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venerdì 24 maggio 2019

I Los Angeles Dodgers e La Tecnologia VR (WIN Reality)

I Los Angeles Dodgers nella stagione di MLB 2019, un po' a sorpresa, sono una delle squadre migliori di questa stagione. Sono al comando della NL West e sono la prima squadra in NL per punti segnati e tra le migliori per quanto riguarda gli HR.
Un po' a sorpresa perchè l'ossatura della squadra è quella dell'anno scorso però con un Machado in meno (andato a San Diego) ed un Kershaw che ha iniziato la stagione dall'infermeria.
Malgrado ciò dopo 2 mesi ormai dall'inizio della stagione, Cody Bellinger batte con un .OBP di quasi 500(!!!) ed è attualmente il candidato numero uno al titolo di MVP, mentre Joc Pederson ha già 14 HR.
Max Muncy, protagonista di una stagione fenomenale scorso anno, sta proseguendo su quella strada (malgrado un .OBP più bassa ma la produzione offensiva rimane elevata).
Poi Justin Turner e Corey Seager completano una squadra da sogno, per il momento.
Anche la rotazione sta facendo cose fenomenali con Clayton Kershaw, Hyun-Jin Ryu (addirittura 1.52 di ERA e 0.74 di WHIP dopo 59 inning lanciati), Rich Hill, Ross Stripling e Kenta Maeda (ripresosi dopo un inizio difficile, anche se ora in DL) tutti sotto i 4 di ERA.
Tutto questo potrebbe avere una spiegazione: come fatto notare da Pedro Moura sulle pagine di The Athletic, i giocatori dei Dodgers (battitori in primis) passano parte del pregame in un laboratorio all'interno della clubhouse dove possono esercitarsi in battuta grazie alla realtà virtuale, che permette loro di confrontarsi virtualmente con i lanciatori che andranno poi ad affrontare sul campo ed avere già una idea della velocità e dei movimenti dei lanci avversari.
La realtà virtuale è la simulazione generata al computer di un'immagine o di un ambiente 3D che può essere "vissuta" in modo apparentemente reale da una persona che utilizza apparecchiature elettroniche speciali, come un casco con uno schermo o guanti dotati di sensori.
L'azienda (WIN Reality) che fornisce questi sistemi in dotazione ai LA Dodgers (e ad altre 9 squadre) è stata fondata da Dan O'Dowd, ex GM dei Rockies e analista TV per MLB Network.
Ad esempio, mentre i Dodgers erano in viaggio verso Milwaukee, Bellinger indossava un visore ed era in grado di vedere lo starting pticher degli avversari, Chase Anderson, e i suoi lanci ovviamente.

Andrew Friedman: "Il nostro obiettivo è quello di essere una franchigia unica. Alcuni dei nostri ragazzi hanno apprezzato molto l'esperienza VR ma stiamo ancora imparando"

La giovane star Alex Verdugo ha avuto anche lui l'opportunità di prendere parte all'esperienza VR e ha dichiarato quanto segue prima di affrontare Madison Bumgarner: "Hai già un'idea di cosa ti aspetta, quindi quando entri nel tuo primo at-bat e vedi il primo lancio, non sei così sorpreso"

L'esperienza VR non solo consente a un battitore di studiare meglio i lanci di un pitcher ma permette anche di studiare la velocità del braccio, angolo del braccio, slot del braccio e movimento rotazionale e laterale su ogni passo.
I Dodgers ogni anno, per via anche di grandi investimenti, iniziano la stagione pensando al titolo.
Titolo delle World Series (6 vinte in totale) che ormai manca dal 1988.


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giovedì 23 maggio 2019

La Storia Di Giannis Antetokounmpo: Venditore Ambulante, Il Filathlitikos e La NBA

"C’erano sere in cui, se non fossimo riusciti a vendere niente, non avremmo potuto mangiare a cena. Vivevamo con la preoccupazione latente che la polizia potesse fermarci ed espellerci dal Paese. E’ stata dura"

Giannis Antetokounmpo, greco di origine nigeriana, vive un'infanzia difficile.
La Nigeria dal 1960 è uno stato indipendente ma non riesce a stabilizzarsi dal punto di vista politico ed economico: la situazione è allo sbaraglio e da più di 30 anni si susseguono colpi di stato a governi provvisori che non hanno nemmeno il tempo di stabilirsi che sono già decaduti.
Per via di una costante povertà, la famiglia Adetokumbo decide di lasciare la Nigeria e intraprendere una nuova vita, possibilmente più dignitosa e tranquilla, in Europa. Così, nel 1992, Charles e Veronica sbarcano in Grecia, che dopo la caduta dell’Unione Sovietica ha aperto le frontiere agli immigrati.
La famiglia Adetokumbo sbarca in Grecia da perfetti clandestini, abbandonando Lagos con la speranza che le cose possano migliorare. Si stabiliscono ad Atene e qui il 6 dicembre 1994 nasce il terzogenito Giannis.
Vivere da clandestini non è facile, così Veronica e Charles provano ad ottenere la cittadinanza greca, quanto meno per i figli (per i quali hanno scelto nomi tipicamente ellenici come Thanatis, Kostas, Francis, Alexis e Giannis appunto); cambiano persino il cognome rendendolo simile al luogo dove abitano passando da “Adetokumbo” a “Antetokounmpo” ma, la loro condizione di immigrati clandestini, non gli permette di ottenere i documenti voluti. Per cui Giannis si ritrova in una situazione paradossale: non ha né passaporto nigeriano (non ha mai visitato la Nigeria, tra l’altro) né greco.
E' quello che può essere etichettato come apolide.
La famiglia Antetokounmpo, come già affermato, vive ad Atene, in zona Sepolia, un quartiere tra i più malfamati della città ad alto tasso razzista, tra le altre cose.
Inoltre con la costante paura che la polizia potesse scoprire la loro situazione cacciandoli dalla Grecia. Detto questo, la situazione è ancor più drammatica di quello che si possa pensare: mamma Veronica e papà Charles non hanno un lavoro fisso e pertanto sono costretti a lavorare come venditori ambulanti. Sfamare una famiglia in cui sono compresi ben 5 figli, non è facile, per cui i fratelli più grandi come Francis, Thanatis e lo stesso Giannis, provano ad aiutare i genitori, lavorando per strada: occhiali da sole, borse, scarpe e tutto ciò che era possibile vendere per racimolare qualche euro che permettesse di pagare le bollette e mangiare.
Tutta roba taroccata, ovviamente.
Al di là di ciò, il Basket per Giannis e il fratello Thanatis è sinonimo di salvezza dalla difficile vita di strada.
A notare prima di tutti Thanatis e Giannis, è stato coach Spiros Velliniatis, allenatore del Filathlitikos, club di Serie A2 greca.
Il piccolo club greco, partecipa per la prima volta alla seconda serie nel 2012/13, pur essendo stati fondati nel 1986.
L’allenatore, ex giocatore professionista, ha una mentalità piuttosto aperta rispetto a molti altri concittadini e, vedendolo giocare tra i campetti di periferia, si innamora del suo talento, intuendo il potenziale.

