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domenica 31 marzo 2024

Il Record Di John Burridge: 29 Squadre Diverse

Nel mondo del calcio, ci sono stati giocatori che hanno lasciato un'impronta indelebile sui campi da gioco e poi ci sono quelli che si distinguono per qualcosa che difficilmente può essere replicata. John Burridge è senza dubbio uno di questi ultimi, visto che ha collezionato un record straordinario: ha giocato per ben 29 squadre durante la sua carriera.
Conosciuto come "Budgie", Burridge ha iniziato la sua carriera da portiere negli anni '70, intraprendendo un viaggio che lo ha portato in tutto il Regno Unito e oltre. Nato il 3 dicembre 1951, in Inghilterra, ha mosso i suoi primi passi nel calcio professionistico con il Workington AFC nel 1969. Da lì, ha iniziato un'odissea calcistica che lo avrebbe portato a girare in lungo e in largo per il panorama calcistico inglese e internazionale. La sua carriera è stata caratterizzata da una serie impressionante di trasferimenti muovendosi da club inglesi quali Blackpool, Crystal Palace, Sheffield Utd, Southampton, Newcastle al Celtic Glasgow o Hibernian in Scozia. Il suo record di 29 squadre è una testimonianza della sua versatilità, della sua longevità nel calcio professionistico e della sua inesauribile passione per il gioco.  Ma oltre alla sua capacità di adattarsi a nuovi ambienti e squadre, Burridge è anche ricordato per la sua personalità e per il suo senso dell'umorismo. In totale ha giocato 768 partite in un carriera lunga quasi 30 anni. Vinse anche un torneo Anglo-italiano nel 1971 con il suo Blackpool nella gara vinta 2-1 contro il Bologna e poi due Coppe di Lega (nel 1977 con l'Aston Villa e nel 1991 con l'Hibernian in Scozia).
Stranamente per un giocatore degli anni '70, '80 e '90, Burridge non beveva perchè era astemio. Inoltre negli anni '70 Burridge notò che i giocatori mangiavano bistecche, o anche fish and chips per i pasti pre-partita, mentre Burridge, studiando scienze dello sport e la dieta delle tribù africane, intuì che qualcosa non andava nel modo in cui i calciatori generalmente si alimentavano, trovando da ridire sui tempi di alimentazione contraddistinti da pasti veloci come omogeneizzati, pasta e patate. Beveva bicchieri d'acqua invece di una tazza di tè. Lasciando perplessi le persone dell'epoca, Burridge preparava anche frullati di frutta prima che molti prendessero in considerazione il concetto di frullare la frutta per l'alimentazione. 
Negli anni '70 Burridge fu anche tra i primi portieri a utilizzare guanti in lattice, poi imitato da Peter Shilton e Pat Jennings. Nella decade successiva, durante il riscaldamento faceva capriole per intrattenere i fan.  Ha inoltre esordito come portiere più anziano in  Premier League, 43 anni, tra le file del Manchester City.



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sabato 16 ottobre 2021

Il Record Di Longevità Di Stanley Matthews: Giocatore Sino A 50 Anni


Joe Smith (manager del Blackpool): "Hai 32 anni, pensi di giocare ancora qualche stagione?"

