Quella di Burnden Park, ormai ex stadio dei Bolton Wanderers (prima di trasferirsi al Reebok Stadium), fu la prima tragedia che scosse il mondo del calcio.
Avvenne il 9 marzo 1946, come detto, nello stadio della città alle porte di Manchester.
Era il sesto turno di FA Cup, dove il Bolton affrontava lo Stoke City di Stanley Matthews(uno dei più forti giocatori dell'epoca e vincitore anche del pallone d'oro nel 1956).
La possibilità dunque di vedere Stanley Matthews e la fortuita coincidenza che il campionato non era ancora iniziato dopo la guerra rendevano l’FA Cup più popolare che mai, e questa gara in particolare.
Ai tempi la FA Cup si giocava andata e ritorno, all'andata aveva vinto il Bolton 2-0.
LA TRAGEDIA
I tifosi iniziarono ad arrivare a centinaia a partire dall’una del pomeriggio e a partire dalle due e mezza l’enorme Embankement Stand era già al pieno della sua capacità.
Alf Ashwort, testimone oculare presente alla partita, dal suo punto di vista privilegiato dalla gradinata opposta ricorda: “L’ingresso era solo da Manchester Road, e subito a destra dei tornelli c’era un bar. La gente si riuniva attorno a questo bar, e non si muoveva da lì, nonostante fosse evidente che c’erano altri bar più avanti”.
Alle 14.40 i tornelli vennero chiusi, benché centinaia di persone stessero ancora cercando di entrare allo stadio.
Molti entrarono nell’Embankement Stand, già sovraccarico di persone, dalla ferrovia che passava li vicino, semplicemente rimuovendo pezzi di recinzione fatiscente.
La gente già nella tribuna veniva spinta dalle persone che continuavano ad entrare(ovviamente senza pagare il biglietto).
Si parla di un eccesso di 85mila persone! (la capacità massima era di 70mila)
Al calcio d’inizio successe l’irreparabile: la folla che continuava ad entrare dal lato della ferrovia spingeva sempre più le persone all’interno dello stadio, finché una barriera metallica non cedette e le persone “sembrava che cadessero come un mazzo di carte” ricorda un altro testimone oculare.
Il gioco incredibilmente riprese.
Alf Ashwort intuì la gravità della situazione: “La gente veniva portata via in barella. Alcuni di loro avevano le braccia penzolanti e sembravano morti”.
La partita venne finalmente sospesa e le squadre abbandonarono il campo alle 15.12.
La polizia ordinò di riprendere la partita meno di mezzora dopo, con le linee laterali del campo dove era avvenuta la tragedia rifatte in qualche modo.
Oltre la linea laterale giacevano i corpi su barelle improvvisate, coperte con delle giacche.
Con una naturalezza incredibile a metà tempo le squadre ripresero a giocare semplicemente invertendo le porte e la partita finì senza gol, decretando il passaggio del turno dei padroni di casa.
Staney Matthews ammise che già nell’intervallo i giocatori ebbero notizia della morte di alcuni tifosi, ma che solo tornando a casa dopo la partita ebbe la conferma di quante persone erano morte.
Il bilancio della tragedia di Burnden Park parlò di 33 vittime e oltre 400 feriti, la tragedia più grande del periodo e la prima in assoluto (di queste proporzioni).
L'ultima partita giocata a Burnden Park è datata Aprile 1997, verrà poi demolito nel 1999.
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