Ad esempio tra 1893-1898, c'era una sorta di playoff (test match) che decideva la squadra promossa e retrocessa tra le due leghe.
Inizialmente c'erano degli scontri diretti tra le due squadre interessate, ma dal 1896 venne inventato una specie di Round Robin.
In quello del 1898, a seguito dei risultati precedenti, se Stoke e Burnley avessero pareggiato sarebbero state promosse entrambe.
Finì con uno 0-0 e le malelingue mugugnarono che le due squadre si erano messe d'accordo.
La Lega Calcio risolse il problema allargando la Prima Divisione da 16 a 18 club e garantendo la promozione di tutti e 4 i club partecipanti al test match.
La stagione successiva, Jack Hillman del Burnley offrì ai giocatori del Nottingham Forest 2 sterline ciascuno per aver vita facile in una partita tra le squadre.
Hillman venne sospeso per un anno per le sue azioni.
LO SCANDALO DI BILLY MEREDITH (1905)
La partita finale della stagione 1904/05 tra Aston Villa e Manchester City fu un match molto violento e con continui scontri tra le due squadre.
Quattro mesi dopo, è emerso che Alec Leake (capitano del Villa) aveva presentato una grave accusa nei confronti della squadra di Manchester: Billy Meredith gli aveva offerto 10 sterline, affinchè il Manchester City vincesse la partita.
Meredith fu sospeso fino all'aprile del 1906.
Il giocatore in un primo momento negò, poi ammise il tentativo di corruzione ribadendo: "sono stato solo il portavoce di altri ugualmente colpevoli".
LO SCANDALO MANCHESTER UTD-LIVERPOOL (1915)
Siamo nel venerdi santo del 2 aprile 1915.
La partita incriminata non è una qualsiasi: Manchester United v Liverpool, quart'ultima giornata di First Division.
Sulla storica rivalità tra i due club metropolitani aleggia lo spettro della retrocessione: lo United è ultimo, il Liverpool sta un po' meglio ma non è ancora in salvo.
Prima del calcio d'inizio si diffuse la voce di uno strano flusso di puntate sulla vittoria dei Red Devils, contro pronostico.
Per la precisione si giocò forte sul 2-0, pagato a 7 e in qualche caso addirittura a 8 dai bookmakers: quota che si dimezza in poche ore, segnale inequivocabile nella patria dei bookmakers.
I fatti del campo confermano: finisce proprio 2-0, con una serie di episodi clamorosi che, riletti col senno di poi, disegnano un match trasformato nell'assurda sfida tra chi ha combinato il risultato e chi no.
Le cronache raccontano di uno United dominante e che chiude avanti il 1t con un gol sengato al 40' da George Anderson.
Al 3' della ripresa un mani di Bob Pursell, difensore del Liverpool, causa un rigore, di cui s'incarica il capitano del Manchester, il nazionale irlandese Patrick O'Connell: il suo tiro, volutamente sbilenco, finisce più vicino alla bandierina del corner che ai legni della porta e l'autore, tornandosene a centrocampo dopo il misfatto, pare ridere.
A un quarto d'ora dalla fine, con gli ospiti per nulla interessati a rimontare e il portiere del Liverpool Scott in versione paratutto, ecco il bis di Anderson in mischia.
Allo scadere Fred Pagnam, ex bomber del Blackpool, va vicinissimo al 2-1, ma il suo tiro a botta sicura centra la traversa, tra i rimproveri plateali dei compagni sbiancati in volto.
L'allenatore dei Reds, il leggendario Tom Watson, in sella da vent'anni, abbandona anzitempo il campo, disgustato da quanto ha visto.
Finisce come doveva, ma lo stesso arbitro J.G.A. Sharpe nota in presa diretta più di una stranezza e ne informa la Football Association.
Compaiono a stretto giro di posta dei volantini che rivelano copiose giocate sul risultato esatto.
