giovedì 16 maggio 2013

Tutte Le Confessioni Doping Dell'US Postal

Dopo lo scandalo che ha investito l'ex re del Tour, il dossier dell'USADA è pronto e l'UCI lo sta esaminando.
Il dossier conterrebbe prove schiaccianti ed inconfutabili con testimonianze rilasciate sotto giuramento da ben 26 testimoni, tra cui i corridori Barry, Danielson, Hincapie, Leipheimer, Vande Velde, Zabriskie, Andreu, Hamilton, Landis, Swart e Vaughters.


Ecco le ammissioni di colpe di alcuni di loro:

Floyd Landis(US Postal 2002-2004)
Landis vinse sulla strada il Tour de France 2006, ma qualche giorno dopo dovette riconsegnare la maglia gialla dopo la positività al testosterone. Da allora ha iniziato una battaglia legale per screditare il risultato di quei test che alla fine gli è costata la carriera, i risparmi di una vita e il suo matrimonio. “Ho deciso di parlare per liberarmi la coscienza – ha raccontato l’ex ciclista a Espn – non voglio più essere parte del problema”. Il primo approccio col doping nel luglio 2002, ai tempi della US Postal diretta da Johan Bruyneel e costruita attorno a Lance Armstrong. L’abuso di farmaci proibiti non è punibile dopo 8 anni, un’altra delle ragioni per cui Landis ha deciso di raccontare tutto: “Se non racconto tutto ora sarà inutile” ha detto, ammettendo di aver speso anche 90mila dollari l’anno in prodotti proibiti.
Landis racconta anche che nel 2003, dopo essersi rotto l’anca, volò a Girona in Spagna (la base europea di molti ciclisti americani) dove nel giro di tre settimane gli venne prelevato circa un litro di sangue, da utilizzare al Tour de France di quell’anno, in cui era gregario di Armstrong alla US Postal. Il prelievo secondo l’ex re del Tour 2006 sarebbe avvenuto nell’appartamento di Armstrong. Il sangue veniva custodito in un frigorifero nascosto nell’armadio del texano, in cui si trovava anche del plasma appartenente a George Hincapie, compagno di Landis e Armstrong alla US Postal. Landis racconta che era suo compito controllare la temperatura del frigo ogni giorno, e che Armstrong gli chiese di fare la guardia durante un suo periodo di assenza.


Tyler Hamilton(US Postal 1996-2001)
”C’erano EPO, testosterone e trasfusioni sanguigne.
E anche Lance Armstrong ha preso tutto questo…l’ho visto iniettarsele, più di una volta.
Cari miei, spero che apprezzerete tutto questo.
Mi spiace di inviare questa lettera a tutti insieme, ma se ci sarà la possibilità di incontrarvi individualmente, lo farò molto volentieri. Anzi, spero accada molto presto.
Non c’è un modo semplice per dirvi quel che devo dire: mi vedrete in tv a «60 minuti» per confessare quello che ho fatto. E riaprire una ferita che arriva da lontano.
Nella mia carriera ho coscientemente infranto le regole. Ho utilizzato prodotti dopanti. Ho mentito a questo riguardo, l’ho fatto e rifatto. La cosa peggiore è che ho ferito la gente che amo. E anche se ci sono dei motivi che mi hanno portato a farlo – spero li comprenderete dopo aver visto il programma – questo non basta per scusarmi per quel che ho fatto.
La domanda che gran parte della gente si pone è: perché adesso? Ci sono due ragioni. La prima è in relazione all’inchiesta federale sul ciclismo. L’estate corsa ho ricevuto una convocazione per testimoniare davanti ad un gran jury. Fino al momento in cui sono entrato in aula, non avevo mai lasciato parlare la mai anima. La mia testimonianza è durata sei ore e per me è stato come il crollo della diga Hoover. Mi sono aperto, ho detto tutta la verità e nient’altro che la verità. E mi sono sentito sollevato come non mi ero mai sentito prima, ho svelato tutti i segreti, ho scaricato tutti il peso che mi portavo dentro. Ho capito che per me quella era la strada giusta da seguire.
La seconda ragione è l’amore che ho per il ciclismo. Per voltare davvero pagina, il ciclismo ha bisogno di cambiare e di cambiare radicalmente, partendo dall’alto. Ora che lavoro come allenatore, mi confronto con giovani ragazzi che arrivano al nostro sport con l’ambizione di arrivare al top. Io credo che chi entra in contatto con il nostro sport non debba essere costretto a fare le scelte che ho dovuto fare io. E che debba sempre sapere la verità.
Questo non è facile, non lo sarà mai. Ma voglio che sappiate che sto bene. Il lavoro di allenatore è più divertente e soddisfacente di quel che potessi pensare, Tanker (il suo cane) ed io viviamo una nuova vita. Ho appena compiuto quarant’anni, i miei amici mi hanno fatto una bella festa a sorpresa. E la vita è bella.
Ancora una volta vi dico che sono desolato e spero che possiate perdonarmi. Quel che conta per me ora sono la famiglia e gli amici. Vi sono molto riconoscente per il sostegno e l’amore che mi avete dato in tutti questi anni e sono impaziente di trascorrere nuovamente del tempo con voi. Mia madre e mio padre mi hanno sempre detto che la verità avrebbe potuto liberarmi.
Non avevo mai capito, finora, quanto avessero ragione".


