Negli anni 30, l'ebreo Louis Molinas e tre soci gestivano il Glen Island Casino (New Rochelle, New York), locale che vendeva alcolici in tempo di proibizionismo.
Nel 1942 i quattro acquisirono anche l’Eagle Bar And Grill.
In quegli anni Coney Island (Brooklyn) era soprattutto il regno di Joe Bananas, boss siciliano trasferitosi a New York.
Bananas era il braccio destro di Charles "Lucky" Luciano ("Lucky" in quanto accoltellato a 32 anni da sconosciuti più volte alla gola ma salvatosi non si sa come. Mai errore più grande visto quello che di lì a poco diventerà).
L’Eagle Bar andava alla grande ma doveva sottrarre, ai profitti lordi, l’alcol che “spettava” agli affiliati a Cosa Nostra e la mazzetta di 200 dollari settimanali da versare ai poliziotti.
In questi giri loschi Molinas senior venne arrestato con l’accusa di aver venduto alcol a un minore.
A 12 anni Jack Molinas, suo figlio, iniziò a giocare a basket.
Alto, agile e magro, divenne un giocatore dominante.
Stava nascendo un grande giocatore, ma assieme a lui si stava sviluppando una mente criminale.
Jack cambiò quando conobbe Solomon Hacken, detto Joe Jalop.
Joe Hacken decise presto che sarebbe diventato uno scommettitore professionista.
A diciotto anni aveva già truccato con successo la prima partita di basket.
Due pezzi grossi di Cosa Nostra come Frankie Carbo e Frank «Blinky» Palermo inserirono quel ragazzino così promettente nel loro business principale, i match truccati di boxe.
Hacken capì subito che Jack Molinas sarebbe diventato una stella del basket, e quindi un prezioso alleato.
Per questo lo avvicinò, alternando piccoli favori a lezioni su quote e point spread (handicap).
Nel 1944, Molinas 12enne, grazie ad Hacker piazzò la prima scommessa: otto dollari su una partita degli Yankees.
Jack perde e vede avvicinarsi il disastro, perché tre di quegli otto dollari li ha presi a prestito da un amico.
Il bookmaker però lo grazia dicendogli che è troppo giovane per scommettere.
S'iscrisse a Stuyvesant High School dove conobbe Stan Maratos e Paul «Whitey» Brandt.
Brandt in particolare era il perfetto complemento per «Mole», di cui sarebbe stato uno dei pochissimi veri amici fino all’ultimo giorno.
Nel 1946, 5 giocatori del Brooklyn College vennero espulsi e incriminati per aver truccato delle partite (traditi da un’intercettazione telefonica ordinata per tutt’altre questioni: furto di merci).
Per scommettere sulle partite della sua Stuyvesant senza compromettere il risultato vittorioso bastava sbagliare un canestro o perdere accidentalmente un pallone, riducendo lo scarto finale al di sotto dello spread.
Il padre Louis conosceva molto bene i tavoli dove Hacken organizzava il proprio business.
Così nel 1948 negò al figlio il permesso di raggiungere i compagni per giocare la finale di un torneo importante.
Ma tra una bugia e l'altra, Molinas figlio riuscì ad eludere i divieti.
Come detto frequentò la Stuyvesant High School e si laureò alla Columbia University nel 1953.
Con la squadra di basket della sua università ottenne il record per il maggior numero di punti segnati in una singola partita.
Rapido e forte, aveva un ottimo tiro ed era un rimbalzista di grande istinto e intelligenza.
A Columbia, Molinas battè ogni record.
Totalizzò 18 punti di media a partita e la sua prestazione da 31 rimbalzi, contro Brown, è tuttora uno dei primati dell’ateneo.
Da Sophomore, Molinas fu sospeso per un semestre per aver scagliato dalla finestra uno specchio.
SCANDALO POINT SHAVING DEGLI ANNI 50
Lo scandalo del Point Shaving (cioè fixing match che prevede la copertura di un dato handicap) che vide coinvolti 33 giocatori ed esponenti del crimine organizzato scoppiò nel febbraio 1951.
In tutto furono 7 i college coinvolti, 4 dell’area metropolitana di New York (CCNY, NYU, Long Island University e Manhattan College) e tre del Midwest (Bradley, Kentucky, Toledo).
Oltre 30 giocatori coinvolti.
Gran parte dei giocatori-chiave erano membri dei City College Beavers (campioni NCAA e NIT)e della Bradley University (nella stagione 1949-50).
A Bull Spivey, miglior giocatore del torneo NCAA 1951, fu revocato il premio (poi rimasto vacante).
Accusato da un compagno, in verità non venne mai giudicato colpevole
A CCNY fu impedito di giocare al Madison Square Garden.
Il 18 febbraio 1951 l’allora procuratore distrettuale di New York, Frank Hogan, dispose l’arresto di 7 persone accusate di aver cospirato per "aggiustare" il risultato di partite del college.