Velliniatis venendo a conoscenza della situazione economica della famiglia Antetokounmpo, offre un lavoro ai genitori: "Hai di fronte Mozart che è affamato, cosa fai? E’ un dilemma da risolvere. No, non gli serve un violino. Gli serve un filone di pane"

Così Giannis ha l’opportunità di crescere con serenità e costanza e i risultati non tardano ad arrivare: 9.5 punti, 5 rimbalzi, 1.4 assist, 1 stoppata e 0.7 palle rubate di media, segno che il potenziale è di quelli grossi.
Nel club greco ci giocano i fratelli Antetokounmpo, Giannis e Thanasis, così come giocatori come Nikos Gkikas, Michalis Kamperidis e Christos Saloustros.
Al termine della stagione finiranno al terzo posto (miglior risultato della loro storia).
Durante la stagione 2013/14, il Filathlitikos conclude il campionato al dodicesimo posto venendo retrocesso in terza serie.
Dal suo canto Antetokounmpo, Giannis, già non c'era più in quanto il Saragozza ne intravede il potenziale e gli offre un quadriennale da 250 mila euro annui.
Ma il suo destino non è in Europa, bensì in NBA.
Tanti sono gli scout che vengono ormai ripetutamente a visionare le sue partite e anche i GM delle franchigie iniziano a scomodarsi: dagli Oklahoma City Thunder agli Houston Rockets, passando per i Denver Nuggets e terminando con Boston Celtics e Phoenix Suns.
Nel 2013 la Grecia, avendo ormai chiaro il futuro del giocatore in NBA, decide di assegnare a lui e la famiglia la tanto desiderata cittadinanza ellenica per meriti sportivi.
Così, in vista degli Europei Under-20 tenutisi quell’anno, Giannis viene convocato in nazionale. Per Antetokounmpo è l’ultima importante vetrina prima dello sbarco in NBA e le attese non vengono tradite: il ragazzo si mette in mostra con la maglia della Nazionale Greca, raggiungendo un buon quinto posto.
Con la scelta numero 15 del draft NBA 2013 i Milwaukee Bucks selezionano Giannis Antetokounmpo.
Un giocatore completo (ala piccola ma anche guardia e playmaker all'occorrenza) con grandissime doti atletiche, un gran tiro dalla media distanza e soprattutto sotto i canestri.
Grande rimbalzista e rubatore di palloni, proprio per la sua capacità di "leggere" in anticipo le intenzioni degli avversari (e quando hai mani lunghe 26 centimetri e braccia che in piena estensione raggiungono i 222 cm...è sicuramente tutto più facile).
Nel 2013 chiude con 6.8 punti di media a partita giocandone 77.
Le % dal campo poi migliorano sino ad arrivare ai 26.9 del 2017/18 con 10 rimbalzi e 4.8 assist a partita.
Ah il fratello Thanasis milita nel Panathinaikos dopo un breve periodo nei Westchester Knicks, squadra della D-League, ossia la lega in cui le squadre NBA decidono di far giocare i cestisti che devono ancora maturare e non sono ancora pronti al grande salto nella massima lega. In questa lega gioca anche l’altro fratello, Kostas, nei Texas Legends, squadra satellite dei Dallas Mavericks.


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sabato 18 maggio 2019

L'Inverness CT e Lo Stadio Vicino Al Lago Di Loch Ness

L'Inverness Caledonian Thistle venne fondato solo nel 1994, in mezzo alle maestose montagne e ai misteriosi laghi che costeggiano la zona di Longman.
Zone con poca densità abitative nonchè vecchio insediamento vichingo.
Le Highlands scozzesi (questa zona a maggior ragione) sono avvolte da un’inquietante aria di mistero anche per via dei diversi castelli presenti.
Il club fu fondato dalla fusione del Caledonian Football Club e dell’Inverness Thistle Football Club, ambedue componenti della Highland Football League, per colmare uno dei due posti liberi nella Scottish Football League.
Un club di estrazione proletaria, senza i soldi di finanzieri e petrolieri, rimasto sempre ai margini del calcio scozzese (seppur a livello professionista).
Dalla fondazione il club più a nord della Gran Bretagna registra l’annata migliore nel 2003/04: primo posto in First Division e promozione in Scottish Premier League lo stadio non era a norma, a livello di capienza), semifinalista in Scottish Cup e vincitore della Scottish Challenge Cup (in realtà poi rivinta nel 2017/18).
La vera impresa però fu la vittoria in Scottish Cup nel 2014/15 dopo aver battuto 3-2 ai supplementari il Celtic in semifinale e in finale il Falkirk (2-1).