Tom Danielson(Discovery Channel 2005-2007)
"Non ricordo un periodo in cui non volevo essere un ciclista professionista, è sempre stato il mio sogno. Nel seguire il mio sogno, ho avuto alti e bassi ma non ho mai pensato che avrei superato una certa linea, ho deciso semplicemente di continuare a correre e di fare ciò che amo. Ed è stato esattamente ciò che ho fatto. Poi, dopo aver fatto per anni le cose nel modo giusto, mi è stata presentata una proposta. Nell'ambiente in cui mi trovato sentivo come se fosse qualcosa da fare per seguire il mio sogno. Ho superato quella linea ed è un qualcosa per cui sarò sempre dispiaciuto. Mi prendo le responsabilità per le mie scelte e chiedo scusa a tutte le persone della mia vita, fuori e dentro lo sport.
Quanto ho sentito del team che Jonathan Vaughters stava creando sapevo che era la squadra di cui il ciclismo aveva bisogno e volevo farne parte. Ho visto entrambi i 'mondi' e oggi penso che il ciclismo sia in una buona posizione e penso che organizzazioni come quella di Slipstream abbiano aiutato a cambiare lo sport. Credo, inoltre, che sia il momento di confrontarsi con il passato del ciclismo in modo da poter continuare a costruire il suo futuro. Questo è quello che ho fatto, e prometto che è quello che continuerò a fare".


David Zabriskie(US Postal 2001-2004)
"Il ciclismo è stato un rifugio per me. Gli allenamenti mi permettevano di fuggire dalle difficoltà di tutti i giorni. Mio padre ha avuto una lunga storia di dipendenza da certe sostanze. Vedendo ciò che gli succedeva, ho giurato di non prendere mai farmaci. Vedevo il ciclismo come qualcosa di sano che mi teneva lontano da un mondo che disprezzavo.
Nel 2000 fui invitato in una formazione professionista. Ironia della sorte, lo sport che feci per scappare da droga e farmaci era pieno di doping. Non ci pensavo, ero giovane e tutto mi dicevano che avrei avuto un grande futuro e sapevo potevo riuscirci in maniera pulita.
Dopo essermi messo in mostra in una gara importante, mi furono presentate alcune sostanze e mi dissero come fare. Ero devastato, shockato. Non avevo mai preso nulla e non volevo farlo. Chiesi, resistetti ma alla fine mi sentì chiuso in un angolo e mi arresi. Dopo una settimana smisi e in seguito presi quelle cose solo alcune volte e non divenne parte dei miei metodi di allenamento. Ma è successo e non potrei essere più dispiaciuto. Fu una violazione non solo del codice che seguivo, ma anche della morale che volevo seguire. Mi prendo tutte le responsabilità e sono contento di aver detto tutto all'USADA, voglio fare la mia parte per assicurare un futuro sano e pulito al ciclismo.
Sono tornato pulito al 100% prima che i corridori iniziassero a firmare per la lotta al doping, sono stato uno dei primi a firmare, ho abbracciato completamente la trasparenza. Quando Slipstream nacque ero ansioso di unirmi per ciò che essa rappresenta e per il suo impegno per un ciclismo pulito. Avrei solo voluto che un team simile fosse esistito quando ero un neoprofessionista. Il ciclismo iniziò come un rifugio per me e voglio fare la mia parte nel renderlo lo sport che ho sempre sperato fosse e che so può essere".

