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lunedì 23 novembre 2015

La Storia Di Wilt Chamberlain: Donne, Eccessi e Record


Dolph Schayes: "La più grande macchina da distruzione nella storia della pallacanestro"

Wilt Chamberlain nacque nel 1936 a Filadelfia. Già a 10 anni era alto 1.80, arrivò a 2 metri e 16.
Grazie alle sue straordinarie doti fisiche riusciva ad ottenere risultati incredibili in discipline atletiche quali salto in alto, lancio del peso e 400 metri piani, ma scelse la pallacanestro (anche se per la verità, in giovane età, era uno sport che non gli diceva molto). Da ragazzo ha frequentato per tre anni la Kansas University, non potendo però disputare il campionato nazionale.
Ha concluso il successivo biennio con medie pazzesche, 29.9 punti e 18.3 rimbalzi a partita, perdendo nel 1957 la finale NCAA contro North Carolina dopo tre tempi supplementari.
Si allenava poco perchè aveva poca voglia, per il resto era un giocatore molto completo (liberi a parte).
Non potendo ancora approdare in NBA, si trasferì a New York dove intraprese la carriera di Harlem Globetrotter. Lì aprì anche un locale chiamato "Big Wilt Small's Paradise" frequentato da gente quale Malcom X e Ray Charles.
Era un periodo particolare, l’America stava per cambiare e gli afro-americani stavano prendendo la rivincita dopo anni di schiavismo.
Edgar Hoover capo dell’FBI, lo controllava perchè il suo modo di viver poteva cambiare l’opinione pubblica della gente afro-americana.


L'APPRODO IN NBA
La carriera NBA iniziò con i Philadelphia Warriors.
Ai tempi, oltre al draft, si potevano scegliere giocatori che avevano giocato nello stato di appartenenza, il fatto è che Wilt giocava per Kansas quindi in teoria non era un prodotto locale.
Ma Kansas non avendo una franchigia NBA, il proprietario dei Warriors fece una richiesta alla NBA che dopo un lungo tira e molla diede il bene placido dato che Wilt era comunque cresciuto a Philadelphia.
Era come si può capire una NBA diversa come regole e come seguito di pubblico, ma Wilt dal suo arrivo la cambierà radicalmente (tipo la regola dei 3 secondi in area).
Inoltre lui nei primi anni non schiacciava: si vergognava. Una volta disse che non era un bel gesto.
Preferiva depositare la palla nel cesto con stile.
Wilt sfruttava le proprie doti atletiche sia in fase di attacco che di difesa, riuscendo anche a stabilire un record invidiabile: in 14 stagioni nella lega professionistica statunitense, non raggiunse mai il limite dei 6 falli, nonostante fosse il pilastro della difesa della sua squadra.
In tutta la storia del Basket non esiste un altro giocatore che abbia superato i 4mila punti in una sola stagione (la mitica 1962, ricordata da tutti), con la media impressionante di 50 punti a partita.
Se consideriamo poi l’intera carriera, Wilt Chamberlain è secondo solo a Michael Jordan in quanto a media punti (30,07 contro i 30,12 di Jordan).
Quasi 24mila rimbalzi.
Nel 1960 un suo allenatore disse che sarebbe morto d' infarto entro il 1964. Non si capì su cosa basava quell' affermazione.


LOCALI, DONNE, ECCESSI E I 100 PUNTI
Una volta, dopo una vittoria contro i Chicago Packers, realizzando 61 punti, ma sbagliando l'impossibile dalla lunetta, Wilt festeggió a New York in un locale jamaicano chiamato Dorothy ubriacandosi fino alla chiusura e portandosi 4 donzelle a casa verso le prime ore della mattina.
A casa sua oltre ad un materasso ad acqua 4 metri per 4, aveva un vero semaforo che stabiliva se aveva voglia di fare qualcosa con la ragazza di turno a seconda
del colore: "rosso" (occupato), "giallo" (in attesa), "verde" (ok).
Perchè un semaforo? Semplice perchè di solito se ne portava a letto più di una.
Tra le tante cose si narra che nella sua vita si sia portato a letto quasi 20 mila donne e che girasse ogni estate da costa a costa con la sua Corvette oltre i 300 km/h (quando il limite era di 120).
Il giorno dopo la gara contro i Packers, peró c'era un' altra partita: i New York.
Wilt, dopo poche ore di sonno e dopo la sbronza si presentó al palazzo, segnando 100 punti(record di tutti i tempi).
Wilt inizia fortissimo, anche dalla lunetta, con un 9 su 9 e 23 punti nel primo tempo.
Le voci sulla sua prestazione, all'esterno, s'intensificarono e così iniziano ad arrivare gente e fotografi e addetti stampa per raccogliere tale impresa.
Siamo a  69 punti e manca ancora un intero quarto da giocare.
Da li si smise di assistere ad una partita di basket, per iniziare la caccia al record dei 100 punti.
New York non ci stava, portava tutti contro il 13 dei Warriors, facendo fallo, ma Wilt quella sera era semplicemente immarcabile, e per di più segnava anche i tiri liberi(suo tallone d'Achille storico).
Il pubblico e lo speaker Dave Zinkoff erano in attesa e scandivano il countdown ad ogni azione e Chamberlain riuscendo ad esaudire la loro richiesta arrivó a 100 punti.
Il segreto di quella notte memorabile è racchiuso in una sfida al tiro a segno giocata due ore prima.
Wilt e i suoi compagni, i Warriors di Philadelphia, erano arrivati con grande anticipo.
Così, con mogli e parenti al seguito, per ammazzare il tempo, finirono in una sala giochi vicina al palazzetto. Le cinque del pomeriggio. La partita coi New York Knickerbockers era alle otto.
Wilt cominciò, come al solito, a sfidare tutti: a flipper, a biliardino, al tiro al bersaglio.
Lo dovettero fermare per manifesta superiorità e per non fare tardi alla partita.
Ma soprattutto perché il titolare del tiro a segno aveva esaurito i pupazzi-premio da regalare.
Allora Wilt disse: «I' m hot». Sono caldo.
Poi andò a giocare la sfida che sarebbe entrata nella leggenda. Quella dei cento punti.