Prima di essere superato da Miura (in attività ancora oggi ad oltre 50 anni), il record di longevità su un campo da calcio spettava a Stanley Matthews. L'inglese rimane oggi, tra i top players, il giocatore ad essersi ritirato più "anziano" (l'ultima partita giocata fu un'amichevole tra vecchie glorie inglesi e brasiliane, nel 1985, a 70 anni).
Matthews, concluse la sua carriera con lo Stoke City nel 1965. Considerando che egli era nato il 1° febbraio del 1915, l’attempato centrocampista si ritirò all’età di 50 anni e cinque giorni d’età dopo 33 anni d’attività. Non contento della sua lunga permanenza nell’ambito calcistico Matthews continuò anche dopo il ritiro. Fu allenatore del Port Vale dal 1965 al 1968 (esperienza finita male, visto che il Port Vale fu estromesso dal torneo per irregolarità finanziarie).
Probabilmente fu la dieta vegetariana, il grande senso di sacrificio e il fatto di essere astemio a renderlo ovviamente il giocatore più anziano ad aver giocato nella prima divisione inglese (50 anni) e per la sua nazionale (42 anni).
Dal punto di vista tecnico si trattava di una velocissima ala destra, poco brava a difendere ma micidiale nei dribbling (con buon senso di gol e grande capacità di mettere i propri compagni davanti alla porta avversaria), chiamato "mago del dribbling". Nel periodo a Blackpool, era solito allenarsi con scarpini di piombo, in modo tale da fare uno sforzo maggiore e sentirsi più leggero quando in partita usava scarpini normali.
Giocò principalmente per lo Stoke City (21 anni) e il Blackpool (14 anni) più una breve esperienza in Canada.
Curiosamente vinse un solo titolo in carriera con il Blackpool: la finale di FA Cup 1953 sconfiggendo 4-3 il Bolton Wanderers (quest'ultimi stavano vincendo 1-3, prima che uno scatenato Matthews e Mortensan, autore di una tripletta, non decretarono la rimonta dei Tangerines). Fu una delle poche occasioni durante la sua carriera che si ubriacò.
A livello individuale, vinse il primo pallone d'oro della storia, a 41 anni, nel 1956.
Matthews ebbe un rapporto burrascoso con la FA inglese. La cosa che lo fece arrabbiare fu nel 1950 quando la nazionale inglese venne eliminata nel girone (primo mondiale in cui parteciparono gli inglesi) e i dirigenti inglesi tornarono subito in patria mentre lui rimase in Brasile per studiare le squadre avversarie. Matthews criticò, spesso duramente, la FA, per le sue idee conservative. Secondo lui, la FA trattava i giocatori e i tifosi malamente, dimostrando scarsa considerazione per competizioni che non controllava (come il Campionato mondiale o i tornei europei) e guardando alle innovazioni con eccessivo sospetto.
Nella sua carriera ha giocato 322 partite nello Stoke City (dal 1929 al 1946 e dal 1961 al 1965) con 54 gol, 379 nel Blackpool (dal 1947 al 1961) e 17 reti. In tutto 701 gare, 54 presenze (e 10 gol) nella Nazionale inglese. Matthews è morto nel 2000, a 85 anni.


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sabato 21 dicembre 2019

Il Calcio Offensivo Di Ian Holloway A Blackpool (Premier League 2010/11)

Il Blackpool della stagione di Premier League 2010/11, guidato da Ian Holloway ("Ollie") e in campo da Charlie Adam, tra le piccole, fu sicuramente tra le squadre più belle della storia da veder giocare.
Il Blackpool negli anni 50 ottenne buoni risultati in Inghilterra, anche grazie a Stanley Matthews che vinse il primo pallone d'oro della storia nel 1956.
Tra il 1987 e il 2019, il club fu di proprietà della famiglia Oyston.
Nove anni dopo l'acquisto del club, Owen Oyston fu incarcerato per uno stupro su una 16enne avvenuto nel 1992.
Sua moglie, Vicki, assunse la presidenza del club durante la pena detentiva di tre anni del marito (fu inizialmente condannato a sei anni).
Il figlio della coppia, Karl, subentrò nel 1999 e rimase nel ruolo per 19 anni.
Dopo altri problemi di tipo legale, Owen sollevò Karl dal suo ruolo e lo diede a sua figlia , Natalie.
Furono anni difficili perchè il club finì anche in amministrazione controllata.
Nel giugno 2019, Simon Sadler, un uomo d'affari di 49 anni, nato a Blackpool, acquistò il 96,2% del club, rimuovendo completamente la famiglia Oyston da qualsiasi coinvolgimento.
In questi 32 anni della famiglia Oyston sicuramente l'anno di grazia fu il 2010/11, quando il club venne promosso in Premier League.


