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sabato 21 maggio 2016

Lo Scandalo Di Chelsea-Barcellona: Tom Ovrebo e I 6 Rigori Reclamati (6 Maggio 2009)

Il 6 maggio 2009, in Champions League (semifinali), va in scena una delle più incredibili farse di tutti i tempi.
Ad architettarla Tom Ovrebo, l'arbitro dell'incontro. Si giocava a Londra, Stamford Bridge, campo del Chelsea. I Blues (finalisti della stagione precedente), pareggiato 0-0 al Nou Camp, ospitavano il Barcellona.
Prima di questa semifinale, Platini (presidente della UEFA) disse che gradiva una finale diversa dalla passata stagione (cioè da Chelsea-Manchester Utd giocata a Mosca).
Quando avvenne lo scandalo di cui andremo a parlare a breve, il Manchester Utd stava già in finale ed aspettava appunto Chelsea o Barcellona.
La stagione precedente i due club inglesi (insieme ad altre big d'Europa) erano stati criticati dallo stesso Platini perchè avevano chiuso l'annata con dei debiti.


CRONACA DELLA PARTITA
Di fronte ad uno Stamford Bridge gremito, il Barcellona pare approcciare al match con un pizzico di timore; i Blues dal canto loro non sono precipitosi difendendo con ordine e ripartendo con grandissima abnegazione.
Dopo una mezza azione da gol per gli ospiti, al 9° è subito vantaggio Chelsea: cross di Lampard rimpallato, arriva di gran carriera Essien che al volo dalla trequarti sfodera un missile terra-aria che si piazza giusto sotto la traversa.
Niente da fare per Valdes, il Barça cerca di non scomporsi e senza isterismi cerca i suoi geometri per pungere gli avversari; tuttavia una vera e propria reazione dei blaugrana non c'è e così il Chelsea prende coraggio e cerca il secondo gol: punizione di Drogba e gran parata di Valdes, colpo di testa di Terry di poco fuori, ancora Drogba involato per due volte verso la rete fermato per un pelo.
Si va al riposo con l'impressione che per il Barcellona sia davvero molto difficile trovare il bandolo della matassa. Ed infatti nella seconda frazione il Chelsea amministra, anzi Drogba si mangia un gol a tu per tu con Valdes. Poi inizia lo show di Ovrebo, comunque già protagonista nel primo tempo con un paio di falli in area dubbi non fischiati ai padroni di casa, alla fine i londinesi reclameranno ben 6 rigori! (di cui 4 evidentissimi) 
Viene espulso anche Abidal per fallo da ultimo uomo su Anelka (anche se sembra non toccarlo), l'arbitro norvegese ne aveva combinate talmente tante in favore del Barcellona che si sente in dovere di cacciare Abidal per un fallo abbastanza dubbio.
Continua l'assalto Blues con anche un clamoroso fallo di mano di Pique in area non sanzionato ma niente da fare e così oltre il novantesimo accade l'incredibile: liscio di Essien, palla che arriva a Iniesta che dal limite dell'area infila Cech nel primo tiro nello specchio della porta dell'intera partita per il Barcellona. Si riversa in avanti coi nervi il Chelsea, durante un calcio d'angolo Eto'o colpisce col gomito: ancora niente da fare per l'arbitro che rischia il linciaggio di Ballack.
Finisce tra le lacrime dei presenti sugli spalti, Drogba e Ballack inseguono Ovrebo, il Barcellona se ne infischia e stacca il biglietto per Roma. Drogba grida nella telecamera: "è una fottuta vergogna".
Rabbia, delusione, senso di ingiustizia.


I 6 RIGORI RICHIESTI
Come detto furono ben 6 i rigori richiesti dal Chelsea.
Essien porta il Chelsea in vantaggio al nono, al 24esimo il primo rigore richiesto: Malouda lanciato in area di rigore viene trattenuto ed atterrato in area di rigore da Dani Alves.
L'arbitro vede il fallo ma assegna solo punizione. Come si può vedere dalle immagini il fallo inizia e si concretizza in area:
Poco dopo tocca a Drogba. L'ivoriano viene lanciato verso la porta avversaria, entra in area e si presenta quasi a tu per tu con il portiere spagnolo ma Abidal lo strattona, gli tira la maglia facendogli perdere l'equilibrio. Per Ovrebo è tutto regolare.
Al 55esimo è ancora l'incontenibile Drogba a far parlare di sè.
Sempre Abidal l'autore del fallo, stavolta nessuna trattenuta: entra come una falciatrice sull'ivoriano.
Prova a prendere la palla ma non la sfiora minimamente.
Rigore solare. Ovrebo è anche ben posizionato come si può vedere ma dice di proseguire:
Al 78esimo il Chelsea chiede un altro rigore.
Stavolta protagonista è Anelka. Tra i 4 rigori visti, è quello meno netto.
C'è una piccola trattenuta e poi una leggera spinta ma Anelka si lascia andare: i tre precedenti erano più evidenti. Sia ben chiaro, a volte un rigore del genere, viene anche fischiato ma si è visto di molto peggio in questa partita.
Passano neanche 3 minuti e il Chelsea è di nuovo involato verso la porta avversaria.
Anelka è bravissimo con un pallonetto a scavalcare Pique che si sente in dovere di bloccare la palla con un clamoroso fallo di mano. Hai visto mai che Ovrebo lasci correre pure qui? Incredibilmente, anche qui. Tutto regolare (ma i guardalinee?).
Arriviamo nei minuti di recupero, a questo punto tutto il mondo pensava "se esiste il diavolo, ora il Barcellona segna" infatti i catalani nell'unico tiro in porta della loro partita (grazie ad una svirgolata di Essien) pareggiano incredibilmente con Iniesta. 1-1 al 93esimo. E' il goal della qualificazione.
Il Chelsea non ci sta e si riversa in avanti, si guadagna un corner, tutti in area (Cech compreso).
Bene, c'è il tempo per l'ultimo rigore non fischiato: questa volta protagonista Ballack autore di una gran botta ma tiro stoppato grazie ad un altro fallo di braccio (meno plateale rispetto a quello di prima però braccio largo ed alto).
La degna conclusione di una delle partite più incredibili di tutti i tempi: una vera e propria farsa.
Sicuramente nessun arbitro al mondo avrebbe concesso 5 (o addirittura 6) rigori ad una singola squadra nella stessa partita però diciamo che almeno 3 rigori erano netti ed evidenti e sarebbero dovuto essere fischiati. Per la cronaca poi, a Roma, il Barcellona batterà 2-0 il Manchester United (detentore del titolo) laureandosi campione d'Europa. Era scritto, c'era poco da fare.


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giovedì 19 maggio 2016

Il Calcio Di Eric Cantona a Matthew Simmons: Storia e Motivi Del Gesto (1995)

"Quando i gabbiani seguono il peschereccio è perché pensano che verranno gettate in mare delle sardine"

Eric Cantona era un giocatore speciale, con un pessimo carattere: a 25 anni, nel 1991, stava per ritirarsi dal calcio professionistico a causa dell’ennesima squalifica rimediata per avere lanciato la sua maglietta contro l’arbitro. Invece si trasferì in Inghilterra, dove con il Manchester United vinse poi quattro campionati in cinque anni diventando una "leggenda" della squadra (conosciuto come "The King" e per il suo modo di portare la maglia sempre con il "colletto alzato"). Non a caso scelse la numero 7 di George Best (con tutto ciò che ne consegue non solo a livello calcistico ma anche caratteriale). Prima di andare al Manchester Utd, Cantona fu acquistato dal Leeds, una delle squadre inglesi più forti di allora, con cui alla prima stagione in Inghilterra riuscì a vincere il campionato, nel 1992. Alla fine della stagione, il Leeds lo cedette al Manchester United: Howard Wilkinson, manager del Leeds, disse che Cantona "non era pronto a tollerare le regole e i limiti validi per tutti gli altri".
Nelle prime due stagioni al Manchester United segnò 34 gol, aiutando la squadra a vincere per due volte di seguito la Premier League. Cantona divenne rapidamente uno dei giocatori più forti in Europa: nel corso della stagione 1993/94 segnò 25 gol e arrivò terzo nella classifica del Pallone d’Oro.

"Io non giocavo mai contro un avversario, io giocavo sempre contro l'idea di perdere"


