Visualizzazioni totali

martedì 2 maggio 2017

La Storia Di Tyson Fury: Dall'Ascesa Al Declino, Passando Per Droga e Razzismo (Boxe)

"Quando abbiamo qualche problema noi non andiamo dalla polizia, dobbiamo toglierci le magliette, andare fuori e fare a cazzotti. Essere un uomo che fa bene a botte è la cosa migliore che puoi essere nella vita"

L’inglese Tyson Fury, nato a Manchester nel 1988, alto oltre 2 metri, riuscì nell’impresa di battere Klitschko a Dusseldorf il 28 novembre 2015 con una Boxe lenta e rozza.
Nonostante le origini umili, un contesto sociale degradato, quella di Fury fu l’ascesa di un antieroe. Ogni outsider ha almeno questo dalla sua parte: la rottura dell’equilibrio iniziale, il rifiuto delle origini, la voglia di "santificazione": per Fury è il contrario.
Fin dalla sua ascesa alla ribalta, Fury è stato al centro dell’attenzione mediatica per le sue dichiarazioni omofobe, razziste e misogine.
È perfino stato indagato per istigazione all’odio.
Avrebbe voluto chiamare suo figlio Jesus, ma a quanto pare non gliel’hanno permesso.
Alla figlia invece è stato dato il nome di Venezuela, arrivatogli in sogno, chissà che vuol dire.

"Viviamo in un mondo malvagio, il diavolo è molto forte in questo momento, molto forte, e credo che la fine sia vicina. È la Bibbia che me lo dice. È il mondo che me lo dice. Credo che manchino pochi anni perché ciò accada. Ci sono solo tre cose che devono essere completato per fare in modo che il diavolo arrivi sulla terra: la legalizzazione del matrimonio omosessuale, l’aborto e la pedofilia. Chi avrebbe mai detto negli anni 50 o 60 che le prime due sarebbero diventate legali in molti paesi?"

Secondo lui omosessualità e pedofilia sono la stessa cosa.
Ogni incontro è preceduto da una sua uscita sensazionale, sui social e non.
E se sei Fury, puoi anche presentarti vestito da Batman alla conferenza stampa di Klitschko, puoi passare un weekend in prigione per non esserti presentato a un processo per guida pericolosa, e puoi ribadire quà e là frasi come "Dio non permetterà che Klitschko vinca" e "So che lui è un adoratore del diavolo".
"Ha il carisma di un mio slip".
È ovvio che i messaggi di Fury siano utilizzati anche come una precisa tecnica intimidatoria, per snervare l’avversario, far aumentare il numero degli haters per caricarlo.
Prima di battere l'ucraino diventando campione del mondo aveva cercato la rissa durante le operazioni di peso, si era lamentato del tappeto troppo morbido del ring (ottenendo la rimozione di uno dei tre strati di schiuma sintetica che fanno da intercapedine) ed infine aveva costretto Klitschko a rifarsi i bendaggi alle mani visto che nessuno del suo entourage era lì presente.
La sua Boxe molto "psicologica" quindi, ebbe la meglio sul più esperto Klitschko che quella sera scesa dal ring annichilito dall’esito del combattimento e con un’unica idea in testa: la rivincita.


ACCUSE DI RAZZISMO
Nel 2016 il britannico è finito nuovamente nella bufera per alcuni commenti discriminatori e offensivi su ebrei e donne contenuti in una video-intervista. Nel filmato l'inglese si scaglia contro "ebrei sionisti che possiedono tutte le banche, i giornali e le televisioni", accusandoli di fare il "lavaggio del cervello" al mondo politico.
Poi, passa alle offese contro le donne: "Non ci piacciono le donne sgualdrine pronte ad aprire le gambe per tutti", dice Fury, secondo il quale le donne di oggi escono solo "per fare sesso".

Campaign Against Anti-Semitism: "Le dichiarazioni di Tyson Fury sugli ebrei sono offensive e razziste. Non dovrebbe esserci posto per l'antisemitismo nello sport"


L'ABUSO DI COCAINA
In occasioni successive, Fury aveva dichiarato di odiare la Boxe e ogni secondo di allenamento, ma che è troppo bravo per smettere di farla: "Faccio soldi facili mettendo KO dei buoni a nulla" e, rivolgendosi all’ex campione ucraino, alzando la maglietta per mostrare un addome visibilmente fuori forma: "Guarda con chi hai perso, dovresti vergognarti. Hai perso con un ciccione".
Tutto ciò, dopo aver parlato di un possibile ritiro in caso di sconfitta.
Ai tempi si parlava anche di un suo coinvolgimento contro pugili in ascesa, come Antony Joshua. Inglese anche lui ma un anno più giovane di Fury, Joshua è stato oro olimpico a Londra 2012.
Interrogato su questa possibilità, Fury disse: "Metterei tranquillamente KO Joshua in un solo round. Lui parla molto, ma mai quando ci sono io vicino. È un idiota, un figlio di papà, gli darei uno schiaffo, come facciamo con le nostre troie".
Nel mentre però i rematch con Klitschko saltano: prima giugno, poi luglio.
Per infortuni, sino all'ultimo di settembre 2016, dove viene trovato positivo alla cocaina.
Negli ultimi 4 mesi si era lasciato andare infatti al consumo sfrenato di cocaina per combattere la depressione e beveva tutti i giorni:

"Erano le uniche cose che mi aiutavano a non pensare. Perché non dovrei prendere la cocaina? È la mia vita. Posso fare quello che voglio. Non è doping, non è una droga che migliora le prestazioni. Non ho mai preso altri farmaci in vita mia. Solo negli ultimi mesi ho iniziati ad assumere cocaina. Sono stato assalito da una legione di demoni personali che ho cercato di scacciar via, da quando ho vinto il titolo è stata una caccia alle streghe a causa delle mie origini, per quello che sono e che faccio: i gitani sono odiati in tutto il mondo.
Ora inizia per me un’altra grande sfida nella mia vita che so di poter vincere, come contro Klitschko"

Poco dopo Tyson Fury rinunciò ai titoli WBO e WBA dei pesi massimi per disintossicarsi da cocaina e alcol.
Pochi giorni prima Fury aveva cancellato per la seconda volta la rivincita con Klitschko a causa della sua “inidoneità fisica” a salire sul ring nell’incontro che era stato fissato il 29 ottobre a Manchester.
Intanto la Federboxe britannica gli sospese la licenza per salire sul ring.

"Dicono che ho un disturbo bipolare. Sono un maniaco depressivo" ha aggiunto Fury.
"Spero che qualcuno mi uccida prima che io mi suicidi".  "Io amavo la boxe quando ero bambino ma ora la odio". 

Fury arrivò a pesare 174 kg: "Ho toccato il fondo. In preda all’alcol, alla cocaina, agli istinti suicidi. Fuori dal mondo: per farla finita". 
Anche per la battaglia contro l’antidoping inglese che lo aveva trovato positivo: "Mi sono svegliato ogni giorno col desiderio di non svegliarmi più ma sono la prova vivente che chiunque può rialzarsi dal precipizio. Là fuori che c’è molta gente che soffre di problemi mentali e pensa che tutti i giorni saranno grigi, ma la vita può migliorare ancora, iniziando a godersi le piccole cose"


T'interessano altri articoli su storie sportive(doping, scandali, suicidi, partite vendute, etc) e scommesse?
Qui trovi l'indice completo ed aggiornato del blog:  Indice Storie Sportive(Doping, Suicidi, Partite Vendute, Stake, etc)

Nessun commento:

Posta un commento