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venerdì 31 ottobre 2014

La Rivalità Tra Maccabi ed Hapoel Tel Aviv (Basket Israeliano)

Per anni Hapoel Tel Aviv e Maccabi Tel Aviv sono stati considerati i primi due club di pallacanestro israeliana.
I derby tra le due squadre sono stati sempre considerati come match prestigiosi, spesso però accompagnati da un clima di odio tra le due tifoserie che si traducono in atti di violenza reciproca e teppismo.
La tensione tra i due club ha raggiunto il suo apice nella decade 1980.
Durante questo periodo si sono incontrati più volte in finale play-off di campionato e coppa.
Probabilmente l'incontro più celebre fu la finale del League Championship disputata nel mese di aprile del 1985.
Grazie a Mike Largey, l'Hapoel Tel Aviv vinse la prima partita in modo convincente.
Largey giocò sempre bene contro il Maccabi Tel Aviv battendolo 5 volte in 4 anni.
Prima del suo arrivo, Hapoel Tel Aviv non batteva il Maccabi Tel Aviv da 17 partite di fila.
Nella seconda partita ad inizio secondo tempo, dopo che il gioco si era fermato per un fallo, Motti Aroesti del Maccabi infilò la mano in faccia a Largey.
Largey rispose immediatamente gettando Aroesti a terra.
Successivamente, entrambi i giocatori vennero espulsi dalla partita e sospesi automaticamente da gara 3.
Largey era molto importante per l'Hapoel Tel Aviv, infatti dopo di ciò il Maccabi Tel Aviv vinse gara 2 e 3. Ancora oggi, la maggior parte dei tifosi dell' Hapoel Tel Aviv sono convinti che il Maccabi Tel Aviv escogitò questa provocazione di proposito.


ANNI SUCCESSIVI: TANGENTI E POLEMICHE
Nel corso degli anni il Maccabi Tel Aviv rafforzò la sua posizione dominante nel basket israeliano e il suo status di campioni quasi eterni.
I tifosi dell'Hapoel accusarono i rivali di vari illeciti, comprese l'offerta tangenti per gli arbitri, la firma dei contratti con i giocatori rivali durante la stagione regolare e i playoff e la ricezione di tanti fondi dalle televisioni di Stato per i diritti tv.
Queste accuse, tuttavia, non vennero mai dimostrate.
Con il declino dell'Hapoel negli ultimi anni le partite tra le due squadre son diventate un po a senso unico. Questo, naturalmente, ha portato solo al rafforzamento di odio e ripetuti atti di violenza tra i tifosi.


OLOCAUSTO ED INSULTI
Arriviamo agli anni recenti quando i tifosi dell'Hapoel Tel Aviv augurarono a squarciagola un olocausto a quelli del Maccabi(2006).
Passano altri sei anni e le due squadre si ri-affrontano nuovamente.
"Non c'è spazio per cori simili anche all'interno di una rivalità" disse Guy Pnini alla vigilia.
"So qual è il limite tra ciò che è lecito e ciò che non lo è".
Ventiquattr'ore dopo, lo stesso giocatore, capitano del Maccabi e nazionale israeliano, avrebbe usato altre parole sul parquet, etichettando l'avversario come nazista ed augurandogli malattie a lui e alla sua famiglia.
Il destinatario degli insulti era Jonathan Skjoldebrand, israeliano anche lui, ma biondo e di origini svedesi.
La vittima delle offese non reagì al momento: "Pensavo di non aver sentito bene, ma lui ha ripetuto continuamente", poi ha immediatamente riferito l'episodio ai dirigenti del suo team.
Infine sono state le telecamere a fare giustizia e a diffondere in giro per il mondo il virgolettato di Pnini pronunciato a 1'43" dal termine del terzo quarto, quando la sua squadra conduceva ampiamente sui rivali.
Il Maccabi, aprì immediamente un'indagine prendendo provvedimenti: sospensione a tempo indeterminato del giocatore cui è stata tolta la fascia di capitano e multa di circa 26 mila dollari.
Dalla federazione al coach della nazionale, tutti si sono espressi contro Pnini.
Il giocatore, dopo aver inizialmente cercato di giustificarsi asserendo che la sua era stata una reazione a un aggressione fisica e verbale subita da Skjoldebrand durante il match, ha rilasciato un messaggio pubblicato sul sito del Maccabi, dove ha ammesso che il suo è stata un gesto deprecabile: "Mi vergogno. Voglio chiedere scusa a Jonathan, alla sua famiglia e ai tifosi del Maccabi. Chiedo scusa anche alla mia famiglia che è stata vittima dell'Olocausto".


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Sospesa Turk Telekom v BNEI Hasharon (Eurocup 2008/09)


Il 6 gennaio 2009 la partita di basket di Eurocup tra la squadra turca del Türk Telekom e la squadra israeliana del Bnei Hasharon venne sospesa dopo che i tifosi turchi in segno di protesta, contro l'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, iniziarono a lanciare di tutto in campo.
L'arbitro decise la sospensione del match ed ordinò ai giocatori di tornare nello spogliatoio dopo che centinaia fan del Türk Telekom hanno iniziato ad intonare "Israele, assassini!" e "Dio è grande" nel palazzetto dello sport di Ankara.
Ovviamente anche i giocatori del Türk Telekom rientrarono negli spogliatoi in mezzo al frastuono generale. Tifosi turchi lanciarono monete ed altri oggetti contro i giocatori israeliani, anche un ventilatore che colpì la scarpa di alcuni giocatori israeliani, la polizia usò scudi antisommossa per proteggerli.
Bnei Hasharon si rifiutò ovviamente di scendere in campo e di giocare in un clima così ostile.
Inoltre un gruppo di cittadini riuniti in precedenza al di fuori del palazzetto dello sport protestò dando alle fiamme una bandiera israeliana.
La squadra israeliana partì presto da Ankara tramite l'aeroporto Esenboða verso Istanbul, con misure di sicurezza rigorose, per prendere il volo per Tel Aviv dall' Istanbul Ataturk Airport.
Nel frattempo, la stampa israeliana etichettava la sospensione della partita come "Giornata di terrore in Turchia per il Bnei Hasharon".
Il capitano del Bnei Hasharon, Meir Tapiro, disse che i giocatori erano molto spaventati.
"Hanno gettato scarpe, accendini, bottiglie d'acqua. Siamo stati rintanati nello spogliatoio con la protezione della polizia ", ha detto Tapiro alla tv israeliana.
Gli israeliani inoltre si arrabbiarono molto per la probabile vittoria a tavolino del Türk Telekom(che poi arriverà) per essersi rifiutati di giocare(la polizia aveva comunque evacuato l'arena).
Il presidente Eldad Akunis disse che la decisione sarebbe stata scandalosa:
"In un clima del genere, era praticamente impossibile giocare. I giocatori erano solo preoccupati per la loro sicurezza ", disse Akunis.
Tuttavia una settimana dopo arriverà la notizia della vittoria per 20-0 dei turchi.


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mercoledì 29 ottobre 2014

Giocatori Britannici Che Hanno Giocato In Spagna (Liga)

Inglesi
1934=Horace Lowe(Real Sociedad)
1935=Georges Green(Espanyol)
1979=Laurence Cunningham(Real Madrid, Sporting Gijon)
1982=Peter Barnes(Betis)
1986=Gary Lineker(FC Barcelona)
1987=Sammy Lee(Osasuna)
1987=Raphael Meade(Betis)
1988=Adrian Heath(Espanyol)
1990=Dalian Atkinson(Real Sociedad)
1990=Kevin Richardson(Real Sociedad)
1999=Mark Draper(Rayo Vallecano)
1999=Steven McManaman(Real Madrid)
2000=Stan Collymore(Oviedo)
2000=Vincent Samways(Las Palmas, Sevilla)
2003=David Beckham(Real Madrid)
2004=Michael Owen(Real Madrid)
2004=Jonathan Woodgate(Real Madrid)
2009=Jermaine Pennant(Zaragoza)
2013=Charlie I'Anson(Elche)
2019=Kieran Trippier(Atletico Madrid)


Gallesi
1986=Mark Hughes(FC Barcelona)
2013=Gareth Bale(Real Madrid)


Irlandesi
1984=Alan Campbell(Racing Santander)
1986=Liam Buckley(Racing Santander)
1986=Michael Robinson(Osasuna)
1988=Kevin Moran(Sporting Gijon)
1989=John Aldridge(Real Sociedad)
1989=Ashley Grimes(Osasuna)
2004=Ian Harte(Levante)
2008=Steve Finnan(Espanyol)


Nord Irlandesi
1983=Gerry Armstrong(Mallorca)
1987=Jim Hagan(Celta Vigo)


Scozzesi
1948=Jack Watson(Real Madrid)
1984=Steve Archibald(FC Barcelona)
1987=Ted McMinn(Sevilla)
2012=Alan Hutton(Mallorca)



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La Rivalità Tra Detroit Red Wings e Colorado Avalanche (Bloody Wednesday)

In Gara 6 delle Finali di Western Conference del 1996 tra Colorado Avalanche e Detroit Red Wings erano sorte numerose rivalità ed atriti tra le due squadre.
Come giusto che fosse visto che stiamo parlando delle due franchigie più forti dell'epoca.
In particolare i Red Wings non avevano digerito la devastante carica che Claude Lemieux, in gara 6 di quella serie, aveva inflitto a Kris Draper: Lemieux aveva caricato da dietro Draper schiacciandolo contro la balaustra.
Draper in conseguenza della botta ricevuta/data aveva dovuto operarsi alla mandibola fratturata, si era rotto il naso ed aveva riportato un trauma cranico e numerose escoriazioni.