Su un quotidiano di Liverpool, il Chronicle, un anonimo bookmaker che si firma "The Football King" promette grandi ricompense a chiunque fornisca informazioni che portino alla punizione di quelli che definisce "i mandanti di questo complotto riprovevole".
L'inchiesta scatta pressoché istantanea e in breve tempo appura la combine, con tanto di dettagli e retroscena.
8 giocatori, in una serie di incontri nei pub di Manchester, intrigati dalle offerte di terzi interessati, hanno concordato l'esito del match, specificando la necessità di un gol per tempo e scommettendoci sopra.
Si tratta di Sandy Turnbull, Arthur Whalley ed Enoch West dello United
E Jackie Sheldon, Tom Miller, Bob Pursell e Thomas Fairfoul del Liverpool.
Più un "intruso", Lawrence Cook del Chester, che non ha alcun ruolo nel match ma partecipa all'affare.
Pure Turnbull è fuori gioco, causa infortunio, ma si mette lo stesso nei guai.
Chi fa partire l'inchiesta è Pagnam, che al pari dei compagni Longworth e MacKinlay e del match winner Anderson, confessa agli inquirenti di aver ricevuto egli stesso un'offerta indecente da 3 sterline mentre in taxi si recava allo stadio con Sheldon, ma di averla declinata e di aver poi giocato per rompere l'accordo.
Chi diresse il tutto fu Jackie Sheldon: il capitano del Liverpool, che in precedenza aveva militato nello United. Gli interrogatori si susseguono, gli interessati non parlano ma le rivelazioni altrui fioccano.
Billy Meredith, per esempio, racconta di non aver saputo dell'accordo, ma di essersi insospettito quando, durante la gara, nessuno dei compagni gli passava la palla.
In presenza di indizi schiaccianti, la sentenza è esemplare: il 23 dicembre 1915 tutti i calciatori coinvolti vengono squalificati a vita.
"dimostrato che una considerevole somma di denaro passa di mano scommettendo sulla partita, e che alcuni dei giocatori ne traggono profitto. Ogni occasione è stata data ai giocatori di dire la verità, ma, benché avvertiti che eravamo in possesso delle prove, hanno rifiutato di farlo, rivelando così la volontà collettiva di nascondere la verità"
E i giudici federali definiscono "quasi incredibile che i giocatori dipendenti dal gioco per il loro sostentamento facciano ricorso a queste pratiche. La loro azione mina l'intero tessuto del gioco, scredita la sua onestà e correttezza".
Una sentenza di cent'anni fa che potrebbe tranquillamente essere trasposta pari pari ai giorni nostri.
Rimane però omologato il risultato del campo, poiché le due società risultano incolpevoli: quei due punti farlocchi bastano allo United per salvarsi d'un soffio.
Il bando ai protagonisti del match fixing ha pochi effetti pratici: già all'epoca della partita è chiaro che il calcio britannico si fermerà fino al cessare della guerra, quindi i giocatori cercano quel guadagno extra anche perché sicuri che difficilmente la loro carriera proseguirà normalmente.
Enoch West si ribella alla condanna, accusando la Football Association di diffamazione, ma perde la causa.
Il 10 aprile 1916 Sheldon, mentre combatte in Francia, continua a perorare la sua innocenza scrivendo così a un giornale: "Sono pronto a devolvere alla Croce Rossa o a qualsiasi altra istituzione benefica 20 sterline se qualcuno troverà un bookmaker col quale io abbia scommesso".
Nel settembre dello stesso 1916 Sheldon vorrebbe assistere a un incontro amichevole tra Liverpool e Burnley ad Anfield: ha diritto all'ingresso omaggio come ferito di guerra, ma gli viene interdetta la zona degli spogliatoi.
Il capitano dei Reds, però, cambia versione nel 1917, durante il processo West: dice ai giudici di aver convinto compagni e avversari a combinare la gara.
