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lunedì 31 agosto 2015

Le Morti Sull'Everest e La Tragedia Del 1996

Da quando si è iniziato a scalare l'Everest più di 300 morte sono morte.
Oltre all'oggettiva difficoltà di scalata, il problema principale superati i 7500 metri è l'ossigeno(l'Everest è alto 8848 metri) perchè le cellule umane cominciano a morire.
Ma il problema non è solo l'ossigeno ovviamente.
Pericoli di cadute, valanghe, assideramenti, congelamenti e bufere sono all'ordine del giorno e quindi una minaccia costante.
Molti resti di corpi vengono riportati a valle, ma quelli che si trovano al di sopra degli 8.000 metri in genere sono lasciati in quota.


I DECESSI SULL'EVEREST
Già nel 1921 ci furono 2 vittime, poi 1924 perirono in una valanga 7 persone della Spedizione britannica sull'Everest.
Uno dei partecipanti fu George Mallory.
L'8 giugno dell'anno citato, con il compagno di scalata Andrew Irvine, lasciò la propria tenda sulla parete nord dell'Everest e cominciò il tentativo di ascensione all'ultimo tratto della vetta.
Alle 12.50, in ritardo sulla tabella di marcia, vengono avvistati a circa 240 metri dalla cima dal compagno di scalata Odell, per poi essere nascosti da folate di neve.
Non vi è certezza se i due scalatori abbiano o meno raggiunto la vetta della cima più alta del mondo 29 anni prima di Edmund Hillary e dello sherpa Tenzing Norgay, fatto che costituisce uno principali misteri della storia dell'alpinismo.
Solo nel 1999 verrà ritrovato il corpo di Mallory nei pressi del picco, dove i ricercatori trovarono altri corpi sotto la neve.
Irvine non è stato ancora ritrovato.

Il 5 Aprile 1970 una valanga provocò la morte di 6 persone della Japanese Skiing Expedition, stessa sorte per 6 persone della French Expedition il 9 Settembre 1974.
L'11 Ottobre 1985 quattro scalatori Indiani morirono assiderati, il 17 Ottobre 1988 quattro scalatori Slovacchi scomparvero,mentre il 27 Maggio 1989 a causa di una valanga morirono 5 Polacchi.
Il 7 Maggio 1997 perirono quattro scalatori Russi a seguito di una caduta.
Nel 1998 l'Americana Francys Arsentiev e suo marito Sergei Arsentiev raggiunsero la vetta stremati e di notte non molto lucidi cominciarono la discesa che nelle loro condizioni si rivelò un delirio, infatti esausti e confusi si separarono senza nemmeno accorgersene.
Lui arrivò alla tenda ad 8.200 metri la mattina dopo e solo lì si accorse che la moglie non c’era.
Lei era a 8.600 metri, viva ma confusa, incapace di muoversi per via dei congelamenti.
Il marito Sergei riuscì comunque a raggiungerla ma la mattina del 24 Maggio Sergei era sparito.
Vennero individuate delle orme che finivano sull’orlo dell’abisso della parete ovest, in fondo alla quale l'anno seguente, venne ritrovato il suo corpo.
Francys morì poco dopo, la mattina del 24 Maggio 1998 alle 11.
Il corpo congelato di Francys rimase vicino alla via principale della vetta per nove anni, finché nel 2007 l'alpinista Ian Woodall guidò una spedizione per spostare il corpo dietro una sporgenza fuori dalla vista degli escursionisti.
Nel 2001 morì Babu Chiri uno degli scalatori più esperti.
Il 18 Aprile 2014 una valanga a 5.800 metri provocò la morte di 16 sherpa mentre fissavano delle corde lungo l'itinerario.
Nel 2014 morirono in totale 17 persone sull'Everest, è il singolo anno in cui sono morte più persone nella storia alpinistica dell'Everest.


