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lunedì 30 agosto 2021

I New York Mets e Il Citi Field: Fischi, Pollice Verso, Maglie Nere

Giocare per i New York Mets al Citi Field non è semplice. Oltre a sconfitte amarissime, a crolli inspiegabili e alla lunga storia di cattiva gestione, spesso i fans stessi sono noti per fischiare i propri giocatori. Anche perchè il Citi Field, storicamente, è un ballpark avaro di spettacolo e punti. Tanto per fare un esempio, è il ballpark dove quest'anno si è segnato nettamente di meno (6.75 Run in totale con una media per i padroni di casa di 3.50 Run a partita).
L'odio dei fans per la propria squadra è stata particolarmente forte nelle ultime settimane, quando i Mets sono passati dal guidare la NL East a vedere le loro possibilità di playoff quasi terminare dopo aver perso 12 partite su 14. Successivamente hanno corretto leggermente le cose con due vittorie di fila sui Washington Nationals ma durante la partita di domenica tre dei loro giocatori hanno adottato un approccio, diciamo così, discutibile per conquistare il pubblico: hanno mostrato il "pollice verso" i tifosi.
Javier Báez, che ha segnato un fuoricampo durante la vittoria dei Mets (.207/.258/.414 con tre HR e 5 RBI in 16 partite), è stato uno dei giocatori a fare ciò ed ha spiegato il ragionamento ai giornalisti dopo la partita.
"Non siamo macchine. Mi fa male quando vengo eliminato e vengo fischiato. Non mi interessa molto, ma voglio far sapere loro che quando avremo successo, faremo la stessa cosa, per far sapere [ai fan] come ci si sente. Devono comportarsi meglio. Gioco per i tifosi e amo i tifosi. Se lo faranno, metteranno più pressione sulla squadra"

Báez si è unito ai Mets all'inizio di quest'estate e, dopo i commenti di domenica, potrebbe andarsene nel prossimo futuro. Anche il suocompagno di squadra Francisco Lindor ha dato il pollice verso ai fan, anche se ha firmato un contratto di 10 anni da 341 milioni di dollari con i Mets ad aprile. 

"Quando non avremo successo, saremo fischiati quindi [i fan] verranno fischiati quando le cose andranno bene"
Báez aveva precedentemente giocato tutta la sua carriera con i Chicago Cubs. Il manager dei Mets Luis Rojas ha detto che il 28enne avrebbe dovuto fare i conti con l'atmosfera di New York.

"Penso che sia qualcosa a cui probabilmente si sta abituando, è la prima volta che indossa un'altra uniforme. È un'esperienza di apprendimento. Imparano come affrontarlo e sanno da dove viene la fanbase. I fans hanno il diritto di reagire come vogliono. Soprattutto i fan dei Mets, i fan di New York, questo mercato, questa città conosce il Baseball probabilmente più di ogni altra città. Hanno il diritto di reagire come vogliono e dobbiamo capire da dove vengono. Il nostro compito è essere pronti ogni giorno per dare loro il miglior Baseball"

L'unico altro giocatore del Mets che si è unito al gesto domenica è stato Kevin Pillar, che è stato colpito in faccia da un lancio all'inizio di questa stagione e al suo ritorno era diventato una sorta di eroe di culto tra i fan dei Mets. Almeno fino a domenica.
I tifosi non l'hanno presa bene, tanto che il presidente Sandy Alderson è stato costretto a rilasciare un comunicato: "Questo tipo di commenti, e qualsiasi gesto da parte sua o di altri giocatori con simili intenzioni, sono del tutto inaccettabili e non verranno tollerate. I tifosi sono comprensibilmente frustrati dalle recenti prestazioni della squadra ed hanno tutti i diritti di esprimere il loro disappunto".
Nel 2017 anche i New York Yankees reagirono alle critiche utilizzando il pollice verso, ma fu una reazione dettata da goliardia ed in ogni caso fu gestita in maniera più intelligente dalla clubhouse.
Báez e Lindor non sono i primi Mets ad arrabbiarsi con i propri fan. Sempre nel 2017, la mascotte della squadra si è ribellata alla folla dopo che qualcuno ha insultato sua madre.
Altra situazione particolare di quest'anno per i Mets sono state le maglie nere, criticate e chiacchierate da molti. Il ritorno alle maglie nere è avvenuto venerdì 30 luglio dopo 9 anni.

