenti di polizia a Morden, nel Surrey.
Il 25 marzo 2011, 24 persone sono state condannate per aver preso parte a disordini e violenze, che hanno provocato il ferimento di diverse persone (tra cui un agente di polizia con la mascella rotta) presso l' Isleworth Crown Court. Tutti i condannati hanno ricevuto ban sino ad 8 anni dagli stadi. Diciotto di loro hanno ricevuto pene detentive fino a due anni.
Per il resto, storicamente, si ricordano tanti scontri con i tifosi del Tottenham e del Millwall. Episodi di razzismo anche recenti (come il caso di Parigi in una trasferta in Champions League e violenze nel centro di Parigi con 300 teppisti coinvolti).


SUICIDE SQUAD (BURNLEY)
Negli anni 70 quando Burnley era provata da fenomeni quali la disoccupazione e la riconversione di molte fabbriche, si sviluppò un accanito gruppo hooligans, noto nel paese come Suicide Squad.
Il nome deriva dal comportamento estremamente violento e quasi suicida che i membri di questa firm mostravano durante le trasferte, persino contro tifoserie molto più numerose della loro.
Molti appartenenti al gruppo, specialmente i più vecchi e ormai sopra i 40 anni, sono ben noti alle forze dell’ordine per condanne legate ad episodi di violenza.
Diversi membri della Suicide Squad, caratterizzata da un orientamento politico neonazista, si sono resi responsabili di gravissimi fatti di cronaca nei 70 e 80.
Nel 2002 un gruppo di tifosi del Nottingham Forest venne attaccato nel centro di Burnley dalla Suicide Squad ed un tifoso ospite 17enne venne accoltellato a morte. Il colpevole (Andrew McNeill) venne successivamente condannato a 7 anni di carcere per omicidio colposo.
Rilasciato nel 2006 ma bannato dagli stadi per 10 anni, venne sorpreso nei pressi di Turf Moor in una partita contro il Bolton (e venne nuovamente portato in caserma e poi multato).
Nonostante in anni recenti (nuovo millennio) il problema degli hooligans sia stato ormai sconfitto in tutta l’Inghilterra, Burnley si può considerare una delle loro ultime "roccaforti", data la diffusa disoccupazione giovanile e la difficile situazione economica della zona.
Il 18 ottobre 2009, dopo il derby di Premier League con il Blackburn, ci furono violentissimi scontri che videro protagonisti i membri della Suicide Squad.
15 mesi dopo, 12 appartenenti al gruppo furono arrestati e ricevettero un totale di 32 anni di prigione e interdizione dagli stadi. Andrew Porter, uno dei principali leader della firm, fu riconosciuto come l’organizzatore degli scontri: gli furono comminati 5 anni di carcere e il divieto di andare allo stadio per 10 anni. Dal carcere scrisse anche un libro dove si vantava di aver fatto risse più o meno ovunque nel Regno Unito e di aver picchiato degli skinhead tedeschi (a suo dire lontani dallo spirito autentico del nazismo che fu). Porter, ancor prima di essere arrestato per quei disordini, era già bandito dal 2002 dalle partite della nazionale inglese e scaduto il ban nel 2007 venne prorogato vista l'alta pericolosità del soggetto. Poi venne arrestato dopo gli scontri contro il Blackburn.
Un altro tifoso di alta pericolosità della Suicide Squad noto per gravi disordini e bannato dal poter seguire la nazionale inglese è Philip Holmes. Invece Norman "Knuckles" Jones, ex leader della Suicide Squad ed esperto di arti marziali, fu condannato a 20 anni di carcere nel 1986 per omicidio di un uomo al di fuori di una discoteca di New York (si trovava negli USA per una vacanza).



RED ARMY (MANCHESTER UTD)
I primi atti di violenza della Red Army vengono ricordati all’inizio degli anni ’70, ma è nel 1974, dopo un’invasione di campo nel derby con il Manchester City, che nonostante la portata non gravissima degli eventi, vengono elevate le barriere di separazione intorno alla Stretford End, operazione che oltre a unire e a donare ai ‘mancunian’ il senso di orgoglio per l’isolamento dai tifosi normali, fa crescere il loro prestigio tra tutte le end del Paese.
L'anno della retrocessione in secondo serie vide soprattutto l'escalation di violenza dei tifosi del Manchester Utd.
Durante ogni trasferta, infatti, gli hooligans del Manchester United erano soliti terrorizzare e mettere aferro e fuoco intere cittadine di provincia. La Red Army utilizzava anche i vicoli lunghi e stretti vicino a Old Trafford per compiere agguati ai tifosi avversari: gli scontri duravano anche 10/15 minuti e la polizia non poteva fare molto, limitandosi a cariche a cavallo con l’uso dei manganelli per disperdere gli Hooligans. E’ proprio la Red Army di Manchester che comincerà a cantare negli stadi e fuori il famoso coro "We hate humans", noi odiamo gli umani, che verrà ripreso immediatamente da tutte le tifoserie della nazione. Negli anni 80 questi gruppi di tifosi erano dediti anche a rapine in banche e in gioiellerie nonchè a spaccio di droga a livello internazionale (erano conosciuti come "Men In Black").
Nel 1971 scoppiano gravi incidenti durante Manchester Utd v Arsenal, con Old Trafford chiuso per 2 giornate. Si ricordano anche i gravissimi incidenti contro il St.Etienne nella Coppa Coppe del 1977 che porteranno a diversi arresti: tifosi inglesi che invasero il settore dei sostenitori di casa.
Fuggi fuggi generale, francesi che scavalcano le recinzioni, polizia in assetto antisommossa con tifosi inglesi ricacciati nel loro settore o in campo. Il club francese chiede il ban dalle coppe europee, la UEFA accetta la proposta ma dopo la protesta ufficiale il Manchester Utd viene riammesso a patto di pagare una multa e di giocare il ritorno ad oltre 200 km da Old Trafford.
Verrà scelta prima Londra ma per motivi di ordine pubblico la proposta viene bocciata, infine la sede scelta sarà Plymouth dove non si verificheranno incidenti.
Nel 1993, a seguito dell'incredibile eliminazione in Champions League contro i turchi del Galatasaray, la partita venne preceduta da incidenti provocati dalla Red Army.
La polizia turca arrestò 133 tifosi inglesi colpevoli di atti di vandalismo nell' albergo che li alloggiava.
Ci furono episodi di grave violenza, in cui gli Hooligans inglesi ruppero tutto ciò che capitava a tiro.
Nel 1999 a Milano, ci furono diversi arresti e in particolare 3 Hooligans inglesi furono accusati di aver aggredito un tassista di 47 anni, picchiato selvaggiamente e poi ricoverato in ospedale. Tutto cominciò attorno alla mezzanotte, dopo le prime segnalazioni alla questura e le avvisaglie del tardo pomeriggio (risse, provocazioni, aggressioni verbali e fisiche a passanti, danneggiamenti nei locali del centro). Gli inglesi crearono problemi in una birreria di piazza XXIV Maggio e in un pub di via Salmini; altri, in largo XXV Aprile irruppero in un locale senza avere il biglietto. Un altro cercò di rubare un ciclomotore. Altri 30 scalmanati, con bottiglie rotte, circondarono un poliziotto che sparò alcuni colpi in aria per difendersi. Si andò avanti così fino alle 5 del mattino: con risse negli alberghi, botte a un autista della nettezza urbana, pugni a un altro tassista e così via.
Nella stagione 2004/05, 160 tifosi sono finiti in carcere e più di 100 sono stati interdetti dagli stadi.
Sempre nel 2005 la Red Army si scontrò fuori da Goodison Park dopo la partita, vinta dall’Everton per 1-0. La guerriglia di quel giorno è conosciuta come ‘La battaglia nella valle dell' Everton’ e costituisce il peggior episodio di violenza legata al calcio che si sia mai visto nel Merseyside.
Circa 100 tifosi dello United vennero accoltellati e all’interno degli ambienti hooligans si è certi che lo scontro si risolse con la ‘vittoria’ dei Cutters.
Alcune fonti sostennero inoltre che tifosi del Liverpool si unirono ai Toffees per combattere il nemico comune rappresentato dalla Red Army dello United.
Nel 2007 ci furono scontri a Roma dove vennero accoltellati 5 tifosi inglesi (ed 1 italiano).


LEEDS (LEEDS SERVICE CREW)
Della Leeds Service Crew si ricordano negli anni 70 e 80 tantissimi violentissimi scontri. Nel 1971 invadono il terreno di gioco cercando di aggredire l'arbitro Ray Tinkler. A Parigi nel 1975 nella finale di Coppa Campioni con il Bayern si ricordano innumerevoli arresti e feriti e con il club inglese squalificato dalle coppe europee.
Altre date da ricordate sono: West Bromwich nel 1982, Chelsea 1984, Birmingham 1985, Bradford 1986, Bournemouth 1990. I tifosi del Leeds si fecero conoscere per la loro predisposizione agli incidenti fin dagli anni 60. Durante l’era di Don Revie i bootboys delle periferie di Leeds erano sempre pronti a sfidare chiunque. Tuttavia i gruppi che agivano a Elland Road sono sempre rimasti divisi fra loro. L’apice di questa attività hooligan si ebbe con la Service Crew, che negli anni 80 prese il proprio nome dai treni di linea che utilizzava per spostarsi, preferendo evitare i sorvegliatissimi football specials. La tifoseria, un po' come quella del Chelsea, è stata spesso inglobata in episodi di razzismo e di spaccio di droga. Per quanto tifoseria ancora rispettabile, i tempi d'oro del Leeds finiscono nei primi anni 90. Nel 2000 si ricordano gli scontri a Roma dove 2 tifosi del Leeds vennero accoltellati (un romano venne ferito e 3 del Leeds vennero arrestati per aver danneggiato diverse auto appena usciti da un pub, 6 per rissa e 2 per possesso di sostanze stupefacenti) ed altri 2 persero la vita ad Istanbul con i tifosi del Galatasaray che tesero un'imboscata armati di coltelli. Tifosi del Leeds nella successiva finale a Copenaghen tra turchi ed Arsenal provarono a vendicarsi e si registrano 8 feriti tra turchi, danesi e olandesi. Prima della finale venne stretta un'alleanza con alcuni teppisti di Chelsea, Linfield, Cardiff, Swansea, Rangers, Lazio ed Hellas Verona per attaccare i turchi. Fu talmente tanta la tensione tra le 2 nazioni, che l'anno successivo il Leeds ospitava il Besiktas e solo 70 tifosi turchi si presentarono ad Elland Road.



SUBWAY ARMY (WOLVERHAMPTON)
La Subway Army diede il meglio di sé negli anni ’70 e ’80, divenendo famosa per gli assalti compiuti in metropolitana ai tifosi ospiti che si recavano al Molineux per assistere alla partita.
E furono proprio queste sortite underground che diedero il poco rassicurante nome alla firm dei Wolves, che fece scorribande in tutta l’Inghilterra per una dozzina d’anni.
Per quanto riguarda gli scontri più celebri, vanno sicuramente menzionati quelli del 1982: la Subway Army, durante una trasferta a Leeds, ebbe la meglio al termine di una scazzottata contro la Leeds Service Crew e molti Wolves erano già sulla via del ritorno a casa.
Passando accanto al pub The George vennero però affrontati da un gruppo molto numerose di hooligans del Leeds.
Nonostante la netta inferiorità numerica, i membri della Subway Army non si tirarono indietro e i sostenitori del Leeds si chiusero all’improvviso all’interno del pub dopo aver accoltellato un tifoso 18enne dei Wolves che morì poco dopo. La banda si sciolse poco dopo.
Negli anni successivi ci furono altri scontri degli hooligans del Wolverhampton che, erroneamente, furono attribuiti all’ormai scomparsa banda. Il 18 Agosto 1987, dopo la partita di Fourth Division contro lo Scarborough, si verificarono violenti scontri causati dai supporters dei Wolves.
La FA decise di bloccare la violenza dei tifosi in due modi: prima arrestando 18 tifosi e successivamente organizzando un’operazione sotto copertura nella quale alcuni poliziotti si infiltrarono tra gli hooligans del Wolverhampton. La suddetta operazione, nota come Operation GROWTH- Get Ride Of Wolverhampton’s Troublesome Hooligans , terminò con l’arresto di circa 100 persone. Negli anni ’90 i facinorosi dei Wolves ripresero la loro attività, scatenando disordini un po’ ovunque. Numerosi in quegli anni furono gli scontri con i Bushwackers del Millwall, sia nei pressi del Mulineaux che nelle vicinanze del The Den. Gli hooligans dei Wolves non si facevano problemi a combattere con le armi, come del resto accadeva per moltissime le firm inglesi.
Pur avendo perso l’appeal di una volta, gli hooligans del Wolverhampton continuano a essere temuti e rispettati, incutendo una dose di timore in qualsiasi tifoseria se li ritrovi davanti.


