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lunedì 13 luglio 2015

La Rivalità Tra Connors e McEnroe: Insulti, Litigi e Squalifiche


McEnroe: "Ora mi pagano per dire cose per le quali una volta mi multavano"

Jimmy Connors e John McEnroe per tutti, più semplicemente, Jimbo e Mac sono coloro che, per tanti anni, fino all’avvento della generazione di Courier, Agassi, Sampras e Roddick, hanno guidato il tennis statunitense in cima al mondo.
Nella sua carriera Connors è riuscito a litigare con tutti ma mai come con il suo alter ego John McEnroe.
Tra i due c'era un odio viscerale che si tramutava in insulti reciproci ad ogni cambio di campo ma anche in sfide epiche a chi rimaneva in piedi per ultimo.
I due non si sono mai amati: ognuno, in cuor suo, ha sempre voluto dimostrare all’altro la propria superiorità. In fondo, due caratteri simili, nati per primeggiare e, si sa, due galli in un pollaio sono troppi.
Li accomunava il gioco mancino, ma, per quanto riguarda lo stile di gioco, le differenze erano notevoli. Connors, sorretto da una grinta ineguagliabile, correva come un dannato a fondo campo cercando spazi per piazzare il suo eccezionale rovescio bimane (ma la sua benzina erano gli applausi o il più delle volte gli insulti del pubblico ai quali rispondeva con pugni alzati, urla, versi), mentre McEnroe era da uno-due con tanto di serve & volley.
La loro prima sfida ebbe luogo nelle semifinali di Wimbledon '77: Jimmy, già campione affermato (di quasi sette anni più anziano: settembre '52 contro febbraio '59), prevalse in quattro set.
Allora, Connors veniva definito "l'antipatico", per il suo comportamento poco elegante sul campo e fuori, ma non ci volle molto per capire che McEnroe era destinato a eguagliarlo, se non a superarlo, anche in questo. Storiche le liti dei due con il giudice di sedia, gli insulti, le racchette rotte e gettate: ma, e anche questo li accomuna, entrambi, verso fine carriera, furono adottati dal pubblico, che li elesse a propri beniamini, perdonando loro qualche intemperanza di troppo.
Un po' quello che in anno recenti è successo a Lleyton Hewitt.
Il bilancio delle loro sfide risente, inevitabilmente, della differenza d'età: Connors vinse i primi match, ma fu man mano avvicinato, raggiunto al termine del loro 24esimo confronto, la finale del Masters WCT 1984, e, infine, definitivamente superato a Parigi ’84.
Fra l’83 e l’86 John mise a segno una determinante serie di dieci vittorie di fila.
McEnroe prevale, dunque, per venti successi a quattordici, basando il suo vantaggio principalmente sulle sfide indoor, dove conta dieci vittorie a fronte di sole quattro sconfitte.
Mac è in netto vantaggio (6-3) anche considerando esclusivamente gli head to head nei tornei del Grande Slam.
Se si tiene conto delle sole finali, il bilancio è in parità (7-7), mentre Connors conduce 3-2 nel bilancio dei match conclusi al quinto set.


LA RISSA IN UN MATCH DI ESIBIZIONE A CHICAGO
10 gennaio 1982, Chicago.
In campo, per un’esibizione sponsorizzata dalla birra “Michelob” sono in campo Jimmy Connors e John McEnroe.
Un’esibizione, una partita che non conta nulla.
Eppure i due se le sono date di santa ragione per quattro ore e cinque set, vomitando rabbia e disprezzo dalla prima all’ultima palla.
Qualche tempo fa, McEnroe disse: “Le rivalità di oggi sono noiose. Io, Connors e Lendl ci odiavamo davvero”.
Nel quinto set, stufo delle perdite di tempo di Mac, Jimbo superò la rete e gli andò incontro per dirgli due o tre cose in faccia.
Provò a infilargli un dito nel volto, prima che McEnroe lo allontanasse via e un paio di energumeni intervenissero a separarli.
In un match di esibizione!


TUTTI I LITIGI E GLI INSULTI DI JIMBO
Jimmy Connors fu forse il primo giocatore a compiere atti considerati all'epoca realmente antisportivi come ad esempio esultare platealmente con gesti e grida dopo ogni punto conquistato, rivolgere parole di scherno agli avversari e proteste focose ed eccessive contro le valutazioni degli arbitri e dei giudici di linea.
A causa di questo atteggiamento nei primi anni di carriera Connors fu decisamente impopolare ed antipatico al pubblico più tradizionalista, guadagnandosi però una fama da ribelle che conquisterà una minoranza del pubblico più giovane.

