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martedì 30 dicembre 2014

I Crazy Boys Del Baseball: Scherzi e Follie (MLB)

I "Crazy Boys" nel Baseball sono sempre esistiti, tocco di follia utile per affrontare un campionato di 162 partite su e giù per gli Stati Uniti.
Non c'era da stupirsi dunque, se entrando nello spogliatoio dei Cardinals si trovava Joaquin Andujar che faceva la doccia con la divisa addosso, oppure se accanto all'armadietto di Don Stanhouse c'era un gorilla che beveva birra ed aiutava il suo amico a vestirsi, oppure se vedevate il pitcher degli Astros Frank La Corte bruciare la sua uniforme perchè aveva perso la partita, nel pazzo mondo dei pro capita questo ed altro.
Per i giornalisti i "Crazy Boys" sono una vera miniera: quando non sanno cosa scrivere basta andare da loro per avere uno spunto o qualche battuta.
Famose quelle del rilievo Tug Mc Graw.
A chi gli chiedeva di definire la vita in Major League rispose: "Alcuni giorni cavalchiamo la tigre, in altri, è la tigre che fa colazione con noi...".
Oppure a chi domandava come investisse i suoi soldi: "Il novanta per cento dei miei guadagni vanno in donne, divertimenti, whiskey scozzese, il restante dieci per cento probabilmente è mal speso!".



PISTOLE AD ACQUA E POMODORI NEL BULLPEN
Gente come Jimmy Piersall che, una volta, dopo essere arrivato in scivolata in seconda, si alzò ancora avvolto dalla nube di polvere e, con la massima naturalezza, sparò all'arbitro con la sua pistola ad acqua.
Se frequentate uno spogliatoio, prima o poi, vi capiterà senz'altro di imbattervi in uno di questi pazzi, allora sarà bene che stiate attenti perchè i "i nuovi" solitamente sono le vittime degli scherzi più feroci.
Non tutti sono tranquilli come il rilievo Tug McGraw che si limitava a coltivare piantine di pomodori nel bullpen.


OAKLAND A'S
Per alcuni la "pazzia" si manifesta solo mediante qualche innocua stravaganza come il lanciatore Bill Caudill degli A's che una volta salì sul monte con la barba solo nella parte destra del viso.
Qualcun altro, invece, era ben più pericoloso: uno degli scherzi più comuni, soprattutto nei caldi dugout degli spring training, quando l'attenzione lascia il posto ad un pò di sonnolenza, è la classica scatola di fiammiferi pronta ad uscire per dar fuoco ai lacci delle scarpe di chi si è "distratto".
Steve Mc Catty, anche lui degli A's, una squadra che in quanto a pazzia non ha avuto rivali, era un vero maestro in quest'arte: riusciva a dare fuoco un pò a tutto, senza mai farsi scoprire.
Un'altra specialità del suo repertorio era di mettere schiuma da barba al posto della salsa di cipolle, negli hamburger dei compagni.
"Mi ricordo che nessuno più si fidava di mangiare panini" racconta Reggie Jackson che, in quegli anni, era la punta di diamante del terrificante attacco degli A's.
Ovviamente nessuno lo ammetteva, ma piuttosto di controllare il panino prima di mangiarlo, si preferiva scegliere qualcosa d'altro.
"Qualcuno diceva che si trattava di comportamenti sciocchi, ma deve anche capire la tensione che abbiamo durante le partite, la concentrazione, se poi ci si rilassa un pò bè tanto di guadagnato.
Poi è un modo come un altro per tenere uniti i ragazzi; ricordo quando un giornalista arrivò raccontandoci che avevano operato al cuore Charlie O. e che l'operazione era durata 8 ore, allora Joe Rudi spezzò la tensione dicendo: "Già, ci hanno messo sette ore e mezza solo per trovare dove aveva il cuore!".


LOS ANGELES DODGERS
Un'altra squadra parecchio allegra era quella di Tom Lasorda(Dodgers), vittima designata del 90% degli scherzi.
Tom, da consumato uomo pubblico, era il primo a favorire questo cameratismo a patto che i suoi giocatori vincessero sempre.
C'è chi gli ha fatto del caffè con del tabacco (Jerry Reuss), chi gli ha dato fuoco ai pantaloni (Micky Hatcher), chi gli ha fatto trovare un porcellino sotto la scrivania, chi gli ha messo un dollaro arroventato in tasca.
"Sono bravi ragazzi - spiega Tom - è giusto che si divertano un pò prima di andare in guerra (questo era il modo in cui Lasorda definiva la partita di baseball)".
Sempre nei Dodgers ha imperversato uno dei "pazzi" per antonomasia: Jay Johnstone.
Una volta si piazzò dietro Fernando Valenzuela che si stava lavando i capelli, naturalmente ad occhi chiusi.
Ogni qual volta Fernando si risciacquava, lui versava un'abbondante lozione di shampoo, cosicchè la schiuma non aveva mai fine.
Solitamente sono i lanciatori ad inventare gli scherzi migliori, anche perchè sono quelli che hanno più tempo libero dovendo lanciare ogni 4 o 5 partite.


LE STRANE CHIAMATE AL BULLPEN DEGLI ORIOLES
Moe Drabowsky, dopo esser stato per sette anni agli Orioles, passò ai Royals, alla prima trasferta nel suo vecchio stadio, dal quale conosceva ogni segreto e soprattutto, tutti i numeri di telefono interni, chiamò il bullpen degli Orioles ed imitando la voce di Earl Weaver, ordinò ad un rilievo di scaldarsi.
Vedendo il movimento dei suoi pitchers, immediatamente, Weaver telefonò a sua volta chiedendo perchè diavolo quel lanciatore si stesse scaldando.
Al che Moe riprese il ricevitore e, sempre imitando l'accento di Weaver, ribadì: "Chi vi ha detto di smettere di scaldare quell'idiota?".
La cosa si protrasse a lungo ed i giocatori Orioles giurarono che il loro manager, in quell'occasione, andò parecchio vicino al colpo apoplettico.


NEW YORK YANKEES
Ma la "stranezza" maggiore avvenne a Fort Lauderdale, allo spring training degli Yankees nel 1973 quando i lanciatori Fritz Peterson e Mike Kekich annunciarono pubblicamente di essersi scambiati le famiglie.
La moglie di Peterson, infatti, assieme ai suoi due figli, si trasferì in casa Kekich mentre Susanne Kekich, insieme alle due bambine, andò a vivere con Peterson.
"Ci fu un gran baccano sulla vicenda ricorda Bob Fishel, direttore delle pubbliche relazioni degli Yankees come quando Joe di Maggio portò per la prima volta Marilyn Monroe allo spring training.
Ricordo che dei vecchietti che avevo visto perennemente seduti sulla loro sedia a rotelle si alzarono belli arzilli, seguendo la coppia ovunque andasse ...".


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