6.57 CREW (PORTSMOUTH)
Gli hooligans del Portsmouth vengono chiamati 6.57 Crew dal nome del treno che presero un sabato dei tardi anni ’70, diretto alla stazione di Londra Waterloo, con partenza proprio alle 6.57 della mattina. Questa firm giunse alla ribalta negli anni ’80, provocando il caos in tutto il Paese.
Una prima firm era già attiva negli anni 60: si ricordano risse con il Manchester City e il Millwall (dove un tifoso del Portsmouth fu quasi affogato in una vasca di pesci. Negli anni 70 anche a Blackpool succedono scontri, tant'è vero che il Portsmouth finisce sui giornali. Nel 1976 vengono attaccati i tifosi del Southampton a Fratton Park, gravi scontri anche a Plymouth, a Reading viene invaso il terreno di gioco. Nel 1980 i tifosi del Millwall si scontrano a Fratton Park con quelli del Portsmouth: successiva invasione di campo dei Lions e la partita viene sospesa. Fuori dallo stadio altri scontri con quelli del Millwall che spaccano vetrine e macchine.
Nel 1984 contro il Southampton in FA Cup: pietre e mattoni volano da tutte le parti.
Nel 1987 si ricordano anche duri scontri in un pub di Derby con la 6.57 Crew che viene accusata di razzismo (all'interno del pub c'era solo gente di colore).
Nel 2001 gli stessi danneggiarono lo stadio del Coventry City, sradicando i seggiolini e lanciandoli contro i tifosi di casa, generando ingenti danni all’impianto.
Il match di Carling Cup del 2 dicembre 2003, disputato a distanza di 15 anni dall’ultima volta e vinto dal Southampton per 2-0, fu anche macchiato da drammatici episodi di violenza.
Un tifoso dei Saints descrisse l’atmosfera di quella notte come “odio puro” tra le due tifoserie.
Nonostante gli appelli delle due società per attenuare la tensione, anche la partita di campionato del 21 dicembre dello stesso anno ebbe un contorno fatto di scherni e pesanti insulti tra le due opposte fazioni. Il trionfo del Southampton per 3-0 contribuì a far diminuire il nervosismo all’interno dello stadio, nato soprattutto per la frustrazione dei tifosi del Portsmouth ripiombati in zona retrocessione.
Poche partite di Premier League hanno richiesto negli ultimi anni un simile spiegamento di forze dell’ordine, con l’aggiunta di strade chiuse, poliziotti a cavallo e sostenitori ospiti scortati da militari in tenuta da sommossa.
La FA decise per questo genere di incontri ritenuti ad alto rischio (e il South Coast Derby è proprio uno di questi) di anticipare le gare a mezzogiorno allo scopo di evitare pericolose “ubriacature”, con l’invito esteso a tutti gli esercizi commerciali nei pressi del luogo dell’evento di abbassare le saracinesche nelle ore immediatamente precedenti a antecedenti la sfida.
Nel 2004 furono arrestati 94 tifosi, tra i quali un bambino di 10 anni (hooligan più giovane mai arrestato nel Regno Unito) e una ragazza 14enne (prima donna diffidata dagli stadi inglesi), al termine dei violenti scontri che segnarono il post-partita di un match contro il Southampton, con i facinorosi dei Pompeys che aggredirono anche i poliziotti e saccheggiarono diversi negozi.
Infine, in occasione dei mondiali del 2006 in Germania, fu vietato a oltre un centinaio di tifosi di recarsi in terra tedesca a causa delle loro condanne in patria per violenza calcistica.


HERD (ARSENAL)
Herd, furono attivi principalmente nel ventennio tra il 1970 e il 1990.
La firm continua a esistere tuttora.
Il loro grido di battaglia era l’inconfondibile E-I-E e negli anni ’80 i loro rivali più agguerriti, oltre alla Yids Army del Tottenham, erano gli ICF del West Ham, gli Headhunters del Chelsea e i Bushwackers del Millwall. Molti scontri anche con i tifosi del Manchester Utd.
Dainton Connell, uno dei leader della firm, stimato a apprezzato anche dai tifosi normali dei Gunners, morì in un incidente d’auto nel 2007 e in 3mila parteciparono ai suoi funerali.
Gli scontri più famosi che videro protagonista questi hooligans avvennero ad Highbury contro il Millwall nel 1988 e con i tifosi del Galatasaray a Copenhagen nel 2000 durante una sfida di Coppa.
Nel 2008 a Milano, nella partita contro il Milan, ci furono diversi tifosi dell'Arsenal arrestati per danneggiamenti vari in piazza Duomo e in un albergo.


ASTON VILLA HARDCORE (ASTON VILLA)
Gli hooligans dell’Aston Villa furono uno dei gruppi  tra i più violenti d’Oltremanica durante gli anni ’70 e ’80, spesso al centro di violenti scontri. Furono ben pochi, infatti, gli hooligans in grado di “conquistare” il loro settore durante il periodo di massimo sviluppo del tifo violento.
La firm più pericolosa legata all’Aston Villa è rappresentata ora dagli Aston Villa Hardcore, che nel 2004 si resero protagonisti di uno scontro violento con i tifosi del QPR al termine del quale uno steward perse la vita. Tra gli hooligans più noti si ricorda Danny Brown.


ZULU WARRIORS (BIRMINGHAM CITY)
Gli hooligans del Birmingham, noti come gli Zulu Warriors, comprendono svariati gruppi etnici e tale mescolanza li rendi unici nel panorama del tifo inglese.
Essi si chiamano come i combattenti africani che affrontarono i soldati britannici durante la guerra boera e cantano persino il grido di battaglia dei veri guerrieri Zulu, da cui prende nome la loro firm.
Nel gruppo vige un grande senso di cameratismo e gli aderenti alla banda provengono da diversi quartieri della città. L’immagine più diffusa degli hooligans è quella di persone bianche e razziste, ma la mescolanza degli Zulu sfata questo mito. Il gruppo conobbe l’apice della violenza verso la fine degli anni ’70, specie in occasione del derby cittadino con l’Aston Villa.
Per giustificare le aggressioni ai tifosi ospiti, gli Zulu Warriors sostenevano di voler difendere ad ogni costo la propria città dalle invasioni di gruppi rivali. Il più grave episodio del nuovo millennio risale precisamente al 2006, quando un gruppo di 200 Zulu buttò giù la recinzione che li separava dai fans dello Stoke City al termine di un match di FA Cup disputato al Britannia Stadium, attaccando i tifosi di casa e la polizia in quello che venne definito un “atto di estrema violenza” dai quotidiani locali del giorno dopo. Nei match della stagione 2009-10, rispettivamente disputati nei mesi di Ottobre e Dicembre, vi furono diversi episodi di violenza tra tifoserie Villans e del Birmingham, con numerosi arresti e parecchi feriti. Nella prima partita avvennero molteplici scontri al di fuori del Villa Park che portarono a un ingente numero di fermi da entrambe le parti.
Nel secondo incontro  terminato con il successo interno del Birmingham per 2 -1, molti sostenitori dei Blues invasero il campo per fronteggiare i tifosi dei Villans.
Si videro seggiolini volare in campo da una parte all’altra e si verificarono incidenti prima e dopo la partita, con un pub del Birmingham attaccato dai supporters rivali.
Gli eventi accaduti quel giorno furono così violenti che un fan presente li descrisse come una autentica “zona di guerra". Ritornata la normalità qualche giorno dopo il pomeriggio di follia, il Birmingham City venne multato di ben 40.000 sterline dalla FA "per aver omesso il giusto controllo dei propri tifosi". Tra gli hooligans più noti si può citare Barrington Patterson "One Eyed Baz".


TOON ARMY (NEWCASTLE)
Indubbiamente tra le firm più passionali d'Inghilterra. "Toon" deriva da "Town". Nel 1974 succedono gravi disordini nel match di FA Cup contro il Nottingham Forest: il Newcastle vince 4-3 grazie ad un arbitraggio "favorevole" e la partita viene messa sotto inchiesta e ripetuta.
Qui per approfondire: I Gravi Incidenti Di Newcastle v Nottingham Forest (FA Cup 1973/74)
Tra anni 70 e 80 si ricordano anche duri scontro contro i tifosi del West Ham. In diverse partite fans del Newcastle vennero accoltellati ed alcuni membri in panchina colpiti da oggetti. La vendetta arriva a St James Park in un ottobre del 1980, dove a seguito di gravi episodi di violenza, gli hooligans del Newcastle lanciano una "Petrol Bomb" nel settore dell'ICF.
Durante il Tyne-Wear Derby(Newcastle-Sunderland), entrambe le tifoserie vivono il match come una vera guerra. Sono molteplici gli scontri violenti tra le due fazioni avvenuti negli anni, sia dentro che fuori dal campo. Accadde, per esempio, che durante il ritorno dei playoff di Second Division del 1990, il Sunderland conduceva per 2-0 a St.James’ Park, quando i tifosi del Newcastle invasero il campo, costringendo l’arbitro a sospendere il match.
Nel 1996/97 ai sostenitori dei Magpies fu impedito di recarsi in trasferta a Roker Park (il vecchio stadio del Sunderland) in seguito ai numerosi incidenti che si erano verificati tempo prima e una contromisura identica fu riservata anche ai sostenitori dei Black Cats che non poterono andare a loro volta al St.James’ Park. Nonostante questi divieti di trasferta, gli incidenti tra i supporters delle due squadre non sono tuttavia mai cessati, come dimostrano i disordini avvenuti negli ultimi anni.
Nel 2002 gruppi di hooligans pianificarono uno scontro vicino al fiume Tyne, che portò all’arresto (e alla successiva condanna a 4 anni di reclusione) dei rispettivi leader delle firm e al fermo di altre 28 persone. Il 2 aprile 2003 furono arrestati 95 persone al termine degli scontri che videro coinvolti circa 200 tifosi di Newcastle e Sunderland.
Il tutto si verificò prima del match dell’Inghilterra contro la Turchia valido per la qualificazione agli Europei 2004. Gli incidenti furono un classico regolamento di conti tra le due bande rivali.
Sempre nel 2004 si ricordi anche la sfida in Israele giocata dal Newcastle(e vinta 1-5) contro il Bnei Sachnin: dove i tifosi riuscirono a provocare disordini all' esterno e anche all' interno dello stadio, nonostante fossero separati da cancelli.Il 15 gennaio del 2011 allo Stadium Of Light di Sunderland un tifoso della squadra di casa invase il terreno di gioco per aggredire il portiere del Newcastle Steve Harper, mentre ben 24 furono gli arresti nell’infuocato dopo-gara.
In  occasione del derby interno perso il 15 aprile 2013 contro gli arcirivali di sempre, gli hooligans del Newcastle attaccarono la tifoseria del Sunderland all’esterno dello stadio e iniziarono un fitto lancio di bottiglie anche contro la polizia. Il bilancio finale fu di 29 arresti e 3 poliziotti contusi.


YIDS (TOTTENHAM)
Essendo il quartiere di Tottenham(Londra) quello con il maggior numero di semiti nella città, gli hooligans al seguito degli Spurs hanno scelto di usare il nome Yids Army come una sorta di forte orgoglio per le proprie origini.
La zona (circa 15 km dal centro di Londra) è uno dei principali mercati di droga ed armi della capitale londinese, nonchè tra le zone più degradate di Londra.
Durante il North London Derby negli anni ’70-’80, gli scontri erano una consuetudine, mentre in trasferta parecchi furono gli incidenti causati dal tentativo di conquista della curva rivale.
Fermo restando che la rivalità maggiore sia quella con l’Arsenal, anche con il Chelsea e con il West Ham non scorre certo buon sangue soprattutto per via della matrice xenofoba e razzista che accompagnò Blues e Hammers negli anni ’80.


BLADES BUSINESS CREW (SHEFFIELD UNITED)
Gli hooligans dello Sheffield United sono chiamati Blades Business Crew.
Questa firm fu particolarmente attiva dalla sua formazione avvenuta negli anni ’80 fino agli anni ’90, quando le leggi anti-hooligans limitarono notevolmente il movimento.
Questa firm è stata comunque protagonista nel recente passato di violenti scontri, molti dei quali non sono però avvenuti contro gli odiati rivali cittadini.
Nel match di Division One (ora chiamata Championship) giocato a Bramall Lane contro il WBA nel 2002, l’arbitro sospese l’incontro poiché erano rimasti solo 6 giocatori dello Sheffield United in campo, numero insufficiente per assicurare il regolare svolgimento dell’incontro.
Molti tifosi dei Blades invasero il terreno e fronteggiarono quelli del West Bromwich, dentro e fuori dal campo.
In un’altra sfida del 2003 contro il Cardiff City si verificarono invece tafferugli e lanci di oggetti che portarono al ferimento di 4 tifosi gallesi.
Nel maggio del 2011, al termine del match casalingo contro il Barnsley che condannò le Blades alla retrocessione in League One, i suoi hooligans lanciarono verso i tifosi rivali petardi e fumogeni, generando parecchi disordini nella stazione della propria città.


