Che
Stamford Bridge sia uno dei campi inglesi più caldi e la tifoseria una delle più pericolose degli anni 70/80 (Headhunters) è cosa risaputa. Anche in anni recenti, seppur il fenomeno
Hooligans in Inghilterra sia scomparso, i tifosi dei Blues si fecero notare per episodi di razzismo a Parigi in una trasferta contro il PSG. Anche gli stessi spogliatoi della squadra ospite a Stamford Bridge sono realizzati in modo tale da rendere nervosi gli avversari. Il principio è cercare di mettere gli avversari nella peggiore condizione possibile, nel tentativo di renderli incapaci di esprimersi al meglio. Tutto questo non solo in campo, ma anche negli spogliatoi. Se i giocatori di casa dunque possono contare su stanze all'avanguardia e dotate di tutti i comfort, diametralmente opposte sono quelle di chi è in trasferta.
Se la squadra di casa può prepararsi al meglio in quella che è a tutti gli effetti una suite, quello degli ospiti è molto scarno. Fu nei primi anni 90 (dal 1993 al 1996) l'allenatore
Glenn Hoddle a volere ciò. Gli avversari dovevano stare scomodi, cambiarsi in un ambiente triste e poco accogliente, diceva Hoddle, perchè dovevano "feel miserable" (sentirsi dei miserabili/poveri) e conseguentemente entrare in campo avviliti e contrariati. Lo spogliatoio inizialmente era uno stanzone poco illuminato da una lampadina fioca, dove c'erano a malapena due docce, dove il riscaldamento veniva pompato al massimo nella stagione calda e veniva praticamente spento in quella fredda. Un vero e proprio tugurio.
Innanzitutto, come accade praticamente in tutti gli stadi, la stanza riservata alla squadra in trasferta è molto più piccola di quella dei padroni di casa ed assolutamente spartana e con pochi confort (illuminazione al neon, niente armadietti e poche docce). Inoltre ci sono anche una serie di "ostacoli" in termini di arredamento (ci sono solo due lettini per i massaggi) e a parete che cercano di complicare i piani negli spostamenti dei calciatori. La vivibilità poi è molto scarsa con le grucce dove appendere gli abiti posizionate molto in alto. In questo modo i calciatori ospiti sollecitano caviglie, braccia e muscoli posteriori delle cosce per raggiungerle, sforzandosi e innervosendosi. Il tabellone utilizzato per le tattica pre-partita si trova poi sul retro della porta degli spogliatoi, che deve essere sempre tenuta socchiusa come uscita antincendio, con il rischio che qualcosa trapeli verso l'esterno.
Gli specchi sono stati posizionati per non far rilassare i calciatori, essendo posizionati vicino alla porta e più stretti del normale per dare l'impressione a chi si specchia di essere più piccoli di quanto non siano realmente. Inoltre gli ospiti a Stamford Bridge devono fare i conti con un altro problema: il riscaldamento all'interno della stanza è molto alto e il soffitto basso non aiuta a far circolare l'aria che dopo un po' diventa molto pesante. L'obiettivo è quello di creare una sensazione di caldo e di far rilassare muscoli dei calciatori in trasferta.
Tuchel: "Le squadre in trasferta devono sentirsi a disagio quando vengono a Stamford Bridge"
Ad esempio nel ritorno degli ottavi di Champions nel marzo 2012, il Napoli sconfitto 4-1 dai Blues si lamentò della situazione presente negli spogliatoi: Mazzarri e i suoi giocatori trovarono una temperatura di circa 30°, con il presidente De Laurentiis che presentò un esposto all'UEFA. Nell'ottobre 2020 anche Hasenhuttl (manager del Southampton) si lamentò pubblicamente per un altro aspetto, legato alla collocazione dello spogliatoio-ospiti. Lo stesso, a causa anche delle linee-guida anti-Covid era stato spostato, e si raggiungeva in maniera tutt'altro che semplice con un percorso di circa 3 minuti. Una situazione che faceva perdere tempo alla squadra, riducendo invece quello a disposizione per ricaricare le energie e riorganizzare le idee.
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