George Hincapie(US Postal 1997-2004)
“Per oltre 30 anni ho dedicato la mia vita al ciclismo. Sono sempre stato determinato a competere al più alto livello, in uno degli sport più impegnativi fisicamente. Con duro lavoro e successo sono arrivate grandi soddisfazioni dallo sport che amo.
I compagni di squadra sono diventati cari amici e ho lavorato sodo per guadagnarmi il rispetto dei miei rivali. Sono stato al servizio di manager e dirigenti la cui professionalità è senza pari. Fan meravigliosi hanno sostenuto me e la mia famiglia da quando ho iniziato questo grande viaggio. Per tutto questo e molto altro, sono veramente grato e orgoglioso.
A causa del mio amore per lo sport, del contributo che sento di avergli dato e quello che ho ricevuto dal ciclismo nel corso degli anni, è estremamente difficile oggi riconoscere che per gran parte della mia carriera ho usato sostanze proibite. All'inizio della mia carriera da professionista, è diventato chiaro per me che, visto l'ampio uso di farmaci in grado di migliorare le performance che facevano i ciclisti di vertice , non sarebbe stato possibile per me competere ai massimi livelli senza di questi. Sono profondamente pentito di quella scelta e sinceramente sento di dover chiedere perdono ai miei familiari, ai compagni di squadra e ai tifosi.
In silenzio, e nel modo che conosco meglio, ho cercato di correggere tale decisione. Ho gareggiato pulito e non usando alcun farmaco e praticando processi per migliorare la prestazione negli ultimi sei anni. Dal 2006, ho lavorato duramente nello sport del ciclismo per liberarlo dalle sostanze vietate. Durante questo periodo, ho continuato a competere con successo ai massimi livelli del ciclismo, mentre guidavo i giovani ciclisti professionisti sulle scelte giuste per assicurarmi che la cultura del ciclismo fosse cambiata.
Circa due anni fa, sono stato avvicinato da investigatori federali degli Stati Uniti, e più recentemente dall'USADA, che ha chiesto di raccontare la mia esperienza personale in questi settori. Sarei stato molto più felice di parlare solo di me, ma ho capito che ero obbligato a dire la verità su tutto ciò che sapevo. Così questo è quello che ho fatto.
Il ciclismo ha fatto passi notevoli nel corso degli ultimi anni e può servire come un buon esempio per gli altri sport. Per fortuna, l'uso di farmaci per migliorare la prestazione non fa più parte della cultura del nostro sport, e i giovani ciclisti non si trovano di fronte alla stessa scelta che noi abbiamo avuto.
Sono orgoglioso di far parte della comunità del ciclismo, e credo di continuare ad apportare cambiamenti positivi al nostro sport. Mi congratulo con i risultati straordinari dei miei ragazzi (Hincapie gestisce una squadra giovanile, ndr) dentro e fuori dal ciclismo. Il ciclismo è uno sport incredibile che non solo necessita di impensabili abilità fisiche per guidare per centinaia di chilometri al giorno e per molti giorni di fila, ma richiede anche un certo tipo di impegno, ambizione e carattere. Ho avuto la fortuna di competere con i compagni di squadra il cui impegno e il talento sarà difficile da eguagliare. Come corridore ho dedicato gran parte della mia carriera ad aiutare quei compagni di squadra ad ottenere il successo. Come nuovo inizio della mia vita ciclistica, non vedo l'ora di giocare un ruolo significativo nello sviluppo, incoraggiamento e aiuto dei giovani atleti per competere e vincere contro i migliori del mondo”.


Christian Vande Velde(US Postal 1998-2003)
"Amo il ciclismo, è ed è sempre stato parte di me. Sono praticamente nato sulla bici ed il mio sogno, da quanto posso ricordare, è sempre stato quello di diventare un ciclista professionista. Ho fallito e sono riuscito in uno degli sport più umili che ci sia, ed oggi è il giorno più umiliante della mia vita.
Da giovane ho corso libero dal doping, senza vincere ma raccogliendo risultati decenti. Poi, un giorno, mi è stata fatta una proposta che al momento mi sembrava l'unico modo per continuare a seguire il mio sogno al massimo livello. Ho ceduto ed ho superato quella linea, è stata una decisione della quale mi pento profondamente.
Ho sbagliato a pensare di non avere scelta, in realtà l'avevo ed ho preso la decisione sbagliata. Ho vinto corse prima e dopo di doparmi, ma, ironia della sorte, non ne ho mai vinte mentre mi dopavo. Questo non cambia le cose. Sono profondamente dispiaciuto per le decisioni prese - per la famiglia, i tifosi e lo sport - sono dispiaciuto e lo sarò sempre.
Ho deciso di cambiare e di iniziare a correre pulito prima di arrivare alla Slipstream, ma ho scelto la Slipstream perché credevo nella sua missione per uno sport pulito. Oggi, sono orgogliono dei passi che io e il ciclismo abbiamo fatto per migliorare il futuro dello sport che tanto amo. Sono orgoglioso di fare parte di un'organizzazione che segue una politica "no-ago". Sono orgoglioso di aver pubblicato i miei valori ematici e di aver poi sfiorato il podio del Tour, dimostrando che è possibile farlo. Sono orgoglioso dei progressi che lo sport sta facendo per pulirsi.
Siamo in un buon momento ora, giovani corridori non hanno dovuto affrontare la scelta come ho fatto io.
Sono molto dispiaciuto per gli errori fatti e so che chiedere il perdono è chiedere molto. So che devo guadagnarmelo, devo meritarmelo, così come ho fatto dal giorno in cui ho deciso di correre pulito. Non mi arrenderò mai in questo sport, non smetterò mai di lottare per il suo futuro".