IL CALCIO OFFENSIVO DI IAN HOLLOWAY A BLACKPOOL (2009-2012)
Il Blackpool riuscì a salire in Premier League (dopo 39 anni) giocando praticamente solo un calcio offensivo (finirono sesti con il terzo miglior attacco della lega) ed hanno continuato a fare la stessa dannata cosa in Premier League.
I playoff di Championship che li portarono in Premier furono uno spettacolo: batterono 2-1 e 4-3 il Nottingham Forest e poi a Wembley 3-2 il Cardiff.
Nella stagione successiva in Premier, segnarono in tutte le partite in casa tranne in una, batterono il Liverpool due volte (un doppio 2-1) e 3-1 il Tottenham Hotspur in casa (pareggiando 1-1 a White Hart Lane).
Si ricorda anche il 4-3 con cui batterono il Bolton (venne ripetuto il punteggio della finale di FA Cup del 1953) e vittorie su campi ostici quali il Britannia Stadium e lo Stadium Of Light.
7 delle 10 vittorie stagionali arrivarono prima dell'anno nuovo con la squadra che giocava sempre all'attacco e con ritmi impressionanti (a fine 2010 erano all'ottavo posto).
L'anno nuovo però portò in dote molte sconfitte (7 in 8 partite) con il club che crolla inesorabilmente.
A fine gennaio la squadra viene anche multata di 29mila euro per aver fatto troppo turnover.
Cioè "per non aver schierato la migliore formazione, violando le regole B13 ed E20" durante una partita contro l'Aston Villa.
Per l'occasione il manager dei Seasiders aveva scelto una squadra inedita, con ben 10 cambi rispetto alla formazione iniziale che il sabato precedente aveva pareggiato 2-2 contro l'Everton. Ciononostante in quel match la squadra di Holloway venne battuta con una rete all'ultimo minuto realizzata da James Collins per il 3-2 finale.
Durante tutta la stagione si ricordano anche i tanti gol subiti: il doppio 2-3 subito dalle due di Manchester (e una sconfitta per 4-2 ad Old Trafford all'ultima giornata), il 6-0 rimediato dall'Arsenal, il 4-0 dal Chelsea, il 5-3 subito a Goodison Park dall'Everton ed altre sconfitte nette come il 4-0 subito dal Wolverhampton, il 3-0 dal Fulham o inaspettate come il 3-2 dal West Bromwich Albion.
Nonostante comunque grandi vittorie (e sconfitte), tanti gol segnati (e subiti) ed un calcio sempre offensivo a fine anno sono mestamente retrocessi (insieme a West Ham e Birmingham City).
Nelle ultime 20 stagioni della Premier League, i Tangerines 2010/11 sono stati l'unica squadra a segnare almeno 50 goal e retrocedere (con 39 punti che comunque non sono pochi).
La classifica finale vedeva il Blackpool al 19esimo posto con 55 reti realizzate (ottavo attacco della Premier League insieme al Tottenham finito quinto) e ben 78 subite (difesa peggiore del campionato).
Sempre di retrocessione si tratta ma magra consolazione pensare che, c'era chi, ad inizio anno, aveva profetizzato per i Seasiders una stagione da incubo con meno di 10 punti totalizzati.
Poi, certo, i risultati vanno sempre letti in base al potenziale umano a disposizione e ai soldi spesi sul mercato e il raffronto tra la classifica finale della Premier League 2010/11 con il costo (mercato) di ogni punto realizzato è abbastanza eloquente.
Il Blackpool comunque, dopo diversi anni in seconda serie, è sprofondato in League One.
Tornando al 2010/11 si ricordano le 13 reti segnate dal centrocampista Charlie Adams, stesso bottino per l'attaccante DJ Campbell.
Ma reti segnate anche dalle altre punte: Gary Taylor Fletcher (6), Marlon Harewood (5), Luke Varney (5) più altre da centrocampisti e difensori.
Il Blackpool in quell'annata mandò a segno ben 15 giocatori diversi (4 difensori, 6 centrocampisti e 5 punte).
L'autore di questo miracolo sportivo fu Ian Holloway che però dopo i 4 anni magnifici a Bloomfield Road (dal 2009 al 2012) pare essersi perso (anche a livello di gioco) tra Crystal Palace, Millwall e QPR.
In compenso però si ricordano i suoi botta e risposta con i media, oltre che una sua autobiografia ricca di citazioni ("Let's Have Coffee: The Tao Of Ian Holloway").
Ecco alcune note.

[su alcune offerte ricevute per Charlie Adams]
"Sogna! Se vogliono insultarmi offrendo solo 3,5 milioni di sterline e provare a farmi arrabbiare bene, be' scusa, stanno abbaiando sull'albero sbagliato, stanno scherzando con il cane sbagliato e io andrò a morderli"

[a seguito di una vittoria sul Chesterfield, non giocando bene]
"In parole povere se sei stato fuori per una notte e stai cercando una ragazza e ne prendi una, alcune settimane sono belle, altre volte non sono le migliori. La nostra esibizione oggi non è stata la più bella ma almeno l'abbiamo portata in taxi. Non era la donna più bella che ci siamo portati a casa, ma è stata molto gentile e simpatica, quindi grazie mille, prendiamoci un caffè"

