Daytona è famosa anche per la 200 Miglia.
Difficile credere che a fine anni 40, la città della Florida ospitava un circuito balneare!
La pista fu inaugurata nel 1959 fino ad allora le gare si svolgevano sulla spiaggia cittadina, un "circuito naturale" garantito da una spiaggia costantemente battuta dalle maree e quindi molto compatta. La Daytona 200 divenne leggendaria proprio sulle dune di Daytona Beach il tracciato sabbioso era lungo 3,2 miglia per poi passare a 4,1 miglia nel 1948 (circa 6,6 km).
Dopo ben 18 edizioni (la prima nel 1937) la gara nel 1960 traslocò sul nuovo circuito per questioni di sicurezza: le moto ormai raggiungevano velocità tali da rendere troppo pericoloso lo svolgimento della corsa su un terreno "naturale". Quanto ad oggi è uno dei circuiti in cui vengono utilizzate "piastre" (Air Restrictor) per diminuire la potenza delle vetture quindi la velocità.
Questa politica venne applicata soprattutto a causa del drammatico incidente accorso a Bobby Allison a Talladega (Alabama) nel 1987. Detto questo, incidenti (anche mortali) hanno continuato a verificarsi a Daytona anche dopo l'applicazione del limite dei cavalli. Sono frequenti gli incidenti con 5 o più vetture coinvolte ("Big One").
Questo circuito leggendario è costato la vita a 36 piloti (e non solo) nel corso degli anni.
Incidenti includono normali incidenti, attacchi di cuore ed altri membri delle squadre travolti in qualche modo. Tra le vittime illustri si ricordano Billy Wade, Don MacTavish, Prince, Hassler, Don Williams, Bruce Jacopi, Joe Young, Booher, Bonnet, Orr ma probabilmente la morte più illustre fu quella di Dale Earnhardt Sr. (detto "Intimidator" per la sua aggressività al volante), che è stato ucciso durante il giro finale del Daytona 500 (anno 2001) quando sbattè contro il muro a 160 mph. Si ricordano anche i 30 spettatori feriti nel 2013.
Il Talladega Superspeedway, conosciuto anche come 'Dega, è un circuito sito in Alabama.
E’ l’ovale più lungo del campionato NASCAR con i suoi 4283 metri di lunghezza.
Il gemello di Daytona (così viene definito) ha dalla sua un’ ampiezza di tracciato ineguagliabile per ogni altro tipo di circuito dato che si riesce a correre in ben quattro file di auto affiancate.
Un altro singolare record sono i 36° di pendenza alle curve 1 e 2 che fanno del 'Dega il tracciato più inclinato nella NASCAR.
Entrambi sono dei SuperSpeedway quindi poco freno ed acceleratore al massimo, una delle caratteristiche principali sono il numero spropositato di incidenti con le auto che corrono fianco a fianco separati da centesimi di secondo ed infine l’alta probabilità di un arrivo in volata a 42 auto.
Si ricordano vittime quali Larry Smith e Tiny Lund negli anni 70.
Dopo l'incidente di Edwards nel 2009, venne installata una nuova rete di protezione in acciaio (quella precedente era di metallo fragile) nel rettilineo principale, installata anche nel rettifilo di fondo a inizio 2010. Negli anni 90, prima dell'installazione degli Air Restrictor, era (con Daytona) il circuito più veloce della Nascar. Bandito dalle Indycar visto che si superavano i 400 km/h.
Charlotte Motor Speedway venne progettato da Bruton Smith nel 1959 a Concord (nei pressi di Charlotte appunto). La prima gara mondiale 600 NASCAR si tenne lungo i 2,4 km del Motor Speedway il 19 giugno 1960. Il circuito vide un alto numero di decessi.
Basti dire che Russell Phillips nel 1995 fu il nono pilota a perire da quando la pista venne aperta nel 1960. Fireball Roberts e Jimmy Pardue morirono nel 1964, Harold Kite un anno più tardi.
David Gaines nel 1990 vicino al luogo che vide morire Batson nel 1992 con la macchina che prese fuoco. Blaine Oxendine morì nel 1974, Thomas DeBlass su moto nel 1978.
