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sabato 29 ottobre 2016

Jose Hernandez e L'Incidente Mortale: Cocaina ed Alcool Nel Suo Corpo (MLB)

La fine, per José Fernandez (pitcher dei Miami Marlins), è arrivata tragicamente nel momento probabilmente migliore della sua vita, dopo tante peripezie vissute a livello personale.
Morto ad appena 24 anni in un incidente in barca al largo delle coste della Florida, stava infatti per diventare papà.
L'ultimo commovente post social di Fernandez riguardava proprio la famiglia che si stava allargando.
Non solo: dopo una lunga serie di vicissitudini familiari, il giovane lanciatore, di origine cubana, si era riconciliato da poco con la nonna che per anni non aveva mai visto.
Fernandez era arrivato negli USA da quando aveva 14 anni, dopo alcuni tentativi di fuga dall’isola.
Il ragazzo provò almeno quattro volte la fuga clandestina ma le prime tre terminarono con il suo arresto e di sua madre: si dice che durante la quarta volta, quella andata a buon fine, mamma Fernández, a causa del mare mosso, cadde in acqua e il piccolo José si tuffò per salvarla.
Storia che ricorda quella di un altro cubano nonché amico di Fernández, Yasiel Puig dei Los Angeles Dodgers, quando si affidò ad associazioni criminali e dopo un viaggio non tranquillissimo (condito da continue sparatorie), fu costretto a vivere sotto scorta nei primi anni californiani.
Una volta giunto negli States, il patrigno di José, lo introdusse al Baseball americano.
Frequentò l’highschool a Tampa e poi nel 2011 divenne la prima scelta dei Marlins.
Si era trasferito a Tampa ed era stato selezionato nel draft del 2011 proprio dalla squadra di Miami.
Quest’anno aveva un record di 16 vittorie e 8 sconfitte, con un'ERA di 2.86, 253 strikeout, il miglior per media con 12.49 ogni 9 inning.
A 20 anni era stato eletto rookie dell’anno 2013 nella National League.
Nel maggio 2014 aveva avuto un problema ad un gomito ed era tornato in Major il 2 luglio 2015, anno in cui aveva ottenuto la cittadinanza americana.


L'INCIDENTE MORTALE
Cubano di Villa Clara, alle 3 del mattino insieme ad altre due persone, si trovava al largo di Miami Beach (era il 25 settembre 2016), quando l’imbarcazione di 32 piedi, s’è capovolta nello schianto con degli scogli.

La motovedetta della Guardia Costiera ha faticato a trovare i corpi delle 3 vittime e dato subito l’allarme.
Devastati i compagni della squadra, ma anche gli avversari che volevano bene al giocatore.
"L'organizzazione dei Miami Marlins è devastata dalla tragica perdita di José Fernandez. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono rivolte verso la famiglia del giocatore che sta vivendo un momento davvero difficile" è la nota pubblicata dalla società della Florida in occasione della tragica circostanza.
La partita in programma tra i Miami Marlins e gli Atlanta Braves è stata di conseguenza cancellata.
La sua perdita ha lasciato un solco importante.
Da tipico caraibico era un ragazzo solare, sempre sorridente e amico di tutti, soprattutto di Aledmys Diaz, SS dei St.Louis Cardinals.
Provenienti entrambi da Santa Clara, vivevano nella stessa strada (le loro abitazioni erano separate solo da tre case).
Fu proprio su quel cemento dissestato che i due iniziarono la loro carriera.
José Fernández, oltre che ad essere un predestinato, era anche un simbolo per la famosissima comunità cubana di Miami.


COCAINA ED ALCOL
Il 26 ottobre 2016, in un mandato di perquisizione, le autorità di Miami-Dade County hanno dichiarato che un forte odore di alcol era stato trovato sul corpo di Fernandez e degli altri due uomini in barca.
Inoltre, secondo gli investigatori il conducente della barca stava viaggiando ben oltre i limiti consentiti di velocità e in stato d'"incoscienza aggravata per via del consumo di alcol".
Inoltre, cocaina e il doppio del limite consentito di alcol sono stati trovati nel corpo di Fernández, al momento della sua morte.



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Il Maserati Multi70 e Il Foil a "L" Per Volare Sull'Acqua

