domenica 5 luglio 2020

La Storia Di Alan Smith e Il Leeds Di David O'Leary

Alan Smith (soprannominato "Smudge") nacque nel 1980 a Sud Est di Leeds, precisamente a Rothwell, un paesino di 8,000 abitanti. Il suo primo club non poteva che essere il Leeds Utd, già nel 1996. E sarà quello che lo vedrà splendere ai massimi livelli nella sua carriera. Personaggio irruento, controverso, spigoloso ma che dà sempre il 100% in campo. Smith sin da giovanissimo trova la porta con una facilità disarmante ma ai goal unisce una ferocia impressionante. Gioca in attacco ma in realtà svaria su tutto il campo. Fa a sportellate con chiunque: prende botte e le ridà indietro con gli interessi.
Tant'è vero che diventerà uno dei giocatori più espulsi della Premier League (7 cartellini rossi al pari di Vinnie Jones Roy Keane, preceduto da Duncan Ferguson, Patrick Vieira e Richard Dunne a quota 8). A soli 18 anni Alan è già una stella che protagonista ad Elland Road. Gioca sempre ogni match come se fosse l’ultimo, non si risparmia. Accanto a lui viene messo come spalla prima Jimmy Floyd Hasselbaink e poi il gigantesco Mark Viduka. Insieme formano una coppia assolutamente perfetta per il Leeds dell'epoca e non solo.


LE SEMIFINALI DI CHAMPIONS LEAGUE 2000/01
Non a caso la Champions League 2000/2001 (vinta ai rigori dal Bayern Monaco) è ricordata per la splendida cavalcata del Leeds di David O’Leary. Ovviamente non c'erano solo loro due ma anche Harry Kewell, Jacob Burns, Lucas Radebe, Danny Hay, Gary Kelly, Ian Harte, Robbie Keane (arrivato dall'Inter), Nigel Martyn accompagnato dal giovane Paul Robinson, Rio Ferdinand, Jonathan Woodgate, Michael Duberry, Danny Mills, David Batty, Lee Bowyer, Jason Wilcox, Michael Bridges. La Champions League del Leeds iniziò dal terzo turno preliminare battendo il Monaco 1860 sia in casa che in Germania. La squadra di O’Leary si trovò inserita in un girone di ferro: Milan, Barcellona e Besiktas.
Difatti il debutto fu terrificante. Al Camp Nou finisce 4-0 con la doppietta di Kluivert e le reti di Rivaldo e Frank de Boer. Tre giorni dopo il Leeds perse in casa contro l’Ipswich Town, seconda sconfitta di fila in casa dopo quella contro il modestissimo Manchester City. La partita della verità a Leeds, senza Viduka e Kewell infortunati, contro il Milan che aveva vinto agevolmente la prima in Champions contro il Besiktas. La partita non fu di certo entusiasmante ma verso la fine un tiro della disperazione di Lee Bowyer con Dida che pasticcia s'infila in fondo al sacco. Dopo la partita con i rossoneri, il Leeds inizia a volare e travolge i turchi 6-0. Il Milan si impose 0-2 al Camp Nou e gli inglesi si ritrovano in testa al girone.
Le ultime tre partite finirono tutte con tre pareggi: il pareggiò a Milano consentì il passaggio del turno sia al Milan come primo del girone, sia del Leeds come secondo. Il Barcellona è fuori.
Nella seconda fase dei gironi (prima la Champions non aveva gli ottavi di finale, bensì i doppi gironi che portavano direttamente ai quarti di finale) il Leeds pescò, ancora una volta, nel girone una spagnola e un’italiana: Il Real Madrid campione in carica e la Lazio più forte di sempre. L’Anderlecht completava il girone. Ci risiamo, il Leeds stecca al debutto, sconfitto in casa dal Real Madrid. La seconda partita, all’Olimpico, era già la partita della verità, tutte e due le squadre avevano bisogno di vincere, anche la Lazio aveva perso al debutto contro i belgi.  Partita molto tirata ma ancora una volta  i minuti finali portano bene al Leeds, questa volta grazie ad un gol Alan Smith. Alla vigilia della terza giornata la situazione era questa: Real Madrid a punteggio pieno con 9 punti, Leeds 6 punti, Anderlecht 3 e Lazio a 0 punti. La qualificazione ai quarti arriverà vincendo sul campo dell’Anderlecht e pareggiando in casa contro la Lazio. Il Leeds entra nella storia: ecco quarti di finale della Champions League. La squadra sfidante fu il Deportivo che aveva eliminato, insieme al Galatasaray, il Milan nel girone. L’andata si giocò all’Elland Road. I tifosi del Leeds la definirono la partita perfetta. Ian Harte, Alan Smith e Rio Ferdinand travolgono il Deportivo. Le semifinali sono vicine. Il ritorno finisce 2-0 per gli spagnoli ma non è sufficiente per ribaltare il risultato dell’andata. La semifinale è il capolinea di questa bellissima storia, finita a Valencia con le reti di Mendieta e Juan Sanchez. L’espulsione di Alan Smith fu il simbolo di questa cavalcata.


