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venerdì 18 gennaio 2019

La Storia Di Andy Murray: Insulti, Litigi e Controversie

Andy Murray nato a Glasgow nel 1987 e cresciuto a Dunblane, iniziò sin da piccolissimo con il Tennis per poi abbandonarlo per il Calcio facendosi peraltro notare dai Rangers Glasgow.
Ma tornò presto alla racchetta per non abbandonarla più.
Di sicuro fu uno choc quando a otto anni uscì illeso insieme al fratello al massacro della scuola elementare di Dunblane: un uomo armato entrò nella struttura e aprì il fuoco uccidendo 16 bambini e un’insegnante. I due fratelli Murray riuscirono a salvarsi per miracolo.
Ma un macigno fu anche la separazione dei genitori l’anno dopo: "Quando sei un bambino non capisci il divorzio. Vedere nostra madre e nostro padre litigare è stato duro per me e Jamie, ma loro sono stati ottimi genitori. Ci hanno dato tantissime opportunità e si sono impegnati al massimo. Anche se non è facile per un bambino trovarsi in mezzo a tutto quanto".
Decisivo l’incontro con Kim Sears che ha sposato l’11 aprile 2015.
Quando nel 2005, a 18 anni, si affacciò fino al terzo turno di Wimbledon, quasi abbagliato dai riflettori, nel tempio del Tennis e di quel pubblico che disperatamente era alla ricerca di un possibile erede di Tim Henman.
Ma al terzo turno perse, e tornò ad essere solo un giovane scozzese.
A fine anno la prima finale a Bangkok, persa contro Federer, che nonostante la vittoria in due set a fine gara dichiarò senza dubbi che Murray è uno da altissimi livelli.
Il trionfo in casa dopo mille anni da Fred Perry, la Davis consegnata alla Gran Bretagna giocando di fatto da solo se non con l’aiuto del fratello.
L’atteggiamento di chi non è mai soddisfatto, spesso travisato o sfociato in indolenza, litigi, insulti, lamentele, ma originalmente un desiderio continuo di volersi migliorare e spingersi al limite.
Una seconda parte di 2016 dominata con l’aiuto del suo granitico team di preparatori e fisioterapisti, di sua moglie Kim che pur di stargli accanto si è beccata anche una denuncia per oscenità pronunciate in pubblico.
La mano rigida di mamma Judy, quella affettuosa del fratello Jamie.
Vincitore di due volte a Wimbledon (2013 e 2016), una volta agli US Open (2012), unico tennista nella storia delle Olimpiadi a vincere due ori nel torneo singolare (Londra e Rio).
Oltre a firmare nel 2015, in coppia con il fratello Jamie, come detto, il ritorno al successo in Coppa Davis della Gran Bretagna interrompendo un digiuno di 79 anni.
Nel mezzo anche 8 finali perse negli Slam: 1 negli USA (2008), 5 in Australia (2010, 2011, 2013, 2015, 2016) ed 1 a Wimbledon (2012).
E' il N.1 del mondo a fine 2016.


LITIGI, INSULTI E CONTROVERSIE
Nel 2013 si ricorda il tennista scozzese, sotto di due set contro lo spagnolo Verdasco (prima della grande rimonta), prendersela con uno spettatore per una foto con il flash, poi con un giudice di linea perché ha fatto rumore spostando la sedia, ma soprattutto con se stesso per gli errori che faceva a ripetizione.
E così, grazie ai microfoni a bordo campo, a un certo punto i telespettatori hanno potuto benissimo sentirgli dire: "Fottuto coglione, che cavolo sto facendo?"
In quella partita, secondo Gianni Clerici, gli spettatori fecero un tifo "da Wembley più che da Wimbledon" durante la gara, applaudendo platealmente e insistentemente gli errori di Verdasco, un "reato" ben più grave delle imprecazioni di Murray.

Mats Wilander: "Quando l'arbitro fermerà il diluvio d'insulti che in ogni match Murray lascia sul campo? Questo linguaggio non è positivo per il tennis e per tutte le persone che guardano questo spettacolo con i figli davanti la televisione"

Si ricordi anche il litigio con Rosol a Monaco di Baviera nel 2015.
Durante il match di quarti di finale, Lukas Rosol andò addosso a Murray durante un cambio di campo e lo scozzese non l’ha presa bene, dicendogli: "Non piaci a nessuno nel tour, ti odiano tutti"


