Siamo nel 1914 quando i tedeschi invasero il Belgio provocando la reazione britannica, che dichiarò guerra pur senza avere grandi contingenti pronti all’azione sull’isola.
La prima Guerra Mondiale scoppia ufficialmente il 28 luglio 1914.
Da una parte le forze dell'Intesa: Gran Bretagna, Francia, Russia, Italia ed altre ex colonie britanniche (tra cui gli USA dal 1917).
Dall'altra Germania, Austria, Ungheria, Bulgaria, Impero Ottomano ed altri imperi centrali.
In ambito calcistico è convinzione generale in Inghilterra che il conflitto non si protrarrà oltre Natale, così i dirigenti della Football League e della Southern League decidono che i campionati si sarebbero disputati regolarmente.
Così il campionato 1914-1915 comincia e viene portato a termine con l'Everton che vince il suo secondo titolo.
Retrocede il Tottenham mentre Derby County, Preston North End e Arsenal vengono promosse nella massima serie.
La Southern League è vinta dal Watford e lo Sheffield United si aggiudica la sua terza FA Cup.
Nella stagione successiva, sia la Football League che la FA Cup vengono sospese e al loro posto sono organizzati quattro tornei regionali (Lancashire, Midland, London Combination e South-Western Combination), suddivisi in tornei principali e tornei secondari, divisi a loro volta in piccoli gironi.
Il format verrà sostanzialmente mantenuto fino alla stagione 1919-1920, il primo campionato regolare del dopoguerra, e verranno apportati solo piccoli cambiamenti.
Per esempio scompare la South-Western Combination dopo un solo anno di vita e viene introdotta una sorta di finale, tra le vincenti dei due tornei principali del Lancashire e delle Midlands.
GUERRA E CALCIO
Il fatto che in giro per l’isola si continui a giocare anche a guerra già iniziata fa storcere il naso a parecchi.
Il 6 settembre 1914, Arthur Conan Doyle lancia un appello con queste parole: «C’era un tempo per tutte le cose nel mondo. C’era un tempo per il gioco, c’era un tempo per il lavoro e c’era un tempo per la vita domestica. C’era un tempo per qualsiasi cosa, ma ora c’è tempo per una sola cosa: la guerra. Se il giocatore di cricket ha la vista acuta, lasciate che la usi accanto alla canna di un fucile. Se un calciatore ha forza nelle gambe, lasciate che egli serva e marci in un campo di battaglia».
Si, proprio Arthur Doyle, l'inventore di Sherlock Holmes che giocò a calcio nel ruolo di portiere per il Portsmouth Association Football Club, una squadra amatoriale.
Sir Arthur giocava con uno pseudonimo: A.C.Smith.
La sua squadra si sciolse nel 1896.
Lui però avrebbe voluto continuare con la sua carriera, ma per “forze maggiori”, dovette interrompere la sua passione appunto.
Si arruola, ovviamente volontario, per la guerra Anglo-Boera e nel 1899 salpa per le coste africane.
In seguito grazie alla sua opera “The Great Boer War”(1900) un epico racconto della tragedia vissuta in prima persona, una volta tornato in patria viene nominato baronetto da Edoardo VII, divenendo di fatto un icona nazionale.
Abbandonato il calcio giocato definitivamente, sarà corrispondente per il Daily Mail alle olimpiadi di Londra del 1908 e grazie alla sua penna, renderà memorabile la vicenda umana di Dorando Pietri, il più famoso perdente della storia.
Commosso dalla fatica di Pietri in quella che diverrà una delle maratone più chiacchierate della storia, Doyle lo celebrerà paragonandolo ad un eroe romano e commosso dalla vicenda del fornaio di Carpi, raccoglierà una colletta di 300 sterline, una cifra enorme per l’epoca.
Tornando alla guerra che impazzava intorno al 1914 anche Frederick Nicholas Charrington attaccò il mondo del pallone attraverso alcuni giornali, accusando alcuni giocatori del West Ham di codardia perché venivano pagati per giocare mentre i loro coetanei combattevano sul fronte Occidentale.
Eppure il football, che in un primo momento non risponde in maniera entusiasta, non rimane insensibile alla situazione: durante il campionato è comune vedere raccolte fondi e campagne di reclutamento.
Durante la settimana, molti campi vengono usati per esercitazioni o convertiti in piccoli poligoni di tiro.
Thomas Charles Fry comunque, propone una serie di misure drastiche tra le quali figurano l’annullamento di tutti i contratti professionistici e un provvedimento che vieta l’ingresso allo stadio a tutti i minori di 40 anni.
Anche il Times, mette nero su bianco le proteste e avvia una campagna anti calcio titolata “Petticoats for footballers” (letteralmente “sottane per i calciatori”).
Sempre il Times, nel novembre 1914, pubblica un’inchiesta nella quale vengono elencati i numeri degli arruolati provenienti da squadre di calcio: su 15 club tra Football e Southern League, solo Southampton e West Bromwich Albion hanno risposto.
