Visualizzazioni totali

mercoledì 11 marzo 2015

La NFL e I Casi Di Doping (Steroidi)

L'uso di Steroidi Anabolizzanti in NFL risale alla fine del 1960.
Gli Steroidi conosciuti sono centinaia, e la loro provenienza è di diverse origini (animale, vegetale, sintetica).
In questa categoria rientrano anche gli ormoni sessuali (testosterone, estradiolo, progesterone) e gli ormoni cortico-surrenali (cortisolo, androsterone).
Il termine Anabolizzante invece si riferisce alla capacità di una sostanza di stimolare l'anabolismo, cioè la sintesi da parte del corpo umano di molecole complesse (proteine, polisaccaridi...) a partire da molecole semplici (aminoacidi, monosaccaridi).
L'unione di questi due termini porta alla definizione dei composti classificati come “Steroidi Anabolizzanti”; è intuitivo comprendere come non tutti gli Steroidi possiedano le caratteristiche tali da poterli definire anabolizzanti.
In particolare questa capacità è tipica del Testosterone, l'ormone sessuale maschile.
Vi sono poi sostanze sintetiche, dalla struttura molecolare simile a quella del Testosterone, le quali sono state sviluppate con l'intento di incrementare le capacità Anabolizzanti e, al contempo, diminuire l'impatto degli effetti secondari.
Tra queste, le più note sono il Nandrolone e lo Stanozololo.
Per riassumere gli effetti secondari legati all'uso di questi farmaci si utilizza invece il termine “effetti androgeni”.


VANTAGGI
Dal punto di vista dell'atleta che si dopa, i vantaggi derivanti dall'utilizzo di steroidi stanno nella funzione anabolizzante degli stessi, che si concretizza in:
1) Un aumento della massa muscolare, con conseguente incremento di forza e di potenza muscolare e delle prestazioni atletiche derivanti
2) Maturazione veloce dei globuli rossi.
Questo processo nel nostro corpo è regolato dall'Eritropoietina.
3) Inibizione della degradazione proteica

Talvolta queste sostanze vengono somministrate unitamente ad altri prodotti dopanti, in particolare la somatotropina, nota più comunemente come “ormone della crescita”.


CONTROLLI IN NFL
E' solo durante la stagione 1987 che la NFL ha iniziato a testare giocatori per l'uso di steroidi.
Nella stagione 1989 la NFL iniziò a sospendere i giocatori beccati dopati.
Originariamente c'erano linee guida specifiche per un giocatore beccato dopato.
Ad esempio, se un giocatore era beccato durante la pre-season veniva sospeso per 30 giorni.
Ciò significava fondamentalmente saltare 4 partite di preseason 3 e 1 partita di stagione regolare.
Alla seconda sospensione scattava la squalifica per 1 anno.
Certamente, però, dai primi anni sono stati fatti passi avanti.
Sono state approvate regole più dure e sospensioni più aspre.
I controlli sono molto più frequenti se paragonati con gli anni novanta o i primi anni duemila.
Il numero di giocatori che hanno ammesso l'uso di steroidi in un sondaggio confidenziale condotto dalla NCAA dal 1980 è scesa dal 9.7% del 1989 al 3% del 2003.
Durante la stagione 2003, ci sono stati più di 7.000 test antidoping, con 77 risultati positivi.


