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martedì 5 marzo 2019

La Storia Di Andy Roddick: Fair Play, Racchette Rotte e La Bestia Nera Federer

"Quando si getta la racchetta a terra si arriva ad uno stato interiore di pace e tranquillità. Ci si sente bene ma purtroppo non per molto tempo perchè poi si pensa subito alla situazione di punteggio avversa e la bella sensazione sparisce dopo pochi secondi"

Andy Roddick nato nel 1982 nel Nebraska è rimasto tra i primi 10 per un decennio, mantenendo un’impressionante continuità di rendimento grazie ad un servizio e dritto esplosivo. 
Mentre il dritto non di rado superava i 160 km/h, il servizio è ricordato come uno dei più potenti ed efficaci della storia del tennis professionistico.  Lo yankee tirava su la manica destra della polo, batteva violentemente 4-5 volte la pallina a terra, per poi lanciarla in avanti: stacco, impatto e (molto spesso) aces. Il suo record personale di velocità fu di 249 km/h (155 mph), battuto poi da Karlovic e Groth (tennisti della sua epoca. Poi si sa che con il passare degli anni i mezzi migliorano). 
Il movimento del suo servizio era molto veloce ed esplosivo, il che trasferiva molta potenza alla palla. Nel suo repertorio anche un pesante kick alternato a servizi slice molto angolati. 
Grazie al top-spin e alla sua torsione si trattava di servizi con rimbalzo molto alto.
Come trofei dello Slam lo si ricorda vittorioso solo all'US Open ma ha disputato anche 4 finali di cui 3 a Wimbledon ed almeno quella del 2009 l' avrebbe meritata di vincere.
E' ricordato, oltre che per le vittorie, per il record terribile contro Federer e per quel cappellino gocciolante di sudore, anche per gesti di fairplay e qualche caduta di stile (come palline gettate sul pubblico e qualche racchetta rotta di troppo).
In un video tutorial su Youtube spiega "come lanciare una racchetta senza finire nei guai: è vantaggioso scagliarla a faccia in giù. In questo modo non va da nessuna parte, non colpirete nessuno ed atterrerà in un piccolo cerchio di circa 4 piedi".
La palla invece sempre verso il cielo: "Non colpirà nessuno duramente, non lanciatela ad altezza occhi, potreste colpire qualcuno alla gola!".


BRAD GILBERT: L'ALLENATORE STORICO
Roddick fu allenato da Brad Gilbert, un personaggio diventato noto per questa frase riferita ad Agassi: "Io ho vinto un sacco di partite che avrei dovuto perdere. Tu hai perso un sacco di partite che avresti dovuto vincere. Penso di poterti essere utile"
L'americano incentrò la propria carriera, prima da giocatore e poi da allenatore, su un unico credo: peggiorare il gioco degli avversari.
Da giocatore, Gilbert non disponeva di un colpo che eccellesse sugli altri, né tantomeno di un gioco completo e brillante. Gilbert era un concentrato di inettutidini tecniche, da cui non ci si sarebbe mai potuti aspettare nulla di nulla nè un tentativo di redenzione dalla propria mediocrità.
Brad però riuscì a trasformare un irrisolvibile svantaggio nella fonte di tutte le sue fortune. Nel corso degli anni l'americano fondò la propria strategia sulla ricerca dei punti deboli dei rivali, tecnici o mentali che fossero, sviluppando una tattica personalizzata e provocatoria, atta ad esasperare l’avversario di turno. Da questo punto di vista l’americano può e deve essere considerato un luminare del gioco. Gilbert era un’autentica banca dati, in cui ogni minima pecca degli antagonisti veniva registrata, elaborata e, a tempo debito, colpita.
Questo approccio lo fece risultare antipatico a pubblico, oltre che ai colleghi, sempre più irritati dalle logoranti condotte di gara di Brad. Il grande John McEnroe, dopo un’insopportabile sconfitta contro Gilbert, scelse di allontanarsi per un periodo dal mondo del Tennis, tale fu lo smacco a seguito di quell’umiliante disfatta. Da allenatore, sotto la sua guida, Agassi fece il definitivo salto di qualità, conquistando sei Grande Slam.
Porterà (come vedremo) anche Roddick a vincere il suo Slam (sarà l'allenatore di A-Rod dal 2003 al 2004), trasformandolo dal ragazzo che nei primi anni di carriera da dilettante andava a dare il cinque agli spettatori sulle tribune...in un lottatore indomito, centrato (anche se spesso irascibile) e che non si arrende mai. Le cose andranno un po' meno bene quando Brad allenerà Andy Murray che farà il salto di qualità, a seguito della sua dipartita.


