mercoledì 22 agosto 2018

Le Follie Di "El Loco" Bielsa: Allenatore Del Leeds

Marcelo "El Loco" Bielsa, nominato nuovo manager del Leeds Utd, dopo poco più di due mesi dal suo arrivo in città, è già diventato un nuovo leader di Elland Road.
E non solo per i suoi metodi ma anche per aver centrato ben 4 vittorie consecutive.
El Loco vuol dire "Il pazzo".
Il segreto del successo del Loco? Uno smisurato amore per il Calcio, una grande passione per il lavoro e la cura maniacale nei dettagli alla ricerca del modulo perfetto, che esalti le qualità dei giocatori che ha a disposizione.
Ecco così che il Leeds nelle sue prime uscite si è schierato con un 4-1-4-1 capace di trasformarsi in corso d'opera in un 4-2-3-1.
Il bomber Kemar Roofe è cresciuto nel West Bromwich Albion, ma per esplodere ha dovuto attendere fino a due stagioni fa, quando è stato votato il miglior giocatore della League Two indossando la maglia dell'Oxford United.
Supportati dal mediano Kalwin Phillips, cresciuto nel vivaio, i due riescono a operare con bravura in fase offensiva, dialogando con le ali Alioski e Hernandez.
Al vittorioso esordio casalingo per 3-1 sul neo-retrocesso Stoke, gli uomini di Bielsa hanno fatto seguire uno splendido 4-1 in casa del Derby County, un 2-1 al Bolton nel primo turno di Coppa di Lega e il recente successo 2-0 sul Rotherham.

"Il successo è deformante: rilassa, inganna, ci rende peggiori, ci aiuta ad innamorarci eccessivamente di noi stessi. Al contrario, l’insuccesso è formativo: ci rende stabili, ci avvicina alle nostre convinzioni, ci fa ritornare ad essere coerenti. Sia chiaro che competiamo per vincere, ed io faccio questo lavoro perché voglio vincere quando competo. Ma se non distinguessi ciò che è realmente formativo da quello che è secondario, commetterei un errore enorme"

In generale Bielsa esegue un calcio offensivo, verticale, spinto da atletismo, pressing sull'uomo, tagli in profondità, ricerca dello spazio, continua copertura della metà campo avversaria, ripartenze fulminee in fase di transizione offensiva.
È un calcio che esalta gli interpreti, ma li prosciuga al tempo stesso.
Il Newell’s gli dedica addirittura lo studio “Estadio Marcelo Bielsa” ma fallisce come ct dell'Argentina schierata con un inedito 3-3-1-3/3-3-3-1 (inedito anche per la storia dell'Argentina stessa, tendenzialmente nazionale con gioco speculativo ed avara di spettacolo, individualità a parte).

"I cambiamenti in una squadra si attuano quando si vince, non quando si perde. Quando si perde è il momento di osservare e capire"

L'Argentina vince 1-0 contro una Nigeria infarcita di giovani e qualche vecchia gloria come Jay Jay Okocha. Il crollo avviene con l’Inghilterra, partita decisa da un rigore calciato di potenza da Beckham.
L'ultima partita finirà 1-1 con la Svezia.
Bielsa poi vola ad Atene con la Selección e vince le Olimpiadi.
Poi però, senza alcun preavviso, si dimette dalla guida tecnica della Nazionale lasciando basita un’intera nazione.
Negli anni successivi non rilascerà più interviste, si fermerà per tre anni e passerà la maggior parte del tempo a visionare dvd e vhs con migliaia di partite dei maggiori campionati. Si narra che, in questo periodo, una sera abbia svegliato di soprassalto famiglia e vicini della sua villa di Rosario per provare una disposizione tattica “vivente” nel giardino di casa. Il tutto alle 2 di notte.
Nel 2007 diverrà ct del Cile e lo qualifica ai mondiali.