Si ricorda inoltre che nel 2000, una parte della passerella del bridge dove erano assiepati i fans cadde su una strada a Concord. In totale, 107 fan rimasero feriti quando la parte alta 5 metri e rotti del ponte crollò. Gli investigatori dissero che l'azienda (Tindall Corp) che costruì il ponte, utilizzò un additivo improprio mescolato con il cemento per velocizzare il tutto.
L'additivo era cloruro di calcio, che corrose i cavi in acciaio della struttura determinando il crollo.
La Indy 500, ovvero l'Indianapolis Motor Speewday, è sicuramente la gara più prestigiosa al mondo: tutti vogliono vincerla almeno una volta in carriera.
Del resto, varcato l'ingresso, si legge «The Racing Capital Of The World», la capitale mondiale delle competizioni. E le tribune con 225mila spettatori in totale sono imponenti.
Ma la pericolosità di questo circuito è inaudita. Dal 1909, 56 persone sono state uccise su questo circuito. La pista 2,5 miglia è un ovale rettangolare con due lunghi e due brevi rettilinei.
I tratti più lunghi permettono alle automobili di aumentare la velocità di molto.
Le velocità medie possono essere ovunque nell'intervallo 160-230 mph a seconda della gara.
Molte vetture hanno coinvolto fatalmente anche meccanici ed altri operatori di gara.
All'aumentare della velocità c'è una perdita di trazione, di solito negli angoli.
Si ricordi a questo proposito quando nel 2003, Tony Renna perse la vita e il controllo del suo veicolo sbattendo contro le recinzioni.
Per quanto riguarda la F1, nel nuovo millennio si tornò a gareggiare sulla celebre pista della 500 Miglia. Venne però costruito, all’interno del catino, un circuito stradale che si snodava tra i parcheggi e le strade di servizio e più adatto a far correre le moderne monoposto, il quale utilizzava solo in parte il velocissimo anello (per la precisione, la curva 1 del catino ed il rettilineo di arrivo, da percorrere in senso di marcia opposto a quello abituale).
Nel 2005, la gara vide solo sei piloti al via a causa del ritiro alla fine del giro di ricognizione delle vetture gommate Michelin per problemi di sicurezza.
La casa francese non ritenne sufficientemente affidabili le proprie gomme per la percorrenza ripetuta della curva finale sopraelevata a velocità di gara, specie dopo l’incidente occorso al tedesco della Toyota Ralf Schumacher nelle prove libere.
Il Longhorne Speedway era un circuito sito a Langhorne, periferia nord di Philadelphia (Pennsylvania). Ospitò sia gare automobilistiche che la NASCAR dal 1949-1957.
Il paesaggio del famoso autodromo è stato alterato dopo che venne disputata l'ultima gara più di 40 anni fa. Quasi immediatamente dopo la chiusura di Langhorne, la zona è stata rasa al suolo per far posto a un centro commerciale. Inaugurato nel 1926, si trattava di una circolare strada sterrata di un miglio. La pista divenne noto come uno dei circuiti più pericolosi al mondo.
Larry Mann, Frank Arford, Bobby Marvin, John McVitty, Joe Russo, Mike Nazaruk e Jimmy Bryan persero la vita su questa pista. Molti altri piloti noti sono stati coinvolti in incidenti gravi, a causa delle alte velocità raggiunte sulla strada in sterrato. Nel 1965, qui venne compiuta una delle rimonte più spettacolari della storia con Mel Kenyon protagonista.
Kenyon dopo essere rimasto ferito, tornò a correre per posizionare terzo alla Indy 500.
Il Watkins Glen International (New York) ospitò per ben 15 volte la F1 ma anche Indycar e la NASCAR. Il Glen era un circuito veloce ma allo stesso tempo molto pericoloso: nel 1969 Graham Hill ebbe un incidente in cui riportò gravi fratture alle gambe.
Nel 1973 morì nelle prove Francois Cevert e l’anno dopo perse la vita Helmuth Koinig, un altro giovane e promettente pilota.
Nel 1981 fu abbandonato per questioni di organizzazione e soprattutto di sicurezza.
Il Fair Park Dallas (Texas) durò pochissimo in F1 (e in generale).