LA TRAGEDIA DEL 1996
Forse la tragedia più grande, anche se non come numero di decessi, si registrò nel 1996.
Il 10 maggio 1996 durante una delle giornate più nere dell’alpinismo sull’Everest: Scott Fischer, Anatoli Boukreev e Neal Beidleman guidavano loro clienti per raggiungere la cima dell’Everest.
Raggiunta con molta fatica, nel corso della discesa la squadra venne travolta da una forte tempesta di neve(una vera e propria bufera).
Tutti gli alpinisti riuscirono a raggiungere il campo IV sul colle Sud (7.900 metri), ad eccezione di Fischer.
Fischer, che aveva raggiunto la vetta verso le 15.45, ebbe notevoli difficoltà nella discesa.
Con lui c’era il capo sherpa Lopsang Jangbu, ma appena sotto la cima Sud non fu più in grado di continuare e convinse Lopsang a scendere senza di lui.
Lopsang scese da solo con la speranza di riuscire a mandare qualcun altro con delle scorte di ossigeno supplementare per aiutare Fischer a scendere.
Boukreev, dopo essere sceso con i suoi clienti durante la mattinata, fece diversi tentativi per raggiungere Fischer.
Fu però costretto a tornare indietro dopo il secondo tentativo a causa del tempo.
Non lo trovò ma riuscì comunque a salvare molte altre persone difficilmente recuperabili.
Infine, intorno alle 7 dell’11 maggio Boukreev riuscì a raggiungere la posizione di Fischer, ma purtroppo era già troppo tardi.
Molti ipotizzano che Fischer fosse stato colpito da una grave forma di mal di montagna, altri da edema cerebrale o polmonare.
Per Boukreev fu impossibile riportare il corpo del compagno a valle.
Il tumulo memoriale per Scott Fischer si trova in cima ad una collina vicino a Lobuche, sulla cresta del crinale lungo il sentiero che porta al campo base dell’Everest.
Il suo tumulo si trova insieme a quelli di altri alpinisti e sherpa che hanno perso la vita in varie spedizioni sull’Everest nel corso degli ultimi 50 anni.
Solo nel maggio 2010 è stato rinvenuto il corpo di Fischer sulla montagna, ad oltre 8000 metri.
E’ stato Chakra Karki, capo della Extreme Everest Expedition 2010, che voleva riportarlo a valle insieme a quello di altri alpinisti morti sulla montagna e recuperati questa primavera.
Ma la famiglia Fischer ha voluto che il corpo rimanesse dove è stato trovato.
Quel giorno morirono in 8.


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domenica 30 agosto 2015

La Storia Di Munster e Le Sfide Contro All Blacks e Wallabies

Fondato nel 1879, Munster è una franchigia irlandese, essa raggruppa le contee del sud dell’Irlanda.
La base della selezione si trova a Limerick nonostante qualche match venga disputato a Cork.
Il motto della squadra testimonia a pieno lo spirito che pervade le strade di Limerick:
"To the brave and faithful, nothing is impossible" ("Per chi ha coraggio e fiducia, niente è impossibile").
Tra tante vittorie a livello domestico (Celtic League, poi Rabo Direct e Pro 12) ed Europeo (Heineken Cup), una delle imprese più grandi di questa leggendaria squadra fu la vittoria contro la nazionale neozelandese: gli All Blacks.
Non solo batterono anche l'Australia in diverse occasioni.


