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mercoledì 1 luglio 2015

La Storia Di Michael Vick e I Combattimenti Tra Cani (NFL)

Michael Vick, Virginia, 35 anni, è un giocatore dalle doti non comuni tra i giganti della NFL: un quarterback afroamericano di classe che sa anche correre come il più rapido dei runningback e ricevere come un talentuoso attaccante.
Velocissimo, una finta di corpo dietro l'altra, corsa dove guadagna yard su yard e sprint verso il Touchdown; così come è in grado di pescare i suoi compagni con lanci millimetrici uscendo tranquillamente da spaventose mischie.
In una parola, un campione o meglio lo era nel pieno della sua carriera.
Viene scelto dagli Atlanta Falcons ed è lì che si consacra tra i quarterback più interessanti.
Ma poi cade sul più bello, rovinosamente.
Al punto da finire in prigione.


I SANGUINOSI COMBATTIMENTI CLANDESTINI TRA CANI
Davvero una brutta e, per certi tratti inspiegabile, vicenda, quella che lo ha precipitato dietro una cella. 
Vick organizzava sanguinosi combattimenti tra cani.
Ring bestiali dove l'animale che vince ammazza o riduce in fin di vita il suo avversario.
Per un pugno di dollari, quelli delle scommesse clandestine.
Di più Michael che finanzia il giro, mette a disposizione una sua casa, incassa i guadagni e arriva anche a fare uccidere i cani ritenuti "non adatti a combattere", quelli meno forti, quelli che nessuno vuole perché non vinceranno mai le crudeli battaglie che sono costretti a combattere.
E' l'aprile del 2007 quando la polizia piomba in un appartamento del giocatore in Virginia e scopre che lì si disputano combattimenti tra cani.
Quattro mesi dopo il qb è all'angolo e sceglie di patteggiare davanti ai giudici.
Ammette molto, non tutto.
Tenta di evitare l'accusa più infamante: avere ucciso alcuni di quei poveri cani.
Poi crolla e confessa pure questo crimine.
Nel dicembre dello stesso anno il giudice Hudson lo condanna.
Lo attendono 18 mesi di carcere.
Le sbarre rinchiudono i suoi sogni. L'opinione pubblica che lo aveva esaltato lo condanna all'unanimità.
I talk show più tolleranti si chiedono come un giocatore di quelle qualità, ormai ricco, famoso e conteso da grandi sponsor di ogni tipo, idolo indiscusso di Atlanta e leader dei Falcons, possa avere interesse ai combattimenti illegali tra i cani.
I più duri lo bollano come un appestato.
Il suo lato oscuro scatena gli animalisti e non solo.
Molti lo fanno a pezzi con commenti al vetriolo e si augurano di non vederlo mai più in campo.
Da stella a carcerato in un penitenziario della contea di Sussex, Virginia, il salto è brusco.


IL DESTINO DEI CANI
Ai tempi l’America si chiese che cosa sarebbe successo degli animali sopravvissuti.
Di solito, in casi come questo, i pitbull, ritenuti la razza forse più feroce e pericolosa di tutte, vengono subito soppressi.
Il giudice invece sentenziò che venissero esaminati a uno a uno per stabilire se potessero essere “riabilitati”, addossandone le spese, un milione di dollari, a Vick.
Dei 49 pitbull del campione di football sequestrati dalle autorità, solo due sono stati uccisi con una iniezione indolore, il primo perché troppo aggressivo il secondo perché semiparalizzato.
Degli altri 47, 25 sono diventati dei normali animali domestici, e uno è addirittura diventato un cane da terapia, uno di quei cani che visitano i malati terminali in ospedale per tenere loro compagnia e rallegrarli.
Gli ultimi 22 si trovano in speciali canili: rimangono in riabilitazione non perché rappresentino una minaccia per gli esseri umani, ma perché sembrano ancora ostili agli altri cani.
Il Washington Post, che li ha rintracciati tutti, ha spiegato che alcuni pitbull sono eccezionalmente buoni.
Oltre a Leo che fa da cane terapia in California, ha riferito, c’è Hector, che partecipa alle gare di frisbee per cani nel Minnesota; c’è Gracie, che ha per compagno un gatto; c’è Teddles, che segue ovunque il padroncino di 2 anni; c’è Sweet Jasmine che gioca con un enorme alano.
Il giornale ha aggiunto che tutti portano le cicatrici delle lotte sostenute, ma sono pacifici e obbedienti.
Randy Lockwood, uno degli specialisti che li ha curati, ha ammesso di essere stupito della loro riabilitazione: «Credevamo di poterne recuperare al massimo cinque o sei, ma ci siamo resi conto che la loro aggressività non era congenita, era invece all’isolamento in cui erano tenuti e ai maltrattamenti subiti, ognuno legato a un albero lontanissimo dagli altri».
Tim Racer, un altro specialista, si tiene in continuo contatto con le famiglie che hanno accolto i 25 riabilitati: “Si dicono felici di averli con sé” racconta.


IL RITORNO
Intanto Vick sconta la condanna nel 2009, esce e giura di essere un uomo diverso.
Lo tormentano diversi interrogativi: avrà davvero una seconda possibilità dopo ciò che ha commesso?
Potrà tornare a correre e giocare? Quale franchigia gli affiderà ancora la guida di un team professionistico? Domande che lo angosciano nella lunga estate appena trascorsa: Michael è un uomo che non vede più un futuro ma vive un presente difficilissimo: è fallito, economicamente, gli oltre 20 milioni di dollari l'anno tra sponsor e contratto con i Falcons sono un ricordo davvero lontano.
Inoltre sa bene di avere contro un nemico giurato: il popolo degli animalisti, vasto e influente negli States, un ostacolo non indifferente.
A un mese dal via della stagione agonistica Vick è ancora a spasso.
Poi, piuttosto inaspettatamente, gli si presenta la sua seconda chanche: i Philadelphia Eagles, che pure hanno nelle loro fila qb di valore, lo prendono per un anno.
Incuranti dei danni all'immagine che potrebbero derivare dal suo ingaggio.
Firma un contratto annuale da 1,6 milioni con una opzione da 5,2 milioni per una seconda stagione.
Comincia la seconda vita di questo straordinario atleta e Michael sa bene cosa lo aspetta al varco: lo sdegno di molti, lo scetticismo di tanti.
Sul web impazzano i fotomontaggi che lo ritraggono in campo inseguito da cani rabbiosi che cercano di sbranarlo; e, ancora, fumetti dove compare letteralmente circondato da animali morti dopo selvaggi combattimenti.
Brutte immagini, pessimi ricordi che Vick, giura, vuole assolutamente provare a cancellare.
Sul campo e nella vita.
"In prigione ho avuto tutto il tempo possibile per pensare ai terribili atti che ho commesso, ma adesso sono un altro uomo, sì sono cambiato", ripete da settimane davanti all'immancabile domanda che i cronisti non gli risparmiano ad ogni incontro pubblico.
Con gli Eagles rimarrà per i successivi 4 anni, sino al 2014, dove da Free Agent firmerà per i New York Jets.


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