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venerdì 17 agosto 2018

I Memphis Grizzlies e Il Grit & Grind: Lentezza, Gioco Difensivo e Brutto (NBA)

Zach Randolph: "Noi siamo questi: combattivi, orgogliosi, determinati. Noi non siamo belli da vedere. Non corriamo su e giù per il campo ad alzare lob e schiacciare in windmill. Noi giochiamo nel fango"

Fondati nel 1995 come Vancouver Grizzlies, poi la franchigia NBA si spostò a Memphis.
I Grizzlies, storicamente, sono noti in NBA per la loro arcigna difesa e per il brutto gioco mostrato per via di una grande fisicità, lentezza e poco produttività offensiva.
Queste caratteristiche si sono accentuate negli ultimi anni, nel 2013 cedono Gay e Hamed Haddadi ottenendo in cambio Tayshaun Prince, Ed Davis e Austin Daye.
Chiuderanno al 5° posto in Western Conference.
La forza della squadra, assolutamente modesta in attacco, si basa sulla straordinaria difesa; non a caso Marc Gasol vince il Defensive Player Of The Year.
Ai play-off i Grizzlies incontrano i Los Angeles Clippers e li battono 4-2.
Al secondo turno i Grizzlies incontrano gli Oklahoma City Thunder che avevano chiuso la Western Conference in 1ª posizione: vinceranno 4-1, avanzando per la prima volta nella loro storia alle finali di Western Conference, in cui affrontano i San Antonio Spurs.
Nonostante i pronostici che vedevano, dopo che i Grizzlies avevano sconfitto i Thunder, la serie molto equilibrata, gli Spurs sconfiggono facilmente i Grizzlies per 4-0.
A fine stagione Hollins viene clamorosamente licenziato, a dispetto della straordinaria stagione.
L'anno successivo vennero eliminati dagli Oklahoma City Thunder ai playoff.
Il Basket di Memphis comunque basato sull’uso continuativo del post basso e della difesa come cardine sopra il quale far ruotare tutto il funzionamento della squadra.
I Grizzlies giocano come l’animale da cui prendono il nome, denominato Ursus Arctos Horribilis e definito come «assoluto padrone del suo habitat naturale», capace di «sopraffare facilmente qualsiasi animale nel suo territorio».
Horribilis perchè Zach Randolph e Marc Gasol incutevano terrone, fisicamente parlando.
Una partita di quei Grizzlies doveva essere quanto più possibile brutta affinché loro potessero vincere.
L'idea dei Grizzlies non era giocare bene o meglio degli avversari, quanto piuttosto farli giocare male, trasfomare ogni partita in una battaglia di intensità, nervi, risse e agonismo, farli sentire a disagio e imbruttire.
Un tipo di Basket battezzato “Grit & Grind”.
Per molti anni, Memphis ha avuto lo stesso nucleo di giocatori: Randolph, Marc Gasol e Mike Conley (anche se spesso infortunato).
Memphis non è mai riuscita ad arrivare alle Finali e a contendere per il titolo, ma è sempre stata lì a giocarsela con le migliori, sia sotto coach Lionel Hollins che con il suo vice Dave Joerger.
I loro giochi alto-basso sono l’unica cosa bella in un mosaico composto da spallate, fisicità e gioco sporco.
Ultimissimi per triple tentate.
Al di là però dei risultati finali: i Grizzlies si passano discretamente il pallone ma muovono poco le difese, tirano poco da tre, fanno girare poco la palla quindi vanno sbattere contro delle difese già piazzate.
Dal 2010 al 2016, i Grizzlies hanno sempre avuto una delle prime 10 difese NBA, in particolare per la loro capacità di negare l’area e le triple dagli angoli, costringendo gli avversari a prendersi tiri dalla media distanza e dalle triple frontali.
Inoltre sono bravissimi a contestare tutti i tiri degli avversari, senza lasciare conclusioni semplici e senza mai mollare un secondo.
Forse uno dei difetti che non ha permesso a Memphis di sfondare sono state le % al rimbalzo, non essendo eccelse nè in difesa (più o meno a metà della lega) nè in attacco ed avendo ritmi lenti (giocando quindi pochi possessi) la cosa è stata spesso fatale (ai playoff).
I Grizzlies poi hanno perso Randolph, sono rimasti Gasol, Conley, Green, poi sono stati aggiunti Chalmers, Brooks, Evans.
2016 e 2017, comunque la squadra ha raggiunto i playoff perdendo però al primo turno rispettivamente 4-0 e 4-2 contro San Antonio Spurs.
Una cosa però è certa: pur con tutti i loro difetti, questi Memphis Grizzlies non si batteranno mai da soli. Non saranno loro a perdere una partita, ma piuttosto gli altri a doverla vincere: correndo, facendo a sportellate e combattendo su ogni possesso.
In regular season questo approccio, unito a quel sistema e quegli interpreti, ha permesso la disputa di ottime stagioni almeno sino al 2016/17 malgrado un talento non eccelso e schemi offensivi abbastanza approssimativi.
La stagione successiva (2017/18) ha visto i Grizzlies provare a cambiare tipo di gioco, tirando maggiormente da tre e velocizzando i possessi, neanche a dirlo: è stata un'annata terribile, chiusa con un record di 22-60.
Un orso non può diventare una gazzella.


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