Sono stati diversi i portieri che nel corso della storia del calcio hanno provato ad intimorire/innervosire i rigoristi dal dischetto.
Uno dei portieri più aggressivi della storia del calcio è sicuramente William Foulke, portiere inglese, di fine 800 che era solito intimorire gli avversari e scagliarli addirittura nella sua rete: come dimenticare diverse risse con arbitri, avversari, crolli di porte ed abbandono delle partite per protesta. Era un para-rigori perchè era alto 1.93m (tantissimo all'epoca) ed arrivò a pesare 150 kg.
Si ricorda anche il portiere dell'Olanda, Jan Jongbloed, che mimava il gesto della sigaretta di fronte all'avversario oppure Jan Tomaszewski che pare ci riuscisse semplicemente ipnotizzando l'avversario guardandolo negli occhi.
Il più folle di tutti era probabilmente l'argentino Hugo Orlando Gatti che insultava il rigorista e tutti i suoi familiari fino a fargli perdere la calma.
Era solito dire dopo aver parato un rigore: "E' stato un gioco da ragazzi. Io guardo sempre intensamente la palla. Se la guardi intensamente puoi fermarla e farla andare dove vuoi. Potete chiamarmi stregone o sciamano: sono soltanto il miglior portiere sulla faccia della terra"
Una volta che non aveva molto da fare si sedette sulla traversa. Ad un giocatore del River Plate, disse: "se mi fai gol ti ammazzo. E non scherzo" (il centravanti sbagliò il rigore, effettivamente Gatti girava per Buenos Aires con la pistola nei pantaloni).
Impossibile dimenticare le diavolerie di Bruce Grobbelaar nella finale di Coppa Campioni 1984 tra Liverpool e Roma. Il Liverpool di Dalglish, Rush e Souness aveva chiuso la contesa all'Olimpico sull'1-1. Si va ai rigori. I balletti e gli occhiolini del portiere del Liverpool iniziano sul secondo rigore di Bruno Conti che calcia alto. Anche Graziani sbaglierà il rigore, la rete decisiva viene segnata da Alan Kennedy per la quarta Coppa Campioni della loro storia. Poi dirà "Per vincere vale tutto".
Grobbelaar: "I fili della rete sembravano spaghetti, così iniziai a camminare sulla linea come se avessi due spaghetti al posto delle gambe"
21 anni dopo, nel 2005, ad Instabul sempre il Liverpool protagonista stavolta contro il Milan. I Reds sotto 3-0 rimontano in 6 minuti portandosi sul 3-3 (Gerrard, Smicer ed Alonso) e guadagnandosi prima i supplementari e poi i rigori. Jerzy Dudek memore dei balletti di Grobbelaar si mise a ballare sulla linea di porta. Molleggiava sulle gambe, muovendo le braccia come uno spaventapasseri ubriaco. A finire ipnotizzati da lui furono Serginho, Pirlo e Shevchenko. Fu Carragher a consigliargli di fare come Grobbelaar per deconcentrare gli avversari.
Piccinini (telecronista): "Primo rigore, Dudek contro Serginho. Primo rigore, giudicato evidentemente un rigorista affidabile, Serginho che sembra optare per una super rincorsa. Serginnho contro Dudek, alla Grobbelaar, si muove, parte Serginho, sinistro e sbagliaa! Sbaglia! L'aveva detto Dudek che aveva studiato Grobbelaar, l'avete visto il suo balletto sulla linea di porta"
Piccinini (telecronista): "Lo sguardo di Pirlo, Dudek con fairplay gli cede il pallone senza ulteriori sceneggiate, vedremo però l'atteggiamento che avrà tra i pali, vediamo se farà come prima. Riprova Dudek ad irretire Pirlo, rincorsa di Pirlo, tiro ed ancora parataaa! Incredibile. Dudek, è arrivato caricatissimo ai calci di rigore in virtù di quella parata eccezionale su Shevchenko"
Dudek: "Rafa era attentissimo ai dettagli, e prima della finale scrisse tutte le informazioni sui rigoristi e tiratori di punizioni del Milan in una lavagna negli spogliatoi. Io e Rafa avevamo lavorato sui rigori per tutta la stagione. Mi disse di dividere la porta in sei quadrati, poi guardavamo i video dei rigoristi avversari e cercavamo di capire in quale dei quadrati era più probabile che tirasse. Nessuno, tranne me e Rafa, sapeva di cosa parlavamo, avevamo il nostro codice segreto dei rigori personale. La lista di Jose Ochotorena sembrava un rotolo di carta igienica. Non sarei mai riuscito a ricordare tutto. Dissi a Ochotorena che prima di ogni rigore avrei guardato verso di lui. Se avesse alzato una mano, mi sarei tuffato a sinistra, se ne avesse alzate due mi sarei tuffato a destra. Ma era un compito difficile, molti giocatori del Milan variavano spesso gli angoli in cui tiravano, e potevo vedere la difficoltà di Ochotorena nel prendere le decisioni ogni singola volta. In realtà fu Scott Carson che alzò le mani per segnalare il lato verso il quale avrei dovuto tuffarmi. Ocho guardava gli appunti e gli diceva quale braccio alzare man mano che i giocatori del Milan si presentavano sul dischetto. Mentre aspettavamo la premiazione, Benitez si avvicinò e mi disse, senza lasciar trasparire alcuna emozione: ‘dimmi, Jerzy, perché ti sei tuffato da tutt’altra parte rispetto a dove ti avevamo detto?’. Aveva ragione, perché penso di essermi tuffato almeno tre volte in direzione opposta a quella che mi avevano segnalato dalla panchina. A differenza di Rafa, non avevo fatto caso a questa cosa nel mezzo dei festeggiamenti, ma a questo punto sono felice di essermi tuffato dalla parte sbagliata!"
Grobbelaar: "Dudek, per vincere la Champions nel 2005, fece qualcosa di simile a quello che ho fatto io contro la Roma nel 1984. Ma lui è stato ancora più pazzo di me e nessuno gliene ha dato merito. Tutti dissero che mi aveva copiato, ma non era assolutamente vero"
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