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giovedì 27 novembre 2014

La Storia Di Dennis Rodman: Controversie, Alcool, Arresti

Dennis Rodman nasce nel 1961.
Diventa ovviamente famoso, The Worm, con i Chicago Bulls con i quali vince 3 titoli NBA.
In realtà già prima di approdare ai Bulls aveva vinto 2 titoli con i Detroit Pistons.
7 volte miglior rimbalzista, 2 volte difensore dell'anno.
Conosciuto anche per il suo modo di comportarsi dentro e fuori dal campo.
La sua carriera ad alti livelli termina nel 1998, quando lascia i Bulls, poi va ai Lakers, infine ai Mavericks. Poi lascia la NBA.


CONTROVERSIE, ALCOOL ED ARRESTI
Rodman era conosciuto per il suo comportamento fuori dagli schemi e per l'aspetto stravagante, notoriamente incline a bestemmiare in pubblico o durante le dirette televisive, si presentava con numerosi tatuaggi, orecchini e piercing e spesso si tingeva i capelli con colori brillanti molto prima che diventasse una moda comune.
Nel 1991 con un fallaccio violento e gratuito scaraventò a terra Scottie Pippen dei Bulls (poi i due diventeranno compagni di squadra a Chicago).

All'epoca dei Pistons fu anche protagonista di un tentato suicidio: "Non sono mai stato amato da nessuno, nemmeno da mia madre e da mio padre. Cercavo qualcosa che mi facesse stare bene. Quando sono arrivato a Detroit non ero abituato a ricevere così tanto affetto, così tanto amore. Non sapevo cosa stava succedendo. Poi un giorno la franchigia ha cominciato a disgregare la squadra e mi sono sentito tradito. Ero così innamorato del modo in cui mi amavano in città che non sopportavo l’idea di perdere tutto questo. Ero solo. Non avevo nessuno a cui rivolgermi. Così un giorno scrissi un biglietto d’addio e andai al parcheggio dell’Arena. Avevo una pistola in mano, pronto a farla finita, ma per qualche motivo ho iniziato ad ascoltare musica in macchina. Erano i Pearl Jam con "Even Flow" e "Black". Poi mi sono addormentato. Quando mi sono svegliato avevo tutta la polizia attorno a me. Non capivo cosa stava succedendo perché mi ero completamente dimenticato del motivo per cui ero lì. Il Basket non c’entrava nulla, mi sentivo solo. E quando sono arrivato all’NBA, non mi aspettavo che l’NBA fosse così. Non sapevo che le franchigie potessero scambiare giocatori così facilmente. Questo è ciò che mi ha spinto a quel punto"

In seguito passerà ai Bulls con MJ e Pippen vincendo 3 titoli.
Durante le finali NBA del 1997, giocate dai suoi Bulls con gli Utah Jazz di Stockton e Malone, era il più odiato dal pubblico mormone.
E Dennis, grande istrione, a provocarli dopo ogni stoppata o rimbalzo.
Con anche delle inequivocabili imprecazioni che facevano impazzire di rabbia il devoto pubblico dell'allora Delta Center.

"Ma come si fa a vivere in questo posto?" (diceva di Salt Lake City)

Così, appena finiva la partita delle finali NBA, prendeva l'aereo, andava a Las Vegas (non lontanissima da lì) e passava la notte tra casinò e maratone di sesso.
Poi tornava a Salt Lake City e marcava Karl Malone.
Durante la sua breve permanenza a Dallas, Dennis è stato squalificato una volta, espulso due e multato più volte dalla NBA. Una volta nel 1997 prese a calci un fotografo a bordocampo ricevendo una squalifica di 11 partite.
Rodman ha partecipato ad alcuni incontri della WCW di Wrestling.
Il suo primo match fu a Bash At The Beach 1997, il 13 luglio.
Era in squadra con Hogan e perse contro Lex Luger e Big Show.
A Bash At The Beach 1998, Rodman e Hogan sconfissero Karl Malone e Diamond Dallas Page.
Disputò il suo terzo e ultimo incontro il 14 agosto 1999 a Road Wild, perdendo contro Randy Savage.
Nonostante queste sporadiche apparizioni, Rodman fece comunque infuriare i dirigenti della compagnia perché spesso non partecipava agli incontri nei quali doveva promuovere gli eventi in pay-per-view.
Inoltre, nel secondo incontro, sembrava ubriaco.
Indossò un abito da sposa all'incontro per la promozione della sua autobiografia Bad As I Wanna Be (uscito in Italia con il titolo "Cattivo Come Voglio Essere").
A parte il suo abbigliamento che definire appariscente è molto riduttivo e lasciando perdere argomenti da gossip come la relazione con Madonna o il matrimonio lampo (si dice sia durato solo nove giorni) con Carmen Electra (pare fosse ubriaco fradicio davanti al prete, incapace di intendere e di volere), una volta è stato anche arrestato a Las Vegas e accusato di guida in stato di ebrezza.
Nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio del 2008, dopo una lite con una donna, conosciuta poco prima al bar di un albergo di Los Angeles venne nuovamente arrestato.
Infatti l'ex cestista avrebbe provocato delle escoriazioni alla ragazza, strattonandola per un braccio.
Il manager di Rodman, Darren Prince, ha spiegato che il suo assistito ha agito così "perché probabilmente aveva bevuto troppo".
Prince spiegò anche che ai tempi Rodman aveva seri problemi con l'alcool (si ricorda anche un'apparizione sul palco con i suoi idoli Pearl Jam, completamente ubriaco ovviamente):
Nel 2010 intervenendo al Jorge Sedano Show durante l'intervista pare che facesse nel mentre sesso orale con una ragazza.
Nel 2012 entrò in causa con Michelle, la sua terza moglie, redo di non aver pagato gli alimenti a lei e ai suoi figli.
Rodman, ai tempi, era in debito di 860.000 dollari in alimenti arretrati.
Secondo quanto riportarono i documenti presentati al tribunale di Orange County (California) da Linnea Willis, avvocato del "Verme"  è "gravemente malato" e le sue condizioni economiche sono pessime.
Per non parlare dei 5.000 dollari che deve versare per il mantenimento di un bambino avuto da un precedente matrimonio.
"In tutta sincerità, Dennis è alcolizzato" ha affermato il suo consigliere finanziario Peggy Williams.
La sua malattia gli impedisce di trovare lavoro, quest'ultimo divorzio l'ha portato sull'orlo del baratro.
È molto provato e malato. E non fa che peggiorare" ha aggiunto.
Tra 2013 e 2014 pare abbia deciso di ricoverarsi per sconfiggere i problemi d'alcool.