IL CALCIO A SIMMONS: TIFOSO DEL CRYSTAL PALACE
A metà della stagione 1994/95, il Manchester United campione in carica si stava giocando la Premier League con il Blackburn di Alan Shearer. Il 25 gennaio, il Manchester andò a giocare in casa del Crystal Palace: siamo quindi a Selhurst Park. Il compito di marcare Cantona fu dato al 27enne difensore inglese Richard Shaw, noto per la sua irruenza e la sua marcatura aggressiva. John Salako, un ex calciatore del Crystal Palace, ricorda che durante quella partita Shaw "non diede tregua" a Cantona. Iain Dowie, un altro ex giocatore del Crystal Palace, ricorda che Shaw era "il tipico difensore che ti prende per la maglietta. Poiché non era grossissimo, ti stava addosso, scalciava, si appendeva, spingeva, tirava, spintonava". Alla fine del primo tempo, Cantona si lamentò con l’arbitro Alan Wilkie del fatto che Shaw non fosse ancora stato ammonito. A tre minuti dall’inizio del secondo tempo, dopo un rinvio del portiere del Manchester United, Cantona si liberò dalla marcatura di Shaw tirandogli un calcio. Wilkie si avvicinò a lui e lo espulse.
Cantona si avviò fuori dal campo, fermandosi nei pressi della panchina del Manchester United ma venendo ignorato da Ferguson. Come detto il francese è appena stato espulso e un tifoso del Palace appena ventenne, Matthew Simmons, non si risparmia nell'offenderlo con tutto il repertorio classico normalmente udibile all'interno di uno stadio.
Il tifoso, abbandonata l’11esima fila dove sedeva abitualmente, corse verso il bordo del campo e a suo dire gli urlò "Sei fuori Cantona, doccia prima del tempo per te!". Altri, nelle vicinanze, sentirono parole diverse: "Torna al tuo paese, francese bastardo".
Oppure il tizio aveva detto a Eric che la sera prima si era scopato sua madre e che lei era bravissima a succhiare il caxxo. Secondo altr, il tizio aveva detto a Eric che era obeso.
Oppure Eric aveva scambiato il tizio, per un francese, con cui i due avevano fatto a pugni in un bar nel 1989. Oppure Eric si stava vendicando sui tifosi del Crystal Palace perché il suo bisnonno era stato ucciso da tre skinhead di quelle parti nel 1929 e lui aveva promesso al vecchio sul letto di morte che la famiglia Cantona avrebbe avuto la sua vendetta. Ad ogni modo Cantona individua subito chi lo sta insultando e reagisce a modo suo: lo colpisce con un calcio in stile kung-fu.
Un gesto che fa il giro del mondo. Cantona si rialza e sferra anche un pugno, prima di essere portato via a forza dal portiere Schmeichel, mentre da lontano arriva anche Paul Ince che si getta nella mischia e aggredisce un altro spettatore, il tutto sotto le bocche incredule degli altri tifosi lì vicino.
Fu un attimo, un attimo di "ordinaria follia. Le persone ti dicono cose del genere, quando giochi, milioni di volte. Poi c’è quella volta che non lo accetti". Così Cantona giustificò il suo folle gesto.

"Tutto quello che vidi era che Eric era nei guai" disse Peter Schmeichel, all’epoca portiere dei Red Devils.

Uno dei difensori presenti, Gary Pallister, si disse “Pietrificato. Non potevo credere a quello che avevo appena visto"

La partita finì 1-1. Simmons fu successivamente processato per aver insultato il francese e fu condannato a sette giorni di carcere, anche se uscì soltanto ventiquattro ore dopo la sentenza.
Cantona fu rinviato a giudizio ed il processo divenne un caso mediatico: condannato a due settimane di carcere, vide la sentenza ridotta in appello a 120 ore di servizio civile.
Ricevette una multa di 20mila sterlina e fu poi sospeso dalla Federcalcio inglese per nove mesi, fino all'ottobre successivo, e la squalifica costò il campionato allo United, che venne beffato da Blackburn di Shearer e Sutton (terzo campionato della loro storia).
Cantona ricorda ancora con orgoglio quell'episodio: "Ho avuto un sacco di momenti belli nella mia vita, ma il migliore è stato senza dubbio quando diedi il calcio a quell'hooligan".
Un pensiero forte, sicuramente esagerato, ma che in decenni in cui il calcio inglese era angustiato e sottomesso dai comportamenti violenti di una certa frangia di tifosi, assunse un significato simbolico impressionante.

"Chi era diverso dai cosiddetti normali, allora viene definito pazzo. Ecco io sono fiero che dicano: Cantona è un pazzo"


IL TIFOSO SCALCIATO SIMMONS ARRESTATO NEL 2011 PER RISSA
Nel 1992 Simmons, a 17 anni, era stato arrestato per aver picchiato a sangue un cittadino dello Sri Lanka che non voleva consegnargli il portafoglio.
Nel 2011 il tifoso scalciato Simmons tornò agli onori della cronaca, comparendo davanti alla Kingston Crown Court di Londra per rispondere di un’accusa di rissa durante una partita di calcio giovanile.
Come riportarono Daily Express e Sun, citando le parole del pubblico ministero Michael Logsdon, pare che Simmons nutrisse del rancore nei confronti di Stuart Cooper, l’allenatore della squadra in cui giocava suo figlio, per aver escluso il ragazzo dalla formazione apparentemente dopo aver saputo che il padre era stato coinvolto nell’incidente con Cantona.
Il siluramento del ragazzino sarebbe quindi stato all’origine del cattivo sangue che si era venuto a creare fra i due nel corso degli ultimi 6 anni e che è poi culminato con l’aggressione sul campo di calcio, avvenuta ad agosto 2011, durante un’amichevole fra una selezione Under 14 e una Under 15, dove giocava anche il figlio dell’accusato.
A quanto è emerso, Simmons avrebbe colpito Cooper con "una raffica di pugni al viso, alle braccia e al petto", sotto lo sguardo attonito dei 30 giovani giocatori e degli adulti che stavano assistendo alla gara.
Al termine del feroce assalto, l’allenatore aveva il naso sanguinante e un occhio nero ed era pieno di lividi: ferite che lo hanno anche costretto a rimanere una settimana a casa dal lavoro.


CANTONA CHE RITORNA SULL'EPISODIO
Nel 2014 Crystal Palace e Manchester Utd si re-incontrano. Ovviamente Cantona non c'è più: è un'altra epoca. Si è ritirato da quasi 20 anni. I tifosi del Manchester Utd però ricordano l'accaduto indossando una maschera in suo onore.
Nel 2016, 21 anni dopo (a FourFourTwo), Cantona ricorda l'episodio di Londra rincarando la dose: "Sono atterrato in piedi. E’ per questo che sono andato a dargli anche un pugno. Ma non gli ho dato un pugno abbastanza forte. Avrei dovuto darglielo più forte".
L'ex giocatore francese rivela di non aver mai rivisto l'episodio in video: "Tanto sapevo quello che avevo fatto. La mia piccola casa venne invasa dai giornalisti, bloccavano la luce del sole. Mi rendevo conto da solo cosa stesse succedendo. Fu un dramma, ma io sono un attore. La Nike è stata in grado di approfittare del mio carattere, e io ho fatto tutto alla grande".

Su Ibrahimovic appena arrivato a Manchester: "A Manchester c'è il posto per un solo re. E quello sono io. Tu al massimo puoi essere principe"



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mercoledì 18 maggio 2016

Le Migliori Storie Di Alcool, Droga e Sesso: Calcio Inglese

Lasciando da parte i famosi George Best, Stan Bowles, Paul Gascoigne, Paul Merson, Robin Friday, Rodney Marsh e company ci concentreremo su giocatori meno noti ma assolutamente meritevoli di menzione se si parla di alcool, droga, furti, sesso e quant'altro.


Frank Worthington (1972)
Gli anni 70 sono stati qualcosa d'irripetibile e troppo pericolosi se giocavi in UK ma anche in quei giorni Frank Worthington era un talento speciale.
Un donnaiolo nato, la leggenda metropolitana del suo trasferimento fallito a Liverpool nel 1972, è rimasta nella storia.
Egli aveva la pressione alta, causata da un'eccessiva attività sessuale.
Bill Shankly gli ha detto di fare una pausa e riprovare in seguito una seconda volta.
Worthington invece andò a Maiorca e continuò a divertirsi, inutile dire come andò la seconda visita.


Peter Shilton (1980)
Shilton è stato arrestato per guida in stato d'ebbrezza dopo essere stato trovato alle 5 del mattino in una strada di campagna con una donna di nome Tina nella sua auto.
Ad un tratto arrivò il marito di Tina e scoprì i due.
Shilton si allontanò in fretta e si schiantò contro un lampione.
Ha ammesso in seguito di essersi allontanato dal ritiro del club e di essersi visto con questa ragazza ed è stato multato di 350 sterline e del divieto di guidare per 15 mesi.
Ha poi dovuto sopportare anche i canti dagli spalti "Shilton, Shilton, dov'è tua moglie?".


Peter Beagrie (1991)
Mentre Beagrie si trovava nel tour pre-campionato del 1991 in Spagna con la maglia dell' Everton, si ubriacò a seguito della partita con la Real Sociedad.
Nelle prime ore fermò un motociclista spagnolo che gli diede un passaggio a casa.
Al'arrivo al suo albergo non potendo svegliare il portiere di notte, prese una moto e guidò dritto sulla vetrata.
Solo che era anche l'hotel sbagliato.
50 punti di sutura per lui.


Tommy Tynan (1991)
Prima dei playoff del 1991, il Torquay organizzò qualche partita di "Drinking Game" al gioco buzz.
Quando Tynan interruppe una discussione tra il suo capitano Wes Saunders e l'allenatore-giocatore Russell Musker, Saunders colpì con un pugno Tynan, lasciandolo con un occhio nero.
I giocatori poi andarono a letto, ma alle 2 di notte Tynan andò nella stanza di Saunders a cercare vendetta e secondo il presidente Mike Bateson "prese la cosa più vicina a portata di mano, che era un bollitore, e colpì il capitano Wes".


Tony Adams (1993)
Molto prima che Ashley Cole decise di lanciare una fetta di pizza a Sir Alex Ferguson ad Old Trafford, Tony Adams e Ray Parlour stavano terrorizzando un Hornchurch Pizza Hut.
Nel 1993, alzò il suo compagno di squadra Steve Morrow in aria, dopo aver vinto la Coppa di Lega e prontamente lo lasciò, rompendo il braccio di Morrow.
Successivamente Adams e Parlour in un bagno per disabili impugnarono un pistola lanciarazzi ed azionarono gli estintori seminando il panico.


Don Hutchison (1993 e 1994)
Nel 1993 in un wine bar, l'attaccante del Liverpool vide un gruppo di studenti celebrare una laurea, avevano una videocamera.
Hutchison si avvicinò, si abbassò i pantaloni e fece vedere i genitali, poi disse loro di "ingrandire questa".
Un anno dopo (1994), in vacanza a Ayia Napa, Hutchison ubriaco venne fotografato mezzo nudo con i suoi genitali in vista dietro l'etichetta Budweiser.
L'allora manager del Liverpool Roy Evans non la prese benissimo, venne anche multato di 5.000 sterline.
Venne in seguito spedito al West Ham: ormai conosciuto dai fan e compagni di squadra come "Budweiser".