BRAWL IN HOCKEYTOWN: BLOODY WEDNESDAY 1997
Il 26 marzo 1997 alla Joe Louis Arena di Detroit, i Colorado Avalanche e i Detroit Red Wings si stanno preparando ad affrontare gli imminenti playoff.
Tra le due squadre non corre buon sangue dopo che la stagione precedente Colorado aveva messo a dura prova Detroit in un'infuocata serie finale di Conference.
Tornando al 1997, quella stagione Colorado e Detroit si erano incontrate/scontrate 3 volte e gli Avalanche avevano sempre vinto.
Con questo pesante passivo da recuperare, il 26 marzo i Red Wings scesero sul ghiaccio sapendo che in questo “quarto round” dovevano assolutamente riscattarsi.
Tutta l’HockeyTown chiedeva a gran voce che l’onta delle sconfitte venisse lavata via, basti pensare che in occasione di quella partita il quotidiano “The Detroit News” pubblicò un immagine di Lemieux con la scritta “Wanted”, come se si trattasse di un pericoloso ricercato al tempo del Far West.
Dopo neanche 5 minuti di gioco, con Colorado che conduceva già 1-0, Jamie Pushor (Detroit) e Brent Severyn gettarono a terra i guanti e si affrontarono.
Poi a circa metà del primo periodo fu la volta di Rene Corbet (Colorado) e Kirk Maltby (Detroit).
A 1’ 38” dal primo tempo, scoppiò l’inferno: Igor Larionov (Detroit) e Peter Forsberg (Colorado) diedero il via alle danze, poi il tough-guy dei Red Wings Darren McCarty decise che era giunto il momento di vendicare la carica subita da Draper, prendendo a pugni e ginocchiate Lemieux che si chiuse a riccio nella, da allora, famosa "posa a tartaruga".
Nel dopo partita McCarty, intervistato dal Denver Post, spiegò che l’attacco a Lemieux non fu qualcosa di premeditato: “I ragazzi erano tutti in campo e ognuno si deve prendere un avversario, no?
Lemieux era il più vicino e lì per lì non mi sono nemmeno accorto che fosse lui”.
Patrick Roy, da molti considerato il più grande portiere NHL di tutti i tempi, rispettò le leggi non scritte dell’hockey e si diresse a centro ghiaccio dove con il portiere di Detroit Mike Vernon diede vita a quella che è diventata una scazzottata leggendaria.
Il tutto davanti a una folla 19.983 persone letteralmente impazzita per quello che stava succedendo in pista
E siamo solo nel primo periodo.
4 secondi dopo l’inizio del secondo periodo, Brendan Shanahan e il difensore di Colorado Adam Foote si scontrarono. Pochi minuti dopo le cose degenerarono di nuovo quando Severyn e il giocatore di Detroit Aaron si attaccarono mentre Mike Keane (Colorado) si scambiava pugni con Tomas Holmstrom.
Ancora una manciata di minuti e McCarty e Adam Deadmarsh non riuscirono a resistere dal gettare i guanti a terra.
A metà del secondo periodo, l’epilogo: Pushor e Uwe Krupp (Colorado) conclusero le ostilità con quella che fu l’ultima rissa della serata.
A questo punto gli Avalanche stavano conducendo per 3-2, e alla fine del secondo periodo il risultato era di 4-3 sempre per Colorado.
Valeri Kamensky, a pochi minuti dall’inizio del terzo periodo, incrementò ulteriormente il vantaggio degli Avalanche (5-3).
Poi a 8:27 minuti la rete di Martin Lapointe riaccese le speranze di Detroit che a soli 36 secondi dalla fine della partita si concretizzarono nel pareggio di Shanahan.
Si va all’overtime e qui, dopo soli 39 secondi, McCarty si rifece delle botte subite trasformando un assist di Shanahan nel goal del 6-5 che diede la vittoria ai Red Wings.
Così Detroit si aggiudicò un importantissimo round nella rivalità con Colorado e alla fine della stagione si aggiudicò la Stanley Cup (la prima dopo 42 anni).


ANNI SUCCESSIVI
Il 1° aprile del 1998, la Joe Louis Arena fu sede di un'altra grande rissa. 
Questa volta si sfidarono Patrick Roy e Chris Osgood al centro del ghiaccio. 
Le due squadre ricevettero 46 sanzioni per un totale di 228 minuti.
I Red Wings vinsero 2-0.
Un accenno di rissa si ebbe il 23 Marzo 2002 quando Dominik Hašek pattinò per tutta la lunghezza del ghiaccio per affrontare Roy, ma inciampò su un bastone, facendolo sbattere su Roy. 
Infuriato, Roy si tolse i guanti e maschera per combattere come fece lo stesso Hasek ma i due vennero trattenuti, impedendo così che Roy venisse coinvolto nell'ennesima rissa contro gli Avalanche.


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Spiegazione Delle Regole Dell'Hockey Su Ghiaccio (NHL)

La NHL, fu fondata in Canada nel 1917.
Attualmente la NHL è composta da 30 squadre: 7 in Canada e 23 negli Stati Uniti.
La lega è divisa in 2 conferenze: est e ovest, che a loro volta sono composte da 2 divisioni.
Nella conferenza est troviamo 16 squadre suddivise nell’Atlantic e Metropolitan Division, mentre nella conferenza dell’ovest ci sono 14 squadre, che giocano nella Pacific e Central Division.
Nella stagione regolare, ogni squadra gioca 82 partite, metà in casa e metà in trasferta.


PUNTI E PLAYOFF
In classifica, ogni squadra porta a casa 2 punti per la vittoria ed un punto in caso di perdita ai tempi supplementari o ai rigori.
16 squadre si qualificano per i playoff: le 4 prime delle 4 divisioni, più le altre 4 squadre con il maggior numero di punti nelle 2 conferenze.
Normalmente, la migliore squadra della stagione regolare affronta al primo turno la peggiore delle qualificate, la seconda la penultima e così via.
Le vincenti passano al turno successivo, fino alla finale.
Gli incontri avvengono su serie di partite, chi ne vince per primo 4 (al meglio delle 7)o 3 (al meglio delle 5) si aggiudica il passaggio del turno.
La vincitrice della finale si aggiudica la Stanley Cup.


DINAMICHE DI GIOCO E TIRI
Le regole dell’hockey sono piuttosto semplici: si pattina, si passa il disco, si tira cercando di segnare.
Le partite di NHL hanno 3 periodi di 20 minuti ciascuno.
I giocatori portano avanti il disco con il bastone prima di andare alla conclusione.
Alla fine vince chi ha realizzato il maggior numero di reti.
Ai giocatori non è permesso di segnare calciando il disco in rete con i pattini  e con qualsiasi altra parte del corpo.
Se il risultato è in parità al termine dei 60 minuti, la partita continua con un tempo supplementare di 5 minuti con il cosiddetto Golden Goal, che chiude la partita.
In caso di ulteriore parità dopo il supplementare si procede con i rigori ad oltranza.
Sono proibiti pattini da velocita’ o che possano provocare infortuni.
Il Bodychecking e’ utilizzato per separare gli avversari dal disco.
I bodycheck consentiti, sono quelli di spalla e bacino.
Non sono permessi quelli con i gomiti o con il bastone.
I bastoni, privi di sporgenze, devono essere in legno o altro materiale approvato.
I giocatori si servono di tali bastoni per imprimere movimento al disco allo scopo di segnare, nel tempo prestabilito, un numero di reti superiore agli avversari.
Il modo piu’ rapido per realizzare un goal è senza dubbio il cosiddetto Slap Shot(tiro che può superare i 150 km/h).
Il Wrist Shot è invece un tiro più preciso.


GHIACCIO
Le partite della NHL sono giocate su una superficie ghiacciata che ha una lunghezza di 200 piedi ed una larghezza di 85.
A circondare la pista vi è una balaustra.
Le panche dei giocatori si trovano sullo stesso lato della pista.
Dalla parte opposta troviamo invece la panca delle penalita’.
La linea blu delinea la zona difensiva di ogni squadra mentre l’area tra le linee blu si chiama zona neutrale.
In fondo alla pista troviamo una linea rossa che va da una parte all’altra della pista.
Quella e’ la cosidetta linea di porta.
Se il disco supera quella linea ed entra in porta è goal!
Alle spalle della porta e’ stato introdotto un trapezio con lati rossi.
Il portiere puo’ giocare il puck solo in quest’area o davanti alla porta.
In caso che il portiere giochi il disco all’esterno di tale “trapezio”, la squadra, subisce una penalita’ di due minuti.
Ci sono nove punti diversi dove si effettuano i faceoff o ingaggi.
Ogni inizio di periodo o ogni qual volta che una squadra segna un goal il faceoff avviene nel cerchio di centrocampo.
Ci sono inoltre 2 cerchi di ingaggio in ogni zona di difesa e 4 punti di ingaggio nella zona neutrale.


RUOLI
Durante i tempi regolamentari, ogni squadra usa 5 giocatori, 3 attaccanti, 2 difensori e un portiere.
Tutti i giocatori, tranne il portiere, devono portare pattini con salvapunte.
Il centrale è responsabile di tutti gli ingaggi e a coprire la parte centrale del ghiaccio in entrambe le parti della pista.
Cos'è l'Ingaggio? Due giocatori avversari stanno uno di fronte all’altro all’interno di un cerchio ed il disco viene fatto cadere da un guardalinee.
Ad inizio partita o subito dopo un goal il face off avviene al centro della pista.
Due giocatori, uno per ogni squadra, cercano di entrare in possesso del disco e avviare l’azione.
Gli altri giocatori si posizionano al fianco e dietro i 2 giocatori impegnati nell’ingaggio.
Se uno o entrambi i giocatori impegnati nel faceoff sono posizionati irregolarmente, il loro bastone non tocca il ghiaccio, o altri giocatori entrano nel cerchio di ingaggio, allora l’arbitro puo’ intervenire e far sostituire il giocatore che commette tali infrazioni.
Il faceoff o ingaggio termina una volta che il disco fatto cadere dall’arbitro tocca il ghiaccio.
I centrali di solito coprono una distanza superiore ai compagni di squadra perche’ pattinano dalla difesa all’attacco.
Ai fianchi del centrale ci sono le 2 ali, che di solito giocano larghi, a ridosso delle balaustre.
Sono le ali che spesso vanno alla conclusione nel tentativo di segnare.
I 2 difensori giocano alle spalle degli attaccanti e il loro compito è quello di fermare gli attaccanti avversari.
In difesa, sono chiamati a spazzare via ogni pericolo, a liberare la zona davanti alla porta, a coprire lo spazio negli angoli e a portare avanti il disco.
In attacco, spesso occupano la parte della pista appena dentro la linea blu.
Il portiere si occupa ovviamente di respingere ogni conclusione a rete.
Rimane sempre nella propria area di porta ed ha un equipaggiamento protettivo diverso dagli altri giocatori sul ghiaccio.



ARBITRI E SITUAZIONI DI GIOCO
La NHL utilizza 4 ufficiali di gara per ogni match, due arbitri e due guardalinee.
Il loro ruolo è quello di fermare il gioco in caso di penalità, fuorigioco e icing.
Fuorigioco: i giocatori non possono precedere il disco in zona d’attacco.
L’Icing (liberazione vietata) invece si registra se il puck dopo il rinvio della difesa oltrepassa la linea di centro campo e la linea della porta della squadra avversaria.

Ogni giocata inizia con il cosiddetto Faceoff(ingaggio) e termina quando l’arbitro fischia o viene segnato un goal.
Ogni squadra può usufruire di un'interruzione di gioco da 30 secondi a partita.
Rigore(Shootout) nell'hockey su ghiaccio, il rigore viene fischiato quando un giocatore, che è l'ultimo difensore, commette fallo su un giocatore che si trova davanti a lui e che ha il pieno controllo del disco.
Il rigore viene battuto partendo dal centro della pista.
Un attaccante avanza verso il portiere e cerca di segnare.
All'attaccante non è consentito muoversi all'indietro, ed ha un solo tiro a disposizione (la ribattuta non è consentita).
Qualunque sia il risultato del rigore, il gioco riprende con un ingaggio.
Durante l'esecuzione del rigore il tempo resta fermo.
Qualora venga assegnato un rigore contro una squadra che sta giocando senza portiere, si assegna automaticamente un goal alla squadra che usufruirebbe del rigore.
Invasione Area Di Porta(Goaltender Interference) non è consentita la situazione in cui un giocatore avversario tocca o ostacola il portiere nella piccola area di porta di colore blu.
Spesso dei gol vengono annullati perché il giocatore avversario invade con il pattino l'area blu (prima dell'ingresso nella stessa del disco).