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domenica 23 novembre 2014

Migliori Manager Britannici Che Hanno Allenato All'Estero (Calcio)

Iniziamo col dire che fare liste del genere è sempre difficile.
In questo articolo vedremo manager inglesi che hanno avuto maggior successo all'estero che non in patria, facendo una specie di classifica(ovviamente soggettiva).
Non potendo comunque ignorare altri del calibro di Tony Waiters, che vinse un titolo nordamericano con i Whitecaps di Vancouver e fu l'unico ct a portare il Canada alle  finali di Coppa del Mondo.
Senza scordarci di Herbert Kiplin, che fondò il Milan(fu anche allenatore e giocatore).
Altri nomi importanti furono Herbert Burgess(allenò in Ungheria ed Italia), Robert Firth, Ralph Kirby(Barcellona con i quali vinse 1 Copa del Rey), Harry Lowe(Espanyol e Real Sociedad) e Bob Spottiswood(all'Inter con alterne fortune).
L'irlandese Patrick O'Connell fu una specie di leggenda a Siviglia, visto che portò il Betis al titolo nel 1934/35, invece nel 1936/37 vinse anche il titolo con il Barcellona.


Classifica:

12) Jesse Carver
Anche se ha vinto un solo scudetto con la Juventus, ha anche guidato l'Olanda, Lazio, Inter, Genoa, Torino e Roma.
Era conosciuto per ottenere vittorie praticando un calcio davvero elegante.


11) Teddy Duckworth
Dopo la carriera da giocatore in Inghilterra, allenò praticamente solo in Svizzera.
Vinse 4 campionati con il Servette, 1 coppa di Svizzera ed 1 argento alle Olimpiadi sempre con la Svizzera.


10) Jack Kirwan
Anche se ha giocato per l'Irlanda a livello internazionale, Kirwan è nato in Inghilterra e ha giocato per gli Spurs, Chelsea e Everton.
Nel 1910, è diventato il primo allenatore professionista dell' Ajax, il club che avrebbe continuato a rivoluzionare il calcio nel 1970.
Dopo un anno, li condusse alla promozione.


9) Vic Buckingham
Buckingham, insieme all'altro inglese Reynolds(che troveremo più avanti) fu tra i pionieri del Calcio Totale in Olanda.
Infatti egli sostenne la necessità di mantenere il possesso palla il più possibile.
Pertanto curò molto la precisione dei passaggi fra i giocatori.
Impose un gioco offensivo in grado produrre un alto numero di realizzazioni.
Guidò l’Ajax dal ’59 al ’61, con successo(1 campionato ed 1 coppa di Olanda), poi ancora nel 1964/65, prima di essere sostituito da Michels nel corso di una stagione piuttosto deludente.


8) Arthur Johnson
Dopo Miguel Muñoz, nessuno è riuscito più di Arthur Johnson a vincere al Real Madrid.
Dieci anni al timone tra 1910-1920 ha portato 4 campionati e la prima Copa del Rey.


7) Jack Greenwell
Solo Johann Cruyff ha gestito il Barcellona per più stagioni consecutive di Greenwell.
Tra il 1917 e il 1923, Greenwell ha vinto 6 campionati e 2 Copa del Rey.
Egli ha vinto anche in Perù un campionato sudamericano, diventando l'unico non-sud americano a vincere quel trofeo.
Ha inoltre guidato i rivali locali del Barcellona, ovvero l'Espanyol, vincendo la Copa del Rey.


6) Jimmy Hogan
Gustav Sebes, allenatore della squadra ungherese che battè l'Inghilterra 6-3 a Wembley, disse "Abbiamo giocato a calcio come Jimmy Hogan ci ha insegnato.
Quando la nostra storia viene raccontata, il suo nome dovrebbe essere scritto in lettere d'oro".
Hogan collaborò con Hugo Meisl allenando il Wunderteam austriaco, iniziando una rivoluzione nel calcio europeo con innovazioni quali movimento fluido, passaggio corti e stretti, controllo della palla.
Inoltre è stato chiamato "il padre del calcio tedesco".


5) William Garbutt
Garbutt era, ed è ancora, un modello per i manager in Italia.
Rivoluzionò il Genoa in tutto e per tutto, vincendo 3 scudetti con loro.
Lui aveva nel sangue la passione per il gioco del calcio e l'idea che solo un collettivo autentico, ben amalgamato, potesse conquistare il successo.
Così il suo lavoro, che era quello tipico del "manager" all'inglese (cioè di mera gestione dei giocatori della prima squadra), si sviluppava in due direzioni.
La prima era l'inse­gnamento dei fondamentali.
Considerava inammissibile che un giocatore "avesse un solo piede" e chi si azzardava a confessarlo veniva immediata mente sottoposto alla cura del caso.
Che consisteva nel doversi togliere la scarpa dal piede "buono" prima di entrare in campo per l'allenamento e la partitella.
Calciare il durissimo pallone di cuoio con il piede nudo equivaleva a immolarne l'integrità, sicché dopo qualche goffo tentativo era giocoforza industriarsi con l'estremità analfabeta e forzarla a un minimo di collaborazione tecnica.
L'altra direttrice era il consolidamento del gruppo, che curava nello spogliatoio, al riparo da orecchie estranee.
Pretendeva dai suoi il gioco di squadra, l'aiuto reciproco e ovviamente il rispetto delle direttrici di massima del Metodo, la tattica allora imperante, indispensabile per garantire equilibrio alle forze in campo tra difesa e attacco.
Garbutt se ne andò al profilarsi del conflitto mondiale, non appena riportati i colori rossoblu allo scudetto, ma sarebbe tornato dopo la guerra, avviando una lungo ciclo che lo avrebbe portato in giro per varie piazze d'Italia.Garbutt introdusse anche sistemi che restarono poi a lungo di uso corrente, come i pioli in fila sul campo che i giocatori dovevano superare palla al piede scartandoli senza farli cadere, o i palloni appesi a una corda e tirati sempre più su per addestrare gli atleti al l'elevazione e al colpo di testa.
Guidò anche la Roma, poi il Napoli.
Andò a vincere anche una Liga con l'Athletic Bilbao.


4) James Richardson Spensley
Prima di Garbutt, il Genoa vinse il suo primo campionato con il manager inglese James Richardson Spensley.
Egli è ancora considerato uno dei padri del calcio italiano, dato che vinse 6 campionati da giocatore/allenatore.


3) Jack Reynolds
Il secondo manager inglese dell' Ajax che però ebbe un impatto maggiore di Kirwan: egli infatti può essere messo a fianco di allenatori del calibro di Rinus Michels(uno dei pionieri del calcio olandese).
A lui è accreditato la costruzione del famoso settore giovanile dell'Ajax, avendo tra l'altro posto anche le basi per il Calcio Totale che avrebbe poi cambiato il calcio mondiale.
Nei suoi insegnamenti, Reynolds dà molta importanza al controllo di palla, alla tecnica individuale.
Sostiene che l’attacco è la miglior forma di difesa.
Inoltre, elemento di fondamentale importanza per il futuro, richiede che a tutti i livelli l’Ajax giochi allo stesso modo e dunque anche nelle formazioni giovanili.
Inoltre, vinse 8 campionati ed 1 Coppa d'Olanda, allenò anche la nazionale.


