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martedì 23 maggio 2017

Phil Jackson Contro LeBron James: Insulti Razzisti? (NBA)

A fine 2016 Phil Jackson e LeBron James sono stati protagonisti di un duello a distanza per via di presunti frasi razziste da parte di Jackson.
Jackson alla guida dei New York Knicks con meno del .500 di vittorie e con evidenti difficoltà nel recepire gli schemi tattici di Phil Jackson (l’attacco a triangolo) in un'intervista gli venne chiesto un parere su LeBron James.
In particolare Jackson raccontò di quando LeBron James, allora giocatore dei Miami Heat, andasse a Cleveland in trasferta e chiedesse di passare una notte in più nella sua città.
Tutto era partito dall’analisi del difficile ruolo di Pat Riley e proprio dal fatto che dalla stagione successiva alla partenza di James sia iniziato un periodo difficile per gli Heat:

"Deve essere stata dura perdere LeBron, come uno schiaffo in piena faccia. 
Credo che qualcosa si sia rotto quando la squadra era a Cleveland e voleva restare una notte in più. Gli Heat non erano abituati a farlo, non era la loro politica, e Spoelstra ha chiesto a Riley come dovesse comportarsi. 
La risposta è stata di restare con la squadra, ma non è possibile far cambiare così i programmi solo perché tu, tua madre e la tua posse volete passare una notte in più in una città"
Jackson ha poi aggiunto: "So che a LeBron piace avere trattamenti privilegiati"

La parola posse (banda/gang), di derivazione spagnola, è legata ad ambienti di criminalità ed è usata con accezione negativa legata a persone afroamericane.

La risposta di LeBron James non si fece attendere: "Phil Jackson era alla guida dei Bulls di Michael Jordan, il mio idolo. Sono cresciuto vedendolo allenare e vincere con i Lakers. Ora per lui ho perso tutto il rispetto: zero assoluto. È frustrante sapere che nonostante uno cerchi di farsi la propria carriera dentro e fuori dal campo, l’appellativo per gli afroamericani sia ‘posse’. Se si cerca la definizione della parola ‘posse’, non rispecchia di certo quello che ho cercato di costruire della mia carriera, ne io ne la mia famiglia siamo così. Penso che Jackson l’abbia usato solo perché siamo afroamericani che provano a fare la differenza"
Carmelo Anthony ha provato a placare i toni, dichiarando che in nessun modo le parole di Jackson volevano essere razziste, ma James ha chiuso così: "Non mi sorprende che abbia detto cose del genere ai media. 
Pensate cose possa dire a microfoni spenti. Ha decisamente del lavoro da fare per migliorare".

Coach Lue ha cercato di chiarire lo stile di leadership di James: "Sappiamo tutti che è uno dei migliori giocatori di tutti i tempi e, al momento, il migliore in attività. 
Lo sappiamo e ne siamo consapevoli, ma LeBron non chiede trattamenti speciali. 
È una gran cosa quando sei un leader e vuoi essere sempre dentro alle cose invece di emergere. 
Ci sono momenti in cui abbiamo bisogno di essere uniti come squadra, come gruppo affiatato. 
E LeBron lo capisce. Non vuole quel genere di trattamenti.

Anche Tristan Thompson, in qualità di compagno di squadra, ha detto la sua: "Lui ha sempre attenzioni per noi e si prende cura di tutti. Non ho mai incontrato una persona che si prenda a cuore gli altri a quel livello. 
Phil Jackson ha fatto i suoi commenti, che sono quel che sono, ma… Io sto con LeBron".

Invece a gettare ulteriore benzina sul fuoco c'ha pensato Charley Rosen, amico di  Jackson, del quale è stato assistente tra il 1983 e il 1986 sulla panchina degli Albany Patroons nella Continental Basketball Association (CBA).
Rosen non risparmia le critiche a LeBron e ritiene esagerata la sua reazione:
"Tutte cazzatee. All’improvviso è diventata un’offesa.
Allen Iverson parla dei suoi ragazzi in questi termini. Sta portando il politicamente corretto all’ennesimo grado.
Ci sono stati degli allenatori razzisti nella NBA e Phil non è nemmeno vicino ad essere uno di loro. 
È stato tutto esagerato. È una polemica costruita. 
Perché Lebron è così sensibile a questo? È Phil Jackson. 
Se un poveraccio avesse detto questo ok, ma è Phil Jackson.  
Non avrò più rispetto nei suoi confronti. Ridicolo. Ci sono argomenti più sensibili dal punto di vista razziale di cui preoccuparsi, invece di perdere le staffe per la parola “posse”.



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