PENALITA'
L’arbitro interviene ogni qual volta un giocatore commette un’infrazione.
Quando l’arbitro riscontra un’irregolarita’ da punire, alza un braccio.
Ogni penalità è indicata da un particolare gesto dell’arbitro.
L’arbitro fischiera’ nel momento in cui la squadra contro cui la penalita’ sara’comminata entrera’ in possesso del disco.
La durata della penalita’ minore è di 2 minuti.
La penalita’ maggiore dura 5.
La penalita’ disciplinare dura invece 10 minuti.
Le penalita’ vengono scontate dal giocatore in panca puniti.
La sua squadra gioca a questo punto in inferiorita’ numerica.
Nel caso di penalita’ minore, il Power Play(giocare con l'uomo in più) termina nel momento in cui la squadra in superiorità numerica va in goal.
Dieci minuti di penalità invece sono normalmente inflitti per eccessiva condotta antisportiva(risse e condotte violenti), in questo caso non vengono interrotte anche se la squadra subisce un gol.
L'unico giocatore che non siede mai in panca puniti è il portiere.
In caso di una penalità minore o della prima penalità disciplinare, egli resta in campo, e la penalità viene scontata da un suo compagno di squadra che si trovava sul ghiaccio al momento della penalità, scelto dal capitano. In caso di una penalità maggiore o di una seconda penalità disciplinare, il portiere è immediatamente espulso ed escluso per il resto della partita.
Un giocatore che nel corso dello stesso campionato o torneo incorre in due penalità da 20 minuti, viene automaticamente squalificato per un turno.
Una penalità partita comporta anche una squalifica per la partita successiva, ma, a seconda di quanto accaduto, può essere aumentata di più giornate.
Se contro entrambe le squadre nello stesso momento viene comminato lo stesso numero di penalità, i giocatori di entrambe le squadre devono trascorrere il tempo sulla panca puniti, ma le due squadre giocano con lo stesso numero di giocatori in campo di quando la penalità è stata fischiata.
Se le due squadre erano entrambe con tutti e 5 i giocatori di movimento sul ghiaccio, continueranno la partita in 4 contro 4.
Sul ghiaccio non possono esserci meno di tre giocatori di movimento.
Qualora una penalità costringa una squadra ad averne di meno sul ghiaccio, il giocatore che ha subito la penalità deve egualmente sedersi immediatamente in panca puniti, ma viene sostituito da un compagno.
La sua penalità però comincia soltanto quando uno dei suoi compagni che stanno già scontando una penalità può rientrare in campo.

Le penalità più comuni sono:
Ostruzione” (Interference) (su avversari non in possesso del disco)
Sgambetto” (Tripping) (uso di piede, braccio, mano, gomito per far cadere l'avversario)
Ritardo Del Gioco” (Delay Of Game)
Carica Irregolare”(Charging) (quando un giocatore si lancia sull'avversario ad alta velocità per colpirlo violentemente)
Carica Da Dietro” (Checking From Behind)
Gomitata” (Elbowing)
Troppi Uomini Sul Ghiaccio” (Too Many Men On Ice)
Condotta Antisportiva
Rissa
Eccessiva Durezza” (Roughing) (tentativo di colpire un avversario a pugni, ad esempio in testa con o senza guantoni)
Trattenuta Dell'Avversario
Contrasto Fisico Con Uso Del Bastone"(Cross Check)
Trattenuta Del Bastone Avversario
Bastone Alto” (High-Sticking)
Aggancio Con Il Bastone” (Hooking)
Colpo Col Bastone” (Slashing) (colpo duro col bastone sul corpo)


RISSE
L’hockey infatti è uno sport dal forte contatto fisico, in quanto è lecito “caricare”, entro certi limiti, l’avversario in possesso del puck.
I giocatori tuttavia quando ritengono “eccessiva” la carica mettono in chiaro le cose con l’avversario con una scazzottata. La rissa è punita dal regolamento (in genere dai 2 ai 5 minuti di penalità) e infatti i giocatori in questione subiscono l’allontanamento dal ghiaccio ma gli arbitri finché la situazione non diventa pericolosa lasciano fare.
Oggi i combattimenti sono tollerati solamente nei campionati di hockey su ghiaccio del Nordamerica, e il regolamento ufficiale della NHL dà esplicitamente ampio potere discrezionale agli arbitri, che nella maggior parte dei casi, come detto, si limita ad espellere dal gioco per cinque minuti ai giocatori coinvolti.
I giocatori che iniziano un combattimento devono gettare a terra i bastoni e togliersi i guanti, scambiandosi colpi rigorosamente a mani nude, di solito fino a che uno dei due (i combattimenti tra più di due giocatori non sono permessi) non cade a terra. Ma la questione della liceità dei combattimenti è tornata di attualità dopo che tre Enforcer della NHL, di 27, 28 e 35 anni sono morti a causa della depressione o delle lesioni riportate durante gli scontri di gioco.
Gli enforcer di solito “passano continuamente da una squadra all’altra, riuscendo a stento a ottenere un contratto per un ruolo che pochi riescono a svolgere bene e che nessun altro vuole.
Uno dei più celebri, Georges Laraque, ha dichiarato: “Odiavo combattere. Odiavo la pressione. Odiavo essere chiamato un picchiatore, un animale. Odiavo promuovere la violenza”.
La violenza si diffuse già nei primi anni del Novecento.
Nel 1905, Alcide Laurin rimase ucciso sul colpo dopo essere stato colpito da un pugno e da un bastone durante una partita tra squadre dell’area di Ottawa.
Chi lo colpì fu un avversario, Allen Loney.
Nel 1907, Owen McCourt dei Cornwall riportò una ferita mortale quando fu colpito dal bastone di un avversario di nome Charles Masson, durante un combattimento con un compagno di squadra di Masson.
Nei primi tempi dello sport, i colpi che i giocatori si scambiavano usando i bastoni erano frequenti e potenzialmente molto pericolosi.
Secondo alcuni, i combattimenti si sono sviluppati proprio come una “valvola di sfogo” per un gioco che è molto fisico e prevede molti contatti ad alta velocità tra i giocatori, in modo da prevenire incidenti più gravi che coinvolgessero l’uso dei bastoni da hockey.
I combattimenti in cui i giocatori si prendono a pugni non sembrano essere diventati frequenti fino agli anni Venti del Novecento, secondo le ricerche svolte da Fitsell, e il comportamento non venne nemmeno menzionato tra i falli possibili (indicando, secondo Fitsell, che era poco diffuso) fino al 1915.
Ma già nel regolamento del 1922, da allora modificato più volte, i combattimenti ricevevano una regolamentazione piuttosto precisa.
I bastoni, gradualmente, smisero di essere usati per colpire gli avversari, e divennero molto rari solo a partire dagli anni Settanta.
Nel 1995 durante una gara dei play-off Claude Lemieux dei Colorado Avalanche caricò nei pressi della panchina Kris Draper dei Detroit Red Wings che, a causa di ciò, sbattè violentemente il viso contro la balaustra: il trauma fu tale che Draper fu sottoposto ad un intervento di chirurgia ricostruttiva del viso.
L’anno dopo la vendetta andò in scena nell’ultima gara di regular season tra le due squadre che si tenne Mercoledì 26 Marzo 1997 in quello che viene ricordato come “Brawl in Hockeytown”(rissa nella città dell’hockey) o anche “Bloody Wednesday” (mercoledì di sangue).
Partita iniziata da neanche 5 minuti e si registra la prima rissa tra due giocatori seguita a metà tempo da un altro round con due atleti diversi; ad un 1’ e 38’’ dalla fine del primo tempo però si scatenò l’inferno in un collettivo tutti contro tutti.
A vendicare Draper fu il collega Darren McCarty che iniziò a prendere a pugni e calci Lemieux che si chiuse in quella che da allora è nota come “posa a tartaruga”.
Patrick Roy, portiere degli Avalanche, non stette a guardare e si diresse a metà campo dove si affrontò con il collega dei Red Wings Mike Vernon, dando vita ad una delle più celebri scazzottate tra portieri.
La partita registrò dieci risse e trentanove falli per un totale di 149 minuti di penalità.
Nel 2000 Marty McSorley dei Boston Bruins colpì alla testa con il bastone Donald Brashear dei Vancouver Canucks a tre secondi dal termine del match, provocandogli lesioni gravi (Brashear cadde a terra sbattendo la testa).
McSorley venne condannato da un giudice a 18 mesi, per aggressione aggravata.
Ma gli episodi di combattimenti tra i giocatori sono aumentati nell’arco dei decenni: nella stagione NHL 1960-61, erano uno ogni cinque partite, mentre nella stagione 1987-88 ogni incontro aveva una media di 1,3 combattimenti.
In seguito la percentuale è scesa leggermente, e oggi la media è di un combattimento ogni due partite.


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martedì 28 ottobre 2014

Spiegazione Advanced Statistics NHL (Corsi, Fenwick, PDO, ZSP, QualComp)

Sulla scia della Sabermetrica usata per il Baseball e in particolare per la MLB, nell'Hockey stanno sempre più prendendo piede le “Advanced Statistics”.
Molti si rifiutano di adottarle però sono interessanti.
Le due principali “nuove” statistiche vengono chiamare “Corsi Rating” e “Fenwick Rating”, la prima in onore di Jim Corsi, ex allenatore dei portieri dei Buffalo Sabres autore di una formula che stabiliva quanto un portiere fosse stato impegnato in partita, per poi determinare il carico di lavoro da assegnargli il giorno dopo in allenamento.
Il suo concetto venne modificato dal blogger Vic Ferrari, che adattò la formula per i giocatori di movimento, creando il “Corsi Rating”.
Vedremo inoltre sommariamente la PDO, ZSP, QualComp.


CORSI RATING
La statistica “Corsi” misura sostanzialmente il numero di tiri scagliati verso la porta avversaria, compresi i tiri bloccati e quelli fuori dallo specchio.
Questo dato viene messo in rapporto con quanto fatto dagli avversari, dando vita ad una sorta di statistica +/- (che può essere espressa in %) che rispecchia l’andamento del gioco.
In poche parole la formula è data dal rapporto tra la somma dei tiri tentati e bloccati(quando un giocatore è sul ghiaccio) per la somma dei tiri subiti e bloccati.


FENWICK RATING
La statistica “Fenwick” è molto simile, ma non tiene conto dei tiri bloccati, in quanto non potrebbero mai rappresentare un’occasione da gol.
La Fenwick viene considerata come una statistica migliore per valutare le prestazioni di una squadra, mentre la Corsi viene solitamente impiegata per valutare i singoli giocatori.
Entrambe sono uno specchio concreto del possesso del disco durante la partita, seppur approssimativo dato che nell’Hockey non viene misurato sistematicamente questo tipo di dato.