2) George Raynor
Fu il primo inglese ad arrivare in una finale di Coppa del Mondo(1958 con la Svezia, dove andarono addirittura in vantaggio contro il Brasile di Pelè, prima di essere sconfitti 5-2).
Nel 1954 sempre con la Svezia arrivò al terzo posto.
Con gli stessi vinse anche una medaglia d'oro olimpica.
Dopo aver guidato diverse squadre svedesi e come detto la loro nazionale andò ad allenare in Italia(Juventus e Lazio), per poi tornare alla Svezia sino ai primi anni 60.


1) Fred Pentland
Iniziò come allenatore guidando la nazionale francese dove venne sconfitto in semifinale dell'Olimpiadi, poi guidò il Racing Santander, prima di andare al Bilbao dove si consacrò.
Il passing football utilizzato dalla Spagna per vincere Euro 2008 e la Coppa del Mondo due anni dopo, lo si deve sicuramente a Fred Pentland, che lo introdusse durante la sua carriera all' Athletic Bilbao negli anni '20 e '30.
Ha vinto due campionati e due Copa del Rey  ed è stato allenatore della nazionale spagnola quando sono diventati la prima squadra non britannica a sconfiggere l'Inghilterra.
Pentland è ancora visto come una sorta di figura paterna in Spagna e il suo compleanno è ancora celebrato a Bilbao.
Nel 1931 inflisse al Barcellona, sempre con il Bilbao, una batosta storica: 12-1.


ANNI RECENTI
Roy Hodgson
Ebbe il merito d'introdurre la marcatura a zona in Svezia.
Sempre in Svezia vinse 4 campionati e 2 coppe di Svezia.
Vinse 1 titolo anche con il Copenaghen in Danimarca.
Guidò Svizzera, Finlandia ed allenò anche in Italia(Inter ed Udinese).
Portò la Svizzera ai mondiali americani del 1994, gli svizzeri mancavano il grande appuntamento dal 1966.


Bob Houghton
Insieme a Roy Hodgson, rivoluzionò il modo di giocare in Svezia con una marcatura a zona ed un calcio offensivo, basato sul pressing e sul 4-4-2.
Nel 1974 Houghton fu assunto come allenatore della squadra svedese del Malmö, che, con il suo modulo di gioco allora inedito per la Svezia, condusse alla conquista di 3 campionati e 3 Coppe di Svezia.
Con Houghton in panchina la squadra guadagnò inoltre una certa fama a livello internazionale raggiungendo la finale di Coppa dei Campioni nel 1979 (persa contro il Nottingham Forest)e giocando anche la Coppa Intercontinentale (il Malmö aveva giocato la partita a causa della rinuncia del Nottingham Forest).
Nel 1980, dopo una breve esperienza in Grecia con l'Ethnikos Pireo, Houghton tornò in Inghilterra sulla panchina del Bristol City, da cui si dimise nel 1982 dopo una sconfitta contro il Wimbledon.
Passato al Toronto Blizzard, con cui raggiunse la finale nel 1984 (ultima edizione della NASL), Houghton allenò per due anni la squadra saudita dell'Al-Ittihad (con cui vinse una coppa di Lega nel 1986) per poi tornare, nel 1987, in Svezia, sulla panchina dell'Örgryte.
Negli anni novanta Houghton, dopo aver allenato per una seconda volta il Malmö e l'Al-Ittihad, ebbe delle brevi esperienze sulla panchina dello Zurigo e del Colorado Rapids per poi passare, a partire dal 1997, ad allenare squadre nazionali, esordendo come commissario tecnico della nazionale cinese.
Dopo aver ricoperto alcuni incarichi dirigenziali per diverse squadre cinesi, nel 2005 Houghton riprese la carriera di commissario tecnico dapprima sulla panchina della nazionale uzbeka, quindi, dal 2006 fino al 2011, su quella della nazionale indiana, contribuendo ad un miglioramento nei risultati e nelle prestazioni della squadra.


Terry Venables
Negli anni 80, dopo aver allenato l'Australia, vinse 1 Liga ed 1 Copa del Rey con il Barcellona.
Per il Barcellona il titolo mancava da ben 11 anni


Josh Toshack
Il gallese, nel 1984, fu ingaggiato dallo Sporting Lisbona, l'anno successivo passò alla Real Sociedad.
Con la squadra basca iniziò il suo periodo d'oro in Spagna.
Nel 1987 vinse la Copa del Rey.
Nel 1989 passò al Real Madrid che portò alla conquista della Primera División nel 1990.
Nel 1991 tornò al Real Sociedad, prima di passere nel 1995 al Deportivo la Coruna, con cui vince la Supercopa de España 1995.
In estate lascia la Spagna per tentare l'avventura in Turchia dove è ingaggiato dal Beşiktaş, vince la Coppa di Turchia e a metà della stagione il 24 febbraio 1999 abbandona la squadra per tornare al Real Madrid.
La seconda stagione resiste appena 11 partite e il 17 novembre la squadra madrileña lo licenzia.
A questo punto Toshack inizia a girovagare per l'Europa con poca fortuna: dal 7 ottobre 2000 al Saint-Étienne, che lascia dopo 12 partite il 22 dicembre per tornare ancora al Real Sociedad, rimanendo fino all'11 marzo 2002, sempre nello stesso anno e sino al 28 gennaio 2003 guida il Catania e il 19 gennaio 2004 è alla guida del Real Murcia, fino al 30 giugno.


Bobby Robson
Dopo aver guidato la nazionale inglese, si spostò in Olanda per guidare il PSV Eindhoven con il quale vinse il campionato olandese sia nella stagione 1990-1991 che nella 1991-1992.
Tuttavia, nelle competizioni europee la squadra non fece i progressi sperati dall'ambiente e Robson fu informato che avrebbe dovuto lasciare il club al termine della stagione 1992.
Andò quindi allo Sporting Lisbona nel luglio del 1992, dove ebbe un giovane José Mourinho, futuro allenatore di Porto, Chelsea e Inter, come interprete e anche assistente (preparava le partite e allenava i portieri).
Nella sua prima stagione in carica guidò il club ad un terzo posto finale, pur essendo in conflitto con il presidente della società José Sousa Cintra, in quanto questi spesso acquistava i giocatori senza il suo consenso.
Robson fu licenziato a dicembre del 1993 con la squadra al vertice del campionato.
Il Porto, rivale dello Sporting, ingaggiò prontamente Robson, con Mourinho designato come vice allenatore. Il Porto versava in cattive condizioni al momento del suo arrivo e la già scarsa presenza di pubblico si ridusse a diecimila spettatori.
La squadra batté immediatamente proprio l'ex società di Robson, lo Sporting, nella finale di Coppa di Portogallo, facendo seguire a quel trionfo la vittoria del Campionato portoghese nelle stagioni 1994-1995 e 1995-1996.
Tale fu l'impatto dell'allenatore inglese al Porto che egli divenne conosciuto dai tifosi locali come "Bobby Five-O", in onore delle partite che il Porto vinse per 5-0, e nel 1995 siglò un nuovo contratto con la società. Pur avendo sofferto di un melanoma maligno durante i primi mesi della stagione 1995-1996, Robson guidò ancora con successo il Porto alla difesa del titolo.
Nel corso dell'estate del 1996, una conversazione telefonica effettuata dal vice presidente del Barcellona Joan Gaspart per discutere di Luís Figo si risolse in un'offerta da parte del club spagnolo.
Robson rilevò l'incarico nel luglio di quell'anno, avendo ancora come assistente Mourinho.
Una delle decisioni chiave prese da Robson durante la sua breve reggenza al Barcellona riguardò l'acquisizione per 19,5 milioni di dollari di Ronaldo, che si dimostrò essere decisivo in una stagione che vide il club vincere Coppa del Re, Supercoppa spagnola e la Coppa delle Coppe.
Il Barcellona fu anche eletto squadra dell'anno del 1996-1997 dall'International Federation Of Football History & Statistics.
In seguito tornò al PSV con un accordo a breve termine valido per il 1998-1999 nel quale il PSV mancò la vittoria del campionato, terminando terzo dietro Feyenoord e Willem II.