IL CALEDONIAN STADIUM E IL LAGO DI LOCH NESS
L'inaugurazione dello stadio (Tulloch Caledonian) fu nel 1996, poi venne allargato nel 2004 per via della promozione in SPL (che prevede capienza di almeno 10mila spettatori).
La ricostruzione nel 2004 incluse la costruzione di due nuovi stand alle due estremità del terreno, che aumentarono la capienza dello stadio.
Nel febbraio 2019, lo stadio è stato ribattezzato "Caledonian Stadium".
A metà del 2018, l'Inverness CT sostituì i tornelli classici con moderni scanner di codici a barre, diventando uno dei pochi in Scozia ad utilizzare questa nuova tecnologia e il primo nelle Highlands.
Come detto lo stadio sorge circondato dai vari laghi che costeggiano la zona.
Tutti conoscono la leggenda del mostro di Loch Ness, l’enorme creatura conosciuta anche con il nome di "Nessie" che, secondo le antiche leggende, vive nelle acque di questo lago.
Il lago si estende lungo il Great Glen (per 37 km con una larghezza di 2 km), una faglia in cui le placche tettoniche si sono scontrate dando vita alle montagne circostanti.
In alcuni punti Loch Ness raggiunge i 230 metri di profondità, che lo rendono il secondo lago più profondo della Scozia.
Secondo la leggenda c’è un misterioso mostro che si nasconde sotto la superficie increspata del lago di Loch Ness. I primi documenti risalenti alla presunta esistenza del mostro risalgono al 500 dC, quando alcuni pittori locali scolpirono una strana creatura acquatica in pietra nel lago di Loch Ness. Nel corso degli anni sono state raccolte oltre 1.000 testimonianze oculari, alle quali si aggiungono una grande quantità di prove che testimonierebbero l’esistenza della misteriosa creatura.
Nel 1933 Aldie Mackay, direttrice del Drumnadrochit Hotel, riferì di aver visto “un’enorme creatura con il corpo di una balena che rotolava nell’acqua“.
Nel novembre di quello stesso anno Hugh Gray dà una svolta alla leggenda del mostro scattando a Nessie la prima fotografia.
Con un po' di fantasia si possono notare un lungo collo e un corpo decisamente più spesso.
Il 1934 è l'anno della "foto del chirurgo".
Lo scatto viene attribuito al ginecologo Robert Kenneth Wilson che mentre si trova sul lago di Loch Ness, immortala Nessie: è il Daily Mail a pubblicarlo il 21 aprile del 1934. Wilson preferisce non assumere ufficialmente la paternità della fotografia tanto che lo scatto diventa noto come la foto del chirurgo.
Questa foto è destinata a restare una delle raffigurazioni più popolari di Nessie fino al 1994 quando la foto viene etichettata come fake. L'oggetto alla base di questo inganno è un piccolo sottomarino modificato in modo da assumere le sembianze del famoso mostro marino.
L'ideatore del piano è Christian Spurling, amico di Wilson con un conto in sospeso con il Daily Mail: il piano di Spurling era di trarre in inganno il famoso giornale portandolo a pubblicare una foto falsa.
Il 21 maggio del 1977 Anthony Shiels afferma di aver evocato dalle acque del lago la creatura misteriosa e documenta la sua impresa con una delle più dettagliate foto scattate fino a quel momento.
Dal 1934 al 2014 si susseguono gli avvistamenti molti dei quali però si rivelano falsi conclamati o degni di poca attenzione perché non supportati da prove concrete.
Nel corso degli anni la ribalta fu talmente elevata che ci sono state società (in primis circhi) che offrivano taglie e quindi ricompense di 20.000 sterline per la cattura del mostro.
Nel 2018 Lynn Locke, una turista canadese, ha fotografato qualcosa di simile al celeberrimo mostro di Loch Ness.
A parlarne fu un articolo del The Scottish Sun.
La donna, segretaria in una scuola, si trovava in vacanza a Glasgow insieme al marito e alla figlia. Per alcuni giorni avevano deciso di recarsi ad Inverness.
Sul lago di Loch Ness a circa 45 metri dalla riva vicino al castello di Urquhart, dove Nessie è stato più spesso avvistato, Lynn ha notato qualcosa che si muoveva sott'acqua e poi conoscendo la storia ha scattato la foto.



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sabato 11 maggio 2019

Le Più Grande Rimonte In MLB, NBA, NFL e NHL (Greatest Comebacks)

In quest'articolo vedremo le più grandi rimonte (comebacks) accorse nei principali quattro sport americani: MLB, NBA, NFL e NHL.
Oltre alla regular season, sono riportate imprese anche ai playoff.
Non solo grandissimi margini recuperati ma anche margini magari minori ma recuperati in brevissimo tempo.


MLB
In regular season nel 2016 si ricordano i Seattle Mariners compiere un incredibile rimonta in quel di San Diego. I Mariners sprofondati 12-2 dopo cinque inning, riuscirono a realizzare 5 run nel sesto ed addirittura 9 nel settimo.
Fu la più grande rimonta dal 2009.
Nel 2009 invece gli Indians recuperarono da 10-0 sotto, per poi battere i Rays il 25 maggio, invece gli Oakland Athletics recuperarono da un deficit di 12-2 per battere i Minnesota Twins il 20 luglio.
Il 5 agosto 2001, dalla parte sbagliata stavolta, si trovarono i Mariners che subirono un'incredibile rimonta contro i Cleveland Indians.
I Mariners, nel mezzo delle ben 116 vittorie stagionali, segnarono 8 run nel terzo inning a Cleveland per poi salire 0-12. Game over? Non così in fretta.
Cleveland in svantaggio, 2-12, realizzò 3 run nel settimo, 4 nell'ottavo e 5 con due outs nel nono.
14 pari (perchè i Mariners realizzarono 2 run) ma poi Jolbert Cabrera portò a casa Kenny Lofton con un walkoff HR nell'11esimo per il definitivo 15-14.
12 run vennero recuperate il 18 giugno 1911, quando i Tigers recuperarono dal 13-1 per sconfiggere i White Sox, 16-15.
Il 15 giugno 1925, sempre gli Indians conducevano sui Philadelphia A's, per 14-2, poi 15-3 e 15-4, prima che ben 13 run subite nell'ottavo cancellassero tutto.
Più recentemente, ci sono alcune vittorie in rimonta da 11 run sotto.
Ad esempio gli Astros il 18 luglio 1994, sotto 11-0 contro i Cardinals, dopo tre inning.
Seguì l'11-4, dopo 5 inning, poi segnarono 11 volte nel sesto ed infine vinsero 15-12.
Un altro slugfest famoso accadde il 17 aprile 1976, quando i Phillies stavano affondando con un deficit di 12-1 dopo tre inning al Wrigley Field ma finirono per vincere 18-16, in 10 inning.
Mike Schmidt realizzò ben 4 HR.
I Phillies ottennero anche un'altra formidabile rimonta l'8 giugno 1989 contro i Pirates che conducevano 10-0 al top del primo inning.
Al sesto si era 11-10, prima delle 5 run nell'ottavo per il 15-11 finale per i Phillies.
Sempre nello stesso anno da segnalare la rimonta dei San Francisco Giants a Cincinnati: da 0-8 a 9-8.
Qualcosa di più o meno simile successe il 3 maggio 2019 dove i Cincinnati Reds conducevano 8-0 al terzo inning, per poi ritrovarsi 11 pari al nono.
Neanche a dirlo, ancora ad uscire vincenti i Giants per 11-12 all'11esimo.
Il 28 maggio 2016 i Royals erano sotto contro i White Sox, per 7-1, al nono inning. Kansas City realizzò ben 7 run finendo per vincere 7-8. Poi, il 30 giugno, i Detroit Tigers sotto 7-2 contro i Tampa Bay Rays al nono, realizzarono 8 run finendo per vincere 7-10.
Il 29 giugno 1952, i Cubs sotto 8-2 nel nono, a Cincinnati, con 2 outs e nessuno in base. I successivi nove battitori batterono tutto finendo sempre in base, spingendo spingendo a casa ben 7 run per l'8-9 finale.
Il 21 aprile 1991, i Pirates conducevano 7-2, a metà dell'ottavo inning sui Cubs, che grazie ad un grande slam di Andre Dawson segnarono cinque run.
Tuttavia nella parte inferiore dell'inning vinsero comunque i Pirates.
In post-season del 2016 invece si ricorda una rimonta sempre all'ultimo inning per i Chicago Cubs in gara 4 della National League Division Series a San Francisco.
Cubs sotto 5-2, finirono per vincere 5-6.
Nel 2014, in gara 4 della American League Division Series a Houston, Kansas City era sotto 6-2, nel settimo, ma grazie a 6 run nell'ottavo inning finirono per vincere poi 6-9.
Sempre nel 2014 ma nell'AL Wild Card, i Royals rubarono 7 basi per stordire gli Ahtletics, che guidavano con 4 punti di vantaggio nell'ottavo, prima di essere sconfitti.
Nel 1929 Philadelphia realizzò la più grande rimonta postbellica.
In gara 4 delle World Series, i Cubs conducevano 8-0 nel settimo prima di subire 10 run.
Nel 1996 quando gli Yankees inaugurarono poi le 4 World Series in cinque anni, in gara 4 della World Series contro i Braves, sotto 6-0, dopo 5 inning, realizzarono 3 run nel sesto e poi tre nell'ottavo.
Gli Yankees poi avranno la meglio nel decimo 8-6.
Nel 2008 i Red Sox inseguivano i Rays, sotto 7-0, nel settimo inning di gara 5 dell'ALCS a Fenway Park. Boston poi segnò 4 run nel settimo e 3 nell'ottavo per il pareggio, per poi vincere con un singolo di JD Drew nel nono.