LE VITTORIE CONTRO ALL BLACKS E WALLABIES
La prima nazionale a far visita al team irlandese furono gli All Blacks invincibili del mitico capitano Dave Gallaher, che vinsero 33-0 nel novembre 1905 al Markets Field di Limerick.
Successivamente, arrivarono gli incontri contro Australia e Sud Africa e il primo prestigioso pareggio, 3-3, nel 1958 contro i Wallabies al Thomond Park, divenuto stadio ufficiale dal 1938 ed inaugurato con la vittoria sui "cugini" del Leinster.
Undici anni dopo, il 25 giugno del 1967, la vittoria nell'altro stadio ufficiale, il Musgrave Park di Cork, contro i Wallabies per 11-8 fu la prima storica di un club contro una Nazionale dell'emisfero Sud.
Nel 1973 arrivò il primo pareggio, 3-3 contro gli All Blacks, sconfitti poi per 12-0 nel leggendario match del 31 ottobre 1978.
Una riproposizione di quell'incontro è andata in scena durante un recente tour europeo dei neozelandesi, usciti questa volta vittoriosi per 18-16 e salvati solo nel finale di partita grazie ad una meta di Rokocoko.
Del Rugby duro e ruvido di Munster subirono le spese anche gli Australiani sconfitti 15-6 anche nel 1981 e poi da Campioni del Mondo nel 1992, quando vennero sconfitti per 22-19.
Dieci anni più tardi sul Daily Telegraph l'ex giocatore di Munster, Peter Clohessy, raccontò meglio la dinamica di questa partita:
"L'allora coach dell'Australia Bob Dwyer che non poteva accettare che un piccolo team irlandese potesse segnare più punti della sua squadra, immediatamente identificò il numero 3 di Munster(cioè me) come causa di tutti i mali, apostrofandolo con la parola"disgrazia" ma in realtà Clohessy non era più colpevole di qualsiasi altro giocatore in campo. Fu il tipico match al quale Munster ci ha abituato: duro, ruvido e cruento ma assolutamente memorabile."
Nel 2010, Munster trova la quarta vittoria contro gli Australiani imponendosi 15-6.


1905 Munster Vs New Zealand 0 - 33
1954 Munster Vs New Zealand 3 - 6
1963 Munster Vs New Zealand 3 - 6
1973 Munster Vs New Zealand 3 - 3
1974 Munster Vs New Zealand 4 - 14
1978 Munster Vs New Zealand 12 - 0
1989 Munster Vs New Zealand 9-31
2008 Munster Vs New Zealand 16-18
Bilancio Complessivo: Munster Vs New Zealand 1 W, 6 L, 1 D

1947 Munster Vs Australia 5 - 6
1958 Munster Vs Australia 3 - 3
1967 Munster Vs Australia 11 - 8
1976 Munster Vs Australia 13 - 15
1981 Munster Vs Australia 15-6
1984 Munster Vs Australia 19-31
1992 Munster Vs Australia 22-19
1996 Munster Vs Australia 19-55
2010 Munster Vs Australia 15-6
Bilancio Complessivo: Munster Vs Australia 4 W, 4 L, 1 D


CELTIC LEAGUE ED HEINEKEN CUP
A Thomond Park, Munster è pressochè imbattibile, con 31 vittorie consecutive dal 1997 al 2007, quando subì la prima sconfitta del periodo contro i Leicester Tigers (6-13).
Nel 2000, in Heineken Cup dopo aver sconfitto Tolosa in semifinale, vennero battuti dai Northampton Saints per 9-8 in finale.
Nel 2002, un'altra finale controversa e con molte discussioni vide il Munster sconfitto per 15-9 contro i Leicester Tigers.
Nel 2002/03 vinsero la prima Celtic League.
Nel 2006 al Millenium Stadium di Cardiff, una meta di Stringer regala il 23-19 con cui Munster sconfigge Biarritz ed alza il primo trofeo continentale della sua storia.
Passano solo due anni e nello stesso stadio arriva il secondo titolo, conquistato stavolta dopo un match sempre in equilibrio contro Tolosa, con la vittoria per 16-13.
Sempre nello stesso anno vinsero anche il Pro 12 (Celtic League), terzo titolo nel 2010/11.
Erano i tempi dell'imbattibile seconda linea O’Connel-O’Callaghan, con giocatori quali Stringer, O'Driscoll ed O’Gara a completare il tutto.


