LOperación Puerto culmina con l’arresto di due medici Eufemiano Fuentes e Batres, nonché del d.s. della Liberty Seguros Manolo Saiz, del d.s. José Ignacio Labarta edell’ex ciclista Alberto León.
Negli uffici di Fuentes gli inquirenti sequestrarono oltre 100 sacche di sangue congelato e diverse carte.Secondo l’accusa Fuentes e Saiz erano a capo di un’organizzazione che si dedicava alla gestione di autoemotrasfusioni, alla vendita di sostanze dopanti, quali EPO, ormoni della crescita, anabolizzanti, ecc., ed alla pianificazione del loro utilizzo. La polizia sequestrò anche numerosi elenchi di presunti clienti dell'organizzazione.
Dalla decifrazione degli elenchi si arriva al coinvolgimento di 58 ciclisti professionisti, chevengono individuati dalle autorità.
I nomi di altri sportivi, come già detto, non sono stati mai decifrati o resi noti.
I PROTAGONISTI
Analizziamo ora dettagliatamente i vari passaggi di questo scandalo.
I protagonisti Eufemiano Fuentes, ginecologo di professione, è accusato di essere il principale cervello della rete del doping. Laureato in medicina all’Università di Navarra, si specializzò in ginecologia. Nel 1990 entrò a far parte dello staff medico di un’importante squadra di ciclismo, la ONCE. Successivamente fu medico della Vitalicio Seguros e, dal 2002, della Kelme. Durante il“periodo Kelme” il suo nome fu relazionato anche a squadre di calcio,come l’Union Deportivo Las Palmas.
Anche l’FC Barcelona tentò di accaparrarsi le prestazioni del medico spagnolo con due offerte, una nel 1996, ed una, nel 2001. Fuentes, inoltre, era amico del dott. Luigi Cecchini e, con lui, manteneva anche contatti di lavoro.
Non mancano tuttavia delle ombre sulla sua figura.
Innanzitutto fu un pupillo del discusso professor Ferrari, il quale si formò alla scuola del dott.Conconi, altro medico “fondamentale” nel mondo del ciclismo.
Cecchini fu anche il principale artefice della vittoria di Bjarne Riis, attuale d.s. della CSC, al Tour de France del 1996, corsa in cui al ciclista venne affibiato il soprannome di “Mr. 60%”,rifacendosi direttamente al livello di ematocrito riscontrato in lui. Cecchini inoltre fu medico di molti altri campioni discussi ed implicati poi nell’Operación Puerto, da Tyler Hamilton ad Angel Casero, da Basso a Jan Ullrich, da Jörg Jaksche a Michele Bartoli, con il quale vinse anche una cronometro in coppia nell’ottobre del 1996.
Il dott.Cecchini ha avuto rapporti con molti altri ciclisti di primo piano, da Casagrande, al vincitore del Giro d’Italia del 2004 Damiano Cunego, dal cronoman Cancellara a Tafi, dal campione del mondo Bugno ad un altro pluricampione del mondo Paolo Bettini, dal velocista Alessandro Petacchi a Mario Cipollini, ecc.
Tornando al medico spagnolo, bisogna dire che, nel 2005, Fuentes annunciò il suo ritiro dal ciclismo, motivando questa scelta con la voglia di riprendere la ricerca sulla retino blastoma, una patologia oculare di cui è affetta sua figlia.
Una delle dichiarazioni più importanti e significative del dott.Fuentes fu: ”Da me non venivano solo ciclisti ma pure tennisti, atleti e calciatori. Però a finire in mezzo sono stati solo i ciclisti, è una cosa che m'indigna. Tra laltro ho visto implicati nomi di gente che non è mai venuta da me. E, al contrario, altri atleti, gente che oggi se ne sta tranquillamente al Tour de France, è stata coperta. Nomi non ne posso fare, c'è il segreto professionale”.
Manolo Sainz è sicuramente il protagonista più conosciuto dell’Operación Puerto,venne arrestato ma subito rimesso in libertà senza nessuna cauzione. Laureato in educazione fisica, alla fine degli anni ’80 entrò a far parte dello staff della squadra ONCE. Ha diretto corridori che complessivamente gli hanno permesso di vincere ben 5 Vueltas a España, conquistare due podi al Tour de France (nel 2001 e 2002 con Joseba Beloki), oltre numerosissime altre corse, tra cui la Vuelta del 2005 vinta da Heras, il quale però fu squalificato subito dopo in quanto risultò positivo all’EPO in un test antidoping.
La squadra cambiò più volte sponsorizzazione, passando da chiamarsi ONCE, a Liberty Seguros, fino a Würth Team e poi Astana. Il 23 maggio 2006 Manolo Saiz e il medico Eufemiano Fuentes vennero arrestati dalle autorità spagnole con l'accusa di detenzione e somministrazione di prodotti dopanti. Due giorni dopo la società Liberty Seguros decise di ritirare la sponsorizzazione. La squadra divenne allora Würth Team, prima di essere rifondata con il nome di Astana Team.