ALTRE TIFOSERIE NOTE
Sicuramente si possono citare anche la tifoseria del Leicester (Baby Squad) ed uno dei suoi leader ovvero Riaz Khan. Quella del Nottingham Forest (Executive Crew) di Gary "Boatsy" Clarke. Menzione anche per l'Hartlepool di Ian Bailey.


L'INIZIO: L'INVASIONE DI CAMPO A LOFTUS ROAD (1966)
Secondo la BBC ufficialmente il fenomeno iniziò nel 1966, si giocava a Loftus Road(QPR).
Il Millwall perdeva 6-1 e a pochi minuti dalla fine, per non subire la sconfitta, i tifosi pensarono d'invadere il terreno di gioco per far sospendere la partita.
L'invasione di campo avvenne ma comunque i teppisti del Millwall non riuscirono nel loro intento.
Nel medesimo anno notevoli casini con sempre i tifosi del Millwall protagonisti si ebbero ad Oxford.
In realtà i primi disordini si verificarono già negli anni 20(con lancio di oggetti in campo o aggressioni ad arbitri).


HOOLIGANS IN SCOZIA
Nel 1985 prima di un match tra Hibernian ed Aberdeen, The Capital City Service e gli Aberdeen Soccer Casuals si scontrarono nei pressi di Easter Roas, con il risultato che un tifoso Hibs rimase gravemente ferito e trasportato in ospedale ormai in coma.
Mezz'ora dopo, si diceva che fosse morto.
Durante la ripresa i tifosi e i giocatori dell'Aberdeen vennero colpiti con bottiglie, pietre, monete, bulloni di ferro e palle da golf.
Il portiere Jim Leighton venne colpito al collo con un bullone di ferro, il compagno di squadra Alex McLeish da una moneta e poi da un pezzo di cemento.
Ciò indusse l'arbitro ad interrompere la partita sino a che l'ordine non fosse ristabilito.
L’Old Firm (derby tra Rangers e Celtic) invece si dice che abbia provocato ben 8 decessi e centinaia di feriti nel periodo compreso tra il 1996 e il 2003.
I primi incidenti risalgono addirittura al 1909 e, sebbene da ormai trent’anni sia stata vietata la vendita di alcolici prima di questa partita, la tensione è rimasta comunque altissima.
I club hanno spesso cercato di stemperare questo clima di ostilità, ma le fazioni più esagitate delle due tifoserie riescono sempre a trovare il modo e il luogo per scontarsi, seppur in maniera meno intensa rispetto al passato.
In oltre un secolo di Old Firm, tuttavia, gli episodi di violenza tengono un ritmo da guerra civile: solo nel 2009, secondo un’indagine della polizia locale, sono stati oltre 700 gli arresti dovuti a questa rivalità.
Cifre pazzesche, che non vogliono saperne di diminuire.
E che sottolineano l’immortalità di un conflitto destinato a durare per sempre.
La frangia più violenta dei supporters della parte protestante di Glasgow(Rangers) è rappresentata dall’Inter City Firm (ICF), appellativo che a questo punto del nostro viaggio potremmo definire un nome una garanzia. I vari scontri che videro protagonista la ICF portarono addirittura il club negli anni ’60 e ‘70 all’esclusione dalle coppe europee proprio negli anni in cui nasceva il fenomeno Casual, adottato da molte tifoserie tra le quali la ICF stessa.
Ben noti sono gli scontri di Manchester risalenti al 2008, quanto la città fu messa a soqquadro dai Blue Noses oppure quelli che videro la ICF protagonista di violenti risse a Pamplona in Spagna.
Un recente tafferuglio avvenne nel Gennaio del 2012, con disordini contro gli Aberdeen Soccer Casuals nei pressi della stazione metropolitana di Ibrox.
In quel frangente la polizia utilizzò spray e bastoni per ristabilire l’ordine.
Altri importanti incidenti si verificarono nel Marzo dello stesso anno, quando i tifosi dell’Hibernian, di ritorno da una partita di coppa con l’Ayr United, incontrarono la temibile ICF: ne scaturì una violenta rissa nell’atrio della stazione.
Rispetto al passato la frangia violenta del tifo dei Gers si è tranquillizzata anche a causa del fallimento che portò il club ad affrontare squadre prive di un gruppi hooligans.
Certamente celebri restano comunque gli scontri degli anni passati con i Celts che paralizzarono la città di Glasgow.
Ogni tifoseria, escluse Chelsea e Linfield con cui sono gemellati, che incontri la ICF è ben consapevole che conseguenze quasi certamente saranno negative.
Invece tra le più recenti firm del Celtic troviamo la Green Brigade, gruppo formatosi nell’estate del 2006 che occupa il settore 111 al Celtic Park. I membri del gruppo si descrivono come un “un vasto fronte anti-fascista, anti-razzista e contro la discriminazione settaria”.
Nel dicembre del 2013 durante una trasferta a Motherwell in occasione di una partita di campionato vinta 0-5, vennero distrutti numerosi seggiolini del settore ospite per un totale di £10mila di danni. Furono bannati dai match interni ed esterni del club 128 tifosi, individuati come responsabili, e la società cercò di debellare il proprio gruppo.
La Green Brigade si difese affermando che quei sostenitori non facevano parte del gruppo, ma si erano solo aggregati alla trasferta e poi posizionati dietro il loro striscione.
Il club ordinò inoltre che 250 abbonati nel settore 111 venissero dislocati in altre parti dello stadio.
Soltanto pochi mesi prima, il Celtic aveva ammonito la Green Brigade a seguito di denunce pervenute ad agosto circa violazioni di sicurezza nel settore da loro occupato e sempre nel dicembre del 2013 la UEFA aveva multato il club di € 50.000 a causa di uno striscione esposto dalla Green Brigade nella sfida di Champions League contro il Milan che mostrava un messaggio politico (vietato dalle normative UEFA) in favore dell’eroe dell’indipendenza scozzese William Wallace e di quello irlandese Bobby Sands, figura controversa legata agli ambienti dell’IRA.
Non è di per sé un gruppo bellicoso, ma non esita a difendere il proprio nome ed il proprio territorio quando la situazione lo richiede, come testimoniamo gli incidenti in occasione delle sfide di Champions League 2013-14 con l’Ajax, sia in Scozia che in Olanda.


HOOLIGANS ANCHE IN GALLES(ANNI 70, 80 E 90)
Il fenomeno ovviamente si diffuse anche in Scozia e Galles.
Nel 1969, i fan del Cardiff vandalizzarono un treno sul quale viaggiavano i tifosi dello Swansea e al ritorno al Ninian Park, attaccarono due carrozze che trasportavano i fan dello Swansea, distruggendo finestre e ammaccature ai lati. In un altro derby i tifosi dello Swansea lanciarono mattoni su auto e case. Ad esempio nel replay di FA Cup del 1980 tra Swansea e Crystal Palace(giocato a Ninian Park), c'era una notevole tensione e scontri sugli spalti tra i tifosi di Swansea e quelli del Cardiff  arrivati solo per provocare disordini. Ma il punto più basso si raggiunse quando un tifoso dello Swansea fu pugnalato a morte dai Dirty 30 del Crystal Palace.
Nel 1982 in finale di Coppa del Galles un poliziotto venne colpito da un dardo.
Altri guai nel 1993 dove i tifosi dello Swansea staccarono i seggiolini e li lanciarono ai tifosi rivali facendo anche un invasione di campo. La partita iniziò con 40 minuti di ritardo ed 8 fan furono ricoverati in ospedali e 9 arrestati. Nel 2006 durante un match di FA Cup tra Newport County e Swansea, il quarto uomo Alan Sheffield venne colpito in testa da una moneta dopo che lo stesso e l'arbitro Tony Bates stavano discutendo con il manager del Newport Peter Beadle (che era stato espulso). Sheffield verrà trasportato in ospedale.


PRIMO MORTO IN UNO STADIO: BLACKPOOL VS BOLTON(1974)
Il primo morto accertato in conseguenza del fenomeno Hooligan è datato 1974, quando un tifoso del Blackpool facente parte dei "Muckers" venne accoltellato mortalmente dai tifosi del Bolton.
Per accertato s'intende all'interno dello stadio, in realtà già in passato si erano registrate morti ma appunto lontano dal terreno di gioco.
Come detto il 24 agosto 1974 Kevin Olsson, 17enne tifoso del Blackpool, venne ucciso nella parte posteriore della Spion Kop a Bloomfield Road.
Altri morti fuori dagli stadi si registrano nel 1976 e nel 1977 e paradossalmente tifare e cantare all’inglese diventa una moda nelle tifoserie di tutta europa.
Le misure restrittive adottate non frenano la violenza, al massimo la spostano in luoghi adiacenti allo stadio, dove le bande si danno appuntamento, o sui treni che portano i tifosi o presunti tali in trasferta.


INCIDENTI IN EUROPA: FEYENOORD VS TOTTENHAM(1974) ED ANDERLECHT VS TOTTENHAM (1984)
Ogni volta che si muove un club inglese all’estero si instaura un clima di tensione e di guerriglia urbana, spesso alimentato dagli organi di informazione, in primis quelli britannici.
Nel 1974 si verificano anche i primi incidenti di tifosi inglesi all’estero.
Durante un match di coppa UEFA tra Feyenoord e Tottenham i tifosi inglesi misero a ferro e fuoco la città olandese seminando il panico tra tifosi avversari, popolazione e forze dell’ordine locali.
Ci furono 200 feriti ed oltre 70 tifosi inglesi arrestati.
Sempre in Coppa UEFA ma 10 anni dopo (a Lisbona), prima e durante la finale contro l'Anderlecht: scoppiarono gravi incidenti provocati dai tifosi del Tottenham (300 arresti!).


INCIDENTI ANCHE IN COPPA CAMPIONI: BAYERN MONACO VS LEEDS(1975)
A Parigi, nel 1975, la violenza fa la sua comparsa per la prima volta in una finale di Coppa dei Campioni.
Molti tifosi del Leeds arrivano alla partita già ubriachi e dopo aver seminato il panico nelle zone circostanti il Parco dei Principi, quando l'arbitro francese annulla un gol regolare a Lorimer scoppiano violenti scontri che vedono coinvolti i supporter inglesi e la polizia francese.
Nel corso dell'incontro, con il risultato ancora fermo sullo 0-0, l'arbitro non concede un evidente rigore per il Leeds dopo un netto fallo di Beckenbauer su Clark e scatena ancora di più le ire degli hooligans.
Alla fine il Bayern, aiutato dalla fortuna e dagli errori arbitrali(2 gol annullati ed 1 rigore non concesso), trionfa imponendosi più con la forza di volontà e con l'esperienza che con la classe.
Negli ultimi venti minuti Roth e Gerd Müller sigillano la vittoria, mentre i tifosi del Leeds proseguono i loro tafferugli all'interno e all'esterno dello stadio saccheggiando e distruggendo negozi.
A causa degli incidenti, il club inglese verrà punito dall'Uefa con una squalifica dalle competizioni internazionali di 4 anni (poi ridotta a 2 anni).