ESEMPI
Il tutto parte della banale assunzione che per vincere le partite bisogna avere il puck il più spesso possibile e bisogna scagliarlo verso la porta avversaria. Di riflesso, queste due statistiche avanzate sminuiscono parecchio il valore della statistica “tiri bloccati”, dato che denota una grave mancanza di possesso del disco.
Un esempio concreto: osservando le ultime 4 vincitrici della Stanley Cup, ben 3 squadre erano al vertice della classifica Corsi durante la stagione. Quest’anno i San Jose Sharks e i St.Louis Blues sono state eliminate al primo turno da avversari che hanno terminato la regular season dietro di loro in classifica, ma entrambe Los Angeles Kings e Chicago Blackhawks avevano una statistica Fenwick decisamente migliore.
In maniera analoga, dal punto di vista statistico non deve sorprendere che i Minnesota Wild siano riusciti ad estromettere i Colorado Avalanche.
Gli Avs erano infatti una pessima squadra dal punto di vista delle statistiche avanzate, ma hanno disputato un’ottima stagione grazie alle incredibili prestazioni del portiere Varlamov, che a lungo andare non li ha però potuti salvare dall’eliminazione.
I Wild hanno invece vinto nonostante fossero costretti a schierare il loro terzo e quarto portiere della rosa, ma sull’arco delle sette partite la loro statistica Fenwick era ampiamente migliore.
L’unica apparente falla in questo sistema è rappresentata dai portieri, capaci con le loro prestazioni di far saltare ogni logica dei numeri.
Ne sono un chiaro esempio Varlamov dei Colorado Avalanche e Price dei Montreal Canadiens, capaci di portare le loro squadre nei playoff nonostante si trovassero rispettivamente al 25esimo e 26esimo posto nella classifica Corsi.
Per contro, i Devils non si sono qualificati al post season nonostante una statistica Corsi che era la terza in tutta la NHL.
Cosa è successo? Brodeur ha giocato troppe partite in maniera mediocre, mentre il miglior portiere a livello statistico Cory Schneider è stato impiegato solamente in 45 occasioni.


PDO, ZSP, QUALCOMP
Il PDO (internet alias dell’inventore BrianKing) si ottiene dividendo i gol per i tiri tentati e le parate, e sommando le percentuali.
La ZSP, percentuale di zona iniziale, misura in quale parte del campo un giocatore comincia il suo cambio di linea.
La QualComp, qualità degli avversari, calcola il Corsi Rating dei giocatori che uno si trova davanti.


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domenica 19 ottobre 2014

Sospeso Il Derby Di Salonicco (Basket Greco)


Oggi andava in scena la seconda giornata del campionato greco di pallacanestro con il derby di Salonicco tra Aris e PAOK.
La partita è stata sospesa a 42 secondi dalla fine del secondo quarto con il risultato di 33-31 a favore del PAOK.
Il match è stato interrotto per intemperanze dei tifosi: lancio di oggetti in campo.
Uno di questi ha colpito l'arbitro Panagiotis Anastopoulos .
I tre arbitri hanno chiesto di evacuare la palestra per terminare la partita ma in base al loro rapporto, 400 fan dell'Aris(dei 5.000 presenti) non hanno lasciato in tempo la "Nikos Galis Hall" e questo potrebbe significare una sconfitta a tavolino per l'Aris secondo le regole della lega.
Il presidente dell'Aris Leyteris Arvanitis si è arrabbiato molto ribadendo: "Mr.Anastopoulos è risceso in campo con l'idea di far concludere comunque la partita prima del tempo, visto che abbiamo evacuato l'arena il più velocemente possibile ed erano rimasti solo 10-15 fan all'interno.
Infatti prima della partita mi aveva detto che era pronto ad andarsene perché un bicchiere era stato gettato in campo".


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Lista Di Film Sul Calcio Inglese

Lista di film italiani sul Calcio Inglese:

Best (George Best)
Febbre A 90°
Goal! I
Goal! II(Vivere Un Sogno)
Hooligans
Il Maledetto United
Il Mio Amico Eric
Jimmy Grimble
Sfida Per La Vittoria
Sognando Beckham


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Lista Di Film Sul Baseball

Lista di tutti i film sul Baseball usciti in italiano:

42(La Vera Storia Di Una Leggenda Americana)
Angels
Batte Il Tamburo Lentamente
Bull Durham
Campione Per Forza(Mr.Baseball)
Che Botte Se Incontri Gli Orsi(The Bad News Bears)
Cobb
Di Nuovo In Gioco(Trouble With The Curve)
Ed, Un Campione Per Amico
Gioco D'Amore(For Love Of The Game)
Gli Scaldapanchina(The Benchwarmers)
Hardball
Il Migliore(The Natural)
Il Mito(The Fan)
Il Ritorno Del Campione
L'Arte Di Vincere(Moneyball)
L'Idolo Delle Folle(The Pride Of The Yankees)
L'Imbattibile(Invincible)
L'Uomo Dei Sogni(Field Of Dreams)
Major League I - La Squadra Più Scassata Della Lega
Major League II - La Rivincita
Mr.3000
Otto Uomini Fuori(Eight Men Out)
Ragazze Vincenti
The Babe
Un Gioco A Tre Mani(Bull Durham)
Un Lavoro Da Grande
Un Sogno, Una Vittoria(The Rookie)


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Lista Film Football Americano


Lista di tutti i film di Football Americano, usciti in lingua italiana:

Affrontando I Giganti(Facing The Giants)
Buffalo 66
Cambio Di Gioco(The Game Plan)
Campioni Di Guai
Draft Day
Fever Pitch
Friday Night Lights
I Mastini Del Dallas(North Dallas Bull)
Il Gigante Di New York
Il Lato Positivo
Il Paradiso Può Attendere(Heaven Can Wait)
Il Peggior Allenatore Del Mondo (The Comebacks)
Il Predestinato(Unbreakable)
Il Ribelle
Il Sapore Della Vittoria(Remember The Titans)
Imbattibile
Jerry Maguire
La Canzone Di Brian
La Gang Di Gridiron
Le Riserve(The Replacements)
La Vittoria Di Luke(The 5th Quarter)
M.A.S.H.
Mi Chiamano Radio(Radio)
Ogni Maledetta Domenica
Quella Sporca Ultima Meta
Panico Nello Stadio
Piccoli Campioni(Little Giants)
Rischio A Due(Two For The Money)
Rudy: Il Successo Di Un Sogno
Tempi Migliori
The Blind Side
The Express
The Program
The Waterboy
Una Bionda Per I Wildcats
Una Squadra Molto Speciale(The Longshots)
Varsity Blues
We Are Marshall


SERIE TV
Blue Mountain State(3 Serie)
Friday Night Lights(5 Serie)


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venerdì 17 ottobre 2014

Le Più Incredibili Truffe e Frodi Nello Sport

Nella storia delle truffe (o frodi) sportive ovviamente non esiste solo il Doping.
Dal Doping fai da te di inizio 900 a quello della Germania Est, passando per quello di Atletica e Sci di Fondo negli anni 80 sino ad arrivare a quello calcistico e ciclistico degli anni 90(in primis Tour De France 1998 ma non solo).
Qui invece parlerò dell’alterazione complessiva della contesa, tramite la corruzione, o quantomeno l’accomodamento, di avversari o giudici di gara.


CICLISMO: AI DANNI DI ALFONSO CALZOLARI (GIRO D'ITALIA 1914)
Il Giro d’Italia del 1914: Calzolari balza in testa alla classifica nella seconda tappa, che domina con 23 minuti di vantaggio su Giuseppe Azzini e 34 su un giovanissimo Girardengo.
Parrebbe mettersi bene per il buon Alfonso ma é l’inizio di un incubo.
Indicazioni stradali manomesse per fargli sbagliare percorso, chiodi buttati sotto le ruote per farlo bucare, cadute provocate ad arte dagli avversari, la più grave della quali lo fa quasi annegare in un fosso.
Non c’è limite alla creatività perversa dei suoi rivali e dei di loro tifosi: ma Calzolari, imperterrito, tira dritto.
Fino al clou, nella tappa di L’Aquila, quando una misteriosa auto rossa, a bordo della quale viaggiavano loschi figuri con barbe, cerca di corromperlo proponendogli di trainarlo per qualche chilometro e una volta incassato il rifiuto del campione, lo investe bellamente.
Neanche questa trovata va a buon fine ma, per assurdo, la vittoria dell’incorruttibile Calzolari rimarrà sub judice proprio per via di quel presunto traino e verrà decretata solo alcuni mesi dopo.