LA VITTORIA ALL'US OPEN E LE PRIME 2 FINALI PERSE A WIMBLEDON
Tornando a Roddick, l'esordio tra i pro risale ai primi anni del 2000, la prima posizione mondiale la conquista nel 2003 quando vince gli US Open battendo in finale Juan Carlos Ferrero.
Per la verità il 2003 è un anno abbastanza di transizione, Roddick in quello Slam batterà: al 1º turno Tim Henman 6-3 7-6 6-3, al 2º Ivan Ljubičić 6-3 6-7 6-3 7-6, al 3º Flávio Saretta 6-1 6-3 6-3, al 4º Xavier Malisse 6-3 6-4 7-6, ai quarti Sjeng Schalken 6-4 6-2 6-3, in semifinale David Nalbandian 6-7 3-6 7-6 6-1 6-3 e in finale il già citato Ferrero con il risultato di 6-3 7-6 6-3.
Prima del Grande Slam, vince i Masters Series di Montreal (dove batte, una delle pochissime volte della sua carriera, Roger Federer) e Cincinnati.
Il 2003 è anche ricordato per il match di Roddick vinto 7-6 7-6 7-5 contro l'inglese Greg Rusedski a Wimbledon.  Una palla dell’americano colpisce la linea, viene chiamata incautamente out da una persona del pubblico e Rusedski non la colpisce. 
L’inglese a questo punto è convinto di poter rigiocare il punto, ma l’arbitro non è d’accordo e concede il 15 a Roddick.  Rusedski perde le staffe ed inizia ad insultare il giudice di sedia con una marea di bestemmie inedite per Wimbledon e la TV. Verrà multato di 1500 sterline.
L'anno successivo (2004), dopo aver vinto il master di Miami, si presenta in gran forma a Wimbledon dove riesce ad arrivare in finale. Roddick dimostra di non poter competere contro lo svizzero e riesce soltanto a strappargli il primo set: il punteggio finale sarà 6-4 5-7 6-7(3) 4-6.
Joachim Johansson lo butta fuori dagli US Open al quinto set, invece nella Master Cup finale sarà Hewitt ad estrometterlo in semifinale dal torneo. Nel 2005 torna per la seconda volta in finale a Wimbledon ed ancor più che nel 2004 la finale contro Federer è senza storia: 2-6 6-7(2) 4-6.
Un altro master 1000 tornerà a vincerlo nel 2006: sempre a Cincinnati.
Poco dopo torna di nuovo in finale all'US Open, altra finale che non riuscirà a vincere, perdendo in quattro set, 2-6 6-4 5-7 1-6, sempre contro Federer.