GLI ARRESTI DI WOODGATE, BOWYER E HACKWORTH
Il Leeds dell'epoca era una squadra davvero particolare, oltre alle risse in campo e ai falli (spesso cattivi) di Alan Smith venne ricordato per un bruttissimo episodio di cronaca nera. A seguito di una breve indagine furono arrestati per aggressione: Jonathan Woodgate, ai tempi 19enne, nazionale inglese, Lee Bowyer e Tony Hackworth. Venne arrestato anche Michael Duberry non sospettato di avere partecipato all' aggressione ma di avere dato un passaggio ai compagni subito dopo.
Calci e botte mentre era a terra e il sangue che gli copriva la faccia: vittima fu un giovane di origini indiane di 19 anni Sarfraz Najeib, la cui colpa fu quella di essersi trovato nel posto sbagliato, la serata sbagliata e soprattutto col colore della pelle sbagliato. I tre si fermarono solo dopo avergli rotto il setto nasale, fratturato una mandibola, spezzato una gamba, provocato ferite in tutto il corpo e una forte contusione alla testa. L' episodio si verificò nella notte del 12 gennaio 2000 davanti al "Majestyc", discoteca punto di ritrovo della città, la cui insegna al neon azzurro domina il centro di Leeds all' incrocio tra City Square e Wellington Street. Secondo la polizia "Aggressione razzista senza attenuanti". I ragazzi che frequentavano abitualmente il "Majestyc" chiusero l' episodio come un tragico incidente: "Quelli sono "Drughi" da Arancia Meccanica, delinquenti prima di essere razzisti". In realtà l' aggressione di Najeb rappresentò solo l' ultimo caso di violenza a Leeds, da sempre considerata culla del razzismo inglese. Il Leeds ai tempi era secondo in classifica e dire che aveva offerto anche 36 miliardi al Leicester per Emile Heskey. Prima ancora che i due club si sedessero a trattare, Heskey dirà: "Lì non ci vado, non mi interessano i soldi, neanche se offrissero il quadruplo della somma che posso immaginare. Non fa per me, troppo rischioso. Io calcio un pallone, non metto in gioco la vita".


I PROBLEMI FINANZIARI, LA RETROCESSIONE E IL TRADIMENTO DI SMITH
Il Leeds di quegli anni (almeno sino al 2002, anno in cui O'Leary fu licenziato lasciando il posto a Terry Venables) comunque sarà sempre ben ricordato da tutti, anche se nel 2004 a seguito di gravi problemi economici andrà incontro alla retrocessione. In Premier League, Alan metterà a segno 38 gol in 172 presenze.

Una delle frasi che rimarrà nella storia di Smith fu: "Non andrò mai al Manchester Utd, sarò sempre un giocatore del Leeds"

Tra le due squadre, storicamente, c'era stata sempre una grande rivalità. Alan però non riuscirà a sottrarsi dalle lusinghe di Ferguson e finirà proprio all'Old Trafford nel 2004 (e sino al 2007). Va sottolineato comunque che il Leeds aveva più volte affermato di non potergli pagare lo stipendio e che quindi la cessione era inevitabile. Dai tifosi comunque verrà sempre etichettato come "Giuda" (nonostante rinunciò al bonus personale di trasferimento perchè il Leeds era al collasso finanziario).
Non furono begli anni quelli di Manchester, non fosse altro perchè queste stagioni saranno contraddistinte da bruttissimi infortuni (rottura di gamba e caviglia) e dal fatto che Sir Alex vedrà in lui il nuovo Roy Keane (cioè veniva schierato in mezzo al campo e non in attacco). Effettivamente la carriera di Smith finirà proprio con l'uscita dal Leeds, seppur giovanissimo perchè anche negli anni al Newcastle (dal 2007 al 2012) venne reinventato centrocampista centrale, convincendo sino ad un certo punto. Del resto quando tradisci, la vita diventa spesso un luogo ostile da abitare. Saranno poi il Milton Keynes Dons e il Notts County ad accoglierlo nelle serie inferiori, sino al 2018, anno del suo ritiro.



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