ANNI 70 E 80
Cass Pennant(uno dei capi del West Ham): "Dopo un Chelsea-West Ham primi anni ’70 mentre tornavamo indietro ci ritroviamo alla stazione di Whitechapel e sulla piattaforma vediamo qualche tifoso del Millwall, arriva un treno, le porte si aprono ed ecco che ne saltano fuori altri che iniziano a tirare schiaffi a qualcuno dei nostri ragazzi, gli volo addosso pensando di avere altri dei miei dietro, ma mi sbagliavo, brutto momento decisamente.
Lo scontro di più ampia scala a cui abbia preso parte furono gli scontri sempre contro il Millwall al Den nel 1972, il peggiore in tutti gli anni che vado allo stadio"

Nel 1971 la Roma per il torneo anglo-italiano va a Stoke ed alcuni giocatori della Roma vengono aggrediti dai tifosi di casa.
Nel 1972 gravissimi scontri in un derby londinese tra West Ham e Millwall, 4 anni più tardi Ian Pratt tifoso dei Lions morì a New Cross cadendo da un treno durante una rissa con gli Hooligans degli Hammers.
Nel 1974 il Nottingham conduceva 1-3 a Newcastle grazie ad un dubbio rigore e ad un espulsione, a 20 minuti dalla fine succede il finimondo.
500 tifosi invadono il campo, 2 giocatori del Nottingham vengono feriti (in tutto si conteranno 39 arresti e 103 feriti).
Ristabilito l'ordine pubblico, il Newcastle malgrado l'uomo in meno, segna 3 reti negli ultimi 20 minuti e vince 4-3.
Il match è messo sotto-inchiesta e i bianconeri rischiano la squalifica: finisce con match invalidato e replay a Goodison Park.
Per approfondire: Incidenti Newcastle v Nottingham (FA Cup 1973/74)
Finirà 0-0 e nel replay seguente 1-0 con vittoria del Newcastle.
Qualche anno dopo ci furono scontri in Coppa Uefa tra Manchester City e Widzew Lodz, gravi incidenti anche tra tifosi del Newcastle Utd e Bohemians Dublino degenerati ad un livello tale che il portiere del Newcastle Mick Mahoney venne colpito da un mattone.
Nel 1977 in Coppa delle Coppe succedono altri gravi incidenti tra St.Etienne e Manchester Utd.
Tant'è vero che il Manchester Utd si vede squalificato il campo al ritorno ed è costretto a giocare a Plymouth.

Il giornale Times: "La notte prima della partita, un piccolo gruppo di sostenitori del Manchester Utd, alcuni con coltelli, ruppero vetrine, saccheggiarono la hall di un albergo e negozi in città. Cinque di questi furono denunciati ed arrestati"

Circa un'ora prima del calcio d'inizio, in uno stadio senza recinzioni, successero gravi incidenti.
Gli Hooligans della Red Army vengono bersagliati a distanza con bottiglie e croissant, a questo punto scatta la reazione. Circa un centinaio di tifosi inglesi armati di bottiglie, bastoni e coltelli invasero il settore dei padroni di casa che in preda al panico si precipitarono verso la rete metallica ammassandosi uno contro l'altro. Altri si riversarono in campo. Il resto della folla gridava"'Les flics, les flics [Poliziotti, Poliziotti!]". Ci vollero tre cariche da parte della polizia antisommossa con manganelli per espellere il centinaio di tifosi inglesi dal settore dei padroni di casa.

David Lacey del Guardian: "una barriera crollò e più di 100 fans del St-Etienne scavalcarono la recinzione che circonda il campo per cercare di fuggire...sostenitori United seminarono il panico per diversi minuti prima di essere indirizzati dalla polizia francese nel loro settore o sul terreno di gioco"

Il presidente del St-Étienne, Roger Roche, disse: "Sono stati i tifosi peggiori che abbia mai visto. Questa terra era senza macchia fino a quando questi gangsters sono venuti qui iniziando a bere"
Il club francese chiese un risarcimento danni e il ban dall'Europa del club inglese.
Anche il portiere United, Alex Stepney, si disse disgustato e colpito da quello che era successo, aggiungendo che la squadra non aveva nulla a che fare con certi criminali.
Effettivamente il Manchester Utd viene estromesso dalla competizione ma a seguito della protesta ufficiale del club viene riammesso dalla UEFA ma a patto di pagare una multa salata e di giocare il ritorno ad oltre 200 km da Manchester.
Viene scelta inizialmente Londra, Highbury in particolare (stadio dell'Arsenal) ma l'allora capo della lega inglese bocciò la proposta in quanto a Londra c'erano molti tifosi del Manchester Utd quindi considerava la sede prescelta ugualmente pericolosa.
Si pensò alla Scozia (Aberdeen), poi Nord Irlanda (Belfast) ma infine viene scelta Plymouth (allora in terza divisione).
Tensione massima, timore anche a Plymouth per l'arrivo della Red Army dello United ma non succederà niente.
Nel 1978 il Millwall, affrontava al Den, l'Ipswich Town in una partita di FA Cup in cui si scatenò una vera e propria guerriglia urbana.
Le risse scoppiarono intorno allo stadio prima della partita con i fans dell'Ipswich che furono bersagliati con mattoni e pietre. 
I tafferugli poi proseguirono sugli spalti e poi sul terreno di gioco. 
Nel corso dei primi quattro mesi del 1980 si registrano gravi episodi a Bristol, Liverpool, Manchester e Leicester, dove gli hooligans locali affrontano i rivali del Chelsea invadendo il terreno di gioco e provocando il ferimento di 42 persone.
Le armi da taglio, insieme ai dardi e alle bottiglie, vengono in quel periodo elette come strumento essenziale per le imprese degli hooligans.
I lanci di dardi sul pubblico si ripetono con tale frequenza che in alcuni stadi, come a Middlesbrough, è necessario erigere scudi per proteggere il settore riservato agli ospiti.
La conquista della FA Cup frutta nel frattempo al West Ham la partecipazione alla Coppa delle Coppe.
Il sorteggio abbina la squadra londinese al Castilla di Madrid: così, nel settembre '80, un migliaio di Hooligans londinesi si mette in viaggio alla volta della Spagna.
La mob è in buona parte formata da elementi del famigerato Inter-City Firm, gruppo che deve il proprio nome all'abitudine di servirsi per le trasferte dei treni più veloci, evitando così il controllo della polizia, esercitato soprattutto sui treni riservati ai tifosi.
La gara di Madrid viene funestata dalla morte di un tifoso, investito da un autobus.
A seguito dei tafferugli della ICF scoppiano inoltre gravi scontri fra inglesi e Guardia Civil, che costano al West Ham un incontro di ritorno a porte chiuse.
Nel 1980 Graig French, tifoso del Middlesbrough, venne ucciso dagli Hooligans del Nottingham Forest con un calcio alla testa.
Si giocava al vecchio Ayresome Park.
Nello stesso anno perdono la vita altri due tifosi del Boro: per via di un crollo di un blocco di cemento dell'Ayresome Park (stadio non a norma ma altri ventilarono che i tifosi del Manchester Utd avevano invaso il settore di casa, altri ancora dicono che i due tifosi stavano fuggendo dalla polizia).
Sempre nel 1980 a Swansea (Galles) viene ucciso un tifoso del Crystal Palace.

Lee Owens(capo della Front Line del Middlesbrough):  "quand'ero ragazzo sono stato uno skinhead, sempre in mezzo ai guai, la violenza una fedele compagna di vita, la prima volta che ho visto la firm Front Line del Boro in azione ne fui affascinato al punto che dovevo diventare anch'io uno di loro, i ragazzi del Boro sono sempre stati tosti, spesso e volentieri coinvolti in risse allo stadio. 
Sono stato dappertutto col Boro ed ho partecipato a tante risse, rispetto qualsiasi mob rivale che viene da noi per cercare una rissa a prescindere da come vada.
Negli anni 80 con lo Shrewsbury in trasferta, eravamo in seconda divisione, quel giorno il Boro fu
retrocesso, per 90 minuti ci sono stati scontri con la polizia e 20 arresti.
Quando affrontammo il Chelsea in una finale a Wembley avevamo una bella firm quel giorno, ma mancava l'organizzazione, cioe' eravamo in giro a piccoli gruppetti, mi ritrovai giù con 40 dei miei sullo stradone di Wembley, quelli del Chelsea spuntarono dal nulla, erano centinaia, una firm che metteva paura davvero...

Un altro decesso si registra nella stagione successiva, quando gli Yids del Tottenham (da "yiddish", per la loro origine in larga maggioranza ebraica) uccidono un giovane sostenitore del Leeds United, i cui Hooligans non nascondono invece forti simpatie per l'estrema destra e in particolare per il British Movement.

Andy "The Bear" Phillips(uno degli uomini di spicco del Bristol City): Nel 1971 contro l'Aston Villa, entrammo nella Holt End molto presto, stavamo andando piuttosto egregiamente tanto che per mezz'ora buona abbiamo avuto il controllo della curva fin quando la loro firm non ha tirato fuori gli attributi riprendendosi il loro territorio. Fuori dallo stadio si è proseguito, ragazzi, una scazzottata in grande stile come quelle di una volta... fu li che mi diedero il soprannome di Orso "The Bear"! 
Uno del Villa domando' a qualcuno dei nostri "Chi è quel bestione che sembra un orso?", questo soprannome mi fu dato anche dai ragazzi del Chelsea in occasione di un altro scontro.
A Shrewsbury, meta' anni 70, mi hanno rotto il naso, stavo aspettando fuori dallo stadio e un tipo mi ha colpito, ho provato a prenderlo, ma quello è sparito in fretta cosi' come mi aveva colpito, l'anno dopo siamo tornati la e ci siamo infiltrati nella loro curva, per puro caso l'ho rivisto , la voglia di rivalsa era troppo forte e l'ho preso a pugni.
Nel 1974  due pullman pieni si son fermati a Mansfield, tornavamo da Chesterfield , ci siamo scontrati con quelli del Liverpool, vetri del pulman completamente distrutti e una volta finito ci siamo presi anche con delle gangs di locali, scontri fino a notte fonda e poliziotti dappertutto.
Ho un grande rispetto per i ragazzi dello Stoke City, fra i pochissimi ad averci preso la nostra curva, uno dei loro capi è un bestione talmente grosso che si diceva lo dovessero spingere per farlo entrare dai tornelli. Altra firm verso cui ho rispetto i Birmingham, unica mob con gli Stoke ad esserci entrati nella Tote End, era la fine degli anni 60.
I Walsall una volta erano veramente dei bei cagacazzi, sono un piccolo club con un bel gruppetto, ma ogni volta che siamo andati la da loro, son sempre volati cazzotti, oltretutto di solito c'erano quelli del Birmingham quindi..."

