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lunedì 30 gennaio 2017

L'influenza Del Vento e Del Clima Nel Baseball: La Windy City (MLB)

Come tutti saprete negli sport all'aria aperta, Baseball in primis, il vento è un fattore mai da sottovalutare.
Soprattutto se in campo ci sono i Chicago Cubs o i White Sox.
Che sia Wrigley Field o Comiskey Park la storia non cambia moltissimo perchè siamo sempre nella Windy City: Chicago.
Sono diverse le ragioni per cui Chicago viene chiamata "città ventosa", sicuramente il vento gelidissimo che c'è in inverno e quello abbastanza forte estivo hanno influito ma contrariamente a quanto si crede la capitale dell'Illinois non è la città più ventosa d'America.
Per esempio i venti a Mount Washington (56.5 km/h), Blue Hill (24.5 km/h), Dodge City (22.3 km/h), Amarillo (21.7 km/h) e Lubbock (20 km/h) raggiungo velocità superiori.
Inoltre la velocità media annuale del vento di Chicago è 10,3 mph (16.6 km/h), invece a Boston (20.0 km/h).
New York City (15,0 km/h) e Los Angeles (12.1 km/h) siamo appena sotto.
Questo dal punto di vista prettamente atmosferico.
Ma vedendola da un altro punto di vista, Chicago in realtà si è guadagnata il titolo di città "ventosa", probabilmente per l'architettura degli alti edifici, per i quali gli ingegneri e gli architetti a quanto pare non avevano previsto che il vento venisse risucchiato verso il basso quindi sulle strade.
Un'altra spiegazione per l'origine del vento è che Chicago è sulle rive del lago Michigan.


IMPATTO DEL TEMPO CLIMATICO SU UNA PARTITA DI BASEBALL
Tutti sanno di come il vento soffia fuori e dentro Wrigley Field, vento che può appunto trasformare una partita normale in un Home Run Derby.
E vogliamo parlare dell'aria rarefatta di Coors Field che permette Home Run, doppi e tripli come se piovesse?
O al contrario di come la Dead Sea Air del McCovey Cove all' AT & T Park di San Francisco smorzi le palle facendole "morire" e volare poco.
Parlando in generale delle condizioni atmosferiche, l'impatto del clima su una partita di Baseball non è certo ristretto ad una forte tempesta che causa una pioggia ma può essere nascosto anche dietro una luminosa giornata di sole.

Mike Collins: "Il tempo può avere un impatto su ogni aspetto del gioco" 

Il Baseball è uno sport che si gioca in più stagioni, quindi i giocatori devono adattarsi per tutto l'anno. Ad esempio anche la Temperatura dell'aria (vento) può cambiare la traiettoria di una palla.
Immaginate di guardare una partita di Baseball ad aprile con tempo più freddo e un battitore colpisce in profondità verso le recinzioni, molto probabilmente la palla verrà raccolta dal guantone dell'esterno.
Se la stessa battuta e partita fosse stata giocata durante i mesi estivi, si poteva appunto vedere una palla colpito allo stesso modo, che probabilmente non sarebbe mai stata agguantata dall'esterno.
Detto in parole povere una palla presa al volo ad aprile, potrebbe diventare un Home Run nel mese di agosto.

Alan Nathan, professore di fisica presso la University Of Illinois: "I numeri che ho trovato dicono che variazioni di 10 gradi Fahrenheit cambierà la distanza di qualcosa come 2,5 piedi. Ciò non è una differenza enorme, se si sta guardando la cosa con una differenza di appunto 10 gradi. Ma se la differenza è di 40 gradi Fahrenheit tra aprile ed agosto, sicuramente gli effetti possono essere più consistenti"

Un altro fattore sempre da tenere bene a mente è la densità dell'aria che, come sappiamo, svolge un ruolo importantissimo nei tantissimi fuoricampo che si vedono a Coors Field (Colorado) e nei Ballpark Hitter Friendly.
Anche alte e basse temperature possono inoltre influenzare la presa di un lanciatore.

Matt Jones (head coach a Shippensburg University, Pennsylvania): "A volte è difficile far presa sulla palla se si sta sudando molto" 

Stesso discorso anche per quanto riguarda l'aria fredda che può rendere meno sensibile la palla al tatto del pitcher.
Che si tratti poi di un cielo nuvoloso o assolato, comunque c'è un impatto sulla partita.
Cieli nuvolosi possono arrecare difficoltà per gli esterni che non vedono uscire bene la palla dal box di battuta.
Con cielo sereno e senza nuvole, può essere difficile giudicare le fly balls a causa della percezione della profondità.


