sabato 17 novembre 2018

Arresti a Bari, Catania e Reggio Calabria Per Gambling (Scommesse Illegali)

Le mafie gestivano un giro di scommesse operante in Calabria, Puglia e Sicilia. Ci sono stati negli ultimi giorni 68 arresti (18 a Reggio Calabria, 22 a Bari e 28 a Catania) e un’ottantina di perquisizioni da parte di Guardia di Finanza, Dia, Polizia e Carabinieri. Tre inchieste, tre procure (Reggio Calabria, Bari e Catania) e centinaia di uomini impegnati nel blitz coordinato dalla Direzione nazionale antimafia. I reati contestati, a vario titolo, vanno dall'associazione mafiosa al trasferimento fraudolento di denaro, dal riciclaggio all'autoriclaggio, dall'illecita raccolta di scommesse on line alla fraudolenta sottrazione ai prelievi fiscali dei relativi guadagni. Dalle indagini è emerso che i gruppi criminali si erano spartiti e controllavano, con modalità mafiose, il mercato delle scommesse clandestine on line attraverso diverse piattaforme gestite dalle stesse organizzazioni. I soldi guadagnati in modo illeciti venivano poi reinvestiti in patrimoni immobiliari e posizioni finanziarie all'estero intestati a persone, fondazioni e società, tutte ovviamente schermate grazie alla complicità di diversi prestanome.


REGGIO CALABRIA
I clan facevano capo a Danilo Iannì, Domenico Tegano e Francesco Franco.
I marchi implicati in Calabria sono "SKS365 Malta LTD" (SKS365 Group Gmbh) titolare di "Planetwin365" (fino al 2017), "Betaland" ed "Enjoybet", tutti marchi collegati con la ‘ndrangheta.
I siti implicati invece: www.betclu.com, www.fullbetter.com, www.europabet24.com, www.sportbet75.net, www.premierwin365.it, www.dominobet.it,  www.futurebet2021.com, www.future2bet2021.com e www.fsa365.com. Avvalendosi dei medesimi siti “.com” l’associazione aveva inoltre sviluppato ulteriori reti commerciali in Toscana, Liguria, Lombardia e nelle province di Siracusa, Catania e Crotone, con il necessario coinvolgimento di ulteriori responsabili. La raccolta illecita delle scommesse sul territorio nazionale, avveniva attraverso siti non autorizzati, con suffisso “.com”, quali "Palace777", "BetFaktor", "GoldenGool", il già citato "PlanetWin365",  "PremierWin365" e "JokerBet".
Il sequestro dell’intero profitto dell’organizzazione criminale, oltre a quello di 23 società estere, 15 società italiane operanti nel settore dei giochi e delle scommesse, 24 immobili, 7 automezzi, 33 siti nazionali e internazionali di Gambling online e conti correnti nazionali ed esteri, per un valore complessivo corrispondente ad oltre 720 milioni di euro. Sono state compiute una pluralità di violazioni che vanno dalla raccolta delle scommesse in assenza della prevista concessione rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, all’utilizzo di siti online“.com” completamente illegali.
Ciascuno dei componenti della rete commerciale vantava dei profitti in % sul totale del giocato; sicché, prima di essere trasferiti all’estero, agli utili derivanti dalla raccolta (al netto delle vincite dei giocatori) erano sottratte le provvigioni spettanti a ciascuno. Talvolta i “master”, che vantavano il controllo piramidale di un numero significativo di punti commerciali, “bancavano” una quota parte delle scommesse condividendo con il “bookmaker” il rischio d’impresa connesso all’andamento delle attività, così partecipando alle vincite e alle perdite nella % pattuita (“co-banco”). Questa modalità operativa genera sempre un’attività illecita: il “co-banco”, infatti, nasconde l’esistenza di una società di fatto tra il “bookmaker” ed il “master”, che condividono i rischi economici connessi alla gestione del servizio e che vi conferiscono il primo, il sistema gestionale in remoto ed il secondo, la rete commerciale dedita alla diffusione del prodotto. Dunque il soggetto gerente il servizio non è l’apparente concessionario, ma la società di fatto, che utilizza quella concessione per esercitare l’attività di gestione e raccolta dei giochi e delle scommesse. Tuttavia, poiché tale operazione avviene senza alcuna autorizzazione dell’Adm, ne deriva la realizzazione di una forma vietata di cessione della concessione, ovvero di un suo utilizzo da parte della società, che si interpone tra il concessionario e l’utente finale; in entrambi i casi, l’attività di raccolta delle scommesse è esercitata da soggetto privo di concessione ed è, perciò, illecita.