Steve Nicol
La leggenda del Liverpool, venne nominato Major League Soccer Coach Of The Year nella sua prima stagione come manager dei New England Revolution nel 2002 e il suo regno di 10 anni negli Stati Uniti è in gran parte visto come un successo.
I Revolution vinsero il titolo nel 2008.


Steve McClaren
L'ex manager del Middlesbrough aveva visto la sua reputazione rovinata da un regno terribile come allenatore dell'Inghilterra con mancata qualificazione per il Campionato Europeo 2008, si trasferisce in Olanda per re-iniziare la sua carriera .
Il primo mandato di McClaren al Twente è stato un indubbio successo riportando gli olandesi al titolo di Eredivisie nel 2009-10(dopo che l'anno precedente erano arrivati secondi).
Dopo aver lasciato l'Olanda per Wolfsburg nel luglio 2010, McClaren venne licenziato dopo aver vinto solo sette partite.
Il suo secondo mandato a Twente fu anche un po' deludente, malgrado il suo rapporto di vittoria era quasi del 50%


Chris Coleman
Coleman si trasferì alla Real Sociedad nel giugno 2007, dopo essere stato consigliato dal collega gallese John Toshack.
Un ottimo record di 12 vittorie e 4 pareggi su 21 partite vide la Real Sociedad al quinto posto in Segunda Division, ma Coleman si dimise nel gennaio 2008 dopo aver litigato con il presidente del club.


Peter Taylor
L'11 luglio 2011, il Bahrain Football Association scelse Taylor per allenare la loro nazionale di calcio.
Solo pochi mesi dopo, Taylor portò il Bahrain a vincere la medaglia d'oro agli GCC Games, la prima volta della loro storia.
Il Bahrain battè i rivali dell'Arabia Saudita 3-1 in una finale a senso unico.
Taylor ricevette un sacco di elogi da parte dei giocatori, tifosi e funzionari.
Due mesi più tardi, Taylor si aggiudicò l'oro di calcio anche agli Arab Games di Doha, battendo la Giordania per 1-0 in finale con un gol in extremis dell' attaccante Ismail Abdullatif.
Tuttavia la sua carriera finì male perchè la FIFA dovette indagare lui e la sua nazionale per calcio scommesse, a seguito della vittoria per 10-0 contro l'Indonesia.


Graeme Souness
Infine Souness, citato non per le sue abilità tattiche ma per quello che successe in un noto episodio.
Lo scozzese allenò il Torino in Italia, poi volò in Turchia dove durante la sua permanenza alla guida del Galatasaray, dopo aver vinto la Coppa di Turchia 1996 battendo gli avversari storici del Fenerbahçe, al termine del match di ritorno (giocato in trasferta allo Stadio Şükrü Saraçoğlu), Souness prese una bandiera giallorossa (colori del Galatasaray) e la piantò in mezzo al campo.
A seguito di questo atto, giudicato "sacrilego" dai tifosi del Fenerbahçe, scoppiarono violenti disordini in tutta Istanbul.
Non un grande nome (almeno come manager) ma sicuramente un buon provocatore.



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sabato 22 novembre 2014

Galatasaray v Stella Rossa: Tifoso Serbo Ucciso Ad Istanbul (Basket)


Peccato perchè la partita tra Galatasaray e Stella Rossa di Eurolega era stata semplicemente meravigliosa e terminata 110-103 dopo due overtime e a seguito di tantissimi capovolgimento di fronte con continui vantaggi e rimonte da ambo le parti.
Il Galatasaray parte subito fortissimo e chiude il primo quarto 22-16, prende il volo anche nel secondo ma i serbi rimontano e chiudono sotto 45-40.
Nel terzo quarto i turchi non scendono proprio in campo e gli ospiti con un parziale di 0-14 si portano avanti, il terzo finirà 54-63.
Il clima si fa molto teso nell'arena con molti tifosi turchi che sembrano quasi sul punto di entrare in campo, anche gli arbitri sono abbastanza intimiditi dal clima infernale che si respira.
A mano mano grazie alle bombe di Arroyo ed Erceg i turchi si riavvicinano con un continuo tira e molla, sino a portarsi addirittura avanti di 1 punto a meno di 2 minuti dalla fine.
Ma i serbi non ci stanno e ripassano in vantaggio di 1.
Il Galatasaray non riesce a rispondere e i serbi vanno sul +3 quando mancano meno di 24 secondi dalla fine.
Arriva il fallo tattico(per evitare l'ipotetico tiro da 3 che impatterebbe la contesa) con Arroyo che fa 2 su 2, per il -1.
Fallo dall'altra parte con gli ospiti che ristabiliscono le distanze per il +3.
Mancano ormai 8 secondi dalla fine e i serbi con un pressing asfissiante decidono di non commettere fallo e difendono abbastanza bene perchè malgrado gli 8 secondi i turchi non riescono a costruire un'azione degna di nota: infatti si affidano ad una bomba da metà-campo di Erceg che finisce incredibilmente dentro.
Doccia fredda per lo Stella Rossa ed overtime.
Il primo overtime, segue la falsariga degli ultimi 2 quarti di gioco con continui ribaltamenti di fronte e punteggio, sino al pareggio dei turchi, i serbi avrebbero l'opportunità di vincere(mancavano 11 secondi alla fine) ma non riescono a concludere(per via di una stoppata al limite del regolamento ma in un clima infernale del genere...chi avrebbe assegnato 2 tiri liberi agli ospiti ad 1 secondo dalla fine?).
Quindi neanche a dirlo...altro overtime.
Qui non c'è più partita: i turchi prendono subito il volo e chiudono 110-101(in realtà grazie all'instant replay, viene assegnato un canestro allo scadere degli ospiti quindi finisce 110-103 con i serbi che quantomeno si mantengono avanti negli scontri diretti avendo vinto all'andata di 8).
31 punti e e 7 rimbalzi per Erceg(autore, come detto, della bomba da 3 punti da metà-campo a 2 secondi dalla fine che porta la partita all'overtime), 26 di Arroyo, 15 di Arslan e Gonlum.