"Non vedo il problema con i calciatori che si tolgono la maglietta dopo aver segnato un goal. A loro piace e anche alle giovani ragazze piace. Suppongo che sia uno dei motivi principali per cui le donne vengono alle partite di calcio, per vedere i giovani che si tolgono la maglietta. Ovviamente dovrebbero andare a vedere un'altra partita perché i miei ragazzi sono brutti come il peccato"

"Sir David Beckham? È solo un buon calciatore con un famoso uccello. Riesci a immaginare se Posh si chiamasse Lady Beckham? Non ne sentiremmo mai la fine!"

"Abbiamo bisogno di un grosso e brutto difensore. Se ne avessimo avuto uno, avremmo affrontato il primo goal del Notts County spazzando la palla e l'avversario sulle prime tre file dei posti in tribuna"

[a seguito delle critiche dei fans del Plymouth dopo aver perso contro il Leicester]
"Apparentemente è colpa mia se il Titanic è affondato"

[dopo esser stato criticato per aver messo qualche giocatore difensivo a centrocampo]
"Va benissimo avere un grande pianista che suona, ma non va bene se non hai nessuno che abbia il pianoforte sul palco, altrimenti il ​​pianista sarebbe in piedi lì senza un pianoforte insanguinato da suonare"

"Paul Furlong è la mia Rolls Royce vintage e non mi è costato nulla. Lo lucidiamo, ci prendiamo cura di lui, e io lo ho messo a punto con i miei meccanici. Ci prendiamo cura di lui perché dobbiamo guidarlo ogni giorno, non solo salvarlo dal matrimonio"

[su altre offerte ricevute per Charlie Adams]
"Se vale solo 4 milioni di sterline, allora sono uno scozzese chiamato Mctavish"

[commenti su Joey Barton quando si abbassò i pantaloncini contro l'Everton]
"E' stato un po' sfacciato, no? Ma non penso che sia stato così male. Sarebbe stato peggio se si fosse girato e avesse lasciato cadere la parte anteriore dei suoi pantaloncini. Non penso che ci sia qualcosa di sbagliato in un paio di chiappe... Se qualcuno si è offeso nel vedere un retro... Forse sono solo gelosi del fatto che ne abbia uno molto bello stretto, senza cellulite o altro"

[sul nuovo attaccante danese Marc Nygaard del QPR]
"Quando mia moglie ha visto Marc per la prima volta, ha detto che era un bell'uomo. Dice che non ho nulla di cui preoccuparmi, ma penso che lei voglia che le compri una maglietta QPR con il suo nome sul retro per Natale"

"Ci chiamano Orange Club perché il nostro futuro è brillante!"

[sulla situazione finanziaria del QPR]
"È come il film Men in Black. Cammino in giro con un abito nero, una camicia bianca e una cravatta nera in cui ogni tanto faccio lampeggiare la mia luce bianca per cancellare alcuni ricordi, ma sento che ora abbiamo preso possesso della galassia. È nelle nostre mani"

[a seguito della promozione]
"Ogni cane ha il suo giorno, e oggi è il giorno! Oggi voglio solo abbaiare!"

[quando gli chiedono se il QPR sarebbe stato in grado di battere il Manchester City]
"Sono un manager di calcio. Non riesco a prevedere il futuro. L'anno scorso pensavo di andare in Cornovaglia durante le mie vacanze, ma alla fine sono andato a Lyme Regis"

"È stato fortunato che il guardalinee non fosse in piedi davanti a me perché l'avrei colpito con un bastone per assicurarmi che fosse sveglio"

[parlando di Cristiano Ronaldo]
"È 1 metro e 80, di bell'aspetto, deve esserci qualcosa di sbagliato in lui. Spero che sotto ce l'abbia come un criceto. Questo ci farebbe sentire tutti meglio. Detto questo, mia moglie ha un criceto domestico e il suo cazzo è enorme"


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mercoledì 24 ottobre 2018

Quanto Sono Importanti I Tifosi In Uno Stadio? I Guadagni Del Calcio Inglese

Quanto sono importanti i fans e i tifosi in uno stadio? Sicuramente tanto a livello di atmosfera e ricavi.
Questo almeno in teoria.
Secondo la BBC, più della metà dei club della Premier League infatti, scorso anno avrebbero potuto giocare in stadi vuoti e ottenere comunque un profitto nella prima stagione del nuovo contratto dei diritti TV.
Nel 2016/17, i club hanno beneficiato di un record di 8,3 miliardi di sterline di entrate per i diritti TV.

