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lunedì 17 novembre 2014

La Storia Dell'Ice Bowl: 31 Dicembre 1967 (NFL)

Il Superbowl, come lo conosciamo oggi, fu istituito a partire dal campionato del 1966.
Fino ad allora, di fatto si disputavano due campionati differenti fra le due leghe NFL ed AFL e solo dal 1966 si decise di stabilire un campione assoluto facendo incontrare i due team vincenti.
Le barriere fra le due leghe furono definitivamente abbattute nella stagione 1970 quando NFL ed AFL divennero National Football Conference ed American Football Conference confluendo in un’unica lega, la attuale National Football League.
La finale del 1967 fu la 35ma del campionato della NFL.
Il vincitore della gara avrebbe disputato il Superbowl II contro i campioni della American Football League. La gara si disputò l’ultimo giorno dell’anno del 1967 al Lambeau Field di Green Bay, Wisconsin davanti a 50.861 spettatori.
Si affrontavano i Green Bay Packers di coach Vince Lombardi e i Dallas Cowboys di coach Tom Landry.
La gara fu la rivincita della finale dell’anno precedente, i Packers venivano da due titoli consecutivi 1966 e 1967.
Dallas aveva vinto il divisional playoff battendo i Cleveland Browns 52-14.
Green Bay invece aveva avuto la meglio dei Los Angeles Rams 28-7.


THE ICE BOWL 31 DICEMBRE 1967
Le condizioni climatiche erano apparse proibitive sin dal primo momento.
Il termometro registrava  una temperatura di -26°C con il vento che segnò una minima di -44° C.
La temperatura media percepita si aggirava sui -38° C.
Quel 31 dicembre, infatti, è entrato negli annali come l’ultimo dell’anno più gelido della storia di Green Bay. Siamo sul Lago Michigan, a pochi chilometri dal Canada.
L’impianto di riscaldamento del campo, costato 80.0000$, quel giorno funzionò male e, quando i teli che proteggevano il terreno di gioco furono tolti, l’umidità che si era formata sotto di loro si congelò all’istante, trasformando così un campo da football in un campo da hockey.
Frozen Tundra, tundra congelata: è così che si presentava il terreno del Lambeau Field, duro come il cemento armato e scivoloso quanto una pista da pattinaggio su ghiaccio.
In queste condizioni, se sopravvivere è già un’impresa, riuscire anche a giocare a football è un autentico atto di coraggio, una sfida che va al di là delle capacità umane.
La banda che doveva esibirsi prima della partita e nell’intervallo ebbe diversi problemi, gli strumenti di legno si congelarono e quelli metallici si attaccarono alle labbra dei musicisti, mentre alcuni membri furono trasportati in ospedale per ipotermia.
E sugli spalti, purtroppo, fu registrata anche la morte di un anziano spettatore per lo stesso motivo.
Frank Gifford che era nella cabina dei telecronisti disse in diretta Nazionale “Ho appena dato un morso al mio caffè”.
Molti giocatori di Green Bay arrivarono allo stadio con mezzi di fortuna perché le loro auto erano diventate inutilizzabili a causa del gelo.
Ci fu il linebacker Dave Robinson che arrivò in autostop.
Poi c’erano gli arbitri che non erano preparati a questo clima.
Sapevano che faceva freddo, ma non che avrebbero arbitrato al polo nord. Dovettero quindi attrezzarsi andando a comprare in un negozio in zona cappelli, guanti pesanti, paraorecchie e altro abbigliamento termico per non rischiare il congelamento.
Quando l’arbitro diede il fischio di inizio il fischietto gli rimase attaccato alle labbra.
Il tentativo di toglierlo portò via la pelle e le labbra cominciarono a sanguinare ma il sangue si congelò quasi subito.
Per il resto della gara gli arbitri non usarono i fischietti e si servirono solo di comandi verbali.