IL GESTO DI FAIR PLAY CONTRO VERDASCO A ROMA 2005
Roddick è ricordato anche per un gesto incredibile che successe a Roma nel 2005.
L'americano fa suo il primo set vincendo al tie-break con un netto 7-1.
Il vantaggio esalta lo statunitense che strappa subito la battuta all’avversario e mantiene il vantaggio senza troppa difficoltà fino al 5-3 nel secondo set.
Verdasco serve, due errori e un dritto vincente di Andy lo precipitano sullo 0-40.
La successiva prima palla è lunga, la seconda è un kick centrale che viaggia nei pressi della riga parallela al corridoio: "Out". Il grido del giudice di linea squarcia il silenzio: la partita è finita.
Verdasco abbassa la testa e si avvia a rete per stringere la mano all'avversario ma Andy non alza le braccia né sorride. Fa tre passi avanti, controlla il segno lasciato dalla pallina e un cenno della sua mano destra basta all’arbitro per capire che la palla è buona. Verdasco si vede regalare un punto che sarebbe stato quantomeno da ripetere. Verdasco pareggia a 40 con un ace, concede un quarto match point sparando un dritto in rete a campo aperto ma lo annulla con un vincente incrociato di rovescio prima di tenere il servizio. Poco male, si pensa fra i tifosi a stelle e strisce, non fosse che Roddick rompe le corde in battuta sul 30 pari. Il cambio di racchetta gli costa un dritto lungo e sulla palla break seguente lui completa il disastro valutando fuori un recupero dell’avversario che rimane in campo abbastanza nettamente. Verdasco si issa al tie-break e lo domina fra gli urli della folla.
Nel terzo set un break immediato a zero, con Roddick ormai sballato che si becca un warning scagliando violentemente la pallina fra il pubblico, scrive la parola fine all’incontro ben prima della stretta di mano.
A fine partita, Roddick: "Non ho fatto niente di straordinario. Ho solo risparmiato un viaggio all’arbitro" L'annata 2007 vide Roddick e gli USA vincere la Coppa Davis.


L'INCREDIBILE FINALE DI WIMBLEDON 2009
Il più grosso rammarico della sua carriera tennistica però sarà la finale di Wimbledon persa nel 2009 ancora una volta contro Federer.
Dopo aver battuto Lleyton Hewitt ai quarti in un match durato 3 ore e 51 minuti con il punteggio di 6-3 6-7 7-6 4-6 6-4, in semifinale elimina l'idolo di casa Andy Murray il favorito per la finale (6-4 4-6 7-6 7-6). L'avversario dunque è ancora lo svizzero.
Quel 5 luglio del 2009, sul centre court di Wimbledon, per oltre due set Andy sembrò sul punto di riuscire là dove non era mai riuscito: vincere una finale Slam contro Federer.
Quel giorno l'americano stava mettendo Federer alle corde, il suo servizio funzionava a perfezione.
Il braccio dello svizzero si era bloccato sul game che lo avrebbe portato sul sei pari: primo break, subito decisivo: 7-5 per Roddick che fa suo il primo set. Stessa storia nel secondo set.
Ace sporchi, servizi vincenti, diritti fulminanti. Questa volta lo svizzero però tiene e si va al tie-break.
1-0 Roddick, 2-0, 2-1, 3-1, 4-1, 5-1. Si gira. 5-2, 6-2.
Controbalzo di rovescio di Federer: 6-3 Roddick, poi 6-4, 6-5.
Sul 6-5 l'americano ha una facile volee di rovescio per chiudere il secondo set, Roddick arriva proprio facile su quella palla alzata per disperazione dallo svizzero (le due immagini di sotto non rendono neanche l'idea) ma la sbaglia clamorosamente.
Federer recupera e vince il secondo set 6-8.
Il pensiero che viene a tutti in testa è che l'americano possa crollare, invece Roddick rimane incollato alla partita. Perde il terzo set, ancora una volta al tie-break (5-7 questa volta).
Federer però non recita la parte dello squalo e nonostante tutto sente la pressione quindi concede più di qualcosa. Roddick conserva il break in avvio di quarto set. Si decide tutto al quinto.
Americano (quasi) favorito, non solo per aver portato la partita al quinto ma anche perchè nei 4 set precedenti non aveva mai perso il servizio (lo svizzero 2 volte).
Sull'8 pari, Roddick ha 2 palle break che assomigliano tanto a 2 match point ma lo svizzero si salva ancora. Dopo 1 ora e 37 minuti, finirà per prevalere Federer 14-16 che realizza il primo match point a disposizione (dopo 4 ore e 16 minuti di gioco totale).
Caso più unico che raro, il finalista sconfitto, realizza più game del vincitore: 38 Federer, 39 Roddick.
Federer realizza 50 aces contro i 27 dell'americano (la risposta fa tutta la differenza del mondo in questo sport, del resto se si confrontano le velocità medie dei servizi: 118 mph Federer contro 127 mph, 7 miglia orarie in favore dell'americano anche sulle seconde. 64% di prime in campo per lo svizzero contro il 70%).