E' un Multi 70, trimarano ex team Mod70 Gitana, di proprietà del barone e velista di pregio, Benjamin de Rothschild, e ora trasformato in Maserati.
Nuova scuderia, con capitan Soldini e il suo equipaggio di sempre, e con prestazioni che via via si andranno a scoprire con i primi test in oceano.
Maserati Multi70 è andato in acqua in questi giorni nella base francese di Lorient, in Bretagna, completamente diverso e rimodernizzato.
Lungo 21,2 metri e largo 16,8 metri, e con la nuova livrea, è pronto per nuove sfide oceaniche che Giovanni Soldini affronterà in equipaggio.
La sua caratteristica principale è quella di potersi sollevare sull’acqua appoggiandosi esclusivamente su foil, timoni e persino piccoli flap, riducendo drasticamente la superficie bagnata che fa attrito e aumentando la velocità fino a oltre 40 nodi di velocità, ben oltre quella degli aliscafi a manetta.
Le principali modifiche apportate al multiscafo hanno riguardato sia i timoni, che ora hanno un profilo a T rovesciata con flap regolabili, sia soprattutto i foil, giunti alla terza generazione, che sono stati completamente riprogettati da Verdier e che hanno potenzialità ancora del tutto inesplorate.
L’idea di "volare" sull’Oceano è nata a San Francisco, racconta Giovanni Soldini.
"Non a caso tutto è nato a San Francisco, città che è al centro dei cambiamenti del mondo" racconta il presidente di FCA.
"Ci siamo detti che il prossimo impegno doveva essere una doppia sfida, non solo agonistica ma anche tecnologicamente pionieristica. Io l’ho provata questa barca ed è davvero un nuovo modo di andare a vela. E’ difficile, dopo aver provato queste emozioni, dopo aver navigato nel futuro, tornare indietro, alla vela più tradizionale”.


IL FOIL A L
Maserati Multi70 mette in pratica l'idea del progettista Guillaume Verdier e del suo Team (che hanno lavorato alle modifiche sulle appendici) di volare sulle onde appoggiandosi su tre punti sfruttando il piano portante di deriva, un foil a L e un timone, anziché due timoni e un foil come avviene sui cat di Coppa America.
“La doppia sfida è anche interessante per un marchio come Maserati, legato ai venti (l’ultima nata si chiama Levante), che ha il Tridente come simbolo.
Credo, in particolare, che vi siano diverse assonanze con l’evoluzione tecnologica che abbiamo visto nelle auto, dove hanno avuto grande rilievo gli studi nell’aerodinamica e nei nuovi materiali.
Anche nella vela c’è una continua ricerca di nuovi materiali, pensiamo alle fibre di carbonio e alla sfida di ottimizzare grandi superficie veliche con una piattaforma che offra la minor resistenza all’acqua”.
“Abbiamo percorso 2 mila miglia, ma 1500 tutte mura a dritta.
Il foil a “L” siamo riusciti a testarlo giusto una notte verso Gibilterra e poi avvicinandoci a Monaco” spiega Soldini.
Maserati Multi70 ha due derive a poppa, ciascuna montata sotto entrambi gli scafi più laterali, mentre al centro c’è il timone con contro-deriva.
Le due “lame” laterali non sono uguali: quella di sinistra ha una forma a “C”, sagoma che è stata già adottata anche da altri Mod70 (come (Phaedo3, Musandam-Oman Sail, Concise), la classe di questo gigante del mare, ed è un’appendice ormai “normale”, se così si può dire per una comunque nuova frontiera della vela; quella di destra ha invece la forma a “L” ed è la vera novità di Maserati Multi70. E’ il “turbo”. “Sei lanciato a 30 nodi con il foil a C, quando entra in campo la deriva a L passi a 35 di colpo” racconta lo skipper.
 «Team Gitana ha sviluppato e provato l’appendice destra solo in bacini chiusi, con mare piatto. Il nostro obiettivo invece è quello di utilizzarlo anche sull’Oceano, con mare formato. E qui dobbiamo ancora lavorarci, capire, sperimentare. Con le derive la barca si alza di almeno un metro sull’acqua, anche due, se prendi un’onda poi devi anche preoccuparti di “atterrare”.
Senza contare il rischio di collidere contro un oggetto semi-affiorante: farlo lanciati a 30 nodi può rivelarsi un grande problema. No, non è cosa da poco".



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sabato 22 ottobre 2016

La Storia Dei San Jose Bees: Home Of The Bad News

Ken Reitz: "Questo è l'ultimo rifugio dei tossicodipendenti in pensione"

I San Jose Bees negli anni 80 sono una franchigia della California League (single A delle Minor League di Baseball).
Vengono affiliati ai Montreal Expos (100mila dollari annui) ma l'affiliazione è persa nel 1982: scarso interesse dei tifosi e stadio quasi sempre deserto (anche quando i biglietti vengono dati gratis).
Neppure il giornale locale s'interessa di loro.
Come detto la prima stagione del nuovo General Manager Harry Steve è terribile: 30mila biglietti distribuiti gratuitamente ma solo un centinaio vengono regalati.
Nei tre anni successivi (triennio dal 1983 al 1985) chiudono ovviamente nettamente ultimi.
Il Municipal Stadium con una presenza media di 500 spettatori pare deserto, vista la capienza ben maggiore.
Quando si parla dei Bees siamo nel pieno delle Minors, nel mentre però la MLB usa il pugno duro contro i giocatori che si fanno di Marijuana e Cocaina.
Lo scandalo che colpisce i Pittsburgh Pirates (e finanche la loro mascotte) lascia tutti a bocca aperta: 17 giocatori finiscono sotto inchiesta e 7 spacciatori vengono arrestati (tra i quali Chris Liebl).
Ma lo scandalo non colpisce solo Pittsburgh.
Willie Mays Aikens prima base dei Royals sniffò cocaina alle World Series 1980, Tim Raines la nascondeva nei guanti o nella tasca posteriore, l'esterno dei Cardinals Lonnie Smith indossava calzini di Playboy dove appunto nascondeva la cocaina.
Tornando ai Pirates fu l'esterno Dave Parker che introdusse il suo spacciatore a tutta la squadra.
Comunque molti di questi giocatori vengono messi alla porta dalle varie squadre.
Per approfondire: I Pittsburgh Pirates e Lo Scandalo Cocaina Degli Anni 80