Il RB Don Perkins ricorda “La battaglia più grossa non fu in campo, ma a bordo campo per accaparrarsi i posti vicino alle stufe. La partita in generale fu giocata ad una velocità dimezzata, scivolavano tutti”.
Per il DT Bob Lilly “Fu l’unica partita che io ricordi in cui non contava il risultato, ma sopravvivere”.

Lee Roy Jordan: "Molti di noi non avevano indossato i guanti e presentavano segni di congelamento. Ancora oggi, quando fa freddo, le mani e i piedi mi fanno male".


LA PARTITA
Già nel primo quarto i Packers balzarono a condurre per 14-0 grazie a due passaggi da touchdown del qb Bart Starr per Boyd Dowler rispettivamente da 8 e 46 yards, prima che la difesa dei Cowboys cominciasse a mettere la giusta pressione oltre la linea di scrimmage.
Nel secondo quarto la famosa “Doomsday Defense” di Dallas costrinse l’attacco avversario a due fumble (alla fine la difesa texana collezionò 8 sacks), nel primo, il defensive end George Andrie, recuperato un fumble di Starr, lo riportò per 7 yards in TD accorciando lo svantaggio, 14-7.
Grazie al secondo fumble, pochi minuti dopo, Danny Villanueva , con un field goal di 21 yards, riduceva il margine a 14-10.
Su questo punteggio le due squadre andarono al riposo.
Nel terzo quarto nessuno riuscì a varcare la end zone avversaria e i due qb ebbero non pochi problemi a causa del freddo che causò diversi fumble e impedì di fatto un gioco aereo degno di questo nome e lo stesso Meredith fu protagonista di un curioso aneddoto, nel suo huddle mentre chiamava il gioco si accorse che nessuno capiva quello che diceva, dopo avere provato a ripeterlo alcune volte, fu chiaro che aveva difficoltà ad articolare le parole perché il freddo gli aveva bloccato la mandibola.
Nel terzo quarto, finalmente, la partita si sbloccò, quando Dan Reeves dei Cowboys con un option-pass pescò, con un passaggio da 50 yards, Lance Rentzel.
Dopo il punto addizionale di Chandler, Dallas si trovò in vantaggio 17-14.
C’era rimasto poco tempo sul cronometro e l’attacco dei Packers non aveva fatto più niente di apprezzabile per tre quarti.
A quel punto, glaciale come la temperatura sul terreno, Starr prese in mano la sua squadra e la guidò per 11 giochi e 67 yards fino alla uno yard di Dallas.
Con solo 13 secondi rimasti da giocare e nessun time-out, Starr scelse di seguire il suo cuore e la sua line offensiva. Nonostante la presenza di giocatori del calibro del tackle Forrest Gregg e del centro Jim Ringo (16 presenze al Pro Bowl in due), Starr optò di correre uno sneak dietro la guardia Jerry Kramer.
Quando emerse dal nugolo di uomini nella end zone, Starr e i Packers avevano vinto il loro quinto Championship in sette anni.

Dopo la partita, il coach Vince Lombardi disse: “Avremmo potuto calciare per impattare il risultato, ma questo avrebbe significato costringere gli spettatori al congelamento durante l’overtime”. 

Landry invece dichiarò “Era una chiamata stupida. Ma ora è una grande giocata”. 

Questa partita divenne famosa come “The Ice Bowl”.
Il gioco conservativo, ma efficace, di Lombardi avrebbe, due settimane dopo, portato i Packers alla vittoria nel Superbowl numero due contro gli Oakland Raiders per 33-14 nell’assolata Miami.
Questa gara segnò la fine di un’epoca.
Fu l’ultima volta in cui la finale del campionato NFL fu considerata più importante del Superbowl.
L’anno successivo i New York Jets (AFL) di Joe Namath sconfissero a sorpresa i Baltimore Colts portando piena legittimità alla American Football League.
La NFL, da allora non ha mai assegnato il Superbowl a città dal clima freddo con stadi scoperti.


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