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lunedì 17 maggio 2021

Il Fallimento Della Superlega: Le Proteste Dei Tifosi Inglesi

"Non toglietemi le trasferte nel gelo di Stoke" (cartellone di un tifoso del Chelsea)

Il fallimento della Superlega è arrivato a distanza di soli 2 giorni dall’annuncio di quello che avrebbe dovuto rivoluzionare il calcio europeo (18 aprile 2021). 
Tutti i club inglesi sono usciti dal progetto: Manchester City, Manchester United, Chelsea, Tottenham, Liverpool e Arsenal. Le altre squadre erano Barcellona, Real Madrid, Atletico Madrid, Inter, Juventus e Milan.
Anche Inter, Barcellona ed Atletico Madrid avevano dubbi sulla nuova lega mentre le posizioni più ferree erano di Juventus e Real Madrid. Subito dopo il primo annuncio, non solo la UEFA insieme alla FIFA hanno dichiarato guerra alla Superlega ("chi aderisce, è fuori da tutto" con chiaro riferimento non solo alle coppe europee ma anche ai campionati nazionali), ma anche la politica ha fatto il suo corso. Il governo inglese di Boris Johnson ("i progetti di una superlega europea sarebbero molto dannosi per il calcio"), il presidente francese Emmanuel Macron, il premier italiano Mario Draghi e la Commissione europea si sono schierati tutti contro la Superlega, a favore delle tradizioni.
La reazione dei tifosi è stata anch’essa molto violenta. Non è piaciuta l’idea che l’accesso alla coppa europea più prestigiosa fosse automatico. Non solo un tradimento di una tradizione sportiva vecchia oltre 100 anni ma anche la mancanza di pathos dei match contro le "piccole" di ogni campionato.
Che ci fosse tanta improvvisazione lo conferma anche il mancato completamento delle 15 squadre che prevedeva il progetto originario (effettivamente erano solo 12). Con l’ansia di dover dare subito l’annuncio, la Superlega ha inviato gli inviti a Borussia Dortmund, Bayern Monaco e PSG che però hanno subito rifiutato.
Infatti l'idea era di un torneo a 20 squadre, con i 12 fondatori (più altri 3) sempre presenti e con 5 club invitati a rotazione. Il tutto era stato pensato per superare la crisi, accelerata dalla pandemia. Basti dire che 9 dei 12 club fondatori sono attualmente i club più indebitati al mondo.
Sarebbe dovuto essere un torneo parallelo alla Champions League, non alternativo alle leghe nazionali (che però avrebbero perso di significato) e in grado di porre rimedio ai bilanci sofferenti delle principali squadre d’Europa.
Immediata la reazione dell’UEFA e della FIFA, che hanno dichiarato inammissibile l’iniziativa, minacciando i giocatori di squadre della SL di partecipare a competizione con le loro nazionali. 
Sul sito "Forza Football" era stato effettuato un sondaggio e se era scontato il "No" del 95% dei sostenitori di altri club, anche tra i fans delle promotrici il dissenso è stato vistoso. Non vogliono la Superlega i tifosi di Arsenal (89%), Tottenham (88%), Manchester United (87%), Liverpool (86%), Atletico Madrid (84%), Chelsea (84%), Manchester City (78%), Barcellona (75%), Inter (73%), Milan (69%) e Real Madrid (61%). I soli favorevoli sarebbero i supporters della Juventus: i "No" sono in minoranza, al 48%.
C'erano state veementi proteste da parte di tifosi del Chelsea (diversi arresti) nella partita contro il Brighton rinviata di una mezz'ora con anche il bus del Chelsea bloccato (con Cech che grida "fateci passare, risolveremo tutto" e la risposta dei tifosi "No, fuck you").
Guardiola e Klopp si erano detti subito contrari. Nel frastuono generale il vicepresidente del Manchester United, Ed Woodward, per anni duramente contestato con la dirigenza americana dei Glazer, si dimette dopo che il capo della Uefa Ceferin lo bolla come un "tremendo bugiardo". 
Anche i tifosi di Liverpool ed Arsenal avevano appeso striscioni offensivi al di fuori di Anfield e dell'Emirates. 
A tarda sera lo stesso capitano del Liverpool, Jordan Henderson, dopo aver riunito tutti i suoi pari di Premier League, sgancia la bomba: "La Superleague non ci piace. E non la permetteremo. You'll never walk alone!". 


