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giovedì 26 luglio 2018

Cosa Sono e Come Si Formano I Ventagli Nel Ciclismo

Spesso nel Ciclismo si sente parlare di "ventagli" ma più precisamente di cosa si tratta?
Si tratta di uno degli attacchi più spettacolari di squadra (di solito) e non.
Capita soprattutto nelle tappe di pianura, vicino alla costa, inutile dire che sono molto pericolosi e si possono perdere minuti su minuti.
I ventagli si possono formare su lunghe strade dritte, larghe, poco riparate (da alberi e costruzioni) e se c'è forte vento laterale.
Cioè forte vento che soffia di traverso, diciamo dalla spalla al gluteo del lato opposto.
Il vento, infatti, è uno dei nemici più pericolosi dei ciclisti, ma i più esperti sanno trasformarlo in alleato.
I ventagli sono utili per chi vuole provare a crearne distacco in classifica.
Generalmente nelle tappe di pianura se c'è vento frontale il gruppo sta in fila indiana e ci si dà i cambi in testa: il corridore di testa esposto al vento fa più fatica, a ruota invece si spendono meno energie (proprio perchè si prende meno vento).
L'entità del risparmio energetico dipende sia dalla distanza dalla ruota posteriore del ciclista che ci sta davanti, sia dal numero e dalla disposizione dei ciclisti che ci precedono.
Riuscire a mantenere una distanza inferiore ai 50 cm da chi ci pedala davanti, è un ottimo sistema per risparmiare energie.
Se la distanza da una ruota all'altra è circa 1 metro si farà dal 25 al 30% di fatica in meno.
Meno di 1 metro oltre il 30%, meno di 50 cm il 35%, invece in gruppo (ruote praticamente attaccate, cioè poco oltre una decina di cm) si risparmia il 50% di energia.
E' ovvio però che diminuendo la velocità, decresce la resistenza dell'aria e quindi anche il risparmio di stare a ruota perde di importanza (ecco perchè in salita è meno importante stare a ruota): si va dal 7% (10 km/h) ad oltre il 30% (50 km/h).


VENTAGLI
Quando la strada è dritta e il vento soffia di traverso, il gruppo deve invece disporsi nella stessa direzione del vento; così chi è davanti prende aria, ma dietro si è coperti da quelli che precedono e si ha tempo per recuperare le energie.
Come si può creare, appunto, un ventaglio?
Il ventaglio è proprio la forma che prende il gruppo quando non si sta più in fila indiana ma ci si sovrappone lateralmente (coprendo tutta la strada) per contrastare il vento.
Ma il limite di questa disposizione è la larghezza della strada.
Una volta riempita tutta la larghezza della strada a disposizione, se c'è un'accelerazione e il gruppo si spezza, dietro si è costretti a disporsi in fila indiana ma si fa fatica, perché non si è più al coperto.
Sostanzialmente chi è avanti si butta sul lato della strada meno esposto alle raffiche di vento e accelera creandosi un vantaggio aerodinamico: così chi è dietro resta esposto.
Spezzato il gruppo, si viene a formare un ventaglio più piccolo in testa, ma per far ciò è necessario che tutti i corridori davanti siano d’accordo (tipicamente della stessa squadra); il ventaglio di testa ripropone, in miniatura, tutte le condizioni che funzionavano prima che il gruppo si spezzasse, quindi chi è “dentro” si divide la fatica mentre chi insegue spende il doppio.
In questa fase l’ultimo del ventaglio deve giocare un ruolo di gatekeeper, non lasciando a chi insegue la possibilità di entrare nel ventaglio: davanti ci si aiuta, dietro continua a essere una lotta tutti contro tutti per cercare di rientrare (quasi impossibile, se non c'è organizzazione).
Quando gli inseguitori non ne hanno più, il chiudi-fila accelera e si inserisce nella rotazione dei cambi.
Gli inseguitori appurato che non è possibile rientrare sono costretti ad aprire un altro ventaglio staccandosi, di fatto, dai primi (in quanto deve portarsi dall'altro lato della strada, cercando di aprire un'altra fila).
Si è formato quindi un buco e il plotone è spezzato.


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