BARI
A Bari invece i clan dei Martiradonna gestivano il marchio ParadiseBet (ex sponsor del Bari Calcio).
Implicata anche la Centurionbet di Malta. I due gruppi criminali operanti nel capoluogo pugliese, avrebbero costituito una vera e propria "multinazionale delle scommesse" movimentando oltre 1 miliardo di euro da Malta a Curacao, passando per le Isole Vergini e le Seychelles.
Vito Martiradonna, secondo l'accusa, si occupava "del reimpiego dei profitti illeciti e dei rapporti con la polizia giudiziaria e con i servizi segreti per ottenere informazioni sulle indagini" e "provvede per conto dell'associazione alla bonifica dei siti e delle autovetture in uso all'associazione". 
I figli di Martiradonna sono ritenuti i responsabili della gestione della rete di siti per le scommesse, che vedono in Giovanni Paolo Memola il tecnico informatico, in Mariella Franchini il cassiere: a tutti loro la Procura contesta l'associazione per delinquere di stampo mafioso, con caratteristiche transnazionali avendo operato fin dal 2009 tra l'Italia, Malta, la Romania, Curacao e le Isole Vergini. A Tommaso Parisi (latitante per qualche giorno, prima dell'arresto da parte della Guardia di Finanza nel quartiere Japigia) e ad altre quattro persone è invece contestata l'intestazione fittizia di beni. Vengono poi contestati numerosi reati fiscali e tributari.
I Martiradonna stavano progettando una fuga in Spagna, non a caso, la Guardia di Finanza aveva diramato un mandato di arresto internazionale nei confronti degli stessi (poi beccati in Lombardia dopo esser ritornati dalla Spagna. Vito Martiradonna si era procurato una carta di identità in bianco senza fotografia e certificati medici falsi per simulare uno stato d'infermità mentale). Dal 2012 al 2016 il gruppo di società avrebbe raccolto scommesse per 649 milioni di euro, evadendo imposte per circa 11,6 milioni. Vito Martiradonna faceva il bookmaker, quindi non più semplice attività di riciclaggio ma investimenti diretti verso un settore altamente strategico quale quello delle scommesse e del gioco d’azzardo. I fermi sono 22 con altri 22 indagati. Secondo l'ipotesi degli investigatori del Gioco, gli uomini dei clan avrebbero investito i proventi delle attività illecite in una serie di attività legali, tra cui anche bar e ristoranti nel centro di Bari, come l'Al 111 di corso Vittorio Emanuele e il Coco's di via Amendola, che sarebbero fittiziamente intestati a prestanome dei Martiradonna. L'avvocato Matteo Dammicco del Coco's, tuttavia, assicura che l'attuale società Snooker Bowling "è del tutto estranea all'indagine" e che il titolare "non ha legami di alcuna natura con le famiglie malavitose".


CATANIA
In Sicilia il clan Placenti gestiva un bookmaker, tale "Revolutionbet". Sono stati emessi provvedimenti di fermo anche per i clan mafiosi Santapaola-Ercolano e Cappello. La rete dei clan implicati gestiva siti con estensione “.com” denominati, tra gli altri, "Futurebet, Futurebet2021", "Future2bet2021", "Betworld365", "Betcom29", "Betcom72", mutevoli in ragione degli interventi di oscuramento da parte dell’Autorità amministrativa, non autorizzati dall’A.D.M., tutti operanti su server esteri (Malta, Austria, Inghilterra), utilizzati all’interno di sale scommesse, Internet point, C.E.D., C.T.D ed esercizi commerciali. Altri siti: "Premierwin365", "Special2bet", "Goplay33", "Racing Dogs", "Betcom29.com", "Stanleybet", anch’essi mutevoli in ragione degli interventi di oscuramento da parte dell’Autorità amministrativa, non autorizzati dall’A.D.M. e tutti operanti su server esteri (Malta, Austria, Inghilterra).
I reati contestati sono quelli di associazione mafiosa, di associazione a delinquere, a carattere transnazionale, finalizzata all’illecito esercizio sul territorio nazionale di giochi e scommesse sportive, riciclaggio, autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni, di truffa a danno dello Stato, omessa e infedele dichiarazione dei redditi, reati aggravati dalla finalità di agevolazione dell’associazione di stampo mafioso, per avere consentito ai sodalizi mafiosi summenzionati l’infiltrazione e la connessa espansione nel settore dei giochi e delle scommesse on line, nonché autoriciclaggio dei proventi derivanti dalle attività criminose delle stesse associazioni. Sono stati eseguiti anche sequestri preventivi di beni per un valore di circa 70 milioni di euro localizzati sia in Italia che all’estero, nonché di 46 agenzie di scommesse/internet point, ricadenti nelle province di Catania, Messina, Siracusa, Caltanissetta e Ragusa. Sequestrati, in particolare, circa un centinaio di rapporti bancari e conti correnti accesi in Italia e nelle Isole di Man, mentre altrettanti conti correnti e depositi bancari sono stati individuati in altri Paesi.


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1 commento:

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