Dwight Yorke e Mark Bosnich (1998)
Le attività notturne di Dwight Yorke a Manchester fecero incazzare in diverse occasioni Alex Ferguson.
Il momento più noto immortalato in un video coinvolge se stesso, Mark Bosnich e quattro ragazze in una sua casa di lusso a Sutton Coldfield.
Il video mostrava Yorke e Bosnich indossare abiti femminili.
Yorke gettò il video nella spazzatura, ma purtroppo per lui un tifoso lo trovò e lo inviò al Sun.
Immagini e video sono stati poi condivisi con una nazione assolutamente incredula.


Jody Morris (2001)
Proprio quando si pensava che i calciatori stavano cominciando a comportarsi bene, il Chelsea produce un ragazzo d'altri tempi.
Morris ai tempi 22enne con Frank Lampard, John Terry, Eidur Gudjohnsen trascorsero il giorno dopo gli attacchi al World Trade Center ad ubriacarsi in un hotel di fronte al lutto americano ad Heathrow. Un mese dopo Morris venne coinvolto in una rissa in una discoteca.
Venne poi arrestato per ubriachezza molesta dopo un'abbuffata a Wimbledon.
Morris e suoi amici vennero anche segnalati alla polizia per via di una rissa in un pub.


Ally McCoist (2001)
McCoist nel 2001 non contento della sua relazione con Patsy Kensit, aveva non un'amante ma due amanti contemporaneamente.
La seconda era l'hostess Donna Gilbin, che non sapeva di Patsy ed era sicuro che quest'ultima non sapesse di lei.


John Terry (2001)
John Terry è sicuramente stato tra i più forti difensori centrali in Premier League nel nuovo millennio ma sono tante le controversie che, nel corso della sua carriera, lo vedono protagonista.
Nel 2001 venne multato dalla società in quanto ubriaco schernì turisti americani nell' aeroporto di Heathrow a seguito degli attacchi terroristici del 9/11.
Accusato di aggressione e rissa dopo un confronto con un buttafuori in una discoteca nel gennaio 2002, Terry venne sospeso e non convocato per i mondiali del 2002.
Venne accusato di rissa e lesioni, ferimento e trovato in possesso di una bottiglia usata come arma offensiva.
Nel febbraio 2002 Terry venne filmato da CCTV mentre urinava in un bicchiere di birra cadendo sul pavimento in un locale notturno ad Essex.
Multato di 60 sterline per aver parcheggio la sua Bentley in un posto per disabile.
Nel 2004, Terry venne segnalato per aver scommesso fino a 40.000 £ a settimana su corse di cavalli e cani (con Wayne Bridge e Scott Parker).
Espulso contro il Tottenham nel novembre 2006 a White Hart Lane, con l'accusa di insulti razzisti nei confronti di Ledley King.
Prima di sposare Toni Poole, nel 2007, ha ammesso di averla tradita 8 volte.
Nel 2009 il padre Ted Terry è stato arrestato per presunto spaccio di cocaina, qualche mese dopo che la madre, Sue, era stata redarguita per taccheggio.
Nel gennaio 2010 Terry è stato accusato di aver avuto una storia di quattro mesi con la fidanzata di Wayne Bridge, Vanessa Perroncel.
Bridge era uno dei migliori amici di Terry.
In seguito Fabio Capello allora CT inglese tolse la fascia di capitano a Terry, a causa dello scandalo, consegnandola a Rio Ferdinand.
Accusato di insulti razzisti nei confronti del difensore Anton Ferdinand del QPR.
Indagato dalla FA e dalla polizia, Terry venne processato nel luglio 2012.


Stephen Ireland (2007)
Poco prima di una partita contro la Rep.Ceca: il CT Staunton informò Ireland di una telefonata della sua fidanzata che segnalava la morte della nonna materna.
Staunton accertò che era solo una scusa per consentire al calciatore di tornare a casa senza la minima opposizione ma quando Ireland gli confermò la morte della nonna, Staunton gli consentì di ritornare a casa con un jet privato.
I tabloid scoprirono in fretta che la notizia era falsa.
A quel punto Ireland disse che era morta la nonna paterna e non quella materna, ma anche in questo caso si scoprì che era falso poiché i familiari denunciarono un giornale che riportò la sua morte.
Ireland cambiò di nuovo storia, dicendo che era morta la seconda moglie di suo nonno ma anche qui la notizia era falso.
Poco dopo Ireland si decise a dire la verità: ammise di aver cercato una scusa per lasciare il ritiro, questo perché doveva andare a Cork dalla sua fidanzata che aveva avuto un aborto spontaneo.


Ravel Morrison (2009)
All’epoca della prima bravata aveva appena 15 anni: dopo aver aggredito la madre finisce coi nonni a pochi chilometri da Manchester.
Ma è a Wythenshawe, una delle zone più malfamate di Greater Manchester, dove Ravel nasce e cresce se ne vedono di tutti i colori.
Pochi giorni dopo il suo 17° compleanno e la firma del primo contratto con il Manchester United Morrison finisce sui giornali per esser stato fermato dalla polizia in macchina con alcuni amici: nella vettura vengono ritrovate armi e droga.
Se la cava ma a settembre si trova di nuovo coinvolto in vicende losche: minaccia un ragazzo, vittima precedentemente di una rapina da due parte di due suoi amici, intimandogli di non presentarsi a testimoniare.
Episodio del quale, nel febbraio 2011, lo stesso Morrison si dichiarerà colpevole, con una condanna a un anno con la condizionale.
Passano pochi mesi e Ravel finisce di nuovo davanti alla corte, stavolta per aver aggredito verbalmente la fidanzata Reah e aver scaraventato il telefonino della ragazza dalla finestra durante una lite furiosa.
In quel caso 700 sterline di multa e l’obbligo di frequentare i servizi sociali per capire la gravità delle azioni di chi commette abusi domestici.
Poco dopo il suo arrivo al West Ham litiga virtualmente con un ragazzo su Twitter accusandolo di essere omosessuale, scatenando le accuse della comunità LGBT e beccandosi una multa da 7mila sterline dalla Football Association.
L’ultima vicenda, la più pesante, riguarda l’estate del 2014: Ravel viene arrestato (per la terza volta) con l’accusa di aver aggredito due volte Reah, la prima in un bar e la seconda a casa della fidanzata, minacciando di sfigurarla con l’acido, per poi aggredire anche la madre della ragazza.
Da queste accuse però verrà scagionato.


Ryan Giggs (2011)
Ryan Giggs si sposò nel 2007 con Stacey Cooke, sua compagna da molti anni, con la quale aveva già due figli: la sua condotta coniugale apparentemente irreprensibile, specie se confrontata a quella di molti suoi colleghi calciatori, gli era valsa il soprannome di “Mr Clean”.
Nel 2011, però, Ryan Giggs è diventato uno dei fedifraghi più famosi al mondo per una notizia diffusa prima su Twitter e poi ripresa, dopo qualche esitazione, da tutta la stampa internazionale.
I protagonisti della vicenda sono il già citato Giggs e Imogen Thomas, modella ed ex partecipante al Grande Fratello britannico.
Giggs era riuscito a coprire il suo tradimento ottenendo un’ingiunzione che vietava a qualsiasi testata giornalistica di citare il nome di lui in relazione al nome di lei.
Il tutto è venuto allo scoperto quando un utente di Twitter ha pubblicato una lista di queste super-injuction, citando nomi, cognomi e sintesi dei fatti: i tribunali britannici si sono trovati completamente impreparati a gestire la diffusione di informazioni protette non da parte di gruppi editoriali o mediatici ma da semplici utenti di social network, peraltro neanche facili da localizzare geograficamente.
La cognata di Giggs, Natasha, ha raccontato al Sun di aver avuto con lui una storia durata otto anni, dal 2003 fino all’aprile di quest’anno: la donna, sposata col fratello di Giggs, avrebbe addirittura dubbi sulla paternità di suo figlio.
Viene comunque perdonato sino a che si scopre un terzo tradimento nel 2016, questa volta con Kate Greville.
Stacey sarebbe stufa dei continui tradimenti avrebbe chiesto al marito un divorzio multimilionario: Giggs potrebbe perdere metà del proprio patrimonio, pari a circa 40 milioni di sterline (oltre 50 milioni di euro).