CICLISMO: MALABROCCA, CAROLLO E LA MAGLIA NERA
Prima di essere abolita, c’era un tempo in cui nel ciclismo non si battagliava solo per i grandi traguardi ma anche per qualcosa di meno glorioso.
L’ultimo posto in classifica: la leggendaria Maglia Nera.
In realtà, questa divisa identificativa dell’ultima posizione è stata assegnata solo nelle edizioni dal 1946 al 1951 del Giro d’Italia.
Nel corso del tempo questo piazzamento ha perso una parte del suo fascino.
E infatti, per conquistarlo, non si lotta più accanitamente come una volta.
Già, perchè tanti anni fa ne succedevano di tutti i colori, tanto che nascondigli in posti inimmaginabili, imboscate e veri e propri agguati erano quasi all’ordine del giorno.
Tutto questo per conquistare, appunto, la maglia nera che portava soldi e premi vari.
L’unico atleta ad essersi aggiudicato quella disonorevole (almeno apparentemente) casacca per ben due edizioni della corsa rosa è stato Luigi Malabrocca.
La scelta di costui di correre il Giro d’Italia unicamente per chiudere in fondo al gruppo era comprensibile: che senso aveva faticare, sudare e lottare per conquistare un piazzamento certamente dignitoso, ma comunque lontano dalle primissime posizioni?
E non si può dire che sia stata una decisione sbagliata: quasi nessun appassionato si ricorda dell’atleta che ha chiuso in 14esima o in 15esima posizione la corsa rosa edizione 1946, ma molti hanno ancora in mente lui, Luigi Malabrocca, vestito di quel nero sagace e leggendario.
Compie la propria prima impresa nel 1946, militando nelle file della Milan Gazzetta.
Quel Giro è vinto da Gino Bartali, mentre lui è 40°  a 4h09′ dal vincitore.
Il clamoroso bis arriva l’anno successivo.
Stavolta, la maglia rosa è l’amico Fausto Coppi, ma Luisin è sempre ultimo, 50° a quasi sei ore dal primo.
Indossare la maglia nera significa sia ottenere una grande notorietà, sia conseguire dei premi in denaro e in natura superiori a quelli di molti altri atleti.
Così "il Cinese" diventa leggenda, amato e idolatrato dal pubblico quasi al pari dei grandi campioni, anche grazie ad un’ampia dose di astuzia.
Infatti i vari Fazio, Zanazzi e Casola, ovvero gli altri corridori che si sono accorti dell’importanza non solo simbolica di quel piazzamento, nulla possono contro gli stratagemmi inventati da Malabrocca, che vanno dalle finte forature agli incidenti meccanici causati di proposito, passando per il nascondiglio in un pozzo con relativo stupore del contadino proprietario e con un occhio sempre aperto verso l’implacabile giudice del tempo massimo.
Nel 1948 la sua Edelweiss non viene invitata al Giro d’Italia, e la lotta per la maglia nera, vinta da un corridore di prestigio come Aldo Bini, passa quasi inosservata.
Ma le cose cambiano al Giro d’Italia 1949.
Infatti, in quell’anno c’è un altro competitore per l’ambito traguardo della maglia nera, suo malgrado più agguerrito che mai: è Sante Carollo.
Questo giovane aspirante campioncino di Montecchio Precalcino non è particolarmente avvezzo alle gare ciclistiche.
Tappa dopo tappa, Carollo accumula dei ritardi tali che lo mettono in competizione con Malabrocca, dando vita ad uno dei più celebri duelli ricordati dagli appassionati.
Il vicentino, che all’inizio non vedeva di buon occhio la maglia nera, si rende gradualmente conto dell’importanza economica e simbolica di quel ruolo.
Gli permette di portare a casa, come già detto, notorietà e quattrini al tempo stesso.
Come con Bartali e Coppi, anche stavolta i tifosi italiani si dividono in due fazioni, una per ciascuno dei due rivali.
Il Luisin le prova tutte: si nasconde nei fossi per far passare la carovana, sfrutta le informazioni di un amico poliziotto al seguito della corsa, si imbosca nei fienili.
Ma il corridore della Willier ha un vantaggio abnorme, impossibile da dilapidare.
Serve un colpo di genio, che arriva nell’ultima tappa, 267 km pianeggianti tra Torino e l’autodromo di Monza.
A metà giornata Malabrocca parte in tromba, per andare a conquistare un traguardo intermedio con premi, tra lo stupore generale e poi sparisce.
All’arrivo sprinta Giovanni Corrieri su Mario Ricci, terza è la maglia rosa Fausto Coppi, con Carollo nella pancia del gruppo.
Nessuna notizia invece del ciclista di Garlasco, che si è letteralmente volatilizzato: compare sul traguardo dopo oltre 2h30′, e la maglia nera sembrerebbe di nuovo sua.
Senonchè i cronometristi della corsa, stanchi di quella commedia, se n’erano già andati, classificando Malabrocca con lo stesso tempo del plotone principale e annullando le sue chance di aggiudicarsi l’ultima posizione in graduatoria.
Per la cronaca, Luisin, dopo il traguardo volante, aveva sterzato nel cortile di una casa dove gli era stata offerta ospitalità, tra pranzo, bevute e discussioni sugli attrezzi per la pesca, riprendendo la bicicletta, per l’appunto, oltre due ore e mezza dopo il passaggio del gruppo.
Ma tutto è inutile, a causa della rigidità dei giudici di gara, la maglia nera è Sante Carollo, con Malabrocca che si deve accontentare della penultima posizione.
La lotta per la maglia nera al Giro 1950 comincia a diventare meno avvincente: la vittoria di Mario Gestri non entusiasma il pubblico come il duello dell’anno precedente. Nell’impossibilità di ripetere quelle lotte (Carollo era infatti tornato a fare il muratore), la Gazzetta dello Sport rafforza i premi, in denaro e in natura, per l’edizione 1951.
Stavolta la battaglia è più significativa, e alla fine la spunta Giovanni Nane Pinarello, futuro grande costruttore di biciclette ed ex compagno di squadra proprio di Malabrocca.
Con un maestro così, il risultato non poteva essere diverso. Convinto dal compaesano Pietro Nidasio, patron della Nilux, il Cinese torna in corsa al Giro 1952.
Ma la condizione è scarsa a causa della lunga inattività, che lo costringe al ritiro dopo poche tappe.
Inoltre, la maglia nera non esisteva già più, e le lotte per un traguardo, che adesso sì, era solamente simbolico, non avevano più ragione di esistere.


CICLISMO: VAN LOOY E BEHEYT(MONDIALI 1963)
Passano 50 anni, ed è sempre lo sport delle due ruote a ricordarci che la truffa é innanzitutto improvvisazione, capacità di passare inosservati e colpire al momento propizio.
Corre l’anno 1963 e per il Belgio l'11 di agosto é un giorno speciale.
La cittadina di Renaix ospita i Campionati del Mondo su strada, che hanno nel superbo velocista di casa Rik Van Looy il logico favorito.
E infatti all’imbocco del rettilineo finale l’esito pare scontato.
Sono rimasti una ventina di corridori: Van Looy é il più veloce allo sprint, e può contare su un manipolo di gregari pronti a tiragli la volata.
Tutti tranne uno, Benoni Beheyt.
Un ragazzino promettente ma decisamente acerbo, notato e quasi imposto dallo stesso Van Looy, in una Nazionale belga costruita in apparenza su misura per le esigenze del grande campione.
In apparenza, perché quando il suo vice, Gilbert Desmet, scatta a una manciata di chilometri dal traguardo, Van Looy comincia a capire che c'é qualcuno che rema contro fra i suoi.
Già, ma Beheyt: chi poteva immaginarselo.
Lamenta crampi da metà gara, tanto da chiamarsi fuori dal lavoro di gregario e far sapere per tempo al capitano di non aver più nulla da spendere nei chilometri finali.
Volata: Van Looy parte lungo, forse troppo, quando da dietro rinviene a tutta velocità una sagoma.
Beheyt rimonta fino ad affiancare Van Looy e giusto sul traguardo gli dà una manata sulla schiena per scansarlo (o chissà, per sospingerlo in un tardivo gesto di pentimento).
Quel che é certo, é che per questo Giuda delle Fiandre sarà l’inizio della fine.
In Belgio l’opinione pubblica non lo accoglie certo come un eroe.
Van Looy gli fa terra bruciata e l’ambiente lo respinge: sarà costretto a chiudere la carriera tre anni dopo, a ventisei anni, con quell’unica ma indimenticabile vittoria.


BASKET: OKK BELGRADO V REAL MADRID (1965)
La semifinale di andata tra Real Madrid ed Okk Belgrado finì 84-61: non c'è che dire un bel punteggio e difficilmente rimontabile. Se non che i serbi, a Belgrado, decidono d'inventarsi il "minuto jugoslavo" (come verrà ribattezzato dalla stampa spagnola).
Questa partita, al posto dei canonici 80 minuti, ne durò ben 113 senza overtime!
primo tempo durò 47 minuti e il secondo 66.
Alla fine, OKK vinse per 113-96 non riuscendo a recuperare lo svantaggio accumulato nella prima gara-
L'OKK era allenato da Borislav Stankovic, il futuro segretario generale della FIBA, mentre il Real Madrid da Pedro Ferrandiz, che, decenni dopo, avrebbe costruito la fondazione che porta il suo nome. La stampa spagnola si accorse subito delle magagne scrivendo che "qualcosa è accaduto con il cronometro di gara ufficiale".
Infatti i serbi "truccarono" l'orologio ufficiale che scoccava i secondi molto più lentamente.
A prima vista, tutto sembrava normale, ma in realtà ogni minuto ne durava quasi il doppio. All'intervallo, l'OKK Belgrade conduceva 45-32, riducendo il deficit della serie a 10 punti.
Al 29 ° minuto, i padroni di casa riuscirono a portare il vantaggio a 20 punti, 70-50 ma come detto il punteggio finale sarà "solo" un +17.
In seguito, un'analisi della partita dimostrò che il primo tempo durò 47 minuti e il secondo 66.
La stampa spagnola soprannominò il trucchetto come "The Yugoslav Minute".


ATLETICA LEGGERA: STELLA WALSH (ANNI 30) E CASTER SEMENYA(2009)
Certo, talvolta questi episodi di per sé ameni o quantomeno bizzarri nascondono risvolti spiacevoli e vicende umane complesse.
C’è una stella nel firmamento dell’atletica femminile degli anni ’30.
Di nome e di fatto: si chiama Stella Walsh, pseudonimo angolofono di Stanislawa Walasiewicz, Polacca trapiantata con la famiglia negli Stati Uniti, è un’atleta straordinariamente poliedrica, capace di disimpegnarsi nella velocità come nei lanci di disco e giavellotto.
Come portabandiera della sua patria d’origine, vince un oro nei cento metri alle Olimpiadi di Los Angeles del 1932 e un argento quattro anni dopo nella stessa specialità a Berlino, oltre a due ori e due argenti agli Europei del 1938.
Finito di gareggiare, Stanislawa, vive un’esistenza serena negli USA, si sposa con un pugile e muore nel 1980, durante una rapina a Cleveland.
Possiamo ben immaginare lo stupore del medico legale, quando durante l’autopsia scopre che l’ex campionessa ha...genitali maschili!
Rarissimo caso di ermafroditismo, la Walasiewicz ha mantenuto comunque le medaglie conquistate. La scoperta postuma le ha risparmiato invece le orrende speculazioni di cui é stata vittima dopo i Mondiali di atletica del 2009 la sudafricana Caster Semenya: derisa dalle avversarie e buttata allo sbaraglio dall’avida Federazione del suo Paese, che tace degli ambigui esami sulla sessualità della ragazza e anzi tenta di salvare la faccia aizzando l’opinione pubblica locale contro gli organismi internazionali.


ATLETICA LEGGERA: GIOVANNI EVANGELISTI (MONDIALI 1987)
Evangelisti é fra le punte di diamante della spedizione azzurra per i Mondiali casalinghi di Atletica Leggera a Roma nel 1987.
Dopo cinque salti su sei, però, Evangelisti é solo quarto con la misura di otto metri e diciannove centimetri, dietro l’irraggiungibile Carl Lewis (8.67), il russo Emmian (8.53) e l’altro statunitense Myricks (8.33).
Evangelisti va per l’ultimo tentativo, che tuttavia non sembra un granché anche a occhio nudo. Atterra sulla sabbia, si rialza e se ne va sconsolato.
Percorre con la coda fra le gambe qualche metro, poi sente il boato del pubblico dell’Olimpico: 8.38, medaglia di bronzo!
Lì per lì rimane basito, poi sale sul palco delle premiazioni, ma sempre con stampato in faccia che qualcosa non quadra.
Non c’é bisogno di tecnologie in dotazione alla NASA per calcolare che il salto é più corto di un buon mezzo metro rispetto a quanto dichiarato.
La polemica divampa: lì per lì ci si arrampica sugli specchi, si invoca l’errore umano o un maledetto guasto alle apparecchiature.
Ci volle un po’ per comprendere l’arcano e si capisce anche il perché.
Un giudice italiano, dopo esser riuscito con una scusa ad allontanare il giudice internazionale dalla pedana, aveva preventivamente piantato nella sabbia un picchetto prisma (che, raccordato con l’asse di battuta, permette la misurazione) a una certa distanza dando come risultato automatico la misura prefissata.