I CASI DI DOPING
Uno dei giocatori dei Pittsburgh Steelers vincenti al Super Bowl del 1979, ovvero l'offensive lineman Steve Courson, confessò in seguito l'uso di steroidi.
Courson accusò anche un problema al cuore.
Tuttavia, Courson ha anche detto che alcuni dei suoi compagni di squadra, come Jack Ham e Jack Lambert, si rifiutarono di utilizzare qualsiasi tipo di farmaco per migliorare le prestazioni.
Era il 1992 quando Lyle Alzado, difensore dei Denver Broncos (1971-1979), dei Cleveland Browns (1979-1981) e successivamente dei Raiders (1982-1985), moriva di cancro al cervello.
A soli 43 anni Alzado, tre volte All-Pro e campione NFL nell’84, si spegneva lasciando dietro di sé una struggente lettera in cui l’ex giocatore dichiarava di aver fatto ampio uso di steroidi e che proprio quest’ultimi gli avevano provocato il cancro.
Tanti sono i passaggi della lettera con i quali è difficile non trovarsi d’accordo con Alzado, come quando scrive, riferendosi ai suoi colleghi ma non solo, che “non siamo nati per pesare 140 chili e saltare 10 metri”. Tanti, da allora, sono stati gli scandali di doping che hanno colpito la NFL.
Come dimenticare l’intervista del 2005 rilasciata dall’ex giocatore e allenatore Jim Haslett, nella quale dichiarava che negli anni ottanta metà dei giocatori presenti all’epoca prendeva steroidi o, comunque, faceva uso di sostanze dopanti, specificando invece che tutti i difensive tackles erano abituati a sottoporsi ad inezioni di testosterone e simili.
Senza dimenticare lo scandalo BALCO (vendita di sostanze dopanti agli atleti professionisti appartenenti soprattutto alla NFL) scoppiato nel 2003.
Dopo lo scandalo BALCO nel 2003 l'allora direttore dell' UCLA mise a punto un nuovo test antidoping capace di rilevare THG, la USADA rianalizzando 550 campioni di urina esistenti da atleti, rilevò che molti di questi erano positivi.
Un certo numero di giocatori degli Oakland Raiders sono stati coinvolti in questo scandalo, tra cui Bill Romanowski, Tyrone Wheatley, Barrett Robbins, Chris Cooper e Dana Stubblefield.
Ancora nel 2008, Charles Grant, Will Smith e Deuce McAllister dei Saints, Bryan Pittman dei Texans e Kevin Williams e Pat Williams dei Vikings furono sospesi per quattro partite per l’uso di diuretici atti a mascherare il precedente uso di steroidi.
Fino ad arrivare, saltando qualche precedente meno noto nel mezzo, a poco più di un mese fa, quando un gruppo di otto ex giocatori (Richard Dent, Jim McMahon, Jeremy Newberry, Roy Green, J.D. Hill, Keith Van Horne, Ron Stone e Ron Pritchard) ha denunciato la NFL, rea di averli “drogati come cavalli” nel corso delle loro carriere.
Da menzionare anche il caso recente di Dion Jordan, DL dei Miami Dolphins, trovato positivo ad un test antidoping.
Per questo motivo il difensore è stato squalificato per quattro partite, nella quali oltre a non scendere in campo non verrà neanche pagato.
Per un mese, infatti, Jordan non percepirà lo stipendio.
Il difensore aveva insospettito tutti quando all’inizio degli OTAs si era presentato con 9 chili di muscolo nuovo di zecca.
L’uso di steroidi era palese e la Lega non ci ha messo molto prima di scoprirlo.
Jordan, scelta assoluta numero 3 del Draft dell’anno scorso, ha rilasciato una dichiarazione non appena la notizia della sua squalifica ha raggiunto la stampa:

“Sono venuto a sapere che sono risultato positivo a degli stimolanti proibiti dalla NFL. Mi dispiace molto e nel dirlo mi assumo tutte le responsabilità del mio gesto. Mi dispiace soprattutto per l’organizzazione dei Dolphins, la mia famiglia e i fans. Ma continuerò ad allenarmi e resterò in forma.”


LA REGOLA DI MERRIMAN
Un fatto importante successe nel 2006.
Durante la stagione, il linebacker Shawne Merriman dei San Diego Chargers venne trovato positivo e sospeso per quattro partite.
Merriman venne eletto NFL Defensive Rookie dell'anno nel 2005, con 54 placcaggi e 10 Sack.
Era in lizza per il Pro Bowl ma l'incidente portò alla formulazione di una regola che vieta ad un giocatore trovato positivo agli steroidi di essere selezionato per il Pro Bowl l'anno in cui risulta positivo.



T'interessano altri articoli su storie sportive(doping, scandali, suicidi, partite vendute, etc) e scommesse?
Qui trovi l'indice completo ed aggiornato del blog:  Indice Storie Sportive(Doping, Suicidi, Partite Vendute, Stake, etc)

Nessun commento:

Posta un commento