"Se riescono a superare me, non avranno problema con gli altri in partita"
Con i Chicago Bulls vinse 6 titoli: 91, 92, 93, 96, 97 e 98 (più due ori olimpici: nel 84 e con il Dream Team nel 92).
MJ si ritirò una prima volta nel 1993 per poi tornare nel 1995. Tra l'altro in quel periodo venne girato anche il film Space Jam (poi uscito nel 1996) con altre star della NBA: Charles Barkley, Patrick Ewing, Larry Johnson, Muggsy Bogues e Shawn Bradley. In poche parole degli alieni rubano il talento di questi 5 giocatori della NBA per sfidare i Looney Tunes che sentendosi spacciati arruolano tra le proprie file MJ convincendolo a tornare a giocare a Basket.
Le cose per i Looney Tunes si mettono subito male ma grazie a discorsi motivazionali (appunto) ne verrà fuori una formidabile rimonta.
Conosciuto per la sua grande bravura e determinazione nel volersi sempre migliorare ma anche per alcuni atteggiamenti atti a spronare i suoi compagni di squadra facendoli rendere al meglio.
Per rendere l'idea in una partita degli anni 80 contro i San Diego Clippers di Lancaster Gordon, i Bulls vennero sconfitti facilmente con Jordan che giocò malissimo. Dopo la gara, andando verso gli spogliatoi, Gordon tira una pacca sul sedere di Jordan e gli dice "Buona partita".
Quando le due squadre s'incontrarono nuovamente, i Clippers furono distrutti.
"Nessuno può darmi una pacca sul sedere e dirmi buona partita"
Il croato Toni Kukoc venne scelto nel 1990 al Draft ma fino alla stagione 1993/94 non si trasferì negli USA.
Toni Kukoc: "In Europa hai il privilegio di poter crescere con più calma ma Jordan e Pippen non erano stati contenti della scelta. Un giocatore parcheggiato in Europa significa perdere una potenziale pedina utile nell’immediato, dovendo cercare un ripiego. Stavo per giocare nei Bulls campioni, tutti sono fortissimi. Arrivo a Chicago con l’idea di giocare con Michael, magari vincere un altro campionato e questa prospettiva svanisce quando Jordan si ritira"
Il ritiro nel 1993 del #23 influenzerà pesantemente le possibilità di vittoria dei Bulls, che l’anno successivo si fermeranno al secondo turno dei Playoff.
Alla fine, però, Jordan ritornerà, dando a Kukoc la possibilità di conoscerlo e di essere parte fondamentale di una squadra vincente.
"Mentre Scottie aveva un carattere più gentile, Michael era quasi sempre aggressivo nei miei confronti. Però, quando mi vedeva giù, veniva da me e dava una pacca amichevole sul sedere: 'Ti voglio bene, fratello jugoslavo'. Al che io rispondevo 'No, no: croato!' "
Uno dei più noti litigi fu quello in allenamento con tanto di rissa con il suo compagno Steve Kerr (nella pre-season 1995/96), ai tempi erano arrivati tanti volti nuovi: Bill Wennington, Toni Kukoc, Dennis Rodman e, appunto, Steve Kerr.Michael Jordan: "In quel periodo volevo che capissero cosa significava essere in trincea. Chi non lo sa, non è pronto quando inizia la guerra vera e propria. Steve Kerr e Luc Longley e tutti gli altri ragazzi, si facevano forti dei 3 titoli che avevamo vinto nel ’91 e ’92, ma loro non c’entravano un ca**o. Ma ormai giocavano per i Bulls. No, non è così: quando arrivai, eravamo una squadra di merda e dovevamo elevare il nostro gioco per tornare ad essere una squadra da titolo. Bisogna attenersi a certi standard. Non si può cazzeggiare. Non puoi arrivare scherzando e ridendo. Devi essere pronto a giocare.