I SAN JOSE BEES: LUOGO DI RITROVO PER TOSSICODIPENDENTI ED ALCOLISTI
Il General Manager dei Bees, Harry Steve, può contare solo sull'affiliazione con un team di NPB: i Seibu Lions.
Visto che le casse piangono, intravede un'opportunità: "e se mettessi sotto contratto i giocatori epurati dalle altre squadre per via dell'uso di stupefacenti?".
Entrando nei particolari per quanto riguarda i giocatori tagliati dalle altre squadre, be' l'anno della cocaina per Mike Norris fu il 1982 (appena due anni prima denigrava i compagni che la sniffavano).
Furono anni difficili per lui con 5 volte in centro di riabilitazione in 4 anni ed un arresto per droga in Repubblica Domicana.
"Misero un po 'di marijuana nel mio cappotto di pelle. Venni arrestato all'insaputa di mia madre e della mia squadra che non sapevano dove stavo. Venni sentenziato a 6 mesi"
In seguito il general manager di Oakland, Sandy Alderson, andò lì per offrirgli un contratto per le Minors per il 1986.
"Pensai che fosse un insulto. Triple A? Rifiutai. Non sapevo che stavo per commettere uno dei miei due più grandi errori: usavo cocaina e non scelsi quel contratto, rimasi senza lavoro".
A capodanno 1986 una mattina si risvegliò con una donna di 300 pound nel suo letto, senza sapere come e perchè.
Poi guardandosi allo specchio pensò "vedo solo un tossicodipendente, non sono meglio dei magnaccia e delle lucciole".
Anni dopo però dirà: "fu il più bel giorno della mia vita".
Di seguito, a marzo, Norris incontrò Harry dei Bees.
"Sembrava pesasse 150 chili", dice Harry.
"Era depresso e senza lavoro. Era un ex giocatore che aveva vinto in una sola stagione 20 partite ma fu facile metterlo sotto contratto: voleva solo un posto per giocare".
Ken Reitz dopo la sua esperienza ai Cardinals, viene venduto ai Chicago Cubs.
Al suo primo giorno con Chicago, nel 1981, uno sconosciuto gli si avvicinò gettandogli un busta di carta marrone.
Dentro c'erano quattro barattoli di anfetamine, ciascuno contenente circa 100 pillole.
"Sono un farmacista" disse l'uomo.
Dice Reitz in seguito "quell'uomo rovinò la mia vita".
Il suo matrimonio andò a rotoli, bevve pesantemente.
Un giorno, riempito di anfetamine e non avendo dormito per due giorni, stava guidando la sua nuova Jeep a Chicago quando si convinse che un gruppo di ragazze stavano cercando di rubargli le gomme dell'auto.
Afferrò un fucile calibro 22, saltò fuori e sparò ai suoi pneumatici in modo che le ragazze "fantasma" non potessero più rubarli.
Il Cubs lo rilasciarono nel 1982.
I Pirates due mesi dopo.
Nell'83 finì in Triple A sotto i Cardinals, nel '84 e 45 per i Rangers.
Nel marzo del '86 a 34 anni, aveva giocato appena 55 partite negli ultimi quattro anni, 48 dei quali nelle Minors.
"Mio padre mi disse 'Perché non provi con San Jose?' Così ho chiamato. Credevo stessi andando in una Rec League. Non sapevo che avrei giocato in California League".
Daryl Sconiers venne invece rilasciato dagli Angels, dopo aver ammesso di avere problemi di droga.
Nessuno lo prese, neanche nelle Minors.
Derrel Thomas, 35 anni, ai tempi aveva quattro soprannomi: Hot Dog, Minute Man, Farmer John e Junkyard Dog. 
Implicato pure lui nella "farmacia" di amfetamine e cocaina che era Pittsburgh ai tempi, viene rilasciato.
E Todd Cruz, 30 anni, un infielder rilasciato da Detroit per problemi di alcool (cambiò 6 squadre in 6 anni).
E' fu così che Harry ingaggia Mike Norris degli Oakland Athletics (22-9 con 2.53 di ERA nel 1980), Ken Reitz dei Pirates (votato per l'All Star Game), Todd Cruz che vinse due anni prima le World Series con i Baltimore Orioles, Derrel Thomas (per la verità subito rilasciato perchè odiato dagli stessi compagni di squadre per continui litigi), Daryl Sconiers degli Anaheim Angels e il promettente Steve Howe (rookie del 1980 con i LA Dodgers).
Cosa accomuna quindi tutti questi giocatori? L'alcol, la droga e le comunità di recupero per tossicodipendenti.
Arrivano un'altra decina di ex atleti di MLB che non hanno mai sfondato nelle Majors: chi si è perso per violenze domestiche, chi per infortuni, chi per problemi caratteriali, chi per sfortuna.
Il roster è completato da 5 giapponesi che non conoscono l'inglese (guidati ed istruiti da Hank Wada. Che è allo stesso tempo guidatore del bus della squadra, istruttore morale, medico agopuntore, allenatore dei pitchers) e da altri giovani atleti.
Chi entra in campo ubriaco, chi non può tornare nel suo paese di origine in quanto pende sulla sua testa un mandato di arresto, chi dorme in un furgone all'interno dello stadio (Fernando Arroyo), il lanciatore è un investigatore privato che non giocava a Baseball da 8 anni (Mike Stash Bigusiak).
Ma la maggiorparte dei Bees vivono proprio nello scantinato dello stadio: il San Jose Hilton.
Brandine, sacchi a pelo, frigorifero pieno di alcolici, tappeto recuperato da un cassonetto, poster dei Led Zeppelin e di un film porno del 1983 e il cartello "Do Not Disturb".
Ah, in tutto questo, alcuni giocatori quali Reitz e Norris fanno anche ritardo agli allenamenti perchè hanno la patente sospesa.

