Letteralmente si chiama "Timekeeping" (cronometraggio), ci si riferisce a coloro che durante il motomondiale tramite la tecnologia misurano i tempi mediante l'utilizzo di computer, decoder, antenne.
I tempi vengono immagazzinati da un trasponder da 8 bit incastrato sotto il radiatore della moto (il più possibile vicino all'asfalto) e protetto da una finestra di kevlar.
Nel complesso si tratta di una scatoletta che riceve i segnali e li passa sul monitor del pilota: eventuali comunicazioni dei giudici di gara (bandiere in primis).
Il tutto avviene tramite delle antenne disseminate in più punti sul circuito.
Le antenne sono posizionate sotto l'asfalto per formare una specie di rettangolo con i due lati distanti 60 cm: quando la moto ci passa sopra, il trasponder riceve dall'antenna i codici che a sua volta passa via onde radio a un decoder nella stanza del Timekeeping.
Arrivati qui i dati vengono tradotti in tempi, immagazzinati nei time server e poi mostrati sui monitor.
Se i dati smettono di arrivare dipende sicuramente da malfunzionamenti del trasponder.
Da questi dati poi, vengono ottenute le "telemetrie" (cioè quel complesso di rilevazione ottica ed acustica che permette di misurare distanze piccolissime tra un punto di riferimento e l'oggetto considerato) con cui si studiano le strategie di gara.
La quantità di dati elaborata per ogni gara pesa circa 120 gigabyte.
Vengono processati circa 10mila parametri e da alcune migliaia di questi un software estrapola matrici 20x20 e tabelle.
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