Rob Wilson (specialista in finanza sportiva presso la Sheffield Hallam University), ha affermato che: "Quando ricevi un utile di 120 milioni di sterline dalla Premier League per calciare un pallone, puoi giocare in uno stadio vuoto se necessario"
Il Bournemouth con il suo Vitality Stadium (Dean Court) ha lo stadio meno capiente della Premier League (11.450 spettatori), per questo intende costruire uno stadio più grande, nonostante un giro d'affari di quasi 136.5 milioni di sterline nel 2016/17, con ricavi di 5.2 milioni di sterline dai biglietti.

Malcolm Clarke: "Giocatori e manager vanno e vengono, ma noi siamo sempre lì. La ragione per cui si possono ottenere offerte TV lucrative è perché il prodotto mostra il rumore, i fan ospiti, di casa e la grande atmosfera. A un certo livello non hanno bisogno dei fan perché hanno così tanti soldi dalle emittenti, ma a un altro livello hanno bisogno dei fan per mantenere un prodotto attraente"

Dopo la retrocessione dalla Premier League della scorsa stagione, Swansea e West Brom hanno ridotto i prezzi dei biglietti. I loro introiti televisivi sono stati ovviamente tagliati.
I gallesi inoltre continueranno a sovvenzionare i tifosi in viaggio in modo che non spendano più di 20 sterline.

Chris Pearlman (membro dello Swansea), ammette che "Non saremmo nulla senza i fan. La realtà della Premier League è diversa visto che le entrate della TV sono cresciute così tanto da essere sproporzionate non solo a tutti gli altri campionati, ma anche a tutte le altre fonti di reddito all'interno della Premier League. Detto questo, la maggior parte di quei soldi viene poi reinvestita nei giocatori"
Il vicepresidente di Hull City, Ehab Allam, la cui famiglia è proprietaria del club, ha una relazione difficile con i tifosi, nonostante abbia guidato il periodo di maggior successo dei Tigers, ha affermato che i fans sono "cruciali".
Complessivamente, le vendite di biglietti costituiscono circa un quarto del reddito medio del club, secondo un analisi di bilancio del 2016/17 di 61 squadre di calcio delle quattro principali divisioni inglesi che hanno fornito delle stime per le vendite di biglietti o entrate simili.
Lo Sheffield United si è rivelata la squadra più dipendente dalla vendita dei biglietti in tre delle quattro stagioni, tra il 2013/14 e il 2016/17.
Le Blades secondo la BBC hanno guadagnato 7,9 milioni di sterline dai biglietti con un introito complessivo di 11,4 milioni di sterline nella stagione in cui vinsero il campionato (2016/17).
I prezzi medi dei biglietti stagionali nella massima serie del calcio inglese sono rimasti ai livelli più bassi dal 2013, dopo essere caduti per il secondo anno consecutivo in seguito ad un contratto record di diritti televisivi per 8,3 miliardi di sterline firmato la stagione precedente.
I bilanci mostrano che 20 club su 66 hanno speso di più per i costi del proprio personale (dai giocatori agli impiegati) più di quanto ne abbiano prodotti.
Ad esempio, il Bolton Wanderers (un club ormai in difficoltà da anni e con il rischio di amministrazione controllata dietro l'angolo) ha speso 12.6 milioni di sterline per il personale, ricavandone solo 8.26 milioni di sterline.
Dunque si capisce come i fans, soprattutto nelle serie inferiori, siano "la linfa vitale" di molti club.
Clarke, della FSF, ha aggiunto: "Più inferiore è la serie, più i prezzi dei biglietti sono importanti perchè se un club vuole avere successo devono potersi permettere i giocatori, quindi i fan devono pagare di più. Riteniamo comunque che più denaro dovrebbe essere disceso dalla Premier League in una ridistribuzione più aequa pure nelle serie inferiori. È nell'interesse della Premier League mantenere la piramide del calcio in buona salute"

Il Manchester United, recentemente classificato come il secondo marchio sportivo più prezioso al mondo dalla rivista economica Forbes, ha fruttato più di 111,6 milioni di sterline di entrate della giornata.
Il valore del Manchester Utd è 581 milioni di sterline, invece tutte le squadre di Championship (23) raggiungono i 692 milioni di sterline.

