Donnie Ray Moore nacque il 13 febbraio 1954 e morì il 18 luglio 1989 (suicidio).
Fu un closer(pitcher) della Major League Baseball (MLB) che giocò per i Chicago Cubs (1975, 1977-79), St. Louis Cardinals (1980), Milwaukee Brewers (1981), Atlanta Braves (1982-1984) e California Angels (1985-1988).
Egli è conosciuto per aver concesso un importante home run nel 1986 nell'American League Championship Series.
CARRIERA
In una carriera di 13 stagioni, Moore ha registrato un record di 43-40 con 89 saves, 416 strikeout e un 3.67 ERA in 655 innings.
Venne selezionato come un All-Star nel 1985.
Tuttavia Moore è maggiormente ricordato per l'home run concesso a Dave Henderson in gara 5 del 1986 nell'American League Championship Series permettendo ai Boston Red Sox di vincere la partita e la serie.
GAME 5 1986
La partita ebbe luogo il 12 ottobre 1986 ad Anaheim(3-1 per gli Angels nella serie).
Gli Angels erano avanti 5-2 prima di entrare nel nono inning, poi Witt concesse a Don Baylor 2 punti per il 5-4.
Quando Moore entrò(dopo Lucas), c'erano due out e un corridore in prima (Rich Gedman, che era stato colpito da un lancio).
Gli Angels erano ad un passo dall' avanzare alle World Series per la prima volta nella storia della franchigia. Dopo 2 strike e poi 2 ball, Dave Henderson colpì sul conteggio di 2-2 un fuoricampo, dando ai Red Sox un vantaggio di 6-5.
Tuttavia gli Angels furon in grado di segnare una run nella parte inferiore del nono, spingendo la partita negli extra-inning.
Gli Angelw non segnarono nella parte inferiore del 11 e persero 7-6.
Nella serie, Boston accorciò sul 3-2, con due partite da giocare a Fenway Park.
Tuttavia, gli Angels persero entrambe le partite: 10-4 e 8-1.
IL SUICIDIO DI MOORE
Nella percezione del pubblico, Moore divenne il simbolo di quella sconfitta.
Per i successivi due anni, i fan stessi degli Angels fischiarono Moore.
Anche i giornali ci diedero dentro ricordandogli sempre quella partita.
Moore stava combattendo con un infortunio che lo tormentava ormai da tempo, egli in seguito venne rilasciato dagli Angels e firmò per i Kansas City Royals nella stagione 1989.
Tuttavia nello stesso anno terminò la sua carriera, visto che venne dirottato nelle leghe inferiori.
Il 18 luglio del 1989, Moore ebbe una discussione con la moglie Tonya e le sparò tre volte.
Il fattaccio avvenne sotto gli occhi dei loro tre figli nella loro casa di Anaheim Hills.
Tonya Moore e la figlia Demetria fuggirono dalla casa e quest'ultima portò sua madre in ospedale.
Entrambe sopravvissero alla sparatoria.
Tornato dentro casa, sotto gli occhi di uno dei suoi figli, Moore si suicidò sparandosi.
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sabato 19 luglio 2014
La Storia Di Donnie Moore: Tentato Omicidio e Suicidio (MLB)
mercoledì 7 maggio 2014
La Storia Di Jovan Belcher: Omicidio e Suicidio (NFL)
Jovan Belcher, nasce il 27 luglio del 1987 e diventa linebacker dei Kansas City Chiefs nel 2010.
Era un inside linebacker, per essere precisi.
E se vogliamo andare ancora più nel particolare era quello che in gergo viene chiamato un “2-down ‘backer”, perché utilizzato solitamente nei primi due down, vista la sua attitudine a stoppare le corse, per essere tolto nelle situazioni di terzo down, quello solitamente dove nella maggior parte dei casi ci si affida al gioco aereo.
Belcher aveva firmato a marzo del 2012 il suo primo contratto: un annuale da 1,927 milioni di dollari.
Jovan non venne scelto al draft dopo i quattro anni di college alla University of Maine, tutt’altro che l’elite del college football.
Firmato come undrafted free-agent dai Chiefs, Belcher era riuscito a ritagliarsi contro pronostico un posto in squadra al termine del training camp come linebacker di riserva e giocatore degli special teams. Sostanzialmente il gradino più basso della scala sociale dell’NFL, ma già un successo per coloro che non vengono selezionati nei 7 rounds del draft.
Poi nei primi 3 anni di carriera Belcher aveva lavorato duro e si era guadagnato i gradi sul campo, diventando uno dei due ILB titolari dei Chiefs e l’annuale da quasi 2 milioni di dollari.