CALCIO: JOHAN CRUIJFF(MONDIALI 1978)
E' stato per trent'anni uno dei grandi misteri del football internazionale: perché Johan Cruijff, l'attaccante olandese simbolo del calcio totale, considerato trai i più forti giocatori di tutti i tempi, decise di non partecipare con la nazionale del suo paese ai mondiali del 1978 in Argentina?
Com'è noto, l'Olanda giunse in finale ma venne sconfitta, 3-1 ai supplementari, dai padroni di casa.
E molti pensano ancora oggi che con Cruijff in campo l'Olanda avrebbe vinto.
Nel 1978 l'assenza di Cruijff venne attribuita a varie cause: contrasti personali con la federcalcio olandese sugli sponsor della nazionale, un gesto contro la giunta militare di estrema destra che governava l' Argentina, indebita influenza di sua moglie, Danny Coster.
Lui non si era mai pronunciato pubblicamente sull' argomento, sino a che «Non andai in Olanda perché qualche mese prima subii un tentativo di rapimento che cambiò per sempre la mia visione della vita, e del ruolo che in essa ha il calcio».
Una sera, vari rapinatori armati penetrarono nella villa di Cruijff, legarono lui e i suoi familiari e pretesero un riscatto.
«Qualcuno mi puntò un fucile alla testa, legò me e mia moglie, davanti ai nostri tre bambini, nella nostra casa di Barcellona».
Cruijff riuscì a liberarsi, il rapimento fallì, ma da quel giorno la vita non gli sembrò più la stessa.
«I miei figli andavano a scuola accompagnati dalla polizia», racconta nell' intervista.
«Poliziotti dormirono nella nostra casa per tre o quattro mesi. Io andavo alle partite con le guardie del corpo. Queste cose cambiano il tuo punto di vista su molte cose. Ci sono momenti in cui altri valori prendono il sopravvento.
Volevamo mettere fine a quella situazione, fare una vita diversa.
Pensai fosse venuto il momento di lasciare il calcio e per questo decisi di non giocare ai mondiali in Argentina».
In realtà Cruijff non lasciò definitivamente il calcio ma emigrò negli USA.


CALCIOSCOMMESSE ANNI 80: ITALIA
All’epoca venne chiamato “Totonero”, in riferimento al Totocalcio, il concorso a premi sui risultati delle partite organizzato Monopoli di Stato.
Un evento di una simile portata si sarebbe ripetuto nel 1986, quando ci fu un altro scandalo per scommesse, e poi nel 2011, le cui indagini e processi sportivi sono ancora in corso.
Il 23 marzo 1980, mentre si giocava la 24esima giornata di Serie A e 27esima di Serie B, la polizia fece irruzione su alcuni campi da gioco dove erano in corso partite di squadre e calciatori sospettati dai magistrati di attività illecite. Le immagini degli arresti e delle operazioni della polizia vennero persino trasmesse in diretta dalla celebre trasmissione sportiva della RAI “90° minuto”.
Quel 23 marzo e nei giorni successivi vennero arrestati 13 calciatori di serie A e B, alcuni anche molto famosi: Stefano Pellegrini (Avellino), Sergio Girardi (Genoa), Massimo Cacciatori, Bruno Giordano, Lionello Manfredonia, Giuseppe Wilson (Lazio), Claudio Merlo (Lecce), Enrico Albertosi e Giorgio Morini (Milan), Guido Magherini (Palermo), Mauro Della Martira, Luciano Zecchini e Gianfranco Casarsa (Perugia). Tutti venero trasferiti a Roma per essere interrogati: l’accusa contro di loro era truffa aggravata e continuata. A Paolo Rossi (Perugia), Fernando Viola e Renzo Garlaschelli (Lazio), invece, vennero notificati tre ordini di comparizione per concorso in truffa. Vennero arrestati anche il presidente del Milan, Felice Colombo, e quello della Lazio, Umberto Lenzini, che ebbe un malore.
Complessivamente oltre 50 giocatori risultavano indagati dalla magistratura.
Gli arresti vennero decisi dopo che l’1 marzo 1980 era accaduto un fatto decisivo per l’intera vicenda.
Quel giorno il ristoratore Alvaro Trinca e il fruttivendolo Massimo Cruciani fecero una denuncia alla Procura di Roma: i due sostenevano di esser stati truffati da 27 calciatori che dopo aver ricevuto da loro molto denaro per falsare i risultati di alcune partite non avrebbero rispettato i patti. A causa del loro comportamento, Trinca e Cruciani avevano contratto notevoli debiti con gli allibratori delle scommesse clandestine (il “Totonero”, appunto):

"La mia storia comincia sei anni fa, nel 1974, quando in una stessa settimana venni avvicinato a più riprese da alcuni scommettitori clandestini: una volta vennero al mio ristorante “La Lampara”, un’altra mi diedero appuntamento in un bar sotto casa, una terza c’incontrammo a via Veneto. lo sapevo già da allora che intorno al calcio si muoveva un vorticoso giro di miliardi legato alle scommesse clandestine. Loro sapevano che ero amico di tanti calciatori, che Antognoni della Fiorentina, Giordano e Manfredonia della Lazio, Capello del Milan e altri ancora mi avevano invitato al loro matrimonio. Sapevano molte cose su di me e così non mi stupii quando questi signori, mostrandomi la loro schedina e le loro quote, mi invitarono a scommettere su una partita del campionato di calcio".

Negli anni Settanta, dunque, Trinca cominciò a scommettere clandestinamente (all’epoca in Italia non era possibile scommettere legalmente sulle partite di calcio).
Dopo un po’ Trinca coinvolse anche il suo amico Cruciani, ma presto i due cominciarono a perdere molto denaro.
Allora, come ha dichiarato lo stesso Trinca nell’aprile del 1980:

Il giro delle scommesse grosse, almeno per noi, comincia nel ’79. 
Eravamo in perdita, così quando sapemmo che saremmo potuti rientrare coi soldi truccando il risultato di qualche partita, ci mettemmo all’opera. Per cominciare ci dividemmo i compiti: io facevo le scommesse, Massimo teneva i rapporti con i calciatori. La prima occasione favorevole ci giunse per telefono. Tramite il capitano della Lazio, Pino Wilson, mi misi in contatto con il giocatore del Palermo Guido Magherini, che io conoscevo dal ’70, epoca in cui giocava nella Lazio. Un martedì dell’ottobre scorso, il giorno prima della partita amichevole Palermo-Lazio, Magherini che fin da ora posso indicare come il cervello di tutta questa storia, un personaggio che deve aver incassato centinaia e centinaia di milioni ci disse che molte partite di serie A e B potevano essere truccate, e che si sarebbe potuto “combinare” anche il risultato di quell’amichevole puntando una forte cifra sul pareggio in quanto il risultato era assicurato. 

Questo ce lo confermò anche Wilson: “Tanto è una partita di cui non ci frega niente”.
Così scommisi sul pareggio tre milioni per noi, e un milione a testa per Wilson e Magherini; purtroppo, siccome l’arbitro non arrivò in tempo e la partita venne diretta dall’allenatore del Palermo, i bookmaker la considerarono non regolare e non convalidarono il pareggio.
“Peccato, ce la faremo un’altra volta”, mi disse, salutandomi, Magherini.
Il caso scoppiò a pochi mesi dall’inizio degli Europei di calcio del 1980 che quell’anno si sarebbero svolti proprio in Italia.
Dalle testimonianze di Trinca e Cruciani gli inquirenti dissero di essere risaliti a un giro di miliardi di lire che coinvolgeva diverse squadre e che era legato alle scommesse clandestine. Il fenomeno sembrava piuttosto radicato, in quanto avvicinare calciatori e dirigenti sembrava cosa piuttosto facile.
Inoltre, da quello che è venuto fuori dalle indagini, spesso le presunte combine non riuscivano per varie cause, tra cui disaccordi tra i calciatori, complotti e coincidenze sfortunate:

"Quella domenica del 13 gennaio doveva essere il giorno del nostro riscatto. Con Cruciani infatti avevamo deciso di giocare una martingala su quattro partite, tre delle quali sapevamo combinate: la vittoria della Lazio sull’Avellino e i pareggi della Juventus col Bologna e del Genoa col Palermo; la quarta partita, Pescara-Inter, era l’unica pulita, e noi puntammo sulla vittoria dell’Inter. Per Bologna-Juve, Massimo mi aveva riferito che il risultato era stato già pattuito dal presidente della Juve Boniperti e da quello del Bologna Fabretti; era una partita talmente sicura che a Cruciani telefonarono Carlo Petrini e Giuseppe Savoldi del Bologna chiedendogli di puntare a loro nome e di altri compagni 50 milioni sul pareggio. 
Io e Cruciani scommettemmo sulle quattro partite 177 milioni. 
E facemmo altre puntate a nome di altri giocatori di cui per ora non faccio il nome. 
Se tutto filava liscio avremmo vinto un miliardo e 350 milioni e pagato tutti i debiti che avevamo con i bookmaker. Purtroppo ci fregò la Lazio, che invece di vincere come d’accordo la partita con l’Avellino la pareggiò, cosi saltò la nostra martingala sulle quattro partite. Quanto ai 50 milioni che avevo sborsato per conto di Cordova, costui non me li ha più restituiti. Sono convinto che, nonostante mi avesse promesso la vittoria della Lazio, abbia fatto invece di tutto per il pareggio. 
Non so, probabilmente avrà giocato centinaia di milioni su questo risultato…
L’ultima partita su cui scommettemmo fu Bologna-Avellino. Durante la settimana prendemmo contatti con Stefano Pellegrini e altri giocatori dell’Avellino. 
Loro dissero: “Non c’è bisogno di accordi né di soldi: pareggiare a Bologna ci sta bene”. Per il Bologna ci accordammo con Petrini, Savoldi, Paris, Zinetti, Dossena e Colomba.
La partita non rispettò le promesse: il Bologna vinse 1 a 0, noi perdemmo tutti i soldi, e a quel punto eravamo completamente rovinati. Avevamo un debito con gli allibratori clandestini di ben 950 milioni. Soldi che, in gran parte, ci erano stati truffati dai calciatori. 
Non ci restava che una cosa da fare: l’esposto alla magistratura".

Squadre coinvolte:
Lazio: retrocessione in Serie B.
Milan: retrocessione in Serie B (la prima della sua storia).
Avellino: 5 punti di penalizzazione nel Campionato 1980-1981.
Bologna: 5 punti di penalizzazione nel Campionato 1980-1981.
Perugia: 5 punti di penalizzazione nel Campionato 1980-1981.