A guerra finita tutti, tranne due, tornano in campo grazie all'amnistia sancita dalle autorità calcistiche nel 1919, nel momento della regolare ripresa dell'attività agonistica, in virtù dei servigi da loro resi alla patria sotto le armi: uno è West, l'altro è Turnbull, morto il 3 maggio 1917 a 32 anni nella battaglia di Arras, presso Calais, nel nord della Francia.
LO SCANDALO JIMMY GAULD (1964)
Promotore di questo scandalo fu il giocatore Jimmy Gauld (ex Swindon Town, Plymouth Argyle, St.Johnstone e Mansfield Town) avendo interferito con l'esito di alcune partite per diversi anni, attirando diversi giocatori a scommettere sull'esito delle stesse.
Alla fine del 1962, Gauld si avvicinò a David Layne (Sheffield Wednesday), ex compagno di squadra allo Swindon Town, per identificare eventuali complici.
Layne suggerì lui che lo Sheffield Wednesday avrebbe perso il suo match il primo dicembre 1962 contro l' Ipswich Town visto che i suoi compagni Peter Swan e Tony Kay erano consci della combina.
I tre scommisero contro la loro squadra, vinse ovviamente l'Ipswich con 2 gol di Ray Crawford.
Lo stesso giorno, altre due altre partite (entrambe nella quarta divisione) furono "manomesse" da Gauld e dal suo sindacato: Lincoln City v Brentford (Brentford vinse 3-1) ed Oldham Athletic v York City (l'Oldham vinse 3-2).
L'anno successivo, a finire sotto i riflettori fu Bradford Park Avenue v Bristol Rovers (giocata il 20 aprile 1963).
Due giocatori del Bristol Rovers, il portiere Esmond Million e Keith Williams, furono coinvolti nella combine (2-2 il finale).
Million e Williams furono multati e poi squalificati a vita, come del resto Brian Phillips del Mansfield Town, che aveva coinvolto Million nella combine.
In particolare, lo scandalo scoppiò quando alcuni giocatori del Mansfield furono pagati da quelli del Tranmere Rovers per perdere la partita.
Il 4 agosto 1963 Ken Thomson dell' Hartlepool United confessò di aver scommesso contro la sua squadra in una partita persa contro l' Exeter City all'inizio di quell'anno.
Una settimana dopo, il giro illegale venne a galla.
Nel 1964, Gauld, in cerca di un "payday" finale dopo essere stato scoperto vendette la sua storia ad un giornale per £ 7,000, incriminando i tre giocatori di Sheffield Wednesday che avevano deciso di perdere contro l'Ipswich Town nel dicembre del 1962.
In realtà furono utilizzate delle conversazioni registrate (la prima volta in un processo sportivo).
Le conversazioni registrate furono fatali per Jimmy Gauld e per altri giocatori coinvolti.
Gauld ricevette 4 anni di carcere.
Brian Phillips e Jack Fountain dello York City vennero condannati a 15 mesi di reclusione, Dick Beattie del St. Mirren ricevette 9 mesi, Sammy Chapman del Mansfield Town, Ron Howells del Walsall e Ken Thomson ricevettere 6 mesi, mentre David Layne, Tony Kay e Peter Swan 4 mesi.
Al loro rilascio, Layne, Swan, Kay, Beattie, Fountain, Chapman e Howells furono squalificati a vita e banditi da qualsiasi lavoro calcistico (Gauld, Thomson e Phillips erano già stati banditi).
Furono perseguiti in totale 33 giocatori.
Jimmy Gauld guadagnò £ 3275 per aver aggiustato le partite e £ 7420 per aver venduto le sue confessioni ad un giornale, morì nel 2004.
Alcuni comunque, quali Brian Phillips, Peter Swan e David Layne tornarono a giocare nel 1972 (7 anni dopo).
David Layne concluse la sua carriera all' Hereford United .
Sammy Chapman tornò prima con Portsmouth e Crewe Alexandra come allenatore e poi con il Wolverhampton Wanderers come manager.
Dick Beattie lasciò il calcio e morì nel 1990.