Nel 1982 l'incontro fra Arsenal e West Ham fa registrare un'impressionante battaglia sugli spalti, con la ICF che tenta senza successo d'invadere il North Bank, il settore riservato agli hooligans di casa, gli altrettanto agguerriti Gooners. Questo "gioco" tradizionale, chiamato ora dalle tifoserie "take an end" (prendi la curva), continua da oltre un secolo a rappresentare la principale prova di forza per una "street-gang", o per una crew hooligan in trasferta: con la conquista dell'altrui "focolare" si infligge all'avversario la più cocente delle umiliazioni, acquisendo maggior fama, considerazione e rispetto in tutte le altre tifoserie.
Ma nell'occasione, i teppisti del West Ham incontrano una resistenza più dura del previsto, e devono arrendersi dopo ripetuti scontri sul campo e sugli spalti.
La delusione per lo smacco subito è tale che, poco dopo, non esitano a vendicarsi squarciando la gola a un giovane Gooner, John Dickinson, sul cui cadavere viene lasciato un macabro biglietto da visita: «Congratulazioni, hai appena incontrato la Inter-City Firm».
Nel 1982 gli Headhunters del Chelsea in occasione della finale di Coppa dei Campioni svoltasi a Rotterdam tra Aston Villa e Bayern Monaco cercarono d'intrufolarsi tra i tifosi del Villa.
Gli hooligans del Chelsea avevano infatti affittato un pullman e si erano muniti di sciarpe e berretti dell'Aston Villa, ma erano stati individuati e rispediti in patria dalla polizia prima di poter mettere in atto i propri piani(scontrarsi con i tedeschi e mettere a soqquadro Rotterdam).
Nell'ottobre del 1984 il centrocampista del Chelsea Bobby Isaacs viene accoltellato mentre si reca al Den, lo stadio del Millwall.
Ma il 1984 si chiude con un episodio ancor più grave: il venticinquenne Kevin Whitton, già recidivo, viene condannato all'ergastolo per aver gravemente ferito il gestore di un pub prima del match Chelsea-Manchester United.
I Pringle Boys del Chelsea, a loro volta, si prendono la rivincita contro la Main Firm di Cambridge causando oltre 40 feriti.
Uno di questi, a cui viene tagliata la gola con una collo di bottiglia, resta a lungo sospeso tra la vita e la morte.
Il marzo successivo passa invece alla storia per la "notte di Kenilworth Road", che segna la più cocente sconfitta delle misure repressive escogitate dal governo Thatcher: la partita Luton-Millwall, che viene trasmessa in diretta televisiva, registra infatti un afflusso di almeno 8 mila tifosi londinesi, il doppio del previsto.
Armati di bottiglie e palle da biliardo, dopo aver atteso per più di un'ora e mezza fuori da uno stadio appena rimodernato e tirato a lucido, gli hooligans del Millwall travolgono gli uomini del servizio d'ordine e distruggono i cancelli d'ingresso.
La situazione precipita quando, sotto la spinta della folla, molti spettatori iniziano a superare le transenne e a riversarsi in campo.
L' invasione costringe l'arbitro a sospendere l'incontro, mentre le telecamere della BBC inquadrano i primi incidenti tra il pubblico, i seggiolini divelti e incendiati, gli agenti sopraffatti dagli hooligans e il malcapitato portiere del Luton, Les Sealey, braccato dalla folla e costretto alla fuga per salvarsi da un linciaggio.
Fuori dallo stadio di Kenilworth Road la situazione risulta ancora più grave: auto in fiamme, negozi saccheggiati, finestre di case distrutte, un treno completamente distrutto per un bilancio di 31 arresti e 81 feriti (di cui 31 agenti).
Fu forse il punto più basso della storia ovvero quello in cui l'hooligalismo in Inghilterra diede il "meglio" di sè. Eppure, soltanto un mese dopo, esplodono altri incidenti: al St.Andrew, gli hooligans del Birmingham City(Zulu Warriors) si scontrano con quelli del Leeds United: il bilancio è di un morto, 76 feriti ed oltre 100 arresti. Nel 1985 durante un match tra Bradford City-Lincoln City giocato alla Valley Parade viene appiccato un gigantesco incendio, non si capirà mai se fosse un incendio doloso oppure semplicemente un fiammifero o sigaretta che casualmente provocarono il rogo.
Si contano 56 morti ed oltre 260 feriti. Per approfondire: L'Incendio Di Bradford: Valley Parade (1985) Sempre nello stesso anno in un quinto turno di FA Cup tra Leicester City e Burton Albion, tifosi ubriachi del Leicester gettarono boccali di birra dalle terrazze, una delle quali colpì il portiere dell'Albion (trasportato poi fuori in barella). Finiti i cambi, l'Albion perse 6-1.
Tuttavia, la FA inglese dichiarò non valida la partita e ordinando il replay in campo neutro e a porte chiuse. Il City vincerà la replay 1-0 all'Highfield Road di Coventry
Nel 1986 trasferitosi a Leeds, Sodermark (Hooligan di una squadra svedese) entra in contatto con gli Hooligans nazistoidi del Leeds Service Crew, quindi invita per un soggiorno a sue spese anche una serie di suoi accoliti per imparare le principali strategie di guerriglia adottate negli stadi britannici.
Durante il match Bradford City-Leeds United, Sodermark non si limita però ad assistere, e ad apprendere, ma partecipa in prima persona agli incidenti, che causano anche un incendio (viene appiccato il fuoco a un furgoncino che vende hot-dog, rischiando di originare una strage), il bilancio è di 11 feriti e 60 arresti.
Sempre nello stesso anno, John Johnstone ed altri tifosi del Millwall uccisero con 6 pugnalate al cuore Terry Burns tifoso del West Ham.
L'8 agosto 1986 bande rivali di teppisti del Manchester United e del West Ham United furono coinvolti in scene di violenza inaudite su un traghetto Sealink diretto ad Amsterdam.
Otto Hooligans del calcio ricevettero in totale 51 anni di ban in totale.
Un altro incidente avvenuto il 20 settembre 1986 vide coinvolti i tifosi del Leeds United che rovesciarono e immolarono un furgone fish and chip nell'Odsal Stadium, la casa temporanea del Bradford City in seguito all'incendio del Valley Parade l'anno precedente.
Nel 1987 un tifoso del Palace viene accoltellato alla gola a fine della partita tra Everton-Manchester City,
in Sunday League tra Cambrian Vaults e Saughall Institute successe il finimondo.
Ci furono circa 150 feriti, tifosi percossi con bandierine del corner, altri a cui vennero spezzate le gambe, mattoni lanciati dagli spalti.
11 persone vennero arrestate.
Nello stesso anno hooligans del Leeds accoltellarono ad Huddersfield quattro membri di un gruppo reggae che stava suonando da quelle parti.
A Bournemouth venne incendiato il Royal Exeter Hotel, invece a seguito di una rissa a Weston Super Mare vengono arrestati 56 tifosi del Robstart FC (compagine dilettantistica).
A Peterborough 150 tifosi del Derby County attaccarono tifosi locali(diversi feriti), a Southport i tifosi del Bangor City demolirono letteralmente le tribune dell'impianto.
Infine sempre nel 1987 Terry Moore, tifoso dell'Oldham, viene lasciato in una pozza di sangue (e in coma) dai tifosi del Leeds Utd: rimarrà muto e paralizzato.
Nel 1988, in quella che venne soprannominata la "Battaglia di Highbury", vengono arrestati 41 tifosi del Millwall per scontri con la tifoseria dell'Arsenal.


LA TRAGEDIA DELL'HEYSEL(1985)
Il 29 maggio 1985, allo stadio Heysel di Bruxelles, muoiono 39 persone.
La partita è la finale di Coppa Dei Campioni tra Liverpool e Juventus. I tifosi del Liverpool avevano già avuto dei problemi in quegli anni: multa nel 1981 per invasione di campo a Monaco, rissa a Lisbona (1984) e poi a Roma per la finale di coppa campioni.
Prima della partita vengono arrestati 5 tifosi juventini (Umberto Salussoglia, Franco Spedicato di Lecce, Claudio Ardito, B.C. minorenne torinese e Muggio Savino). Salussoglia viene arrestato a Bruxelles mentre nello stadio impugna una pistola lanciarazzi durante gli scontri. Vengono tutti arrestati dalla polizia prima della partita: 4 di essi per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, un quinto per l' accoltellamento di un tifoso inglese. Con loro, nelle carceri di Bruxelles, ci finiscono anche 15 tifosi inglesi arrestati per oltraggio, atti di violenza, ubriachezza e furto.
Quindi il clima era già teso prima dell'inizio della partita.
La tragedia dell’Heysel ha anche un antefatto vecchio di un anno: la finale della Coppa dei Campioni del 1984 tenutasi allo stadio Olimpico di Roma tra la Roma e lo stesso Liverpool.
In occasione di questa gara ci furono alcuni incidenti prima e dopo il match che videro bande di ultras romanisti scontrarsi con i tifosi inglesi. Quel giorno (Heysel), oltre ai tifosi del Liverpool, pare ci fossero anche gli Headhunters del Chelsea.
Il mattatoio di Bruxelles apre intorno alle 19.
I tifosi del Liverpool non avevano ben chiara la situazione del tifo italiano, infatti credevano che fosse omogeneo come quello inglese, ovvero incontrati i tifosi della Roma ed appurata la loro carica violenta, erano convinti che tutte le tifoserie italiane fossero come quella della Roma o Lazio.
Pertanto, per ammissione di alcuni degli Hooligans arrestati, i tifosi del Liverpool si organizzarono studiando perfettamente le vie della città intorno allo stadio e preparandosi allo scontro perché memori degli incidenti di un anno prima a Roma. Tale errore di valutazione da parte dei tifosi del Liverpool fu una delle cause della tragedia dell’Heysel. Le altre cause (le principali) furono l’inadeguatezza dell’impianto sportivo e la disorganizzazione delle autorità belghe. Ma un altro dei motivi che diede origine alla tragedia del 1985 fu la già citata take an end. I tifosi juventini  impauriti, nella totale assenza delle forze dell’ordine belghe, si ammassarono contro il muro opposto alla curva dei sostenitori del Liverpool. Alcuni, disperati, si lanciarono dall’alto nel vuoto, altri cercarono di scavalcare ed entrare nel settore adiacente; alcuni di essi finirono sugli spunzoni delle recinzioni.
Ci furono 39 morti e 257 feriti italiani. I filmati riescono ad identificare 26 tifosi inglesi.
Nei giorni successivi l’Uefa, su proposta dello stesso Governo di Londra, vengono escluse le squadre inglesi (i cui tifosi si erano già in passato macchiati di simili efferatezze) a tempo indeterminato dalle Coppe europee. Il governo belga bandisce tutte le squadre britanniche (anche gallesi, scozzesi e nordirlandesi) dal suo territorio.
Qui per approfondire: Tutti I Club Inglesi Estromessi Dalle Coppe Europee (Hooligans)
Il provvedimento di esclusione fu applicato fino al 1990, un anno dopo la strage di Hillsborough, che vide sempre protagonisti (anche se stavolta senza alcuna colpa) i tifosi del Liverpool.
Sono 96 i tifosi del Liverpool che muoiono schiacciati dalla folla dentro lo stadio dello Sheffield Wednesday gremito ben oltre i limiti della capienza. Hillsborough segna lo spartiacque della lotta alla violenza negli stadi inglesi anche se in realtà la tragedia di Sheffield del 15 aprile 1989 si verificò per la disorganizzazione e la leggerezza con cui la polizia locale gestì l’afflusso del settore dei tifosi del Liverpool. Per approfondire: La Tragedia D'Hillsborough (1989)


IL RACCONTO DELL'HEYSEL DI EVANS (HOOLIGANS DEL LIVERPOOL)
Probabilmente furono Terry Wilson e Steve McDonald, i primi Hooligans, a dar il via agli scontri e alle cariche contro i tifosi juventini. A loro dire in quel settore anche molti tifosi juventini brandivano coltelli. Secondo alcune ricostruzioni furono pochi i tifosi della Kop ad assaltare gli juventini, si trattava principalmente di tifosi della nazionale inglese (di Liverpool, Londra e Newcastle).
Dopo la tragedia vengono ascoltati Michael Barnes, Stanley Conroy, Gary Evans (ripreso con altri tifosi del Liverpool mentre insegue tre poliziotti), Paul Howard, Kevin Hughes, James Wallace (anche per lui scontri con la polizia). Oltre ai citati, anche Duncan, Jepson, Rutter, Sumbor ed O'Brien vengono accusati di atti di violenza ma le immagini sono confuse dalla gran ressa di altri non identificati e non si riescono a dimostrare le accuse di omicidio colposo.
In seguito vengono identificati altri 25 tifosi del Liverpool di cui 14 condannati sino a 5 anni di carcere (verranno condannati solo quella manciata di tifosi filmati mentre picchiano gli juventini inermi).
Terry Wilson, tra gli arrestati (ai tempi 18enne), ubriaco con spranghe e bastoni diede il via alle cariche, circa 20 anni dopo si dirà dispiaciuto per quello che successe (in un'intervista del 2005 all'Equipe).

Questa è la dichiarazione di un altro tifoso del Liverpool: "Ero con mio fratello quando, in un vicolo del centro, ci siamo imbattuti in un gruppo di tifosi juventini, sei o sette, quasi tutti ventenni.  Erano seduti davanti a un bar, atteggiandosi un po’ da duri, un po’ da fichi.  Il mio sguardo incrociò uno dei loro. «Dai, brutto stronzo, dimmi qualcosa…» ringhiai. Lui, niente.  Ma ormai il tono, l’umore di quella giornata era stato fissato. La Grand Place era relativamente priva di tensione. 
Noi del Liverpool eravamo in tanti e ci sentivamo sicuri. Bevevamo e cantavamo a torso nudo sotto il sole. Era quasi idilliaco. Ma poi, complice l’effetto dell’alcol, tutto cambiò. 
I bar cominciarono a chiudere, forse impauriti da ciò che avremmo potuto fare…Partimmo a piedi per lo stadio. Ovunque c’erano tafferugli. In circostanze normali, tutto ciò non sarebbe avvenuto. 
Ma quel giorno era diverso… Eravamo ubriachi ma anche in quello stato capimmo che lo stadio era fatiscente. Alle entrate non vi erano praticamente controlli. 
Tutt’ora, 25 anni dopo, ho ancora intatto il biglietto di quella serata. 
Eravamo nel settore Y, accanto al maledetto settore Z, e si capì subito che eravamo in troppi. 
La folla ci spinse avanti, verso il campo, crollò una prima barriera. La polizia reagì con i manganelli. Vidi un ragazzo, uno dei nostri, rimasto imbrigliato nel filo spinato mentre cercava di scavalcare un muro. E vidi un poliziotto che lo manganellava. 
Mi avvicinai e gli diedi un pugno in faccia. Scappò via. A quel punto, quasi tutta la polizia si era dileguata. E così noi ci concentrammo sul bar, dove un povero cristo vendeva patatine e panini. 
In pochi secondi avevamo saccheggiato tutto. Tra settore Y e settore Z vi era un fitto lancio d’oggetti. In realtà, per gli standard di quegli anni, non era nulla di inusuale. 
Guardammo con invidia gli spazi nel settore Z che era mezzo vuoto, mentre il nostro settore Y, complici i molti tifosi senza biglietto, era strapieno. Mi assentai per qualche minuto per fare la pipì. 
Al ritorno vidi che la rete che separava i due settori era caduta e che molti dei nostri erano passati al settore adiacente… Più sotto e nell’angolo più lontano stavano morendo 39 persone.
Della partita non ricordo nulla.  Del dopo-partita ricordo il poliziotto belga che, preso dall’ira, lanciò un lacrimogeno dentro un autobus di tifosi del Liverpool. Arrivammo a Ostend per prendere il traghetto, tristi e depressi. Oggi i tifosi dell’Everton ci dedicano uno sfottò: «39 italiani non possono avere torto».  Un modo per dire che l’Heysel è colpa di noi del Liverpool"