LE PRIME SQUALIFICHE
Già dal 25 maggio ci fu il primo risvolto dell’Operación Puerto, in quanto la Liberty, compagnia d’assicurazioni spagnola e sponsor principale della squadra di Manolo Sainz, decise di ritirare la sponsorizzazione per i danni causati al suo nome ed al ciclismo.Il 13 giugno, meno di 20 giorni prima della partenza del Tour de France, il direttore generale della corsa francese decide di ritirare l’invito concesso alla squadra Comunidad Valenciana, in quanto il secondo direttore sportivo è un certo Ignacio Labarta, implicato nell’Operaciòn Puerto.
Il 25 giugno va in atto una protesta dei corridori. Il campionato spagnolo su strada viene interrotto dagli stessi ciclisti per protestare contro il reportage fatto da El Pais in cui venivano svelati i nomi e tutti i dati dell’Operación Puerto.Il 30 giugno, alla vigilia del Tour de France, Ivan Basso, insieme ad altri corridori tra cui il tedesco Jan Ullrich e gli spagnoli Oscar Sevilla e Francisco Mancebo, viene escluso dalla corsa in base al codice etico delle squadre del ProTour. Il nome del varesino della Csc è sospettato di autoemotrasfusione attraverso quanto trapelato dalle carte dell'inchiesta. Gli inquirenti arrivano a Ivan Basso attraverso l’etichetta con scritto“Birillo” (nome del cane di Basso)presente su alcune sacche di sangue,ma anche attraverso un fax spedito dallo stesso Fuentes.
Il 12 ottobre la procura antidoping del Coni chiede l’archiviazione per Basso, il quale può tornare immediatamente alle gare. La ragione determinante di questa frettolosa archiviazione è stata il rifiuto della magistratura spagnola di estendere i documenti dell'inchiesta alle autorità sportive internazionali e nazionali.Il 16 febbraio 2007 l’Istituto nazionale di tossicologia di Madrid, dopo aver analizzato le sacche di sangue rinvenute negli appartamenti di Fuentes, dichiara che le stesse non sono nocive per la salute.Il 26 febbraio il corridore tedesco Jan Ullrich decide di ritirarsi dall’attività agonistica con un tempismo eccezionale, pochi giorni dopo infatti, verrà alla luce che, grazie alle analisi, le sacche di sangue con le etichette “numero 1”, “jan” o “Hijo Rudicio”, cioè figlio di Rudicio(Rudy Pevenage, team manager della tedesca Telekom, scopritore e mentore di Jan Ullrich) appartenevano proprio a lui.Il 12 marzo 2007 il giudice del tribunale di Madrid, Antonio Serrano, archivia l'inchiesta penale per un vizio formale: “Contrariamente a quanto previsto in Italia e Francia,- spiega il giudice - all'epoca deifatti in Spagna non c’era una legge che puniva penalmente le pratich elegate al doping”.
Il 7 aprile Ivan Basso ammette le sue responsabilità e confessa di essere coinvolto nell’Operación Puerto.
Il 15 giugno viene squalificato per due anni.
Tornerà alle corse il 24 ottobre 2008 alla Japan Cup.
Il 1° luglio anche il ciclista tedesco Jörg Jaksche ammette di essere coinvolto nell’Operación Puerto. Era soprannominato “Bella".
Il 14 febbraio 2008 l’Operación Puerto viene riaperta grazie al tribunale provinciale spagnolo che respinge la richiesta di archiviazione e decide di riesaminare il caso dopo che il magistrato Antonio Serrano aveva chiuso le indagini senza emettere alcuna accusa. L'Operación Puerto, di fatto, torna ad essere una questione aperta fino al 1° ottobre quando il giudice Serrano archivia definitivamente l’indagine.
I DOCUMENTI E LE INTERCETTAZIONI
Come precedentemente detto, l’indagine dell’Operación Puerto, portò alla luce numerosi documenti conservati negli appartamenti del dott.Fuentes.
Vediamo qui di seguito i tratti più importanti di queste prove recuperate dalla Guardia Civil spagnola e racchiuse nel suo dossier.Nell’attestato della polizia n°99/06 si dichiara che Santiago Botero, corridore della Phonak e campione mondiale a cronometro nel 2002, venne visto entrare in compagnia di Fuentes e Labarta nel laboratorio di analisi cliniche del dott.Bartes in data 4 maggio. Nello stesso giorno venne avvistato nello stesso posto anche un altro corridore, Costantino Zaballa Gutierrez.
Confrontando questa data con quelle scritte sulle sacche di sangue, possiamo notare che, tra quelle rinvenute nell’appartamento in Calle Alonso Cano, ne esistono due etichettate “4NO SIB 04/05/06”.