Dopo una fortissima reazione negativa sia di molti tifosi che di media e istituzioni, una dopo l’altra, a partire dal Manchester City e dal Manchester Utd, si sono quasi tutte sfilate dal progetto.
In seguito si sono sprecate le ironie sul progetto che aveva in Florentino Perez, presidente del Real Madrid, e Andrea Agnelli, sua controparte alla Juventus, i suoi principali ideatori e portavoce.
Probabilmente sono stati i diritti televisivi al centro della questione. Poche settimane dopo l’assegnazione a DAZN (che ha immediatamente dichiarato la sua estraneità alla Superlega, seguita da Amazon) dei diritti per la Serie A. Per la trasmissione delle partite di Champions League in Inghilterra, di gran lunga il mercato più ricco, BT Sportpaga 2,2 miliardi di dollari in tre anni, mentre DAZN ha pagato 3 miliardi per i diritti della Serie A (dal 2019, la Premier League ha stipulato un contratto di oltre 10 miliardi di euro per 3 anni!). Per molti, insomma, i soldi della Champions League sono pochi (2,4 miliardi di dollari l’anno) a fronte di quanto potrebbe fruttare la Superlega, che aveva già strappato un finanziamento da JP Morgan.
Gli strascichi sono comunque proseguiti il 2 maggio dove la partita tra Manchester Utd e Liverpool è stata rinviata a causa delle proteste dei tifosi del Manchester United nei confronti della famiglia Glazer, impedendo il regolare svolgimento del match: con invasioni di campo e bandierine del corner portate via.
Le squadre non sono nemmeno riuscite a raggiungere Old Trafford a causa dell'occupazione dello stadio da parte di alcuni tifosi della formazione di casa. I tifosi dei Red Devils hanno infatti dato seguito alle proteste nei confronti della famiglia Glazer, proprietaria del club, esplose in maniera definitiva dopo l'iscrizione del club alla Superlega. La manifestazione di circa 200 fans del Manchester United ha portato anche a scontri con la polizia (e a proteste davanti all'albergo che ospitava la squadra di Solskjaer).
Il calcio ha spesso insegnato che anche piccoli club o comunque non accreditati alla vigilia possono fare miracoli come il Leicester di Ranieri nel 2016 (non che quello di Brendan Rodgers stia facendo molto peggio, avendo conquistato anche la FA Cup domenica battendo il Chelsea) o il Nottingham Forest in grado di 1 vincere 1 solo campionato a fronte di ben due Coppe Campioni (1979 e 1980) sotto Brian Clough.
Del resto la storia del Nottingham Forest è proprio quella di aver rubato ai ricchi per dare ai poveri e non ricchi che protestano per diventare ancora più ricchi.


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sabato 8 maggio 2021

L'Ippodromo Royal Ascot: Corse, Scommesse, Tradizioni

Le origini degli sport equestri in Gran Bretagna risalgono al 1100, quando cavalli arabi (in realtà stalloni) furono portati per la prima volta nel Paese dai cavalieri inglesi di ritorno dalle crociate. Nei secoli seguenti, queste creature furono allevate con cavalli autoctoni, creando i purosangue che corrono negli ippodromi.
L’ippodromo di Ascot ha oltre 300 anni di storia e fu la Regina Anna ad istituirlo, in quanto grande amante di corse di cavalli ("Her Majesty's Plate"). Si chiama "Royal Ascot" perchè è vicino alla famiglia reale britannica. Alle gare estive è stato assegnato il titolo Reale nel 1911 e da allora Royal Ascot è diventato uno degli eventi sportivi più attesi dell’anno, noto non solo per le corse in sè, per le scommesse ma anche per tradizione, glamour e dress code. Si tratta senza dubbio dell’apice del calendario delle corse di cavalli britannico e la gara più ambita della nazione, con milioni di sterline di premi in palio.
L'evento si tiene di solito da aprile ad ottobre. Tuttavia appuntamenti di notevole importanza sono il "Royal Meeting" che si svolge a giugno mettendo in palio la "Champions League" e il "King George VII and Queen Elizabeth Stakes" che si corre a luglio.
In generale alle 14 di ogni giorno, per tutta la durata dell'evento, il corteo reale prende il via dal Golden Gates attraversando tutto il percorso fino al Parade Ring. 
La prima gara ha inizio alle 14.30, l'ultima alle 17.35. Al termine della giornata tutti i partecipanti (racegoers) sono invitati a festeggiare le vincite tra banchetti e musica.
Nel Royal Enclosure è quasi impossibile avere dei posti, in quanto occorre essere sponsorizzati da qualcuno presente al Royal Ascot da almeno 4 anni in questo specifico settore. Le donne devono indossare un vestito da cerimonia pomeridiano con cappello ma sono accettati anche capi alla moda. Per gli uomini si richiede di indossare un abito nero o grigio con pantaloni normali o a righe, un panciotto e un cappello a cilindro. L'ippodromo dista circa 11 km dal castello di Windsor.
Bet With Ascot invece è uno degli operatori di scommesse principali nell'ippodromo, gestito in collaborazione con Totepool. 
Ci sono diversi punti vendita di Bet With Ascot sparsi per il campo e i racegoers possono piazzare una scommessa e ritirare le vincite in qualsiasi banco di servizio. 



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