NBA
Nel 1996 gli Utah Jazz di Jarry Sloan si ritrovano sotto 34-70 a 20 secondi dalla fine del secondo quarto.
Grazie ad un parziale di 73-33, finiranno per vincere 107-103.
Una rimonta ancora più clamorosa (perchè eseguita in molto meno tempo) vide protagonista i Sacramento Kings di coach Paul Westphal nel 2009.
I californiani recuperarono uno svantaggio di 35 punti contro i Chicago Bulls sul risultato di 44-79 a 08:50 minuti dalla fine del terzo quarto, riuscendo a chiudere la partita sul risultato di 102-98.
Tra le altre rimonte spiccano i 31 punti recuperati sempre da Utah su Chicago nel 1998, i 28 punti dei Lakers su Dallas nel 2002 ed i 29 punti di Golden State contro Milwaukee nel 1975, di Milwaukee contro Atlanta nel 1977 e da Dallas contro Minnesota nel 2008.
Nel 2004, va sottolineata l'impresa di Tracy McGrady degli Houston Rockets che riuscì a realizzare 13 punti nei 33 secondi finali della partita, aiutando così la sua squadra a battere i San Antonio Spurs.
Nel 2018 Cleveland, sotto di 16 punti a 6 minuti dalla sirena, riuscirono a recuperare gli Wizards grazie soprattutto a James che chiuse con 33 punti, 14 assist e 9 assist.
Una delle più grandi rimonte nella storia della post-season NBA risale al maggio del 1989, anno nel quale i Lakers di Pat Riley riuscirono nell’impresa di colmare un gap di 29 punti contro i Seattle SuperSonics. Un'altra grande rimonta appartiene invece ai Clippers di coach Vinny Del Negro, capaci di rimontare 27 punti di svantaggio contro i Memphis Grizzlies registrati a due minuti dalla fine del terzo quarto.
Nel 1995 nelle semifinali di Eastern Conference tra Knicks e Pacers, quello fatto da Reggie Miller negli ultimi 18 secondi al Madison Square Garden entrò di diritto nella leggenda.
Pacers a -6 a 18 secondi dalla fine.
Miller segna la tripla del -3 e sulla successiva rimessa dei Knicks recupera il pallone, risegna da 3 e pareggia i conti. Starks fa 0/2 dalla lunetta, Reggie al contrario è glaciale con un 2/2 e sull'ultima azione i Knicks non riusciranno nemmeno a tirare.
In Gara 7 delle finali di Western Conference del 2000 tra Los Angeles Lakers e Portland Trail Blazers (Lakers erano avanti 3-1, poi perdono gara 5 e 6 dunque si va a gara 7), i californiani sono sull'orlo del baratro sotto di 14 punti a 12 minuti dalla fine (sotto di 14 perché Shaw segna da centrocampo allo scadere del terzo quarto).
Poi la rimonta, con Portland che non segna più ed i Lakers che al contrario realizzano tutto quello che c'è da realizzare.
Tra le altre, spiccano i 26 punti rimontati (41-16 l'ultimo quarto) da Boston contro New Jersey nel 2002, i 24 punti di Boston contro i Lakers nel 2008 ed i 23 punti di Portland contro Dallas nel 2011.
Sempre nelle finali di Western Conference ma del 2002, i Sacramento Kings si ritrovano di 24 punti avanti nel primo tempo.
Poi la rimonta, feroce, dei Los Angeles Lakers con una grande difesa che rese la vita impossibile a Sacramento.
Tiro da 3 ovviamente dentro, sorpasso Lakers sulla sirena e Staples Center in delirio.
Nelle finali del 2006 i Dallas Mavericks favoriti alla vigilia ed in controllo dopo il 2-0 nelle prime due gare della serie contro i Miami Heat ed in vantaggio di 13 punti a 6 minuti dalla fine. Cuban ed i tifosi di Dallas stanno già pensando ai preparativi per la parata perché dallo 0-3 nessuno è mai risalito nella storia dei playoff. Però non avevano fatto i conti con Dwyane Wade, assoluto protagonista della finale. Gli Heat chiuderanno con un parziale di 30-19 nell'ultimo periodo.
Nel primo turno di Western Conference del 2012, nel terzo quarto i Memphis Grizzlies toccano per ben 3 volte 27 punti di vantaggio e si affacciano all'ultimo periodo con un rassicurante vantaggio di 21 punti. Poi tutto cambia, 33-11 il parziale del quarto quarto. 26-1 Clippers per iniziare il periodo con Chris Paul e compagni che vedevano il canestro grande quanto una vasca da bagno.
Alla fine riusciranno a spuntarla di 1 punto.
La più grande rimonta invece è quella dei Los Angeles Clippers avvenuta nel 2019 sul campo dei Golden State Warriors.
La squadra di Curry e company va a +23 all'intervallo, tocca il +31 ma finisce per perdere 131-133.