Sempre nello stesso atto della polizia si dichiara che il corridore Oscar Sevilla, tesserato per la tedesca T-Mobile (ex Telekom) e vincitore della maglia bianca di miglior giovane al Tour de France del 2001, fu visto entrare nell’appartamento di Eufemiano Fuentes in Calle Caidosde la Division Azul il 13 maggio, ed a lui furono ricondotte le quattro sacche di sangue ritrovate nel medesimo appartamento etichettate “5NO SIB 13/05/06”. Con le stesse modalità il giorno seguente fu avvistato anche il corridore dell’allora Liberty Seguros-Wurth, Jorg Jaksche, ed a lui furono ricondotte le tre sacche di sangue etichettate “20 BELLA14/05/06 NO SIB”, “20 BELLA ? 14/05/06” e “20 14/05/06”. Questa fu la prima volta che venne alla luce il metodo degli pseudomini, come possiamo notare infatti Jaksche era soprannominato BELLA (nome del suo cane, pratica utilizzata anche altre volte dal dott.Fuentes).Analizzando i documenti 109, 114 e 115 ritrovati nell’appartamento di Calle Caidos de la Division Azul, infatti, possiamo delineare un quadro completo di questo metodo: erano presenti dei numeri dall’1 al 20 ed a fianco di queste cifre corrispondevano dei nomi non appartenenti a persone reali.
Questi i dati:
1- JAN; 2- BIRILLO; 3- SANSONE; 4-NICOL 5- SEVILLANO; 6- SANTI-P; 7- 1AI: 8- ATR; 9- URKO; 10-ROSA; 11- 4142; 12- GUTI: 13- ALCALDE; 14- RH; 15- CÉSAR; 16-VCS; 17- GOKU, 18- VAL. (PITI) y 20- VAINS.
Tornando ad analizzare i documenti ritrovati nell’appartamento di Calle Caidosde la Division Azul, possiamo notare che nei documenti 86 e 106 si parla della pianificazione dell’assunzione dei farmaci.Fuentes usava una determinata simbologia che si riferiva a diversi tipi di medicine ed estrazioni: l’asterisco o GH si riferisce all’ormone della crescita, HM all’ormone gonadotropina, il punto nero all’EPO, il cerchio agli anabolizzanti e così via.
Come confermato dai documenti ogni ciclista aveva una sua tabella denominata con delle sigle e, come vedremo meglio in seguito parlando del singolo caso di Jorg Jaksche, la programmazione annuale di allenamenti ed assunzione di medicine.Inoltre anche in altri documenti possiamo ritrovare delle tabelle simili.E’ il caso del documento n°1 ritrovato nell’appartamento di Calle Caidos de la Division Azul, il quale si divide in tre colonne scritte in italiano, nelle quali una serie di medicine come l’actovegin e l’insulina sono riferite a delle precise date ed a corridori come Botero e a “losazules”(gli azzurri, probabilmente riferito alla squadra Liberty Seguros le cui maglie sono appunto azzurre). Nel documento n°65, inoltre, c’è l’intestazione della Biomedi Sport Canarias S.A., società amministrata dallo stesso Fuentes, nel cui retro contiene una lista di “collaboratori e partecipanti al festival che si tiene nel mese di maggio” i cui nomi sono: Alberto Leon, Ivan Basso, Marcos Serrano, Michele Scarponi, Josè Enrique Gutierrez e Jan Ullrich. Analizzando la lista partenti del Giro d’Italia 2006 possiamo notare che tutti questi corridori fecero parte della corsa rosa, motivo per cui si può ricondurre il “festival che si tiene nel mese di maggio” proprio al Giro d’Italia.
Come abbiamo precedentemente visto, le intercettazioni telefoniche sono state degli elementi fondamentali nell’Operación Puerto, senza le quali difficilmente si sarebbero scoperti i piani di Fuentes. Con la telefonata del 12 maggio alle 20:12 possiamo scoprire che le relazioni tra il medico spagnolo e la squadra Comunidad Valenciana non si sono mai interrotte anche dopo il suo abbandono dall’attività di medico della squadra stessa. Nella conversazione con Belda, il direttore della Comunidad Valenciana, infatti, si parla della preparazione dei ciclisti per il Tour de France di quell’anno.
Nelle intercettazioni possiamo trovare anche dei risvolti simpatici. Uno di questi è la pessima opinione che il clan Fuentes aveva del direttore sportivo Manolo Sainz, tanto che, durante una telefonata con Labarta,il medico spagnolo lo appellò come “El Gordo”, cioè il ciccione.