Dei restanti 13 club si arruolano solo in 19.
Due giorni dopo l’inchiesta viene aggiornata, e si contano venti giocatori dall’Hull City, undici dal Plymouth e otto dall’Everton.
Ma il centro di tutto era l'indifferenza delle squadre londinesi: nessuna di esse vide i propri uomini presentarsi come volontari e, quando viene annunciato che nella la campagna di reclutamento fatta durante la partita tra Arsenal e Bristol City se ne presenta uno solo su 7000 presenti, esplodono le proteste.
Comunque la leva non fu resa obbligatoria fino al 1916 e né la Federazione né il governo inglese avevano preso provvedimenti ufficiali, ma ciò non toglie che il mondo del pallone stesse decisamente facendo una brutta figura rispetto al resto della società inglese.
I BATTAGLIONI DEI CALCIATORI
Per incoraggiare l’arruolamento vengono ideati i Pals’ Battalions, battaglioni formati da persone con un “carattere” in comune.
Il primo battaglione a formarsi è quello degli sportivi, a cui seguono gli artisti ed ex atleti.
Ma non solo: si formano anche reparti di concittadini, come i Pompey Pals di Portsmouth.
Questi ultimi sono così numerosi che ne formano addirittura due, formalmente chiamati 14th e 15th (Portsmouth) Battalions, Hampshire Regiment.
Alla fine del conflitto si conteranno più di 1400 vittime tra le loro fila.
È in questo contesto che il 12 dicembre 1914 l’Ufficio di Guerra accorda a William Joynson-Hicks il permesso di formare il 17th Service Battalion, Middlesex Regiment, il primo battaglione in assoluto formato da calciatori.
Il primo componente è Frank Buckley, che già aveva parecchia esperienza militare: si presenta infatti ancora giovanissimo come volontario firmando un accordo di dodici anni con il secondo battaglione del King’s Liverpool Regiment.
In poche settimane il battaglione raggiunse quota 600 unità.
Di queste, parecchi erano semplici tifosi, attratti dalla possibilità di combattere a fianco dei propri idoli.
Uno di quest’ultimi era certamente Vivian Woodward, beniamino dei supporters del Chelsea.
Poi c’è Sandy Turnbull: nel 1906 venne squalificato per una questione di pagamenti illegali mentre giocava per il Manchester City, situazione che si chiuse col suo trasferimento al Manchester United. Sandy è il primo giocatore ad essere allontanato dal campo in un derby di Manchester (all’epoca non esisteva ancora il cartellino rosso), ma la sua bravura gli permette di segnare 101 gol in 247 partite, due dei quali sono storici: il primo è quello che consegna allo United la prima FA Cup del club, nel 1909 (grazie al goal e a quella vittoria, verrà costruito l’Old Trafford).
Comunque in una delle ultime partite, contro il Liverpool, alcuni giocatori si mettono d’accordo per truccare il risultato; uno di essi è proprio Sandy, che viene squalificato a vita.
Gli viene però proposto un compromesso: arruolati e ti togliamo il “life ban”.
Turnbull accetta e viene inserito nel Footballers’ Battalion per poi essere trasferito in un altro reparto.
Durante la battaglia il suo reparto subisce un’imboscata e Sandy viene ferito.
Nonostante ciò riesce comunque a guidare i suoi uomini in una strenua lotta per la vita.
Non si sa con precisione né dove né come sia morto.
In totale comunque nel marzo 1915 si contano 122 professionisti unitisi al Battaglione e tra di essi fa specie leggere i nomi dell’intera prima squadra del Clapton Orient (l’odierno Leyton Orient).
Oltre a loro, giocatori provenienti da Manchester, Newcastle, Preston, Londra, Blackburn, Bradford e anche dalla Scozia (Glasgow).
l Footballers’ Battalion (17th Middlesex Regiment) viene inviato in Francia nel novembre del 1915 e accorpato alla 6th Brigade, 2nd Division. Scende in campo nelle durissime battaglie della Somme e nelle operazioni sulle colline dell’Ancre.
Nel 1917 partecipa alle Battaglie di Arras e di Cambrai; il primo dei Footballers’ Battalion viene smantellato il 10 febbraio 1918.
Seguirono altri reparti formati da calciatori e tifosi: il secondo in ordine cronologico è il 23rd Battalion, Middlesex Regiment, poi ce ne sono altri provenienti per esempio da Plymouth, dal Galles e dalla Scozia.
SCOPPIO DEL CONFLITTO
Allo scoppio del conflitto l’opinione pubblica non risparmia neanche il calcio scozzese.
Nonostante i contrasti, gli Hearts iniziano il campionato battendo 2-0 i campioni in carica del Celtic e proseguono la loro rincorsa al titolo vincendo 19 dei primi 21 incontri.