In seguito viene messo sotto contratto anche Kenny Foster ma subito dopo rilasciato.
Norris andò dal General Manager e disse: "Harry sai quello che hai appena fatto?"
"Si, ho rilasciato Kenny Foster"
"No, hai appena rilasciato uno dei più grandi gangster di Oakland"
"Uh, non lo sapevo"

C'era anche Cias un artista e spirito libero che amava indossare un mantello di Superman e saltare su e giù dal muro outfield, cavalcando il suo skateboard e giocando a golf.
Egli aveva dipinto i disegni Travelodge e Almaden Hyundai sul muro outfield e il logo "Bees" sul lato del bus della squadra (un'ape con un corpo a forma di Baseball).
Sul retro della porta dello stadio Hilton dipinse un ritratto collegato a Charles Manson: Helter Skelter. Dipinse anche caricature di tutti coloro che hanno soggiornato presso l' Hilton Stadium.
K.Christman (catcher): "E' stata come una terra di giocattoli difettosi"
Frank Verdi, ex giocatore e coach, abbandona la baracca poco prima del 1986 avendo ricevuto un lavoro di scouting con i New York Yankees.
Raccomandò suo figlio Mike ma il General Manager Harry Steve non ne era convinto.
Harry, non potendosi permettere altro personale e viste le casse che piangono, decide anche di fare il coach (pur non avendo mai allenato).


LA STAGIONE 1986
"Non tornare a St.Louis. C'è un mandato d'arresto nei tuoi confronti"
Ci sono modi migliori per iniziare una stagione, questa fu invece la chiamata ricevuta da Reitz da un suo ex compagno di squadra dei Cardinals.
Il mandato è stato emesso nel Missouri orientale, accusando Reitz di aver firmato un assegno per $ 1,083.40 per un rivenditore di auto.
Reitz venne classificato come latitante, la polizia della California si allertò ed era pronta per arrestarlo in qualsiasi momento.
"Ecco quello che è successo: una notte un camion si fermò vicino a me.
Ho cercato di farlo riparare ma hanno mandato un controllo di assicurazione per me"
Oltre ad essere un latitante e un tossicodipendente in recupero, Reitz era un alcolizzato.
"Ero ubriaco per tutto il tempo, a volte anche durante le partite"
La prima partita di questo team improvvisato e che dire di pazzi è poco, si svolge di fronte a 5mila tifosi.
C'è addirittura il Times da Londra.
Howe indossa un cappello con su scritto "non fatemi arrabbiare".
La stagione 1986 dei Bees con tutta la loro esperienza di Major League, veniva auspicata come a senso unico in loro favore: del resto si trattava, si, di giocatori decaduti ma pur sempre di MLB incastrati in una lega minore di basso livello popolata da adolescenti o da giocatori appena di quarto piano.
La rotazione comprendeva Howe (che fallì tra l'altro diversi test antidoping), Norris, McCatty, Arroyo e Vern Ruhle.
Ma non andò così.
142 partite tra risse (tra ubriachi e giocatori Bees stessi), frequentazioni di bordelli a Fresno, autobus rotti durante le trasferte.
I Bees chiudono la stagione con 65 W e 77 L, meglio degli anni precedenti ma sempre ultimi.


SAN JOSE GIANTS
Nel 1987 rimangono solo Reitz, Sconiers e McCatty.
Addirittura chiuderanno 33-109.
Finirono a 61 partite dal primo posto.
Dopo questa stagione la squadra rinacque come San Jose Giants, squadra affiliata ai San Francisco Giants.
Gli ex Bees videro un aumento del 63% di presenze, da 752 fan a partita a 1.229.