Tra i documenti ritrovati nel secondo appartamento, quello di Calle Alonso Cano n°53, di fondamentale importanza per l’indagine fu proprio il documento n°1. Nel suo retro, infatti, era presente un quadro con una serie di date dei mesi di Lugilo, Agosto e Settembre e nomi di corridori come: Llorente (Javier PASCUAL LLORENTE), Blanco (DavidBLANCO), Eladio (Eladio JIMÉNEZ), P. Rodríguez (Javier PASCUAL RODRÍGUEZ), Bernabéu (David BERNABÉU), Rubén (Rubén PLAZA),Latasa (David LATASA), Carlos (Carlos GARCÍA QUESADA), Cabello(Francisco CABELLO), Martínez (José Luis MARTÍNEZ). Questi corridori facevano parte della squadra Kelme (poi divenuta ComunidadValenciana) nel 2005. Nel documento n°111 inoltre, c’era un titolo“Prevision 2005” con una serie diversa di simboli che, come abbiamo visto prima, identificavano diverse sostanze, come l’EPO, l’ormone della crescita, ecc. Nel retro di questo documento è presente una lista di medicine corrispondenti ad “azules, “verdes” e “mios”, cioè azzurri(squadra Kelme), verdi (Liberty Seguros) ed altri ciclisti che Fuentesgestiva personalmente ed indipendentemente dalle loro squadre(es:Ivan Basso).Come possiamo notare quindi nell’Operación Puerto oltre a molti corridori di primo livello, sono implicate anche intere squadre ciclistiche.La Liberty Seguros diretta da Manolo Sainz in primis. Precedentemente si chiamava ONCE e divenne poi Astana. I corridori della Liberty Seguros implicati nell’Operación Puerto furono: Allan Davis(a cui si riferiva il documento n°23 che lo accusava di assunzione di EPO, ormone della crescita e IGF-1. Poi rimosso dall’accusa dalla corte spagnola), Joseba Beloki(a cui si riferiva il documento n°28, con annotazioni di uso di HMG-LEPORI, IGF-1, testosterone, ormone della crescita, EPO ed anabolizzanti, oltre ad una programmazione di estrazioni e trasfusioni sanguigne ma anche lui fu rimosso dall’accusa. Dopo il 2003 non è più riuscito a confermarsi ai livelli precedenti, tanto che dopo tre podi consecutivi al Tour de France (2000, 2001, 2002) nel 2005 arrivò solo 75°), Alberto Contador(nominato del documento n°31, intitolato “Individualizacion”, in cui si identificavano i corridori della squadra Liberty Seguros tramite le iniziali, fu comunque rimosso dall’accusa), David Etxebarría(a cui si riferisce il documento n°27 con annotazioni sull’uso di EPO, IGF-1, ormone della crescita, oltre a trasfusioni sanguigne), Isidro Nozal(a cui si riferisce il documento n°9 con annotazioni di trasfusioni, EPO e IGF-1, fu rimosso dall’accusa), Unai Osa( soprannominato UNO, il suo nome venne fatto anche nelle telefonate tra Fuentes e Labarta), Sérgio Paulinho, Michele Scarponi(Zapatero), Marcos Serrano(Alcade, Serrano o MS), Anguel Vicioso(VCS), Roberto Heras(RH o HRS).
L’altra squadra completamente implicata nell’Operación Puerto fu la Comunidad Valenciana, precedentemente chiamata Kelme. Fu proprio Jesus Marzano, il ciclista pentito, che dichiarò la pratica di doping di squadra. Questo team d’altronde ebbe come medico lo stesso dott.Fuentes e come team manager Vincente Belda, ex ciclista dopato e soprattutto persona in continuo contatto con il discusso medico spagnolo. Nella storia di questa squadra hanno corso fortissimi corridori, da Alejandro Valverde a Roberto Heras, da Aitor González a Oscar Sevilla, da Santiago Botero ad Ángel Casero e Fernando Escartín. Marzano inoltre accusò Valverde di aver assunto del testosterone durante la Vuelta del 2002. Tutta la squadra però fu assolta dall’Operación Puerto il 28 luglio 2006.
I CORRIDORI COIVOLTI
Jan o Hijo Rudicio – Jan Ullrich(numero 1)
Il talentuoso corridore tedesco, vincitore di un Tour de France oltre a ben cinque podi nella corsa francese, fu l’unico ciclista a cui vennero analizzate le sacche di sangue trovate negli appartamenti del dott.Fuentes. I test del DNA confermarono che le nove sacche etichettate come “Jan”, “numero 1” o “Hijo Rudicio” (figlio di Rudy Pevenage, suo scopritore) appartenevano proprio al corridore tedesco.Un’altra prova schiacciante fu il ritrovamento di un fax (documento n°65), inviato dal medico spagnolo ad un certo Nelson, in cui vi era scritto: "Nelson, così come d'accordo t'iinvio la lista dei collaboratori e dei partecipanti al festival che si terrà in maggio", aggiungendo poi diversi nomi di ciclisti, tra cui quello del tedesco JanUllrich. Kaiser Jan, così com’era chiamato nel mondo del ciclismo per la sua potenza, dopo questo scandalo si ritirò ancora giovane dall’attività agonistica, dichiarando sempre di non aver mai imbrogliato e di non essersi mai dopato.