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lunedì 16 maggio 2016

Tutte Le Imprese Al Polo Sud: Da Amundsen e Scott All'Operazione Highjump e Messner

Polo Sud (Antartide) è uno dei luoghi più inospitali al mondo, visto che la temperatura dell’aria arriva a -70 °C.
Il continente più freddo, ventoso, alto e asciutto della Terra: l’Antartide presenta come detto le condizioni meteorologiche più avverse che si possano immaginare.
La temperatura più bassa al mondo, -94,7°C, è stata registrata proprio qui, e i venti che sferzano l’Antartide possono raggiungere i 320 km/h.
I rischi più grandi, oltre ai classici (congelamento, ipotermia, crepacci, tempeste di neve) sono:
1) Il fenomeno del Whiteout che si verifica quando, a causa della luce e delle condizioni meteorologiche, è impossibile distinguere fra cielo e neve.
Non si riesce a intravedere l’orizzonte e non ci sono punti di riferimento.
Senza riferimenti visivi è impossibile valutare la distanza e la direzione.
Ciò provoca un forte senso di disorientamento che, nello sconfinato territorio dell’Antartide, può portare a conseguenze mortali.
2) La cecità da neve è una dolorosa patologia dell’apparato visivo che si verifica in seguito all’esposizione prolungata ai raggi UV.
Negli ambienti polari, ghiaccio e neve riflettono la componente ultravioletta della luce che, senza occhiali da sole o altre protezioni adeguate, colpisce ripetutamente la cornea fino a provocarne l’infiammazione.
I sintomi includono una sensazione fastidiosa negli occhi, occhi iniettati di sangue e la contrazione incontrollata delle palpebre.
Alle volte gli occhi si gonfiano a tal punto che è impossibile aprirli.
A rendere le cose ancora peggiori, la cecità da neve può insorgere anche quando la superficie della cornea gela o si asciuga a causa del vento secco dell’Antartide.
I due più grandi esploratori del Polo Sud furono Amundsen e Scott.
Il primo raggiunse il Polo Sud geografico per la prima volta nella storia dell’uomo. il secondo morì insieme ai propri compagni di spedizione dopo aver raggiunto qualche giorno dopo il medesimo obiettivo.


LA SPEDIZIONE DI ROALD AMUNDSEN AL POLO SUD (1912)
Amundsen nacque in Norvegia (vicino Oslo), il 16 luglio del 1872.
Prese parte ad alcune spedizioni nell’Artico e, tra un viaggio e l’altro, si diede da fare per perfezionare le proprie capacità con lo sci di fondo nel clima freddo e ostile della Norvegia settentrionale.
Nel 1898 Amundsen si imbarcò sulla nave Belgica per partecipare a una spedizione in Antartide.
La nave rimase intrappolata per quasi un anno nel mare di Bellingshausen, al largo della Penisola Antartica, condizione che rese l’equipaggio il primo a trascorrere un intero inverno nelle acque dell’Antartide.
L’inconveniente forgiò la tempra di Amundsen e servì per approfondire le sue conoscenze sugli effetti fisici e psicologici per i partecipanti a una spedizione così estrema, elementi che gli sarebbero tornati molto utili per le sue successive esplorazioni.
La vicenda della Belgica, che si concluse nel 1899, fece aumentare notevolmente l’interesse degli esploratori per l’Antartide aprendo un ciclo di numerose spedizioni verso la zona organizzate da Germania, Francia e Regno Unito.
Tornato in Norvegia, Amundsen parve però disinteressarsi al Polo Sud, dimostrandosi più interessato alla conquista dell’Artico e del Polo Nord.
Tra il 1903 e il 1906 portò a termine l’impresa di attraversare l’intricata e pericolosissima zona del Passaggio a Nordovest.
Nel novembre del 1908 Amundsen annunciò di aver organizzato una spedizione nell’Artico verso il Polo.
Disse che avrebbe utilizzato la Fram, la nave che aveva progettato apposta Nansen per resistere ai ghiacci e alle intemperie durante le proprie spedizioni.
I giornali pubblicarono articoli sulla conquista del Polo Nord da parte di due spedizioni, quella di Cook nell’aprile del 1908 e quella di Peary l’anno seguente.
I due si contendevano questo nobile primato, ma ad Amundsen non interessava, la sua preoccupazione era un’altra: con il Polo Nord già conquistato la sua missione sarebbe diventata marginale, di scarso interesse e più difficile da finanziare.
Quindi segretamente si mise al lavoro per cambiare radicalmente i suoi piani e occuparsi del Polo Sud.
Non disse nulla anche perché sapeva che l’esploratore britannico Robert Falcon Scott si stava preparando per la conquista dell’Antartide.
Dichiarare subito pubblicamente la nuova missione, inoltre, avrebbe spaventato qualche finanziatore e probabilmente il Parlamento avrebbe ritirato il proprio appoggio, nel timore di fare uno sgarbo al Regno Unito.
Amundsen confidò le sue nuove intenzioni a pochi intimi, tenendo all’oscuro il resto dell’equipaggio che sarebbe dovuto partire con lui per la missione.
Nell’agosto del 1910 la Fram salpò dalla Norvegia per raggiungere Madeira nell’Oceano Atlantico. L’imbarcazione era equipaggiata per affrontare le rigide temperature polari: furono caricate pellicce, pelli di foca e grandi quantità di cibo e alcolici, che all’occorrenza sarebbero serviti per disinfettare le ferite.
I cani da slitta sarebbero serviti per gli spostamenti, ma anche come risorsa per sfamarsi durante la traversata dell’Antartide.
E questa era forse la più grande differenza rispetto alla spedizione di Scott, che aveva scelto di usare slitte a motore.
Ai primi di settembre Amundsen decise infine di comunicare all’equipaggio il cambiamento dei piani: niente Polo Nord, avrebbero viaggiato verso sud fino all’Antartide.
L’annuncio sorprese tutti i membri della spedizione, ma nessuno decise di tirarsi indietro.
La notizia fece molto scalpore in Norvegia e non mancarono le critiche, per quello che in molti ritennero fosse un imbroglio.
Nel Regno Unito, dove ci si apprestava a seguire la spedizione di Scott, la notizia fu male accolta e aspramente criticata.
La Fram raggiunse la Baia delle Balene,  quindi la zona ghiacciata della barriera di Ross ed entro la fine di gennaio 1911 l’equipaggio terminò la costruzione della Framheim, la base della spedizione. Mentre parte degli esploratori aveva costruito la piccola baita, il resto dell’equipaggio si era dato da fare per procacciarsi quantità sufficienti di cibo: circa 200 foche.
Il 3 febbraio quelli della Fram videro una nave in lontananza: era la Terra Nova di Scott di passaggio nella Baia delle Balene.
Una delegazione raggiunse la nave dei norvegesi per un pasto insieme, che fu poi ricambiato.
Nelle settimane seguenti per la spedizione di Amundsen iniziò il lavoro di esplorazione e collocamento dei depositi di cibo lungo il tragitto verso il Polo.
L’operazione consisteva nel caricare le slitte con viveri e strumentazioni, viaggiare per diversi chilometri lungo la Barriera e lasciare il materiale.
Questo sistema avrebbe poi consentito di partire più leggeri per la missione finale e di avere basi di appoggio per ogni eventuale problema.
Il 21 aprile il Sole tramontò per l’ultima volta sul Framheim per i successivi quattro mesi.
Era arrivato il lungo e buio inverno antartico.
Consapevole degli effetti di una lunga permanenza tra i ghiacci come era avvenuto sulla Belgica, Amundsen organizzò rigidamente il lavoro alla base per tenere gli uomini sempre occupati ed evitare malumori.
Il lavoro non mancava mai: c’erano da sistemare le slitte, bisognava accudire i cani, fare manutenzione e occuparsi delle pelli e delle pellicce per proteggersi dal freddo.
I giorni passavano e man mano che si avvicinava la primavera, Amundsen diventava sempre più ossessionato dal timore di arrivare secondo al Polo, battuto in velocità da Scott e dalle sue slitte a motore.
Il 24 di agosto, quando un primo timido Sole si rifece vivo all’orizzonte, decise di partire nonostante le critiche di uno dei suoi compagni di viaggio, Hjalmar Johansen, che gli fece notare quanto fosse ancora troppo freddo per tentare la conquista con temperature intorno ai -58 °C.
Amundsen si convinse a rimandare di qualche giorno e infine partì con la sua squadra l’8 di settembre, con -27 °C.
Inizialmente le cose andarono abbastanza bene: i cani erano in forma e trainavano veloci le slitte sul ghiaccio consentendo di coprire una media di 15 chilometri al giorno.
Le condizioni ambientali peggiorarono nei giorni seguenti con temperature intorno ai -56 °C. Dormire di notte era quasi impossibile e ad alcuni cani si gelarono le zampe.
Amundsen si rese conto di aver fatto un errore e decise di fare ritorno alla base per non mettere ulteriormente in pericolo i suoi uomini e i cani.
Lasciò parte dell’equipaggiamento in uno dei depositi lungo la strada per muoversi ancora più velocemente con le slitte.
Il 16 settembre raggiunse il Framheim con un primo gruppo di uomini, mentre Johansen arrivò diverse ore dopo perché era rimasto indietro.
Accusò Amundsen di averlo punito lasciandolo indietro.
Tra i due ci fu un litigio e Amundsen, preoccupato dall’episodio, decise di non portare più con sé Johansen per la conquista del Polo.
Per non correre altri rischi, Amundsen si rassegnò ad attendere che le temperature diventassero meno rigide.
Partì il 19 ottobre con altri quattro uomini e 52 cani per trainare le quattro slitte della spedizione. Dopo circa un mese di viaggio a tappe forzate, il gruppo raggiunse il margine della Barriera e iniziò ad affrontare la sfida più difficile della spedizione: l’attraversamento dei monti Transantartici, la catena montuosa che divide l’Antartide occidentale da quella orientale con elevazione massima oltre i 4.500 metri.
Non poche furono le difficoltà con continui cambi di percorso, crepacci e nevai profondi che mettevano a dura prova la resistenza dei cani.
Raggiunsero una cresta del ghiacciaio a 3.200 metri e si preparano per l’ultima fase del tragitto verso il Polo Sud.
I cani da una 50ntina si erano ridotti diventando meno della metà: alcuni erano morti stremati o per congelamento, altri erano serviti per sfamare il gruppo e i cani più in salute.
Amundsen decise di creare un nuovo deposito.
Vi lasciò parte della strumentazione e alcune carcasse di cane per il ritorno.
Il gruppo decise anche di abbandonare una slitta e di proseguire con tre, alleggerite per gli ultimi giorni di marcia.
All’inizio della seconda settimana di dicembre gli uomini superarono il punto dove era arrivata la spedizione di Ernest Shackleton due anni prima, conquistando un nuovo record per il punto più a sud della Terra mai raggiunto dall’uomo.
Il 13 dicembre arrivarono a 89° 45′ S, ad appena 28 chilometri dal Polo.
Alle tre del pomeriggio del giorno seguente, Amundsen e i suoi compagni di spedizione si fermarono: avevano raggiunto il Polo Sud.
Piantarono una bandiera della Norvegia a testimonianza della loro conquista e nei due giorni seguenti fecero decine di misure e rilevazioni per essere certi di essere arrivati nel posto giusto.
Vi piantarono una piccola tenda, lasciando al suo interno delle strumentazioni per Scott e una lettera indirizzata al re Haakon, con la preghiera per l’esploratore britannico di portargliela.
Recuperate le forze, il 18 dicembre la spedizione riprese il cammino verso il Framheim.
Amundsen aveva nuovamente premura: voleva arrivare il prima possibile per comunicare la riuscita della sua impresa, prima che Scott potesse fare altrettanto nell’ipotesi fosse riuscito a raggiungere il Polo dopo di lui.
Verso la fine della prima settimana di gennaio del 1912 raggiunsero il deposito lungo la Barriera e decisero di aumentare il numero di chilometri da coprire ogni giorno.
Alle quattro del mattino del 25 gennaio arrivarono al Framheim dopo un viaggio durato 99 giorni con 3.440 chilometri coperti tra andata e ritorno. Con loro c’erano 11 cani sopravvissuti sui 52 con cui erano partiti a ottobre e due delle quattro slitte.
Il 30 la Fram lasciò la Baia delle Balene facendo rotta verso la Tasmania dove vi arrivò dopo cinque settimane di viaggio.
Arrivati a terra, Amundsen predispose l’invio di alcuni telegrammi in Norvegia, per avvisare familiari, Nansen e il re del successo ottenuto.
La notizia si diffuse rapidamente in tutto il mondo. Amundsen ricevette le congratulazioni personali anche di re Giorgio V d’Inghilterra, che riconobbe il risultato ottenuto, mentre di Scott non si avevano ancora notizie.