ULTIMI ANNI E QUALCHE PENALTY POINT DI TROPPO
Roddick vince un altro Master Series nel 2010: ancora una volta Miami battendo Berdych in finale.
Il 2011 fu un anno dove Roddick ricevette diversi warning e penalty point per comportamenti non proprio esemplari. Ad esempio a Cincinnati diede il peggio di sè, distruggendo prima la racchetta e poi scagliando una pallina fra il pubblico nel suo match contro Kohlschreiber (si beccò per questo un penalty point da Carlos Bernandes), agli US Open dopo la vittoria in quattro set contro il connazionale Michael Russell, preciserà: "Ovviamente è inammissibile qualsiasi mancanza di rispetto nei confronti di avversario e arbitro ma se faccio del male solo a me stesso perché dovrei ricevere un warning?".
Nello stesso anno sempre a Roma, dopo la sua sconfitta al primo turno contro Simon, rispose piccato alle domande dei giornalisti sullo stato di salute, precario, del tennis statunitense: "Di certo la crisi del nostro Tennis non è peggiore di quella del Tennis italiano". 
L'americano chiuderà la sua carriera nel 2012.


BESTIA NERA FEDERER
Contro lo svizzero, Roddick chiuderà con un impietoso 3-21.
4 sconfitte a Wimbledon (3 finali), 2 semifinali all'Australian Open, 2 all'US Open (di cui 1 finale) più 3 sconfitte alla Masters Cup. Oltre a Federer, il suo più grande rivale fu il rovescio bimane: un colpo che faceva davvero poco male. Sulle velocissime superfici dei primi anni del 2000, Roddick andava a nozze: gli bastava solo servizio più dritto e con il rovescio come colpo di contenimento.
Poi gli organizzatori iniziarono ad uniformare tutte le superfici rendendole meno veloci: prima all'US Open e poi a Wimbledon (la trasformazione è ancora in atto. Nella seconda settimana di Wimbledon ormai si parla di "erba battuta" e non più erba). Roddick fu "costretto" ad "imparare a giocare" da fondo-campo, a volte anche 1 metro fuori dallo stesso. Poi rovescio vulnerabile, tattica disordinata, dritto che faceva meno male (proprio per il rallentamento delle superfici) e qualche volee sbagliata di troppo a rete lo fecero, piano piano, cadere nell'oblio (seppur ancora capace di prestazioni di medio-alto livello anche nella parte finale della sua carriera).
Ovviamente poi l'esplosione di Federer e Nadal fece il resto.
Roddick, oltre al discorso superficie fatto prima, fu però bravo ad inserirsi nell'epoca di transizione tra il ritiro di Sampras e l'era di Federer, Nadal, Djokovic e in parte Murray.


SCONTRI DIRETTI (GIOCATORI PRINCIPALI)
Roddick v Federer 3-21
Roddick v Nadal 3-7
Roddick v Djokovic 5-4
Roddick v Murray 3-8
Roddick v Hewitt 7-7
Roddick v Haas 6-7
Roddick v Henman 2-3
Roddick v Rusedski 6-1
Roddick v Coria 5-0
Roddick v Nalbandian 4-2
Roddick v Agassi 1-5


PALMARES
Montreal (Master 1000) 2003
Cincinnati (Master 1000) 2003
US Open (Grande Slam) 2003
Miami (Master 1000) 2004
Cincinnati (Master 1000) 2006
Coppa Davis 2007
Miami (Master 1000) 2010


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