Birillo – Ivan Basso(numero 2)
Le prove della relazione di Ivan Basso con le pratiche effettuate dal dott.Fuentes sono numerose. Già dalla prima intercettazione telefonica tra il medico spagnolo ed Ignacio Labarta, come abbiamoprecedentemente visto, viene fatto il nome o meglio il soprannome del corridore varesino. Oltre alle intercettazioni telefoniche esistono anche veri e propri documenti in cui spunta il nome di Basso per ben cinque.
Nel documento n°65, infatti, Ivan Basso viene inserito nella lista di partecipanti al festival di maggio (Giro d’Italia). Nel documento n°91, inoltre, c’è scritto che: “Birillo: lleva (porta) 2 x plasma; 3x HM(gonadotropina); 10 parches (cerotti di testosterone); codigo cuentasuiza (codice conto svizzero)”. Il soprannome “Birillo” è dato dal nome del cane di Ivan Basso, pratica usata come vedremo in seguito anch eper creare pseudonimi di altri corridori. Ivan Basso inizialmente si dichiarò assolutamente estraneo alla vicenda, ma poi, costretto come abbiamo visto da prove schiaccianti, ammise le sue colpe, dichiarando però che le sacche di sangue ritrovate negli appartamenti di Fuentes ed appartenenti a lui, dovevano essere usate solamente al Tour de France, corsa a cui poi non partecipò, ma che al Giro d’Italia dello stesso anno, da lui vinto, non fece uso di nessuna pratica illecita.
Nicol – Santiago Botero(numero 4)
Le prove della relazione tra Santiago Botero ed Eufemiano Fuentessono numerose. Tra queste è presente anche un’intercettazione telefonica del 17 maggio, in cui il medico spagnolo parla proprio con il corridore colombiano, il quale implica Yolanda Fuentes, sorella di Eufemiano, come partecipe delle attività del medico e colei che gli ha somministrato determinate medicine. Inoltre il ciclista fu visto entrare nel laboratorio di analisi cliniche del dott.Marino Batres il 4 maggio e, proprio con quella data, furono etichettate due sacche di sangue. Molte altre prove inchiodano Botero, come ad esempio il documento n° 127,nel cui retro ci sono scritte delle date (03/01/02; 07/01/02; 13/01/02)ed a fianco indicazioni che fanno intendere che il corridore ha ricevuto EPO, Aranesp ed altri prodotti.
Sevillano – Oscar Sevilla(numero 5)
Le prove della relazione di questo corridore spagnolo dell’allora tedesca Telekom con il dott.Fuentes sono molteplici. Il 13 maggio ’06 fu visto entrare nell’appartamento di Calle Caidos de la Division Azuln°20 e proprio in questo luogo furono rinvenute quattro sacche di sangue etichettate con la data di quel giorno. Il documento n°33 inoltre, nel suo retro presentava la scritta a mano “PROZAC SEVILLA¿quien pone I-3? ¿Y TGN? ¿Y HM?”che si riferiva ai trattamenti di insulina e HMG-LEPORI.
Inoltre in un ennesimo documento c’è la chiara prova di una quota versata dallo stesso corridore spagnolo al clan di Fuentes.
Nel 2008 firmò per la discussa squadra creata da Mario Cipollini, la Rock Racing.
1AI- Unai Osa(numero 7)
Allora corridore della discussa squadra Liberty Seguros, il suo nome uscì per la prima volta nell’intercettazione della telefonata tra Fuentes e Labarta del 14 maggio alle 21:46. Inoltre, anche nel documento n°164, si fa riferimento ad UNO (pseudonimo di Unai Osa). Nel retro di questo documento, infatti, sono presenti una serie di simboli relazionabili a diversi prodotti dopanti con alla fine la frase “resto lleva Ignacio”, cioè il resto lo porta Ignacio(Labarta). E’ presente anche una data (23/01/02) in cui si annota “ING le da 125.000 pesetas + 5 xIG=640 (3.840 €)”, in cui la sigla ING probabilmente si riferisce ad Ignacio Labarta. Nell’Operación Puerto fu implicato anche suo fratello Aitor Osa, con lo pseudonimo ATR ed il numero 8.
Si è ritirato dal ciclismo dopo questa vicenda.
4142 - Tyler Hamilton (numero 11)
Tornando ad analizzare i documenti ritrovati nell’appartamento di Calle Caidos de la Division Azul, possiamo notare che nel documento n°125 è presente una possibile relazione dell’allora corridore della Phonak Tyler Hamilton con il dott.Fuentes. Già nel 2004, anno in cui Hamilton fu trovato positivo per una trasfusione omologa di sangue, vennero riferite possibili relazioni con il discusso medico. Queste relazioni sembrano essere confermate proprio dal documento n°125, nel cui retro c’è un’annotazione scritta a mano che riporta la località natale del corridore statunitense:“Haven Hmltn 6801 Sunshine CanyonBoulder (Colorado) 80.302 USA”. Nello stesso documento si associa allo pseudonimo HMLTN il numero 4142. Come possiamo facilmente notare, la sigla HMLTN corrisponde alle sole consonanti del cognome Hamilton. Nel documento 113, inoltre si parla di un “Fax to HeavenParchinski”, nome della moglie del corridore.