"Odio perdere, più di quanto ami vincere"

A lui va forse la palma per la miglior protesta contro un arbitro (Littlefield): "Se penso una parolaccia mi puoi squalificare? No? Allora penso che tu sia un fottutissimo stronzo".
Nel 1977, semifinali US Open, nella partita contro Corrado Barazzutti cancella con il piede una palla buona e poi torna dalla sua parte di campo.
Nello stesso anno viene fischiato a Wimbledon perchè si rifiuta di partecipare alla parata del Centenario, preferendo allenarsi con Nastase.
Una volta al Roland Garros (l'unico slam che Jimbo non è riuscito a vincere) stava per crollare sotto i colpi del giovane Michael Chang.
Connors vide due spettatori abbandonare lo stadio: "Dove diavolo state andando" disse loro "non è ancora finita".
Le sue battaglie più belle le ha regalate agli spettatori dello US Open.
Con loro Jimmy ebbe una vera e propria storia d'amore.
"A New York" dice "amano vederti sputare l'anima sul campo, a Wimbledon mi facevano pulire per terra".
Ogni volta che si critica la formula del Round Robin, torna in mente questo immortale episodio.
Era il 1980, anno della prima delle nove finali consecutive di Ivan Lendl.
In un gruppo, a sorpresa, Gene Mayer si era piazzato davanti a Bjorn Borg.
Nell’altro girone, Ivan Lendl e Jimmy Connors si trovarono in una situazione imbarazzante.
Chi avesse vinto avrebbe pescato Borg, lo sconfitto il più abbordabile Mayer.
Ci fu partita per un set, poi Lendl “sciolse” per assicurarsi l’avversario più debole in semifinale.
Un furioso Jimmy Connors, al cambio campo sullo 0-1 nel secondo set, gli urlò: “Chicken”, liberamente traducibile come “pollo”, ma per l’occasione anche “coniglio”.
“Il mio orgoglio personale e il mio stile mi fanno lottare duramente su ogni punto non capisco l’atteggiamento di Lendl. Solo perché aveva perso un tie-break, non significava che il match fosse finito” .
Il secondo set durò la miseria di 17 minuti e Lendl si aggiudicò appena sei punti nei game perduti.
Il cecoslovacco non si presentò neanche in conferenza stampa, Connors quel giorno andò su tutte le furie.
Al Roland Garros 1982, Wilander: "Abbiamo palleggiato per mezz’ora, dopo abbiamo giocato un set e presi il controllo e mi ritrovai 4-1 sopra. Improvvisamente Connors si fermò, venne verso di me, mi indicò e urlò: “Tu sei un ******* ****-******!” Io mi voltai verso Jan-Anders e dissi: “Lo hai sentito?”, “L’ho sentito, ignoralo e basta!” Come avrei potuto ignorarlo?".
Incredibile fu la squalifica che subì a Boca Raton, in California, nel 1986 durante un match contro Lendl: semplicemente ad un certo punto si rifiutò di continuare a giocare.
Quinto set della semifinale che avrebbe decretato lo sfidante per il titolo di Mats Wilander che aveva vinto la sua di semifinale contro Edberg, il fatto è il seguente: avanti 3-2 e 30-0, il cecoslovacco naturalizzato americano tira un diritto sulla linea di fondo che non viene chiamato out.
Connors inizia a protestare vivacemente sostenendo che il colpo fosse fuori di vari centimetri, l’arbitro non ha nessuna intenzione di recedere dalla sua chiamata e anzi gli assegna un warning per perdita di tempo.
Jimbo si infuria, dà dell’incompetente all’arbitro e chiede un’improbabile sostituzione sua e dei giudici di linea.
Si ostina a non voler continuare a giocare e viene squalificato, ma esce dal campo scuro in volto non senza aver polemicamente stretto la mano all’arbitro.