Pete Alonso (prima dell'esordio con la maglia nera): "Sto solo immaginando nella mia mente tutti con la maglia nera. Penso che sarebbe così intimidatorio, solo un mare di magliette nere là fuori nel campo esterno con la musica che risuona dagli altoparlanti, le luci accese. Porterebbe un sacco di spavalderia"
I giocatori dei Mets hanno a lungo sostenuto il ritorno delle maglie nere, che i loro predecessori indossavano come maglia ufficiale dal 1998 al 2012. I Mets le hanno indossate durante partite memorabili come il "single grande slam" di Robin Ventura nel 1999 e quando vinsero la NL East nel 2006.


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mercoledì 25 agosto 2021

La Storia Di Matt Neil: Da Football Manager Al Plymouth Argyle

A soli 16 anni, Matt Neil divenne il più giovane collaboratore di Football Manager (videogame di calcio manageriale) per le squadre della quarta serie inglese.
In seguito il suo lavoro fu talmente apprezzato e preciso che venne adocchiato dal Plymouth Argyle diventando scout e match-analyst della squadra (fornendo dati su prestazioni, rapporti sugli avversari e giovani interessanti per il mercato).
Non si è trattato di un qualcosa di estemporaneo, visto che ormai da diversi anni, gestisce lo staff degli osservatori.
Oggi 26enne ma come tanti ragazzi della sua età ha avuto un lunghissimo passato come grande appassionato di Football Manager.
Matt cominciò a collaborare con Football Manager quando aveva 15 anni, rispondendo a un annuncio dove si cercava un osservatore per il Truro City, formazione della Cornovaglia militante oggi nella Southern League (South Division). Nonostante il prezzo del biglietto del treno per andare a vedere le partite era il doppio della paga, Matt per passione accettò e, grazie al suo ottimo lavoro, riuscì prendere il posto dell’analyst del Plymouth Argyle.
Dopo aver seguito per qualche tempo le partite del Plymouth Argyle, Matt è riuscito a entrare in confidenza con alcuni giocatori e con lo staff: ricordandosi di alcuni prospetti analizzati in passato, ha consigliato al manager Carl Fletcher un giovane attaccante che stava realizzando valanghe di gol nella squadra di un paese vicino. Il tecnico si è fidato, ha chiesto a Matt di realizzare una clip che evidenziasse le caratteristiche del giocatore, e il lavoro è stato talmente apprezzato che l’offerta di lavoro è arrivata a fine anno.
Matt ha accettato, ha lavorato per 6 mesi a stretto contatto con lo scout uscente imparando le basi del mestiere: oggi è ancora lì, segue 6 partite ogni weekend, è in contatto con decine di altri scout e analyst delle leghe minori inglesi e il lavoro lo coinvolge con così tanta passione che, suo malgrado, fatica a trovare il tempo per continuare a giocare a Football Manager.

Matt Neil (riguardo Football Manager): "Il mio più grande successo è stato avere uno stadio intitolato a me a Huddersfield. Se guardassi Steam per quante ore ho giocato negli ultimi cinque anni circa, sarei abbastanza preoccupato ad essere onesto. Sono circa 600/700 ore all'anno. Il tempo vola, non ti accorgi quando giochi. Non ho mai gestito il Plymouth perché dopo essere diventato uno scout mi sembrava di sapere troppo. Conosco ogni singolo dato per tutti i giocatori e tutto ciò che è nascosto sullo sfondo del gioco"
Poi prosegue: "Abbiamo messo sotto contratto il portiere Marc McCallum, che alcuni giocatori di FM ricorderanno nel Dundee United come un'incredibile prospetto. Lo prendevo sempre. Quando è venuto questa estate, è entrato ed è stato uno dei momenti più strani della mia vita. Non l'avevo mai incontrato di persona, avevo visto la sua faccia solo su un gioco per computer ma ho capito subito che era lui. Da scout ricordo di aver visto Lloyd Saxton negli Under 18, poi finito al GIF Sundsvall in Svezia; Christian Walton, poi al Brighton; Lloyd Jones e Sam Gallagher, poi finiti in Premier League con Liverpool e Southampton; e Joe Mason, poi ai Wolves. Se ricordo bene, li ho classificati abbastanza bene e hanno continuato a fare bene. Quando ho iniziato, Mason era considerato come un giocatore da Conference nella migliore delle ipotesi, quindi ho aumentato immediatamente il suo potenziale. Qualche anno dopo ha segnato il gol iniziale nella finale di Coppa di Lega per Cardiff contro il Liverpool"