TIFOSO SERBO UCCISO
Mentre nell'Ipekci Arena si consumava una delle partite più belle dell'anno, fuori succedeva l'inferno.
Oddio, non che il clima all'interno dell'Arena turca, fosse meno infernale con come detto diversi tifosi del Galatasaray appostati vicino al parquet e pronti ad entrare sul parquet.
Pare che Marko Ivkovic tifoso della Stella Rossa, sia stato accoltellato dai tifosi turchi ed è morto dopo cinque ore di agonia in ospedale.
Secondo la ricostruzione, sostenitori del Galatasaray hanno attaccato un gruppo di circa 300/400 tifosi della Stella Rossa che non avevano avuto accesso all'impianto(i biglietti disponibili erano solo 70) lanciando contro di loro pietre e altri oggetti.
Per sedare gli scontri è intervenuta la polizia, che ha fatto uso di lacrimogeni, ma nel caos generale uno dei tifosi turchi avrebbe estratto un'arma ferendo il belgradese.
Il dramma ha indotto il primo ministro serbo, Aleksandar Vucic, a telefonare al suo collega turco, Ahmet Davutoglu, condannando "l'odioso episodio" e chiedendo "l'immediato arresto e la punizione degli assassini".
Vucic ha anche deplorato le parole dell'allenatore del Galatasaray, Ergin Ataman, che ha definito terroristi sia il ragazzo ucciso sia tutti gli altri tifosi della Stella Rossa, per poi scusarsi e ha annunciato che il tecnico non sarà più benvenuto in Serbia.
Il primo ministro Davutoglu, secondo il governo serbo, ha espresso rammarico per la morte del giovane belgradese e ha promesso che le autorità turche faranno di tutto per trovare l'autore del delitto e di assicurarlo alla giustizia.


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lunedì 17 novembre 2014

La Storia Dell'Ice Bowl: 31 Dicembre 1967 (NFL)

Il Superbowl, come lo conosciamo oggi, fu istituito a partire dal campionato del 1966.
Fino ad allora, di fatto si disputavano due campionati differenti fra le due leghe NFL ed AFL e solo dal 1966 si decise di stabilire un campione assoluto facendo incontrare i due team vincenti.
Le barriere fra le due leghe furono definitivamente abbattute nella stagione 1970 quando NFL ed AFL divennero National Football Conference ed American Football Conference confluendo in un’unica lega, la attuale National Football League.
La finale del 1967 fu la 35ma del campionato della NFL.
Il vincitore della gara avrebbe disputato il Superbowl II contro i campioni della American Football League. La gara si disputò l’ultimo giorno dell’anno del 1967 al Lambeau Field di Green Bay, Wisconsin davanti a 50.861 spettatori.
Si affrontavano i Green Bay Packers di coach Vince Lombardi e i Dallas Cowboys di coach Tom Landry.
La gara fu la rivincita della finale dell’anno precedente, i Packers venivano da due titoli consecutivi 1966 e 1967.
Dallas aveva vinto il divisional playoff battendo i Cleveland Browns 52-14.
Green Bay invece aveva avuto la meglio dei Los Angeles Rams 28-7.


THE ICE BOWL 31 DICEMBRE 1967
Le condizioni climatiche erano apparse proibitive sin dal primo momento.
Il termometro registrava  una temperatura di -26°C con il vento che segnò una minima di -44° C.
La temperatura media percepita si aggirava sui -38° C.
Quel 31 dicembre, infatti, è entrato negli annali come l’ultimo dell’anno più gelido della storia di Green Bay. Siamo sul Lago Michigan, a pochi chilometri dal Canada.
L’impianto di riscaldamento del campo, costato 80.0000$, quel giorno funzionò male e, quando i teli che proteggevano il terreno di gioco furono tolti, l’umidità che si era formata sotto di loro si congelò all’istante, trasformando così un campo da football in un campo da hockey.
Frozen Tundra, tundra congelata: è così che si presentava il terreno del Lambeau Field, duro come il cemento armato e scivoloso quanto una pista da pattinaggio su ghiaccio.
In queste condizioni, se sopravvivere è già un’impresa, riuscire anche a giocare a football è un autentico atto di coraggio, una sfida che va al di là delle capacità umane.
La banda che doveva esibirsi prima della partita e nell’intervallo ebbe diversi problemi, gli strumenti di legno si congelarono e quelli metallici si attaccarono alle labbra dei musicisti, mentre alcuni membri furono trasportati in ospedale per ipotermia.
E sugli spalti, purtroppo, fu registrata anche la morte di un anziano spettatore per lo stesso motivo.
Frank Gifford che era nella cabina dei telecronisti disse in diretta Nazionale “Ho appena dato un morso al mio caffè”.
Molti giocatori di Green Bay arrivarono allo stadio con mezzi di fortuna perché le loro auto erano diventate inutilizzabili a causa del gelo.
Ci fu il linebacker Dave Robinson che arrivò in autostop.
Poi c’erano gli arbitri che non erano preparati a questo clima.
Sapevano che faceva freddo, ma non che avrebbero arbitrato al polo nord. Dovettero quindi attrezzarsi andando a comprare in un negozio in zona cappelli, guanti pesanti, paraorecchie e altro abbigliamento termico per non rischiare il congelamento.
Quando l’arbitro diede il fischio di inizio il fischietto gli rimase attaccato alle labbra.
Il tentativo di toglierlo portò via la pelle e le labbra cominciarono a sanguinare ma il sangue si congelò quasi subito.
Per il resto della gara gli arbitri non usarono i fischietti e si servirono solo di comandi verbali.

Il RB Don Perkins ricorda “La battaglia più grossa non fu in campo, ma a bordo campo per accaparrarsi i posti vicino alle stufe. La partita in generale fu giocata ad una velocità dimezzata, scivolavano tutti”.
Per il DT Bob Lilly “Fu l’unica partita che io ricordi in cui non contava il risultato, ma sopravvivere”.

Lee Roy Jordan: "Molti di noi non avevano indossato i guanti e presentavano segni di congelamento. Ancora oggi, quando fa freddo, le mani e i piedi mi fanno male".