Paul Arizin, giocava ala a fianco di Wilt e di quella sera ha detto: «Non ci siamo resi conto subito di quello che stava accadendo. Eravamo abituati a vedere Wilt segnare: 60, 70 punti. All'inizio del secondo tempo cominciammo a capire. Wilt era in trance. E New York non regalava nulla. Lo marcavano in due, anche tre per volta. Gli facevano fallo continuamente perché andasse in lunetta, dov'era considerato modesto. Invece quella sera segnò 28 volte su 32»

Chamberlain disse molto poco di quella sua impresa: «Ai cento punti non ci pensavo proprio ma quando ho segnato nove tiri liberi di fila, ho immaginato che forse il record dalla lunetta potevo farlo»

Quella notte tornò normalmente a New York, dove viveva e dove possedeva un night club.
I suoi compagni si imbarcarono sul bus per Philadelphia come se nulla fosse.
Pollack(statistico ed autore della famosa foto che ritrae Wilt con il cartello con su scritto sopra "100"), che viaggiava con la squadra, giura che Wilt fosse un fenomeno in tutti i giochi.
Con le carte e persino i quiz a domande di cultura generale che lui stesso organizzava per ammazzare il tempo.
Negli anni successivi passó ai Los Angeles Lakers dove insieme ad un altra leggenda come Jerry West vincerà l’anello, ma quella prestazione senza tiro da tre punti sarà ricordata come una cosa incredibile, proprio come lui. Chamberlain  giocò 14 stagioni nella NBA, girando tra Philadelphia,  Golden State e Los Angeles. E, rispetto a quanto fu  individualmente inarrestabile, vinse poco in carriera.
Due  titoli: nel 1967 con Philadelphia, nel 1972 con Los Angeles.
La  sua disgrazia fu sbattere contro una squadra tra le più  forti d' ogni epoca, i Boston Celtics che dominarono gli anni '  60 e ' 70 vincendo 8 titoli di fila e 11 in 13 annate.
Avevano un  pivot, Bill Russell, che poteva valere Chamberlain, e per  qualcuno lo superò: spesso l' ingrata etichetta di "perdente"  si affibia erroneamente a chi magari ha soltanto la sfortuna di avere compagni meno bravi. Nel 1971 avrebbe dovuto combattere in un match di pugilato contro l'allora Campione del Mondo dei Pesi massimi Muhammad Ali, match che però non fu mai disputato.
Alcuni dicono fosse una semplice trovata pubblicitaria per consolidare ancora di più la fama di due icone e simboli dell'orgoglio afro-americano, per altri invece il match era davvero in programma, ma saltò all'ultimo per un ripensamento del campione dei pesi massimi.
Come detto si parla di 20mila donne con cui Wilt autocertificò d'aver dormito: 1.2 al giorno, se cominciò all'età di 15 anni come da lui affermato nella sua autobiografia.
All'interno della sua abitazione di Los Angeles, furono trovati ammassati dentro un armadio centinaia di "ricordi erotici", reggiseni e quant'altro, ognuno dei quali appartenuto ad una delle sue conquiste.
Negli anni 90 Wilt stava scrivendo una sceneggiatura per un film sulla sua straordinaria vita fuori dal comune. Peccato che un infarto l'abbia portato via nel sonno il 12 Ottobre 1999, all'età di 63 anni.
Di sicuro, che fossero arrivati i  titoli di coda, Wilt probabilmente non l' ha neppure sospettato.


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