NFL
A livello collegiale (NCAA) vanno citate assolutamente due partite: iniziamo con quella del 1984 che si svolse all’Orange Bowl di Miami dove Maryland affrontava i favoritissimi Miami Hurricanes guidati dalla futura prima scelta dei Browns, Bernie Kosar.
Kosar e compagni stavano infliggendo un’umiliazione incredibile a Maryland essendo in vantaggio per 31-0, con Gelbaugh incapace di organizzare una minima risposta. Reich sostituì Gelbaugh nella ripresa e guidò i suoi ad una rimonta pazzesca, che vide incredibilmente i Terrapins prevalere per 42-40, per quella che fino al 2006 rimarrà la più incredibile rimonta di Football Americano.
Questo record venne infranto appunto nel 2006 in Michigan State Spartans v Northwestern Wildcats.
Gli Spartans segnarono 38 punti consecutivi rimontando da 3-38 (con 9 minuti e 54 secondi rimasti nel terzo quarto) finendo per vincere 41-38.
A livello di NFL, si ricordano i Buffalo Bills (nel 1993) recuperare 32 punti agli Houston Oilers che conducevano 35-3 ad inizio terzo quarto.
Il pubblico inizia a fischiare, molta gente lascia lo stadio, si alza comunque un vento fortissimo, tant’è che è necessario l’holder per il kick-off. Davis realizza la corsa ravvicinata del 35-10.
Lo special team dei Bills in formazione da kick-off normale inganna gli Oilers e il K Steve Christie compie un capolavoro calciando centralmente e cortissimo e, incredibilmente recuperando egli stesso il pallone.
Subito dopo ancora Reich lancia lungo per Beebe incomprensibilmente smarcato, per il 35-17.
L’atmosfera è incredibile, gli Oilers sono comunque avanti di 18 punti, un vantaggio quasi rassicurante in qualsiasi altra partita, ma non in questa.
Ormai i Bills sono un fiume in piena, l’attacco sterile del primo tempo è diventato inarrestabile, mentre l’impotente difesa sembra conoscere i giochi degli avversari con largo anticipo, rendendosi impenetrabile. Reich innesca il solito Andre Reed per 26 yards ed il TD del 35-24.
La confusione più assoluta regna tra gli Oilers che sbagliano le coperture difensive, ma cominciano anche a sbagliare l’esecuzione del loro attacco con penalità e scelte sbagliate.
Il momentum è talmente dalla parte dei Bills che su una situazione di 4° e 5 Marv Levy decide di andare alla mano, nonostante da quella distanza il K Steve Christie centrerebbe facilmente i pali per il 35-27. Ancora una volta è una scelta azzeccata, Reich, protetto alla grande, scarica un missile centrale che di nuovo l’immarcabile Andre Reed riceve in endzone per l’incredibile 35-31.
I Bills hanno segnato 28 punti in 10 minuti nel terzo quarto e hanno totalizzato oltre 200 yards di total offense contro le 3 degli Oilers.
Di nuovo Houston prova a rimettersi in piedi, ma Darryl Talley, uno dei migliori linebacker della sua epoca, strappa la palla dalle mani di Moon, miracolosamente gli Oilers recuperano il fumble ma sono costretti al punt. Montgomery calcia un pessimo punt dando ai Bills di nuovo un’eccellente posizione di partenza. Moon nel terzo quarto è a quota 2/7 19 yards e 1 intercetto.
Finalmente la difesa degli Oilers riesce a tamponare e a costringere al punt i Bills, mentre l’attacco subito dopo sembra in grado finalmente di combinare qualcosa. Tuttavia su un terzo e lunghissimo Moon lancia un altro brutto passaggio che viene intercettato dal LB Carlton Bailey. Il delirio è totale, ma il grande Bruce Smith viene sanzionato per un roughing the passer che vanifica la giocata difensiva. Moon però è palesemente fuori controllo e lancia passaggi al limite dell’intercetto, tuttavia la penalità e qualche guadagno mettono gli Oilers in buonissima posizione per il FG.
Houston ne combina un’altra delle sue: Snap perfetto di Matthews, Montgomery, che funge da holder, si conferma il peggiore in campo mancando completamente la presa e causando così l’ennesima disastro per i suoi compagni.
Il gioco è dichiarato morto a seguito del placcaggio su Montgomery che poi perde il pallone, tuttavia nel delirio assoluto quasi nessuno se ne accorge e Talley corre verso il TD col pallone in mano.
Jack Pardee cerca di incitare i suoi, ma i suoi occhi denunciano una delusione mista a rabbia e a sconcerto, mentre i Bills hanno in mano addirittura la palla del sorpasso.
Kenneth Davis infila una corsa che quasi si trasforma in TD, ma in qualche modo gli Oilers si salvano. Ormai Houston sembra poter finire KO da un momento all'altro ma si regge in piedi grazie alla forza della disperazione, ma è solo questione di tempo. Andre Reed è totalmente immarcabile e Frank Reich lo trova ad occhi chiusi, la seconda ricezione di questo drive avviene in endzone per il TD del sorpasso, è il terzo TD ricevuto da Reed e il quarto lanciato da Reich.
Con tre minuti da giocare sotto di tre punti ripartendo dalle proprie 27 yards, nessuno potrebbe scommettere ora sugli Oilers, frustrati e demoralizzati dall’incredibile rimonta degli avversari.
Moon ritorna per un momento la macchina da completi del primo tempo, anche favorito dalla difesa a zona dei Bills, e si mangia 50 yards in un batter d'occhio. Tuttavia si arriva ad un 4° e 4, il FG eventuale sarebbe dalle 51 yards, Del Greco può farcela, ma l’episodio sul precedente tentativo e le difficili condizioni atmosferiche inducono gli Oilers a provare la conversione alla mano. Moon protetto straordinariamente dalla linea becca Jeffires per l’abbondante primo down nella red zone e con meno di un minuto e 3 timeout pone le basi addirittura per l'incredibile (ed insperato) contro-sorpasso. Tuttavia visto quello che è successo in questa folle partita, gli Oilers si accontentano e, ad una manciata di secondi dallo scadere, Del Greco firma il pareggio.
Paradossalmente gli Oilers, avendo agganciato il pari in extremis, dovrebbero essere su di giri, invece le facce dei giocatori denunciano comunque lo scoramento derivante dall’assurda rimonta subita.
Gli Oilers comunque vincono il sorteggio e decidono naturalmente di ricevere il kick off. L’inerzia sembra per un momento essere tornata dagli Oilers, così lo straordinario pubblico dei Bills ricomincia a produrre un frastuono assordante.
Il cronometro non è più un fattore tuttavia gli Oilers si ostinano a mettere la palla per aria e a non coinvolgere Lorenzo White. Su un 3° e 3 si compie il definitivo colpo di scena che chiude il match. Moon, indietreggia e lascia partire il cinquantesimo passaggio della sua partita ma è completamente sbagliato e il CB Nate Odomes lo intercetta. Per non farsi mancare niente il WR Ernest Givins placca il CB platealmente per il face mask, causando altre 15 yards di guadagno ai Bills.
Buffalo è già nei pressi della redzone e dopo un paio di corse centrali per piazzare bene il pallone, Steve Christie calcia tra i pali il definitivo 41-38.
I Bills per la cronaca arrivarono al Super Bowl in quella stagione così come nella successiva, ma ne uscirono sconfitti.
Ovviamente perdere quattro Super Bowl di fila è qualcosa che ha segnato negativamente tutti i giocatori di quella grande squadra ma questa rimonta storica è rimasta nel cuore di tutti, tifosi e non (tifosi degli Oilers esclusi).
Furono invece 28 i punti recuperati dai San Francisco 49ers ai New Orleans Saints nel 1980.
I Saints conducevano 35-7 all'intervallo.
Fu il quarterback Joe Montana nella sua seconda stagione NFL a portare i 49ers all'incredibile rimonta. Montana completò un TD pass da 71 yard.
Durante le 16 stagioni in NFL, Montana avrebbe portato la sua squadra a 31 rimonte nell'ultimo quarto..
Nell'AFC Wild Card Game del 2014 avvenne una grande rimonta degli Indianapolis Colts nei confronti dei Kansas City Chiefs, sempre 28 punti.
Le cose non stavano andando bene per i Colts con KC avanti 38-10 nel terzo quarto. Il giovane quarterback Andrew Luck non aveva mai vinto una partita di playoff e non stava giocando molto bene in questa. Ma sarà proprio lui con un TD a guidare la rimonta e poi con 3 passaggi convertiti poi in TD nel secondo tempo, per il 44-45 finale.
Nel 1997 furono 26 i punti recuperati sempre da Buffalo contro i già citati Indianapolis Colts.
Colts conducevano 26-0 nel secondo quarto ma i Bills segnarono 10 punti prima dell'intervallo.
Il quarterback Todd Collins lanciò due passaggi TD con il running back Antowain Smith che corse per due TD dando a Buffalo un vantaggio di 37-29. Ma Indianapolis non mollò.
I Colts segnarono un TD con 14 secondi rimasti da giocare, ma non riuscirono a convertire una conversione da due punti che gli avrebbe dato il pareggio. Tuttavia, i Colts recuperarono incredibilmente il pallone, per due lunghi passaggi della disperazione (incompleti entrambi).
Nel 1987 i St Louis Cardinals recuperarono 25 punti, dopo essersi trovati sotto 28-3 contro i Tampa Bay Buccaneers. St. Louis realizzò 28 punti nell'ultimo quarto. Neil Lomax lanciò tre passaggi TD e poi restituirono un fumble (23 yard) per un TD che portò fuori dal baratro della sconfitta St.Louis. Tampa Bay mancò un field goal da 53 yard a tempo scaduto.
A vedere questa partita c'erano solo 22.449 spettatori perché tutti sapevano che la squadra stava per lasciare la città. I Cardinali infatti da lì a poco si sarebbero trasferiti a Tempe, in Arizona, dove divennero Arizona Cardinals.
Nel 2014 i Tennessee Titans conducevano 28-3 sui Cleveland Browns, in parte grazie a due passaggi TD di Charlie Whitehurst. Cleveland segnò il suo primo TD con 12 secondi rimasti nel primo tempo e poi dominò il secondo tempo. I Browns segnarono su un field goal, grazie ad un punt bloccato e a due TD per il 28-29 finale.
Non si può poi non citare il Super Bowl LI (2017), dove i New England Patriots fecero la storia della NFL. Rimontando gli Atlanta Falcons, che conducevano 28-3, nel terzo quarto, grazie ad un furioso ed ispiratissimo Tom Brady.
Pareggio colto ad 1 minuto dalla fine e vittoria poi all'overtime per 34-28.
Per stabilire il record del Super Bowl, Brady condusse la rimonta recuperando un deficit di 16 punti con un paio di touchdown e due punti di conversione negli ultimi sei minuti.