Bufalo o Guti - Enrique Gutierrez Cataluña(numero 12)
Le relazioni tra il corridore spagnolo ed il dott.Fuentes ci vengono fornite immediatamente dalla prima intercettazione telefonica. Il 13maggio, infatti, alle 20:02 Labarta chiamò il medico spagnolo avvisandolo che il Bufalo era arrivato quarto nella tappa del Giro d’Italia. Durante tutta la sua carriera, Gutierrez Cataluña, riuscì a vincere ben poche corse ma, nel Giro del 2006, proprio quello a cui si riferiscono le intercettazioni, raggiunse addirittura il podio, arrivando secondo dietro ad Ivan Basso, altro personaggio illustre implicato nell’Operación Puerto.
Il nome di Josè Enrique Gutierrez risulta anche in un’altra intercettazione telefonica, quella del 14 maggio 2006 sempre tra Labarta e Fuentes, ed in molti documenti. Nel documento n°32, ritrovato nell’appartamento di Calle Caidos de la Division Azul, ad esempio, è relazionato al prodotto IGF-1, osservando le annotazioni scritte a mano possiamo notare che il corridore per questo prodotto doveva 300€ in data 03/05/’05 presumibilmente ad Ignacio Labarta.Inoltre anche nel documento n°24 si identifica Gutierrez con il numero12 ed è presente una tabella con la programmazione di medicazioni con anabolizzanti, EPO, HMG-LEPORI, insulina ed ormone della crescita, oltre alla programmazione di estrazioni e trasfusioni di sangue. Esiste anche un SMS ricevuto da Fuentes da parte di Labarta che incastra Gutierrez ed il cui testo è: ”Fammi un favore. Dì a Guti che mi chiami al numero 4762 a partire dalle 21:15, che è quando arrivo a Madrid. Grazie”.
Alle 00:20 del 23 maggio, inoltre, Fuentes venne visto entrare in un’auto alla cui guida c’era Ignacio Gutierrez Cataluña, anche lui ciclista e soprattutto fratello del più famoso Enrique, il quale quel giorno era impegnato nel Giro d’Italia. Ignacio inoltre fu accusato da Manzano, il ciclista pentito, di essere colui che, durante Vuelta a Portugal del 2003, assunse ormone della crescita datogli da un medico della loro squadra, l’allora Kelme.
Dopo il podio al Giro d’Italia del 2006, il corridore spagnolo non ottenne più nessun risultato degno di nota.
Serrano, Alcalde o MR - Marcos Antonio Serrano(numero 13)
Il corridore spagnolo faceva parte dei famosi “los azules”, cioè era tesserato per la discussa squadra Liberty-Seguros. Nel documento n°103 è presente l’annotazione “libertis-rh-alcade” ed una data 04/05/’04. L’annotazione si riferisce alla squadra Liberty Seguros ed ai corridori Roberto Heras e Marcos Serrano. Il suo nome, come quello di molti suoi compagni di formazione, spunta in quasi tutti i documenti che attestano le relazioni tra il clan Fuentes e la squadra spagnola.
RH or HRS - Roberto Heras(numero 14)
Il caso del formidabile scalatore spagnolo ripercorre a grandi linee lo stesso di Marcos Antonio Serrano e dei suoi compagni di squadra.Inoltre a Roberto Heras è riferito anche il documento n°10 con la programmazione del consumo di EPO, ormone della crescita, IGF-1 edanabolizzanti.
VCS – Angel Vicioso(numero 16)
Anche lui corridore della discussa Liberty Seguros, la sua storia è molto simile a quella dei suoi compagni di squadra. Il suo nome si può ritrovare in tutte le carte che si riferiscono ai “los azules”. Inoltre ildocumento n°8 presenta annotazioni di estrazioni e trasfusioni disangue e, in data 31/01/’05, la scritta “le doy 10xAVR + 1 x IG + 10PHC= 660€ me debe”. L’unico prodotto non identificato fu l’AVR, mentre gli altri, si possono ricondurre all’ormone della crescita, IGF-1, e testosterone.
