martedì 27 novembre 2018

Cosa Vuol Dire Arbitrare All'Inglese? Numero Di Falli, Gioco Effettivo ed Injury Time

Uno dei detti più vecchi è che il Calcio (soprattutto quello inglese) "non è uno sport da signorine" oppure ancora "il miglior arbitro è quello che non ti accorgi che c'è".
Cosa vuol dire al giorno d'oggi arbitrare all'inglese? Vuol dire tutto e niente.
Storicamente si sa che in Inghilterra vengono permessi molto più falli che altrove (tranne quelli a piedi uniti o a gamba tesa, sanzionati spesso con il rosso, per direttive della FA) e viene concesso maggiormente il vantaggio.
Naturalmente, ogni campionato sembra avere un suo metro arbitrale ma come detto è risaputo che in Premier League si fischiano molti meno falli rispetto al resto d’Europa.
In prima approssimazione si può sottolineare una palese differenza: il pubblico inglese si esalta per un tackle, nei paesi latini per una finta o un dribbling.
In Italia il ritmo di gioco è più lento rispetto a Premiership e Champions League. 
Secondo una statistica di qualche anno fa, in media, l'azione viene fermata ogni 105 secondi, fischiando molti più falli dei loro colleghi inglesi.
Una teoria che ribalta il punto di vista dei primi anni 90, quando i club che venivano dalla Premier League facevano fatica a raggiungere la fase finale della Champions League e venivano considerati fallimentari in Europa proprio perché tentavano di applicare un tipo di gioco veloce e fatto di continue azioni. 
Se analizziamo le statistiche di qualche anno fa (2014), è abbastanza chiaro quanto rigidi fossero gli arbitri italiani: in Serie A venivano fischiati in media 32 falli a partita, contro i 22 falli a partita della Premier League. 
Dieci in meno della Serie A e il 20.36% in meno rispetto a una gara di Champions League.
Se nella Premier League il numero dei cartellini gialli raramente superava i tre (3.21 con 6.89 falli per cartellino giallo), in Serie A venivano puniti con l'ammonizione quasi cinque giocatori a partita (4.84 per 6.61 falli per cartellino giallo). 
Discorso simile per i cartellini rossi. 
Questo influenza notevolmente il ritmo di gioco: in una partita di Serie A il tempo di gioco tra un fallo e un altro raramente supera i 105 secondi, 45 secondi in meno (-40%) della media della Premier League.
In Italia le partite sono frammentate, lente e conseguentemente noiose da guardare. 
Inoltre, questo sistema arbitrale supporta e facilita tutti quei giocatori che astutamente si lasciano cadere al minimo contatto con l’avversario.
Il Calcio e le sue tattiche si sviluppano con il passare degli anni, e il gioco al giorno d’oggi è diventato sicuramente più veloce e più fisico. 
Rapportando con dati più recenti (2017) invece notiamo che rispetto a qualche anno fa in Italia si fischia molto meno (si è passati dai 32 falli del 2014 ai quasi 26 del 2017).
In media con il 2014 gli altri campionati (tedesco e spagnolo), ancor meno in Premier League (20.9).
Malgrado ciò il tempo effettivo in Premier League si è un po' abbassato rispetto agli ultimi anni.
Sicuramente l'invasione di stranieri ha contribuito a ciò ma anche alcuni interventi terribili che hanno provocato gravi infortuni (si pensi a Ramsey o Eduardo) portando gli arbitri a verificare sempre le condizioni del giocatore a terra (anche se magari l'infortunio non è grave).
Il tempo effettivo di gioco in Premier League tra 2016 e 2017 è stato di circa 56 minuti, idem in Bundesliga, nella Liga spagnola 54 minuti, in Serie A 57 minuti.
Tutto ciò indica che il tempo di gioco effettivo dipende dallo stile di Calcio giocato nei diversi paesi, in quanto sembra esserci una forte connessione con il numero di interruzioni come falli, sostituzioni e rimesse.
