"Vincere le partite a tutti i costi non è quello che conta di più.
Non c'è disonore nella sconfitta, finchè si gioca ai limiti della propria forza e delle proprie capacità, tutti devono giocare come membri di un insieme che è la squadra e il risultato deve essere accettato senza amarezze e recriminazioni"
By-Sir Matt Busby
"Duncan Edwards è una di quelle persone nei cui confronti, nonostante siano passati molti anni dalla sua morte, mi senta veramente inferiore"
By-Sir Bobby Charlton
L'araba fenice è l'animale simbolico che identifica il Manchester Utd, dopo quel maledetto incidente aereo che in un cupo pomeriggio dell'inizio di Febbraio del 1958, decimò una squadra di giovani fenomeni.
La sorte volle che tra i superstiti ci fosse il "papà" di quella generazione di fenomeni, ovvero M.Busby, che non si diede pace perchè gli furono portati via i suoi "bambini".
Questa non è nient'altro che la storia di alcuni giovani campioni che dopo una partita di calcio non tornarono più a casa dalle loro famiglie.
L'INIZIO DEL MITO
Busby il manager scozzese allenò lo United dal 1945 al 1971, fu un rivoluzionario perchè buttò nella mischia giovani 17enni e 18enni provenienti dal vivaio: Johnny Doherty, David Pegg, Eddie Lewis, Dennis Viollet, Bill Foulkes e soprattutto Duncan Edwards(che esordì a 16anni).
Senza scordare Wood, Whelan, Bent, Blanchflower e il capitano 25enne Roger Byrne.
Il primo successo dei Busby Babes arrivò in campionato nel 1955/56 fu una first division dominata soprattutto in casa: 18 vittorie,3 pareggi e 0 sconfitte.
Anche la first division dell'anno successivo fu dominata e per la prima volta l'anno successivo un club inglese partecipò alla Coppa Campioni: i Busby Babes vinsero 0-2 in Belgio contro l'Anderlecht che poi venne ulteriormente travolto 10-0 in Inghilterra.
La corsa terminò in semifinale contro il Real Madrid che sconfisse i ragazzini terribili per 5-3(in aggregate, 3-1 in Spagna e 2-2 in Inghilterrra).
Nel 1956 avvenne un altro eccellente esordio dell'allora 17enne Bobby Charlton che mise a segno una doppietta nel suo esordio ufficiale.
Manchester Utd(2-3-5):
Wood
Byrne, Foulkes
Colman, Jones, Edwards
Berry, Taylor, Pegg, Viollet, Blanchflower
LA FINE DEL MITO: LO SCHIANTO AEREO
Ai quarti vennero eliminati gli slavi della Stella Rossa, sulla via del ritorno in Inghilterra, l'aereo su cui viaggiavano i giocatori e lo staff tecnico si fermò a Monaco di Baviera per un rifornimento di carburante.
Intanto le condizione metereologiche erano avverse e la ripartenza era prevista per le 15:19, dopo i primi 2 tentativi l'aereo non decollò.
Venne fatto un terzo tentativo e l'aereo finalmente riprese quota ma ad un tratto perse potenza, ormai ingestibile proseguì la sua corsa contro una casa(deserta)e l'ala e la coda si staccarono rovinosamente dall'aereo.
Quello che rimaneva del velivolo finì la sua corsa senza senso, centrando prima un albero e poi un piccolo deposito in legno che conteneva un camion con del carburante che provocò un gigantesco incendio.
Erano le 16:04 di giovedi 6 Febbraio 1958, tra la carcassa di quello che ormai non si riconosceva quasi più come un aeroplano giacevano i corpi dei giocatori, tecnici e dirigenti del Manchester Utd.
Gregg e Foulkes riuscirono ad uscire da un buco tra le lamiere solo con qualche graffio ma Byrne(28 anni), Taylor(26 anni), Bent(25 anni), Jones(24 anni), Pegg(22 anni), Whelan(22 anni) e Colman(21 anni) non ce la fecero.
Tutti i giornalisti al seguito della squadra avevano perso la vita tranne Frank Taylor.
Mentre la città salutava i morti, c'era ancora chi lottava per sopravvivere: Morgans, Scanlon, B.Charlton e Wood(alla fine si salvarono tutti e quattro ma terminarono le loro carriere ad esclusione di Bobby Charlton).
Tra i 22 superstiti alcuni apparvero subito molto gravi: Busby, Berry, Blanchflower ed Edwards.
Vennero dati tutti per spacciati, tuttavia i primi 3 riuscirono a salvarsi chi invece perse la sua battaglia fu Duncan Edwards(21 anni): anche colui che avrebbe potuto oscurare Bobby Moore a Inghilterra 1966 e che era stato predetto come uno dei più forti giocatori della storia era stato irrimediabilmente sconfitto da quello schianto.
The Tank, così soprannominato, aveva numerose fratture alle costole, una gamba spezzata e i reni malandati tuttavia i medici non esclusero un miracoloso recupero, al che The Tank chiese addirittura ai medici se avesse potuto giocare la settimana prossima.
Tuttavia alle 2:15 di venerdi 21 Febbraio Duncan si arrese per sempre.
Non meno tristi le altre storie: Byrne una volta tornato a casa avrebbe appreso che sua moglie Joy stava aspettando un bimbo(che prese il nome del padre), Bent non sarebbe dovuto andare a Monaco perchè soffriva i viaggi in aereo, Taylor stava programmando il suo matrimonio, Mark Jones lasciò sua moglie ed un bimbo di pochi anni ma a piangere la sua scomparsa fu anche il suo labrador nero che morì di crepacuore pochi giorni dopo Mark.
Forse la sorte più beffarda toccò a Whalley che ormai aveva deciso di ritirarsi ma venne portato lo stesso a Belgrado come premio alla carriera.
Ovviamente il proseguo della stagione vide lo United precipitare in classifica con solo 2 vittorie in 15 partite e in Coppa Campioni arrivò la sconfitta in semifinale contro il Milan ma la squadra era stata ormai decimata.
Circa 10 anni dopo Busby riuscirà a rifondare la squadra con campioni leggendari come lo stesso B.Charlton(uno dei pochi superstiti del terribile schianto), Law e Best e venne vinta finalmente la Coppa Campioni, quella stessa coppa che la sorte avversa aveva impedito ai Busby Babes di vincere.
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