Le prove erano così schiaccianti da risultare difficili da credere.
Registrazioni di telefonate fatte ad allibratori, a volte addirittura pochi minuti prima dell'inno nazionale. Ricevute di scommesse, uno dopo l'altra, giorno dopo giorno, praticamente su ogni squadra, tra cui il team che allenava, insieme con l'importo della singola scommessa.
Quasi 20 mila dollari al giorno di scommesse.
Il mondo del baseball e dello sport in generale, vengono sconvolti dalla quantità delle prove, che lasciano pochi dubbi sul fatto che Pete Rose, uno dei più grandi e celebrati giocatori della storia del baseball, aveva scommesso sulle partite ed addirittura sulla propria squadra.
Pete era conosciuto come un grande giocatore d'azzardo e lo si era vedeva spesso in compagnia di noti allibratori e personaggi dell'ambiente delle scommesse.
Ma poi le voci iniziato ad avere maggiore consistenza solo all'inizio del 1989 quando ci si accorse che Charlie Hustle, pseudonimo del ragazzo di Cincinnati che aveva conquistato il Mondo, era andato troppo oltre.
LA CARRIERA
La carriera di Pete Rose, nato a Cincinnati il 14 aprile del 1941, era cominciata alla Western Hills High School della sua città natale, ma dopo gli anni del liceo Rose aveva firmato il contratto che i Reds gli avevano offerto ed aveva cominciato la scalata nell'organizzazione di minor league della franchigia dell'Ohio.
La sua carriera nelle leghe minori lo portò a Tampa, in Florida ed infine a Macon, in Georgia, ma dall'inizio del 1963 Rose prese possesso del posto di seconda base titolare dei Reds.
La sua stagione da rookie terminò con la conquista del titolo di matricola dell'anno ma fu dal 1965 al 1973 che Rose crebbe e diventò una superstar del gioco, conosciuto soprattutto per l'intensità con cui scendeva sul diamante e per la notevole abilità da puro battitore.
Diventò uno degli elementi chiave della Big Red Machine, la supersquadra che negli anni '60 e '70 dominò la National League, partecipando a 4 World Series e vincendo 2 titoli. Rose, da parte sua, vinse il titolo di MVP della National League nel 1973.
Diventato free-agent al termine della stagione 1977, Rose firmò con i Phillies, che portò a due World Series e al titolo nel 1983.
Nel 1984, firmò un contratto con gli Expos, ma nell'estate dello stesso anno tornò a Cincinnati come giocatore-manager.
L'11 settembre del 1985 Rose battè la valida numero 4192, una in più di Ty Cobb, che fino a quel giorno era il recordman assoluto; la sua carriera terminò alla fine del 1986 con 4296 valide ma dalla stagione 1987 Rose passò a dedicarsi a tempo pieno al ruolo di manager di Cincinnati.
I SOSPETTI E LE ACCUSE
Il 20 febbraio 1989(terza stagione alla guida dei Reds), Rose ed i suoi avvocati vennero convocati a New York per incontrare l'allora commissario Peter Ueberroth.
Il giorno dopo, voci ufficiose accreditavano la tesi secondo la quale la riunione riguardava accuse di gioco d'azzardo formulate contro Rose.
Un mese dopo, il 20 marzo, l'Ufficio del Commissioner rilasciò una dichiarazione nella quale si ammetteva che le Majors stavano indagando su "gravi accuse di gioco d'azzardo contro Rose"..
Il 1 ° aprile l'IRS, equivalente dell'Agenzia delle Entrate qui in Italia, sequestrò schedine con il nome di Rose, la sua scrittura impressa sulle stesse, le sue impronte digitale vi furono rilevate.
Il giorno successivo, 2 Aprile, venne riportato da note di stampa che Rose era "sospettato" di aver puntato tra gli 8.000 ed i 16.000 dollari al giorno su partite di Baseball durante la stagione 1987.
Poi, il 9 maggio, la mazzata definitiva: il Commissioner Giamatti ricevette un rapporto di 225 pagine dall'investigatore John Dowd che conteneva, documenti, relazioni, trascrizioni e altro materiale che illustrava in maniera inequivocabile che Rose aveva scommesso sul Baseball.
Rose fu messo alle strette; dopo una serie di mozioni depositate dagli avvocati delle due parti, ed una serie di telefonate tra Giamatti e avvocato di Rose, si seppe che il 23 di agosto la Commissione d'inchiesta delle MLB si sarebbe riunita per decidere le sanzioni, e che il 24 le decisioni sarebbero state rese note in una conferenza stampa.
IL GIORNO DEL GIUDIZIO
Cosi, si arrivò al "Giorno del Giudizio", il 24 Agosto del 1989, a New York, nell'ufficio del Commissioner della MLB, Bart Giamatti.
Giamatti entra nella sala stampa, si avvicina al microfono e rilascia la seguente dichiarazione.
"Uno dei più grandi giocatori del gioco del baseball è rimasto coinvolto in una serie di atti che hanno macchiato la reputazione del gioco, e lui ora deve convivere con le conseguenze di tali atti"
ed in presenza di uno drappello di reporter arrivati da ogni angolo del mondo, pronuncia la sentenza, inappellabile e definitiva, frutto di un accordo tra le parti che ha evitato strascichi di natura giudiziaria:
"Pete Rose viene bandito per sempre dal gioco del baseball, non potrà più farne parte, non potrà mai più avere parte attiva in qualsiasi ruolo nel gioco del baseball"
Radiato, ripudiato.
Giamatti chiude la sua perorazione dicendo che il baseball non aveva mi visto nulla del genere dai tempi di Landis, riferendosi al Commissioner Kenesaw Mountain Landis, colui che decretò la radiazione dei Chicago White Sox delle World Series del 1919, il "Black Sox Scandal".
LA RISPOSTA DI ROSE
Poco dopo la conferenza stampa del Commissioner a New York, Rose e i Reds tennero la loro al Riverfront Stadium di Cincinnati, annunciando che Rose non era più il manager dei Reds a causa della sua radiazione e che il suo posto sarebbe stato preso da Tommy Helms.
Alla conferenza stampa, Rose continuò a negare di aver scommesso sul baseball, nonostante l'enorme quantità di prove incriminanti.
"Nonostante quello che il Commissioner ha detto oggi, io non ho scommesso sul baseball",
Disse ai media, ammettendo però, bontà sua, di aver scommesso su altri sport.
Nel frattempo, in quegli istanti, la città di Cincinnati era a lutto.
Le strade erano vuote.
Ognuno stava guardando la trasmissione in diretta della conferenza stampa di Rose.
Grandi televisori, piccoli televisori, ogni casa, ogni ufficio, ogni negozio.
Le parole di Rose echeggiavano attraverso corridoi, edifici, l'intera città.
Gli venne chiesto di spiegare perché egli considerava, come dichiarato, equa la pena se era vero che non aveva mai scommeso sulle partite dei Reds. Non rispose se non in maniera indiretta, lo sguardo altrove, cambiando discorso.
"La mia vita è il baseball, spero di tornare nel baseball non appena mi sarà possibile. Sono stato nel baseball per tre decenni, ed anche esserne fuori per un periodo che sono sicuro sarà molto breve, fa male. Ho fatto qualche errore, mai non ho scommesso sul baseball.
Ho troppo rispetto per il gioco, troppo amore per il gioco"
Pete Rose dopo 25 anni non è stato ancora perdonato e mai verrà perdonato.
Il primo scandalo della storia del Baseball: Scandalo Black Sox: World Series 1919
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