Valv-Piti – Alejandro Valverde(numero 18)
Il caso del forte corridore murciano fu uno dei più chiacchierati e contestati dell’Operación Puerto. Partiamo dicendo che Valverde non fu mai squalificato e partecipò anche all’edizione del Tour de France del 2006. Il corridore spagnolo inoltre corse per squadre molto discusse quali: la Kelme dal suo passaggio al professionismo fino al 2003, e la Comunidad Valenciana dal 2003 fino all’abbandono del ciclismo della stessa squadra in seguito allo scandalo dell’Operación Puerto. Un interessante aneddoto è quello che successe alla conferenza stampa prima della partenza del Tour 2007. Un gruppo di giornalisti francesi e tedeschi, infatti, ricordò al corridore del suo presunto coinvolgimento nell'affaire Puerto, e si chiesero perché corridori come Ivan Basso e JanUllrich siano stati esclusi dall'edizione 2006, anche se coinvolti allora solo in indagini, ed invece vi sia un trattamento di favore verso Valverde. Il corridore non seppe rispondere, ed i giornalisti stizziti si alzarono ed abbandonarono la sala stampa in segno di protesta. Altri indizi molto importanti della presunta correlazione tra Valverde e l’Operación Puerto furono: sacche di sangue e plasma, riferite all’anno 2004, contrassegnate con il numero 18 e con "Valv-Piti". Una sacca di plasma, così come altre 7 delle 99 esaminate, contrassegnata con il 18 conteneva anche Epo, Valverde ha un cane che si chiama Piti e, come abbiamo visto, il nome dei cani è stato usato spesso, caso principale Ivan Basso-Birillo, nel 2004 Valverde correva per la Kelme, di cui Eufemiano Fuentes era medico. Tra i due quindi c’erano rapporti, cosa confermata dallo stesso Valverde che però ha escluso motivi di doping; al momento dell’arresto, il 23 maggio 2006, Fuentes aveva nelle tasche dei pantaloni un biglietto scritto di suo pugno con i nomi: Ale, Manc, Vino, Popo y Valverde.Il ciclista spagnolo fu anche protagonista di una discussione tra laf ederazione spagnola e l’Unione ciclistica internazionale. Il 29 agosto 2007, infatti, l'UCI, dopo aver analizzato il dossier dell’Operación Puerto, decide di non consentire la partecipazione di Valverde ai Campionati del mondo ed invita la federazione e la giustizia spagnola ad indagare su di lui. Due giorni dopo arriva il comunicato ufficiale della federazione spagnola, la quale non ha alcuna intenzione di avviare indagini sul corridore. Inoltre ufficializza la partecipazione del corridore ai mondiali. L'8 settembre però lUCI manifesta di voler continuare per la sua strada, pertanto conferma che a Valverde non sarà consentito di partecipare ai mondiali. La federazione spagnola non demorde minacciando ricorsi legali e addirittura di disertare i campionati. Infine il giorno prima della prova in linea, il 29 settembre,grazie alla sentenza del Tas di Losanna gli viene permesso di correre per la propria nazionale. Gareggia ma ottiene scarsi risultati.
Bella – Jorg Jaksche(numero 20)
Le prove della colpevolezza di questo corridore tedesco sono numerose. Oltre a quelle riferite alla sua squadra di appartenenza ne hanno rinvenute molte altre che appartengono direttamente a Jorg.Innanzitutto il 14 maggio fu visto entrare nell’appartamento di Fuentes nel quale furono ritrovate tre sacche di sangue appartenenti al ciclista della Liberty Seguros e con su scritto “20 BELLA 14/05/06 SIB”, “20BELLA? 14/05/06”e “20 14/05/06”. Inoltre, nel documento n° 124, c’è un’annotazione che si riferisce al pagamento di una somma a Josè Luis Merino Bartes, “le doy 1500 a MERINO”. Altro documento incriminato,ritrovato in Calle Alonso Cano, è il n°24. Questa prova rappresenta un calendario, riferito proprio a Jaksche, in cui ci sono una serie diannotazioni di un programma di consumo di EPO, anabolizzanti, Ormone della Crescita.
Sansone - Michele Bartoli(numero 3)
In un articolo apparto su La Gazzetta dello sport il 25 maggio 2007, si attribuiva questo pseudonimo ad un ex ciclista italiano, Michele Bartoli.Come abbiamo visto fin qui, la tecnica di usare il nome del cane come soprannome è molto usata dal clan Fuentes. Il corridore, per sua stessa ammissione (in un intervista alla Gazzetta dello sport del 23 maggio 1998 ndr), ha un cane, un incrocio tra un pastore tedesco e un pastore belga, che si chiama proprio Sansone. E’ contrassegnato col numero 3.
ATR: Aitor Osa Eizaguirre
Ci son numerose prove che relazionano questo corridore spagnolo a Fuentes. E’ anche il fratello di Unai Osa, al quale portò delle medicine durante il Giro d’Italia. Contrassegnato con il numero 8.