Dopo che il manager Fletcher lascia la squadra (2013), Matt Neil ribadisce: "Fletch voleva ogni singolo dettaglio su ogni singolo giocatore, ma quando John Sheridan divenne manager voleva concentrarsi sul gioco in campo con solo un po' di informazioni sui singoli avversari. Era un po' più vecchia scuola. Mi ha insegnato molto perché quando sono entrato nel ruolo mi aspettavo che le richieste fossero sempre le stesse. Quindi ho dovuto fare un passo indietro e capire che c'è molto da fare nel calcio e la gente vede il gioco in modo diverso. Non ero molto attivo sotto Sheridan, ma è stato davvero un momento importante per imparare a lavorare in un ambiente calcistico"

Dopo Carl Fletcher (ora al Leyton Orient), John Sheridan (ora al Chesterfield), Derek Adams e Ryan Lowe...di manager l'Argyle ne ha cambiati tanti ma Matt Neil è ancora lì, a fare il suo lavoro da scout e match-analyst.


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martedì 3 agosto 2021

Quando Nolan Ryan Trovò Un Serpente Sul Monte Di Lancio In Texas (MLB)

I serpenti possono essere molto pericolosi in Texas del resto se ne trovano di tutti i tipi: dai Cottonmouth ai serpenti a sonaglio (crotali appartenenti alla famiglia dei Rattlesnake), passando per i Copperhead e i serpenti corallo, ma trovarne uno sul monte di lancio quando ti appresti a lanciare? Questo è ciò che si ritrovò davanti nel 1975 Nolan Ryan, pitcher dei California Angels, nella trasferta in Texas. Nolan Ryan non era al suo meglio durante la stagione del 1975.
Concluderà la stessa con un record di 14-12 ed appena 186 strikeout, l'unica stagione dal 1972 al 1979 dove non guidò l'American League in fatto di strikeout. Ciononostante, il lancia-missili dei California Angels era ancora una forza intimidatoria sul monte, un lanciatore che faceva spaventare i battitori avversari, sempre. Con Ryan a lanciare, naturalmente le squadre avrebbero cercato di trovare qualsiasi vantaggio possibile. I Texas Rangers si inventarono qualcosa di anomalo per iniziare il secondo inning.
Mentre si preparava a lanciare infatti, Ryan si diresse verso il monte, dove trovò un serpente di gomma e un grosso granchio, posti lì in quello che potrebbe essere stato un tentativo di entrare nella sua testa, nella sua psiche.
Il serpente poteva essere plausibile comunque, in qualche modo nascosto nel ballpark.
Ma un granchio nel mezzo di Arlington? Questo si che come cosa era anomala. Invece di spaventare Ryan, la burla servì solo a far arrabbiare gli Angels. Anche se non è stato in grado di dimostrare chi mise lì quegli animali di gomma, Ryan ha sempre sospettato fosse stato il manager dei Rangers Billy Martin, che non era estraneo a imbrogli di questo tipo e non solo. Alla fine, Ryan e gli Angels ebbero l'ultima risata. Nei suoi sei inning sul monte, concesse solo due run, cinque hit e due walk, mandando K nove battitori avversari. Sostenuto da un'eccellente giornata al piatto da Mickey Rivers con un 3-3, un doppio e due RBI, gli Angels ottennero una vittoria per 4-2 sui Rangers e i loro serpenti.


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