IL RACCONTO DEI TIFOSI JUVENTINI
"Noi avevamo avuto delle informazioni allarmanti sui tifosi inglesi. Lì per lì però non ci abbiamo fatto caso. Erano tutti accampati all'esterno, apparentemente tranquilli, in realtà ubriachi persi. Abbiamo saputo che era dal giorno prima che bevevano e sfasciavano tutto quello che gli capitava a tiro"

"Ad un tratto abbiamo visto 3 ragazzi in maglia rossa, scavalcare la rete e venire di corsa verso di noi. Hanno afferrato gli striscioni bianconeri, li hanno strappati e pestati. In 100-200 hanno spaccato la rete invadendo il nostro settore. Ci siamo addossati al muro nel tentativo di scappare, di trovare una via di fuga per andarcene"

"E' stato uno spettacolo bestiale, gli inglesi erano chiaramente ubriachi fradici ed hanno attaccato con furia selvaggia"

"Quelli del Liverpool avevano pistole, forbici, coltelli, spranghe. Hanno ammazzato un ragazzo con un lanciarazzi, ho visto tutto con i miei occhi. Hanno potuto portare tutto dentro perchè nessuno è stato perquisito all'ingresso dello stadio. Erano anche ubriachi, quasi tutti. Non ho mai visto buttare più lattine di birra una dopo l'altra in quel modo...E' cominciato tutto con il lancio di razzi, il quarto ha colpito in pieno un tifoso. Ci sono state coltellate, pestaggi, ho visto prendere a pugni ragazzi giovanissimi...era una sensazione terribile. Abbiamo pianto, abbiamo pianto tutti"

"I Reds avevano coltelli e lanciarazzi, applaudivano i morti"

"Sono stati i tifosi del Liverpool ad iniziare gli incidenti. Era chiaro che avevano bevuto troppo. Hanno invaso il settore italiano cercando la battaglia, hanno abbattuto la recinzione e caricato i tifosi juventini"

"Vidi davanti a me cadere un uomo con la testa spaccata, a un altro vibrarono una coltellata nel ventre"

"Qualcuno deve pagare. Io ho già pagato: ho perso un figlio. Prima che iniziassero le cariche degli inglesi ero abbastanza tranquillo. Ad un certo punto ho visto che nella zona della curva erano rimasti solo 10 poliziotti. Gli inglesi hanno smontato la rete di divisione e ci hanno tirato addosso di tutto: pezzi di ferro, lattine, proiettili di cemento. E hanno caricato per la prima volta. Il nostro gruppo ha iniziato ad arretrare in maniera paurosa...Roberto era attaccato a me. Andiamo via, gli ho urlato. Si, mi ha risposto. Poi è arrivata un'altra carica degli inglesi, mi sono girato e Roberto non c'era più. Era sparito, ingoiato dalla folla...mi sono buttato verso il campo. E' stato lì che ho visto mio cugino Andrea con le mani nei capelli. Roberto era rimasto sulle gradinate. Morto, schiacciato. Accanto a noi c'erano un mucchio di corpi senza vita. E' arrivato un poliziotto belga ed ha cercato di strapparmi Roberto. Stavano portando via i morti"

Un medico: "Un ferito mi ha detto di aver visto un teppista del Liverpool sparare con un lanciarazzi a non più di 20 cm dalla testa di un tifoso juventino. Alcuni nostri connazionali presentavano ferite provocate da lame. Uno di loro aveva il fegato trapassato da una coltellata. Altri ancora nelle carni delle schegge di vetro, residui di bottiglie con le quali erano stati attaccati"

"Prima di lasciare lo stadio ho visto gli inglesi che si divertivano a lanciare in aria le cose rimaste nel settore da morti e feriti: scarpe, borse, macchine fotografiche. Scene disgustose"

"Al contrario di molti, non me la sento di condividere la caccia agli inglesi. I maggiori responsabili sono stati gli organizzatori e coloro che erano deputati all'ordine pubblico. Devo dire che ho avuto paura subito, appena sono entrato nello stadio, vedendo quella folla, eccitata, ho avuto subito un terribile presentimento"

"Lo stadio scelto era decrepito, poteva essere facilmente smantellato ed infatti le gradinate delle curve sono state divelte diventando pietre da lanciare, come hanno fatto gli inglesi...4.000/5.000 inglesi senza biglietto, vedevo quel settore gonfiare a dismisura, a una velocità doppia della nostra. Tutti ubriachi fradici, non dovevano essere fatti entrare allo stadio, nè vagabondare per la città; erano pronti per uccidere perchè erano armati. Hanno scavalcato la rete divisoria, strappato e bruciato le nostre bandiere ridendo e chiamandoci alla rissa. Poi scavalcamento totale e assalto per schiacciarci contro il muro della curva aggredendo ed accoltellando"

Giovanni Trapattoni (inerente la squalifica dalle coppe europee per 6 stagioni): "Per il Liverpool è stato un duro colpo, anche se qualcosa del genere si poteva prevedere: bisognerebbe che quei teppisti capiscano che danno hanno provocato alla società"



LA FINE DEGLI HEADHUNTERS DEL CHELSEA(1986)
Nel 1986 pochi giorni prima del temutissimo derby fra West Ham e Chelsea viene smantellata una delle bande storiche del panorama inglese, gli Headhunters: i leader del gruppo, il trentunenne Stephen Hickmott, meglio noto come "Hickey", e il ventiquattrenne Terence Last, detto "Ginger Terry", sono tutto fuorché rozzi proletari.
«Abbiamo fatto un figurone contro quelli di Newcastle. Erano tutti terrorizzati fuori del pub.
Abbiamo fatto un bel casino, 200 del Derby County contro 35 di noi. Ci siamo presi la loro tribuna ["take an end"], li abbiamo fatti scappare».
A consentire lo smantellamento del gruppo sono alcuni agenti infiltrati che, nell'arco di alcuni mesi, hanno raccolto prove sufficienti per portare a compimento l'operazione "Own Goal", assicurando alla giustizia i responsabili di decine fra i più efferati gesti di teppismo degli anni Ottanta.
Nelle abitazioni di Last e di Hickmott, fra l'altro, vengono rinvenute armi d'ogni genere e materiale propagandistico d'estrema destra.
La carcerazione dei due non dura però a lungo: pur condannati a dieci anni di reclusione, vengono presto rilasciati per "buona condotta" tanto da ritrovarsi entrambi a Cagliari nel 1990, per la partita Inghilterra-Olanda.


ANNI 90 E NUOVO MILLENNIO
Nel febbraio 1990 la "Gamma Operation" smaschera i responsabili di alcune bande di Bolton, fra cui gli Horwich Casuals, i Tonge Moor Slashers e il Billy Whiz Fan Club.
La tecnica adottata ricalca quella dei raid antiterrorismo: dopo mesi di lavoro e di contatto con gli hooligans sotto falsa identità, gli agenti entrano in azione alle prime luci dell'alba, operando numerosi arresti che si tramuteranno in 33 condanne a una pena variabile tra i 4 e i 22 mesi di reclusione.
Anche i Governors del Manchester City cadono nelle maglie dell'operazione e il loro capo, il ventinovenne Michael Francis, viene condannato a scontare 21 mesi di carcere insieme al fratello Christopher. Come si viene a sapere dai rapporti della polizia, i Governors si erano strutturati paramilitarmente, compilando dossier sui gruppi nemici e sulle loro abitudini, in modo da conoscerne i punti di ritrovo, i mezzi di trasporto e la consistenza numerica.
Sempre nello stesso anno gli Hooligans del Leeds United, fra i più temuti negli anni Settanta e Ottanta, rivivono una notte da protagonisti a Bournemouth, una cittadina balneare nel Sud dell'Inghilterra. Per festeggiare il ritorno della squadra in prima divisione si riversano nel Dorset in almeno 15 mila, sebbene i biglietti a disposizione siano soltanto 2.700.
I fumi d'alcool e la rabbia per il mancato ingresso allo stadio spingono centinaia di giovani a scatenarsi intorno al piccolo impianto sportivo del "Dean Court Ground".
Sulla spiaggia di Bournemouth vengono dati alle fiamme un pontile e alcune imbarcazioni, mentre le autorità ricorrono a elicotteri e unità cinofile. Sempre nel 1990 gravi disordini provocati dai tifosi del Millwall in una sfida contro il Crystal Palace. Nel 1992 durante il replay di di FA Cup tra Peterborough United e Kingstonian, un fan del Peterborough lanciò un razzo che colpì e rese incosciente il portiere del Kingstonian (trasportato fuori dal campo su una barella). Con nessun portiere sostitutivo disponibile, il Peterborough riuscì a vincere facilmente, con un punteggio finale di 9-1. Tuttavia, la FA invalidò la partita ordinando il replay a porte chiuse.
Il Peterborough vincerà il replay 1-0 il 21 novembre. Nel 1993, sempre i tifosi del Millwall persa la semifinale di playoff con il Derby County invasero più volte il terreno di gioco.
Nel nuovo millennio si ricordano i già citati tafferugli tra tifosi del Millwall e forze dell'ordine (Birmingham 2002) con 51 agenti feriti ed appunto le invasioni di campo in Millwall-West Ham nella FA Cup 2009 (con un tifoso del Millwall accoltellato).
Sempre nel 2002, circa 2mila agenti occorsero per placare gli scontri tra i tifosi dello Stoke City e del Cardiff City. Infine nel 2010 si registra l'ultimo incidente mortale quando un tifoso del Blackburn perse la vita nello stadio dello Stoke City (morto per arresto cardiaco ma con ferite alla testa, colpito da un oggetto lanciato dai supporter di casa).
Sempre nel 2010 i sostenitori di Aston Villa e Birmingham City si scontrano a St.Andrews con 14 feriti. Furono lanciati razzi che portarono a tafferugli.
In una partita tra Sheffield Wednesday e Leeds United il 19 ottobre 2012, un Hooligan del Leeds United Aaron Cawley (già bandito a vita dagli stadi) ha attaccato il portiere Chris Kirkland del Wednesday. In una semifinale della Coppa d'Inghilterra 2012/13 tra Millwall e Wigan Athletic scoppiarono dei tafferugli con 14 Lions arrestati. Il giorno seguente, i tifosi del Newcastle United, sconfitti 3-0 dal Sunderland, lanciarono bottiglie, furono incendiati cassonetti e un cavallo fu preso a pugni mentre gli ufficiali cercavano di scortare i fans. 29 furono gli arresti.
Il 7 marzo 2015, durante una partita dei quarti di finale della FA Cup tra Aston Villa e West Bromwich Albion, centinaia fan del Villa hanno invaso il campo mentre la partita era ancora in corso. Un'ulteriore invasione ha avuto luogo nel recupero causando la fuga dei giocatori di entrambe le squadre. Oltre mille fans entrarono in campo.


MINACCE DI MORTE A GIOCATORI
Nonostante il declino dell'hooliganismo nel nuovo millennio, le minacce di morte degli Hooligan inglesi divennero più comuni negli anni 2000. Rio Ferdinand e Peter Ridsdale furono bersagli di minacce di morte da parte dei tifosi del Leeds United.
L'arbitro svedese Anders Frisk lasciò la sua posizione dopo aver ricevuto minacce di morte dai tifosi del Chelsea. Anche Ibrahima Sonko e Stephen Hunt ricevettero minacce di morte dai tifosi del Chelsea nel 2006. Fernando Torres idem, da parte dei tifosi del Liverpool. Sol Campbell invece dai fan del Tottenham.