"Tutti sappiamo quando un giocatore è bravo o scarso. Il vero merito di un tecnico è capire quando un giocatore che sembra normale può diventare davvero bravo. Un buon allenatore è quello che porta il giocatore ad esprimere il massimo del suo potenziale, o a scoprirlo quando ancora nessuno lo ha fatto"

E ancora una volta, appena compiuta l’impresa, Bielsa spiazza tutti. Dopo un tira e molla ricco di conflitti e incomprensioni con i vertici della Federazione, Marcelo convoca una conferenza stampa e annuncia le dimissioni.
In seguito Bielsa inizia l’avventura nel vecchio continente e nel suo calcio milionario, allenando l'Athletic Bilbao accantona il 3-3-1-3, virando su un 4-2-3-1 più vicino al calcio europeo.
Al primo anno, dopo un lavoro profondissimo sul piano tattico, filosofico e mentale: si passa da un sistema inglese con cross dalle fasce e palle verticali per la spizzata di Llorente, a quello totale.
Dura 2 anni, poi va al Marsiglia.
Qui, convoca una delle sue conferenze stampa e spara a pallettoni contro la sua dirigenza, rea di aver condotto un mercato totalmente diverso dalle sue indicazioni.
Dopo un’estate contraddittoria e due scialbe giornate di Ligue1, El Loco mette a referto otto vittorie di fila che proiettano il Marsiglia al primo posto.
Chiuderanno al quarto posto, pagando un calo generale negli ultimi due mesi, come già successo a Bilbao, ma arrivando a giocarsi la qualificazione in Champions fino all’ultima giornata utile.
Prosegue poi la sua avventura in Francia al Lille dove dura solo 13 partite perchè se ne va in Cile (senza dire niente) per trovare un amico malato terminale di cancro.

Su Socrates: "Un giocatore che porta il nome di un filosofo che non ha scritto nulla, non poteva essere un calciatore diligente né vincere tanto e nemmeno allenare, è diventato una leggenda, adesso parla dai muri, ho ragione che fosse questa la sua intenzione: disperdersi"

Poi viene adocchiato dalla Lazio ma salta tutto dopo 2 giorni.
A dire di Lotito (presidente della Lazio) pare che volesse i soldi in dollari (con le variazioni sul cambio a carico della società romana), biglietti aerei per l’Argentina in prima classe per cinque persone (lui e il suo staff), cinque telefonini.

"Claudio, io parlo 2-3 ore al giorno con l’Argentina"
Bolletta illimitata.

Hotel a cinque stelle, sempre.
Poi Lotito gli fa: "Marcelo, quando sei venuto a Roma ti ho messo in un albergo mio. Era 4 stelle superior. Sei stato male?”. Lui me fa: “Benissimo”. “Allora che ce devi fa’ co ste 5 stelle, che sei grillino?”. S’impunta: 5 stelle. E va be’”. 

Lotito: "Poi, c’è la storia delle sagome, quelle per simulare la barriera. Bielsa dice che vuole le sagome tedesche. Ma perché, quelle italiane che c’hanno? So’ uguali, so’ pezzi di plastica. No, tedesche. Le ordino, costano tre volte quelle italiane. El Loco ce tiene ai valori. Lo so io quali valori..."

Come detto, da qualche settimana ha realizzato uno suoi sogni, allenare in Inghilterra e lo ha fatto a modo suo, seguendo le emozioni che fanno vibrare la storia, senza guardare troppo al presente.
Presentatosi in conferenza stampa, il personaggio sembra rimasto quello di sempre, determinato e maniacale, solo un po' ammorbidito nel carattere e negli angoli smussati.