CALCIOSCOMMESSE 1986: ITALIA
Venne identificato come "Totonero Bis", in quanto secondo scandalo Scommesse.
Il tutto venne a galla per via d'intercettazioni telefoniche.
Il 2 maggio 1986 si costituiva e veniva arrestato Armando Carbone, braccio destro di Italo Allodi (a quell'epoca dirigente del Napoli) e confessò l'esistenza di un giro di scommesse riguardanti alcune partite di calcio nei campionati professionistici, dalla Serie A fino alla Serie C2, dal 1984 al 1986.
Maraschin, all'epoca presidente del Vicenza, confessò di aver versato 120 milioni di lire per vincere la partita contro l'Asti e lo spareggio contro il Piacenza nel Campionato di Serie C1 1984-1985, ma di non aver truccato nessun incontro della Serie B 1985-1986. In realtà vennero raccolte alcune intercettazioni telefoniche che dimostrarono il contrario, soprattutto negli incontri contro Monza e Perugia. Successivamente anche il presidente del Perugia, Spartaco Ghini, ammise che la sua società, unica tra quelle inquisite a preferire la retrocessione piuttosto che una forte penalizzazione, aveva commesso illeciti sportivi.
Vennero deferite alla procura federale della FIGC, gestita da Corrado De Biase, le seguenti società:
Bari (*)
Napoli (*)
Udinese
Brescia (*)
Cagliari
Empoli (*)
Lazio
Monza (*)
Palermo
Perugia
Sambenedettese (*)
Triestina
Vicenza,
Cavese
Foggia
Reggiana (*)
Carrarese (*)
Salernitana (*)
Pro Vercelli (*)

Alcune di loro vennero prosciolte dall'inchiesta (società indicate con l'asterisco), mentre le altre subirono diverse penalizzazioni.


CALCIOSCOMMESSE 2011: ITALIA
Noto anche come Scommessopoli, lo scandalo venne alla luce il 1º giugno 2011 quando, a seguito di indagini condotte dalla Procura di Cremona nell'ambito dell'inchiesta denominata Last Bet, furono eseguiti numerosi provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di varie persone legate al mondo del calcio e a quello delle scommesse sportive.
Fra i nomi più noti, spiccavano quelli del capitano dell'Atalanta Cristiano Doni e degli ex calciatori Stefano Bettarini e Giuseppe Signori.
Nell'indagine sportiva, condotta dal Procuratore Federale Stefano Palazzi, furono deferiti alla Commissione Disciplinare della Federcalcio 26 tesserati e 18 società, con accuse che spaziavano dall'illecito sportivo alla semplice violazione del divieto di scommettere per i tesserati.
I processi sportivi svoltisi nell'agosto 2011 videro gli organi giudicanti della FIGC accogliere sostanzialmente l'impianto accusatorio di Palazzi: furono irrogate pesanti squalifiche nei confronti di molti tesserati, ritenuti colpevoli di illecito sportivo, e diversi punti di penalizzazione nei confronti delle società coinvolte per responsabilità oggettiva o presunta.
Due società (Alessandria e Ravenna) furono ritenute direttamente responsabili e pertanto furono retrocesse di categoria.
Il 19 dicembre 2011 furono eseguiti nuovi arresti nell'ambito della seconda tranche dell'inchiesta della procura di Cremona.
Fra gli altri furono arrestati l'ex calciatore Luigi Sartor e l'ex capitano dell'Atalanta Doni, già squalificato per tre anni e mezzo dalla giustizia sportiva.
Finirono sotto inchiesta diverse partite (anche di Serie A e di Coppa Italia) non solo della stagione 2010-2011, ma anche di quella precedente (2009-2010) e dell'anno successivo (2011-2012).
Il 4 febbraio 2012 fu arrestato il portiere del Piacenza Mario Cassano, mentre il 2 aprile 2012 finì agli arresti, nell'ambito di un'inchiesta parallela condotta dalla Procura di Bari, l'ex difensore barese Andrea Masiello (nel frattempo trasferitosi all'Atalanta).
Durante la seconda fase la Procura di Cremona rivelò che si era giunti all'arresto dei nuovi indagati in seguito ad un'inchiesta transnazionale sul calcio scommesse partita da Singapore in particolare grazie alle dichiarazioni di Wilson Raj Perumal, cittadino di Singapore arrestato in Finlandia.
L'organizzazione aveva poi delle diramazioni in tutto il mondo e in particolare in Italia tramite il gruppo dei "bolognesi", riconducibile a Signori, e quello degli "zingari" riconducibile ad Almir Gegić e Carlo Gervasoni. La forza economica e corruttiva del "Dan" sarebbe stata tale da arrivare ad ipotizzare l'acquisto dell'AlbinoLeffe al fine di truccare le partite.
Il 28 maggio 2012 una nuova ondata di provvedimenti restrittivi colpì, fra gli altri, il vice-capitano della Lazio Stefano Mauri e l'ex giocatore del Genoa Omar Milanetto (nel frattempo trasferitosi al Padova).
Fra gli indagati non sottoposti a provvedimenti restrittivi comparvero i nomi dell'ex allenatore del Bari Antonio Conte, del quale venne disposta la perquisizione dell'abitazione, degli ex baresi Andrea Ranocchia e Leonardo Bonucci e degli ex genoani Domenico Criscito e Rodrigo Palacio.
Criscito, in ritiro pre europeo con la nazionale italiana insieme a Bonucci, subì la perquisizione della propria camera d'albergo a Coverciano e, a differenza di Bonucci, venne immediatamente escluso dalla lista definitiva dei convocati per l'europeo in quanto destinatario di avviso di garanzia. L'accusa per tutti gli indagati era sempre quella di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed alla frode sportiva.
Con le medesime accuse e con l'aggravante del riciclaggio di denaro sporco risultava ancora indagato Giuseppe Signori, già radiato dalla giustizia sportiva.
Tra maggio ed agosto 2012 si svolsero i processi sportivi relativi ai nuovi filoni d'inchiesta delle procure di Cremona e Bari.
Alcuni dei deferiti erano già stati giudicati e sanzionati nel primo filone di indagini.
Le partite sotto inchiesta riguardavano le stagioni dal 2009-10 al 2011-12.
Alle società coinvolte furono inflitte penalizzazioni di varie entità, da scontarsi nelle classifiche dei campionati 2012-2013, per responsabilità oggettiva negli illeciti contestati ai propri tesserati.
Solo per il Lecce fu riconosciuta la responsabilità diretta della società e conseguentemente i pugliesi furono retrocessi di categoria (come era accaduto un anno prima ad Alessandria e Ravenna).
Il 22 giugno 2012 vi furono, da parte della Procura di Bari, i primi rinvii a giudizio per lo scandalo calcioscommesse: fu disposto il rito immediato nei confronti di Andrea Masiello e dei suoi amici Carella e Giacobbe.
Il 30 novembre la procura di Cremona ha chiesto una proroga di sei mesi per 33 degli indagati per il calcioscommesse, tra i quali Antonio Conte, Leonardo Bonucci, Stefano Mauri, Domenico Criscito, Giuseppe Sculli, Christian Vieri, Kakhaber Kaladze, Massimo Mezzaroma e Giorgio Perinetti.


CALCIOPOLI 2006: ITALIA
Calciopoli scoppia nel 2006 a seguito di intercettazioni telefoniche, in ordine di tempo, è il terzo scandalo che si riperquote sul calcio italiano(poco dopo arriverà Scommessopoli nel 2011, già trattato in precedenza).
Le accuse rivolte ai molteplici imputati, tra cui spiccano i nomi di Luciano Moggi e Antonio Giraudo per la Juventus, Andrea Della Valle per la Fiorentina, di Claudio Lotito per la Lazio e di Pasquale Foti per la Reggina, spaziavano dalla violazione delle norme di lealtà, correttezza e probità sportiva all'illecito sportivo vero e proprio.
Furono coinvolti nello scandalo anche i due designatori arbitrali dell'epoca, cioè Pierluigi Pairetto e Paolo Bergamo e diversi arbitri: Massimo De Santis, che avrebbe dovuto rappresentare l'Italia al Campionato mondiale di calcio 2006 (sostituito in seguito allo scandalo da Roberto Rosetti), Paolo Dondarini, Gianluca Paparesta, Paolo Bertini, Domenico Messina, Gianluca Rocchi, Paolo Tagliavento, Pasquale Rodomonti. Accusati anche i vertici della Federcalcio, precisamente il presidente Franco Carraro ed il vicepresidente Innocenzo Mazzini, ed il presidente dell'AIA Tullio Lanese.
Secondo l'accusa i dirigenti di società coinvolti intrattenevano rapporti con i designatori arbitrali atti ad influenzare le designazioni per le partite delle proprie squadre in modo da ottenere arbitri considerati favorevoli.
In questo erano spesso appoggiati o spalleggiati dagli esponenti della federazione coinvolti nell'inchiesta.
Sempre secondo l'accusa era pratica comune inoltrare attraverso i designatori arbitrali o la FIGC recriminazioni e velate minacce nei confronti degli arbitri considerati non favorevoli.
Luciano Moggi risultò essere in contatto anche con giornalisti ed opinionisti della tv e della carta stampata, come Aldo Biscardi e l'ex arbitro ed ex designatore Fabio Baldas (alcune telefonate evidenziano come Moggi suggerisse l'interpretazione degli episodi mostrati dalla moviola durante Il processo di Biscardi). Persino l'allora Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, secondo le intercettazioni, avrebbe richiesto tramite Moggi favori arbitrali per la squadra del Sassari Torres, militante all'epoca in Serie C1.
Oltre a Biscardi (La7) avevano regolari contatti telefonici con il dirigente juventino anche i giornalisti Tony Damascelli (Il Giornale), Guido D'Ubaldo (Corriere dello Sport), Franco Melli (Il Tempo e ospite a Il processo di Biscardi), Lamberto Sposini (TG5 e ospite a Il processo di Biscardi), Giorgio Tosatti (Raisport), Ignazio Scardina (Rai Sport) e Ciro Venerato (Rai Sport).
La posizione di quasi tutti i cronisti sotto il profilo penale fu archiviata nel 2007, anche se molti di loro furono sospesi per qualche tempo dall'Ordine dei giornalisti (erano accusati di farsi consigliare da Moggi cosa dire in tv o cosa scrivere sui loro giornali). L'unico ad essere indagato e processato per associazione a delinquere fu Ignazio Scardina.
Intervenuto in TV alla trasmissione Matrix, condotta da Enrico Mentana, l'ex designatore Paolo Bergamo affermò che le telefonate a lui ed al suo collega Pierluigi Pairetto da parte dei dirigenti delle diverse squadre erano molto frequenti. In particolare dichiarò di aver ricevuto spesso telefonate dai dirigenti dell'Inter, squadra a cui era stato assegnato a tavolino lo Scudetto 2005-2006.
Bergamo disse anche di aver parlato più volte, durante la stagione calcistica 2003-2004, con l'allora allenatore della Roma, Fabio Capello, per concordare le designazioni delle gare dei giallorossi.
La FIGC non ha considerato queste affermazioni valide perché venissero aperti nuovi filoni d'indagine, visto che non c'erano prove che potessero confermarle.
Alcune intercettazioni riguardanti i dirigenti dell'Inter erano viceversa uscite, ma non furono giudicate rilevanti fino al 2010, quando furono portate al processo di Napoli dagli avvocati della difesa.
Insistenti voci, nel corso dello svolgimento delle indagini, hanno avanzato il timore che la possibile vittoria della Nazionale italiana al Campionato mondiale di calcio 2006 (poi effettivamente verificatasi) avrebbe potuto insabbiare la vicenda, magari portando a una sorta di amnistia come avvenuto per il Calcioscommesse del 1980 dopo la vittoria azzurra al Mondiale 1982.