IL DIFFICILE RAPPORTO CON I COACH
Dopo le rotture con Brad Gilbert, Miles Maclagen, Alex Corretja, Ivan Lendl, l’elenco degli allenatori che hanno mollato lo scozzese per il suo caratteraccio è lunghissimo.
Compresa Amélie Mauresmo, ex tennista francese.
Riguardo la sua rottura risalente al 2016: "Ho un buon rapporto con Amélie, non credo si possa dire qualcosa a riguardo. E’ stato detto che gli ultimi giorni con lei sono stati un continuo litigio, che io ero continuamente in contrasto con tutto quello che lei diceva, che ci siamo separati in maniera difficile: tutto questo semplicemente non è vero. Chi dice che c’è stata una conversazione alterata (in riferimento ad una presunta discussione accesa avuta a Madrid) sta mentendo o non era lì. Abbiamo parlato in maniera calma per tutto il tempo e dire che abbiamo rotto per il mio comportamento significa dire il falso. A Madrid non abbiamo discusso neanche una volta"

Lo scozzese ha avuto sempre rapporti difficili con i suoi allenatori, per via del suo comportamento in campo: "Naturalmente, quando abbiamo lavorato insieme, abbiamo discusso di molte cose e ci sono stati momenti in cui, come è successo con tutti i miei allenatori, mi hanno detto ‘concentrati di più sul gioco, scarica la tua frustrazione su altro e distraiti da ciò che sta accadendo sul campo’, ma dire che questo è il motivo per cui abbiamo smesso di lavorare insieme è sbagliato"

A seguito della disfatta dell'Argentina contro la Croazia nel mondiale di Russia 2018 scambio di ironie, con insulto, tra lo scozzese e due tennisti argentini, presenti alla disfatta dell’Albiceleste contro la Croazia. Prima del fischio d’inizio al Nizhny Novgorod Stadium, Juan Monaco ha pubblicato sul suo profilo Twitter un selfie che lo ritraeva in tribuna con indosso la maglia dell’Argentina, al fianco di Diego Schwartzman, N.11 del ranking mondiale.
“Vamos Argentina”, il suo commento alla foto.
Murray ha atteso la conclusione dell’incontro per scatenare la sua perfida ironia: "Siete contenti di aver viaggiato fin là per tutto questo?", con esplicito riferimento alla netta sconfitta dell'Argentina.
Non si è fatta attendere la replica di Monaco, affidata allo stesso social network: un emoticon, raffigurante un dito medio, che ha definitivamente chiuso la conversazione.


L'INDIPENDENZA DELLA SCOZIA
Nel 2014, la mattina del referendum, Andy Murray non ce l’ha più fatta a mettere a tacere il proprio pensiero e ha rivelato a chi andavano le sue simpatie: all’indipendenza.
Murray sui social media poi è stato processato, attaccato, perfino minacciato. Al punto da avere spinto Scotland Yard ad aprire un’inchiesta, per proteggerlo ed eventualmente punire chi lo minaccia. Murray ovviamente è scozzese, ma nel Tennis, diversamente da altri sport (Calcio, Rugby, Golf), non ci sono squadre nazionali separate per le quattro regioni/ nazioni che compongono la Gran Bretagna.
Questo gli ha permesso di rappresentare il Regno Unito in Coppa Davis e alle Olimpiadi.
Nel 2006 quando un giornale gli chiese, prima dei Mondiali di calcio in Germania, chi avrebbe voluto veder vincere, rispose "chiunque, tranne l’Inghilterra".
Ricevette anche allora un’ondata di insulti.
Imparò la lezione: nel 2013, dopo il suo sofferto trionfo a Wimbledon, rifiutò di mettersi sulle spalle la bandiera scozzese, che il primo ministro del governo autonomo di Edimburgo, Alex Salmond, presente sugli spalti per sfruttare l’occasione, gli aveva offerto.
Non voleva diventare una strumento di propaganda.
Perciò rimase zitto fino alla vigilia del referendum scozzese, sebbene altri campioni scozzesi dello sport si siano schierati: come Alex Ferguson, l’ex allenatore del Manchester United, e Chris Hoy, medaglia d’oro di ciclismo su pista alle Olimpiadi di Londra, entrambi contrari all’indipendenza.
Fino alla mattina del 18 settembre, quando a urne già aperte Murray non ha più resistito a nascondersi dando il suo appoggio alla secessione da Londra. I messaggi contro di lui sono cominciati subito e sono diventati un uragano di insulti minacce dopo la vittoria dei “no”.
Così tanti e feroci, da indurre la polizia ad aprire un’inchiesta.