ANNI SUCCESSIVI
Steve Howe in totale venne sospeso per sette volte a causa della sua dipendenza da droghe.
Successe anche con i Texas Rangers nel 1987.
Il 28 aprile 2006 Howe stava guidando il suo camioncino a Coachella, in California.
A seguito di un incidente rimarrà ucciso.
L'autopsia ha trovato metanfetamine nel suo corpo.
Howe aveva 48 anni.
Todd Cruz, dopo aver lasciato San Jose, giocò a San Bernardino, Salinas, San Pietroburgo, in Messico e in Italia.
Nel settembre del 2008, mentre nuotava in una piscina, muore annegato a 52 anni (probabilmente per un attacco di cuore).
Nel 2003 uno dei suoi figli, ricevette una condanna a vita per omicidio di primo grado nel Michigan.
Vern Ruhle lasciato i Bees per firmare con gli Angels, chiuse la stagione successiva, il suo ultimo anno, senza vittorie in Triple-A.
Ruhle divenne pitching coach degll Astros e Reds.
Morì nel 2007 di cancro del midollo osseo a 55 anni.
Daryl Sconiers giocò altre quattro stagioni nelle Minors, poi si persero le tracce per un po'.
Momenti difficili per lui in preda alla cocaina e senza una casa.
Nel 2014 Daryl Sconiers Jr. è stato condannato per omicidio di primo grado.
Derrel Thomas, giocò in Messico ed allenò alla High School nel sud della California.
Nel 1993 venne incolpato per aver cercato di comprare e vendere 22 chili di cocaina.
Ken Reitz è sobrio dal 1988. Reitz vive nella periferia di St.Louis, dove gioca a golf e lavora part-time per la Major League Baseball e comunità disagiate.
Fernando Arroyo lasciò i Bees nel 1986 per firmare un contratto con una minors affiliata agli Oakland Athletics.
Arroyo divenne pitching coach in Giappone, Taiwan, Venezuela, Messico, Repubblica Dominicana e Corea del Sud.
Mike Norris ha disputato di nuovo grandi campionati come rilievo per Oakland nel 1990.
Dopo aver vinto una partita disse "Ci sono tre cose associate alla cocaina: il ricovero in ospedale, il carcere e la morte. Avevo fatto due delle tre. L'unica cosa rimasta era la morte. E 'stato il passo successivo, l'unica via d'uscita dalla miseria, la follia".
Norris ha subito un intervento chirurgico al midollo spinale nel 2000 e gestisce una fondazione giovanile ad Oakland.
Egli ha anche ha scritto le sue memorie, inerenti l'abuso di cocaina.
Un capitolo è intitolato "Gli Zar sono andati troppo oltre".



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lunedì 17 ottobre 2016

Il Match Di Tennis Più Lungo Della Storia: Isner v Mahut (Wimbledon 2010)

11 ore e 5 minuti spalmati in 3 giorni di gioco.
È stata questa la durata della partita di Tennis tra lo statunitense John Isner (19 del mondo ai tempi) e Nicolas Mahut (148 del mondo) terminata esattamente 6 anni orsono nell’ambito dell’edizione 2010 del torneo di Wimbledon.
Inutile dire che questo match, iniziato il 22 giugno, fu il più lungo della storia del Tennis.
Come prevedibile sono stati battuti decine di record.
La partita è stata vinta da Isner con il risultato di 3-6, 6-7, 7-6, 70-68 al quinto (a Wimbledon, come si sa, non esiste il tie break al quinto set quindi si prosegue ad oltranza sino a che uno dei due servizi non vinci con 2 giochi di scarto).
Dunque vennero giocati ben 183 games.


PRIMO GIORNO
La partita andò in scena sull'anonimo campo 18 di Wimbledon.
Il match, valido per il primo turno, iniziò alle ore 18:13 di martedì 22 giugno 2010, ma venne interrotto una prima volta alle 21:07 a causa della scarsa illuminazione che rendeva impossibile continuare a giocare.
Isner e Mahut erano 2 set pari: 6-4, 3-6, 6-7, 7-6.


SECONDO GIORNO
L’incontro riprese il giorno successivo alle 14:05 e, nel corso del pomeriggio (precisamente alle 17:45) il record di partita più lunga di sempre venne superato.
Era appena iniziato un interminabile quinto set: bombe al servizio, elmetto per entrambi e di break neanche l'ombra.
Il punteggio pazzesco di questo set mise in crisi anche i tabelloni della IBM, i quali avevano programmato il tabellone dello score prevedendo un risultato massimo di 47-47, mentre il sito web di Wimbledon andò in tilt sul 50-50, momento in cui lo score venne erroneamente resettato dal sistema.
Cioè 0-0.
Dalla pagina Facebook ufficiale di Wimbledon si leggeva: please add 50 to the Isner/Mahut game score".
Al di là di questi problemi tecnici, con il passare delle ore la luce iniziò nuovamente a scarseggiare, fattore che costrinse gli organizzatori ad interrompere una seconda volta la sfida per oscurità.
Isner e Mahut furono così costretti ad attendere un terzo giorno prima di poter risolvere la contesa, con il punteggio che al 23 giugno era fissato sul 2 set pari e con l’ultimo e decisivo set fermo sul 59 pari: il buio aveva avuto ancora una volta la meglio sui due!