Era un tracciato automobilistico occasionale, disegnato attorno allo stadio Cotton Bowl.
Era costituito da ben 23 curve, molte delle quali ad angolo retto.
Numerose anche le chicane, costituite dalle curve 7 e 8, 10 e 11, 12 e 13, e infine 17 e 18.
Ciò nonostante, la pista offriva molte chance per il sorpasso, grazie anche a vetture poco aerodinamiche e alla presenza di rettilinei medio-lunghi tra le curve 9 e 10, 13 e 14, e 18 e 19, dove con una buona accelerazione in uscita era possibile sfruttare la scia e tentare l'azzardo nella 'staccata' successiva.
I muretti che delimitavano la carreggiata rappresentarono una vera e propria sfida per i piloti, divenendo teatro di numerosi incidenti
L’unica gara disputata a Dallas nella storia F1 vide alcuni eventi drammatici: nel corso delle prove, Martin Brundle si fratturò le gambe in un incidente con la sua Tyrrell Ford.
Il giorno della gara, l’asfalto presentò problemi in alcuni punti particolarmente impegnativi e i commissari decisero di annullare il warm-up per permettere i lavori di riparazione, riducendo di dieci giri la lunghezza prevista della gara.
La corsa vide numerosi incidenti contro i muretti e venne interrotta allo scadere delle due ore.
Il caldo torrido provocò anche un malore a Nigel Mansell, vittima di un guasto al cambio nei pressi del traguardo e costretto quindi a concludere la gara spingendo la propria vettura.
Dopo Dallas, la F1 scelse il Detroit Street Circuit: il circuito si snodava tra le strade attorno al Renaissance Center, delimitate da guardrail e da muretti in cemento.
Circuito molto tortuoso e con una sede stradale piuttosto stretta, delimitata da muretti realizzati con blocchi di cemento. La prima gara disputatavi venne interrotta al sesto giro per incidente e poi definitivamente dopo 62 giri per il raggiungimento del limite massimo delle due ore.
Per la cronaca venne vinta da John Watson su Mclaren per somma di tempi.
Poco dopo la F1 abbandonò anche Detroit.
Il Raceway Laguna Seca (California) è un tracciato infido teatro di carambole pazzesche, nonchè uno dei circuiti più pericolosi al mondo.
Per via dei muretti abbastanza vicini, delle scarse vie di fuga e del mitico "Cavatappi".
Costruito nel 1957 e lungo 3600 metri, più che per automobilismo, viene utilizzato in motomondiali o Superbike. La configurazione della pista è diversa dalle altre piste del resto del mondo.
La sezione più famosa è senz'altro quella di cui fa parte il Cavatappi, una chicane spettacolare posta in cima alla collina, che si affronta a 80 km/h e che si snoda su di un dosso molto inclinato.
Un altro punto del circuito da tenere in considerazione è il rettilineo del traguardo, molto corto e con due lievi cambi di direzione dove viene raggiunta la velocità massima, che per le moto delle categorie Superbike e MotoGP è di circa 270 km/h, mentre per le auto di classe LMP1 si sfiorano i 300 km/h.
Nella gara MotoAmerica, tra gli altri, si ricordano 2 morti nel 2015, un'altra carambola pazzesca fu nel 1998 quando Laguna Seca rappresentava il GP USA di Superbike (nel medesimo punto in cui i due piloti persero la vita nel 2015).
Un altro circuito molto difficile è Road America (Wiscosin).
Caratterizzato da continui saliscendi e da un rettilineo principale dove si superano i 300 km/h di velocità di punta. Tra i punti caratteristici del tracciato vi è la curva "the kink", una veloce e pericolosa piega a destra posta su un dosso situato nella zona ovest del circuito, priva di via di fuga.
Nel 2003 questa curva ha visto l'unico ritocco alla pista nella sua storia dovuto all'aggiunta di una chicane opzionale denominata The Bend, resosi necessario per aumentare la sicurezza dei motociclisti, che affrontavano "the kink" a velocità superiori a 200 km/h rischiando di impattare col muro di cemento adiacente alla pista (visto l'impossibilità di ampliare le vie di fughe, dato che alle spalle del muro si trova una ferrovia molto trafficata).
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