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sabato 31 gennaio 2015

La Storia Della Parigi Dakar: Incidenti e Morti

La Parigi-Dakar è stata ideata nel 1977 da Thierry Sabine che dopo essersi perso, con la sua moto, nel deserto durante la Abidjan-Nizza ritornò in Francia sconfitto da questi paesaggi e territori infimi ed estremi. Dal 1978 la Parigi-Dakar ha iniziato a svolgersi tutti gli anni e toccava moltissimi dei paesi dell'Africa nord-occidentale, meridionale e centrale.
Sabine, dalla prima partenza del rally raid fino alla sua morte, era solito radunare tutti i piloti prima della partenza per ricordare le più importanti norme sulla sicurezza.
La Dakar oltre ad essere affascinante per i luoghi che si oltrepassano durante la competizione è purtroppo famosa anche per la sua pericolosità infatti alcuni piloti come Fabrizio Meoni (KTM), Jean-Noel Pineau (Yamaha), la popolazione locale e lo stesso fondatore della Dakar sono morti nel campo di gara a causa di incidenti mortali.


IL PERCORSO
È chiamata "Parigi-Dakar" in quanto nelle prime edizioni (dal 1979 al 1991 e ancora nel 1993, 1994, 1998, 2000 e 2001) il percorso iniziava appunto dalla capitale francese per terminare in quella del Senegal. In seguito, mentre l'arrivo si è mantenuto quasi sempre a Dakar, la sede di partenza ha subito diversi spostamenti dal 1995. La gara, dopo un prologo in Europa, attraversava diversi paesi africani e il deserto del Sahara fino ad arrivare a Dakar.
Dal 2009 la corsa ha spostato il suo percorso in Sudamerica, mantenendo comunque la denominazione di Dakar. La Dakar sarà ospitata in tre paesi che hanno già mostrato le loro caratteristiche nelle cinque edizioni precedenti del rally raid.
Nell'edizione del 2012 il percorso che si snodava nel Perù piacque molto ai piloti ed ai loro equipaggi.
Una volta che si attraversano le montagne delle Ande, dopo una prima visita in Cile, il rally raid incontrerà un volto diverso del Sud America, quella che garantisce una vasta gamma di terreni come: terra, sabbia fango etc. Due sequenze distinte si svolgeranno in Cile e ciascuna di essi sarà decisiva.
Il ritorno alla Atacama corrisponde alla fase della Dakar dove i concorrenti guidano per dominare la resistenza estrema degli avversari.
Come una sfida di resistenza, le sessioni tra le dune continueranno fino al giorno prima del traguardo.
Alla gara partecipano auto, moto, camion e quad. I mezzi che intraprendono questa durissima gara sono dotati di GPS e si vedono rinforzare le proprie parti meccaniche per sopportare il gran caldo e le sollecitazioni.