NHL
Nel 2008 si ricordano i New York Rangers condurre 5-0 contro i Montréal Canadiens, gli Habs riuscirono nell'incredibile rimonta.
Nel 2001 invece furono i Los Angeles Kings a recuperare nell'ultimo periodo 3 reti ai Detroit Red Wings.
Furono invece 4 le reti recuperate dai San Jose Sharks nel 2011 ai Los Angeles Kings.
Una rimonta storica fu nella gara del 1971 tra Boston Bruins e Montreal Canadiens.
I Boston Bruins erano anch'egli una squadra formidabile ma a godere furono gli Habs che segnarono 6 reti consecutive finendo per vincere 7-5.
Avvenne invece in poco tempo la rimonta dei St.Louis Blues contro i Los Angeles Kings nel 1998.
I Kings stavano vincendo 3-0 nel terzo periodo. Tutto quello che dovevano fare era tenere il disco e far passare il tempo ma in meno di 3:08, i Blues segnarono 4 reti.
Nel 2013 erano rimasti 14 minuti e 31 secondi nel terzo periodo che vedeva sfidarsi Toronto Maple Leafs e Boston Bruins.
Toronto conduceva 4-1, prima che Nathan Horton dei Bruins riaprì la partita, segnando poi altri due goal quando mancavano 82 secondi alla fine. Fu poi Patrice Bergeron a regalare la vittoria a Boston.
Nel 1999 i Florida Panthers conducevano 5-0 nel secondo periodo contro i Colorado Avalanche.
Grande protagonista della rimonta degli Avalanche fu Peter Forsberg che realizzò 3 reti e 3 assist. Colorado segnò 7 reti senza subirne.
A subire un'altra rimonta con 5 reti di vantaggio (nell'ultimo periodo) furono i Toronto Maple Leafs contro i Calgary Flames nel 1987.
Nel 2000, sempre Toronto dilapidò un altro vantaggio di 5-0, perdendo ai supplementari contro i St. Louis Blues.

