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sabato 16 luglio 2016

La Storia Della Corrida: Toreri Incornati e Morti

Per Corrida s'intende lotte contro i tori.
La corrida de toros è attualmente praticata in varie zone della Spagna, in Portogallo e in altre nazioni dell'America Latina.
Il torero è la persona che nella corrida affronta il toro, sia come matador sia come membro della cuadrilla (squadra del torero).
La Corrida è il simbolo della Penisola Iberica ed affonda le sue radici nella tauromachia, arcaico scontro tra l'uomo e il toro.
Il popolo spagnolo è fortemente diviso tra i sostenitori della corrida, i quali credono fermamente nella tradizione e sostengono che per il toro è più dignitoso morire in combattimento piuttosto che in un macello, altri invece che si oppongono, considerando la corrida uno squallido spettacolo di ingiustificata violenza contro gli animali.
In Spagna esistono ben 400 Plaza de Tores, ognuna delle quali ha una piccola cappella in cui ogni torero viene benedetto prima dell'incontro.
La Corrida dura circa un'ora e mezza e viene realizzata durante le festività tra proteste e consensi, lo scontro avviene tra 6 tori e 3 toreri ed ogni anno a tale scopo vengono uccisi ben 30.000 tori, mentre nell'ultimo secolo solo 40 toreri sono caduti durante l'evento.
La Corrida vera e propria appare per la prima volta nel XIV secolo e solo nel 1670 prende piede a Siviglia la prima scuola di tauromachia.
Con la dittatura Franchista si cercò di dare meno importanza all'evento, in modo da non pubblicizzare un'immagine violenta della Spagna.
Durante la Corrida il toro, dapprima indebolito, entra nell'arena ed inizia da subito lo scontro con il suo avversario, il torero, che, vestito secondo la tradizione e munito del capote, un grande panno di tela rosa, e di banderillas, piccole lance, provocherà ripetutamente le cariche dell'animale per poi trafiggerlo più volte.
Quando il toro apparirà provato dai colpi, avrà iniziò la fase saliente dello spettacolo: il torero si armerà di un piccolo pezzo di stoffa rosso vivo e di una spada per sferrare il colpo mortale dritto al cuore dell'animale.
Al termine dell'incontro se il torero avrà ucciso il toro verrà acclamato, altrimenti verrà fischiato, ogni animale verrà infine privato della coda e delle orecchie come trofeo dell'avvenuta corrida.
Dunque è il pubblico a decidere se applaudire (sventolando un fazzoletto bianco) o fischiare il torero a fine corrida.


TORERI PIU' FAMOSI
I toreri più famosi della storia sono stati:
Rafael Molina Sánchez detto "Lagartijo", nato il 27 novembre 1841 a Cordoba, morì nella stessa città nel 1900.
Venne incornato seriamente per 7 volte.

Salvador Sánchez Povedano detto "Frascuelo", nato il 23 dicembre 1842 a Granada.
Dopo l'infanzia a Saragozza, si trasferisce a Madrid e a 25 anni divenne torero.
Prese parte a 1236 corride e matò 3801 tori.
Morì a 56 anni per una polmonite.

Ignacio Sánchez Mejías, nato a Siviglia nel 1891 e morto a Madrid nel 1932, figura di spicco della cultura popolare spagnola prima della guerra civile.
Di famiglia agiata, scappò di casa e divenne torero.
Si ritirò a metà degli anni ’20, ma nel 1932 decise di ritornare nelle arene.
Morì a causa della cancrena, conseguenza di una cornata durante una corrida nell’arena di Manzanares.
Il suo successo era dovuto alle sue ostentazioni temerarie.

Juan Belmonte García, nato a Siviglia nel 1892 e morto a Utrera nel 1962, è stato il grande rivale di Ortega (la loro rivalità fece sì che la popolarità della corrida divenne enorme in Spagna).
Fondatore del toreo moderno, era soprannominato “el Pasmo de Triana“ (“la meraviglia di Triana”, quartiere di Siviglia).
Si ritirò nel 1936 dopo 109 corride.

José Gómez Ortega, soprannominato “Joselito” o “Gallito“.
Nato a Gelves nel 1895 e morto nel 1920 a Talavera de la Reina, discendeva da una famiglia di toreri (il padre ed il fratello erano toreri famosi, conosciuti come “El Gallo“, da cui il soprannome di Juan Gomez).
Fu il più giovane torero (17 anni) ad ottenere il titolo di matador de toros, all’età di diciassette anni. Morì durante una corrida a 25 anni, colpito da una cornata al ventre.

Manolete, nato nel 1917 a Cordova come Manuel Rodríguez Sánchez, è considerato uno dei più grandi toreri di tutti i tempi.
Dallo stile elegante e serio, eccelleva nella suerte de matar (l’uccisione del toro).
Dal 1940 fu il protagonista delle più importanti corride spagnole, e nel 1945 si esibì in Messico, Colombia, Perù e Venezuela, dove fu acclamato come il più grande torero del mondo.
Morì il 28 agosto 1947 in una corrida a Linares.
Franco decretò tre giorni di lutto nazionale.

