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lunedì 10 luglio 2017

Dock Ellis, La No Hitter Sotto L'Effetto Del LSD ed Altre Follie (MLB)

Dock Ellis nacque nel 1945, iniziò a bere e drogarsi già da giovanissimo, a 14 anni.
Esordì in MLB nel 1968 come rilievo per i Pittsburgh Pirates, chiuderà la carriera con un'ottima ERA (3.46) e con un record di 138-119 (accortosi delle sue qualità, i Pirates lo sposteranno nella rotazione).
Ellis aveva nel suo repertorio 5 tipi di lanci: fastball, curveball, changeup, palmball e, come era solito chiamarla lui stesso, la "sliding fastball".
Vinse anche le World Series nel 1971.
Era una testa calda che non schivava i guai, anzi andava a cercarli.
A volte si presentava in campo coi bigodini.
E quando il commissioner Bowie Kuhn glielo vietò il suo commento fu: “Non mi risulta che vietino a Joe Pepitone di portare il parrucchino”.
Pepitone giocava per i NY Yankees.
In realtà anche i Pirates medesimi gli vietarono i bigodini.
Però poi si sarebbe scoperto che con quelli in testa poteva usare meglio il sudore del cuoio capelluto per lanciare una specie di spitball modificata.
Si sposò quattro volte, ebbe tre figli e due nipoti.


E' GIOVEDI O VENERDI?
Nel 1970 Ellis aveva 25 anni, ed era già alla terza stagione in MLB, come pitcher dei Pittsburgh Pirates.
Il 12 giugno 1970, successe qualcosa d'incredibile.
Era venerdi, solo che Dock credeva fosse giovedi.
Più precisamente, il giorno prima, i Pirates volano a San Diego, dove il giorno dopo (venerdi) avrebbero dovuto giocare un doubleheader, due partite in fila contro i Padres.
Dock però decide che sarebbe stato inutile restare a San Diego a non far nulla, e così prosegue per Los Angeles.
E da lì, tutto quel che succede è confuso.
Dock va a casa di amici a drogarsi.
Prende dell’LSD.
Il tempo passa, arriva il venerdi, a sua insaputa.
Intanto lui prende un'altra pasticca di LSD alle 12.
E’ solo ad ora di pranzo che una amica del padrone di casa lo riportò sulla terra.

“Ehi Dock, oggi devi lanciare”
“Ma no, lancio domani”
“Ti dico che è oggi, c’è scritto qui, sul giornale”
“Oggi non giochiamo. Sono partente nella prima partita di domani, venerdì”
“Dock, oggi è venerdì. Venerdì 12 giugno”.
“Cosa cazzo è successo ieri?”

Dock scattò su un taxi, verso l’aeroporto di Los Angeles.
Volo alle 14, arrivo a San Diego alle 15.
Alle 16.30 era allo stadio di San Diego.
Il primo lancio sarebbe stato alle 18.05.
“Non sentivo la palla in mano. In certi momenti vedevo il catcher, in altri non lo vedevo molto bene”. 
Così il catcher Jerry May, decise di mettersi dei nastri colorati nelle dita per segnalare meglio i lanci richiesti.
Dock: “Non ho quasi mai fatto il lancio che avrei dovuto fare. Il guantone del catcher non l’ho centrato praticamente mai. In compenso un paio di battitori li ho colpiti. 
Qualcuno l’ho passato in base”. 
Alla fine le basi ball sarebbero state otto (tra walk e battitori colpiti).
Dietro di lui, in difesa, i Pirates facevano i numeri: Bill Mazeroski in seconda e Matty Alou al centro, soprattutto.

“In certi momenti la palla era enorme, poi diventava minuscola. Al quarto inning ero assolutamente certo che l’arbitro di casa base fosse il presidente Richard Nixon. 
In battuta contro di me è venuto anche qualcuno che assomigliava a Jimi Hendrix. 
Mi ha tirato la sua chitarra, ma non mi ha colpito.
Su una battuta alla mia sinistra sono andato a coprire la prima, quando ho ricevuto l’assistenza ho esultato: credevo di aver segnato un touchdown”

Ma intanto i Padres non battevano.
Passavano gli inning, qualcuno andava in base ball, in generale nessuno ci capiva niente di quei lanci. Sesto, settimo, ottavo inning.