CONTRO IL DOPING
Il tennista scozzese nel 2016 ha dichiarato di aver avuto sospetti su qualche collega capace di giocare 6 ore di fila senza mostrare il minimo segno di fatica: "ho mai avuto sospetti su qualcuno? Sì. Le cose le senti. Guardando qualcuno giocare match di 6 ore e vedendo che non mostra segnali di stanchezza, la si vede in quel modo".
Poi Murray, ritornando sul caso Sharapova, ha ammesso come esso sia un progresso perchè ha messo la parola fine alle possibili coperture dei grandi giocatori trovati positivi: "Quando qualcuno come Sharapova viene squalificata, lo vedo come qualcosa di positivo. Se succedessero queste cose e non ne sapessimo di questo, sarebbe un grande problema perchè è come se il Tennis coprisse i grandi giocatori. Se qualcuno lo fa, il mondo del Tennis dovrebbe farlo sapere, ora stanno cambiando le cose. Se qualcuno è sorpreso per un periodo o stanno discutendo di questo o cercano di decidere quale sentenza possa essere assegnata, bene questo il pubblico lo saprà. Perciò non ci saranno silent ban e nessuno dirà che saranno infortunati. Questo è successo con Marin Cilic, quando infortunato si è ritirato da Wimbledon. La gente ha iniziato a parlarne e poi è uscito fuori che aveva fallito un test anti-doping, è questo è terribile. Che sia match fixing o doping, al primo segnale devi impegnarti al massimo per cambiare la situazione e non solo dire ‘Questo è molto raro‘. No, assicurarti che questo non accada di nuovo"

Poi aggiunge: "C‘è così tanto denaro nel Tennis ora. Perchè non investire di più nel programma doping? I vincitori prendono £700,000, e il programma antidoping costa alcuni milioni di dollari. Perciò ha molto più senso investire di più nell’anti-doping e non mettere tutto nei prize money"

Sempre sulla Sharapova: "Se hai sbagliato devi pagare. Non capisco perchè la Head (nota marca di racchette) le rinnovi il contratto. Ritengo che sia sbagliato prescrivere una medicina di cui non hai bisogno anche se è legale. Se non la utilizzi per finalità mediche, è ovvio che viene consumata per altri scopi e migliorare le tue prestazioni. E se fai qualcosa del genere, devi essere squalificato"

In un'altra intervista da neo numero 1 del mondo, Murray attacca i suoi colleghi: "Sarebbe singolare credere che il nostro sport ne sia immune. Nessuno sport lo è.
Se qualcuno bara, deve essere punito. Non considero giusto uscirsene con la considerazione che è la prima volta che capita. Quando si verifica un problema, non bisogna far finta di nulla.
Se qualcuno non rispetta le regole, occorre dirlo. Sarebbe bene parlare di queste cose più apertamente"



FINTI INFORTUNI
Murray inoltre è stato spesso accusato di fingere infortuni ma questo lo fanno più o meno tutti: da Nadal passando per Djokovic.
Di Murray si ricordano i (presunti) crampi nel primo turno a New York nel 2014 contro Robin Haase con l'olandese avanti 2 set a 0.
L'anno successivo però se la prese con Rafael Nadal.
Il maiorchino infatti fu protagonista di un secondo turno di Slam molto più complicato del previsto contro Tim Smyczek dovuto sì al buon gioco dello statunitense, ma anche a disidratazione e crampi.
A Murray non andò, evidentemente, giù il diverso trattamento riservato da appassionati e media a parità di condizione, ovvero una vittoria conseguita nonostante problemi fisici: "Quando l’anno scorso agli US Open contro Robin Haase al primo turno degli US Open ho vinto con i crampi, ero un fenomeno di recitazione, fuori forma, bisognoso di uno psichiatra, impostore".  

Frecciatine anche a Novak Djokovic, reo di averlo sconcentrato nella finale persa agli Australian Opern 2015, dove però effettivamente il serbo moribondo sembrava essere sul punto di ritirarsi da un momento all'altro, per poi fare corse e recuperi incredibili.
"Non so quale fosse il suo problema, sembrava chiaro non stesse bene ad inizio terzo set, poi ad un certo punto di è mosso in una maniera incredibile, scivolava ed andava su ogni palla. Nel quarto set il modo in cui si muoveva e colpiva ogni palla era impressionante. Spero non abbia fatto tutto ciò per farmi deconcentrare. Se aveva i crampi non era facile recuperare e giocare così bene come ha fatto lui"


SCONTRI DIRETTI (GIOCATORI PRINCIPALI)
Murray v Federer 11-14
Murray v Nadal 7-17
Murray v Djokovic 11-25
Murray v Roddick 8-3
Murray v Del Potro 7-3
Murray v Berdych 11-6


PALMARES (TORNEI PRINCIPALI: GRANDE SLAM, MASTER 1000, COPPA DAVIS, OLIMPIADI)
Cincinnati (Master 1000) 2008
Madrid (Master 1000) 2008
Miami (Master 1000) 2009
Montreal (Master 1000) 2009
Toronto (Master 1000) 2010
Shanghai (Master 1000) 2010
Cincinnati (Master 1000) 2011
Shanghai (Master 1000) 2011
Olimpiadi 2012
US Open (Grande Slam) 2012
Miami (Master 1000) 2013
Wimbledon (Grande Slam) 2013
Madrid (Master 1000) 2015
Montreal (Master 1000) 2015
Roma (Master 1000) 2016
Wimbledon (Grande Slam) 2016
Olimpiadi 2016
Shanghai (Master 1000) 2016
Parigi-Bercy (Master 1000) 2016
Londra (ATP World Tour Finals) 2016



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