Quindi, un giorno, durante un allenamento Phil mise Steve Kerr a marcarmi. Phil sentì la mia aggressività e cercò di calmarmi chiamando dei falli stupidi. Mi arrabbia e gli dissi: 'Così proteggi lui, ma questo non ci aiuta per quando affronteremo New York o altre squadre fisiche'. Lo fece di nuovo e lo colpii dicendo: 'Vuoi un fallo su Steve Kerr? Eccolo'. Mi colpì al petto, io risposi e gli tirai un pugno all’occhio. E Phil mi cacciò dall’allenamento"
Questa invece la versione di Steve Kerr: "Quando iniziò il training camp, Michael era in una forma incredibile, ma era anche molto arrabbiato. Una rabbia che proveniva dalle sconfitte. Quindi ogni giorno di quel training camp era una guerra con lui. Ci insultava spesso. Eravamo stati messi in squadre diverse durante uno scrimmage. E cominciò a fare il suo solito trash talking. Io ero nervoso perché ci stavano facendo il culo. Penso di avere una grande pazienza di base, ma ad un certo punto scatto. Perché anch’io, come lui, sono una persona estremamente competitiva. Di solito non sono tanto forte da avere la meglio, ma ci provo. Combatto"
Michael Jordan: "In doccia pensai: 'Ho picchiato il più piccolo in campo'. E mi vergognai. Salii in macchina e tornai al Berto Center e chiesi il numero di Steve Kerr. Chiamai Steve, mi scusai: 'Senti amico, non ce l’avevo con te. mi sento in colpa'. Si guadagnò il mio rispetto, perché non si era fatto intimorire in quella situazione"
Kerr si è recentemente aperto sull'argomento: "Mi ha chiamato più tardi quel giorno e si è scusato. In un modo strano, è stato quasi un passo necessario nella nostra relazione. E da quel momento in poi, penso che mi abbia capito molto meglio e viceversa. Andavamo molto d’accordo e gareggiavamo insieme e penso che si fidasse di più di me. Quindi alla fine è stato un litigio positivo. Ma non ne abbiamo mai parlato da allora. Ad essere sincero, non ci penso mai, ma mi viene chiesto perché è una situazione unica"
Riguardo Luc Longley si ricorda quello che successe nel 1997 in finale di Conference contro gli Utah Jazz (serie 2-2). Ad inizio del quarto quarto il punteggio è di 77 pari.
A 40 secondi dalla fine, Michael Jordan va in lunetta per portare i Chicago Bulls avanti nel punteggio, ma il secondo libero gli esce corto. I taglia fuori dei Jazz non sono di certo dei migliori e il rimbalzo lo prende proprio Jordan che dopo uno scarico dal post alto infila la tripla del +3 con appena 25 secondi da giocare. Possesso veloce dei Jazz che si riportano sotto di uno con la schiacciata di Greg Ostertag su assist di Stockton.
Michael Jordan riceve la rimessa ma i Jazz non fanno fallo, così The Air passa a Steve Kerr sulla metà campo e grazie ad un triangolo con Kukoc la palla arriva a Luc Longley, smarcato e liberissimo di allargarsi e portare il cronometro a 0, con soli 7.3 secondi dalla sua ricezione e con i Bulls in vantaggio 88 a 87. Longley però, sotto canestro, schiaccia e riporta i suoi sul +3, lasciando un possesso comodo ai Jazz con 6.2 secondi. Una scelta assolutamente folle. L’espressione di Jordan è tutto un programma: rabbia ed odio ma anche gioia. Ma il pallone è degli Utah. Gli uomini di Sloan subiscono fallo e Stockton in lunetta sbaglia un libero che condanna definitivamente la sua squadra.
Dennis Rodman vincitore di 5 titoli (3 a Chicago e 2 con i Bad Boys di Detroit), il verme, colui che frequentò tantissime donne e ne combinò di tutti i colori come quando (da avversario) nelle finali del 1991 scaraventò a terra il futuro compagno Pippen con un fallo assolutamente gratuito e cattivo o come quella volta che venne trovato in un parcheggio dell'arena dei Pistons con un fucile o si prese una squalifica di 11 partite nel 1997/98 dopo aver preso a calci un fotografo a bordocampo (pare abbia anche 28 fratelli): "Se giocasse ora, Michael farebbe 50 punti partita. Per come chiamano i falli oggi, non avrebbe problemi. Allora c’erano difese durissime, ma lui non si tirava mai indietro. E non si è mai riposato una volta: giocava ogni singola partita, non me ne ricordo una saltata per riposarsi. Duranti i miei tre anni a Chicago non abbiamo mai parlato al di fuori del campo. Venivo pagato per quello che facevo sul rettangolo di gioco e non per le conversazioni. Quindi non ho mai avuto conversazioni con Pippen né con Jordan se non quelle in mezzo al campo durante le partite"
"LeBron James se avesse giocato negli anni 80 o 90 sarabbe stato un giocatore normale. Non è paragonabile a Jordan, né come gioco né come carisma"
"È sopravvalutato perché è bianco" (quando giocava a Detroit disse di Larry Bird)
"Io, Mike (Jordan) e Scottie (Pippen) abbiamo rivoluzionato il gioco. Il modo in cui tutti giocano adesso, è quello che noi giocavamo vent’anni fa. E ora all’improvviso tutti parlano di Big Three. Adesso? Veramente? Noi eravamo i Big Three. Abbiamo costantemente vinto campionati. E l’unica ragione per cui non abbiamo conquistato il quattro anello di fila è perché Mike ha detto: 'Voglio X milioni di dollari'. E loro non volevano darglieli, quindi se ne n’è andato, io me ne sono andato, Scottie se ne andò e Phil Jackson se ne andò. Aspettavamo tutti Michael. È così che è finita la corsa"
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