Un discreto giocatore con una carriera, insomma, in costante ascesa sino a dicembre 2012, quando successe il fattaccio.
L'OMICIDIO E IL SUICIDIO
Jovan uccise la propria fidanzata e madre della loro figlia di tre mesi, la 22enne Kasandra Perkins e poi si suicidiò sparandosi un colpo in testa nel parcheggio del proprio stadio, davanti agli occhi del suo allenatore Romeo Crennel, del general manager Scott Pioli e del coach dei linebacker Gary Gibbs.
Una tragedia immane e le cui spiegazioni sono ancora lontane dall’essere trovate, se mai ci saranno e si riuscirà a capirle.
Sembra che comunque tra i due la relazione fosse abbastanza degenerata, comunque non un motivo valido per quello che è successo.
DOPING?
Il problema degli steroidi sicuramente non si pone in NFL, ma la lega sta alzando sempre di più il livello dei controlli.
Alla prima positività per PEDs (performance-enhancing drugs) si viene sospesi 4 partite, senza stipendio. Al secondo test positivo, stop di un anno senza stipendio.
E Belcher non era mai stato sospeso, mentre diversi suo colleghi sono caduti sotto la scure del commissioner Goodell durante la stagione.
E no, Belcher non può nemmeno essersi salvato dalla squalifica perché scampato fortunosamente ai test: il nuovo contratto collettivo prevede che tutti i giocatori NFL siano controllati almeno una volta durante il training camp e/o la pre-season.
Poi, durante la stagione, ogni settimana ne vengono sorteggiati 10 per squadra da testare.
Ergo Belcher è stato sottoposto al controllo almeno una volta quest’anno, se non di più.
Poi sull'effettiva capacità dei test Antidoping di trovarti dopato, si apre un capitolo a parte.
Ma questo vale per qualsiasi sport(calcio compreso).
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Era un inside linebacker, per essere precisi.
E se vogliamo andare ancora più nel particolare era quello che in gergo viene chiamato un “2-down ‘backer”, perché utilizzato solitamente nei primi due down, vista la sua attitudine a stoppare le corse, per essere tolto nelle situazioni di terzo down, quello solitamente dove nella maggior parte dei casi ci si affida al gioco aereo.
Belcher aveva firmato a marzo del 2012 il suo primo contratto: un annuale da 1,927 milioni di dollari.
Jovan non venne scelto al draft dopo i quattro anni di college alla University of Maine, tutt’altro che l’elite del college football.
Firmato come undrafted free-agent dai Chiefs, Belcher era riuscito a ritagliarsi contro pronostico un posto in squadra al termine del training camp come linebacker di riserva e giocatore degli special teams. Sostanzialmente il gradino più basso della scala sociale dell’NFL, ma già un successo per coloro che non vengono selezionati nei 7 rounds del draft.
Poi nei primi 3 anni di carriera Belcher aveva lavorato duro e si era guadagnato i gradi sul campo, diventando uno dei due ILB titolari dei Chiefs e l’annuale da quasi 2 milioni di dollari.
Un discreto giocatore con una carriera, insomma, in costante ascesa sino a dicembre 2012, quando successe il fattaccio.
L'OMICIDIO E IL SUICIDIO
Jovan uccise la propria fidanzata e madre della loro figlia di tre mesi, la 22enne Kasandra Perkins e poi si suicidiò sparandosi un colpo in testa nel parcheggio del proprio stadio, davanti agli occhi del suo allenatore Romeo Crennel, del general manager Scott Pioli e del coach dei linebacker Gary Gibbs.
Una tragedia immane e le cui spiegazioni sono ancora lontane dall’essere trovate, se mai ci saranno e si riuscirà a capirle.
Sembra che comunque tra i due la relazione fosse abbastanza degenerata, comunque non un motivo valido per quello che è successo.
DOPING?
Il problema degli steroidi sicuramente non si pone in NFL, ma la lega sta alzando sempre di più il livello dei controlli.
Alla prima positività per PEDs (performance-enhancing drugs) si viene sospesi 4 partite, senza stipendio. Al secondo test positivo, stop di un anno senza stipendio.
E Belcher non era mai stato sospeso, mentre diversi suo colleghi sono caduti sotto la scure del commissioner Goodell durante la stagione.
E no, Belcher non può nemmeno essersi salvato dalla squalifica perché scampato fortunosamente ai test: il nuovo contratto collettivo prevede che tutti i giocatori NFL siano controllati almeno una volta durante il training camp e/o la pre-season.
Poi, durante la stagione, ogni settimana ne vengono sorteggiati 10 per squadra da testare.
Ergo Belcher è stato sottoposto al controllo almeno una volta quest’anno, se non di più.
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