Nel 1971 i British Lions (la selezione di Rugby a 15 delle Isole Britanniche) effettuò il suo classico nell'emisfero Sud in Nuova Zelanda (più due partite in Australia).
La selezione conteneva leggende del gioco come Gareth Edwards, Barry John, Gerald Davies, JPR Williams, Willie John McBride, Mike Gibson e Fergus Slattery.
Capitano della squadra fu il gallese John Dawes e alla guida tecnica del team vi fu il suo connazionale Carwyn James secondo il quale il Rugby era un'espressione di talento individuale, non una sublimazione di abilità evidenziate tramite un piano di gioco.
Egli vide gli All Blacks come una macchina che, non importa quanto fosse ben oliata, mancava di grazia e fascino.
"Dall'età di sei anni hanno suonato allo stesso modo, rigidi e prevedibili" disse dopo il tour.
"Hanno prodotto sempre Rugby vincente, quindi perché cambiare?"
Nonostante la sconfitta iniziale contro Queensland (15-11), il tour ebbe un grande successo perché vide la vittoria dei britannici nella serie contro gli All Blacks.
Dopo quella sconfitta arriveranno 23 vittorie su 25 partite (di queste 23, due vittorie sulla Nuova Zelanda).
Una sconfitta (contro gli All Blacks) ed un pareggio.
LA BATTAGLIA CONTRO CANTERBURY
Noi ci soffermeremo sull'incredibile match (l'undicesimo) contro Canterbury, vinto dai British Lions per 9-14.
Questo match viene ricordato come uno dei più violenti/sporchi di tutti i tempi.
Pare che il club neozelandese arruolò nel roster anche avanzi di galera, pronti a picchiare come fabbri.
A seguito di questa partita, Ivan Vodanovich, presidente dei selezionatori e allenatore degli All Blacks , avvertì che il primo test match contro la Nuova Zelanda poteva trasformarsi in "un'altra Passchendaele" per gli ospiti se insistevano nel rallentare l'uscita delle palle dalle rucks e nell'ostruire la line-out.
I suoi commenti arrivarono dopo che i Lions avevano battuto Canterbury per 9-14, ma avevano perso i loro due migliori giocatori: l'irlandese Ray McLoughlin e lo scozzese Sandy Carmichael, per infortunio.
Carmichael per una frattura multipla dello zigomo sinistro e McLoughlin per un infortunio al pollice sinistro.
Entrambi tornarono in Gran Bretagna.
La perdita di McLoughlin fu un duro colpo per i Lions.
Non solo era molto forte fisicamente e di grande esperienza, ma era anche un noto stratega.
Il match contro Canterbury fu durissimo, in particolare in mischia.
Carmichael in mischia venne avvertito due volte da Alister Hopkinson, sino a che Alister non lo colpì con diversi pugni.
McLoughlin invece rimase ferito quando i giocatori di entrambe le squadre scatenarono una vera e propria rissa.
L'irlandese colpì Alex Wylie in faccia, rompendosi a sua volta il pollice sinistro.
Si limitò quindi a dimostrare quello che era ampiamente noto a Canterbury: quel Grizz aveva un cranio duro.
Un altro irlandese, Fergus Slattery, venne preso a pugni in faccia.
Ci furono diverse altre risse con scambi di colpi da ambo le parti.
Il flanker John Taylor: "Canterbury trattava il gioco come una guerra, gli avversari come invasori da respingere a tutti i costi. Quel match fu un disonore per il Rugby"
Gareth Edwards: "E' stato detto da qualcuno che nella mia vita ho avuto paura solo due volte su un campo di Rugby. Una volta a Cardiff contro Neath. La seconda volta invece fu la partita contro Canterbury.
Era già dalla settimana precedente al primo test che la stampa stava facendo una guerra psicologica dicendo che questo sarà il Test per vedere di cosa sono fatti veramente i Lions.
È stata la partita più brutale in cui abbiamo giocato in quel tour.
Circa cinque minuti dall'inizio a seguito di una mischia, la palla è finita dietro e l'ho presa velocemente.