Chiudiamo invece con quello che viene chiamato "The Miracle On Manchester", con protagoniste Los Angeles Kings ed Edmonton Oilers (1982).
Parliamo di una partita di playoff.
I Kings si erano qualificati con un record scarso di 24-41-15, gli Oilers invece erano stati in grado di segnare ben 417 gol in 80 partite.
Malgrado ciò i Kings recuperarono 5 gol nel terzo periodo per poi battere 6-5 gli Edmonton Oilers all'overtime.


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sabato 4 maggio 2019

Far Segnare Gli Avversari Di Proposito? I Gesti Di Fair Play Nel Calcio Inglese

Il 22 marzo 1997, nel leggendario Highbury va di scena il big match tra Arsenal e Liverpool.
I Reds, in vantaggio grazie ad una rete di Stan Collymore, continuano a spingere alla ricerca del raddoppio. Lancio dalle retrovie per Robbie Fowler, che s'invola solitario verso l'area dei Gunners.
David Seaman portiere dei Gunners gli si fa incontro, ma il centravanti del Liverpool sposta il pallone e il contatto è inevitabile. Per l'arbitro è calcio di rigore, ma Fowler non è d'accordo! Fa cenno di no con l'indice della mano destra: "Non mi ha preso, non è fallo".
Dice la verità, il replay non mente: non c'è contatto! Il direttore di gara però la sua decisione l'ha già presa e non vuol saperne. Fowler non ci sta e dal dischetto si fa parare il penalty da Seaman.
Peccato che sulla respinta del portiere dell'Arsenal piombi McAteer che di scrupoli se ne fa decisamente meno ed insacca da due passi. Il Liverpool batterà l'Arsenal 2-1, ma rimane il bel gesto di Fowler.
Un altro gesto di fair play fu quello del 18 dicembre del 2000 quando nelle fila del West Ham giocava Paolo Di Canio. L’ attaccante italiano rinunciò alla possibilità di segnare il gol della vittoria per la sua squadra, il West Ham, per consentire al personale sanitario di soccorrere il numero 1 dell’ Everton, Paul Gerrard. Le due squadre erano sull’ 1-1 (risultato con cui si è concluso il match) quando a Di Canio si è presentata un’occasione d’oro: ma di fronte al dilemma di siglare il gol della vittoria o aiutare un avversario, non ci ha pensato due volte e ha fermato il pallone con le mani.

Il tecnico dell’ Everton, Walter Smith, disse:
"Facendo quello che ha fatto, Di Canio ha guadagnato un enorme credito per sé e per la squadra. In passato si era attirato grandi critiche, ma comportandosi come si è comportato nell’ interesse di un collega si è meritato un elogio immenso. Siamo rimasti tutti sbalorditi. Non pensavamo che proprio lui avrebbe fatto qualcosa del genere. Evidentemente a Di Canio le cose riescono soltanto se difficili. Nulla di dire, dobbiamo soltanto ringraziarlo e toglierci il cappello"

Il tecnico del West Ham, Harry Redknapp:
"Direi una bugia se dicessi che sono contento. È stato un fantastico gesto sportivo. Non avevo mai visto nulla di simile in campo. È sicuramente un fatto insolito. Ma il problema è: un’altra squadra si sarebbe comportata allo stesso modo nei nostri confronti? Non credo proprio. Abbiamo regalato punti preziosi. Per carità l’ episodio e l’intento di Di Canio restano nobilissimi, anche il pubblico ha mostrato di capire. Vedremo se alla fine del campionato non saremo costretti a rimpiangere di non aver messo la palla dentro come potevamo. Vorrei tanto che non fosse così, però il calcio e lo sport sono spesso spietati e non tengono conto dei bei gesti"

Questi sono sicuramente i gesti di fair play maggiormente ricordati negli ultimi 20 anni di Premier League ma il calcio inglese ne ha regalati anche altri, soprattutto quelli in cui una squadra ha deciso (deliberatamente) di far segnare i propri avversari.


Yeovil Town v Plymouth Argyle 2004
In un match di Coppa di Lega tra Yeovil e Plymouth nel 2004, Lee Johnson nel tentativo di restituire la palla agli avversari (a seguito dell'infortunio di Graham Coughlan) beffò il portiere dell' Argyle Luke McCormick da 50 metri. Gary Johnson, manager dello Yeovil, decise di far pareggiare gli avversari. Yeovil che comunque vincerà 3-2 ai supplementari.


Nottingham Forest v Leicester City 2007
Durante una partita di Carling Cup fra Nottingham Forest e Leicester City la partita venne sospesa durante l'intervallo sul risultato di 1 a 0 per il Nottingham Forest per via di un attacco di cuore di un giocatore del Leicester (Clive Clarke), ricoverato in ospedale e ripresosi nei giorni successivi.
Il Nottingham non ci pensò due volte a dare il proprio consenso nel sospendere la partita, anche se erano consapevoli del fatto che il match sarebbe ripartito dallo 0 a 0. Fissata la data per rigiocare la partita, all'avvio della stessa tutti i giocatori del Leicester City hanno lasciato segnare indisturbato il portiere del Forest, Paul Smith, che partito dal centrocampo palla al piede è andato a depositare la palla in rete. Infatti per "compensare" la disponibilità del Forest nel sospendere la partita, il Leicester ricambiò il fair play, permettendo agli ospiti di riportarsi in vantaggio da subito.
La partita è poi terminata con la vittoria proprio del Leicester per 2 a 3, con una rimonta eccezionale da 2 a 1 (grazie a due gol negli ultimi 3 minuti di gioco).


Doncaster Rovers v Bury 2015
Qualcosa di simile a Yeovil v Plymouth successe una decina di anni dopo tra Doncaster e Bury.
Ai tempi le due formazioni militavano in League One. A pochi minuti dal termine della sfida sullo 0-0 ecco il "fattaccio": nel tentativo di restituire la sfera ai propri avversari, in seguito a un’interruzione del gioco dovuta a un infortunio, l’attaccante dei padroni di casa, Harry Forrester, ha indovinato un incredibile pallonetto da oltre 40 metri che ha beffato il portiere del Bury. La discussione nata all’istante è stata presto risolta dall’allenatore Paul Dickov: tutti fermi, palla al Bury che ha così potuto ristabilire la giusta parità del risultato. Dickov aveva anche chiesto all'arbitro di annullare la rete ma al suo rifiuto decise di far segnare gli avversari.