Luis Miguel González Lucas, conosciuto come "Luis Miguel Dominguín", nacque nel 1926 a Madrid.
Iniziò la carriera a 11 anni e conobbe la massima popolarità nei primi anni 40.
Dopo un primo ritiro, tornò alle corride nel 1971, per ritirarsi definitivamente nel 1973.
Morì nel 1996 per un infarto.

Francisco Rivera Pérez, soprannominato "Paquirri" nacque a Barbate nel 1948, figlio di un torero. Anche sua moglie Carmen Ordóñez discendeva da una famiglia di toreri.
Morì nel 1984 nell’arena di Pozoblanco, quando una cornata recise le vene iliaca e femorale. L’emorragia non poté essere contenuta Paquirri morì nel tragitto verso l’ospedale.
 Dopo la sua morte le arene furono obbligate per legge a dotarsi di strutture mediche adeguate.

Juan Josè Padilla, detto "Ciclon De Jerez", nato il 23 maggio 1973 a Jerez divenne torero a 21 anni.
Nell’ottobre del 2011, durante un’esibizione a Saragozza, scivolò e fu incornato da un toro al viso, perdendo un occhio, l’udito dall’orecchio sinistro e parte della mascella.
Divenuto famoso per via della benda all'occhio.
A cinque mesi dall’incidente, Padilla, che adesso viene chiamato “il Pirata”, tornò a sfidare un toro nell’antica arena di Olivenza, nel sud-ovest della Spagna, facendo molto discutere per il coraggio.


ANNI RECENTI
La Catalogna ha messo al bando le corride e le feste con i tori in strada (ferias) nel 2012.
Cresce in Spagna il movimento che vorrebbe vietare la corrida su tutto il territorio nazionale, ma è uno spettacolo tradizionale che nel 2014 ha attirato 6,5 milioni di spettatori generando un giro d’affari di 3,5 miliardi di euro in 1.868 spettacoli legati ai tori.
Nel 2014 iniziò male la stagione delle corride in Spagna.
Lo spettacolo del festival di San Isidro, patrono di Madrid, primo appuntamento stagionale, venne sospeso per mancanza di matador dopo il ferimento grave di tutti i toreri, tre, incornati senza pietà da due tori dal peso di mezza tonnellata nel tempio della corrida, la Plaza de toros de Las Ventas.
Un episodio storico visto che l' unico precedente risaliva al 1975, quando per lo stesso motivo vennero sospese addirittura due corride.
Lo spettacolo è durato un’ora.
Alle 20 gli altoparlanti dell’arena hanno annunciato la fine dello spettacolo.
Deslio, un toro di 532 chilogrammi, non si è fatto ingannare dal capote (il panno grande) di David Mora, lo ha incornato alla spalla e ha più volte scaraventato a terra il matador, che ha riportato l’arteria femorale recisa, una ferita da 30 centimetri al quadricipite e un’altra all’ascella.
Il secondo torero, Antonio Nazare, ha ucciso il toro, ma è finito a sua volta in infermeria poco dopo, colpito dal secondo toro, che gli ha lesionato la rotula destra.
Il secondo toro (537 chilogrammi) ha avuto la meglio anche sul terzo matador, Saul Jimenez Fortes, incornandolo al petto prima di essere colpito letalmente dalla spada del giovane torero di Malaga.
Nel 2015 a Ferragosto morirono quattro persone in varie parti del paese mentre a Salamanca il torero Saul Jimenez Fortes rimase ferito da una cornata al collo.
Nuovo sangue che fece gonfiare ulteriormente le polemiche sempre più forti attorno alla corrida ed alle feste con i tori, da secoli nei geni della cultura spagnola, oggi sempre più contestate da animalisti, sinistre e indipendentisti.
Ai tempi le nuove giunte comunali targate Podemos a Madrid, Saragozza, Valencia, La Coruna, annunciarono tagli dei fondi pubblici e divieti contro la Fiesta Nacional, provocando la rivolta dei toreri.
Come detto, a Salamanca, il matador Jimenez Fortes venne colpito dal toro contro il quale combatteva mentre era inginocchiato, per eseguire una mossa di virtuosità tecnica.
«È stata una cornata tremenda» ha detto il suo portavoce, «che è entrata dal collo e ha colpito la lingua, la regione del naso, il palato ed è arrivata fino alla base del cranio».
Il torero era già stato ferito al collo da una cornata durante una corrida in maggio a Las Ventas di Madrid.
Un altro noto matador, Francisco Rivera Ordonez detto "Paquirri", figlio e nipote di famosi toreri, è stato gravemente ferito a Huescada una cornata che gli ha squarciato il basso ventre.
Suo padre appunto era morto 20 anni fa, ucciso da un toro con una cornata quasi identica.
Nel luglio 2016 muore a 29 anni Victor Barrio, incornato e ucciso a Teruel nel corso di una corrida che veniva trasmessa in diretta in televisione.
È il primo torero professionista morto in Spagna nel corso di una corrida da 31 anni.
L'ultimo era stato appunto José Cubero "El Yiyo", morto a 21 anni nel 1985 per una incornata al cuore.
Nel 1992 a Siviglia morirono i due banderilleros Manolo Montoliu, 38 anni, e Ramon Soto Vargas, 39.
Barrio invece è stato ucciso dal toro Lorenzo, un animale di 4 anni e 529 chili di peso.
Il 29enne è stato incornato ai polmoni e un corno ha reciso l’aorta.


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