venerdì 7 settembre 2018

La Storia Dei Portland Jail Blazers: Arresti, Droga, Violenze (NBA)

Bonzi Wells: "Non ci frega niente dei fan. Al massimo possono fischiarci quando giochiamo, ma saranno sempre pronti a chiederci autografi. E' per questo che loro sono solo tifosi e noi giocatori NBA"

I Portland Trail Blazers debuttano in NBA nel 1970 e da subito la passione mostrata dai tifosi è ben oltre le aspettative perchè la città non ha altre squadre negli sport professionistici americani, lasciando tutto l’amore e la devozione possibili al Basket.
Dopo sei sole stagioni nella Lega, trascinata da Bill Walton, la squadra vince il primo e ad oggi ultimo titolo.
Da allora un percorso fatto di grandi traguardi e incredibili fallimenti, ha caratterizzato la loro storia.
I playoff storicamente sono di casa ma la squadra si ferma quasi sempre lì.
Due finali, entrambe perse sonoramente, quella del 1992 per mano di Jordan.
Già prima dei "Jail" Blazers (fine anni 90) comunque a Portland tirava una brutta aria: a renderla pesante, tra gli altri, ci pensava Jermaine O’Neal.
Il record per il più giovane giocatore NBA a essere mai stato arrestato è suo: all’età di 18 anni e 8 mesi infatti venne incarcerato in un centro commerciale: il giovane O’Neal, infatti, pare stesse distribuendo volantini e abbia cominciato a fare commenti irrisori ad alta voce sui poliziotti presenti all’interno dell’edificio; gli agenti lo portarono in carcere accusandolo di “condotta riottosa” e di "resistenza a pubblico ufficiale", rendendolo il detentore di questo infame record che, visto che ora è proibito selezionare giocatori direttamente dalle scuole superiori, probabilmente durerà in eterno.


POSTLAND JAIL BLAZERS
La stagione 1998/99 è quella del lockout NBA: cioè stagione ridotta a seguito dello sciopero giocatori.
La stagione inizia il 7 febbraio e non va malissimo per i Trail Blazers, che concludono con un record di 35-15 accedendo ai playoff.
Perderanno 4-0 nelle finali di Conference contro San Antonio.
Ecco che finalmente, nella stagione 1999/00, vengono fuori i veri Portland "Jail" Blazers.
"Jail" vuol dire "Carcere".
Come mai vengono soprannominati così? Basta analizzare il loro roster:

1) Ruben Patterson: aggressione sessuale nei confronti della compagna ed arrestato per aver cercato di rapire la babysitter di suo figlio, aggressione anche ad un automobilista
2) Rasheed Wallace: rissa con il compagno Arvydas Sabonis, record di falli tecnici in stagione, sospeso per aver minacciato l'arbitro Tim Donaghy dopo una partita (per tentato omicidio...), sospeso per possesso di marijuana. Continui litigi con arbitri, allenatori e compagni di squadra
3) Qyntel Woods: possesso di marijuana, organizzazione clandestina di combattimenti tra cani, sostituzione della patente di guida con una sua card da gioco dell’NBA durante un controllo della polizia
4) Damon Stoudamire: diversi fermi per possesso di marijuana (di cui uno anche all'aeroporto). Si ricorda anche l'arresto con Wallace beccati strafatti in macchina
5) Zach Randolph: rissa con il compagno Patterson e più volte beccato in guida in stato d'ebrezza (alcool e droghe). In Indiana viene beccato con una vettura segnalata facente parte di una gang locale (verrà beccato ubriaco, tra l'altro non aveva ancora l'età minima per bere alcolici), in seguito sempre ad un posto di blocco risulta positivo alla marijuana. Anche quando andrà a Los Angeles verrà arrestato nuovamente per guida in stato d'ebrezza (2009)
6) Bonzi Wells: mister "I don’t give a fuck ‘bout my fans" più parole non propriamente simpatiche rivolte a coach Maurice Cheeks di fronte a tutta la squadra, avvenimento più volte ripetuto
7) Darius Miles: sospeso per avere usato espressioni ingiuriose compresi epiteti razziali nei confronti di Cheeks (subentrato a Dunleavy) e per droga
8) Scottie Pippen: paradossalmente, almeno a Portland, fu il più tranquillo della squadra. Anche se era lo stesso che nel 1993 venne accusato di utilizzo illegale di arma da fuoco, 2 anni dopo arrestato per aver picchiato una donna, poi beccato in guida in stato d'ebrezza quando giocava per i Rockets