LA PARTITA
Già nel primo quarto i Packers balzarono a condurre per 14-0 grazie a due passaggi da touchdown del qb Bart Starr per Boyd Dowler rispettivamente da 8 e 46 yards, prima che la difesa dei Cowboys cominciasse a mettere la giusta pressione oltre la linea di scrimmage.
Nel secondo quarto la famosa “Doomsday Defense” di Dallas costrinse l’attacco avversario a due fumble (alla fine la difesa texana collezionò 8 sacks), nel primo, il defensive end George Andrie, recuperato un fumble di Starr, lo riportò per 7 yards in TD accorciando lo svantaggio, 14-7.
Grazie al secondo fumble, pochi minuti dopo, Danny Villanueva , con un field goal di 21 yards, riduceva il margine a 14-10.
Su questo punteggio le due squadre andarono al riposo.
Nel terzo quarto nessuno riuscì a varcare la end zone avversaria e i due qb ebbero non pochi problemi a causa del freddo che causò diversi fumble e impedì di fatto un gioco aereo degno di questo nome e lo stesso Meredith fu protagonista di un curioso aneddoto, nel suo huddle mentre chiamava il gioco si accorse che nessuno capiva quello che diceva, dopo avere provato a ripeterlo alcune volte, fu chiaro che aveva difficoltà ad articolare le parole perché il freddo gli aveva bloccato la mandibola.
Nel terzo quarto, finalmente, la partita si sbloccò, quando Dan Reeves dei Cowboys con un option-pass pescò, con un passaggio da 50 yards, Lance Rentzel.
Dopo il punto addizionale di Chandler, Dallas si trovò in vantaggio 17-14.
C’era rimasto poco tempo sul cronometro e l’attacco dei Packers non aveva fatto più niente di apprezzabile per tre quarti.
A quel punto, glaciale come la temperatura sul terreno, Starr prese in mano la sua squadra e la guidò per 11 giochi e 67 yards fino alla uno yard di Dallas.
Con solo 13 secondi rimasti da giocare e nessun time-out, Starr scelse di seguire il suo cuore e la sua line offensiva. Nonostante la presenza di giocatori del calibro del tackle Forrest Gregg e del centro Jim Ringo (16 presenze al Pro Bowl in due), Starr optò di correre uno sneak dietro la guardia Jerry Kramer.
Quando emerse dal nugolo di uomini nella end zone, Starr e i Packers avevano vinto il loro quinto Championship in sette anni.

Dopo la partita, il coach Vince Lombardi disse: “Avremmo potuto calciare per impattare il risultato, ma questo avrebbe significato costringere gli spettatori al congelamento durante l’overtime”. 

Landry invece dichiarò “Era una chiamata stupida. Ma ora è una grande giocata”. 

Questa partita divenne famosa come “The Ice Bowl”.
Il gioco conservativo, ma efficace, di Lombardi avrebbe, due settimane dopo, portato i Packers alla vittoria nel Superbowl numero due contro gli Oakland Raiders per 33-14 nell’assolata Miami.
Questa gara segnò la fine di un’epoca.
Fu l’ultima volta in cui la finale del campionato NFL fu considerata più importante del Superbowl.
L’anno successivo i New York Jets (AFL) di Joe Namath sconfissero a sorpresa i Baltimore Colts portando piena legittimità alla American Football League.
La NFL, da allora non ha mai assegnato il Superbowl a città dal clima freddo con stadi scoperti.


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venerdì 7 novembre 2014

La Rivalità Tra Golden State Warriors e Los Angeles Clippers (NBA)

Quella tra Golden State Warriors e Los Angeles Clippers è in fin dei conti una rivalità molto recente.
Nel senso che sicuramente le due franchigie non si sono mai amate però proprio alla fine dell'anno scorso ne successero di tutti i colori accentuando ancor di più la loro rivalità(che ovviamente comprende anche i Los Angeles Lakers e i Sacramento Kings, altre squadre californiane e rivali ad Ovest).


RISSE ED ESPULSIONI
L’antagonismo nasce così quando due squadre si lasciano dietro anni di anonimato e si trovano a lottare per la supremazia.
E’ quello che sta succedendo nella Pacific Division dove il giorno di Natale dell'anno scorso è andata in scena la battaglia tra Golden State Warriors e Los Angeles Clippers vinta dalla squadra di Oakland per 105 a 103 gara finita con le espulsioni e i falli intenzionali di Griffin, Green e Bogut, dopo che nella prima partita della serie lo scorso 31 ottobre Bogut e DeAndre Jordan non si erano certo scambiati abbracci amichevoli.
Blake Griffin, ala dei Los Angeles Clippers, al termine della partita disse che i Golden State Warriors, giocarono un basket “da codardi”.
Griffin venne espulso nel quarto quarto della gara di Natale per un alterco con Andrew Bogut.
“Se riguardate le scene, non ho fatto niente per essere espulso. Per me loro hanno avuto un comportamento scorretto.”
“Al posto di giocare una normale partita testa a testa, quella di ieri è diventata qualcosa di più e questo non va bene perchè nessuno vuole giocare una gara del genere.”
I due coach Marck Jackson e Doc Rivers, dall’alto della loro esperienza hanno minimizzato, ma senz’altro ammettono che sta nascendo una rivalità nella division, adesso che momentaneamente i Lakers non sono la squadra da battere e siamo un po' lontani dai Sacramento Kings di Chris Webber, Vlade Divac e Doug Christie.
Per i Clippers la geografia direbbe Lakers o le ultime due uscite ai playoff i Memphis Grizzles, mentre per gli Warriors la cartina punterebbe su Sacramento e il campo sugli Spurs ma entrambi i team arrivano da una storia di perdenti, entrambi i team hanno virato e stanno puntando nella giusta direzione.
Per quanto Warriors e Clippers non si vedano di buon occhio, entrambi gli allenatori riconoscono che la propria squadra dovrà vincere qualcosa affinchè si possa parlare di vera rivalità.
Rimane il fatto che l’ultima apparizione degli Warriors alle finali di conference data 1976 mentre i Clippers non ci sono mai arrivati.
Golden State ha vinto 3 titoli NBA.
“Non mi interessa il passato a parte il fatto di studiarlo” dice Doc Rivers “ma il futuro è nelle nostre mani. Sono sicuro che Mark e Golden State la pensano allo stesso modo e l’unica maniera per far nascere una rivalità è continuare sulla strada verso il successo”.


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giovedì 6 novembre 2014

La Rivalità Tra Green Bay Packers e Chicago Bears (NFL)

Green Bay Packers e i Chicago Bears è sicuramente tra le rivalità più accese della NFL.
Entrambe le squadre furono fondate nel 1919 e da allora di partite (e botte) ce ne sono state.
Il punteggio, non è a favore dei verde-oro.
Vede quindi il vantaggio della squadra della Windy City, i Bears infatti sono con la testa avanti dal 1933, anche se dal 1990 in poi i Packers hanno estremamente ridotto il gap, vincendo la maggior parte degli scontri in questi ultimi 24 anni.
La questione però non si ferma al mero numero di partite vinte dato che, anche se una delle due squadre terminasse la stagione con record negativo, sarebbe “relativamente” di poca importanza, in caso di vittoria di questo grande match, capace di esaltare un’intera tifoseria, un’intera città.
Tanto per portare alla luce qualche numero, le due squadre con più titoli in assoluto nella storia NFL sono proprio i Packers e i Bears.
Inoltre, quali sono le due squadre ad avere il maggior numero di inductees nella Hall Of Fame?
Ovviamente Packers e Bears!