"Ho visto tutti i 51 match dell'anno scorso"
Conosco ogni cosa che uno straniero può sapere del Leeds e so che cosa significano i suoi colori per i tifosi. Per questo voglio partire al massimo e ho visto tutti i 51 match giocati la scorsa stagione e anche le due amichevoli.
Bielsa nelle ultime settimane era ossessionato dal far capire ai suoi giocatori quanto fatica facessero i tifosi per potersi permettere di acquistare un biglietto dello stadio per andare a vederli.
I primi di agosto la squadra è stata riunita al centro sportivo, ma invece della classica sessione di allenamento, l'allenatore argentino ha mandato i suoi giocatori a raccogliere l’immondizia per ben tre ore, il tempo di lavoro necessario da parte di un tifoso per acquistare un biglietto e per far capire loro quanti sacrifici fanno i sostenitori per incitarli da vicino durante i match.
Sono poi arrivate 4 vittorie consecutive.
Alla prima intervista aveva già detto: "Scusate, niente inglese, ma imparerò".
Accanto a lui c’era Salim Lamrani.
Chi è? Nessuna figura legata al calcio. Bensì il suo traduttore, in realtà anche e soprattutto un docente e scrittore francese, che tiene corsi in due università, e che scrive principalmente su Cuba e sui suoi rapporti con gli Stati Uniti d’America.
Poi, ecco il nuovo incarico come seconda voce di Marcelo Bielsa.
La dinamica è molto complessa nella sua semplicità: il giornalista pone la domanda all’allenatore del Leeds. Lamrani gliela traduce in spagnolo e lo stesso Bielsa risponde al suo traduttore nella propria lingua. Poi la nuova traduzione all’inglese bisbigliata all’orecchio per un Bielsa che, con grande signorilità, ci tiene a rispondere solo e soltanto in inglese. E pazienza se nel mezzo è passato qualche minuto e la dichiarazione finale è stringatissima.
"Le nostre azioni offensive sono state molto buone in alcuni momenti. Ci manca ancora un po’ di esperienza. Dobbiamo ancora migliorare molto. Non abbiamo mosso la palla così come volevamo"
La dedizione al Leeds Utd sarebbe totale: 24 ore su 24.
L'argentino ha installato una cucina ed un letto nel centro di allenamento e pare che (molto spesso) dorma lì e non a casa, per non perdere tempo.
Ogni notte fa le ore piccole per esaminare video e dati degli avversari.
Fa le ore piccole ma si sveglia alle 5/6 del mattino ogni giorno, per leggere i giornali e rispondere alle mail dei tifosi.
Nulla è lasciato al caso: anche l'erba di Elland Road deve avere lo stesso taglio (lunghezza).
Il giorno prima del match convoca i giocatori per un colloquio individuale di 15 minuti dove illustra compiti e caratteristiche degli avversari.


SPIONAGGIO
L'attenzione per i dettagli è talmente maniacale che l'11 gennaio 2019, successe un discreto scandalo alla vigilia della partita tra Leeds e Derby County (in programma l'11 gennaio).
La polizia di Derby fece irruzione durante l'allenamento della squadra di Frank Lampard per fermare una spia. L'uomo, armato di binocolo e pinze, era stato mandato appositamente dal Leeds e aveva attirato l'attenzione di alcuni passanti.
La polizia ha rilasciato successivamente un comunicato per spiegare l'accaduto, spiegando che gli ufficiali sono andati sul campo per interrogare l'uomo.
Questo il comunicato ufficiale del Derby County:

"Il Derby County FC conferma che ieri al campo di allenamento è stato chiesto l'intervento della polizia, dopo l'individuazione di un uomo che stava agendo in maniera sospetta. È stato confermato che l'uomo fa parte dello staff del Leeds United. Il club è al momento in discussione con il Leeds per parlare dell'incidente"

Bielsa: "È vero, c'era un uomo del Leeds a seguire gli allenamenti del Derby: mi rendo conto che per qualcuno possa sembrare sbagliato, lo capisco, ma non è una pratica illegale"

Bielsa ci ha tenuto a precisare di averne parlato di persona con Lampard, cercando di spiegargli i motivi che lo hanno portato a fare una scelta del genere oltre, ovviamente, a scusarsi per l'accaduto. Già, perché Lampard non l'ha presa benissimo, usando parole di critica verso il collega subito dopo il triplice fischio finale:

"Questo comportamento mi ha dato molto fastidio. Certe cose non si fanno: Bielsa mi ha avvicinato per darmi la sua versione e chiedermi scusa, ma al momento non ero dell'umore adatto per ascoltarlo"
Bielsa: "Potremmo stare ore a parlare del fatto che questa vicenda sia giusta o sbagliata, corretta o meno. Ciò che conta però è che Lampard e il Derby si sono sentiti offesi: di questo me ne dispiaccio molto. Lampard dice che non ho rispettato il fair play, io non la penso così ma adesso questo non è importante. Ma la responsabilità non è della società, ho fatto tutto di testa mia. È un metodo che ho sempre usato fin dai tempi in cui allenavo la nazionale argentina. Non intendo giustificarmi per ciò che ho fatto: ai miei avversari la cosa non è piaciuta e mi spiace, però so di non aver fatto nulla di illegale"

Poi il tecnico argentino ha ulteriormente precisato ai giornalisti:
"Molte persone si sono espresse sul mio comportamento, molte delle quali condannandolo, dicendo che non è etico, non è morale. Ma ho osservato tutti gli avversari contro cui abbiamo giocato, tutte le sedute d'allenamento prima di affrontarli. Quello che ho fatto non è illegale, possiamo discuterne, non è una cosa ben vista ma non ho violato alcuna legge anche se so che non si può fare tutto ciò che è consentito dalla legge. Non posso dire che questa sia la cosa giusta da fare, ma cercherò di spiegare che non avevo cattive intenzioni. Forse ho violato le regole del fair play, devo adattarmi alle regole legate alle abitudini del calcio inglese. Quando osservi gli allenamenti degli avversari cerchi di capire l'11 titolare. Ovviamente non sono le informazioni che ti permettono di costruire una formazione per neutralizzare l'avversario, ma questa non è una norma. Non sto cercando di giustificare il mio comportamento. Se le autorità vogliono proteggere il campionato, condannando coloro che si comportano con cattive intenzioni o influenzano il prestigio della lega, dobbiamo rispettare le sanzioni. Questo non ti permette di vincere le partite, ma chiaramente ti fa conoscere dei giocatori. Magari non parlo bene inglese, ma vi posso parlare di tutte le squadre del campionato. La "spia"? La persona ha seguito i miei ordini e io sono l'unico responsabile"
Tra le altre cose dette in conferenza, Bielsa ha spiegato di aver visto 51 partite del Derby con il suo staff, ognuna delle quali ha richiesto 4 ore di lavoro in media, necessarie per estrapolare dati che loro ritenevano utili.
Il Loco ha mostrato quindi una serie di Power Point con tutti i dati raccolti, ovvero i giocatori più impiegati, i moduli tattici, i movimenti sui calci piazzati e via discorrendo. A molti ha dato l’impressione di saperne di più di Lampard stesso sul Derby.
Poi è seguita la conferenza stampa proprio di Lampard, alla vigilia del match di Championship, il quale è entrato in sala in modo scherzoso pronunciando queste parole: "Siete pronti per la mia presentazione? Anche io analizzo i match, come ogni allenatore"
Sul campo, poi è finita 2-0 per il Leeds.


LE SUE FOLLIE
C’è il derby tra Newell’s e Rosario Central, siamo ad inizio anni ’90. El Loco chiede ad un giocatore cosa è disposto a dare pur di vincere. Lui banalmente risponde qualsiasi cosa. Troppo poco per il tecnico: "Se vuoi vincere, devi dire che ti taglieresti un dito pur di raggiungere questo obiettivo!"
L’ossessione di piazzarsi davanti alla tv per analizzare gli avversari è sempre stata una sua passione. Quando allena l’Argentina, prima della Coppa del Mondo del 2002, si mette a visionare oltre 7mila video.
Da allenatore dell’Argentina, prima delle convocazioni, fa dei viaggi per visionare i giocatori. All’incontro con Redondo (ai tempi era al Real Madrid) ammette senza tanti giri di parole:

"Non mi piaci, ma devo vedere tutti i calciatori prima di fare le giuste valutazioni"

Con Simeone nel 2000 fece più o meno lo stesso, giudicando in maniera negativa la Lazio campione d’Italia per lo stile di gioco.
"Ti rendi conto che a parte i tuoi tifosi nessuno si ricorderà di quel campionato? Non hai giocato per niente"