TERZO GIORNO
Nella notte vengono riprogrammati i due tabelloni in tilt (soprattutto quello IBM andato in crash sul 47 pari).
Quando i due giocatori stanno per reiniziare a giocare, sul campo 18 non c’era più un posto libero.
Nemmeno sulla terrazza della televisione dove Forget di tanto in tanto tornava ad affacciarsi dalla balaustra.
In sala stampa si discute molto sul fatto che il perdente di questo macth prenderà gli stessi soldi di Casey Dellacqua che perse il suo primo turno femminile in 40 minuti.
I due giocatori si fanno attendere ma quando entrano in campo scoppia il delirio con tutto il pubblico ad applaudirli.
In un incontro che sembrava destinato a non finire mai, il gioco riprese quindi il 24 giugno alle ore 15:43, alla soglia dei 60 il tabellone ebbe nuovamente problemi nell'aggiornare i punteggi.
In un match che vorresti non finisse mai si arriva, piano piano, al termine consegnando finalmente la vittoria al numero 19 al mondo, John Isner, alle ore 16:48.
L’ultimo set terminò con l'incredibile score di 70-68 (durata di 8 ore e 11 minuti!).
Isner ebbe 4 match point nel corso del quinto set senza mai riuscire a chiudere; uno sul 10-9, due sul 33-32 e uno sul 59-58, cancellato da Mahut con un ace. Muhut invece servì con successo 55 volte per rimanere nel match.



I RECORD DETRONIZZATI
Dopo questo, fa quasi ridere il match Pancho Gonzales e Charlie Pasarell nel 1969, sempre a Wimbledon: 5  ore e 12 minuti (22-24, 1-6, 16-14, 6-3, 11-9 per Pancho).
E viene ridicolizzato perfino il precedente primato ufficiale, quello dell'era tie-break; il derby tra Fabrice Santoro (vincitore) e Arnaud Clement al Roland Garros 2004.
Una partita che durò qualcosa come 6 ore e 33 minuti (con una sospensione per il buio e ripresa il giorno successivo).
Si trattò ovviamente del quinto set più lungo della storia; il precedente primato apparteneva a Andy Roddick che superò Younes El Ayanoui nei quarti dell'Open d'Australia del 2003 per 4-6 7-6 4-6 6-4 21-19.
Si trattò anche del set più lungo nella storia del Tennis: precedente primato John Newcombe-Marty Riessen 4-6 6-3 6-4 25-23, ottavi US Open 1969.
E' la partita con più game della storia, come ovvio che sia record di durata a Wimbledon (il precedente primato apparteneva a Greg Holmes e Todd Witsken che nel 2° turno del 1989 rimasero in campo per 5 ore e 28 minuti diluiti in tre giorni).
Tra gli altri record battuti da questa storica partita, c’è da segnalate anche la statistica relativa agli ace messi a segno, che superò facilmente quota 200 nell’arco di quelle 11 ore (112 per l'americano, 103 per Mahut).
Il precedente record apparteneva a Ivo Karlovic che contro Radek Stepanek in un match di Davis del 2009 ne mise a segno 78.
Il precedente primato complessivo degli aces apparteneva alla già citata sfida Karlovic-Stepanek con 96.
Vennero inoltre giocati, in totale, ben 980 punti.



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domenica 9 ottobre 2016

Le Strane Foto Pre-Match Della Nazionale Gallese

Ormai da quasi 15 anni, la nazionale gallese si presenta nel rito a metàcampo per fare la foto pre-match con disposizioni strane. 
Mentre le altre squadre si dispongono perfettamente in fila in modo ordinato e abbastanza simmetrica (6 in piedi e 5 seduti), i ragazzi gallesi no.
Inizialmente l'asimmetria veniva imputata ad errori, negli ultimi anni però sembra che qualcosa sia cambiata o che quantomeno dietro ci sia un messaggio nascosto.
O più probabilmente si stanno prendendo gioco di tutti.
Quando è stata chiesa una spiegazione a Gareth Bale, lui ha detto semplicemente: "Non ne so niente".
Poi, quando è stato sottolineato che probabilmente erano solo disposizioni asimmetriche sbagliate casualmente, ha ribadito non molto convinto e ridendo: "Penso che debba essere così, sì".
Probabilmente la verità non si saprà mai, la cosa certa è che la nazionale gallese è l'incubo di qualsiasi fotografo al mondo.