CONFRONTI DIRETTI
La storia insegna che questa partita è molto sentita,ed è riscontrabile già negli anni 60’ quando, nella preparazione di questo titanico scontro, George Halas, leggenda della sideline dei Bears, si persentò alla base di Green Bay affermando di voler vedere immediatamente e urgentemente Lombardi.
Una volta presentatosi, Lombardi gli chiese cosa volesse e lui gli disse di preparare a modo i suoi, perché se non lo fossero stati a Chicago li avrebbero presi a calci nel sedere!
Il primo incontro avvenne nel lontano 27 novembre 1921, in cui i Bears distrussero i Packers con il punteggio di 20-0.
Da quella partita le due squadre si sono scontrate in ogni singolo anno almeno una volta, fatta eccezione per il 1982, quando una stagione più corta non mise contro le due formazioni.
In questo grande arco di tempo c’è stato un numero immane di eventi storici tra guerre, rivoluzioni e altro, e sono passati addirittura 16 Presidenti degli Stati Uniti d’America dallo Studio Ovale.
Inoltre, dal 1919, Chicago è la squadra con il maggior numero di vittorie in singole partite, con i Packers subito dietro.
Entrambe ben oltre quota 600, sono accompagnate in questa categoria dai soli New York Giants e Pittsburgh Steelers.
Infine, anche se non viene pubblicamente ammesso, c’è un grande sentimento di odio-rispetto tra le due tifoserie, che accolgono tranquillamente la controparte quando c’è LA partita della NFC North, e ad affermarlo è lo stesso Aaron Rodgers in un’intervista di un paio di anni fa: “Penso sia una rivalità bella tosta, tra le due squadre e gli stessi giocatori, ma c’è anche un sacco di rispetto tra le due parti.
Io per lo meno ne ho molto per loro, non è come la rivalità tra Ravens e Steelers, dove in ogni giocata si accende una miccia che può far scoppiare una guerra.
Si tratta solo di due grandi e competitive squadre che adorano scontrarsi e giocarsela, fino alla fine”.


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La Rivalità Tra Dallas Cowboys e Washington Redskins (NFL)


Dallas Cowboys-Washington Redskins è classificata da Sports Illustrated(rivista americana) “la rivalità numero uno nella NFL e una delle più forti di tutti i tempi”.
Ad ogni modo, questa è una rivalità nata nel 1960, e da allora, dato che queste due squadre si sono sempre trovate nella stessa Division, almeno per due volte l’anno, accadono dei veri e propri scontri, sul campo, di livello altissimo per quanto riguarda l’agonismo.
In questi match, i giocatori poi non hanno mai lesinato colpi forti e comportamenti che esaltavano la folla. Sempre nell’altrui rispetto, si intende.
A livello statistico, queste due squadre hanno sviluppato siffatta rivalità anche grazie alle vittorie conseguite: Cowboys e Redskins, sono infatti, due tra le squadre più vincenti della storia della NFL.


SCONTRI DIRETTI E RIVALITA'
I Redskins vinsero la prma partita 26-14 nel 1960, dall’anno successivo i Cowboys furono inseriti nella NFL Eastern Conference e il doppio scontro annuale esiste da allora.
Negli anni ’60 la forza di Washington era un potente attacco aereo capeggiato da Sonny Jurgensen, Charlie Taylor, Bobby Mitchell e Jerry Smith.
I Cowboys, che persero il titolo contro Green Bay nel 1966 e 1967 (tra cui il famoso IceBowl) avevano Don Meredith, Bob Hayes e una grande difesa.
“Avevano un gioco aereo esplosivo” disse Bob Lilly, defensive tackle dei Cowboys, inserito nella Hall Of Fame, “Sonny faceva sempre paura, Bobby era veloce, Taylor sempre libero e Smith un’ottimo ricevitore per essere un tight end. Il gioco di corse non era granchè, ma con Sonny non ne avevi veramente bisogno“. Ma i Cowboys vinsero 6 partite consecutive tra il 1968 e il 1970, prima dell’arrivo di qualcuno che avrebbe poi intensificato drasticamente la rivalita: George Allen. Oltre alla sua attitudine difensiva, Allen portò ai Redskins anche un’altra caratteristica: detestava Dallas.
Dai primi anni ’70 continuando nella metà degli anni ’80, l’ NFC East riserva una battaglia epica dopo l’altra. Kenny Houston che placca Walt Garrison sulla goal line per mantenere una vittoria nel Monday Night nel 1973 per i Redskins.
Il rookie Clint Longley lancia un TD pass da 50 yard a Drew Pearson negli ultimi secondi del giorno del Ringraziamento nel 1974.
L’intercetto di Darryl Grant riportato in endzone che da la vittoria nel Championship del 1982.
Darrell Green che placca Tony Dorsett in un Monday Night nel 1983.

“L’intensità che avevamo giocando contro Dallas era incredibile” dice Kenny Houston, safety nella Hall Of Fame, che ha giocato per i Redskins dal 1973 al 1980, “avrei desiderato giocare ogni partita contro di loro“.
Aggiunge Roger Staubach, QB di Dallas di quell’epoca, “Entrambe erano davvero intense, non ci piacevano e noi non piacevamo a loro, ma c’era grande rispetto“.

Lo stesso George Preston Marshall, fondatore dei Redskins, mise un voto di opposizione alla nascita della franchigia texana, per il timore che questa potesse portare via tifosi ed interesse verso i Redskins negli stati del Sud.
Ma alla fine Marshall dovette cedere, ed i Cowboys presero vita.
Washington vinse subito il primo confronto del 1971 per 20-16, perdendo poi il ritorno per 13-0.
Ma i Redskins andarono ai playoffs per la prima volta da un quarto di secolo.
Ancora nel 1972 sfida per il Championship della NFC. Billy Kilmer gioca la partita della vita con 14/18 per 194 yards e 2 TDs per Charlie Taylor, nella vittoria dei Redskins per 26-3. “Ci sentivamo in cima al mondo dopo quella partita” disse il DE Ron McDoyle, “ Fu una specie di nostro SuperBowl“.
Tra il 1979 ed il 1982 ci furono sei vittorie consecutive dei Cowboys, striscia che finì in un freddo e grigio giorno a Washington, il 22 Gennaio 1983. L’allenatore era un giovane Joe Gibbs, ed era di nuovo il Championship della NFC.
Due giochi su tutti. Dexter Manley che atterra il QB di Dallas Danny White, il quale deve lasciare il campo nel secondo quarto e l’intercetto di Darryl Grant su una palla pizzicata sempre da Manley, riportata poi da Grant in endzone per il TD che chiude la partita 31-17.
L’RFK Stadium in quel momento ruggì come mai prima… “La gente batteva i piedi sui sedili dalla felicità, sentii la terra tremare…” disse Joe Theismann.
L’11 Dicembre del 1983, Washington vinse a Dallas per 31-10, e durante il viaggio i giocatori indossarono uniformi militari per provarsi che la loro missione era “Invasione di Dallas”.
Fu la prima di tre vittorie di fila, prima striscia dei Redskins nella serie, poi ne verrà un’altra da 4 verso la fine degli ’80.
Nel 1989 Dallas chiuse con un record di 1-15, ma, è inutile dirlo, immaginerete gia con chi vinsero quell’unica partita. Con i Redskins, per 13-3.
Nel 1991 i Redskins erano 11-0 nella marcia verso il terzo SuperBowl della loro storia, e la striscia, manco a dirlo, fu interrotta dai Cowboys (24-21 il punteggio).
Poi vennero Troy Aikman, Emmith Smith e Michael Irvin, 3 vittorie nel SuperBowl per Dallas ed anni bui per i Redskins.