Maguire: "Negli ultimi anni l'Arsenal, il Manchester United e il Liverpool hanno ampliato le capacità dei loro stadi, e poiché non hanno proprietari ricchi come Chelsea e Manchester City, il costo di biglietti ed abbonamenti è essenziale come mezzo per finanziare gli investimenti per acquisti e salati. Quando il Liverpool ha ampliato Anfield, una percentuale significativa dei nuovi posti è andata a partner aziendali"

Fuori dalla Premier League, Maguire afferma che l'importanza dei fan è ancora maggiore.
I fan del Blackpool hanno tenuto frequenti marce di protesta contro i proprietari del club, la famiglia Oyston.
Le presenze medie a Bloomfield Road sono scese da poco più di 14.200 del 2013/14 a 3.456 nel 2016/17, stagione in cui hanno ottenuto la promozione dalla League Two dopo aver subito due retrocessioni consecutive (il biglietto cumulativo e le entrate del gate cadevano da £ 2,77 milioni a solo £ 884,565).
La lunga campagna contro i proprietari del club, la famiglia Oyston, descritta come una "guerra civile" di Andy Higgins, vice presidente del Blackpool Supporters 'Trust si è intensificata negli ultimi anni dopo che alcuni sostenitori sono stati citati in giudizio per insulti online.
Alcuni fan abbandonarono lo stadio, altri impugnarono proteste ed altri ancora si resero protagonisti d'invasioni di campo. C'è anche un'iniziativa "Not A Penny More" in cui i fan sono incoraggiati a non spendere soldi nello stadio.
A Charlton, una sezione di fan sta anche boicottando le partite in segno di protesta contro il proprietario Roland Duchatelet.
I fan di Charlton e Coventry hanno lanciato migliaia di maiali di plastica in campo in una protesta congiunta che ha interrotto una partita di League One al The Valley nel 2016
Il movimento di protesta dei tifosi del Charlton è il "Campaign Against Roland Duchatelet".
Dagli oltre 16.100 spettatori del 2013/14 (Championship) si è scesi 11.162 nella stagione 2016/17 in League One.
Ciò ha coinciso con un calo di entrate da £ 6.315 milioni a £ 3.176 milioni.


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domenica 19 marzo 2017

La Più Incredibile Rimonta Calcistica: Charlton v Huddersfield 7-6 (1957)

Guardian: "Il calcio inglese ha ora una storia in più da raccontare. Tutte le altre, a confronto, sembrano sciocchezze"

Siamo al 21 dicembre 1957, periferia sud est di Londra, qui va in scena la più incredibile partita di tutti i tempi.
O meglio la rimonta più pazzesca della storia del calcio.
Si gioca al The Valley, casa del Charlton Athletic FC, i padroni di casa ospitano l'Huddersfield Town, match valido per la Division Two (la Championship dei tempi, insomma la seconda serie).
In quella stagione queste due squadre, s'incontrarono ben quattro volte (due in campionato e due in FA Cup): 3-3 nel match di Huddersfield, 2-2 nel primo incontro di Coppa (il replay vedrà prevalere gli Addicks per 1-0).
Tornando al match citato prima, siamo nell'epoca dei 2 punti a vittoria e dove non ci sono sostituzioni.
Quel giorno poco più di 12mila spettatori.
Al termine della prima frazione di gioco, gli ospiti non solo guidano con il risultato di 0-2 ma come si suol dire in questi casi: per i padroni di casa piove sul bagnato perchè sono anche in inferiorità numerica.
Poco prima del 20esimo infatti, il capitano Derek Ufton cade malamente dopo un contrasto aereo e subisce una botta alla spalla: viene trasportato in ospedale.
Non ci sono cambi quindi il Charlton rimane in 10 ed è sotto 0-2.