VS L'ITALIA (OTTOBRE 2002):

VS LA RUSSIA (NOVEMBRE 2003):

VS LA POLONIA (OTTOBRE 2004):

VS LA SLOVACCHIA (OTTOBRE 2006):

VS LA FINLANDIA (OTTOBRE 2009):

VS LA SERBIA (SETTEMBRE 2012)

VS BELGIO (NOVEMBRE 2014):

VS IL BELGIO (GIUGNO 2015)

VS L'UCRAINA (MARZO 2016):

VS LA SVEZIA (GIUGNO 2016):

VS IL NORD IRLANDA (LUGLIO 2016):

VS LA MOLDOVA (SETTEMBRE 2016):

VS L'AUSTRIA (OTTOBRE 2016):

VS LA GEORGIA (OTTOBRE 2016):



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sabato 8 ottobre 2016

Spiegazione Rosters MLB e Liste Infortunati (DL)

In MLB i roster sono di 25 giocatori (Active List) ma allargati arrivano sino a 40 (Reserve List).
Possono essere scelti solo i 25 giocatori "attivi" ma la lista da 40 (i 25 attivi + altri 15 tra riserve e Minor) permette di modificare la lista da 25 passando da una all'altra (soprattutto in caso d'infortuni ma non solo. Ad esempio è possibile rilasciare un giocatore ovvero il noto Designated For Assignment o mandarne uno nelle Minors per fare esperienza o riabilitazione).
Un roster, in casi eccezionali (Doubleheader, ovvero 2 partite lo stesso giorno) grazie al 26th Man Rule può toccare anche i 26 giocatori attivi.
Due sono le vie per aggiungere giocatori al roster da 40: mettere sotto contratto un giocatorecdel proprio farm system o organizzazione oppure aggiungere il giocatore direttamente dal Draft.


LISTE INFORTUNATI ED ALTRI PERIODI DI "PAUSA"
Ci sono due liste infortunati (DL), la 15-day e la 60-day (a volte chiamata anche Emergency DL).
L'unica vera differenza tra le due è che un giocatore che è nella lista da 60-day non conta nel roster da 40 giocatori (e neppure in quello da 25 ovviamente), mentre un giocatore che è nella lista da 15 conta nel roster da 40, ma non in quello da 25.
In qualsiasi momento un giocatore può passare dalla lista di 15 a quella di 60.
Dunque chi è messo nella DL di 15 giorni, pur non potendo giocare obbligatoriamente per almeno 15 giorni (anche se tornasse sano), mantiene il suo posto nel roster dei 40.
Chi è messo in quella da 60 giorni, perde il suo posto e verrà sostituito da un altro.
Per poter piazzare un giocatore sulla lista infortunati una squadra deve avere un certificato medico. Ovviamente la cosa potrebbe essere pure inventata, soltanto per poter utilizzare un altro giocatore ma se un giocatore non è infortunato è tenuto a denunciare l'imbroglio all’Associazione Giocatori (la MLBPA).
I giocatori possono essere inseriti sulla lista infortunati anche retroattivamente (fino a dieci giorni prima) e i 15 giorni saranno contati dal giorno dopo rispetto al giorno in cui il giocatore ha giocato per l'ultima volta (presumibilmente il giorno in cui si è infortunato).
Questo perchè alle volte capita che non si riesca a valutare immediatamente l'entità di un infortunio.
Magari il giocatore tenta di allenarsi, non ce la fa, si fanno le varie visite e poi si decide che il tempo di recupero sarà superiore alle due settimane.
Intanto sono passati alcuni giorni e così lo si inserisce retroattivamente sulla lista infortunati.
Un giocatore sulla lista infortunati può essere assegnato ad un club delle Minor League per riabilitazione.
Può rimanerci per un massimo di 20 giorni per un giocatore e per 30 giorni per un lanciatore.
Dopo tale data bisogna decidere se attivarlo (cioè riportarlo sul roster da 25), se rilasciarlo o se rimetterlo in lista infortunati, se non è guarito.
Nel 2011, la Major League Baseball ha istituito un congedo di paternità (Paternity List).
Questo permette a una squadra di sostituire un giocatore che è in attesa di diventare padre (congedo che va da 1 a 3 giorni) sul roster per essere disponibile per la nascita del figlio.
La Minor League Baseball utilizza la Disable List di 7 giorni.
I giocatori che sono sul 40-man roster, ma si fanno male nelle Minor League sono immessi sulla DL della Minor, ma non sulla DL della Major.
Questo pone il problema che se un giocatore si è infortunato nelle Minor e sarebbe stato messo nei 60 giorni della DL della Major League non può entrare sui 60-day quindi il posto del 40-man roster non viene liberato.
Da pochi anni è stata introdotta anche la Bereavement List (per lutto familiare): un giocatore che per gravi problemi personali è costretto ad abbandonare momentaneamente la squadra può essere inserito in questa lista con il permesso della Lega.
Ha l'obbligo di restarvi almeno tre giorni e non più di dieci, ed il suo posto nel roster durante l'assenza può essere preso da un altro giocatore.
Esiste anche la Family Medical Emergency List (giocatore può lasciare la squadra per massimo 7 giorni per assistere un familiare), la Voluntary Retired List (quando un giocatore decide di ritirarsi), la Restricted List (per violazione di regole federali o della MLB), Disqualified List (per violazioni contrattuali), Inelegible List (se espulso temporaneamente o a vita dalla MLB).