Esmond Million emigrò in Canada, Keith Wiliams in Sudafrica.
Ken Thomson morì di attacco di cuore su un campo da Golf nel 1969.
Jack Fountain è morto nell'agosto 2012.
Kay squalificato a vita anch'egli ma gli venne revocata la squalifica nel settembre 1973 ma non tornò mai a giocare.
Si trasferì in Spagna dove rischiò l'arresto per aver venduto diamante contraffatto.
Comunque la più grande ironia riguardo la sua implicazione è stata quella di essere nominato uomo del match nella partita persa dalla sua squadra (Ipswich Town v Sheffield Wednesday).
ACCRINGTON V BURY (2008)
Nel 2008 furono registrati flussi anomali di soldi nella partita tra Accrington Stanley e Bury nella giornata finale della stagione 2007/08.
Un'inchiesta della FA provò che cinque giocatori, quattro dei quali dell' Accrington Stanley e l'altro del Bury, avevano scommesso sulla vittoria del Bury.
Jay Harris fu squalifcato per un anno, David Mannix per dieci mesi, Robert Williams e Peter Cavanagh per otto mesi e Andrew Mangan per cinque mesi.
Ogni giocatore è stato anche multato.
FIXING MATCH: CONFERENCE SOUTH (2013)
Tra martedì 26 e mercoledì 27 novembre 2013 sei calciatori (tra cui DJ Campbell, ex Blackpool e Blackburn) delle serie minori inglesi vennero arrestati dalla National Crime Agency con l’accusa di aver truccato alcune partite in collegamento con il vasto mercato illegale asiatico delle scommesse.
Vennero coinvolti anche Akpo Sodjie del Tranmere Rovers (fratello di Sam Sodjie, ideatore del tutto che provò a farsi cacciare quando giocava nel Portsmouth per via di un fixing sul cartellino rosso) e Cristian Montano dell'Oldham Athletic.
Altri due giocatori coinvolti in quanto pagati: Michael Boateng e Hakeem Adelakun, entrambi del Whitehawk FC (Conference South).
Fu il primo caso di una certa entità in Inghilterra dopo lo scandalo del 1964, dopo diversi casi analoghi recenti (e non) che avevano coinvolto Italia e Germania.
I siti di scommesse britannici avevano smesso di accettare puntate su tre squadre della settima e ottava serie inglese (Hornchurch, Billericay Town e Chelmsford City) per timore di irregolarità.
A marzo la Football Association aveva richiamato le squadre della Conference South, parte del sesto livello delle leghe inglesi, alle “responsabilità di giocatori e dirigenti riguardo alle regole sulle scommesse e la regolarità della FA”.
Pare che il segno distintivo che il match prestabilito fosse truccato era il cartellino giallo ad inizio match di uno dei coinvolti nel fixing (5mila euro per prendere il giallo).
Gli arresti furono eseguiti dopo che a novembre il Telegraph svolse un’inchiesta giornalistica incontrando sotto copertura a Manchester un uomo di Singapore che diceva di poter pilotare i risultati di diverse partite.
L’uomo disse, in una serie di conversazioni registrate di nascosto, che era possibile fare centinaia di migliaia di sterline scommettendo su siti asiatici e pagando alcuni giocatori perché prendessero gol, di solito cifre intorno alle 70 mila sterline (84 mila euro) per partita.
L’uomo aggiunse di essere in collegamento con Wilson Raj Perumal, originario di Singapore ma residente per alcuni anni a Londra, che è stato al centro di innumerevoli casi di scommesse illegali negli ultimi trent’anni e che ultimamente stava collaborando con la polizia ungherese per indagini sulla corruzione.
Raj Perumal era stato in carcere in Finlandia per calcioscommesse e avrebbe creato anche amichevoli internazionali che non si sono mai svolte, come un Turkmenistan-Maldive under 21 che sarebbe finito 3-2 ma di cui nessuno dei due paesi disse di saperne nulla.
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