PROBLEMI ANCHE PER LA NAZIONALE INGLESE
Anche la nazionale inglese non rimane esente dal fenomeno hooligans e sono proprio gli anni ottanta che registrano incidenti di tifosi al seguito della squadra dei tre leoni.
I primi disordini si verificarono agli europei del 1980 a Torino, a seguito di Inghilterra-Belgio gruppi di tifosi inglesi ed italiani vennero allo scontro.
La qualificazione dell'Inghilterra ai mondiali di Spagna, nel 1982, passa nel frattempo attraverso due incontri, a Oslo e a Basilea: centinaia di hooligans ammantati nella "Union Jack"  mettono a ferro e fuoco le due città, provocando ingenti danni materiali e saccheggiando centinaia di negozi.
Ed anche nel 1982, ai mondiali di Spagna, con la guerra delle falklands appena terminata, tifosi inglesi si scontrano con quelli spagnoli, rei di aver preso posizione a favore degli argentini nel citato conflitto bellico. Nel 1988 durante i campionati europei oltre 372 arresti nei tafferugli tra tifosi inglesi e tedeschi. L'allarme hooligans torna a farsi drammatico con l'inizio dei campionati mondiali di calcio del 1990, che si svolgono in Italia. Nel tentativo d'isolare il più possibile il pubblico inglese, anche in senso strettamente territoriale, la squadra viene spedita a Cagliari.
Le autorità predispongono un servizio d'ordine eccezionale per mezzi e uomini, mentre l'accoglienza della popolazione si rivela meno ostile del previsto: elementi, questi, che consentono di ridurre e limitare gli episodi violenti. Il web 3.0 (quello delle parole e dei pochi fatti) ha amplificato la grande difesa dei cagliaritani del loro territorio (con gente che ha tramandato di aver visto inglesi buttati a mare). In realtà i giornali dell'epoca (sardi e non) evidenziarono storie e fatti ben diversi con Cagliari messa a ferro e fuoco.
Notevole match a rischio della competizione fu  Inghilterra-Olanda. Alla stazione ferroviaria di Cagliari centinaia di tifosi inglesi. La polizia e i carabinieri controllano a vista ogni gruppo. Transenne ovunque. Percorsi obbligati per i supporters delle due squadre. I pullman coi tifosi inglesi devono raggiungere il parcheggio containers in località Su Siccu. Gli olandesi, invece, il parcheggio Cuore di piazzale Marco Polo. 300 tifosi inglesi stanno marciando verso lo stadio. Sono scortati a distanza dalla polizia. Hanno scelto viale Diaz, ma questo tragitto è off limits per loro. Un urlo: bastardi non gliel' avevano detto prima. Comunque, un carabiniere li vede, li invita a cambiare itinerario, cerca di bloccarli all' angolo fra via Bottego e la via del cimitero, proprio davanti all' Hotel Mediterraneo.
Gli inglesi non ne vogliono sapere di tornare indietro. Gridano bastards!, la loro è una autentica, incontrollata esplosione di furore. Non ne possono più di tutti questi controlli, dei divieti, forse pensano d' essere per l' ennesima volta maltrattati, discriminati, come gli è successo nei giorni passati della competizione. L' alt del carabiniere è la classica goccia che fa traboccare il vaso. La scintilla che tutti temevano. Che si sperava non s' accendesse. E' un attimo: d' improvviso volano sassi, lattine, bottiglie di vetro, mattoni rubati da un vicino cantiere.
Il traffico impazzisce. La colonna d' auto diretta al Sant' Elia va in tilt. Fuggi-fuggi dei passanti.
I baristi della pasticceria Mediterraneo abbassano precipitosamente le saracinesche.
I tifosi di Sua Maestà stanno picchiando un carabiniere, che estrae la rivoltella e spara qualche colpo in aria a scopo intimidatorio. Ci sono altri carabinieri, nei dintorni, ed anche molti poliziotti.
"Venite, venite in fretta, ci stanno ammazzando!" è l' appello via radio, mentre sono chiamati i rinforzi.
Pochi secondi, e gli inglesi sono circondati. Tentano allora una mossa disperata: si buttano addosso alle forze dell' ordine. La polizia carica a sua volta. Poi, una salva di lacrimogeni. Fumo.
Confusione totale. Arrivano altre pattuglie. Nuova carica. Scontri violentissimi. Corpo a corpo.
Gli inglesi si allontanano verso la scalinata della chiesa di Bonaria, verso piazza dei Centomila.
Si raccolgono ancora una volta in formazione d' attacco, hanno intravisto un gruppo di tifosi olandesi, stanno per aggredirlo ma poliziotti e carabinieri con tre cariche hanno la meglio.
Il bilancio è da guerriglia urbana: 40 feriti, molti contusi.
Qualche tifoso britannico riesce ad arrampicarsi sui balconi dei primi piani. Lancio di vasi. Caccia all' uomo. Sirene, elicotteri, ambulanze. Il questore vicario, Pitea, si affretta a comunicare che molti dei tifosi fermati sono sprovvisti di biglietti. Un carabiniere si allontana. Perde sangue dal mento.
Cagliari non è abituata a scene di guerriglia. L' allarme raggiunge la zona dello stadio.
Poliziotti olandesi al megafono invitano i tifosi tulipani a non raccogliere provocazioni, a raggiungere quanto prima i posti numerati, a mantenere la calma. I cagliaritani solidarizzano con gli olandesi. Applausi per un' auto con targa di Amsterdam e bandiere milaniste.
Al termine di un giorno di guerriglia il bilancio è di numerosi fermi di tifosi inglesi coinvolti negli scontri. Sei gli arrestati, tra cui un minorenne inglese, arrestato per resistenza aggravata a pubblico ufficiale. 60 hooligans erano anche stati rinchiusi preventivamente in una scuola elementare di via Venezia, vicina al luogo degli scontri. I timori erano tutti per il dopo, soprattutto dopo questi incidenti. Paura che gli inglesi perdano il match. Allora sì che potrebbe succedere il finimondo.
Il divieto alcolico in realtà ha funzionato al 50%: sui tavolini di molti bar cagliaritani, anche ieri pomeriggio troneggiavano lattine e bottiglie di birra.
Al Poetto, la zona balneare della città, era stato trovato un camion carico di rifornimenti per gli inglesi che soggiornavano nella zona. Sotto i portici di via Roma, negozi chiusi, struscio dei giovani cagliaritani, ma tutto sommato un' atmosfera greve, pesante, preoccupante.
Invece a Roma la polizia rispedì a casa tre tifosi inglesi, tornati con il volo diretto a Londra delle 9:50.
Cassuel O' Brien, Michael Tinkery, Andrew Carr arrivati venerdì pomeriggio insieme ad altri 13 supporter della squadra inglese. Durante il controllo effettuato allo scalo di Fiumicino è emerso infatti che i tre hooligans facevano parte dell' elenco dei tifosi giudicati "altamente a rischio" messo a disposizione della polizia italiana da Scotland Yard. Immediatamente è scattato il provvedimento di espulsione dall'Italia. La situazione rimane critica quando, superata la prima fase di qualificazione, l'Inghilterra deve spostarsi da Cagliari.
L'incontro col Belgio viene disputato a Bologna, dove un giovane tifoso inglese viene ucciso, travolto da un'automobile. La nazionale inglese affronta successivamente il Camerun a Napoli, dove non si registrano incidenti, e accede alla semifinale di Torino, dove deve affrontare la Germania in quello che appare immediatamente un match a rischio. Ma i problemi non giungono dallo scontro tra inglesi e tedeschi, che non avviene, ma dagli ultrà juventini: decisi a vendicare la tragedia dell'Heysel, appoggiati da ultrà di altre squadre italiane, gli juventini scatenano una sorta di "caccia all'inglese" che produce una serie di mischie violente, soprattutto intorno alla stazione ferroviaria di Porta Nuova.
Meno tranquilla è invece la reazione degli hooligans rimasti a casa, che reagiscono alla sconfitta dell'Inghilterra dando il via a una notte di terrore: «I tifosi di tutto il Paese uscirono dai pub, arrabbiati e pieni di risentimento, provocato dal rozzo senso del loro miserabile nazionalismo. Erano ubriachi.
Ci furono scontri a Harlow Town, Stevenage, Norwich e nelle Midlands.
Oltre che alla periferia di Londra, a Croydon, Finchley e Acton.

Un abitante del posto: "Ci furono incidenti a tre isolati di distanza dalla mia abitazione di Cambridge. Sembra una litania: vetrine rotte, oggetti distrutti, incendi.
Le automobili tedesche furono oggetto di atti di vandalismo: i parabrezza, gli specchietti retrovisori.
Un ragazzo tedesco fu accoltellato e ucciso"

Nel complesso, quindi, i campionati mondiali di calcio rappresentano un valido banco di prova per verificare quale sia la reale portata del problema hooligans.
Il bilancio degli episodi negativi risulta largamente inferiore alle previsioni della vigilia e contribuisce a far prendere alla Uefa la storica decisione di riammettere le squadre inglesi alla partecipazione alle coppe europee. Nel 1993, ad Amsterdam, qualificazioni per USA 94 Olandesi ed Inglesi si re-incontrano. Più del 10% dei tifosi inglesi sbarcati in Olanda vennero arrestati nel corso di alcune retate ad Amsterdam e a Rotterdam. I disordini accaduti ad Amsterdam fruttano 195 arresti e, proprio mentre il ministro degli interni inglese, Howard, invitava i responsabili dell' ordine pubblico dei Pesi Bassi ad insistere, a Rotterdam si scatenava il finimondo. Tafferugli violenti avvenivano attorno alla stazione ferroviaria, con la polizia impegnata in rastrellamenti di massa, forte anche dell' ordinanza del sindaco della città, Bram Peper, che autorizzava arresti senza formalita' dichiarando lo stato d' emergenza.
Al fischio d' inizio, i fermati nella sola Rotterdam erano ben 450 e concentrati in una caserma.
Ma circa 200 riuscirono a fuggire. Nel 1995 durante un'amichevole tra Irlanda ed Inghilterra, ci furono 20 feriti e 40 arresti. Nel 1996 a Trafalgar Square, a seguito dell'eliminazione dell'Inghilterra per mano della Germania (europei), successero gravi incidenti.
A Brighton venne accoltellato un tifoso russo, scambiato per tedesco.
Nel 1997 si giocava a Roma il match valevole per le qualificazioni tra Italia ed Inghilterra.
Scontri a piazza del Popolo, bar devastato, 30 feriti, oltre 40 arresti.
Come detto scontri in varie zone della citta’, almeno cento giovani fermati, 30 feriti con contusioni varie e molti con il setto nasale rotto.
Ricoverato in osservazione per trauma cranico anche un agente, colpito allo stadio.
Questo Italia-Inghilterra fu una giornata che i tremila poliziotti e carabinieri e 500 vigili urbani non dimenticheranno presto. Così come non la scorderanno migliaia di automobilisti romani rimasti imbottigliati dall’inevitabile (per alcuni eccessiva) serie di divieti e deviazioni imposti dal piano per l’ordine pubblico. Dopo l’arresto dei 9 supporter britannici nella notte tra venerdi’ e sabato, infatti, in serata la vigilia della partita era stata segnata da tafferugli e episodi di guerriglia urbana che solo il massiccio schieramento di forze dell’ordine ha impedito degenerassero.
Erano da poco passate le 17 quando, in via del Babuino, una quindicina di supporter inglesi che avevano consumato panini al "Baretto" si sono sentiti apostrofare da alcuni ultra' italiani: usciti dal locale, gli hooligans hanno afferrato in un cantiere vicino sampietrini e pezzi di cemento armato e hanno distrutto il bar. Poco prima, in piazza di Spagna, la polizia aveva disperso le tifoserie rivali.
Poi in via di Ripetta e via della Croce erano stati segnalati lanci di bottiglie e pietre contro i passanti.
Polizia e carabinieri avevano compiuto numerose cariche per disperdere i tifosi.
Una decina gli hooligans e ultras fermati e identificati. All'arrivo degli scatenati tifosi tutti i commercianti di via di Ripetta, preavvertiti dalla polizia, avevano già abbassato le saracinesche.
Dopo il passaggio dell'orda selvaggia, a terra erano rimasti cocci di bottiglie, bicchieri rotti, motorini rovesciati. Mentre più in la', in piazza del Popolo, iniziava una mega rissa.
Gli ultras italiani e inglesi si erano ritrovati ai piedi del Pincio per affrontarsi.
Ci sono voluti 40 agenti di polizia in tenuta anti sommossa per separarli, a colpi di manganello.
Momenti di paura per un gruppo di fedeli che usciva da Santa Maria dei Miracoli dopo la messa: anziani, coppie di mezza eta' ma anche tanti bambini.
Otto poliziotti a cavallo li hanno protetti, mentre due isolati più in la' altri tifosi lanciavano pietre contro i carabinieri. Caos intorno allo stadio. La chiusura al traffico della Salaria in entrambi i sensi (per i Mondiali '90 era stata interdetta solo verso l'Olimpico) ha mandato in tilt il traffico di Roma Nord. Paralizzati per ore Flaminio, Fleming, Parioli e parte di Prati.
Nello stadio affollatissimo, gli ultimi posti in distinti e tribune sarebbero stati venduti dai bagarini a 200/500 mila lire, violenti scontri tra tifosi e polizia sugli spalti hanno caratterizzato il primo tempo e il resto della partita.
Nel 1998 i mondiali si giocano in Francia. Inghilterra in campo ed hooligans scatenati fuori dallo stadio. Gli hooligans inglesi che non sono riusciti a entrare nello stadio hanno aggredito un  folto gruppo di tifosi tunisini che stavano assistendo a Inghilterra-Tunisia di fronte al maxischermo allestito sul lungomare di Marsiglia. Sembra che al momento del gol inglese segnato da Shearer sia partita una pioggia di bottiglie e di sedie dal gruppo degli hooligans, che si è poi scatenato contro i tunisini.
La polizia è stata costretta a intervenire con i lacrimogeni.
La violenza continua, quindi, dopo la notte di battaglia, a Marsiglia, con gli scontri tra hooligans inglesi e tunisini. Drammatico fu il bilancio: oltre 50 feriti, tre dei quali versano in gravissime condizioni, 50 arrestati (27 inglesi, 6 tunisini, una dozzina di francesi che si era unita ai tunisini).
Dopo le schermaglie successe, la guerriglia si è scatenata nella zona della stazione ferroviaria di Saint Charles, dove un gruppo di tifosi tunisini ha teso un'imboscata a quelli inglesi in arrivo con un treno attorno alla mezzanotte. 
Poi, le violenze sono continuate nella zona del porto: scontri, lanci di bottiglie e lattine di birra, vetrine infrante, macchine incendiate, botte a colpi di spranghe e catene e coltelli.
La polizia francese ha faticato molto per riportare la calma e si sono verificati incidenti anche con i gendarmi intervenuti, più di 200 arrivati da tutti i distretti di polizia.