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martedì 4 ottobre 2016

Il Preston North End, William Suddell e Gli Invincibles (1889)

Anche se ai più non dirà molto, forse, il Preston North End rappresenta la squadra di calcio per antonomasia.
Calcio degli albori ma pur sempre calcio.
Quello dei fondatori.
Tutto ciò per una serie di record battuti che hanno dato il diritto alla squadra di fregiarsi dell'appellativo di "The Invincibles".
Squadra del nord dell'Inghilterra, città di poco oltre 100mila abitanti del Lanchashire.
La squadra fu fondata nel 1863 come club di cricket.
La parte calcistica vera e propria nacque nel 1878.


WILLIAM SUDDEL E GLI INVINCIBLES
Dopo alcune sconfitte roboanti (si ricorda lo 0-16 subito dal Blackburn, vero gigante dell'epoca), l’uomo della svolta fu William Suddell, ex giocatore e poi proprietario del club.
Capì molto prima di altri che il calcio non era solo un sport, ma anche un potenziale business.
Arruolò molti giocatori scozzesi tra le file dei Lillywhites.
Suddel proponeva ai giocatori una quota in denaro per ogni match disputato, ed inoltre un posto lavorativo sicuro in città.
Mossa abbastanza rivoluzionaria per l’epoca.
Molti club della Football Association, però, erano furibondi per questo.
Come l’Upton Park che nel 1884 arrivó a Preston per una partita di FA Cup.
Il North End uscì dalla coppa, ma con l’appoggio di 36 squadre minacciò l’uscita dalla FA se il professionismo non fosse stato legalizzato.
Così avvenne.
Era il 1885 ed il calcio divenne una professione a tutti gli effetti.
Nel 1888 nacque la Prima Divisione.
Furono invitate le squadre di calcio più importanti del paese, tra cui proprio il Preston North End, grande protagonista nelle FA Cup passate.
PNE, Blackburn e Cambridge erano state le prime squadre a schierare formazioni più "prudenti" con il loro 2-3-5, a dispetto degli 1-1-8 che si vedevano in Inghilterra ai tempi.

Il 2-3-5 del Preston North End:
Robert Mills-Roberts (WAL)
Bob Howarth (ENG)
Bob Holmes (ENG)
George Drummond (SCO)
David Russell (SCO)
Johnny Graham (SCO)
Jack Gordon (SCO)
Jimmy Ross (SCO)
John Goodall (ENG)
Fred Drewhurst (ENG)
Sam Thomson (SCO)

Alla fine del primo anno del campionato di calcio inglese i Lillywhites entrano di diritto nella storia andando a vincere la prima divisione inglese senza subire neanche una sconfitta, record che solo l’Arsenal più di 110 anni dopo riuscirà ad eguagliare.
Per sempre il Preston North End avrà il suo nome scolpito nella memoria.
Basti dire che il 5 gennaio 1889 dopo la vittoria per 4-1 a Deepdale contro il Notts County con quattro giornate di anticipo, si laurearono campioni, diventando per tutti e per sempre "The Invincibles" dopo la vittoria per 0-2 al Villa Park di Birmingham contro l'Aston Villa con doppietta di Fred Dewhurst.
Quel 9 febbraio, infatti, il Preston era chiamato a giocare l’ultima partita del campionato proprio a Villa Park contro quell’Aston Villa che aveva tentato di competere con la squadra di Sudell per il titolo.

Il campionato era stato ormai assegnato, la partita assumeva comunque grande importanza dato che metteva di fronte le due squadre più forti del campionato e dato che entrambe volevano dimostrare di fronte all'avversario la propria forza e superiorità.
Accorsero in 10.000 per assistere a quello spettacolo, ma quelli che si divertirono di più furono quelli arrivati dal Lancashire.
Una doppietta di Dewhurst, infatti, stese il Villa che dovette arrendersi alla superiorità dei Lilywhites che riuscirono così a restare imbattuti per tutte le partite del campionato.
Quel loro record sarebbe resistito addirittura fino al 2004, ci sono voluti infatti ben 115 anni per vedere un’altra squadra, l’Arsenal, vincere il campionato inglese senza mai perdere una partita.
Ma l'imbattibilità del North End si sarebbe poi estesa anche a tutta la FA Cup, che fu conquistata battendo in finale il Wolverhampton per 3-0 (anche lì nessuna sconfitta e nessun goal subito, a differenza dell'Arsenal 2004).
Fu anche il primo double della storia del calcio!
Forse quella fu un’impresa il cui valore in quel momento non assunse la giusta importanza, nessuno avrebbe mai potuto immaginare quanto sarebbe stato difficile in futuro per qualsiasi altra squadra eguagliarla e che ci sarebbero voluto tutti quegli anni!
Fu però senza dubbio motivo di grande orgoglio ed una dimostrazione di supremazia totale.
Anche l’anno dopo il PNE salì sul tetto d’Inghilterra vincendo il secondo campionato di fila (4 però le sconfitte).
Una squadra in ogni caso fantastica, passata come detto alla storia come Invincibles, per via di quell'incredibile annata datata 1889.
Dalla conquista del campionato del 1890 in poi, però, il Preston non vincerà praticamente quasi più niente.
L'epoca degli Invincibles era finita troppo presto anche perchè molti avevano cambiato casacca, mentre Suddel aveva perso il controllo della nave, ormai alla deriva.



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