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La Rivalità Tra Boston Red Sox e New York Yankees (MLB)

Boston Red Sox-New York Yankees è forse la più grande rivalità dellla MLB.
E' anche però una rivalità tra città del nord-est degli Usa: Boston era il porto più prossimo all’Oceano, era il polo culturale, educazionale, artistico ed economico, degli Usa.
Dal XX secolo, New York è diventata “la capitale economica” degli Usa, soprattutto per la presenza di Wall Street, e quindi, l’appeal della “Big Apple” si è fatto via via più profondo.
Nei primi anni del 1900, l’ago della bilancia è sempre andato pendendo verso Boston.
Fino al 1918, i Red Sox dominarono la scena del baseball.
Soprattutto grazie a “Babe” Ruth, un fantastico slugger, uno dei veri pionieri del gioco.
Fino al 1918 però perchè l’allora presidente di Boston, per questioni soprattutto economiche vendette Ruth proprio agli Yankees.


LA MALEDIZIONE DI BABE RUTH
Ed è così che Ruth, scagliò addosso ai Red Sox la “Maledizione del Bambino”: “Senza di me, non vincerete più”.
E così è stato: per decenni, i Red Sox furono l’epitome degli eterni incompiuti.
Fino al 2004. ALCS, serie di finale di conference.
Fino ad allora, anche in post season, gli Yankeees avevano dominato le serie: 11-8 il computo.
Ma appunto, nel 2004, accade quello che molte generazioni di tifoso Red Sox, speravano: dopo 86 anni, i Red Sox, con una rimonta eroica, da sotto 0-3 nella serie, rimontarono, vinsero la serie 4-3, approdarono alle World Series e schiantarono i St.Louis Cardinals, con un roboante 4-0.
I Red Sox, così, sfatarono due maledizioni: quella del Bambino e quella nelle WS.


LA MAGLIA SEPOLTA DI DAVID ORTIZ NEL NUOVO YANKEE STADIUM
Nel 2008  il nuovo Yankee Stadium era stato appena costruito.
Qui venne ritrovata una maglietta dei Red Sox: la numero 34 di David Ortiz, per la precisione.
Non un giocatore qualsiasi, visto che "Big Papi" nell'eroica cavalcata di Boston fino al titolo del 2004 (che aveva compreso, lo ricorderete, l'incredibile rimonta da 0-3 a 4-3 nella serie finale dell'American League proprio contro gli Yankees) fu a dir poco determinante con tre decisivi fuoricampo nelle ultime 4 partite.
La maglietta di Ortiz pare che sia stata piazzata nel nuovo Yankee Stadium da un tifoso di Boston, Gino Castignoli, uno dei responsabili della costruzione dell'impianto.
Scoperto dai colleghi, che hanno poi avvertito il New York Post, l'uomo ha ammesso di aver nascosto la divisa (in una zona che ospiterà un ristorante) già l'estate scorsa, sotto un metro di cemento.
Un modo per segnare a vita il nuovo stadio.
Gli Yankees, tuttavia, non intrapresero azioni legali nei confronti di Castignoli, anzi misero all'asta la maglia di Ortiz e diedero il ricavato in beneficenza.


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lunedì 3 novembre 2014

La Storia Di Irving Fryar: Alcool, Droga e Frode (NFL)

Irving Fryar nasce nel 1962 nel ruolo di Wide Receiver gioca per 17 stagioni nella NFL.
Fu scelto come primo assoluto nel Draft NFL 1984 dai New England Patriots, il primo Wide Receiver della storia ad essere selezionato con la prima chiamata assoluta.
Fryar giocò il Super Bowl XX coi Patriots segnando il loro unico touchdown nella sconfitta 46-10 contro i Chicago Bears.
In carriera giocò un totale di 255 gare, venendo convocato per 5 Pro Bowl(l'ultimo nel 97).
Fryar si ritirò dalla NFL nel 2001 dopo 17 stagioni come professionista.


PROBLEMI FUORI DAL CAMPO
Fryar frequentava la banda del Ghetto Town, essa difendeva il loro territorio con mazze da baseball.
Iniziò a fumare Marijuana in giovanissima età.
Fryar durante i primi anni della sua carriera venne indagato dalla NFL per scommesse sulle proprie partite, ma non venne mai sanzionato dopo l'utilizzo della macchina della verità che lo scagionò.
Ha anche affrontato numerose accuse penali e cause civili con l'accusa di violenza domestica, in particolare nel 1986 quando picchiò sua moglie incita.
Devastato da alcool e droghe, inoltre, provò più volte il suicidio pare che una volta si salvò perchè quando premette il grilletto la pistola si inceppò.
Nel 1990, venne arrestato per possesso di armi da fuoco.


LA CONVERSIONE E LA FRODE
Tuttavia è più o meno in questo periodo(primi anni 90) che avverrebbe la conversione.
Nel 2000 si ritirò, invece nel 2003 fondò la Casa di Dio Nuova Gerusalemme.
In seguito dal New Jersey si trasferirono al 400 Washington Street in Mt.Agrifoglio.
Tuttavia poco dopo, Fryar verrà accusato dal tribunale del New Jersey di aver usato la sua chiesa per azionare una frode da 690.000 $
In parrticolare la procura del New Jersey ha accusato Fryar, la madre Allene McGhee e l’agente immobiliare William Barksdale di aver organizzato una truffa a cinque banche per 690 mila dollari.
Fryar in poche parole falsificò il suo reddito in merito alle domande di mutuo.
Barksdale si è dichiarato colpevole e collabora con gli investigatori.
Il 14 ottobre 2014 Fryar respinge il patteggiamento, scegliendo piuttosto di andare a processo.
Se verrà dichiarato colpevole, Fryar, ritornerà esattamente nel posto da cui era partito.
In prigione.


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