In Nazionale Bielsa mette ai voti anche la difesa: meglio a 3 o a 4? Gli argentini per alzata di mano scelgono la seconda opzione.
"Bene, giocheremo con la linea a 3"

A Marsiglia fa installare un monitor su una golf car per studiare gli schemi anche durante i piccoli spostamenti all’interno del centro sportivo. E nella sua auto personale ha fatto lo stesso: un suo collaboratore lo accompagna a casa, lui è fisso con gli occhi sullo schermo.
Ancora a Marsiglia, Bielsa in panchina vive le partite a modo suo.
Si siede su un frigorifero portatile, piazzato ai confini dell’area tecnica. Una volta uno dei suoi collaboratori lascia un caffè appoggiato sul mini frigo, Marcelo senza accorgersene ci si siede sopra tra le risate di tutto lo staff.
L’allenatore argentino è in volo, si sente preoccupato. Chiede ad una hostess se ha fiducia nel pilota. La donna risponde ovviamente di sì, con tranquillità. Ma durante la rotta qualcosa va storto: forti turbolenze fanno tremare il velivolo, Bielsa non ci sta ed esplode contro il personale di bordo, reo di avergli mentito.
A Bilbao i lavori per il centro di allenamento vanno a rilento, l'investimento del club di 12 milioni di euro ancora non ha dato i suoi frutti. La società non si muove, è Bielsa il primo ad alzare il telefono e inveire contro la ditta incaricata dei lavori. Scatta la querela per le tante offese ricevute da parte dell'impresa edile, poi l'argentino si rende conto di aver sbagliato e si autodenuncia per dare il buon esempio.

"Mentre dormo sto pensando a migliorare la squadra"

Bielsa ai tempi dell'Athletic Bilbao, in campo svolge lavoretti sul campo.
Il prato deve essere perfetto per gli allenamenti settimanali. Niente buche, tutto tenuto alla perfezione. Invece da allenatore del Cile ha fatto scavare una sorta di fossato intorno al rettangolo di gioco, in modo che giornalisti e curiosi non potessero affacciarsi.
Marcelo una volta si è rinchiuso in un convento argentino senza telefono, niente televisione, solo libri.


FRASI NOTE
"Se il calcio non fosse giocato da uomini, la mia squadra vincerebbe sempre"

"Mi piaceva leggere di Menotti e di Bilardo, ma non potevo comprare ogni giorno i 12 quotidiani che arrivavano a Rosario, così cominciai a gestire un’edicola in centro"

"Un’opportunità è un gol, e un gol per noi è la vita"

"Per me, la fiducia è sinonimo di relax. Io preferisco la paura, perché ti costringe stare sull’attenti"

"L’unico modo che io ho di intendere il calcio è la pressione costante, giocare nella metà campo avversaria ed essere il padrone del pallone"

"La gioia di una vittoria in una partita dura cinque minuti, la partita finisce e c’è un senso di effervescenza, una sensazione di adrenalina al massimo che genera eccitazione e felicità. Ma sono solo cinque minuti, e dopo c’è un enorme e grandissimo vuoto. È una solitudine indescrivibile"

"Ragazzi, so che è difficile accettare l’ingiustizia, ma ascoltate ciò che vi dirò: ingoiate il veleno, dovete essere forti. So che adesso non c’è parola che possa rasserenarvi, ma se giocherete come oggi otterrete ciò che meritate"

"Perché dovrei concedere un’intervista a una persona importante e negarla al piccolo giornalista di provincia? Quali sono i criteri per fare una cosa del genere? Il mio interesse? Questo è opportunismo"

"Non esiste un solo motivo, neppure uno, perché un giocatore in campo stia fermo. Il calcio è movimento, il calcio è correre e smarcarsi"

[riferito all'Italia, affrontata nel torneo di Tolone 2008]
"Questo non è calcio, questo non è calcio. Solo palla lunga al centravanti. Questo non è calcio: tutti indietro. Questo non è giocare, questo non è giocare!"



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