LA MORTE DI ROBERT SCOTT AL POLO SUD (1912)
A circa un anno di distanza, nel febbraio del 1913, Amundsen venne a conoscenza della morte dell’esploratore britannico e dei membri della sua spedizione in Antartide.
I loro corpi erano stati ritrovati nel novembre del 1912 dopo la fine dell’inverno antartico.
Scott aveva raggiunto il Polo Sud il 17 gennaio del 1912, ma il viaggio di ritorno si rivelò estremamente difficile e il 29 marzo morì tra i ghiacci dell’Antartide.
Il destino sembrava essersi messo contro la spedizione fin dall'inizio.
Il 17 gennaio il luogotenente Henry Bowers, Edward Wilson, il sottufficiale Edgar Evans, il capitano Lawrence Oates e Robert Scott raggiunsero il Polo Sud, solo per scoprire che il norvegese Roald Amundsen li aveva battuti arrivando un mese prima di loro.
Infatti sul Polo Sud trovarono eretta una tenda.
Amundsen era stato molto accorto e aveva persino lasciato una lettera per Scott con una relazione del suo viaggio.
I Norvegesi avevano determinato esattamente la posizione del Polo e avevano indicato il suo punto con un pattino di slitta infisso nella neve.
Scott mise nella tenda un documento che dava notizia del suo viaggio e di quello dei suoi compagni; issò la bandiera inglese e quindi ripiegò per il ritorno.
Le condizioni del tempo e del terreno si fecero cattive e sempre peggiori e il cibo cominciava a scarseggiare in conseguenza del troppo tempo impiegato.
Il 17 gennaio erano stati al Polo ora incalzavano i giorni, le ore, dovendosi infatti coprire 1500 chilometri per raggiungere l'accampamento.
Le loro forze erano quasi esaurite e tuttavia non si poteva far altro che diminuire le razioni e proseguire la marcia.
Il gruppo si era messo dunque sulla strada del ritorno, ostacolato da terribili tempeste di neve.
La prima vittima, a metà febbraio, fu Evans, seguito il 17 marzo da Oates, che abbandonò di sua volontà i compagni consapevole del fatto che con i suoi geloni stava rallentando la marcia di tutti.

"Il povero Titus se n'è andato era in uno stato terribile. Il resto di noi continua a procedere e a immaginare di avere una possibilità di farcela, ma il clima gelido non molla".
Scott e i suoi compagni morirono a poche miglia dalla base che stavano cercando di raggiungere, bloccati da una tempesta di neve.

"Penso che la nostra ultima possibilità sia sfumata. Abbiamo deciso di non ucciderci, ma di lottare fino alla fine per arrivare alla base, ma grazie a questa lotta avremo una fine priva di dolore, perciò non ti preoccupare".
Scott chiedeva alla sua Kathleen di costruirsi un'altra vita, risposarsi (cosa che lei fece nove anni dopo, con il politico Edward Hilton Young, che divenne in seguito barone) e a prendersi cura di loro figlio Peter, che all'epoca della sua morte aveva solo tre anni.

"Alla mia vedova, carissimo tesoro abbiamo grossi problemi e dubito che ce la faremo. Nelle brevi ore per il pranzo utilizzo quel poco di calore per scrivere lettere in vista di una possibile fine".

Negli anni seguenti, la vicenda dell’esploratore britannico mise in secondo piano l’impresa compiuta da Amundsen.
Molti non perdonarono al norvegese di aver mentito sulla sua effettiva meta prima della spedizione. Scott divenne l’esempio positivo dell’uomo che rischia giocando seguendo le regole, Amundsen quello di chi ottiene risultati con l’inganno.
Dopo dispute e diatribe, la maggior parte degli esperti concorda ormai nel dire che Amundsen aveva preparato meglio la propria spedizione, con uomini capaci e determinati.
Scott comunque fu sicuramente meno fortunato.


LA MORTE DI AMUNDSEN NEL MARE DI BARENTS (1928)
Terminata l’impresa in Antartide, Amundsen tornò alla sua passione iniziale per il Polo Nord.
Il 12 maggio del 1926 lo sorvolò a bordo del dirigibile Norge.
Morì in missione, nel 1928, nelle acque del mare di Barents, mentre cercava di andare in soccorso di un’altra spedizione di Nobile.
Il suo corpo non fu mai ritrovato e nemmeno i rottami dell’aereo che lo stava trasportando.
Uno dei crateri nel polo meridionale della Luna si chiama Amundsen.
Poco più in là, alla giusta distanza, c’è anche quello di Scott.


RICHARD EVELIN BYRD SORVOLA IL POLO SUD (1929) E L'OPERAZIONE HIGHJUMP (1946)
L’Ammiraglio della Marina Americana Richard Evelin Byrd è stato tra i più noti esploratori antartici.
Nel 1926 tentò di sorvolare il Polo Nord e dichiarò di averlo raggiunto, non riuscendo però a portare valide prove della sua affermazione.
Nel 1928, organizzò la prima spedizione nell’Antartico con due navi e tre aerei, riuscendo a sorvolare il Polo Sud il 29 Novembre 1929, primo nella storia umana.
La più importante spedizione antartica fu la quarta, l’Operazione Highjump.
Nel 1946, il Segretario della Marina Forrestal organizzò la più imponente spedizione Antartica mai realizzata fino ad allora ed anche in seguito nessuna ha mai raggiunto l'imponenza dell'operazione Highjump, tanto da far pensare ad un'operazione militare.
C’era la portaerei Philippine Sea e 13 navi appoggio, con decine di aerei, idrovolanti, elicotteri.
I partecipanti erano più di 4500.
L'armada era divisa in tre gruppi, orientale, centrale e occidentale.
Il gruppo centrale giunse nel Mare di Ross il 30 dicembre 1946, e iniziò ad effettuare le esplorazioni previste.
La spedizione terminò bruscamente alla fine del febbraio 1947 e rientrò sei mesi prima della data prevista anche a causa di alcuni gravi incidenti tra cui la caduta di due elicotteri, senza conseguenze per gli equipaggi..
Il più grave avvenne il 30 dicembre 1946.
Dalla USS Pine Island partì per l'ennesima ricognizione fotografica uno dei sei idrovolanti Martin PBM-5A Mariner in dotazione, il George One, che dopo un pò di tempo, venne a trovarsi in una zona a visibilità zero urtando un iceberg.
Dallo squarciò fuoriscì il carburante e ciò ne provocò l'esplosione, evento non infrequente negli aerei di questo tipo.
Dopo lunghe ricerche, i superstiti vennero ritrovati dal George Two nel 1947.
Sei membri si erano salvati, tre erano morti.
L’11 Febbraio 1947 venne scoperta la cosiddetta oasi di Bunger, in quel giorno il comandante di un idrovolante PBM Mariner, David Eli Bunger, dichiarò di aver visto uno spettacolo stupefacente: una grande zona scura di terra in mezzo ai ghiacci polari.
Gli uomini nella cabina di guida videro improvvisamente un punto scuro sopra l'orizzonte bianco ed, avvicinatisi, non poterono credere i loro occhi.
Avevano trovato una vera e propria oasi.
L’ammiraglio Byrd raccontò di essersi addentrato nei cieli di un territorio verdeggiante, un ambiente totalmente diverso da quello artico che ci si sarebbe aspettati.
A terra era possibile osservare una vegetazione lussureggiante e rigogliosa, tipica di territori con temperature medie molto superiori a quelle che caratterizzano il rigido clima polare.
Le osservazioni dell’ammiraglio non si limitarono alla sola flora: nel diario di bordo annotò di aver osservato un animale dalla stazza notevole, simile ai mammut dell’età preistorica, che si muoveva nella vegetazione sottostante.
Bunger ed i suoi, dopo aver controllato con attenzione la regione, fecero ritorno alla USS Pine Island per fare rapporto su ciò che avevano visto.
Vi tornarono successivamente e riuscirono ad ammarare in uno dei laghi.
L'acqua era dolce e calda per l'Antartide, circa 30°, e all'interno gli uomini trovarono alghe rosse, blu e verdi che davano ai laghi il loro colore caratteristico.
Il paesaggio sembrava vecchio di migliaia di anni, quando la terra emergeva dai ghiacci dell'ultima glaciazione, Byrd successivamente descrisse tale scoperta "di gran lunga la più importante", della spedizione.
Byrd decise per il 19 Febbraio 1947 di ripercorrere la rotta di Bunger.
Come d’abitudine prendeva appunti precisi e costanti sul diario di bordo.
Poco tempo dopo il volo di Byrd, l'intera spedizione rientrò in patria.
L’unico articolo in grado di spiegare il fenomeno fu quello del prestigioso quotidiano cileno El Mercurio di Santiago del 5 marzo 1947.
L'articolo di Lee van Atta riportava "che l'ammiraglio Richard E. Byrd riferiva sull’importanza strategica dei Poli" dalla Mount Olympus.
Concludeva con la seguente dichiarazione: “L'ammiraglio Byrd ha dichiarato oggi che è di importanza fondamentale per gli Stati Uniti attuare misure difensive contro la possibile invasione del paese di mezzi aerei in partenza dai Poli.”
Secondo alcuni occultisti egli si riferiva in realtà ad UFO ed oggetti volanti non umani in grado di volare a grandissima velocità da un Polo all’altro, con cui era venuto in contatto.
Si trattava di un'operazione non geologica, come affermato, ma miliare, il cui scopo segreto era attaccare le Forze Naziste insediatesi segretamente in Antartide dopo la spedizione "Neuschwabenland" (Nuova Svevia)?
Nel 1949 il Segretario della Marina Americana Forrestal ebbe un collasso nervoso e fu trovato morto in quello che allora venne ritenuto uno strano suicidio.
Forrestal temeva che ci fosse in atto una cospirazione tesa al suo omicidio.
Le scoperte più importanti dell’ Operazione Highjump vennero, comunque, tenute nascoste.
Tutto venne confermato dalla figlia, Pauline Byrd, la quale asserì:

"Mio padre ha sempre tenuto accuratamente dei diari sui suoi viaggi e assolutamente un diario personale che manca.
Non è per caso quello che è stato ritrovato tra gli effetti personali, in possesso dell'Università dell'Ohio? Voglio sapere se questo presunto diario è il suo. Io penso che la Terra sia cava, ma non lo so. Sin da quando questo volo del Febbraio del 1947 non è stato svelato, la mia famiglia è stata esposta a molte minacce. Voglio sapere la verità!"

Byrd trascrisse le parti più importanti della spedizione tra le pagine bianche del suo diario del 1926, conservato successivamente, insieme a grandi quantità di altro materiale delle spedizioni polari di Byrd nel Polar Byrd Research Center dell'Università di Columbus, Ohio e lì scoperte da Goerler, capo archivista.

"Devo scrivere questo diario di nascosto e in assoluta segretezza. Riguarda il mio volo antartico del 19 febbraio dell'anno 1947. Verrà il tempo in cui la razionalità degli uomini dovrà dissolversi nel nulla, e si dovrà allora accettare l'ineluttabilità della Verità. Io non ho la libertà di diffondere la documentazione che segue, forse non vedrà mai la luce, ma devo comunque fare il mio dovere e riportarla qui con la speranza che un giorno tutti possano leggerla, in un mondo in cui l'egoismo e l'avidità di certi uomini non potranno più sopprimere la Verità.
Diversi anni dopo la sua scomparsa (avvenuta nel 1957 dopo aver sorvolato ancora una volta il Polo Sud), il diario di volo dell’ammiraglio Byrd venne reso pubblico permettendo a numerosi ricercatori di trovare risposte alle loro domande.
Nel diario di bordo, Byrd scrisse che il suo aereo fu affiancato da mezzi volanti sconosciuti che lo “costrinsero” ad un atterraggio forzato presso una base aerea non presente sulle mappe ufficiali. Sceso dal suo velivolo l’ammiraglio venne accolto con rispetto e premura da un personaggio autorevole che gli rivelò i motivi di quella “convocazione”.
L’uomo, descritto con tratti delicati e capelli biondi, rivelò a Byrd l’esistenza di una progredita civiltà negli ignoti territori del mondo sotterraneo, oltre all’esistenza di due aperture nei poli che permettevano l’entrata a tale regno.
Il misterioso interlocutore profetizzò a Byrd l’approssimarsi di nubi oscure sul futuro dell’umanità e chiese all’ammiraglio di farsi portavoce di tali rivelazioni.
Disse di essere molto preoccupato dei destini dell’umanità, soprattutto in seguito alla scoperta e all’utilizzo delle armi nucleari durante la II° Guerra Mondiale.
Nonostante il compito di diffondere tali avvertimenti, l’ammiraglio Byrd non poté assolvere la missione assegnatagli in quanto fu obbligato al silenzio da parte dei suoi superiori.
I racconti dell’ammiraglio Byrd sono una pietra miliare per chiunque si interessi al tema della “Terra Cava”.
Tale mito è presente nei testi sacri delle più antiche culture orientali e medio-orientali dove non sono rari i racconti di contatti tra gli uomini e gli abitanti del regno presente nelle viscere della Terra.
La tradizione buddhista tibetana descrive il regno di Agarthi e la sua mitica capitale Shambhala.
Secondo tale credenza a capo del regno sotterraneo vi è il Re del Mondo, che risiede nel Tempio della Scienza Sacra e al cui comando vi sono gerarchie di esseri celesti provenienti dalle stelle.
Essi governano ed influenzano l’andamento delle vicende umane che avvengono in superficie presiedendo all’evoluzione della nostra specie.
Negli antichissimi testi Uphanishad, appartenenti alla tradizione indiana, si narra del regno di Agarthi e del suo divino sovrano, chiamato Sanat Kumara, anch’esso al comando di una legione di esseri divini discesi in un’isola del mare di Gobi (oggi deserto di Gobi) a bordo di un’astronave fiammeggiante proveniente dalla stella bianca di Sirio.
L’ultima apparizione in superficie del sovrano del regno di Agharti risalirebbe al 1923 in India, quando si manifestò agli occhi degli increduli spettatori assiso su di un meraviglioso trono trainato da elefanti bianchi.
Nel suo tragitto benediceva la folla recando in mano il simbolo di una mela d’oro sormontata da un anello sul quale era inciso un simbolo ben conosciuto da tutti: la svastica.
Il leggendario regno sotterraneo di Agarthi si configurerebbe dunque come la dimora terrena di popoli che visitarono i nostri cieli, con i loro prodigiosi mezzi volanti, nella notte dei tempi.
Si tratterebbe della centrale di coordinamento della loro presenza sulla Terra, il centro logistico della loro missione sul nostro pianeta.
Sebbene possa apparire una semplice credenza mitologica, confutata dalle attuali conoscenze scientifiche, la teoria che la Terra possa ospitare al suo interno una civiltà a noi sconosciuta rimane un’idea affascinante che non ha mancato di interessare, nel corso della storia, scienziati che vi hanno dedicato anni di ricerca e di studi.


SIR EDMUND HILLARY E I TRATTORI IN ANTARTIDE (1958)
L’impresa di Sir Edmund Hillary fu quella di raggiungere per primo il Polo Sud a bordo di tre trattori Ferguson nel 1958.
In generale fu il terzo uomo a mettere i piedi sul Polo Sud dopo appunto Amundsen e Scott.
Neozelandese nato ad Auckland nel 1919, morirà nel 2008 all'età di 88 anni.
Tra le altre sue imprese quelle dell'Everest e dell'Himalaya.


L'ATTRAVERSATA SENZA MEZZI MOTORIZZATI ED ANIMALI: MESSNER E FUCHS (1989)
Nel 1990 Reinhold Messner ed Arved Fuchs sono i primi uomini ad attraversare l'Antartide a piedi e con gli sci, passando per il Polo Sud, senza l'ausilio di mezzi motorizzati o animali (in imprese precedenti erano stati utilizzati i cani da slitta).
Cento giorni senza cani, senza motoslitte, senza il supporto di rifornimenti aerei, con viveri ed equipaggiamento ridotti al minimo: è la traversata a piedi perpetrata da Reinhold Messner ed Arved Fuchs.
Un viaggio contro il tempo, per arrivare prima della lunga notte dell' inverno antartico.
Come detto non era mai stata tentata prima di allora la traversata a piedi dell' Antartide.
Partiti dalla punta estrema del Cile, Messner e Fuchs vengono lasciati da un aereo ai margini della Barriera di Ronne, sulla costa antartica settentrionale: la meta, distante 3372 chilometri, sarà la Barriera di Ross, dall' altra parte dell' Antartide.
Il tutto con una slitta da trascinare a mano, usata per trasportare i viveri, poi sci ai piedi e cibo liofilizzato.
Le cattive condizioni atmosferiche impediscono il volo, la partenza viene rinviata a tal punto da rendere necessario un ridimensionamento del progetto.
Alla fine, il 13 novembre 1989 iniziano la traversata sulla costa occidentale antartica, cioè circa 500 km più all’interno del tavolato di Ronne.
Sono previsti due punti di rifornimento, il primo tra i monti di Thiel, il secondo al Polo Sud, presso la base americana.
Questa viene raggiunta il 31 dicembre.
Il 13 febbraio 1990 arrivano alla base di Scott, dopo aver percorso 2800 km in 92 giorni.
Ognuno di loro era dotato di due vele, di diversa dimensione, del tipo di quelle da parapendio.
Le slitte era­no trainate tramite una specie di barra a manubrio collocata all’altezza delle anche. Avevano alimenti per poco più di 4000 KCal al giorno (il doppio di quante ne consuma un individuo normale).
I cibi erano suddivisi in sacchetti giornalieri che contenevano, ben riconoscibili, le diverse confezioni per la co­lazione, per la merenda e per la cena.
In mancanza a quel tempo del telefono satellitare, solo l’apparecchio Argos riferiva la loro posizione serale, giorno per giorno.
Un particolare assai importante è raccontato da Messner, raggiunto Gateway, il punto in cui termina il continente sul Mare di Ross, Fuchs voleva a tutti i costi interrompere.
In fin dei conti il continente era stato traversato.
Messner invece voleva raggiungere il mare, 700 km più a nord.
A parte i costi supplementari di un recupero aereo non previsto, Messner sentiva che la loro impresa non avrebbe avuto corpo se non concludendola al mare, in una base abitata.


