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giovedì 5 novembre 2015

La Truffa Di Ali Dia: Southampton v Leeds (1996)

Ali Dia è un senegalese, nato a Dakar il 20 agosto 1965, di professione fa il calciatore.
Non è baciato dal talento ma riesce comunque a giocare su discreti livelli.
Il suo primo decennio di carriera calcistica è nei bassissimi fondi dei campionati francesi, così bassi che anche i siti di statistiche e numeri fanno fatica a raccontarci quante presenze o gol abbia mai fatto in quel periodo. Poi a 30 anni, l’attaccante africano, transita per diverse squadre finlandesi, in Germania e poi al compimento del 31esimo anno prova l’avventura oltre manica.
In Inghilterra, Ali Dia, si accasa al Blyth Spartans, squadra dilettantistica di una cittadina sul mare all’estremo nord inglese.
Qua rimane tre mesi giocando solo una partita.
Insomma il valore di questo senegalese sembra effettivamente molto basso.


LA TRUFFA
Ormai superati i 30 anni che Ali decide di fare le cose in grande, allora.
Di tentare il colpo gobbo, il tutto per tutto.
Di mettere in piedi una follia, una di quelle cose che si provano una volta soltanto nella vita, e di solito non finiscono granchè bene.
Decide di provare l’inverosimile.
Con un paio di amici dell’università, che hanno i contatti giusti, si procura i numeri di qualche allenatore della Premier League, o perlomeno di quelli più a portata di mano.
È il novembre 1996, siamo nel pieno del mercato di riparazione inglese.
Ali Dia ha 31 anni ed ha anche un amico fidato pronto a fare di tutto per aiutarlo.
Anche a fingersi il Pallone d’oro George Weah e provare a fare da garante del valore di Dia.
Questo amico, quindi, alza il telefono e si spaccia per l’ex centravanti rossonero e chiama Harry Redknapp proponendogli il suo forte cugino, un attaccante tutto velocità e potenza.
L’allenatore del West Ham capisce, però, subito che si tratta di una truffa o quantomeno che sotto c'è qualcosa di strano quindi declina l’offerta.
Il “finto” Weah, però, non si dà per vinto alza nuovamente il telefono per chiamare Graeme Souness, manager del Southampton(ed ex grande centrocampista del Liverpool, appena scappato dalla Turchia per via delle minacce di morte da parte dei tifosi del Fenerbahce per via della famosa provocazione nel derby contro il Galatasaray con la bandiera giallorossa piantata in mezzo al campo nel 1996).

 «Sono George Weah [l’attaccante liberiano in quel momento in forza al Milan], vorrei raccomandarle un mio cugino che giocava con me al Paris Saint-Germain, si chiama Ali Dia.
Ha 30 anni e 13 presenze nella nazionale senegalese».

“Weah” come detto era in realtà uno studente universitario amico di Dia bravo a parlare inglese e a non ridere mentre si spacciava per l’attaccante del Milan, ma come ammise poi Souness la telefonata fece effetto. Dia fu convocato e messo sotto contratto, infatti il manager scozzese non domandandosi come mai uno delle Liberia possa avere un parente in Senegal, decide di ingaggiare il calciatore.
Souness gli fa firmare un contratto mensile.
Il manager scozzese voleva metterlo alla prova in una partita della squadra riserve contro l’Arsenal che fu però annullata per il maltempo, così decise di portarlo direttamente in panchina per la gara contro il Leeds, suscitando perplessità in alcuni altri giocatori che non erano certo rimasti ben impressionati nell’unico allenamento cui aveva preso parte(venne definito come un "corpo estraneo").


L'ESORDIO CONTRO IL LEEDS
E' il 23 novembre 1996 e il Southampton incontra il Leeds United in campionato.
Graeme Souness, un po’ a sorpresa, porta anche Ali Dia in panchina.
Già l’essere finito tra le riserve di un incontro di Premier League potrebbe bastare per definire questa come una delle più grandi truffe del calcio, ma c’è di più.
Matthew Le Tissier, non un giocatore qualsiasi ma la più grande bandiera dei Saints  ad aver mai indossato quella maglia, si infortuna.
È il 32esimo del primo tempo e Souness decide di buttare dentro Ali Dia: “Vai cugino di Weah, fammi vedere quanto vali!”
Il senegalese ha il numero 33 sulle spalle e i movimenti come dirà Le Tissier poi “ricordano il cerbiatto Bambi spaventato che corre sul ghiaccio. Già in allenamento si era capito che non sapeva giocare. Vederlo tra i convocati è stato un autentico choc. Non so nemmeno se sapesse l'inglese, nessuno gli ha mai rivolto la parola”.
Ali Dia fa vedere a tutti che è tutto tranne che un individuo che possa calcare i campi della Premier League in abiti da calciatore.
Sbaglia ogni stop, passaggi, fa fatica a correre, non ha la benchè minima idea di dove debba posizionarsi sul campo.
Ogni minuto che passa fa aumentare l’imbarazzo della situazione.
La partita il Southampton la perde 2 a 0.
La dignità, Ali Dia, la perderà, invece, per sempre.
In campo, tra l’altro, rimane solo 53 minuti dato che Graeme Souness, rendendosi conto della fregatura che gli avevano rifilato, lo toglie facendo entrare Ken Monkou.
“Così va il mondo, mi sento raggirato” dichiarerà l’allenatore scozzese.
Dopo quell’incontro il contratto di Ali Dia viene rescisso.
I tifosi del Southampton, però, per non scordarsi mai questa meravigliosa storia, gli dedicano un coro: Ali Dia is a liar, is a liar!
Il calciatore, invece, dopo questa incredibile truffa, finisce a giocare in Non League con il Gateshead dove segnerà all'esordio(prima di essere rilasciato qualche giornata dopo. Del resto, altro che PSG, prima di infilarsi al Southampton aveva avuto provini senza successo con Port Vale, Gillingham e Bournemouth).
Da lì a poco smetterà proprio con il calcio ma nel cuore potrà portare, per sempre, quei 53 minuti da infiltrato in Premier League.
Oggi Dia è noto come il peggior calciatore che abbia calcato i campi della Premier League negli ultimi anni, spesso inserito nelle liste dei peggiori trasferimenti.
È al primo posto nella classifica dei 50 peggiori calciatori stilata dal Times, è inserito nella lista di 10 peggiori calciatori stilata dal Sun e risulta in quarta posizione nella lista dei 50 peggiori attaccanti secondo il Daily Mail.


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