“Masticavo la mia chewing gum, l’ho fatta diventare polvere. 
Dicono che ho riempito le basi due volte, che ho fatto tre o quattro giocate difensive. 
Che su una battuta mi sono scansato, devo aver pensato fosse una line drive, invece era debolissima ed è arrivata a malapena fino all’interbase”

Ma valide niente. Nono inning. Il 27esimo out.
Finita, 2-0 per Pittsburgh: "No Hitter" (nessuna valida).
La 174a "No Hitter" della storia della Major League.
L’unica della carriera di Dock Ellis.
Dock era abituato a fare uso di alcol e droghe varie, specie di anfetamine.
Dock commentò: “E’ un peccato aver usato LSD quel giorno, l’LSD mi ha tolto quello che avrebbe potuto essere uno dei più bei ricordi della mia vita”.
Alcuni sono scettici sul racconto di quel giorno, anche se Scipio Spinks (un pitcher degli Astros) disse che il racconto di Dock fosse del tutto plausibile perchè si facevano insieme di LSD.


WORLD SERIES 1971
Come altre stranezze si può ricordare quando nel 1971 durante le NLCS (contro i San Francisco Giants) cambiò hotel, in quanto le stanze dell'albergo erano troppo piccole.
Più precisamente criticò la scelta dell'albergo (a suo dire "troppo economico").
Per la cronaca i Pirates poi batteranno 4-3 i Baltimore Orioles, diventando campioni del mondo.
Ellis chiuderà la stagione con 3.06 di ERA e un record di 19-9.


L'ARRESTO
Tra le sue infinite prodezze quella volta che, lui Willie Stargell e Rennie Stennett, persero l’autobus per lo stadio di Cincinnati.
Stargell e Stennett si fecero identificare dai poliziotti, lui no.
Venne in seguito arrestato per aver mostrato il pugno ad un poliziotto: “Ma come, gli stavo facendo vedere l’anello delle World Series, per spiegargli chi sono”.
A dire dei poliziotti era ubriaco fradicio.


LANCIARE DA SOBRIO?
Uno che tuttavia ebbe a dire che i momenti più difficili della sua carriera sono state quelle volte che ha provato a lanciare da sobrio, visto che stava perennemente strafatto.
Ellis ha affermato che il momento più brutto della sua carriera è stato quando ha tentato di giocare una partita da lucido nel 1973.
Durante i riscaldamenti pre-match, non riusciva a ricreare la sua meccanica del lancio.
Ellis tutto impanicato scappò negli spogliatoi, aprì il suo armadietto, prese alcune anfetamine con caffè e tornò in campo.


BATTITORI COLPITI A CINCINNATI
Piuttosto rilevante anche quello che avrebbe fatto il 1° maggio del 1974, sempre a Cincinnati, squadra che lui odiava particolarmente (erano comunque in tanti ad odiare la "Big Red Machine").
Quel giorno, semplicemente, decise che gli avrebbe tirato addosso a chiunque.
Al primo inning colpì Pete Rose, Joe Morgan, Dan Driessen, quindi Tony Perez riuscì a schivare i suoi lanci e andò in base ball.
Dock cercò di colpire anche Johnny Bench, e a quel punto, il suo allenatore Danny Murtaugh,  lo tolse.
Ci fu bisogno della polizia per portarlo via dallo stadio.


LA MORTE
Dopo il ritiro avvenuto nel 1980, Ellis confessò di non aver mai lanciato senza aver assunto droghe nell'immediata vicinanza della partita.
Sempre negli anni 80 entrò in clinica per disintossicarsi, rimanendo per 40 giorni al "The Meadows" in Arizona.
Dock Ellis nel 2007 era malato di cirrosi, avrebbe avuto bisogno di un trapianto di fegato.
Ma non aveva assicurazione medica.
Quando la voce girò nell’ambiente del Baseball, ex giocatori raccolsero i fondi necessari.
Nel frattempo il suo quadro si era aggravato, aveva problemi cardiaci.
Il trapianto era diventato impossibile.
Dock è morto il 19 dicembre 2008.
Aveva 63 anni.



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