L'ATTRAVERSATA SENZA SUPPORTI MECCANICI E LOGISTICI DI BORGE OUSLAND (1997)
La sfida di traversare l’Antartide senza supporto né meccanico né logistico, da costa a costa via Polo Sud, fu raccolta nel 1995 da Børge Ousland che però, dopo essersi rifornito alla base statunitense, dovette comunque abbandonare per congelamenti.
Nella stagione seguente 1996-97, completò la traversata da solo senza ricevere alcun rifornimento. Cominciò il 15 novembre da Berkner Island nel Mare di Weddel e raggiunse la base McMurdo sul Mare di Ross il 17 gennaio.
Aveva impiegato 64 giorni e coperto un distanza di 2845 km, con temperature fino a –56° e con una slitta dal peso iniziale di 178 kg.
Nel 2001 Mike Horn compie la sua traversata in solitaria dell’Artico: 20.000 chilometri e 20 mesi di viaggio a temperature comprese tra i -15 e i -70 gradi centigradi.


L'ATTRAVERSATA SOLITARIA E' FATALE A HENRY WORSLEY  (2016)
Nel 2016 ad Henry Worsley è fatale il tentativo di completare l'attraversata (a piedi) in solitaria del Polo Sud.
Dopo 71 giorni di cammino (degli 80 previsti) di cui 1469 km senza alcun aiuto con temperature di -44°, l'allora 55enne esploratore inglese si è dovuto arrendere chiamando i soccorsi.
Esausto e disidratato, l'ex tenente colonnello dell'esercito britannico è stato trasportato all'ospedale Clinica Magallanes di Punta Arenas, in Cile, ma le sue condizioni erano ormai compromesse.
A causarne il decesso è stata una peritonite batterica che ha danneggiato diversi organi interni.
Worsley aveva cominciato il suo viaggio a novembre e sarebbe stato il primo uomo a completare la traversata dell'Antartico in completa solitudine.
L'iniziativa, oltre ad ispirarsi alla spedizione mai finita di Ernest Shackleton, stava raccogliendo denaro da destinare a un’organizzazione che aiuta i reduci di guerra.
Nel suo ultimo messaggio dall’Antartide, Worsley aveva comunicato: "Il progressivo crollo della mia resistenza fisica, alla fine, oggi mi ha presentato il conto, ed è con tristezza che dichiaro finito questo viaggio. Così vicino alla mia meta".


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domenica 15 maggio 2016

Rinviata Manchester Utd-Bournemouth: Bomba Ad Old Trafford

Oggi, ultima giornata di Premier League, si sarebbe dovuto disputare il match tra Manchester United e  Bournemouth.
Match mai iniziato per la presenza di un pacco sospetto sugli spalti scoperto 30 minuti prima del fischio d'inizio.
Lo speaker dello stadio annuncia l'operazione "Code Red" con tanto di sirene che indicano la massima allerta e vengono fatti entrare i poliziotti con i cani per ispezionare.
Pacco che poi si sarebbe rivelato un tubo metallico ed un cellulare con dei cavi attaccato alle tubature (la classica "Pipe Bomb", ordigno rudimentale usato da terroristi).
La partita dunque è stata annullata su suggerimento della polizia in servizio a Old Trafford.
Inizialmente la partita era stata rinviata di 40 minuti: gli steward avevano fatto evacuare la Sir Alex Ferguson Stand e la Stretford End (circa 20.000 persone) invitando gli altri spettatori rimasti all'interno dello stadio a mantenere la calma (East Stand e le altre).
Poi è stato evacuato tutto lo stadio pregando gli spettatori di non avvicinarsi allo stadio, se possibile.

"Jihadi John, we don't give a fuck, wère gonna win the FA Cup"
(al diavolo Jihadi John vinceremo la Coppa d'Inghilterra)
E' lo slogan urlato dai tifosi del Manchester United mentre lasciavano l'Old Trafford.

Poi la decisione di rinviare la gara a data da destinarsi per motivi di sicurezza, l'arrivo degli artificieri e l'annuncio della polizia di Manchester su Twitter: "dopo la scoperta di un telefono cellulare collegato a un tubo del gas nello stadio, un'esplosione controllata è appena stata effettuata all'interno dello stadio da esperti artificieri ad Old Trafford".
I giocatori sono stati gli ultimi a lasciare lo stadio.
I funzionari FA stanno prendendo in considerazione di giocare la partita domani a porte chiuse.


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sabato 14 maggio 2016

L'Aspettativa Pitagorica Di Bill James: Proj W e Proj L (MLB)

L'aspettativa pitagorica è una formula messa a punto da Bill James per stimare quante partite una squadra di Baseball "dovrebbe" vincere in base al numero di Run segnate e concesse.
Confrontando, in seguito, la %  di vittorie reali e quelle pitagoriche di una squadra si può valutare quanto fortunata sia stata una certa squadra (analizzando appunto la variazione tra le due % di W).
Insomma tramite questa formulazione si cerca di eliminare il concetto di fortuna, sfiga, caso.
E’ lo stesso Bill James ad aver inventato il termine “Sabermetrica”, ovvero l’impiego di equazioni rigorose per l’analisi di quanto accade nei campi a forma di diamante, come raccontato nel film Moneyball. James si rese conto che nello sport che amava il numero di vittorie di una squadra in una stagione poteva essere previsto con ottima approssimazione attraverso una formula che un po’ ricorda quella del celebre teorema che tutti abbiamo studiato a scuola, ovvero: il quadrato del numero di Runs messi a segno da una formazione diviso per la somma degli stessi punti e di quelli concessi, il tutto sempre rigorosamente al quadrato.
La differenza tra W “pitagoriche” ed effettive indica quali formazioni stanno ottenendo di più o di meno rispetto a quanto dovrebbero in base alle Run realizzate e concesse.
Questa discrepanza può suggerire, di volta in volta, chi può ragionevolmente lamentarsi contro il destino avverso e chi invece dovrebbero toccare ferro sperando che continui così.
Più semplicemente, la formula di Pitagora con esponente 2 è generata da due presupposti: che le squadre di Baseball vincono in proporzione alla loro "qualità", e che la loro "qualità" è misurata dal rapporto tra corse segnate e concesse. Per esempio, se la squadra A ha segnato 50 Run  e ne ha concesse 40, la sua misura di qualità sarebbe 50/40 o 1.25.
La misura di qualità per il suo avversario (squadra B), nelle partite giocate contro A, sarebbe 40/50 o 0.8. Se ogni squadra vincesse in proporzione alla sua qualità, la probabilità di vittoria sarebbe 1.25 / (1.25 + 0.8), che è uguale a 50 ^ 2 / (50 ^ 2 + 40 ^ 2), la formula di Pitagora.
L'ipotesi che le squadre di Baseball vincano in proporzione alla loro qualità non è naturale, ma è plausibile. Non è naturale perché nello sport appunto incide anche il caso/fortuna/sfortuna.
L'esponente "2" è utilizzato nel Baseball, invece adottando questa formula al Basket si sceglierà un esponente prossimo a 14, visto il ruolo minore che il caso/la fortuna gioca nel Basket.
Versioni più moderne ed accurate della formula usano 1.81 o 1.83 come esponente per il Baseball (da sostituire alla potenza 2 quindi). Usando la formula si otterrà quindi il totale di W-L (moltiplicando W in % per il numero totale delle partite giocate dalla squadra).
Salvo questioni relative ad infortuni, sospensioni e quant'altro, sarà il record di W-L di una squadra ad avvicinarsi (nel tempo) al W-L Pitagorico e non viceversa. La differenza media tra il reale e l'atteso W-L è di circa 3 partite. Le deviazioni dal previsto W-L sono spesso attribuiti alla qualità del Bullpen di una squadra. Se una squadra ha un record 40-25, ma una % di vincita di Pitagora pari o inferiore a .500, non dovrebbe essere sorprendente se il record della stessa squadra crollerà nella seconda parte di stagione. Nel 2005 i Washington Nationals avevano vinto 19 partite oltre la media .500 ma avevano un pitagorico W% di esattamente .500 Andarono 30-49 il resto della stagione per finire a .500 (quattro partite prima della loro definitiva W-L previsto). In breve, una squadra che va oltre la propria aspettativa pitagorica può essere considerata "fortunata" e una che non la soddisfa "sfortunata", ma nessuno di questi due stati perdurerà di sicuro sino alla fine.
Statistiche del 2014:





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lunedì 9 maggio 2016

Il Toro Più Pericoloso Al Mondo: Bodacious (1988-2000)

Bodacious nato nel 1988 è stato considerato, unanimamente, il toro più pericoloso e cattivo che sia mai esistito. Trattasi di uno Charolaise famoso in tutto nel rodeo, originariamente di proprietà di Jess Kephart di Longdale, Oklahoma, marchiato con "J". E 'stato poi venduto a Phil Sumner e marchiato con "J31". Prima di tutto c'è da dire che il rodeo nasce in Sud America, in esso si esibiscono cowboy o gauchos che dimostrano la propria abilità in una serie di prove, legate essenzialmente al cavalcare senza sella cavalli o tori inferociti, cercando di restare in sella più a lungo possibile mentre l'animale si dimena. I cavalli e i tori del rodeo non sono selvaggi in senso strettp, ma si agitano e saltano solo per liberarsi dalla fastidiosa pressione esercitata da una cinghia stretta attorno alla groppa e alla delicata zona inguinale, che provoca lesioni e ferite. I primi rodei risalgono al 1883, nel giro di pochi anni ci si trovò ad avere il pubblico, che ben presto iniziò a pagare per entrare. Per ogni rodeo si svolge una cerimonia consolidale.