PTNI: Marco Pantani
Il documento che si riferisce principalmente a questo pseudonimo è il n°131, ritrovato nell’appartamento di Calle Alonso Cano. Nel retro di questo documento ci sono due date (24/03 e 29/04), con riferimento a diverse sostanze proibite quali EPO, ormone della crescita, insulina, Levothroid ed IGF-1. La sigla PTNI, inoltre, è relazionata all’anno 2002 e la programmazione sembra molto simile al documento riferito a Tyler Hamilton.
Maria: Mario Cipollini
''Il processo 'Operacion Puerto' - scrive la Gazzetta - sta permettendo di sollevare pietre sinora mai toccate. Nel 2007 e 2008 sono stati identificati e squalificati, tra gli altri, Basso, Scarponi, il tedesco Ullrich, lo spagnolo Valverde. Coinvolti 58 corridori, in gran parte della Spagna. Al centro, 206 sacche di sangue, conservate nei frigoriferi madrileni dell'ematologo Merino. Di queste, 99 da identificare.
Nei giorni scorsi ci si e' avvicinati al calcio, con la sigla Rsoc e i pagamenti a Fuentes denunciati da un ex presidente della Real Sociedad: due milioni di euro pagati al medico, in 6 anni di doping, dal 2002 al 2007. Oggi tocca a Mario Cipollini. Ma le sorprese non sono finite. Nelle oltre 7mila pagine dei 23 tomi che compongono gli atti giudiziari ci sono documenti che in questi anni non sono mai venuti alla luce. I fogli di Cipollini dimostrano chiaramente l'attivita' dopante della banda Fuentes''.
Dalle carte del processo "Operacion Puerto" emergerebbe il coinvolgimento dell'ex ciclista toscano con tanto di tabelle del doping datate 2002 (l'anno d'oro di Cipollini) con il numero di fax dell'abitazione di Cipollini.
I documenti, che la Gazzetta dello Sport pubblica in esclusiva sembrano ''svelare", per la prima volta, il trattamento dopante mese dopo mese di Cipollini, con carichi impressionanti di Epo, ormoni e anabolizzanti, piu' le indicazioni sui pagamenti a Fuentes.''Il processo 'Operacion Puerto' - scrive la Gazzetta - sta permettendo di sollevare pietre sinora mai toccate. Nel 2007 e 2008 sono stati identificati e squalificati, tra gli altri, Basso, Scarponi, il tedesco Ullrich, lo spagnolo Valverde. Coinvolti 58 corridori, in gran parte della Spagna. Al centro, 206 sacche di sangue, conservate nei frigoriferi madrileni dell'ematologo Merino. Di queste, 99 da identificare.
Nei giorni scorsi ci si e' avvicinati al calcio, con la sigla Rsoc e i pagamenti a Fuentes denunciati da un ex presidente della Real Sociedad: due milioni di euro pagati al medico, in 6 anni di doping, dal 2002 al 2007. Oggi tocca a Mario Cipollini. Ma le sorprese non sono finite. Nelle oltre 7mila pagine dei 23 tomi che compongono gli atti giudiziari ci sono documenti che in questi anni non sono mai venuti alla luce. I fogli di Cipollini dimostrano chiaramente l'attivita' dopante della banda Fuentes''.
Dalle carte del processo "Operacion Puerto" emergerebbe il coinvolgimento dell'ex ciclista toscano con tanto di tabelle del doping datate 2002 (l'anno d'oro di Cipollini) con il numero di fax dell'abitazione di Cipollini.
Urko: Oscar Pereiro Sio(numero 9)
Goku: Francisco Mancebo Perez(numero 17)
Falla: Constontino Zaballa Gutierrez(numero 19)
Huerta: Luis Leon Sanchez(numero 26)
MZD; Eddy Mazzoleni
NON ANCORA IDENTIFICATI
Sancti-petri(numero 6)
Non identificato
Rosa(numero 10)
Sembra riferito alle stagioni 2003-2004, classificato con il numero 10 ma non identificato.
Cesar(numero 15)
Sembra riferito alle stagioni 2004-2005, classificato con il numero 15 ma non identificato.
Classicomano Luigi(numero 24)
Forse il famigerato Classicomano Luigi più volte citato è Cancellara.
In un primo momento il nome era stato collegato a Dekker.
Amigo de Birillo(numero 25)
Ricordiamo che Birillo è lo pseudonimo di Ivan Basso.
Secondo un'inchiesta di ottobre 2012 ci si riferisce al lussemburghese Frank Schleck.
Classicomano(numero 33)
Ce ne sono due, il numero 33 e il 24(Luigi).
101(numero 101)
Pavarotti
Forse Mario Cipollini.
Non si hanno prove certe ma in un articolo apparso su La Repubblica(nel 2006), il giornalista Eugenio Capodacqua attribuì questo pseudonimo a Mario Cipollini. Il velocista italiano fu tirato in ballo anche da Michele Scarponi, durante la sua ammissione.
Altri pseudonimi: Cowboy, Panticosa, Pepito, Obelix, LAS, Mari, Gemma, ANA,
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