Per quanto riguarda le interruzioni di gioco, l'Inghilterra nella medesima stagione aveva la cifra più bassa con solo 100 interruzioni di media a partita, seguita dalla Spagna con 106 e Germania e Italia (entrambe 107).
Più pause dovrebbero portare ad un minore tempo di gioco effettivo.
Tuttavia oltre ai falli, contano anche calci di punizione, calci d'angolo, infortuni e gol.
Tendenzialmente le squadre che mantengono maggiormente la palla tra i piedi facendo possesso palla possono contare su un tempo effettivo maggiore degli altri.
Queste stats risalenti ad agosto 2017, evidenziano che anche nello stesso campionato i tempi effettivi di gioco son ben diversi.
Nella giornata menzionata a guidare la classifica c'era il Liverpool contro il Crystal Palace, dove la palla è rimasta in gioco per ben 62 minuti.
La partita ad Anfield ha avuto quasi 15 minuti di azione in più rispetto alla vittoria per 1-0 del West Bromich al Turf Moor (Burnley).
Di tutte le squadre che hanno giocato in questa giornata si vede come l'Arsenal abbia avuto per la maggior parte del tempo la palla (41,7 minuti per l'esattezza), ma non è riuscita a capitalizzare in quanto ha perso 1-0 contro lo Stoke City.
Comunque il tempo effettivo e le lunghe interruzioni hanno portato gli arbitri inglesi ad aumentare drasticamente i minuti di recupero (non a caso chiamato "injury time"), quando una delle caratteristiche storiche dell'arbitrare all'inglese era proprio quella di dare pochi minuti di recupero.
C'è però un altro fattore cruciale nella reputazione di campionato più bello del mondo (in parte collegato a tutto ciò): la sua propensione nel veder realizzate reti nei minuti di recupero.
Nel 2016/17 ci sono stati ben 68 gol segnati nel recupero del 2t, che corrisponde al 6.3% di tutti i gol segnati due anni fa (circa 0.18 gol a partita).
Nella Liga 61, in Serie A 59.
La Bundesliga solo 50, anche se va sottolineato che si tratta di un campionato a 18 squadre (ma la media rimane inferiore alla Premier League).
E nel 1t? Sempre rapportando ai campionati di due anni fa, ne sono stati realizzati 35, nella Liga (20) e Serie A (15).
In Bundesliga 14 e 10 in Ligue 1.
La spiegazione è più o meno semplice: in quella stessa stagione in Premier vennero concessi in media 2.9 minuti di recupero nel 1t (gli altri campionati oscillavano tra 1.4 e 2.0).
Tuttavia, ciò non spiega comunque tutto e quel vecchio slogan "poco prima dell'intervallo è il momento migliore per segnare" sembra essere particolarmente in voga in Inghilterra (e questo direi da sempre).
Complessivamente l'injury time per entrambi i tempi raggiungeva una media di 7.59 minuti, una cifra considerevolmente più alta che in qualsiasi altro campionato in Europa, che hanno registrato tra 5.16 minuti e 6.35 minuti.
Facendo un confronto con i falli fischiati (decisamente meno che altrove) e il tempo effettivo di gioco (non molto dissimile dagli altri campionati) non ci sono particolari giustificazioni a ciò, se non che gli arbitri inglesi siano diventati più severi con il cronometraggio e le perdite di tempo.
Il Watford, nella stessa stagione, vide una media di 8.41 minuti aggiunta alle sue partite, la più alta della Premier League, e ben oltre il doppio del Bayern (3.46 minuti).
In definitiva cos'è rimasto oggi dell'arbitrare all'inglese? Sicuramente vengono fischiati meno falli che altrove però in media le interruzioni sono più lunghe che altrove (infortuni e quant'altro) e questo influenza anche i lunghissimi tempi di recupero concessi nei 2 tempi.


T'interessano altri articoli su storie sportive(doping, scandali, suicidi, partite vendute, etc) e scommesse?
Qui trovi l'indice completo ed aggiornato del blog:  Indice Storie Sportive(Doping, Suicidi, Partite Vendute, Stake, etc)

Nessun commento:

Posta un commento