COSA INFLUENZA LE BATTUTE?
A meno che non si giochi al Tropicana Field (non che a Tampa le regole della fisica non valgano ma ricordiamo che il Ballpark è indoor/al chiuso), quando una palla da Baseball sta volando liberamente in aria, essa è influenzata da due forze principali: la gravità e l'attrito.
La gravità tira la palla giù ma la componente di attrito (o forza di trascinamento) varia a seconda delle proprietà dell'aria attraversata (temperatura, pressione e umidità).
La temperatura, pressione e umidità cambieranno la densità dell'aria.
L'aria meno densa si tradurrebbe in una distanza maggiore di volo.
Ad esempio, a Coors Field (cioè in altura, Colorado, aria meno densa) la palla viaggerà il 9 % in più rispetto allo Yankee Stadium (sito al livello del mare diciamo).
Quindi un 400 piedi girato allo Yankee Stadium percorrerebbe circa 436 piedi a Coors Field.
Premesso sempre che temperatura, pressione e umidità siano uguali.
Ovviamente questo discorso non vale solo per le Fly Balls.
La Fastball di un lanciatore raggiungerà più velocemente il piatto grazie all' aria meno densa di Coors Field ma lanci secondari come Curveballs, Sliders e Cutters/Splitters non avranno lo stesso comportamento perché l'aria poco densa ha meno resistenza di attrito.
Meno resistenza di attrito vuol dire che la palla, una volta colpita, farà un cammino maggiore (9 piedi di differenza tra altura e livello del mare).
Alcuni studi hanno mostrato fino a una differenza di 3 pollici per una breaking ball a livello del mare rispetto a quote più elevate.


WINDY CITY
Il vento che soffia riduce la resistenza di attrito e permette alla palla di viaggiare di più (se a favore), ma un forte vento contrario ne aumenterà la resistenza mantenendo le palle nel ballpark.
Lo stesso vento, se laterale, sarà in grado di spostare le palle verso le recinzioni destre o sinistre.
Per dimostrare quanto nel Baseball, sia importante questo fattore, basta fare mente locale a gara 3 e gara 4 delle World Series di quest'anno.
Nella prima sfida giocata a Wrigley il vento soffiava a favore dei battitori, spingendo le palline verso il fuoricampo, mentre in gara 4 le raffiche soffiavano verso l'interno del campo.
Infatti, come prevedibile, gara 3 è finita a bassissimo punteggio: 1-0 per Cleveland con zero fuoricampo battuti, mentre gara 4 ha visto 9 punti segnati in totale e ben 3 fuoricampo colpiti dalle due formazioni.
Nella seconda sfida c'è stata però una situazione molto anomala, impossibile da spiegare con i
soli numeri, anche per uno sport che vive di formule e statistiche.
L'episodio menzionata ha visto protagonisti Anthony Rizzo dei Chicago Cubs e Jason Kipnis dei Cleveland Indians.
Nella parte bassa del sesto, Rizzo ha battuto una lunga volata a sinistra, la palla sembrava destinata al
fuoricampo ma ha solo sfiorato le recinzioni, finendo nel muro di edera e costringendo il prima base dei Cubs ad accontentarsi di una corsa sino alla seconda base (doppio).
Pochi minuti più tardi, nella parte alta del settimo, Jason Kipnis ha battuto un lungo fuoricampo da 3 punti a destra.
Cosa hanno di simile queste due battute?
Praticamente tutto: velocità di uscita dalla mazza (104.1 miglia per Rizzo, 104.7 per Kipnis), angolo di uscita (25° Rizzo, 21° Kipnis), tempo di volo (5.1 secondi Rizzo, 4.8 Kipnis).
Secondo stats avanzate, quella di Rizzo, quest'anno, è diventata un fuoricampo l'80% delle volte, mentre quella di Kipnis aveva solo il 40% di possibilità.
Perchè allora Kipnis ha colpito e Rizzo no?
Semplicemente la locazione ed il vento: Rizzo ha battuto a sinistra, da dove provenivano le raffiche di vento contrarie.
Invece Kipnis a destra, dove il vento aveva minore influenza.
La battuta di Kipnis è finita all'incirca dove ci si aspetterebbe visti i suoi dati di velocità e angolo di uscita (403 piedi), mentre quella di Rizzo ha perso in volo oltre 30 piedi, cadendo a 362 piedi contro i 396 previsti.
Ne sarebbero bastati una decina in più per celebrare il fuoricampo.


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