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lunedì 17 agosto 2015

Spiegazione Ordine Di Battuta Baseball (MLB)

Cominciamo col dire che sono 9 i giocatori di un lineup di Baseball ad alternarsi in battuta.
Come viene stilato l'ordine di battuta? Studio le medie in attacco dei singoli giocatori, oltre che la velocità quindi principalmente l'AVG (media in battuta), l'OBP (media in battuta comprendente le basi Ball conquistate), le Run realizzate, l'RBI, etc Il turno di battuta si divide in "Turno Alto" e "Turno Basso".


TURNO ALTO
Il Turno Alto è costituito dai battitori compresi tra la seconda e la quinta-sesta posizione.
È denominato "alto" in quanto è costituito dai battitori migliori della squadra. Questi sono battitori più di potenza(e/o possibilmente di velocità ma con una discreta media). Tra questi spicca il Cleneup Hitter (quarto in battuta), che tra tutti i componenti della sua squadra è il battitore più potente di tutti.


LEADOFF HITTER=N.1
Il Leadoff è il battitore che compare per primo nel Lineup.
È un atleta generalmente molto adatto alla corsa, contraddistinto dalla miglior media millesimale di arrivo in base rispetto al numero di volte che si è presentato al piatto.
L'obiettivo è arrivare in base e in seguito provare a rubare basi, è compito dei suoi compagni provare a portarlo a casa. Classici Leadoff? Pete Rose, Lou Brock, Ichiro Suzuki, Rod Carew ma anche giocatori più potenti tipo Derek Jeter, Paul Molitor, Rickey Henderson, Carlos Gomez.


CONTACT HITTER=N.2
È chiamato Contact Hitter ed è il secondo atleta della squadra con la maggior percentuale (millesimale) di arrivo in base rispetto alle presenze nel box di battuta; veloce anch'egli, ha il compito di arrivare pure lui salvo in base. E' generalmente un giocatore molto abile nell'utilizzare il Bunt e i Sacrifice Fly (a seconda di dove il corridore in base sia giunto con la prima battuta).
Viene scelto anche per la sua capacità di evitare doppi giochi con palle rimbalzanti nei pressi del diamante. Misti Leadoff e giocatori più potenti i vari Joe Morgan, Curt Flood, Alan Trammel.


TERZO IN BATTUTA(THREE HOLE)=N.3
Il N.3 è il giocatore della squadra con la miglior media battuta(AVG) cioè che ha la maggior percentuale di battute andate a buon fine rispetto alle presenze in box di battuta.
Non è necessariamente veloce e il suo compito è riempire ulteriormente le basi per spianare la strada al Cleaneup Hitter. Generalmente il terzo in battuta rappresenta la miglior combinazione tra potenza ed OBP (AVG + Walk). Possiamo ricordare: Babe Ruth, Willie Mays, Barry Bonds, Albert Pujols, Andrew McCutchen, Joey Votto, Josè Bautista.


CLENEUP HITTER=N.4
È chiamato Cleaneup Hitter ed è il giocatore più potente di tutti, vale a dire con la miglior media di squadra per quanto riguarda le battute lunghe, che di solito consentono al loro realizzatore di raggiungere non solo la prima base, ma anche le successive a causa di una battuta estremamente profonda in campo, quando non addirittura un fuoricampo (Homerun). Ovvero colui che riesce a realizzare più doppi, tripli ed HR. Egli ha il compito di colpire la palla molto forte per poter consentire al primo, secondo e terzo in battuta (qualora presenti sulle basi) di raggiungere il piatto di casa base e segnare. E' un ruolo molto delicato viste le situazioni che possono presentarsi: "Basi Piene"(con ciò che ne consegue anche a livello di doppi giochi difensivi) o situazioni con "2 Out".
Tra i maggiori interpreti del ruolo: Lou Gehring, David Ortiz, Alex Rodriguez, Prince Fielder, Eddie Mathews, Eddie Murray.


