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venerdì 3 dicembre 2021

Camere Ipobariche e Tende Ipossiche: Si Tratta Di Doping?

L'idea di soggiornare in altura è utile per ciclisti e non solo, per aumentare il trasporto e l’utilizzo di ossigeno nel sangue senza accusare gli effetti che invece comporta una prolungata esposizione all’ipossia (carenza di ossigeno).
Le mete privilegiate sono Sierra Nevada, Livigno, Stelvio e le Canarie nell’inverno europeo.
Anche se, secondo molti, i viaggi in altura erano un modo per nascondere e rendere più duraturi il massiccio uso di EPO ed altre sostanze dopanti.
In realtà con lo sviluppo di nuove tecnologie, molti atleti possono starsene comodamente a casa sperimentando le stesse condizioni, grazie ad apposite tende collegate ad una rumorosa pompa: in altitudine, la pressione parziale di ossigeno si abbassa, mentre l’apposita tenda è provvista di alcuni meccanismi che iniettano aria, con un ridotto contenuto di ossigeno, in un’area domestica ristretta.
Per la WADA (Agenzia Mondiale Antidoping) non si tratta di doping.


CAMERE IPOBARICHE E TENDE IPOSSICHE
Camere ipobariche o tende ipossiche servono per abituare il fisico a condizioni estreme (alta quota ad esempio).
La tenda ipossica riduce solo la quantità di ossigeno, invece la camera iperbarica riproduce non solo la diminuzione di ossigeno ma anche quella della pressione dell'aria.
La finalità, a fini scientifici e di ricerca, è anche studiare cosa accade nella fase dopo l'acclimamento.
Il preacclimatamento può anche avvenire in tenda ipossica per abbreviare i tempi di esposizione all'alta quota sulla montagna (si è già pronti alle nuove condizioni di temperatura ed ossigeno).
Nelle camere ipobariche viene riprodotto il diminuire della pressione dell'aria che si verifica salendo di quota e che causa la rarefazione dell'ossigeno.
Con camere di questo tipo è possibile studiare: tempo di esposizione, quote, condizioni di umidità, vento e temperatura. Si possono simulare quote sino ad oltre 8000 metri, nevicate e venti a 120 km/h.
Vengono studiati gli effetti sul corpo umano e le capacità di adattamento.
Queste macchine sono state originariamente sviluppate per i bisognosi che necessitano di più ossigeno per potersi curare; la pompa aspira l’aria attraverso una presa, e poi usa la reazione chimica per rimuovere l’azoto dell’aria, con due scarichi.
L’atleta si collega al tubo di scarico, in cui l’azoto viene convogliato in uno spazio sigillato.
L’aria all’interno della tenda viene monitorata al fine di garantire il livello voluto, con un un dispositivo a regolazione costante, che cattura l’ossigeno come detto senza diminuire però la pressione.
Nel mondo reale, ad alta quota vi è una condizione ipobarica: nella tenda invece l’ambiente è ipossico, si sostituisce parte della percentuale di "aria" con azoto; c’è solo un po ‘più di azoto e un po’ meno ossigeno rispetto alla normale ripartizione.
L’azoto impoverisce l’aria diminuendone la % di ossigeno.
In tal modo si ottiene la simulazione dell’altura.
Ma ciò cosa evidenzia a livelli di prestazione? L’ossigeno viene trasportato più velocemente nel sangue. Nei muscoli c’è maggiore trasporto di ossigeno che comporta minor fatica e migliori performance oltre a un miglioramento dei tempi e delle modalità di recupero da uno sforzo.


ESEMPI FAMOSI DI UTILIZZO
Oltre ai ciclisti (si ricorda ad esempio Bradley Wiggins), è molto utilizzata anche da chi deve andare in altura.
Nel mondo del calcio è utilizzata dalla nazionale spagnola e francese e pare che nel preparare i mondiali del 2010, secondo un tabloid inglese ben informato, Fabio Capello (CT ai tempi della nazionale Inglese) effettuò una serie di appositi esami nel ritiro pre-mondiale, in merito alla distinzione tra responders e non. Lo staff del London Altitude Centre sottopose tutti i giocatori ad una serie di test, atti a stabilire quali calciatori fossero influenzati positivamente dall’altitudine, e fornendo subito ai soggetti "geneticamente" inclini le tende ipossiche.

Benjamin Mendy (terzino del Manchester City e della Francia campione del mondo), a seguito di un duro allenamento sotto i 35 gradi, il 65% di umidità e a 3.200 metri di altitudine con solo il 14% di ossigeno nell’aria afferma: "Dentro non si respira, è molto faticoso, anche perché è caldissimo. Ma poi in campo si vola!".

Che sia una stanza in cui allenarsi o una tenda sotto la quale dormire, poco cambia: sul sito del produttore Altitude Center ci sono tutti i clienti: City, United e Liverpool.
Si possono citare anche atleti del passato quali Raul a Beckham, passando per Lance Armstrong, Cristiano Ronaldo ai tempi del Real, il tennista Djokovic, M.Bryan, A.Schwazer, giocatori di Football Americano ed anche LeBron James.
Queste camere sono utilizzate anche da molte nazionali sud-americane soprattutto quando devono recarsi nel temutissimo stadio Hernando Siles, a 3600 metri di altezza (La Paz, Bolivia).
Infatti gli oltre 3600 m di La Paz creano non poche difficoltà agli avversari, costretti a giocare in condizioni di aria rarefatta, con conseguenze quali affaticamento più rapido e maggior velocità dei palloni calciati. Condizioni cui invece i giocatori boliviani (giocando sempre lì) sono perfettamente abituati.
In un primo momento nel 2007, la FIFA aveva deciso di vietare che gare internazionali potessero svolgersi a più di 2500 m s.l.m. Il tutto ha generato inevitabili proteste non solo boliviane, ma pure da parte delle federazioni calcistiche dell'Ecuador (il cui stadio nazionale, l'Olímpico Atahualpa di Quito, sorge a 2850 m) e della Colombia (ove El Campín di Bogotà si trova a 2640 m).
La Bolivia per protestare organizzò una partita giocata su un improvvisato campo da calcio sulle Ande a oltre 5000 m per dimostrare che si può giocare a pallone anche a simili altitudini.
Il 27 giugno, la FIFA modificò la propria decisione, portando a 3000 m s.l.m. il limite massimo cui si può giocare una partita internazionale, ma ai boliviani venne concesso uno speciale permesso per poter giocare all'Hernando Siles.


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