EDIZIONI PASSATE: INCIDENTI E MORTI
28 piloti hanno lasciato la vita nella polvere della Parigi-Dakar. E' il bilancio delle 37 edizioni della gara nel deserto più famosa e pericolosa. Bilancio che supera i 60 morti contando anche giudici e spettatori. Oltre agli incidenti, uno dei rischi maggiori è quello di perdersi nel deserto. Ovviamente ora con il GPS le cose sono un po' migliorate.
Nella prima edizione (26 dicembre 1978) si iscrissero ben 170 concorrenti in moto o macchine adatti ad affrontare questi terreni. I concorrenti della prima edizione dovevano percorrere 8.500 Km per arrivare fino a Dakar (attraversando la Francia, l'Algeria, il Niger, il Mali e infine il Senegal) ed il primo vincitore fu Cyril Neveu (Yamaha). Nel 1979  muore il motociclista Patrick Dodin per una caduta, mentre tentava di sistemarsi il casco che gli si era allentato.
Nell'edizione del 1982 fu caratterizzata dalla missione di ricerca e salvataggio di Mark Thatcher, figlio dell'allora Primo Ministro britannico Margaret smarritosi nel deserto del Sahara e fu ritrovato il 14 gennaio del 1982 con un aereo dell'aviazione militare argentina.
Tragica fine per l'olandese Bert Oosterhuis che cade da una Yamaha nel corso della tappa da Quatre Chemins ad Ecker. Nell'edizione del 1983 il percorso, per la prima volta, attraversa il deserto del Tenerè, un luogo che tutti consideravano "mistico" per le condizioni estreme e le insidie, infatti durante il rally raid circa 40 piloti rimangono coinvolti in una tempesta di sabbia ma grazie alle guide locali riescono a portare in salvo i piloti. In quest'edizione perde la vita il francese della Yamaha, Jean-Noel Pineau, che si schianta su un tronco ai margini della strada che portava a Ouagadougou.
Il percorso dell'edizione del 1986 fu di 15.000 Km che componevano un tracciato molto ostico e difficile che si snodava in Algeria, nel Niger poi nel deserto del Tenerè e la Muritania.
Durante la gara ci furono molti incidenti tra cui quello mortale di Therry Sabine (organizzatore e fondatore della Parigi-Dakar) mentre cercava di salvare alcuni piloti.
Durante il trasferimento verso Sète, il motociclista giapponese Yasuo Kaneko viene investito ed ucciso da un automobilista. Martedì 14 gennaio, durante il raid a otto chilometri da Gourma-Rharous, ai margini del Niger, cade un elicottero che seguiva la corsa.
Nell'incidente muoiono appunto l'inventore della Dakar, Thierry Sabine, il cantante Daniel Balavoine, la giornalista Nathaly Odent, il pilota Francois-Xavier Bagnoud ed il tecnico radio Jean-Paul Lefur;
L'edizione di quest'anno fu vinta da Nueve (Honda, moto) e Metge (Porche) anche se la gara doveva essere vinta da Auriol (Cagiva) che però a pochi chilometri dal traguardo ed in testa alla competizione cadde ropendosi entrambe le caviglie. L'edizione del 1988 festeggia i primi dieci anni della corsa con il numero record di iscrizioni ben 600 tra moto, macchine e camion.
Quest'edizione fu ricca di gravi incidenti e molti ritiri. Kees Van Loevezijn, navigatore olandese della Daf di Van de Rijt muore sul colpo dopo essere stato sbalzato via dal mezzo su cui si trovava.
La stessa edizione è fatale anche per Patrick Canado, copilota di Boubet, dopo una collisione con un altro mezzo. Nel 1991 Charles Cabannes, pilota francese d'un camion d'assistenza, viene ucciso da un proiettile vagante in Mali. Nell'edizione del 1992 la Dakar arrivò a toccare addirittura la Città del Capo in Subamerica con arrivo a Le Cap. In quest'edizione viene introdotto per la prima volta il "GPS".
Tra Syrta e Sabha (Libia), Jean-Marie Sounillac e Laurent Le Bourgeois, muoiono a bordo di una vettura d'assistenza. Tragica fine anche per il motociclista Gilles Lalay, in seguito alla collisione con una Toyota del servizio di assistenza medica.
Nel 1994 muore un altro pilota di moto, il belga, Michel Sansen, vittima di una caduta. Nel 1996 è la volta di Laurent Gueguen. Il suo camion esplode nella tappa da Foum El Hassan a Smara.
Nel 1997 il motociclista Jean-Pierre Leduc muore dopo una caduta sul percorso che stava attraversando il Mali. Daniel Vergnes, preparatore dei veicoli del team Toyota Trophy, perde la vita durante il trasferimento in Mauritania nel 2002.
Nel 2003 la vettura del navigatore Bruno Cauvy, alla sua prima Dakar, si capovolge nel deserto in Libia. Nell'edizione del 2005 muore durante una tappa Fabrizio Meoni (KTM) a 47 anni dopo aver vinto per due anni la stessa Parigi-Dakar (edizioni del 2001 e 2002). Il giorno prima era morto Josè Manuel Perez a seguito di una caduta. Nel 2006 muore a 41 anni il centauro australiano Andy Cadelcott, vittima di una caduta nel corso della speciale della 9/a tappa tra Nouakchott e Kiffa.
Scompare in un incidente il motociclista sudafricano Elmer Symonds, mentre il francese Eric Aubijoux è vittima di un attacco di cuore in Senegal nel 2007. L'edizione del 2008 è annullata per l'uccisione di 4 turisti francesi in Mauritania. Nell'edizione successiva(2009), il motociclista francese Pascal Terry viene trovato morto in Argentina a due giorni dalla scomparsa, vittima di un arresto cardiaco.
Nel 2012 incidente mortale alla prima tappa per il motociclista argentino Jorge Andres Martinez Boero.
Nel 2013 due persone muoiono in Perù in un incidente stradale tra un veicolo dell'assistenza e due taxi.
Il motociclista francese Thomas Bourgin muore dopo una collisione con un veicolo della polizia cilena.
L'anno dopo(2014) viene ritrovato senza vita il belga Eric Palante. Scompaiono anche due giornalisti argentini in un incidente stradale. Infine nell'edizione 2015 viene trovato morto il polacco Michal Hernik in Argentina.


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