CALCIO: BRASILE-CILE(QUALIFICAZIONI MONDIALI 1990)
Facciamo un salto al 1990 e rimaniamo nel mondo del calcio.
E’ il 1989 e al Maracanà di Rio de Janeiro si disputa una delicatissima partita fra Brasile e Cile, per la qualificazione al Mondiali di calcio di Italia ’90.
I padroni di casa hanno un goal di vantaggio e il lasciapassare per la massima rassegna mondiale in mano, quando scoppia il caos.
Il portiere cileno Roberto Rojas stramazza al suolo, avvolto nel fumo di un bengala/petardo scagliato dalle tribune.
E’ in un lago di sangue e si contorce dal dolore: così i suoi compagni lo accompagnano a braccia fuori dal terreno di gioco, rifiutandosi categoricamente di riprendere il match, mentre uno di loro, Patricio Yanez, si rivolge verso il settore da cui é partito il fumogeno con rimostranze non propriamente da educanda.
Il Brasile é sull’orlo della catastrofe nazionale: la sconfitta a tavolino significa l’esclusione dal Mondiale, un’onta mai subita dalla Nazionale più titolata del pianeta.
Ma lo sconforto dura pochi giorni.
Da riprese televisive e testimonianze dirette pare infatti evidente che il razzo é caduto ad almeno un metro da  Rojas.
E allora, tutto quel sangue? Beh, basta nascondere una lametta in un guanto, attendere il momento propizio e incidersi una zona particolarmente vascolarizzata, tipo il sopracciglio.
Ironia della sorte, Roberto Rojas militava all’epoca in Brasile al San Paolo.
Radiato dalla FIFA e riabilitato dopo una decina d’anni, é tornato nel Paese che volentieri l’avrebbe linciato, dove si è costruito un’onesta (in tutti i sensi) carriera da preparatore dei portieri.


PATTINAGGIO SU GHIACCIO: NANCY KERRIGAN E TONYA HARDING(1994)
Gennaio 1994.
Tutto ha inizio un paio di mesi prima, quando Tonya Harding con un’adolescenza disgraziata alle spalle e una tumultuosa love-story con un teppistello da strapazzo, riceve delle minacce di morte.
La Harding, talento immenso ma in precoce declino, entra finalmente nel cuore degli appassionati, al punto da insidiare la rivale di sempre, Nancy Kerrigan, eterea e aggraziata quanto lei era stagna e muscolare. Le Olimpiadi di Lillehammer sono alle porte, c’é posto per sole due atlete a stelle e strisce e non va sottovalutata l’impetuosa ascesa della tredicenne Michelle Kwan.
Siamo alla vigilia della gara di selezione, quando un tizio incappucciato irrompe nel bel mezzo di un’intervista e fracassa il ginocchio della bella Nancy.
Vince la Harding davanti alla Kwan.
La Kerrigan guarda le rivali da una stanza d’ospedale, ma l’infortunio si rivela meno grave del previsto e la Federazione statunitense fa uno strappo alla regola decidendo a furor di popolo di portarla alle Olimpiadi al posto della Kwan.
Il patatrac scoppia pochi giorni dopo: l’aggressore é uno scagnozzo assoldato dal marito di Tonya Harding e le presunte minacce di morte una messinscena nel quadro di un disegno criminale più ampio.
Ma in attesa di un giudizio definitivo (il suo coinvolgimento sarà acclarato definitivamente solo in seguito) si decide di portare in Norvegia anche la Harding.
Così, il 23 febbraio a Lillehammer va in scena l’atto finale, come nel più classico dei polpettoni sentimentali hollywoodiani.
Tonya sbaglia tutto fra pianti e crisi isteriche.
Nancy conquista una medaglia d’argento che con un po’ di buona sorte poteva essere d’oro.
Entrambe chiuderanno lì la loro carriera: Nancy monetizzerà a dovere l’improvvisa notorietà, mentre Tonya si arrabatterà fra video porno col consorte cospiratore e spogliarelli in nightclub di provincia.


FORMULA 1: SPY STORY E SAFETY CAR STRATEGICHE
Siamo nel 2007 e Nigel Stepney, dal 1993 meccanico della Ferrari, non é decisamente di buon umore.
Si aspettava una promozione dopo l’abbandono del Direttore Tecnico Ross Brawn, ma ciò non accade.
Stepney non la prende bene e decide di vendicarsi, trasformandosi in un bambino birbante e capriccioso.
Il primo sabotaggio é esilarante, e consiste nel versare delle vitamine  in polvere  nel serbatoio di Raikkonen e Massa per far ingolfare il motore.
Il secondo é più elaborato e coinvolge anche i grandi rivali della McLaren.
Trattasi della cessione di dati top secret sulla monoposto di Maranello a un tecnico della squadra inglese, Mike Coughlan.
Ma il Gatto e la Volpe come spie lasciano alquanto a desiderare: a fare scoppiare il caso é infatti l’impiegato della copisteria in cui fanno fotocopiare i documenti segreti, che insospettivo telefona alla Ferrari.
Ma al peggio non c’é mai fine e due anni dopo scoppia l’affaire Piquet, che porta alla radiazione (pur fra mille contestazioni) di Flavio Briatore.
La vicenda riguarda il G.P. di Singapore dell’anno precedente.
Nelson Piquet junior come pilota non ha un briciolo del talento del padre, ma la Renault capitanata da Briatore gli dà comunque l’occasione per rendersi utile.
Il suo compito é schiantarsi contro muro.
Nel punto giusto e al momento giusto (e possibilmente senza farsi male): in modo da agevolare gli strateghi del team, che già a conoscenza del momento dell’interruzione e del conseguente ingresso della Safety Car, possono così predisporre un piano di corsa infallibile per il compagno Alonso (che infatti vince).
Un anno dopo Piquet, appena licenziato dalla Renault per scarsità di risultati, si ricorda di quella losca storia, spiattella tutto e ottiene soddisfazione.


SCACCHI: ARCANGELO RICCIARDI (2015)
Uno dei primi casi fu quello di Borislav Ivanov, il giocatore bulgaro sospettato di essere un cheater “seriale”, espulso dalla propria Federazione e squalificato dalla Fide.
Invece a settembre 2015 Arcangelo Ricciardi, vercellese classe 1978, è stato il chiacchierato e sorprendente protagonista del tradizionale festival internazionale di Imperia, conducendo il torneo fino al 7° turno; prima dell’8°, però, in seguito a un controllo con il metal detector, il giocatore è stato trovato in possesso di una microcamera nascosta in un ciondolo e, pare, anche di un dispositivo elettronico posizionato sotto un braccio.
Ed è stato espulso.
Nel torneo ligure Ricciardi partiva con il numero 35 di tabellone e un Elo di 1829.
Nulla poteva far presagire un suo exploit, anche considerato il piazzamento ottenuto nel suo più recente torneo, l’Expo Milan Chess Move del giugno scorso: 8° su 14 partecipanti con 4 punti su 9, sia pure con una performance di oltre 200 punti superiore al proprio rating.
A Imperia, invece, il vercellese ha macinato punti su punti fin dall’inizio, affrontando solo avversari più quotati lungo il suo percorso e battendo fra gli altri il GM francese Nikolay Legky e il MI slovacco Stefan Mazur, numeri due e tre di tabellone.
Proprio le partite contro Legky e Mazur, nelle quali Ricciardi ha giocato un elevato numero di mosse corrispondenti alla prima o alla seconda scelta dei motori d’analisi, hanno fatto sorgere più di un sospetto sulla regolarità della sua condotta sportiva.
Il 3 settembre, dopo il sesto turno nel quale ha inflitto una bruciante sconfitta al MF romano Pierluigi Passerotti, il vercellese è stato sottoposto a una prima perquisizione.
Senza esito.
Al punto che il direttore di gara Jean Dominique Coqueraut, arbitro internazionale, non ha potuto fare altro che constatare: «Dall’ispezione, eseguita in sede privata con il consenso del giocatore e alla presenza degli arbitri, non è emerso nulla che possa far presumere un atteggiamento scorretto o fraudolento».
Per sbrogliare la matassa è intervenuto il componente italiano della commissione anti-cheating della Fide, Yuri Garrett.
E i suoi consigli, a quanto pare, sono stati utili.
Dopo una rapida patta col MF imperiese Omar Stoppa al 7° turno, Ricciardi, che a quel punto conduceva la classifica con 6 punti (e una performance di circa 700 punti superiore al proprio Elo), avrebbe dovuto affrontare all’8° il GM russo Igor Naumkin, numero uno di tabellone e suo diretto inseguitore.
Ma, stavolta, al suo arrivo in sala di gioco gli arbitri lo hanno accolto con un metal detector.
«Lo tenevamo d’occhio già da parecchi giorni e gli abbiamo teso una trappola: abbiamo piazzato un metal detector. Sulle prime non aveva voluto passarci, ma noi abbiamo insistito e l’apparecchio ha suonato. Ha detto che aveva con sé una monetina portafortuna, ma, approfondendo, abbiamo scoperto che al collo aveva appeso un ciondolo un po’ insolito».
Nel ciondolo è stata trovata la microcamera: il giocatore non ha esitato a lungo prima di sparire dalla sala di gioco.
Il vercellese è stato espulso dal torneo e il suo punteggio azzerato; ora rischia una squalifica di tre anni dall’attività agonistica e, soprattutto, una denuncia per tentata frode sportiva.
Resta da stabilire se avesse un complice all’esterno.





Per gli sport americani:
Lo Scandalo Scommesse Di Pete Rose
Lo Scandalo Delle Partite Vendute Dei Black Box (World Series 1919)
La Storia Di Hal Chase: Partite Vendute e Scommesse
Cheating Pitchers (Pitchers Che Imbrogliano)
Lo Scandalo Dei Match Truccati: City College
La Storia Di Jack Molinas e Lo Scandalo Point Shaving (Anni 50 e 60)
Tim Donaghy e Lo Scandalo Scommesse (Playoff NBA)
Lo Scandalo Scommesse Di Boston College Nel 1978 (NCAA)
Lo Scandalo Spygate Dei New England Patriots
Lo Scandalo Deflategate Dei New England Patriots
Lo Scandalo Delle Taglie Dei New Orleans Saints


Altri calcistici e di altri sport:
Lo Scandalo Coppe Europee 1960/70 (The Years Of The Golden Fix)
Lo Scandalo Di Milan-Leeds: Cronaca ed Errori (Coppa Coppe 1973)
Lo Scandalo Di Roma-Dundee Utd: L'Arbitro Fu Pagato (Coppa Coppe 1984)
Russ Hamilton e gli Scandali UltimateBet ed Absolute Poker
La Storia Di Stephen Lee e Lo Scandalo Scommesse
Lo Scandalo Scommesse Tennis Gate (Match Truccati e Liste Di Nomi)



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