BODACIOUS IL TORO PIU' PERICOLOSO AL MONDO
Bodacious era noto per un particolare trick che ha provocato molti feriti tra cowboy e gauchos.
Portava il suo posteriore con la testa a terra, costringendo il cowboy a spostare il peso in avanti. Avrebbe in seguito sollevato la testa con piena forza, distruggendo il volto del cavalcatore. Più di duecento cowboys l'hanno montato ma solo in 7 sono rimasti in sella per almeno 8 secondi. Due incidenti nel 1995 ne hanno accresciuto enormemente la fama. In primo luogo, nella fase finale dei mondiali PBR del 1995 (a Las Vegas, Nevada), Bodacious ruppe con una testata gran parte delle ossa facciali del campione del mondo PBR Tuff Hedeman. Hedeman dovette utilizzare subire un intervento chirurgico di 6 ore per "riparare" la sua faccia. A pochi mesi dall'intervento Hedeman dovette rimontare il toro ma spinto anche dai familiari si rifiutò e fu squalificato. Hedeman tra l'altro è uno dei sette riders ad aver domato Bodacious per più di 8 secondi avvenne, ai Bull Riders Solo (BRO) del 1993 evento disputatosi a Long Beach (California).
Poi, nel 9° round del 1995 alle National Finals Rodeo, il cowboy Scott Breding provò a cavalcarlo indossando una maschera da hockey. Venne disarcionato dopo 2 secondi e mezzo con la maschera che non riuscì a proteggerlo adeguatamente. Bodacious con una testata lo mette fuori gioco, rompendogli naso ed ossa facciali. Pochi giorni dopo, Bodacious venne ritirato dal Bull Riding professionale per garantire la sicurezza dei riders (aveva soli 7 anni). Si è tuttavia presentato in alcuni eventi Bull Riders (BRO) nel 1996 prima di ritirarsi definitivamente. Nel 1999, è stato introdotto nella ProRodeo Hall of Fame e molti lo hanno etichettato come "il più grande toro di sempre". Bodacious morì nel 2000, a seguito di un'infezione scoperta in ritardo.


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domenica 8 maggio 2016

Mark Clattenburg: L'Arbitro "Ribelle"

Mark Clattenburg nasce il 13 marzo 1975 nella contea di Durham, diventa arbitro di Premier League già nel 2004.
Nel 2005 non inizia benissimo la sua carriera arbitrale.
Infatti durante Manchester Utd-Tottenham, gli Spurs si portano in vantaggio grazie ad un pallonetto di Pedro Mendes da metà-campo con Roy Carroll, il portiere del Manchester Utd, mal posizionato e che quindi la combina grossissima.
La palla entra ma il goal non viene assegnato.
Nel 2007 comincia ad arbitrare in Coppa UEFA.
Sotto certi versi trattasi di un arbitro che è andato più o meno sempre contro le regole e il sistema.
Basti dire che già nel 2008 iniziano i problemi per lui: dato che viene sospeso dalla federazione inglese (e quindi anche da UEFA e FIFA) per debiti contratti dalla società elettrica da lui posseduta.
Verrà integrato un anno dopo.
Nel 2010 esordisce in Champions League ma in Premier League commette un altro clamoroso errore in Manchester Utd-Tottenham, assegnando una rete al Manchester Utd, dopo che Nani aveva bloccato la palla in area con le mani.
Era punizione per il Tottenham.
Sul rinvio del portiere del Tottenham (Gomes), Nani rubò la palla e segnò.


GLI INSULTI IN CHELSEA-MANCHESTER UTD
Nel 2012 ormai inserito nella categoria arbitrale "elite", viene scelto per arbitrare Chelsea-Manchester United, terminata col successo degli ospiti a seguito di episodi quanto meno dubbi nella ripresa.
Tema di discussione non fu solo l'operato dell'arbitro a termini di regolamento, ma anche la condotta etica e morale dello stesso, messa in dubbio dal Chelsea a fine gara, coi Blues che hanno rivolto accuse pesantissime verso il fischietto.
Il club londinese ha infatti presentato una protesta ufficiale alla FA per gli insulti che Clattenburg avrebbe indirizzato a Obi Mikel, Juan Mata e Torres, di cui almeno uno razzista ("sta zitto scimmia").
Sconcerto e disappunto dalla stampa britannica, già scottata dal recente caso Terry che è costato al calciatore 4 turni di squalifica ed una lunghissima serie di articoli denigratori e polemiche.
Mikel venne squalificato dalla federazione per insulti al direttore di gara.
La FA in seguito aprì un'indagine e lo stesso Clattenburg disse di voler collaborare per risolvere la situazione.
Circa 1 mese dopo Clattenburg tornò ad arbitrare in quanto assolto per mancanza di prove.
Con una nota ufficiale, infatti, la FA dichiarò di aver "concluso una inchiesta sulla condotta del signor Clattenburg e nessuna azione disciplinare sarà intrapresa nei suoi confronti".


ALTRI PROBLEMI CON IL SOUTHAMPTON
A fine dicembre 2013 il suo nome finì ancora una volta in discussione, per presunti insulti rivolti ad un calciatore.
In questo caso, a inoltrare un reclamo ufficiale alla FA fu il Southampton, a seguito di una partita di Premier League contro l'Everton, disputatasi il 29 dicembre 2013.
Clattenburg venne accusato di aver insultato Adam Lallana, a seguito di sue proteste per presunti rigori non dati durante la partita.
Tuttavia anche in questo caso le successive indagini non trovano alcun riscontro, e quindi il fischietto inglese viene nuovamente prosciolto da ogni accusa, e dichiarato innocente dalla FA.
Tuttavia, il Southampton non si arrende e dichiara di voler portare avanti il suo reclamo, anche se non avrà esito.


I TRE RIGORI CONTRO IL MANCHESTER UTD
A marzo 2014 assegnò tre rigori al Liverpool contro il Manchester Utd.
Non era infatti mai successo che venissero fischiati tre penalties contro i Red Devils nella stessa partita e per di più ad Old Trafford (finirà 0-3 per gli ospiti).
Il problema è che Clattenburg ne fischiò uno inesistente ed un altro quanto meno dubbio.
Finanche il pubblico di Old Trafford si spazientì cominciando a lanciare una singolare protesta all’indirizzo del Liverpool.
Nel mirino finì la Juventus: “You are like Juventus...like Juventus”.


CONCERTO E DIALOGHI PROIBITI
Nel 2014 dirige la Supercoppa Europea tra Real Madrid e Siviglia.
Ad ottobre 2014 venne designato per dirigere l'incontro tra West Brom e Crystal Palace e al termine del match si sarebbe allontanato dal The Hawthorns per recarsi da solo a Newcastle per assistere al concerto di Ed Sheeraan.
In questo modo Clattenburg violò il regolamento secondo il quale arbitri e assistenti devono viaggiare insieme al fine di garantire la sicurezza e l'incolumità reciproca.
Oltre ad aver infranto questa normativa, il fischietto inglese si sarebbe anche intrattenuto nel piazzale dello stadio a discutere con il manager delle Eagles Warnock su alcuni episodi dubbi avvenuti durante il match.
Il PGMOL organo di formazione degli arbitri ritenne inopportuno il colloquio tra i due ed optò per una sospensione di una giornata.
E' infatti necessaria la presenza o l'autorizzazione di un delegato PGMOL per qualsiasi eventuale chiarimento riguardante decisioni o polemiche arbitrali.


CONFLITTI D'INTERESSE
Come riportato dal Sun, a febbraio 2015 la Professional Game Match Officials Limited (PGMOL) accusò Clattenburg di un potenziale conflitto di interessi, in quanto la settimana precedente l’agenzia Catalyst4Soccer, che segue molti giocatori della Premier League, aveva annunciato di aver stipulato un accordo con l'arbitro inglese.
La Catalyst4Soccer ha nella sua scuderia tra gli altri anche Willy Caballero, il secondo portiere del Manchester City, che era in panchina durante la partita giocata ai tempi contro il Tottenham.
Secondo quanto riportato, Clattenburg subì dei controlli supplementari riguardo alle sue relazioni fuori dal campo per via di eventuali conflitti d'interessa arbitrando partite con giocatori/clienti della Catalyst4Soccer sul terreno di gioco.
Ad ottobre 2015, rimanendo comunque tra i migliori arbitri inglesi e a livello europeo, viene scelto per Euro 2016.
Nel 2016 viene scelto anche per arbitrare la finale di FA Cup e la finale di Champions League.


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