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giovedì 16 luglio 2015

La Storia Di Justin Fashanu: Coming Out e Suicidio

Nell’Inghilterra degli anni '70 e '80, con gli Hooligans per le strade e sulle terraces, era vivamente sconsigliato essere nero ed omosessuale. La storia in questione parlerà di un giocatore, la cui vicenda ha scosso l’opinione pubblica per molto tempo. Sto ovviamente parlando di Justin Fashanu.
Justin nasce il 19 Febbraio 1961, a Hackney Village, nord-est di Londra. Da padre nigeriano e madre guyanese, cresciuto però in seguito da Alf e Betty Jackson, che porteranno Justin e il fratello minore John Fashanu ad Attleborough. Justin a 18 anni esordisce con il Norwich City, dove resterà fino al 1981, quando lascerà il Norfolk. Il suo debutto nel calcio che conta infatti parte subito alla grande, infatti, nella sua permanenza nel Norwich segna 35 reti che attirano le attenzioni del Nottingham che gli fa fare il grande salto. John è già una stella anche dell’under 21 inglese.


IL TRASFERIMENTO A NOTTINGHAM
Il Nottingham Forest  ai tempi era tra le squadre più forti d'Inghilterra e del mondo: avevano vinto 1 campionato, 4 coppe di Lega, 1 Supercoppa Inglese ed Europea e 2 Coppe dei Campioni.
Al Forest le cose però non vanno per niente bene, forse anche per la pressione di quel milione sganciato da Clough, ma il problema maggiore è l’atteggiamento di Justin fuori dal campo che dopo la mezzanotte lo vede protagonista in locali stravaganti. Si parla di lunghe nottate nei bar gay-friendly più cool della città, che porteranno inevitabilmente a scontrarsi con l’allenatore, destabilizzando in maniera definitiva il rapporto tra i due.
"Dove vai se vuoi una pagnotta?", chiede Clough al termine di un allenamento dopo aver chiamato Fashanu da parte "Da un fornaio, immagino. Dove vai se vuoi un cosciotto d’agnello? Da un macellaio. E allora spiegami perché continui ad andare in quei cazzo di locali per froci?".


IL GIROVAGARE DA UN CLUB ALL'ALTRO
Fashanu lascia il Forest per l'Australia ma poi viene girato a Southampton, poi torna a Nottingham ma al Notts County e poi al sole di Brighton dove si rompe un ginocchio. Salterà 4 anni.
Nell’88 Los Angeles Heat. L’esperienza a stelle e strisce dura due anni, prima del rientro in patria.


IL COMING OUT (1990)
La carriera di Fashanu però continua ad essere boicottata da quelle continue voci che lo vogliono omosessuale, tanto pressanti che lo costringono nel 1990 a dichiarare pubblicamente il proprio orientamento sessuale. Infatti nel 1990 il giornale The Sun pagò la bellezza di 100.000 sterline per intervistare Justin in un articolo che fece scandalo, nel quale il giocatore usciva allo scoperto confermando la sua omosessualità e raccontando di aver avuto anche storie con diversi giocatori della Lega inglese. Un mondo omofobico e machista come quello del calcio, soprattutto a fine anni 80, non poteva tollerare una tale presa di posizione, ed infatti Fashanu venne attaccato in modo durissimo dalla stampa ed abbandonato da tutti, compresi gli amici più vicini. Come detto la decisione viene presa con grande ostilità: se una persona apertamente di sinistra (iscritto al Partito Laburista) come Brian Clough lo aveva etichettato come "fottuto fxxxxo" ("bloody poof") le teste rasate con il braccio teso che infestavano gli stadi inglesi non si voltano certo dall’altra parte. Per di più,  il problema non è legato solamente ai neonazisti inglesi, ma anche agli avversari che non ti aspetteresti: "Justin è un affronto, un danno d’immagine e un uomo patetico e imperdonabile" per la comunità nera inglese, mentre il fratello John, giocatore del Wimbledon, lo ripudia pubblicamente. Comincia qui un altro girovagare senza sosta per il povero John, sembra proprio che la sua carriera e la sua vita non vogliano trovare pace. Finisce nel Leyton Orient, piccola società sportiva dell’East London prima di riprendere un volo atlantico e planare a Toronto. Ma anche qui, sembra che la fortuna non sia dalla sua. Eccolo infatti tornare in Inghilterra, precisamente nel Devon, tesserandosi per il Torquay United. Qui dura due anni, dal 1991 al 1993, prima di trasferirsi in Scozia, Svezia e concludere la carriera in Nuova Zelanda, nella squadra di punta dei Miramar Rangers. La carriera di Fashanu dura fino al 1997.


LA PRESUNTA VIOLENZA SESSUALE (MARZO 1998)
Nel frattempo il suo stile di vita faceva ovviamente notizia, non solo per il suo coming out, ma anche per la sua passione smodata per i soldi e per le sue spese pazze, oltre che per diversi scandali, tra i quali uno che tirava in ballo persino esponenti politici britannici. Si arriva alla parte più tristemente nota della vita del ragazzo di Londra, che si verifica nel 1998, nel Maryland. Il 25 marzo 1998 alla polizia di Ashton Woods si presenta un 17enne del luogo affermando di aver subito una violenza sessuale da parte dell’attuale allenatore dei Maryland Mania Club, Justin Fashanu. Secondo il racconto del ragazzino, Fashanu lo avrebbe stordito attraverso la marijuana per poi abusare di lui sessualmente. Justin si mostra collaborativo in tutto e per tutto ma sa a cosa sta andando incontro: la legge anti-sodomia che punisce il sesso orale con il carcere.


IL SUICIDIO (MAGGIO 1998)
Fashanu decide di scappare in Inghilterra per cercare il sostegno di amici e di qualche avvocato per provare a difendersi, ma il 3 maggio 1998 si accorge di essere solo al mondo: "Desidero dichiarare che non ho mai e poi mai stuprato quel giovane. Sì, abbiamo avuto un rapporto basato sul consenso reciproco, dopodiché la mattina lui mi ha chiesto denaro. Quando io ho risposto no, mi ha detto: Aspetta e vedrai". Justin Son Fashanu viene trovato impiccato in un garage a Shoreditch, Londra nord, mentre in Maryland il processo a suo carico viene archiviato per mancanza di prove. Il suo nome è ancora fortemente ricordato nella comunità gay inglese come uno tra i più influenti e coraggiosi nella lotta per i pari diritti. Un storia che mescola talento, intolleranza e destino crudele. Justin, di tutto questo, era già consapevole prima del triste epilogo:

"Spero che qualcuno lassù mi accolga: troverò la pace che non ho avuto in vita"

Era la tragica e triste fine di un uomo che toccò il cielo con un dito a vent’anni e che in pochissimo tempo cadde rumorosamente nella polvere anche per via delle sue preferenze sessuali, in un mondo dove la virilità e l’ipocrisia era e continua ad essere tutto. Una sconfitta di tutti, compreso il fratello John, nel frattempo diventato presentatore televisivo di successo in diversi reality show, che in diverse interviste ha affermato di essersi amaramente pentito di aver abbandonato il fratello dopo il suo coming out.



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