Levi Leipheimer(US Postal 2000-2001)
"Oggi io accetto le sanzioni da parte dell'Usada, per aver partecipato ad un ciclismo sporco. Negli ultimi cinque anni però il ciclismo è stato più pulito, e io spero che questa vicenda possa permettere di evitare gli errori del passato. In molti pensavano che il doping fosse una cosa relativa ad un solo corridore, che lo utilizzava per andare più forte. Quello però che non si sapeva, come non lo sapevo neanche io, era che il doping era organizzato ed era diffuso in tutto il gruppo. In poche parole non era un eccezione, ma la norma.
Fin da ragazzo il mio sogno era quello di correre il Tour de France. Da quando avevo 13 anni, ho fatto tanti sacrifici per potermi migliorare e alla fine sono passato professionista e ho capito come era veramente il ciclismo: uno sport dove i direttori sportivi e i medici sostenevano e promuovevano l'uso di sostanze proibite per far andare più forti i corridori. Uno sport dove tutti gli atleti di primo piano, senza eccezione, facevano uso di doping. Uno sport dove corridori di squadre diverse, avversari, si coordinavano nell'utilizzo delle sostanze dopanti, per poter stare al passo con gli altri corridori.
Ammetto che anche io ho utilizzato sostanze proibite. So che questo deluderà molti dei miei tifosi e amici, che pensano che io abbia rovinato questo sport, ma allora non avevi alternative. O lo fai o torni a casa. E io avevo una sola opzione. Sicuramente questo può apparire solamente come una scusa, e la gente sarà lo stesso delusa, ma io voglio offrire un quadro completo della situazione per poter far emergere il motivo della mia decisione. Non voglio più mentire a riguardo, e ora accetto le conseguenze della mia scelta.
Probabilmente avrei potuto dire tutto questo prima, ma non sarebbe cambiato nulla. Quando quelli dell'USADA mi hanno spiegato la situazione, ho capito che una mia ammissione avrebbe potuto rendere permanenti i cambiamenti degli ultimi anni e per questo ho voluto essere coinvolto. Non vorrei che un ragazzo di 13 anni che coltiva il sogno di correre il Tour de France venga scoraggiato dai genitori. Grazie ai migliori controlli antidoping e ad un cambiamento della cultura dello sport, il ciclismo è stato uno sport più pulito negli ultimi anni. La nuova generazione di ciclisti non è più influenzata dalle nostre precedenti decisioni e se noi ci prendiamo le responsabilità di ciò che abbiamo fatto, aiuteremo a non cambiare l'attuale stato delle cose".


Michael Barry(US Postal 2002-2004)
“Sin da quando ero bambino ho sempre sognato di diventare un ciclista professionista, di correre in Europa e ho realizzato i miei sogni firmando con la US Postal nel 2002 – ha dichiarato in una lettera aperta ai propri tifosi Michael Barry -. Ma mi sono reso subito conto che quel mondo non era quello che avevo sognato e che il doping era una vera epidemia per il ciclismo. Quando la Usada mi ha contattato, ho deciso di collaborare con loro per raccontare le mie esperienze che penso possano aiutare il nostro sport ad essere migliore.
Mi sono dopato. E sono pentito di averlo fatto. Ho passato tante notti senza dormire, non riuscivo più a divertirmi con il ciclismo. Ma dal 2006 la mia vita è cambiata e sono diventato un paladino del ciclismo pulito nei miei scritti e nelle interviste. Da allora ho attuato una ferrea lotta al doping e posso dire che oggi il ciclismo è uno sport più pulito, ci sono tante squadre che hanno adottato una politica antidoping ferrea e un corridore può vincere da pulito.
Chiedo perdono a tutti quelli che ho deluso, accetto la sospensione e il resto delle conseguenze: continuerò a lavorare duramente per riconquistare la fiducia della gente e testimoniare la lezione che ho imparato sulla mia pelle”.


Matthew White(US Postal 2001-2003)
"Il mio coinvolgimento è qualcosa di cui non vado fiero e chiedo sinceramente scusa ai miei tifosi, alla stampa, alla famiglia e agli amici che hanno creduto in me e anche agli altri atleti della mia epoca che consapevolmente hanno scelto di non doparsi - prosegue White -. Ho cercato di educare e guidare le stelle di oggi e di assicurare che le generazioni future mai abbiano a che fare con le pressioni esistite in passato. Mi asterrò dal fare ulteriori commenti finché il processo non sarà concluso".


Hincapie e Barry si ritireranno, mentre Leipheimer, Vande Velde, Zabriskie e Danielson verranno sospesi per 6 mesi(ridotta per aver confessato).


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