Tra le persone prese in custodia c’erano le tre stelle della CCNY campione nazionale nel 1950: l’ala All-American Ed Warner il centro Ed Roman e la guardi Al Roth
Quando CCNY sconfisse Temple 95-71 mentre ritornavano a New York trovarono una brutta sorpresa: la polizia a aspettarli.
Furono eseguiti diversi arresti.
Jack Molinas ai tempi iscritto con Columbia University non fu arrestato quell’anno, bensì dopo che la NBA lo aveva sospeso per scommesse.
Il suo nome venne associato allo scandalo del 1951 per via delle puntate da lui fatte sulla squadra di college in cui all’epoca giocava.
Lo scandalo ebbe effetti nefasti sull'intero movimento e sull’ambiente del Garden, e in generale di New York, l’anticamera della corruzione.
La NCAA non programmò partite del torneo nell’area newyorchese fino al 1982.
E quando finalmente lo fece, ospitò incontri del primo e del secondo turno al Nassau Veterans Memorial Coliseum a Long Island.
Kentucky, che venne squalificata per la stagione 1952-53, fu l’unico programma coinvolto che riuscì a sopravvivere allo scandalo.
Nessuno ha però sofferto più di CCNY e LIU.
In seguito alla scoperta di altre irregolarità, CCNY ha di molto ridimensionato il proprio dipartimento sportivo.
LIU ha chiuso baracca e burattini dal 1951 al 1957 ed è tornata in Division I solo dagli anni 80.
LA BREVE APPARIZIONE DI MOLINAS IN NBA: SOSPENSIONE A VITA, ARRESTO E MORTE
Tornando a Molinas, lasciata Columbia, nel 1953, fu la prima scelta dei Fort Wayne Pistons della NBA.
Nella prima metà della sua stagione da matricola, Molinas si comportò da fuoriclasse autentico tanto da essere selezionato per l’All-Star Game del 1954 in programma al Madison Square Garden.
Ma 10 giorni prima del grande evento il suo nome fu cancellato non solo dall’All-Star Game ma dalla NBA.
Nel frattempo era diventato un uomo di riferimento di gangster mafiosi del livello di Vincent Gigante (ex pugile, poi fintosi pazzo per evitare il carcere) e Tommy Eboli (altro grande scommettitore che una volta salì sul ring ed aggredì l'arbitro: a suo dire parteggiava per l'atleta su cui non aveva scommesso).
In totale comunque Molinas giocherà solo 29 partite in NBA, prima di essere bandito a vita dalla lega per aver truccato e scommesso su diversi incontri ai tempi dell'università.
Sospeso a vita per gli scandali delle scommesse: non solo fu coinvolto nello scandalo delle scommesse del '51, ma anche in quello enorme del '61 che vide coinvolti centinaia di giocatori.
In quattro anni, dal 1957 al 1961, controllò 43 partite e 476 giocatori.
«I miei cosiddetti crimini non hanno danneggiato alcuno, salvo qualche scommettitore e un po’ di allibratori»
In realtà, a livello di scommesse, il buon Jack non ha mai avuto nessuna tipa di remore o di limite.
Come quando cercò di drogare/addormentare un pugile per potergli scommettere contro.
O quando usò un telecomando per produrre una scossa elettrica stimolante nell’orecchio del cavallo su cui aveva puntato.
Molinas arrivò a ridurre la corrente elettrica in una sala scommesse per rallentare gli orologi e poter lasciare aperte le puntate su corse in realtà già terminate.
Sino ad usare da dentro una prigione una macchina falsificatrice di firme per incassare assegni non proprio leciti.
Nel giro vennero coinvolti anche i giocatori Roger Brown e Connie Hawkins che non truccarono mai un incontro, ma ricevettero denaro sporco da Molinas.
Quando scoppiò lo scandalo, nel 1961, i due subirono una squalifica a vita dall’NCAA e dall’NBA.
Per il suo crimine Molinas venne condannato a una pena detentiva dai 10 ai 15 anni, ottenendo però la libertà vigilata dopo 5 anni di carcere.
Uscito di prigione si trasferì a Los Angeles dedicandosi al gioco d'azzardo e ad alcuni progetti imprenditoriali poi naufragati.
A causa dei grossi debiti accumulati con la malavita, venne assassinato da un sicario con un colpo di pistola all'alba del 3 agosto 1975 nel giardino di casa sua a Los Angeles.
L’anno prima era stato assassinato il socio d’affari Bernard Gusoff: gli investigatori scoprirono che Jack aveva stipulato un’assicurazione sulla vita del collega del valore di mezzo milione di dollari.
Brown trovò lavoro alla General Motors, nel turno notturno come metalmeccanico, poi arrivò nel 1967, inaspettata, l'offerta di una franchigia ABA: gli Indiana Pacers.
I Pacers furono i Celtics della Lega dei Fuorilegge.
Cinque finali, tre anelli e una continuità ad alto livello pazzesca.
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