RIPRESA E L'INCREDIBILE RIMONTA DA 1-5
Incredibilmente però, dopo appena due minuti di gioco, il Charlton accorcia le distanze grazie a un colpo di testa di Johnny Summers.
L'1-2 sveglia l'Huddersfield che va a segno per ben 3 volte nei successivi 20 minuti.
Sull'1-5 e con un uomo in meno nessuno crede alla rimonta.
Tranne Johnny Summers che nei due minuti (62' e 63') che seguono la quinta rete dei Terriers, fissa il punteggio sul 3-5.
In realtà a segnare, oltre a Summers, sarà anche John Ryan.
Sul 3-5 l'Huddersfield Town sembra comunque certo di poter portare a casa la vittoria, anche perché manca circa un quarto d'ora e il Charlton è anche in 10.
Sarà proprio in quei minuti che i padroni di casa daranno vita a una dei finali di partita più rocamboleschi della storia del calcio, e non solo quello inglese.
Passano infatti appena otto minuti che il risultato è completamente capovolto: 3 gol dell'implacabile Johnny Summers hanno inaspettatamente portato in vantaggio gli Addicks: 6-5.
È l'81', il Charlton come detto vince 6-5 ed è costretto a giocare in 10 da più di un'ora.
Quando però il miracolo sembra compiuto, nonostante la rimonta appena subita, gli ospiti rialzano la testa e pareggiano grazie a un tiro deviato di Stan Howard: 6-6.
All'89' minuto Johnny Summers (sempre lui), scende sulla fascia con le ultime forze rimaste, crossa nel centro dell'area e John Ryan insacca la rete del definitivo 7-6.
Il pubblico è in delirio.
13 gol totali, 11 solo nella ripresa, un risultato riagguantato non si sa come quando a 27 minuti dalla fine la squadra era sotto 4 reti.
I tifosi invadono il campo: l'incredibile è successo.
Summers chiude con 5 reti e 2 assist.

Summers: "Sull'1-5 mi son detto che qualsiasi pallone arrivasse avevo l'obbligo di calciarlo verso la porta. Non avevamo niente da perdere"
Manager Trotter: "Poche settimane avevo deciso di cambiarlo di posizione. 
Non aveva più il tocco di una volta e tutti se ne erano resi conto. 
Non avevo dubbi sulle sue qualità, ma oggi mi ha sorpreso. 
Dopo una partita così credo non ci siano più dubbi"

A fine anno il Charlton arriverà terzo in classifica, mancando la promozione, con un solo punto di distacco dal Blackburn Rovers secondo, dopo aver perso lo scontro diretto per 4-3 proprio nell'ultima giornata.
Solo due anni più tardi invece, perderà la vita a soli 34 anni l'eroe di questa partita: Johnny Summers (colpito da una leucemia fulminante).


ALTRE RIMONTE INCREDIBILI
Quella del 1952/53 tra Blackpool e Bolton è forse la rimonta per eccellenza visto che consacrerà Stanley Matthews nell’Olimpo degli immortali del calcio.
Il match, ancora oggi ricordato come "The Matthews Final", si tratta della finale di FA Cup fra Blackpool e Bolton.
Eppure fino alle fasi finali dell’incontro è il Bolton a guidare, portandosi sul 3-1 e rischiando di infliggere a Matthews la 3° sconfitta in altrettante finali.
Al 68°, tuttavia, Stanley serve a Mortensen la palla del 2-3.
Il pareggio non arriva però che nei minuti finali, ancora sull’asse Matthews-Mortensen, autore di una tripletta.
E non è ancora finita, perchè la magia del futuro Sir Stanley incanta ancora la retroguardia dei Wanders, incapace di fermarne la discesa che culmina con l’assist decisivo a Bill Perry: 4-3 al 92°, e Matthews entra nella storia.
Si possono citare anche altre rimonte incredibili come quella del QPR con il Port Vale che conduceva 4-0 (First Division inglese 1996/97), del Peterborough sotto 0-4 in casa contro il Cardiff (2009/10) e il più recente 4-4 del Newcastle sull'Arsenal con i "Gunners" avanti 4-0 ma che in 10 crollano nella ripresa in 20 minuti.
Nella Premier League del 2001 non va nemmeno dimenticata la rimonta del Manchester United sul Tottenham.
Gli Spurs conducevano 3-0 nel 1t ma nel secondo tempo il Manchester United segna addirittura cinque reti per il 3-5 finale e il silenzio tombale cala su tutto White Hart Lane.
A livello europeo, forse la più incredibile rimonta di tutti i tempi, fu quella del 1999 del Manchester United sul Bayern Monaco: da 0-1 a 2-1 nei 2 minuti finali.
Si sono viste altre rimonte pazzesche come quella d'Istanbul del Liverpool sul Milan (da 0-3 a 3-3 con poi vittoria ai rigori) ma forse segnare 2 reti nel recupero rende la cosa ancora più clamorosa.


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