TUTTI I LITIGI E GLI INSULTI DI MAC
Nel 1981 McEnroe si aggiudicò il titolo a Wimbledon, nel primo turno contro Tom Gullikson andò vicino all'essere squalificato avendo insultato l'arbitro Ted James chiamandolo "the pits of the world" ("La feccia del mondo") e successivamente "idiota incompetente" subendo una multa di 1.500$.
Nello stesso incontro urlò la famosa frase "You cannot be serious" ("Non puoi essere serio") e chiese l'intervento del giudice arbitro del torneo Fred Hoyles.
Sempre nello stesso anno e sempre a Wimbledon chiese spiegazioni a un arbitro che lo ignorò, lui in risposta gli andò vicino e gli urlò in faccia "Please tell me!" ("Per favore dimmelo!").
Sempre nel torneo londinese si rivolse a un arbitro urlando "I can't believe!" (Non ci posso credere!).
A causa di queste intemperanze l'All England Club non gli concesse il titolo di "socio onorario" dopo la sua vittoria.
McEnroe reagì disertando la cena in onore del vincitore indetta dal club, giustificandosi affermando: "Preferisco passare la serata con la mia famiglia e i miei amici, e con le persone che mi hanno supportato e non con un gruppo di 70-80enni che mi dicono che mi comporto da idiota".
McEnroe tuttavia ricevette il titolo di socio onorario quando vinse nuovamente il torneo due anni dopo.
A Wimbledon si ricorda anche la famosa frase rivolta ad un giudice di linea calvo: "Se quella palla era buona, tu sei un capellone".
Sempre in Inghilterra, ai Queen's, insultò pesantemente la moglie del presidente del club che voleva giocare sul campo in cui lui si stava allenando.
Nella finale del Roland Garros del 1984 McEnroe incontrò Lendl.
Dopo essere stato in vantaggio di due set, il suo avversario Lendl riuscì a compiere una vera e propria impresa, rimontando e aggiudicandosi così la partita (3-6 2-6 6-4 7-5 7-5).
Al termine dell'incontro, McEnroe, letteralmente infuriato per la grande occasione persa, lasciò il palco della premiazione senza proferire alcun commento e ricevendo così gli assordanti fischi del pubblico.
Durante il torneo di Stoccolma del 1984 si rivolse all'arbitro urlando "Answer my question, jerk!" ("Rispondi alla mia domanda, idiota!"), inoltre colpì i bicchieri pieni d'acqua con delle racchettate con tanto di spruzzo d'acqua sul re di Svezia, seduto in prima fila.
Memorabile anche il suo litigio del 1986 contro Brad Gilbert (mediocre giocatore, poi diventato negli anni 2000 un grande allenatore) che con le sue provocazioni, per una volta, fece andare fuori di testa il buon John che ad un certo punto urlò: "Ma che ci faccio io qui?".
Agli Australian Open del 1990 venne squalificato per aver insultato arbitro e giudici di linea, e per aver intenzionalmente rotto una racchetta in uno scatto d'ira ("Squalificato per aver ripetutamente ingiuriato l'onorabilità della moglie del direttore di gara, con l'aggravante d'aver lanciato volontariamente la racchetta sul campo di gioco" recitò il verdetto).
Durante una partita si rivolse a uno spettatore che lo infastidiva urlandogli "What problems do you have, besides being unemployed, a moron and a dork?" ("Che problemi hai, a parte essere disoccupato, un cretino e un coglione?").
In un'altra occasione si rivolse ad arbitro e giudice di linea dicendo "Voi non siete esseri umani".
Nel 2008 nell' Hall Of Fame Champions Cup riuscì a farsi cacciare dall'arbitro durante il primo turno.
Nel 2009 Mac mostrò di essere ancora dotato di spirito competitivo quando Leander Paes colpì con uno smash il suo compagno di doppio Robert Kendrick.
McEnroe si arrabbiò subito con Paes andando a protestare nella sua metà campo e il suo compagno di doppio si prese la rivincita colpendo Paes direttamente dal servizio.


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9 commenti:

  1. Bell'articolo, ma a parte la confusione fra un master e un Usa open, non definirei Gilbert un mediocre tennista.Non un fenomeno ma capace di essere fra i primi al mondo

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    1. Boh non so, penso ad esempio a tennisti come Haas o Gasquet che comunque non hanno vinto molto (e non li possiamo considerare nella loro epoca tra i più forti) però tecnicamente erano di un altro pianeta.
      Esempio per contestualizzare un po' diciamo.

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  2. Sarei curioso di sapere cosa si dicono Lendl e Connors durante la simpatica discussione a rete nella semifinale di Wimbledon 1984, qualcuno lo sa?

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    1. Io personalmente non saprei. Sicuramente a fine match, dopo la stretta di mano, non succede niente...

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  3. No alla fine del terzo set...Lendl chiede qualcosa a Connors che va a rete gli
    risponde e lo carezza sulla testa con la racchetta..

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  4. Minuto 4,50

    https://www.youtube.com/watch?v=bA7RnWfqJT4&t=391s

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    1. I telecronisti giapponesi non aiutano per niente, a distanza quando si avvicina alla rete sembra dire "non è questo un gran punto per una buona chiamata?", poi "avrei voluto vedere se ci fosse stato un giudice di sedia a sinistra se l'avesse chiamata fuori", poi a rete non si capisce...

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  5. Sta contestando la chiamata di una palla lunga da parte di un giudice posizionato a fondocampo che dovrebbe valutare quelle laterali... e gli dice non è una buona posizione per una corretta chiamata.
    Poi come ha detto DarkDave se ci fosse stato un giudice di sedia a sinistra se l'avrebbe chiamata fuori.

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    1. Quindi posizione dice, si effettivamente ha più senso. Avevo inteso "play".

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