QUINTO E SESTO IN BATTUTA
Il quinto in battuta è il secondo giocatore della squadra più potente e quindi è quello ad avere la più alta media bombardieri, sostanzialmente ha lo stesso compito del quarto in battuta qualora egli sia stato eliminato in uno dei modi previsti senza aver la possibilità di portare a casa i compagni.
O qualora il Cleneup sia stato fatto arrivare in prima intenzionalmente (sia per scongiurare la sua battuta che per procurare doppi giochi caricando le basi). Il sesto ha lo stesso compito.
Secondo la Sabermetrica questi ruoli dovrebbero essere scelti in base all'OBP (la più alta).
Generalmente sono giocatori molto bravi con Sacrifice Fly.


TURNO BASSO
Il gruppo dalla settima posizione fino all'ultima, la nona, è detto Turno Basso, in quanto comprende i battitori meno abili della squadra. Questi cercano di raggiungere le basi ma sono tenuti in campo per altri motivi (prettamente difensivi).


SETTIMO ED OTTAVO IN BATTUTA
Come detto sono generalmente i battitori meno produttivi della squadra e quelli meno potenti.
Generalmente qui troviamo seconde basi, SS e catcher.
Sono ugualmente fondamentali nel computo di una partita perchè le loro abilità sono principalmente difensive. Generalmente come N.7 troviamo il catcher (N.8 se non c'è la regola del battitore designato), il N.8 è invece un discreto Contact Hitter.
Senza la regola del battitore designato (quindi con il lanciatore che è costretto a battere, vedi National League), il N.8 in determinate situazioni di punteggio riceve un Walk intenzionale.


NONO IN BATTUTA
Con la regola del battitore designato (American League), il N.9 è un secondo Leadoff: veloce e con una buona OBP. Senza questa regola il ruolo, di solito, è occupato dal lanciatore.


BRAINSTORM'S BRAGAN
Nel 1957 il manager dei Pittsburgh Pirates, Bobby Bragan, sostenne che l'ordine veniva compilato in modo sbagliato. Bragan utilizzava come Leadoff il giocatore con la media battuta migliore e poi l'AVG a scalare. Questo sistema è stato soprannominato "Brainstorm's Bragan".
E' stato dimostrato che fruttò ai Pirates qualche W in più a stagione.


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domenica 9 agosto 2015

The Battle Of Maze Hill: Charlton-Southampton (2002)

"The Battle Of Maze Hill" è il nome dato ad uno scontro violento tra hooligans del Charlton Athletic FC e quelli di Southampton che si sono svolti alla stazione ferroviaria di Maze Hill, a sud-est di Londra, il 13 aprile 2002.
Lo scontro fu ideato da Dave Walker, da Birmingham.
Egli contattò tramite mail Spencer per decidere ora, luogo e modalità dello scontro.
I tifosi del Bolton Wanderers, Tranmere Rovers, Liverpool e Port Vale sono stati anche loro coinvolti nell'organizzazione.
Questo, pertanto, fece scalpore perchè non si trattò di uno scontro "casuale" ma spontaneo ed organizzato tra più tifoserie.
Il tutto fu organizzato su internet e la polizia credeva che gli stessi gruppi avrebbero organizzato qualcosa di simile per gli Europei del 2004.
Circa 40 tifosi si scontrarono alla stazione suddetta con, come armi principali, bottiglie rotte di birra che portò al ricovero di tre uomini.
I tifosi del Charlton era circa il doppio di quelli del Southampton.
Quelli del Charlton erano criminali esperti, mentre quelli da Southampton erano principalmente poco più che ventenni.
Venne scelta la stazione ferroviaria di Maze Hill in quanto a due fermate di treno da Charlton e perchè mancava una folta presenza di polizia.
La lotta fu breve e all'arrivo della polizia tutti si dileguarono nel nulla.
Fu solo grazie alle telecamere a circuito chiuso e a prove fotografiche che la seguente inchiesta della polizia, portò 17 arresti per un totale di 38 anni.
Infatti il giudice Fergus Mitchell imprigiò Steven David Carpenter, 39, di Eltham, per quattro anni, Dave Walker di Stafford per due anni e tre mesi.
Andrew McConville, 35, di Abbey Wood, William Joseph Greenall, 32, di Plumstead, Woolwich, Neil John Shaw, 39, di Erith, Christopher David Bowles, 22, di Southampton e Stephen Trevor Openshaw, 30, di Leigh, Lancashire per due anni.
Altri 10 tifosi ricevettero un ban di 6 anni dagli stadi.
La polizia come detto scoprì, dopo aver sequestrato computer e telefoni cellulari, che la lotta tra i due gruppi era stata deliberatamente pianificata.