Il numero otto per Canterbury quel giorno era un ragazzo di nome Alex 'Grizz' Wylie.
Era un ragazzo molto forte, ma ho avuto la meglio su di lui perché la palla uscì velocemente.
Mi ricordo che mentre tornavo indietro sentendomi abbastanza soddisfatto di me stesso, lui mi guardò dicendomi 'se lo fai di nuovo ti rompo il collo'.
Ad ogni modo, dopo circa tre minuti, ho avuto un'altra possibilità e avrei voluto averlo ascoltato.
Ha provato quasi a decapitarmi.
Nel frattempo, anche il nostro Ray McLaughlin, era indiavolato quel giorno.
Grizz Wylie si stava ancora rendendo fastidioso, Ray andò da Grizz e lo beccò con un pugno in faccia.
Ricordo il sangue che sgorgava dal suo occhio e sulla sua maglietta ma sfortunatamente anche Ray s'infortunò: si ruppe un dito e il suo tour terminò lì"
Anche Slattery rimase infortunato e ricorda: "Non avevo la minima idea di dove fossi.
Sono andato da Peter Dixon e chiesi 'Dove siamo?'. Mi guardò agitato e disse: 'Siamo in sanguinosa Canterbury!'.
Circa dieci minuti dopo gliel' ho chiesto di nuovo ma era appena stato colpito e non ne aveva idea. Ho realizzato dove ero solo nell'ultimo quarto del gioco"
McBride che poi capitanerà i Lions in Sud Africa quattro anni dopo, disse: "Ho detto ai ragazzi: 'Guardate, abbiamo due possibilità. O torniamo negli spogliatoi e ci dimentichiamo di questa partita o ci alziamo e combattiamo. Io ho comunque deciso di rimanere qui a combattere"
Gordon Brown: "Con Hopkinson, Wyllie e Penrose, presero a calci, pugni e gomitate chiunque avesse una maglia rossa. Fu assolutamente fortuito che nessuno rimase ucciso"
Parlando invece di Rugby, nonostante Canterbury disputò una grandissima partita, la sconfitta divenne inevitabile con il passare del tempo.
I rapporti furono talmente tesi a fine partita che Canterbury non si presentò nel post partita.
Dopo la Battaglia di Canterbury, i Lions comunque erano un gruppo unito e più che pronti per i quattro Test contro gli All Blacks.
TOUR VINTO CONTRO GLI ALL BLACKS
Il manager dei Lions era stupito e incazzato del fatto che Vodanovich avesse usato una parola come Passchendaele, ma aveva promesso che i Lions avrebbero vinto il primo test continuando a giocare lo stesso tipo di Rugby vincente che avevano prodotto in tutto il tour.
I Lions vinsero il primo test-match contro la Nuova Zelanda a Dunedin per 9-3.
Il secondo test-match a Christchurch li vide sconfitti per 22-12 (cinque mete a due per gli All Blacks); gli errori di tale incontro non furono ripetuti nel terzo, disputatosi a Wellington: i Lions concessero agli oceanici solo una meta (non trasformata), realizzandone (e trasformandole) a propria volta due.
L'ultimo match di Auckland avrebbe potuto dare ai padroni di casa l'opportunità di pareggiare la serie, ma i Lions tennero benissimo il campo: parità perfetta alla fine del primo tempo (8-8, frutto di una meta trasformata e un piazzato per parte), continuata nel secondo tempo grazie a un piazzato britannico e una meta neozelandese; un drop del gallese J. P. R. Williams (l'unico della sua carriera internazionale) a pochi minuti dalla fine diede il vantaggio per 14-11 ai Lions e i neozelandesi non furono capaci di andare oltre il pareggio.
Il risultato finale di 14-14 diede così ai Lions la vittoria per 2-1 nella serie.
Il successo del tour si fondò sulla lezione subìta nella spedizione di cinque anni prima, quando i Lions persero 4 incontri su 4 contro la Nuova Zelanda.
L'ossatura del team vincente del 1971 fu quella del Galles che vinse il 5 Nazioni di quell'anno realizzando il Grande Slam: la Nazionale gallese fornì il maggior numero di giocatori del tour.
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