Poi la guerra ha il sopravvento e anche nella capitale scozzese si forma il Footballers’ Battalion, che diventa parte della C Company, 16th Royal Scots, meglio conosciuto come il McCrae’s Battalion.
L’intero undici titolare degli Hearts che sconfisse il Celtic viene arruolato e, con loro, giocatori da 75 diverse squadre professionistiche e dilettanti di tutta Scozia (comprese l’Hibernian, Dunfermline e Raith Rovers).
Solo dal Tynecastle sono in 170 i tifosi che seguono l’esempio della propria squadra.
Il 12 dicembre il battaglione completa i ranghi e viene inviato in Francia.
È il primo luglio 1916 quando vengono ordinati gli attacchi d’apertura della Battaglia della Somme.
I calciatori scozzesi ed inglesi sono in gran parte lì e l’esito è devastante: Alfred Briggs, talento degli Hearts, viene ferito a piedi, braccia, gambe e testa.
Un suo compagno di squadra, Pat Crossan, viene quasi seppellito vivo dall’esplosione di una bomba; una volta riemerso ci mette tre giorni per attraversare la Terra di Nessuno trascinandosi sui gomiti e arrivare in territorio amico.
Degli 814 uomini di McCrae usciti dalle trincee, 636 sono uccisi o feriti. Una strage.
I pochi superstiti fanno ritorno a casa per curare le ferite di guerra.
Pat Crossan, dopo un lungo recupero torna a indossare la casacca degli Hearts il 16 agosto 1919.
Morirà comunque nel 1933.
Ci furono anche calciatori inseriti in altri reparti, che allo stesso modo vengono ricordati per il loro valore.
A Bernard Vann viene assegnato all’1/8 Sherwood Foresters.
Il suo coraggio e valore gli valgono una Croce Militare nella Battaglia di Loos del 1915 e la rapida scalata dei ranghi militari, tanto che, tre anni dopo, è Luogotenente Colonnello al comando del 1/6 Sherwood Foresters; il suo battaglione è uno di quelli che nel 1918 vengono impiegati per gli attacchi di Bellenglise e Lehaucourt.
Donald Simpson Bell fu probabilmente il primo calciatore professionista ad arruolarsi (Crystal Palace, Newcastle e Bradford Park Avenue).
Si arruola nel 1914 e parte per la Francia nel novembre 1915, due giorni dopo essersi sposato.
Il 5 luglio 1916, durante i combattimenti, Donald si riempie le tasche di granate e attacca in solitaria una postazione nemica che stava mietendo diverse vittime tra i britannici.
L’azione ha successo, così, cinque giorni dopo, decide di ripeterla ma il 10 luglio il secondo tentativo gli sarà fatale.
William Angus si arruola volontario insieme all’amico James Martin ed entrambi vengono, in un primo momento, assegnati all’Highland Light Infantry.
Ma dato che i capi dell’esercito decidono di tenere quel reparto come riserva, i due si presentano volontari all’8th Royal Scots e partono pochi giorni dopo per il Fronte Occidentale.
Nella notte dell’11 giugno 1915, il Luogotenente James Martin guida un attacco per far saltare una parte delle trincee tedesche ma le vedette nemiche li avvistano e fanno detonare una mina sotterranea. Martin rimane ferito a terra a pochi metri dalla linea tedesca incapace di muoversi.
Vedendo la scena, Willie Angus si offre volontario per il recupero dell’amico ma gli ufficiali rifiutano, dicendo che non ne vale la pena.
Dopo parecchie proteste, il Brigadiere Lawford gli accorda il permesso e Willie, legatosi ad una corda, si inoltra strisciando nella Terra di Nessuno.
Raggiunto l’amico, lo assicura alla corda ma viene scoperto dai tedeschi che aprono il fuoco.
Willie, in un primo momento, fa da scudo umano al compagno ferito mentre i commilitoni li trascinano verso di loro, ma rendendosi conto che così non hanno speranza si allontana di colpo attirando il fuoco su di sé.
Senza il pericolo del fuoco tedesco James Martin viene tirato di peso e tratto in salvo e allo stesso tempo Willie riesce, in maniera rocambolesca, a tornare alla propria trincea riportando diverse ferite, perdendo un occhio e parte del piede destro.
L’eroica azione gli vale la Victoria Cross.
Jimmy Speirs, l’uomo che consegnò al Bradford City l’FA Cup 1911 morì nella battaglia di Passchendaele.
Tim Coleman (grazie al quale l’Arsenal ottenne la sua prima promozione assoluta in First Division nel 1904), Leigh Roose (nazionale gallese tra il 1902 e il 1910) ed Edwin Latheron, due volte campione d’Inghilterra col Blackburn, caddero anche loro a Passchendaele.
Il Tottenham perse ben 11 giocatori.
Il London Evening News, all’inizio del conflitto, aveva chiesto ai giocatori di tutta l’Isola di «prendere parte al gioco più importante. Quel gioco è la guerra, per la vita e per la morte».
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