"Gli eventi come quelli di Maze Hill, deliberatamente organizzati per evitare il rilevamento della polizia sono di crescente preoccupazione per gli utenti ferroviari e le imprese ferroviarie."


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sabato 1 agosto 2015

Il Giorno Del Pine Tar Game: New York Yankees-Kansas City Royals (Luglio 1983)

Yankee Stadium, 24 Luglio 1983.
Sono passati più di 30 anni dalla “Pine Tar Game” giocata in estate e conclusasi ad agosto dello stesso anno.
I Bombers di New York ricevono i Kansas City Royals e conducono per 4 a 3.
Nella parte alta del nono inning con due out va in battuta per KC George Brett con Washington in prima base.
Il risultato è un 2R HR portando la sua squadra sul 5-4.
Billy Martin manager degli Yankees però esce subito dal dugout per contestare un'irregolarità: a suo avviso, Brett ha messo troppo catrame di pino sulla mazza!
Mica stupido Martin, poiché il povero arbitro di casabase Mr.Tim McLelland era al suo primo anno di Martin, si era accorto già dalla panchina dell'irregolarità, ma non disse niente per poter vedere come andava a finire.
Avendo battuto Brett l'HR da 2 punti della vittoria, è uscito immediatamente ed è andato a protestare.
Martin portò all'attenzione una norma che impediva l'uso di qualsiasi sostanza estranea oltre 18 pollici dal pomello (45,7 cm dell'impugnatura), e la mazza di Brett aveva una notevole quantità di resina, ben oltre i limiti previsti.
Tale sostanza legale è utilizzata dai battitori per migliorare la loro presa sulla mazza.

“Dalla punta del manico, il catrame di pino deve avere una lunghezza sulla mazza di non oltre i 18 pollici”. 

Il motivo di questa regola era quello di evitare che i battitori, utilizzassero mazze pregne di resina, consegundo dei vantaggi.
Per la verità, dietro questa regola(come vedremo sotto), c'erano anche motivi economici.
Ad ogni modo l'umpire Joe Brinkman misurò l'estensione della resina della mazza di Brett (ponendolo sul piatto di casa, il cui limite max è di 17 pollici) scoprendo che si estendeva ben oltre i 18 pollici.
L'arbitro al piatto di casa base, Tim McClelland, nel suo primo anno come arbitro di MLB, ravvisò la violazione delle regole e chiamò out Brett, significava che la partita si concludeva con la vittoria degli Yankees.
Un Brett furioso si scagliò dalla panchina per protestare contro la chiamata, ma inutilmente.
Il giorno dopo in un'articolo del Kansas City Star a cura di Mike McKenzie scrisse: "Brett è diventato il primo giocatore nella storia a colpire un game-losing home run."


LE PROTESTE DEI ROYALS
I Royals misero sotto inchiesta la gara e il presidente dell'American League Lee MacPhail accolse la protesta che porterà a rigiocare la partita dal punto lasciato in sospeso poiché MacPhail affermando una teoria assurda: "la legge della restrizione di catrame di pino sulla mazza è basata, non sulla paura di un indebito vantaggio da parte di chi ne fa uso, bensì dal fatto che il catrame in eccesso nella mazza, al momento del contatto con la palla, colora la sfera causando un danno economico alla squadra di casa che spenderebbe soldi per le palline".
Il Commissario della MLB Bowie Kuhn irrogò anche una multa agli Yankees di $ 250.000 per "alcune dichiarazioni pubbliche" fatte dal proprietario degli Yankees George Steinbrenner per il modo in cui, Lee Macphail, aveva gestito la questione.