Questi avanzi di galera in stagione realizzano un record di 59 vittorie e 23 sconfitte...chi lo avrebbe mai detto? Certo, il talento non manca affatto, ma il tasso di criminalità è troppo elevato anche per i quartieri più malfamati d'America.
Ai playoff, passati in scioltezza primo e secondo turno, in finale di conference si trovano di fronte i Los Angeles Lakers strafavoriti per la vittoria del titolo della stagione in corso: Shaquille O’Neal, Kobe Bryant, Rick Fox, Derek Fisher. C’è un’impresa da compiere.
Con un Wallace fenomenale, coadiuvato da Scottie Pippen e Steve Smith, Portland riesce incredibilmente a portare la serie a gara 7, che si giocherà allo Staples Center di Los Angeles, con i pronostici del caso tutti completamente a favore dei padroni di casa.
In uno Staples Center stracolmo e con un’atmosfera irreale, le due squadre si apprestano a dar vita ad uno degli incontri più adrenalinici di sempre.
A fine terzo quarto Portland è in vantaggio 75-60 tra lo stupore di tutti i presenti e di coloro che stanno assistendo in qualsiasi modo alla partita decisiva di questa incredibile serie.
Ma i Lakers recuperano un deficit di 15 punti grazie ai super Bryant ed O’Neal, mettendo il punto esclamativo con un alley hoop alzato dal primo per O’Neal e fissando il risultato sull’89-84.
Portland ancora una volta in vacanze fallisce.
Non sono bastati gli apporti super in post-season di Wallace (17.9+6.4) e Pippen (14.9+7.1 rimbalzi+4.3 assist), la squadra migliore ha avuto la meglio.
Diventarono la squadra più odiata d’America, non solo dagli avversari ma, anche, dai propri tifosi, quei tifosi che a Portland non avevano mai fatto mancare il loro supporto.
In primo luogo il roster era il più caro della Lega.
Il disprezzo verso la squadra era tale che la dirigenza fece di tutto pur d’invogliare i tifosi a riempire il Rose Garden: a quei tempi era possibile accaparrarsi biglietti con appena 10 dollari.


CRONACA NERA NEL DETTAGLIO
All’inizio della stagione 2000/01 viene acquistato Shawn Kemp, che dopo poche partite lascia per entrare in una clinica di riabilitazione per lottare contro l’abuso di cocaina.
Nello stesso anno, Rasheed Wallace registra l’ineguagliabile record NBA di 41 tecnici in una singola Regular Season.
Nel novembre del 2002, lui e Damon Stoudemire decidono di non rientrare con il bus di squadra da una trasferta a Seattle, ma di compiere il viaggio sulla discreta Hummer giallo canarino del playmaker. Fermati per eccesso di velocità, tanto fumo esce dal finestrino dell’autovettura, avvolgendo l’ufficiale di polizia...è droga.
Nello stesso anno il neo acquisto Ruben Patterson, già processato per molestie sessuali ai danni della tata di famiglia, viene condannato per aggressione a un uomo che aveva inavvertitamente danneggiato la sua auto.
In seguito viene anche accusato di violenze domestiche dalla moglie, che chiederà il divorzio.
L’anno successivo il solito Stoudemire viene fermato in aeroporto, durante un normale controllo al metal detector: portava con sé 40 grammi di marijuana.
Nel 2003 il giovane Zach Randolph colpisce in allenamento Ruben Patterson con un pugno ben assestato, causandogli la frattura dell’orbita oculare. Nelle settimane seguenti pare che Z-Bo si sia nascosto a casa del compagno Dale Davis perché Patterson minacciò di sparargli.
L’anno successivo, la polizia di Portland trova un pitbull ferito in un vicoletto dietro all’abitazione di Qyntel Woods.
Brevi indagini fanno rinvenire, nella sua proprietà, prove di una vera e propria attività clandestina di combattimento tra cani.
La reputazione che perseguiterà invece Wallace per tutta la carriera nasce nei Jail Blazers, quando l’ala comincia a ricevere tecnici anche senza aprire bocca, trasformando il suo rapporto con gli arbitri in una vera e propria battaglia.
Gli stessi tifosi di casa non mancano mai di far sentire il loro disprezzo agli uomini di Maurice Cheeks.
L’ex campione NBA 1983 coi Sixers subentra a Dunleavy all’inizio della stagione 2001/02, perché considerato un players coach.
Anche Cheeks, però, si rivelerà inefficace nella gestione dei talenti a sua disposizione, eccellenti singoli che non riuscirono mai a trovare una reale alchimia.
È il talento a tenere a galla i Blazers, che fino al 2002/03 disputeranno sempre i Playoffs, con un ottimo rendimento stagionale, regolarmente sopra al 50%, e venendo eliminata dalla post season per ben tre volte consecutive dai Lakers.
I Jail, vengono smantellati nel 2004, con la dirigenza che ha rivisto il metro di selezione dei suoi giocatori, puntando esclusivamente su "bravi ragazzi": alcuni direbbero "anche troppo", visto che per le successive cinque stagioni mancheranno sempre l’appuntamento con i Playoffs.
Sheed ad esempio è mandato ad Atlanta (una squadra che cade a pezzi. Anche se poi vincerà il titolo NBA con i Detroit Pistons formando una grande coppia con l'altro Wallace, Ben), Randolph diventerà un grande giocatore a Memphis.
L’era dei Jail Blazers è comunque considerata da molti un’epoca spregevole per il Basket NBA.
Una squadra arrogante e criminale, composta da giocatori strapagati e pieni di vizi, lontani anni luce dall’essere cittadini modello.


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