Leeds Utd v Aston Villa 2019
Il Leeds, nella penultima giornata di Championship, ospitava l’Aston Villa.
Fila tutto liscio fino al 72’, dunque fino al gol del vantaggio da parte dei padroni di casa. Lo segna Klich, che rifiuta di tirar fuori il pallone, nonostante un avversario sia a terra infortunato e i giocatori dell'Aston Villa siano quasi tutti fermi.
Di qui la maxi-rissa che porta all’espulsione di El Ghazi che colpisce con una gomitata Bamford.
Bielsa invece di rispondere alle plateali proteste di John Terry ha obbligato i suoi giocatori a concedere il gol del pareggio agli avversari. Tutta la squadra ferma (ad eccezione di Pontus Jansson che non ha preso bene la decisione del proprio allenatore) mentre i due attaccanti dell’Aston Villa vanno a segnare la rete del pareggio. Il pubblico di Elland Road fischia ma l'Aston Villa pareggia e finisce 1-1.
A seguito dell'1-1 il Leeds è costretto a fare i playoff, Norwich e Sheffield United, infatti, non sbagliano i rispettivi impegni e si confermano come le prime due della classe, ottenendo così la promozione diretta. Qualora la sua squadra avesse vinto contro l’Aston Villa, sarebbe rimasta a tre punti dallo Sheffield Utd, giocando l’ultima giornata contro l’ormai retrocesso Ipswich Town ultimo in classifica. Lo Sheffield Utd invece era di scena al Britannia Stadium di Stoke.
Se il Leeds avesse vinto contro Aston Villa ed Ipswich all'ultima e le Blades avessero perso a Stoke avrebbero chiuso a pari punti ma sarebbe cambiato qualcosa? No. Infatti lo Sheffield Utd forte del suo +37 di differenza reti non avrebbe avuto difficoltà ad essere promosso (il Leeds avrebbe dovuto vincere con almeno 11 gol di scarto ad Ipswich). Ma rimane il bel gesto.



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mercoledì 1 maggio 2019

Come Si Calcola Il Plus/Minus In NBA e NHL?

In generale, per avere un buon plus/minus (che sia NBA o NHL) basta trovarsi in campo al momento giusto: durante un parziale favorevole della propria squadra, senza necessariamente contribuire in prima persona.
Sostanzialmente che sia Basket o Hockey il concetto non cambia.
Questa metrica riguarda sia la difesa che l'attacco.


NHL
Ad esempio nella NHL, furono i Montreal Canadiens, a partire dagli anni '50, ad utilizzare questa stat. Altre squadre seguirono l'esempio nei primi anni '60, poi la lega nord-americana iniziò a compilare ufficialmente le statistiche per la stagione 1967/68.
Ad Emile Francis è stato spesso attribuito l'idea del sistema, in realtà lui lo ha solo reso popolare prendendolo dai canadesi.
Questa statistica valuta il rendimento di un giocatore mediante il conteggio della differenza tra reti fatte e reti subite dalla propria squadra durante la permanenza del giocatore sul ghiaccio.
Sia che la propria squadra si trovi in parità o in maggioranza numerica (in situazione quindi di powerplay) tutti i suoi giocatori sul ghiaccio in quel momento ricevono un -1 di plus/minus.
Se la squadra invece segna un gol mentre si trova in parità o in minoranza numerica tutti i suoi giocatori sul ghiaccio in quel momento ricevono un +1 di plus/minus.
Non vengono conteggiati come + le reti segnate in maggioranza numerica, i rigori.
Nè come + nè come - le reti segnate a porta vuota (di solito nel minuto finale di partita, se una squadra è sotto di 1 o 2 reti).
Può anche capitare che un giocatore che ha realizzato un assist per un gol non riceva alcun punto di +, qualora esca dal ghiaccio prima che il disco entri in rete.
Dunque per questa statistica conta essere solo fisicamente in campo.
Per ogni partita quindi un giocatore avrà un determinato +/-, inoltre la somma algebrica dei punteggi ottenuti nelle varie partite dà il trend totale di fine campionato.
Questa stat è molto importante nella valutazione dei difensori e degli attaccanti con attitudini difensive, fermo restando che conta tantissimo la forza in generale della propria squadra (ovvio che un difensore che gioca in una squadra da titolo quindi che segna tanti gol, magari pure essendo meno forte di un difensore di una squadra minore, avrà una statistica migliore).
Dunque questa statistica, pur essendo individuale, va sempre soppesata e rapportata anche ai propri compagni di squadra.
A fine anno il giocatore che ha ottenuto il +/- maggiore nell'arco delle 82 partite vince il NHL Plus-Minus Award.
Solo quattro giocatori sono stati più volte leader a fine stagione in questa metrica: il difensore Bobby Orr ha guidato la lega sei volte, Wayne Gretzky ha guidato la lega quattro volte, mentre John LeClair e Chris Pronger due volte.


NBA
La statistica è pressocchè identica nel basket NBA.
Intorno al 2003, Roland Beech di 82games.com portò questo concetto anche alla pallacanestro NBA, i numeri ufficiali partirono poco dopo.
È interessante notare che questa metrica è molto più significativa nella pallacanestro che nell'hockey, anche se come detto ci è voluto molto più tempo prima che l'NBA iniziasse ad usarlo.
Più alto è il punteggio in una partita, più utile diventa questa statistica.
Ovviamente si tratta di una statistica beffarda anche qui, in quanto può tranquillamente capitare che un giocatore realizzi un + altissimo, pur producendo poco e niente (magari giocando 20 minuti totali in cui tra palle perse, canestri sbagliati e quant'altro...si trova comunque con la sua squadra che realizza carrettate di canestri. Allo stesso modo un giocatore più preciso, più decisivo...realizzi un totale minore in quanto non supportato dai suoi compagni di squadra, sia offensivamente parlando che difensivamente).
ORPM o DRPM (offensive real plus minus e difensive real plus minus) calcola invece il tutto separatamente (si tratta sempre di un differenziale di punti medio tra fatti e subiti), considerando però le prestazioni offensive su 100 possessi.


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