PARTITA RIGIOCATA
Tra molte polemiche la gara venne ripresa il 18 agosto, dall'esatta situazione risultante sul campo di gioco.
Anche se gli Yankees attesero un pò prima di accettare.
Volevano essere certi, infatti, che la partita non influisse nella corsa alla postseason.
Fonti dicono che Brett non vi partecipò poiché, su un volo diretto a Baltimore dove ai Royals toccava una quattro giorni contro gli Orioles, la leggenda dice che fosse all'aeroporto a giocare al "solitario".
La partita riprese dal punto dove l'avevamo lasciata il 24 luglio ma appunto, senza Brett. Tutto fu rispettato anche l'espulsione del manager Colavito all'inizio del nono, ma Martin non fu molto contento ed in segno di protesta formale fece dei cambi di posizioni davvero assurdi, ovvero: mise il lanciatore Roy Guidry in center field e Don Mattingly dalla prima base alla seconda.
Il gioco riprese e in 12 minuti si concluse con la vittoria 5-4 dei Royals.


VANTAGGIO O MENO?
Al momento della sentenza di McClelland, le regole vietavano l'uso di resina sulla mazza (nelle condizioni viste prima) ma non specificavano le conseguenze (innescando anni di polemiche per quanto riguarda sia la chiamata di McClelland e la decisione di MacPhail nell'accogliere il protesto).
Al giorno d'oggi l'eccesso di resina è motivo di sola rimozione della mazza dalla partita(se scoperto prima o dopo e durante il turno alla battuta), non è invece possibile dichiarare il battitore eliminato o espulso dal gioco.
Pertanto, in base alle norme attuali, il fuori campo di Brett risulterebbe valido.
In generale, comunque, quasi nessuno protesta più per mazze illegali.
Dubbi sono i vantaggi di usare mazze di questo tipo.
Per la verità, i motivi erano per lo più economici.
L'inserimento di questa norma era dovuta a Calvin Griffith, proprietario dei Minnesota Twins, e membro nella commissione tecnica regolamento, preoccupato che le palle da baseball si scolorissero al contatto con resina, rendendo necessario la loro sostituzione.
Pertanto, motivando meno resina sulla mazza significava meno possibilità di scolorimento e un minor numero di palle sarebbero dovute essere sostituite e acquistate.
Si noti anche la distinzione significativa tra mazza illegale e una mazza alterata.
Brett rientra nella illegale, che è meno grave.
Una mazza alterata, come una mazza riempita o svuotata e modificate per aumentare il fattore di distanza su una palla.
L'utilizzo di mazze alterate ha conseguenze più gravi.


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La Storia Di Roberto Clemente: Il Terremoto In Nicaragua e La Morte

Roberto Clemente fu uno esterno che giocò dal 1955 al 1972 per i Pittsburgh Pirates.
Nel 1966 è stato eletto MVP della National League, per ben 4 volte è stato il miglior battitore (’61, ‘64’ ’65 e ‘67), ha vinto due World Series, nel 1960 e nel 1971 (dove fu l'MVP).
Nel 1972 la sua media battuta era 317, la più alta tra tutti i giocatori in attività in quel momento.
Inoltre ha battuto 3mila valide, esattamente.
E’ stato l’11° giocatore della storia della MLB ad entrare in questo ristretto e di elite club delle 3mila valide.
Per 12 anni consecutivi fu miglior difensore nel suo ruolo(esterno destro), 15 volte convocato per l’All Star Game, insomma tra i giocatori più forti di tutti i tempi.
Clemente era portoricano, corretto, leale, impegnato in attività benefiche, marito e padre modello.