E' durissimo il commento di Tony Blair: "Gli hooligans sono una sciagura per la nostra nazione".
"Può trattarsi di un piccolo gruppo di tifosi, altri possono essere rimasti coinvolti ma non ci sono scuse per quanto accaduto. La polizia francese ha il nostro totale appoggio"

Primo ministro britannico Banks: "Si tratta di ubriaconi con il cervello bacato, di una minoranza malata che infanga la reputazione del paese"

Dalla centrale Rue Canabier e dai quartieri del Porto vecchio si mosse il corteo colorito di tifosi tunisini (saranno in tutto diecimila allo stadio).
Dalla zona balneare del Prado invece cominciò l' avvicinamento allo stadio di circa tremila tifosi britannici, guardati a vista dalla polizia e lungo le strade di accesso allo stadio i negozi hanno abbassato le saracinesche, pronti ad intervenire gli agenti di polizia in assetto antisommossa.
Gli scontri ripresero con maggiore intensità poco dopo la mezzanotte, quando un gruppo di hooligans è salito su di un pennone ed ha dato fuoco alla bandiera tunisina. Altre bandiere tunisine furono date alle fiamme.
Inferociti gli abitanti di Marsiglia: commercianti, baristi, ristoratori hanno chiesto l' intervento delle associazioni di categoria per l' indennizzo dei danni subiti.
Si parlò di miliardi per le vetrine infrante, i negozi saccheggiati, i tavoli e le sedie rotti durante la devastazione compiuta dagli hooligans.
Almeno 50 inoltre i cittadini che la mattina trovarono la propria autovettura distrutta.
Divampavano inoltre le polemiche per la decisione della Fifa di far giocare la partita il lunedì, con gli hooligans che ebbero la possibilità di scorrazzare per Marsiglia per tutto il weekend.
A France 98 furono oltre 100 gli inglesi arrestati. Nella foto l'arresto di James Shayler (uno dei più pericolosi Hooligans dell'epoca autore di scontri con i tunisini e con la polizia e poi condannato anche per spaccio di cocaina).
Gli europei giocati in Olanda e Belgio nel 2000 rischiarono invece di vedere l'estromissione della nazionale inglese dalla competizione.
Il giorno più lungo per il pericolo hooligans fu ovviamente la notte della vigilia di Inghilterra-Germania con un bollettino di guerra da brividi: un tifoso inglese accoltellato da un turco, risse e scontri continui che hanno provocato parecchi feriti e 374 hooligans inglesi fermati (343 rispediti a casa). E il guaio è che altri 10mila supporter inglesi ancora dovevano atterrare nei Paesi Bassi (e dei 10mila circa 1 migliaio appartenevano alle frange più violente, secondo Scotland Yard).
La polizia però ha usato la mano pesante: circa 40 hooligans inglesi, protagonisti degli scontri del mattino, sono stati imbarcati su un aereo e rispediti a casa.
Una mossa che però non ha intimorito altri gruppi di teppisti inglesi che oggi pomeriggio si sono scontrati con i tifosi tedeschi nella piazza centrale di Charleroi. Per bloccare gli scontri la polizia ha dovuto usare gli idranti. Nella notte invece, i principali scontri sono avvenuti nella piazza della Borsa, nel centro di Bruxelles. La polizia ha fatto uso di lacrimogeni per arginare le centinaia di inglesi ubriachi che hanno devastato il centro cittadino, dando vita a risse con i passanti, le forze dell'ordine e anche tra di loro. A Charleroi, dove si giocherà la partita, il centro del terrore è stata la piazza Charles II: la polizia ha controllato a lungo i lievi tafferugli tra sostenitori inglesi e tedeschi, poi nella tarda nottata la situazione è degenerata. Dopo gli incidenti di Charleroi a corredo di Inghilterra-Germania, l' Uefa indisse una riunione straordinaria del suo comitato esecutivo per valutare la situazione dell' ordine pubblico dopo che 530 tifosi britannici vennero arrestati (450 a Charleroi e 80 a Bruxelles) e 400 espulsi dal Belgio. La riunione dei massimi dirigenti continentali ha prodotto una pressante richiesta nei confronti del governo di Tony Blair affinché "vengano assunte tutte le misure più efficaci per evitare che gli hooligans continuino a creare turbative".
E, nella eventualità di un rinnovarsi degli incidenti, non venne esclusa la più drastica delle misure: quella dell' espulsione della nazionale di Keegan da Euro 2000.

Lo hanno pubblicamente minacciato sia il presidente Lennart Johansson: "se dovesse ripetersi quello che è accaduto a Charleroi, ci riuniremmo di nuovo per cacciare l' Inghilterra. Il mondo attende decisioni drastiche da noi, non possiamo dimenticare l' Heysel e neppure gli incidenti di Istanbul, Copenaghen e Charleroi".

Ed anche il suo braccio destro Aigner: "Le porte devono essere sbarrate agli hooligans perché l' Europeo non sia rovinato da una minoranza. Ci chiediamo se la presenza dell' Inghilterra abbia un senso qualora gli incidenti dovessero rinnovarsi. Una cosa è certa: quello che è accaduto l' altra sera, non potrà più ripetersi. Gli hooligans sono una disgrazia per il loro Paese ma di certo non costituiscono una sorpresa. Né per noi né per il governo inglese, che sa benissimo come comportarsi"

Prese di posizione forti, cui si è aggiunta la denuncia di Alain Curtois, responsabile del comitato organizzatore di Euro 2000: "Il governo inglese ha disatteso le sue promesse. Ci era stato promesso che nessuno degli hooligans conosciuti come criminali sarebbe mai sbarcato in Belgio. Niente è stato fatto. Non è normale che 14 hooligans della massima pericolosità siano stati intercettati dalla nostra polizia". Le accuse di mezza Europa piovono sull' Inghilterra: ancora una volta, il calcio della sua nazionale è stato eclissato dalle devastazioni dei suoi tifosi e, dopo la minaccia d' espulsione dagli Europei se ci saranno nuovi disordini, l' esecutivo di Tony Blair si trova al centro di una bufera domestica e internazionale. I Paesi che hanno organizzato il torneo esigono delle risposte, l' Uefa delle misure concrete: perché Olanda e Belgio sono stati invasi dagli hooligans? Come mai questa gente non è stata bloccata in patria? "Scotland Yard aveva assicurato che avrebbe fermato gli individui più pericolosi", si è sfogato il sindaco di Bruxelles, François-Xavier de Donnea. "Se anche ci hanno provato, di certo gli agenti non ci sono riusciti. Speriamo che in futuro il governo britannico sia in grado di impedire agli hooligans di raggiungere il resto d' Europa"
Londra ha ammesso in parte le sue colpe: "Sinora non siamo riusciti ad obbligare i tribunali a togliere i passaporti a chi è stato giudicato colpevole e a chi è sospettato di aver causato disordini relativi al calcio. Come ha ribadito l' Uefa, queste sono misure necessarie e speriamo di introdurle al più presto".
Il ministro per lo Sport, Kate Hoey, ha comunque tentato di difendersi: "Gli hooligans che sono stati arrestati in Belgio non li conoscevamo: non erano schedati. Per quanto ci riguarda, non avevano precedenti con il calcio. Il che vuol dire che anche se fossimo stati in rado di sequestrare i passaporti, non li avremmo toccati. Come si fa a fermare questa gente?"

In seguito dopo questi avvenimenti nei primi anni del 2000, la federazione inglese è stata in grado di arginare il fenomeno. Non sono stati più registrati episodi di violenza e scontri così gravi con altre tifoserie in mondiali ed europei ma anche nelle coppe europee con club inglesi coinvolti in quanto gente schedata o con il minimo presentimento che possa andare in trasferta per creare problemi non viene fatta partire e viene immediatamente ritirato il passaporto. C'è stata un'escalation di violenza solo ad Euro 2016 contro i russi ma più per "meriti" dei tifosi russi (in realtà come si venne a sapere dopo, paramilitari probabilmente chiamati dal Governo). 
Per approfondire riguardo gli ultimi europei francesi (2016): Scontri Tra Hooligans Inglesi e Russi (Euro 2016)
Qui per approfondire sulle misure prese per eliminare il fenomeno hooligans: Come Gli Inglesi Hanno Sconfitto Gli Hooligans: Taylor Report e Football Disorder Act



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4 commenti:

  1. Io tifo Millwall e ne vado fiera ! Non è importante quanto abbia vinto una squadra ma quello che ti trasmette ! Troppo comodo tipico dell'italiano medio tifare per l'Arsenal,Chelsea,Manchester United perchè vincono .....io odio seguire le mode,ragion per cui Mill till die ! COYL !!!!!!

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    1. Interessante una ragazza che tifa Millwall :)
      Com'è nata la passione? Film sugli Hooligans?

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    2. Scusa il ritardo,ma oggi è venerdì per cui posso raccontare con calma ! Ho 44 anni,ma la mia passione per il calcio nostrano inzia dall'età di 5 anni quando ho cominciato a tifare Juventus,come tutt'ora d'altra parte ! Il Millwall ancora prima dei film ha cominciato ad affascinarmi per le botte da orbi,le risse,fino ad arrivare a sfasciare tutto,sfidando la stessa Tacher che ad un certo punto ha cominciato a prendere provvedimenti ! Di carattere son sempre stata buona,generosa,ma allo stesso tempo ribelle,al punto da fregarmene delle regole "di una società basata specie in Italia non sulle capacità ma sul solito sistema dove o il papà,o lo zio,etc fanno passare degli imbecilli solo perchè sono figli o nipoti di......! Sono orgogliosa di essere diventata medico grazie alle sole mie capacità ! Ordunque nel 94' ero a Londra come ragazza alla pari e grazie a degli amici/e che mi sono fatta là sono andata a vedere un incontro del Millwall.....ho capito di aver realizzato un sogno ! Primo l'appartenenza perchè come tù sposi lui sposa tè dunque significà fedeltà nelle gioia come nei momenti oscuri,tipo la stagione di quest'anno ! Però io mica cambio,prendiamo atto di aver meritato la retrocessione e cerchiamo di risalire insieme ! Vero che però provo i brividi a sentirmi un hooligans del Millwall.....quindi non invidio le tante donnicciuole rifatte che vanno in Tv a raccontar cazzate oppure le tante scimmiette che ballano come le veline ! Non siete delle VERE DONNE del 2015 ma solo delle merde .....Io andrò sempre controvento ! P.S : in ogni caso ho un ragazzo che mi ama lo stesso per la tenacia e il coraggio......MILLWALL TILL DIE ! COYL !!! P.S : anche se non piaccio a nessuno me ne frego ! Ciao da Romina !

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    3. Grande!
      Anche a me ha sempre appassionato il Millwall, anche se ovviamente la sua fama è scaturita principalmente per motivi di Hooliganismo.
      Ad ogni modo, al cuore, non si comanda :)

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