IL TERREMOTO IN NICARAGUA (1972)
Il 23 dicembre 1972 il Nicaragua è stato colpito da un tremendo terremoto, ci furono migliaia di vittime. Roberto Clemente, in Nicaragua c’era stato solo poco più di un mese prima, per i Mondiali, cosa abbastanza insolita.
Il mondo fu scosso dalle immagini che arrivavano da Managua.
Lui disse alla moglie Vera e ai compagni di squadra dei Pirates che avrebbe fatto qualcosa per tutte quelle persone che aveva incontrato laggiù.
Raccontò di non dormire la notte ripensando ai volti degli uomini e delle donne che lavoravano nell’albergo in cui era alloggiato, dei bambini malati che aveva visitato all’ospedale pediatrico di Managua.
Comprò alimenti, generi di prima necessità, molti suoi compagni dei Pirates e altri giocatori di MLB ascoltarono il suo appello e contribuirono alla raccolta benefica improvvisata.


LA MORTE (CAPODANNO 1972)
Intanto, però, notizie allarmanti arrivavano dal Nicaragua: voci di soldi scomparsi e rubati.
Clemente pensò che a lui non avrebbero avuto il coraggio di rubare nulla.
Caricò il Dc-7 che aveva noleggiato di tasca sua e decollò da San Juan, alle 9.22 del mattino del 31 dicembre 1972.
Ad attenderlo a Managua c’era il presidente Anastasio Somoza.
Ma non arrivò mai.
Il velivolo denominato N500AE si inabissò subito dopo il decollo, a un miglio e mezzo da Punta Maldonado, Porto Rico.
Il corpo di Clemente non sarà più ritrovato.
Roberto Clemente aveva 38 anni e nel 1973, venne inserito nella Hall Of Fame, senza attendere i canonici e obbligatori 5 anni dalla fine dell’attività.
Eccezione che nella storia è stata fatta solo per lui e per Lou Gehrig.
Ai Mondiali del 1978 in Italia, tutti i giocatori del Nicaragua sulla spalla sinistra della divisa avevano il 21, il numero di Roberto Clemente.
Ovviamente subito ritirato  dai Pittsburgh Pirates.
Che alla costruzione del loro nuovo stadio, il PNC Park hanno messo una sua statua e hanno voluto che il muro dietro l’esterno destro, il suo ruolo, fosse alto esattamente 21 piedi.
Per Portorico Clemente è stato l’atleta del secolo.
Ogni anno in MLB il 18 settembre è il Roberto Clemente Day.


CLEMENTE E TOM E NEIL WALKER
Tra i tanti che aiutarono Clemente nella raccolta fondi, c’erano anche molti giocatori in quel periodo a Porto Rico per il Winter Ball, il campionato invernale.
Tra loro Tom Walker, rookie dei Montreal Expos, che  la mattina del 31 dicembre andò con Clemente all’aeroporto.
Voleva partire per aiutarlo.
Lui lo dissuase: “No, tu devi restare qui e goderti il Capodanno”, gli disse.
Walker restò. Avrebbe giocato in MLB fino al 1978, poi ha avuto 4 figli.
Tra cui Neil Walker, anche lui oggi in MLB.
Ovviamente ai Pittsburgh Pirates.

“Quarant’anni dopo, penso ad un uomo che mi ha salvato la vita” ha detto Tom Walker.
“Quella notte mi ha detto che non era necessario che andassi anche io. Non posso fare a meno di pensare ad oggi. Ho avuto quattro figli meravigliosi e uno di loro è diventato seconda base per i Pittsburgh Pirates. Se si guarda la parete a destra del campo (PNC Park), si può vedere il Muro di Clemente. 
Mio figlio ha ottenuto il suo numero, il 21, e sono sicuro che Neil, quando esce dalla panchina e va in seconda base...ha modo di vedere quel muro tutti i giorni.”


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